7) Profezia vs Utopia (Paolo Prodi) Flashcards
qual è l’idea fondamentale del progetto di Alessandro 6° per il papato?
Alessandro 6° mirava a fondere il potere spirituale e quello temporale, trasformando lo Stato pontificio in una macchina politica capace di unire l’Europa. La sua visione non si limitava a un ingrandimento nepotistico, ma puntava a creare un’autorità sacro-secolare in grado di superare il modello tradizionale del papato.
In che modo Alessandro 6° si distingue dai papati precedenti e successivi?
A differenza dei suoi predecessori e dei successori, Alessandro 6° cercò di integrare l’elettività della monarchia papale con quella imperiale, presentandosi come il nuovo “Papa-Re” in grado di guidare non solo la Chiesa ma anche l’intero continente europeo. Quest’approccio evidenzia un tentativo di recuperare e trasformare l’autorità imperiale in un contesto nuovo.
qual è il ruolo simbolico di Cesare Borgia nel progetto di Alessandro 6°?
Cesare Borgia rappresenta l’espressione politica e militare del progetto di Alessandro 6°. La sua figura simboleggia il tentativo di creare un potere sacro-secolare forte e unificante, capace di riformare l’Europa, nonostante il progetto si infrangesse a causa delle complesse dinamiche politiche dell’epoca.
come intendeva Alessandro 6° sfruttare lo Stato pontificio per affermare la leadership europea?
Alessandro 6° puntava a rafforzare e modernizzare la struttura dello Stato pontificio per fondere il potere temporale e spirituale. Il suo obiettivo era di fare del papato il punto focale della politica europea, trasformando Roma nella capitale d’Europa e posizionando il papa come “Padre degli Stati”, al pari del potere imperiale tradizionale.
In che modo il progetto di Alessandro 6° si differenzia dalla concezione medievale tradizionale del papato?
Mentre la visione medievale vedeva il papato principalmente come erede dell’autorità imperiale ormai in declino, Alessandro 6° proponeva un papato che incorporasse direttamente il potere politico. Il suo progetto consisteva nel creare un’autorità imperiale pontificia, capace di esercitare un potere sovrastatale in un’Europa in cui gli stati erano ormai consolidati come entità sovrane.
Quali furono le conseguenze del fallimento del grande progetto di Alessandro 6°?
Il fallimento del progetto comportò la frammentazione sia del potere politico sia di quello religioso.
1. Politicamente, si affermarono le nuove monarchie e la lotta per l’equilibrio del potere in Europa;
2. Religiosamente, si aprì la strada alle riforme che avrebbero condotto alla divisione della cristianità. Con Giulio 2° e i successori, il papato fu costretto a rinunciare alla visione universale per consolidarsi come Stato papale indipendente.
come viene descritta Roma e il suo ruolo nella politica europea alla fine del Quattrocento?
Roma viene vista come l’unica vera capitale europea, il centro della politica internazionale, grazie alla presenza di centinaia di ambasciatori. La nascita di un sistema diplomatico stabile, con ambasciate che regolamentano la sovranità e il rango dei potenti, pone le basi per l’assetto degli Stati moderni, con il papa come figura centrale.
quale cambiamento ha portato la trasformazione della funzione diplomatica del papato in questo periodo?
L’organizzazione delle ambasciate rappresenta la prima forma di diplomazia stabile e la regolamentazione della sovranità nazionale. Ciò ha permesso al papato di interfacciarsi in maniera strutturata con gli altri stati europei, anticipando il sistema diplomatico moderno e rafforzando la posizione di Roma come fulcro politico.
quali eventi hanno contribuito al rapido sconvolgimento del progetto ideologico di Alessandro 6°?
l’invasione dell’Italia da parte di Carlo 8° (1494-1495) e l’esplosione della Riforma, accompagnata da una reazione interna al mondo cattolico, hanno portato alla frammentazione del progetto di Alessandro 6°, interrompendo la sua ambiziosa integrazione tra politica e religione.
qual è il significato del titolo “Padre degli Stati” nella visione di Alessandro 6°?
per Alessandro 6°, il papa doveva essere il punto di riferimento non solo per la Chiesa, ma anche per i sovrani europei, assumendo un ruolo paterno e guida che avrebbe potuto unificare il continente. Questa concezione rappresenta il tentativo di trascendere la tradizione e raggiungere una nuova forma di leadership universale.
chi era Savonarola e quale ruolo svolse a Firenze?
Girolamo Savonarola fu un religioso, politico e predicatore domenicano che, nel contesto della Repubblica fiorentina post cacciata dei Medici, propugnò un modello teocratico e di governo popolare. Fu figura controversa, accusata di eresia, scomunicato e successivamente giustiziato nel 1498.
qual è il nucleo centrale della predicazione di Savonarola?
il nucleo centrale risiede nell’etica e nella riforma interiore. Savonarola sosteneva che solo attraverso una trasformazione morale interna e il superamento degli interessi personali era possibile realizzare un governo popolare guidato da principi cristiani e dal bene comune.
in che modo Savonarola giustificava la necessità del governo popolare a Firenze?
Egli riteneva che il governo popolare fosse un privilegio voluto da Dio per Firenze, in cui la regalità di Cristo fungeva da base per una sovranità popolare autentica. Questa struttura, contrapposta a monarchie e oligarchie tipiche di altri popoli, avrebbe dovuto garantire la libertà e impedire la tirannia.
come distingue Savonarola l’esercizio del potere politico da quello religioso?
Pur riconoscendo la funzione unificante della religione, Savonarola insisteva per una netta distinzione tra la sfera politica e quella religiosa. Secondo lui, il cristianesimo offre l’ispirazione ideale per la politica, ma il potere concreto deve essere esercitato tramite istituzioni rappresentative e organi sovrani come il Consiglio.
quale ruolo aveva l’assemblea (o il Consiglio) nel nuovo ordinamento di Firenze?
L’assemblea, nata con la riforma del dicembre 1494, rappresentava l’organo sovrano con funzioni legislative ed elettive. Savonarola inizialmente nutre fiducia nella capacità di quest’assemblea di deliberare in maniera libera e aperta, pur consapevole che la sua effettiva operatività richiedesse misure correttive e riforme strutturali.
quali misure concrete adottò o propose Savonarola per migliorare il funzionamento dell’assemblea?
Savonarola propose la costruzione di una sala apposita per il Consiglio (già dal 10 maggio 1495) per razionalizzare i dibattiti e contrastare l’assenteismo. Inoltre, sostenne la necessità di abolire il Parlamento in favore di un organo costituzionale rappresentativo e di diffondere una cultura politica basata sul bene comune, specialmente tra i giovani.
in che modo si svilupparono le divisioni interne e la formazione dei partiti durante l’esperienza del governo popolare?
Con il procedere del regime, sorsero divisioni basate non tanto sul merito delle idee, ma su schieramenti personali e politici. Savonarola introdusse termini come “buoni” e “tiepidi” per differenziare gli elettori e i sostenitori, facendo emergere una contrapposizione tra partiti: i partigiani del frate e gli scontenti, ciascuno influenzato da dinamiche di potere e interessi personali.
quali problemi strutturali affliggevano la democrazia fiorentina, secondo l’analisi di Savonarola?
3 motivi di crisi emersero a livello costituzionale:
1. La frammentazione in partiti, con voti basati su schieramenti anziché sul merito dei progetti.
2. L’assenteismo, che indeboliva la partecipazione attiva dei cittadini.
3. La necessità di garantire la libertà di parola in Consiglio con adeguate leggi, per assicurare un confronto aperto e costruttivo.
come vedeva Savonarola l’opposizione interna ed esterna al governo popolare?
Savonarola criticava sia le forze esterne – in particolare l’influenza di Roma e dei principi italiani – sia le tendenze interne nostalgiche del vecchio sistema, come il governo tirannico dei Medici e dei magnati.
Defendeva il governo popolare come unico strumento per evitare la tirannia e mantenere la libertà e l’uguaglianza dei cittadini.
qual era il ruolo della religione nella visione politica di Savonarola?
Nella visione di Savonarola, la religione fungeva da collante e da rinforzo per la democrazia. Pur richiamando rigorosi standard etici e morali, la sua predicazione sottolineava come i principi cristiani potessero guidare il funzionamento degli organi politici, contribuendo a trasformare la volontà della maggioranza in legge.
che critica avanzava Savonarola riguardo alla partecipazione politica dei cittadini?
Savonarola denunciava una crescente “noia” per la politica e una perdita di coinvolgimento dei cittadini, esacerbata dal numero eccessivo di riunioni e dalla lentezza delle procedure assembleari. Questo allontanamento favoriva la formazione di partiti e rendeva difficile la costruzione di un’intelligenza pubblica capace di sostenere il governo popolare.
in che modo le difficoltà dell’assemblea e l’emergere dei partiti influenzarono il progetto di Savonarola?
Le difficoltà operative dell’assemblea – l’assenteismo, la frammentazione in schieramenti e le lunghe procedure – portarono Savonarola a rivedere il suo entusiasmo iniziale. La crisi evidenziò l’inevitabile distanza tra il progetto teorico e la realtà politica, costringendolo a proporre interventi correttivi e a mettere in dubbio la naturale maturazione del nuovo ordine popolare.
qual era la controversia centrale riguardante il meccanismo di nomina nel governo popolare?
La controversia verteva sulla scelta tra il ritorno alle nomine per estrazione a sorte e il mantenimento delle elezioni, considerate da Savonarola come elemento fondamentale della democrazia, nonostante le sue imperfezioni. Nel dicembre 1496, egli sostiene con forza la soluzione elettiva.
in che modo il problema delle nomine ha influenzato l’evoluzione della politica di Savonarola?
La questione delle nomine segna il passaggio dall’idealismo iniziale di un governo popolare unificato alla formazione inevitabile dei partiti, evidenziando il divario tra il progetto teorico e la realtà politica concreta.