Cap. 2 - La riforma Flashcards

1
Q

Evangelismo politico - Erasmo

A

Erasmo crede che sia pssibile mediare tra la competenza secolare e quella cristiana. Cerca di opporsi sia a un cristianesimo asservito al mondo, sia a un mondo insensibile al messaggio cristiano che si basa invece su consuetudini senza valore.
Sulla base di questo pensiero formula una teoria ritica della società, che propone il rifiuto dei valori del suo tempo.

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2
Q

Elogio della povertà in Erasmo

A

Erasmo produce un elogio della povertà e dell’umiltà, critica i valori decaduti della nobiltà, della regalità, diventata esercizio di potere tirannico, e del sacerdotizio, dimentico della propria missione.

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3
Q

Unità dei cristiani, critica alla guerra e i suoi effetti in Erasmo

A

Per E. è ancora possibile fondare una repubblica cristiana e adottare una repubblica evangelica. Questo lo porta a ripudiare la guerra in quanto emblema del male. La Querela Pacis enuncia un approccio pacifista, motivato dall’unità del genere umano e dagli insegnamenti del Cristo.
Anche nel Dulce bellum inexpertis si parla degli orrori delal guerra: devastazione, morte prematura e stupri; ma anche indifferenza religiosa, inosservanza delle leggi, disponibilità a commettere crimini.

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4
Q

Critica alla guerra giusta

A

Critica la guerra giusta condannando l’idea che questa sia conciliabile con i principi del cristianesimo. La guerra non può esssere “giusta” o “castigo del colpevole”, perchè l’intento di punire qualcuno si realizza colpendo molti innocenti.
La guerra è un affare che riguarda solo i principi, che hanno il basso intento di aumentare i propri possessi.

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5
Q

Come rimediare alla tirannide secondo Erasmo

A

L’unico modo per agire sulla politica per Erasmo è intervenire pedagogicamente sul sovrano. L’intellettuale può scegliere i principi a cui ispirare la condotta del suo sovrano e scegliere gli uomini che gliela impongano.

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6
Q

Legittimità a posteriori in Erasmo

A

Il principe cristiano va per prima cosa legittimato, e per legittimarlo non bisogna guardare ai suoi titoli ma al suo operato. Erasmo accetta in questo modo la casualità del potere, ma riconosce che su come il sovrano usa il suo potere giudicano sia gli uomini che Dio.

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7
Q

I suggerimenti di Erasmo al sovrano

A

Per Erasmo:
- deve esserci una sorta di consenso tra governante e governati
- il principe governa su uomini liberi (e quindi no servitù)
- il principe è sottomesso a sua volta alle leggi, e dovrebbe operare una moderata esazione fiscale
- il principe è cristiano in maniera operosa e retta, figura terrena di Dio stesso

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8
Q

Il libero arbitrio in Erasmo

A

Erasmo cerca un’interpretazione intermedia tra le due interpretazioni delle scritture sul libero arbitrio. Riconosce il potere supremo della grazia, ma dà valore all’operato dell’individuo riconoscendone il diritto di accettare o meno la grazia stessa.

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9
Q

95 tesi - Lutero

A

Nel 1517 affigge alla porta della Cattedrale di Wittemberg le sue 95 tesi che criticano la pratica delle indulgenze, facendo un’analisi interpretativa delle scritutture. Viene scomunicato e ottiene rifugio presso Federico di Sassonia.
Con i suoi scritti Lutero mette in discussione la centralità del sacerdotizio nella Chiesa e il ruolo del sacerdote come intermediario tra uomo e Dio: sulla base dell’interpretazione dottrinale delle sacre scritture il Papa rivendica il potere di concedere indulgenze in quanto pontefice = ponte tra Cristo e l’umanità. Nella prassi quella delle indulgenze era diventa una mera transazione economica.

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10
Q

L’effetto delle tesi sulla società tedesca

A

Con la sua analisi Lutero mostra che il papa non ha nessun potere, e questo porta i principi elettori tedeschi dell’impero tedesco a sottrarsi dall’autorità spirituale del papa. Il papa non ha più il diritto di riconoscere la legittimità dei sovrani, viene eroso completamente il suo potere temporale. Il risultato è la spaccatura in molteplici gruppi religiosi e le guerre civili di religione, che durano circa 150 anni.

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11
Q

La dottrina della salvezza in Lutero

A

Secondo Lutero Dio scegliere chi graziare con criteri per noi inconoscibili. Se le nostre opere determinassero la scelta di Dio egli perderebbe gli attributi della divinità, in quanto non più libero. Viene già stabilito a priori chi è libero dal peccato originale e quindi si salverà.
Chi è graziato ha un’anima immortale (il corpo, per i luterani, è mortale) e quindi ha in sé Dio, che lo rende libero. Questo lo rende capace di obbedire al volere di Dio, ovvero di comportarsi rettamente. L’operato di una persona non è fonte di salvezza, ma è predittivo del fatto che sia già salvo o meno.
Questo rende superflua l’intermediazione dell’autorità ecclesiastica, non serve più che il sacerdote ti dica che ti sei comportato bene.
Tutti i giusti sono uguali tra di loro.

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12
Q

Gi effetti del luteranesimo sulla vita mondana

A

Questo rende il luteranesimo una religione molto rigida: gli individui non hanno la possibilità di chiedere il perdono, e un errore è spia della tua dannazione.
Dall’altra parte, se una persona ha Dio in sé, può comportarsi come Dio, la cui opera tipica è la creazione del mondo a sua immagine e somiglianza. Quindi il giusto può creare un mondo a sua immagine e somiglianza. Non a caso il luteranesimo contribuisce alla creazione del capitalismo, ovvero un soggetto che non si sottomette più all’ordine esistente ma crea le cose.

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13
Q

Principi fondanti del luteranesimo

A
  • Sacerdotizio universale
  • Riduzione a 2 dei sacramenti
  • Smantellamento della gerarchia ecclesiastica
  • Legittimità della libera intepretazione della bibbia
  • Leggibilità di questa da parte di ciascun cristiano grazie alla traduzione
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14
Q

Della libertà del cristiano

A

Saggio in cui Lutero discute la duplice natura del cristiano: assolutamente libero e assolutamente asservito.
Assolutamente libero perchè nella sua anima c’è Dio, che lo rende sovrano di tutte le cose e le persone. Assolutamete asservito perchè intrappolato nel suo corpo carnale e mortale.
Teoria della libertà non come diritto da rivendicare, ma come una potenza e manifestazione della capacità di creazione. La libertà è duplice, dialettica e moderna.

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15
Q

La coazione del potere politico in Lutero

A

Per Lutero il potere politico è un obbligo esteriore, che non intacca la libertà dell’anima, a cui il giusto obbedisce perchè ne riconosce la funzione divina (punire i malvagi).
Sull’autorità secolare ribadisce la teoria dei due regni, entrambi presenti contemporaneamente nello stesso spazio: il regno di Cristo, dei giusti, e quello della terra, i cui figli sono posti sotto la spada.
Anche il potere temporale dei sovrani è posto in essere da Dio, e quindi bisogna obbedigli.

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16
Q

La guerra dei contadini

A

La riforma luterana dà voce alle aspirazioni di riforma sociale e alla speranza di scalzare le servitù. Si afferma in sassonia il gruppo degli anabattisti, che formano una chiesa lontana dal mondo del diritto e della guerra, carica di spinta di rigenerazione della società.
A questo gruppo si unisce Thomas Müntzer, monaco agostiniano, il cui obiettivo è colmare la separazione tra i due regni di Lutero. Incita i credenti disperati a rovesciare i governanti empi, prospettando loro una vittoria concreta.
Tra il 1524 e 1525 si consuma la guerra dei contadini. Lutero si distanzia dalle posizioni di Müntzer indicando che questi aveva mal interpretato le scritture, e invita i signori a massacrare i rivoltosi dichiarando che facendolo avrebbero agito per volere di Dio.

17
Q

Il tema centrale del pensiero calvinista

A

Calvino annulla l’autonomia dell’attività secolare: l’obiettivo della politica è riconoscere la signoria di Dio sul mondo, e la vita del cristiano è interamente finalizzata a riconoscerne l’onnipotenza. L’esito è il totale assoeggettamento al volere di Dio tramite l’obbedienza al potere.

18
Q

La grazia per il Calvinismo

A

Calvino condivide con Lutero il fatto che sia la grazia divina, e non l’agire, a determinare la salvezza dell’individuo. Benché la volontà divina si compia in ogni caso, l’individuo deve agire per compierla e il retto comportamento è indicativo di salvezza.

19
Q

Il corpo dei santi

A

A differenza di Lutero, secondo cui non si può stabilire dall’aspetto chi verrà salvato, per Calvino anche il corpo è immortale (non solo l’anima), e di conseguenza i santi sono riconoscibili perché splendono della libertà assoluta.

20
Q

L’autogoverno dei giusti

A

I Calvinisti chiedono di avere delle comunità per sé, perché i santi non vogliono vivere con i dannati. Questo è il caso di Ginevra, uno degli esempi di teocrazia più rigidi, e saranno pellegrini calvinisti a fondare la “Nuova Gerusalemme sul continente americano”.

21
Q

La chiesa calvinsita

A

La chiesa calvinista non ha le suddivisioni gerarchiche di quella cattolica, ci sono solo pastori incaricati di predicare il Verbo. Questi pastori sono scelti dalle singole comunità di credenti.

22
Q

La disobbedienza al potere in Calvino

A

Il dovere di obbedienza è esteso anche alle autorità malvagie, l’unica riserva possibile per i privati è che obbedire all’autorità temporale non può distogliere dall’obbidire a Dio. Solo in questo caso è ammissibile una disobbedienza passiva sotto forma di non collaborazione. Possono opporsi attivamente al tiranno solo i rappresentanti del popolo (i magistrati inferiori).