6) le lingue del mondo: Flashcards
quante lingue si parlano al mondo circa?
6000 (numero approssimativo)
i tipi di classificazione delle lingue (ancora parlate e non) principali:
-classificazione in base al numero dei parlanti
-classificazione per famiglie
-classificazione per tipi linguistici (in base alle proprietà comuni)
classificazione di famiglie: metodo, famiglie principali:
Si basa sul raggruppare i vari sistemi linguistici secondo criteri di parentela geneaologica (se si crede abbiano un antenato comune).
Un metodo utilizzato per attuare tale classificazione si basa sul prendere come campione circa 200 termine designanti il lessico fondamentale, cioè nozioni coumi (ex. i numeri fino a 10, le parti del corpo…) e vedere quanto si somigliano con il lessico fondamentale di un’altra lingua.
Se il significante è lo stesso o è simile, vuol dire che le due lingue hanno un antenato comune.
La classificazione in famiglie prevede poi il riconoscimnto di sottogruppi sempre più specifici, come ‘rami’ e infine ‘gruppi’.
ex. italiano = famiglia indoeuropea, ramo latino/romanzo, gruppo italo-romanzo.
Ad oggi si contano circa 17 famiglie linguistiche: (: famiglie di lingue parlate in Europa)
1. lingue indoeuropee (ramo celtico, ramo romanzo, ramo germanico, slavo)
2. lingue uraliche* (finnico, estone)
3. lingue altaiche* (turco, tataro, calmucco)
4. lingue afroasiatiche (ramo lingue semitiche: arabo, maltese).
5. lingue caucasiche (georgiano)
6. lingue sinotibetane (cinese)
7. lingue paleosiberiane
8. lingue austroasiatiche (vietnamita)
9. lingue austronesiane (tagalog, tahitiano)
10. lingue australiane
11. lingue indopacifiche (lingue papuane)
12. lingue dravidiche (lingue indiane)
13. lingue nilo-sahariane
14. lingue niger-cordofaniane (swahili)
15. lingue khoisan
16. lingue amerindiane (nordamericane: inuit, centroamericane: azteco sudamericane: lingue caraibiche)
17. lingue isolate/figlie uniche della loro lingua antenata: basco.
criteri per valutare l’importanza delle lingue:
-numero di parlanti nativi
-numero di paesi in cui la lingua è ufficiale
-l’impiego della lingua in rapporti internazionali, nella scienza, nel commercio etc.
cosa sono gli universali linguistici?
Universale è una proprietà ricorrente nella struttura delle lingue. Non è necessario che una proprietà sia condivisa da tutte le lingue al mondo per essere considerata un ‘universale’, ma che sia sicuramente la tendenza della stra grande maggior parte delle lingue (da qui la differenza fra ‘universale’/effettivamente ricorrente in tutte le lingue attestate, e ‘tendenza universale’/proprietà nettamente prevalenti nelle lingue, ma non in tutte).
Esempi di universale:
Universali assoluti:
-tutte le lingue hanno vocali e consonanti
-tutte le lingue con ordine VSO sono preposizionali, tutte le lingue SOV sono posposizionali.
Universali implicazionali:
-flessione > derivazione (se una lingua ha flessione, allora ha sempre derivazione.)
Gerarchie implicazionali:
-Gerarchia delle classi di parole: verbo > nome > aggettivo > avverbio
cos’è un ‘tipo linguistico’? in cosa differisce da una semplice classificazione delle lingue?
Un tipo linguistico è una combinazione di proprietà strutturali logicamente indipendenti le une dalle altre ma in qualche modo reciprocamente correlate (ex. l’indice di sintesi e di fusione, struttura SVO/SOV con ciò che implica, implicazione di un lessema con un altro, fra due toni differenti per intendere cose diverse).
La tipologia linguistica analizza le lingue raggruppandole per le loro proprietà comuni, indipendetemente dalla loro storia o fattori esterni alla linguistica (ex. solo vicinanza, parentela).
- La tipologia si differenzia dalla semplice classificazione di proprietà linguistiche poiché essa è uno strumento puramente esplicativo, creato ‘artificialmente’ dai linguisti. Infatti il tipo linguistico non esiste in realtà (come invece magari esistono le parentele fra le lingue) ma ha come obiettivo quello di spiegare la realtà, poiché si pone come obiettivo quello di prevedere le caratteristiche delle lingue che fanno parte di tale tipologia anche senza avere indagato a fondo la loro grammatica (cosa che una semplice classificazione non può fare).
- Inoltre se la classificazione in base al numero di parlanti o di parentele è dovuta a fattori sociali, la tipologia è dovuta a fattori prettamente linguistici.
come avviene la scelta delle proprietà su cui si fondano i tipi e in base ai quali le lingue vengono classificate?
Le proprietà utilizzate come parametri per classificare in una tipologia le lingue sono quelle la cui combinazione si pensa consenta di operare previsioni probabili (non certe) sulla struttura delle lingue indagate.
I tipi vanno comunque considerati entità astratte, una semplificazione ideale della realtà, e di fatto non sono fedelmente riprodotti da alcuna lingua storico-naturale.
obiettivo della classificazione in tipologie:
Obiettivo della classificazione in tipologie è appunto classificare le lingue in base a determinati parametri che ci permettono di prevedere alcune caratteristiche di tali lingue pur senza studiare le nel dettaglio.
Per fare ciò la tipologia non si concentra sulle singole caratteristiche in sé, ma sulla ratio profonda che intercorre tra di esse: è solo in questo caso che la tipologie diviene predittiva.
come è composto il campione di lingue che usiamo nell’analisi?
Dato che analizzare tutte le lingue del mondo sarebbe impossibile, per tracciare un quadro esauriente della variazione interlinguistica è necessario selezionare un campione che sia altamente rappresentativo della varietà delle lingue.
Dato che il campione deve rappresentare in proporzione tutte le lingue storico-universali conosciute, esso deve essere immune da:
-distorsioni genetiche (un campione rappresentativo non deve dare eccessiva rappresentazione ad alcune famiglie linguistiche a scapito di altre)
-distorsioni areali (nella scelta delle lingue, sarà necessario assicurarsi che esse non siano state coinvolte nei massicci processi di interferenze interlinguistiche fra di esse).
-distorsioni tipologiche (il campione non deve apparire sbilanciato a favore di determinate configurazioni tipologiche precedentemente attestate, al fine di evitare di giudicare comportamenti linguistici come indipendenti solo poiché non sufficientemente rappresentati tipologicamente)
-distorsioni legate al numero di parlanti (quando si forma il campione è necessario dimenticarsi del numero di parlanti
di una lingua, quindi non sceglierla come rappresentante del campione solo perché ampiamente parlata)
Le lingue scelte a rappresentare il campione sono solitamente quelle su cui banalmente si hanno più documenti (grammatiche, studi scientifici) e il confronto con i parlanti nativi.
Si sceglie solitamente una lingua per gruppo linguistico (ex. bulgaro: rappresentate del gruppo slavo meridionale), indipendentemente quindi dal suo numero di parlanti, ma in base alla documentazione che ci fornisce e al suo riflettere le caratteristiche del gruppo a cui appartiene.
tipologia morfologica:
Il modo principale (insieme a quello sintattico) per individuare tipi linguistici diversi è basato sulla struttura della parola nelle diverse lingue; identifichiamo 4 tipi principali (sulla base dell’indice di fusione/significati e indice di sintesi):
- lingue isolanti: in cui ogni parola è composta da solo 1 morfema e questo morfema esprime 1 solo significato (parole monomorfemiche).»_space; lingue meno sintetiche. ex. vietnamita
- lingue fusive: lingue in cui ogni parola è composta da più morfemi, con vari casi di allomorfia che spesso non rendono ben identificabili i morfemi. Tendono ad associare ad un solo morfema più significati (ex. ‘in’ o ‘pro’ in italiano) e sono presenti vari ‘amalgama’ e casi di omonimia fa morfemi, ma non sono lingue particolarmente sintetiche.
ex. tutte le lingue indoeuropee + il maltese e le lingue uraliche. - lingue agglutinanti: lingue in cui ogni parola è composta da più morfemi, facilmente individuabili, ben separabili l’uno dall’altro, e ogni morfema esprime un solo significato (lingue turche, lingue mongole, ungherese, giapponese).
- lingue polisintetiche: lingue in cui ogni parola è composta da più morfemi fusi insieme (livello di sintesi molto alto»_space; ‘polisintetiche’ poichè tendono a sintetizzare in una sola parola quelle che in altre lingue sarebbero frasi intere ; sono l’unico tipo a poter contenere più di 1 morfema lessicale/base in una parola) e ogni morfema esprime più significati.
ex. lingue del gruppo eschimese (famiglia amerindiana) e australiane
La quasi totalità delle lingue parlate in europa sono fusive (lingue indoeuropee + finnico, estone e maltese fra le lingue non indoeuropee) e agglutinanti (lingue non indoeuropee).
La ‘ratio profonda’ di queste divergenze è probabilmente che ognuna di queste lingue rappresenta in pratica ciò che a cui i parlanti pensano quando devono formulare una frase (o parola nel caso delle lingue estremamente sintetiche).
lingue analitiche e lingue sintetiche:
lingue analitiche: che spezzano il contenuto da codificare in blocchi semplici.
lingue sintetiche: che sintetizzano assieme più blocchi di contenuto.
lingue fusive: posizione intermedia.
caratteri non fusivi dell’italiano:
Ovviamente, anche se appartenente alle lingue fusive, l’italiano presenta anche caratteri:
-isolanti
-agglutinanti (ex. cumuli di prefissi/suffissi : ristrutturazione)
-polisintetici (parole composte)
Ciò che però importa è il fatto che siano nettamente prevalenti i suoi caratteri fusivi.
sottotipo delle lingue fusive: le lingue ‘introflessive’:
nelle lingue introflessive i morfemi vengono disposti non in ordine lineare come nelle altre lingue fusive, ma in modo ‘concatenato’ (collocazione a pettine dei morfemi).
ex. in arabo la radice ‘ktb’
‘yaktubu’ - ‘kitab’ - ‘katib’
una seconda tipologia morfologica riguardo ai casi:
riguarda l’organizzazione dei sistemi di casi:
-lingue con il sistema di casi nominativo-accusativo: la marcatezza è pari in testa e dipendenze.
-lingue con il sistema di casi ergativo-assolutivo: prevalenza a marcare i complementi
-lingue con il sistema attivo-stativo: prevalenza a marcare la testa
tipologia sintattica:
La classificazione per tipologia linguistica classifica le lingue in base ai loro tratti strutturali comuni.
Si basa sull’ordine dei costituenti:
a) posizione del soggetto (S)
b) posizione dell’oggetto diretto (O)
c) posizione del verbo (V)
Tipi effettivamente attestati:
a) SOV 45% delle lingue del mondo (europa: turco, romani, finnico e estone)
b) SVO 42% delle lingue del mondo (europa: lingue indoeuropee tranne le lingue celtiche + maltese).
c) VSO 10% delle lingue del mondo (lingue celtiche)
VOS, OVS, OSV nel restante 3% delle lingue del mondo
Queste sono lingue con ordine dominante (ex. l’italiano), mentre le lingue senza ordine dominante hanno comunque un ordine preferito, ma non svolge una funzione grammaticale. (ex. in latino, che preferisce l’ordine SOV ma esso non determina il senso della frase, poiché in latino non è la posizione del costituente a determinarne la funzione sintattica, ma i casi).