Azioni mutue tra elementi di macchine Flashcards

1
Q

Perché serve aggiungere modelli di attriti

A

Un corpo, soggetto ad una forza nulla, prosegue il moto a velocità costante indefinitamente. Questo risultato è in netto contrasto con la realtà, e il modello va aggiornato includendo la possibilità di descrivere gli attriti.

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2
Q

Origine fisica dell’attrito tra solidi a contatto

A
  • A livello microscopico, le superfici sono irregolari
  • Quando si avvicinano due corpi, c’è inizialmente un unico punto di contatto: tutta la forza peso si scarica su quel punto, generando una pressione infinita
  • Nessun materiale può resistere ad una pressione infinita, quindi avviene una deformazione e si genera un nuovo punto di contatto
  • Questo avviene finché l’area di contatto è tale da dare una pressione minore della massima sopportabile.
  • Con questo processo si sono quindi generate delle saldature
  • Quando si applica una forza, tali saldature si oppongono alla forza, mantenendo il corpo fermo, per valori sufficientemente piccoli della forza applicata
  • Quando la forza diventa abbastanza grande da rompere le saldature, il corpo inizia a muoversi, ma rimane comunque una resistenza al movimento dovuta agli incastri che si formano durante il movimento.
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3
Q

Modellazione dell’attrito tra solidi a contatto

A
  • Attrito statico
    Se non c’è velocità relativa tra i corpi, le microsaldature si modellano come una reazione vincolare T tangenziale, che varia in modo da equilibrare la forza esterna applicata.
    Il corpo resta fermo a condizione che sia
    T < = Tlimite
    Tlimite dipende dal materiale e dal carico, nel modello Coulombiano
    Tlimite = fs*N
    fs è il coefficiente di attrito statico, e dipende in prima approssimazione dal materiale.
  • Attrito dinamico
    Se è presente velocità relativa tra i corpi a contatto, la resistenza al movimento è modellata con una reazione vincolare tangente
    T = fd*N
    Di verso opposto alla velocità relativa vista da un osservatore posto sul corpo
    fd è il coefficiente di attrito dinamico e dipende dal materiale e, solo per piccole velocità relative, dalla velocità relativa. Nella maggior parte dei casi può essere considerato costante al variare della velocità relativa
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4
Q

Origine dello scambio di azioni mutue tra corpi a contatto

A

Se c’è velocità relativa tra corpi a contatto, c’è resistenza al movimento.

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5
Q

Categorie principali di azioni mutue

A
  • Resistenze su corpi che strisciano
  • Resistenze nel rotolamento
  • Resistenze aerodinamiche
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6
Q

Potenza delle forze di contatto di strisciamento

A
W = - T*vrel
Sempre negativa (potenza dissipata)
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7
Q

Necessità modello di attrito volvente

A

Non serve applicare coppia per andare a velocità costante, e questo fatto è contro la realtà osservata

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8
Q

Origine fisica della resistenza al rotolamento

A
  • Disco deformabile fermo: deformazione simmetrica, pressione simmetrica
  • Disco deformabile che rotola senza strisciare:
    deformazione simmetrica, pressioni simmetriche lungo l’area di impronta se il materiale è perfettamente elastico, asimmetriche se il materiale è anelastico e compie un ciclo di isteresi
  • Pressione maggiore in fase di carica, minore in fase di scarica: pressione risultate spostata in direzione del moto
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9
Q

Modellazione resistenza al rotolamento

A

La reazione normale si sposta a distanza u dalla verticale passante per il centro del disco, in direzione del moto
u = fv*R,
R raggio del disco, fv coefficiente di attrito volvente

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10
Q

Potenza al contatto di rotolamento

A

W = - Nuomega

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11
Q

Teorema di Bernoulli

A

Ps + Pd + ρgz = cosstante

Ps: pressione statica, misurata su un ipotetico piano tangenziale al flusso, che non ne alteri il moto

Pd=1/2ρv^2 : pressione dinamica, associata alla velocità e densità locale del flusso

Ptot = Ps + Pd

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12
Q

Azioni fluidostatiche

A

In assenza di velocità relativa, è presente solo la pressione esercitata dal fluido (spinta di Archimede):
Fs = - ρVg
Spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato

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13
Q

Numero di Reynolds: definizione e significato

A

Rapporto tra forze di pressione (normali) e forze viscose (tangenti)
Re=ρvD/μ

Reylonds bassi: prevalenza sforzi tangenziali - > moto laminare
Reynolds alti: prevalenza pressioni - > moto turbolento

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14
Q

Origine sforzi tangenziali

A

A causa della viscosità del fluido, nei pressi del profilo del corpo nasce un gradiente di velocità: a contatto con il corpo la velocità è nulla, allontanandosi dal corpo la velocità cresce fino a raggiungere quella del flusso indisturbato.
La presenza del gradiente di velocità fa nascere degli sforzi tangenziali:
τ=μ ∂v/∂z

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15
Q

Azioni fluidodinamiche

A

In presenza di velocità relativa, su un generico elemento di corpo a contatto col fluido, agisce una pressione perpendicolare alla superficie, data dal teorema di Bernoulli e dipendente dal quadrato della velocità, ipotizzata costante lungo tutto il profilo e pari alla pressione di ristagno:
Ps=f(v^2)
e uno sforzo tangenziale dovuto alla viscosità del fluido e al gradiente di velocità locale in direzione perpendicolare alla superficie:
τ=μ ∂v/∂z

La forza aerodinamica agente sul corpo si ottiene integrando le azioni normale e tangenziali su tutta la superficie, e viene tipicamente scomposta in una forza di resistenza aerodinamica (drag) FD, parallela alla velocità relativa, e in una forza di portanza (lift) FL perpendicolare alla velocità relativa.

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16
Q

Modello per forze aerodinamiche

A

Resistenza aerodinamica:
FD = 1/2ρv^2SCD

Portanza:
FL = 1/2ρv^2SCL

S superficie di riferimento, tipicamente superficie frontale
CD, CL coefficienti di resistenza e portanza, misurati in galleria del vento su modellini in scala