1. La Dimensione Collettiva delle Relazioni di Lavoro (5-7) Flashcards
Che cos’è il contratto collettivo di lavoro?
È un accordo tra gruppi di lavoratori e datori di lavoro, che tutela interessi collettivi attraverso l’autonomia privata.
Chi stipula il contratto collettivo di lavoro?
È stipulato da sindacati dei lavoratori e sindacati dei datori di lavoro (contratto collettivo nazionale, provinciale o territoriale), o da un singolo datore di lavoro (contratto collettivo aziendale).
Quali interessi sono tutelati dai contratti collettivi?
Gli interessi tutelati sono di natura collettiva, non solo individuale: Il contratto collettivo può avere lo scopo di regolare i rapporti di lavoro nel suo ambito di applicazione (retribuzione, orario di lavoro, ferie, permessi, sanzioni disciplinari, licenziamento) ovvero di regolare i rapporti tra le stesse parti stipulanti (diritti sindacali, diritti d’informazione e consultazione sindacale).
Quindi regolare rapporti di lavoro e diritti sindacali.
Quali sono le tre parti del contratto collettivo?
Parte normativa (Disposizioni che disciplinano i rapporti individuali di lavoro)
parte economica (costituita dalle tabelle dei minimi retributivi)
parte obbligatoria (Disciplina i rapporti tra le parti stipulanti)
Qual è la differenza tra le controversie individuali e collettive e quale procedura si applica per ciascuna?
Le controversie individuali (la violazione delle disposizioni nella parte normativa) possono seguire un rito speciale del lavoro, mentre le collettive (parte obbligatoria) non hanno questa opzione. Per le collettive, si può ricorrere al giudice civile per far valere l’inadempimento contrattuale e ottenere un risarcimento.
Quali sono le tipologie di contratti collettivi di lavoro nell’ordinamento italiano?
- Contratto collettivo corporativo
- Contratto collettivo previsto dall’art. 39, comma 4, Costituzione
- Contratto collettivo recepito in decreti presidenziali ai sensi della Legge n. 741/1959
- Contratto collettivo di diritto comune (dei contratti)
Che cos’è il contratto collettivo corporativo?
È un contratto stipulato durante l’epoca fascista, secondo il diritto sindacale corporativo, ha efficacia erga omnes.
Dopo la caduta del fascismo, è stato cancellato, ma i contratti esistenti sono rimasti validi e potevano essere modificati da nuovi contratti.
Qual era l’intento dell’art. 39 della Costituzione per i contratti collettivi e perché non è stato attuato?
Voleva sostituire i contratti corporativi con nuovi contratti collettivi firmati da delegazioni sindacali di categoria registrati in pubblici uffici, con efficacia erga omnes.
Non è stato attuato in pratica perché sindacati minori temevano che avrebbe avvantaggiato la CGIL, il sindacato maggiore e di orientamento comunista.
Che significa avere efficacia erga omnes?
Si applica a tutti i rapporti di lavoro relativi alla categoria a cui si riferisce
Cos’è il problema causato dalla mancata attuazione della Costituzione riguardo ai contratti collettivi?
I contratti collettivi, secondo le leggi attuali, valgono solo per i membri delle organizzazioni che li firmano e non per tutti i lavoratori della categoria. L’articolo 1372 del codice civile stabilisce che un contratto ha forza di legge solo tra le parti coinvolte e non produce effetti su terzi. Questo significa che i contratti collettivi di diritto comune non hanno efficacia generale (“erga omnes”), a differenza di quanto previsto dall’articolo 39, comma 4, della Costituzione, che immaginava contratti collettivi con un’efficacia estesa a tutti i lavoratori di una categoria.
Qual è la differenza tra i contratti collettivi di diritto comune e i contratti corporativi?
I contratti collettivi di diritto comune non hanno efficacia erga omnes e si applicano solo ai membri delle organizzazioni che li firmano. Al contrario, i contratti corporativi avevano un’efficacia generale, cioè si applicavano a tutti i lavoratori della categoria.
Come si tentò di risolvere il problema della mancata attuazione della Costituzione riguardo ai contratti collettivi?
Si adottò la Legge Vigorelli del 1959 (legge n.741/1959, legge erga omnes), che permetteva al Governo di trasformare i contratti collettivi in decreti ufficiali validi per tutti, Sono stati emanati circa mille decreti, un numero molto alto, perché la legge includeva non solo i contratti nazionali, ma anche quelli provinciali con certe caratteristiche.
Quali problemi emersero durante l’applicazione della Legge Vigorelli?
Durante questo processo, si è capito quanto fosse complesso e vario il sistema di contratti collettivi dopo la reintroduzione della libertà sindacale.Inoltre, si è notato che i contratti erano spesso ambigui e non sempre ben strutturati, rendendo chiaro che la contrattazione collettiva era molto diversa dalla legge ufficiale.
Cosa succede dopo la scadenza della legge Vigorelli?
il periodo per emettere questi decreti è stato prorogato per15 mesi nel 1960, con una nuova legge che ha esteso la possibilità di includere anche i contratti stipulati nei dieci mesi successivi. Così, quello che doveva essere un provvedimento eccezionale e temporaneo ha iniziato a diventare più permanente, sovrapponendosi a quanto previsto dalla Costituzione.
(La delega fu prorogata e ampliata per includere anche i contratti stipulati nei dieci mesi successivi, rendendo un provvedimento temporaneo più permanente.)
Perché la Legge Vigorelli (legge erga omnes) è arginata e da chi?
La Corte Costituzionale ha deciso che legge del 1960, che permetteva ai contratti collettivi di essere applicati a tutti (anche a coloro che non erano membri dei sindacati firmatari), era incostituzionale. perché estendeva i contratti anche ai non iscritti ai sindacati firmatari, in modo diverso da quanto stabilito dalla Costituzione.
In che modo i contratti collettivi operano nel nostro ordinamento dopo la decisione della Corte Costituzionale?
Dopo questa sentenza, in Italia, i contratti collettivi sono considerati validi solo per i membri delle organizzazioni sindacali che li firmano, perché basati sul concetto di mandato. Questo significa che questi contratti non possono essere estesi automaticamente a tutti i lavoratori.
In quale ipotesi è applicabile un contratto collettivo se le parti del rapporto di lavoro vi fanno riferimento?
Se un contratto collettivo viene citato esplicitamente o implicitamente (tacitamente) nel contratto di lavoro, esso si applica anche se non è stato firmato direttamente dal lavoratore. Questo è valido se il contratto collettivo regola in parte o completamente il rapporto di lavoro.
(Un contratto collettivo è applicabile se il rapporto di lavoro è regolato, in tutto o in parte, dal contratto collettivo, anche se non è firmato direttamente dalle parti.)
Cosa deve fare un datore di lavoro vincolato da un contratto collettivo se un lavoratore non iscritto al sindacato ne richiede l’applicazione?
Se un datore di lavoro è iscritto a un sindacato e quindi vincolato da un contratto collettivo, deve applicare tale contratto anche ai lavoratori che non sono iscritti al sindacato. Il contratto collettivo è “aperto” e può essere applicato a tutti i lavoratori che rientrano nella sua area di applicazione.
Cosa succede se un datore di lavoro non è vincolato da alcun contratto collettivo?
Se un datore di lavoro non è vincolato a nessun contratto collettivo, il giudice può intervenire per garantire che i lavoratori ricevano una retribuzione giusta, basata sui principi di proporzionalità e sufficienza stabiliti dalla Costituzione. Questo può avvenire estendendo parzialmente i minimi salariali previsti dai contratti collettivi, anche se non applicabili direttamente.
Qual è stato il ruolo storico dei sindacati nella contrattazione collettiva e nella legislazione del lavoro?
I sindacati hanno sostenuto la contrattazione collettiva e hanno influenzato la politica per creare leggi a protezione del lavoro, stabilendo regole comuni per tutti i rapporti di lavoro, in linea con i principi e valori costituzionali.
Quando possono i contratti collettivi derogare la legge in senso peggiorativo?
In alcuni casi limitati, la legge permette ai contratti collettivi di fare eccezioni peggiorative rispetto alle leggi, ma solo se queste eccezioni sono esplicitamente previste. Altrimenti, le regole possono essere cambiate solo se offrono condizioni migliori per i lavoratori.
(I contratti collettivi possono derogare in senso peggiorativo solo quando previsto dalla legge, come nell’art. 2120 del codice civile. In generale, le deroghe sono ammesse solo se migliorano le condizioni dei lavoratori (derogabilità in melius).)
Perché la contrattazione collettiva è considerata una fonte essenziale del diritto del lavoro?
La contrattazione collettiva è quindi fondamentale nel diritto del lavoro perché è più “vicina” ai bisogni dei lavoratori e riflette l’autonomia del gruppo. A volte, la legge gioca un ruolo secondario rispetto ai contratti collettivi, che diventano la principale fonte di regolamentazione su questioni come orari di lavoro, salari e classificazione professionale.
Cosa significa il principio dell’inderogabilità in pejus del contratto collettivo?
Significa che le norme dei contratti collettivi non possono essere cambiate in modo sfavorevole (peggiorativo) per il lavoratore nei contratti individuali. Le clausole individuali diverse vengono automaticamente sostituite da quelle collettive
Perché i patti derogatori nei contratti individuali sono problematici?
Perché danneggiano l’unità e la solidarietà degli interessi collettivi e possono sfruttare la debolezza contrattuale dei singoli lavoratori, portandoli ad accettare condizioni peggiorative imposte dai datori di lavoro più forti.
Come funzionano le clausole di rinnovo e cessazione nei contratti collettivi?
I contratti collettivi generalmente hanno una durata determinata e cessano di avere efficacia alla scadenza pattuita. Tuttavia, diversi meccanismi possono influenzare la loro durata effettiva:
- Clausola di Rinnovo Tacito: in assenza di una disdetta tempestiva da parte di uno dei soggetti stipulanti entro un termine specifico, il contratto si rinnovi automaticamente per un periodo pari alla durata originale. Se la disdetta viene comunicata nei tempi previsti, il contratto termina alla scadenza.
- Clausola di Ultrattività Convenzionale: estende l’efficacia del contratto oltre la scadenza, fino a quando non viene stipulato un nuovo contratto.
- Cessazione Automatica: Se il contratto collettivo non include clausole di rinnovo tacito o ultrattività, esso cesserà automaticamente alla data di scadenza pattuita, senza possibilità di rinnovo automatico.
Come si gestiscono le modifiche peggiorative nei rinnovi contrattuali durante i periodi di crisi?
Di solito rinnovi contrattuali si risolvono in miglioramenti retributivi o normativi del trattamento dei lavoratori, pero durante i periodi di crisi o trasformazione produttiva, i contratti collettivi possono introdurre modifiche peggiorative per i lavoratori. Tuttavia, la giurisprudenza le considera valide perché il divieto di peggiorare le condizioni (principio dell’inderogabilità in pejusdel contratto collettivo) si applica solo tra un contratto collettivo e uno individuale, non tra contratti collettivi dello stesso livello.
Quali sono i diversi livelli di contratti collettivi e qual è il problema principale tra essi?
- Contratti generali tra grandi organizzazioni (accordi interconfederali)
- Contratti specifici per una categoria di lavoratori (contratti collettivi di categoria)
- Contratti specifici per una categoria di lavoratori in una certa area o azienda (contratti di categoria decentrati)
- Contratti specifici per una singola azienda (contratti aziendali)
Il problema è concorrenza tra diversi contratti collettivi che disciplinano gli stessi rapporti di lavoro. Capire come questi contratti interagiscono tra loro, soprattutto quando ci sono contratti a diversi livelli che coprono lo stesso lavoro. Non è ancora chiaro come gestire la situazione in cui un contratto di livello inferiore (ad esempio, un contratto aziendale) vuole modificare (derogabilità) le regole stabilite da un contratto di livello superiore (come un contratto nazionale di categoria).
Quando viene di solito stipulato il contratto collettivo aziendale e cosa deve essere stabilito?
Il contratto collettivo aziendale viene di norma stipulato durante il periodo di efficacia del contratto collettivo nazionale. Devono essere fissate le regole che disciplinano l’ammissibilità o meno di deroghe al trattamento economico e normativo del contratto nazionale ancora vigente.
Quindi, questo crea la necessità di stabilire se e come il contratto aziendale possa cambiare le condizioni economiche e normative stabilite dal contratto nazionale.
Cosa succede se le deroghe apportate dal contratto aziendale migliorano le condizioni del contratto nazionale?
Se le modifiche apportate dal contratto aziendale migliorano le condizioni per i lavoratori, il problema è facilmente risolvibile perché tali miglioramenti sono generalmente accettati, e più favorevole rispetto a quello del contratto collettivo nazionale di categoria.
Qual è il problema delle piccole imprese con i contratti collettivi nazionali?
Le piccole imprese spesso non possono permettersi i costi derivanti dall’applicazione del contratto collettivo nazionale di categoria.