1. La Dimensione Collettiva delle Relazioni di Lavoro (1-4) Flashcards

1
Q

Che cosa intendiamo oggi con “lavoro”?

A

L’attività manuale e/o intellettuale che svogliamo in cambio di un compenso

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2
Q

Quale trasformazione ha dato origine al concetto moderno di lavoro?

A

La prima rivoluzione industriale, che ha trasformato le modalità di produzione e gli assetti sociali tra il 1760 e il 1830.

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3
Q

Com’era il lavoro prima della rivoluzione industriale?

A

Era di tipo artigianale, svolto in botteghe o a domicilio, con tempi e modalità non predeterminati.

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4
Q

Qual era il ruolo del maestro nella bottega artigiana?

A

Il maestro, spesso proprietario della bottega, realizzava i prodotti con l’aiuto di collaboratori e apprendisti, insegnando loro il mestiere.

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5
Q

Come venivano regolate le botteghe artigiane?

A

Attraverso corporazioni (o gilde) che regolavano processi produttivi e organizzazione del lavoro.

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6
Q

Quali strumenti utilizzava il lavoro artigianale prima della rivoluzione industriale?

A

Strumenti ed attrezzi semplici, utilizzati solo quando necessario.

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7
Q

Qual era la funzione delle corporazioni nel sistema artigianale?

A

Regolavano minuziosamente vari aspetti dell’esercizio del mestiere, dei processi produttivi, e dell’organizzazione del lavoro.

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8
Q

Come avveniva la produzione a domicilio (soprattutto nel settore tessile) prima della rivoluzione industriale?

A

Un mercante incaricava una famiglia di realizzare il prodotto, fornendo materia prima e strumenti come il telaio, producendo beni di scarsa qualità e di quantità variabile a seconda della domanda.

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9
Q

Quali trasformazioni avvennero tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo nella produzione?

A

Si passò dalla produzione a domicilio o a bottegga al sistema di fabbrica, influenzando i piani sociale, economico e demografico. Lavoratori abbandonano le campagne per trasferirsi ai luodi produzione.

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10
Q

Che cos’è il “factory system”, fabbrica?

A

Un nuovo modello produttivo incentrato sulla fabbrica, che prevedeva produzione su larga scala grazie a grandi masse di lavoratori e macchinari sofisticati.

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11
Q

Chi era la nuova figura sociale emergente nella fabbrica?

A

L’imprenditore, che investiva capitale proprio e utilizzava il lavoro salariato per trasformare le merci da vendere sul mercato.

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12
Q

Quali erano le condizioni di lavoro nella fabbrica?

A

I lavoratori, inclusi donne e bambini, lavoravano sotto direzione e sorveglianza per salari miseri, operando macchinari dell’imprenditore.

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13
Q

Come era organizzato il lavoro in fabbrica?

A

Il lavoro era continuo, parcellizzato, semplificato e ripetitivo, con ritmi e tempi imposti dalle esigenze delle macchine.

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14
Q

Da cosa era regolato il lavoro in fabbrica?

A

Da un contratto imposto dall’imprenditore, che definiva orario di lavoro, entità del salario, obblighi di condotta, divieti, modalità di controllo sull’attività, sanzioni disciplinari etc.

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15
Q

Qual è il “costo sociale” del nuovo sistema produttivo industriale?

A

Include lunghe giornate lavorative fino a sedici ore, aumento di infortuni e malattie, condizioni igieniche inadeguate (alimento epidemie di colera o tubercolosi), uso indiscriminato di donne e bambini, e livelli salariali bassi.

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16
Q

Come ha influenzato il lavoro in fabbrica la vita dei lavoratori?

A

Ha adattato i ritmi biologici umani a quelli delle macchine, sostituendo il tempo naturale con il tempo meccanico dell’orologio.

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17
Q

Quali erano le conseguenze della concorrenza tra lavoratori nel sistema industriale?

A

La concorrenza portava a salari più bassi e contribuiva alla disoccupazione, creando una situazione di indigenza quasi generalizzata.

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18
Q

Perché la fungibilità del lavoro contribuiva alla disoccupazione?

A

Perché i lavoratori erano facilmente sostituibili, rendendo il loro impiego precario e instabile.

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19
Q

Come influenzava la fluttuazione della domanda i livelli occupazionali?

A

Le fluttuazioni della domanda causavano instabilità nel mercato del lavoro, portando a frequenti periodi di disoccupazione.

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20
Q

Quali conflitti ha generato il sistema di fabbrica?

A

Ha creato un conflitto di classe tra imprenditori e lavoratori, poiché i loro interessi erano ontologicamente contrastanti. I lavoratori per sostentarsi sono costretti a vendere il proprio lavoro alla strega di una merce.

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21
Q

Cosa ha determinato nei lavoratori la situazione nelle fabbriche?

A

Una presa di coscienza della comune sofferenza e uno spirito di solidarietà per contrastare il potere dell’imprenditore.

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22
Q

Qual è stato il risultato della solidarietà tra lavoratori?

A

I lavoratori hanno iniziato ad associarsi, dando origine ai sindacati per negoziare migliori condizioni di lavoro.

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23
Q

Come si sono organizzati inizialmente i lavoratori?

A

Si associavano in base al mestiere svolto, non al settore produttivo o all’azienda.

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24
Q

Cosa sono le “trade unions” e quando sono nate?

A

Le prime “trade unions” (unioni d’affari) sono nate intorno al 1860, aprendo all’adesione di lavoratori senza mestiere specifico (pur mantenendo spiccati tratti del sindaco di mestiere).

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25
Q

Come si è evoluta la struttura dei sindacati nel tempo?

A

I sindacati si sono organizzati per settore economico e area territoriale, diventando più complessi nel tempo.

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26
Q

Come ha influenzato la mancanza di diritto di voto dei lavoratori l’evoluzione del fenomeno sindacale?

A

La consapevolezza di essere esclusi dalle decisioni politiche, con il potere concentrato nelle mani degli imprenditori, ha portato i lavoratori a sviluppare una coscienza di classe, spingendo i sindacati a cercare di influenzare anche le scelte politiche.

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27
Q

Qual è stato l’effetto della maturazione di una coscienza di classe nei lavoratori?

A

Ha stimolato il sindacato ad ampliare il proprio raggio d’azione per incidere sulle scelte politiche generali.

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28
Q

In che modo i sindacati hanno cercato di incidere sulle scelte politiche generali?

A

Fondando partiti politici come il Labour Party in Inghilterra, oppure ispirando la nascita e l’azione di partiti politici di riferimento con ideali socialisti e comunisti.

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29
Q

Quali erano le ideologie dei partiti politici ispirati dal sindacato?

A

Ideali socialisti e comunisti.

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30
Q

Qual era l’obiettivo del sindacato oltre alla negoziazione delle condizioni lavorative?

A

Imponere sul piano politico i propri interessi e la propria visione della società.

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31
Q

Come si atteggiò il potere costituito nei confronti del movimento sindacale?

A

Utilizzando ogni strumento, anche legale, per contrastare e reprimere il fenomeno.

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32
Q

Quali strumenti ha usato la classe imprenditoriale per contrastare il movimento sindacale?

A

Ha utilizzato strumenti legali e l’influenza politica per reprimere il movimento, convincendo i politici a intervenire contro le dinamiche che limitavano la libertà contrattuale.

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33
Q

Qual era la posizione degli esponenti politici tra la fine del 18 e l’inizio del 19 secolo riguardo al movimento sindacale?

A

Erano influenzati dall’ideologia liberale e dalla teoria economica di Adam Smith, considerando l’unione dei lavoratori un attentato alla libertà individuale di contrattare.

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34
Q

Perché l’unione dei lavoratori era vista come un attentato alla libertà individuale?

A

Perché era considerata contraria alla teoria liberale e alla “mano invisibile” di Adam Smith, che sosteneva che il libero mercato avrebbe garantito l’equilibrio delle forze economiche.

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35
Q

Cosa richiedeva lo Stato in risposta alle dinamiche sindacali?

A

Intervenire contro ogni dinamica che limitasse la libertà contrattuale delle parti.

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36
Q

Come hanno reagito i governi dell’epoca alle richieste degli imprenditori di contrastare il movimento sindacale?

A

Hanno imposto restrizioni legali come la pena di morte, il divieto di associazione, di rivendicazioni e di sciopero per limitare l’azione dei sindacati.

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37
Q

Quali strategie ha adottato il movimento sindacale per superare gli ostacoli legali imposti dai governi?

A

Ha fatto proseliti e usato lo sciopero come strumento di lotta, ottenendo riconoscimenti formali come il diritto di associazione dei lavoratori.

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38
Q

Quando è stato sancito per la prima volta il diritto di associazione dei lavoratori in Inghilterra?

A

Nel 1825.

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39
Q

Quali progressi politici ha promosso il movimento sindacale?

A

Ha elaborato programmi di democrazia politica, come l’estensione del diritto di voto a tutti gli uomini adulti.

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40
Q

Come ha dovuto reagire il potere costituito di fronte alla forza del sindacato? (Fine 18 - inizio 19)

A

Ha dovuto tollerare e riconoscere il sindacato come legittimo per evitare il sovvertimento dello status quo, permettendo la negoziazione collettiva su questioni economiche e contrattuali.

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41
Q

Quali interventi legislativi furono registrati in Italia dopo l’Unità del 1861 riguardo al lavoro?

A

Furono introdotti alcuni interventi legislativi, ma non modificano il principio di autonomia contrattuale e di parità formale delle parti.

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42
Q

Qual era lo strumento principale che regolava il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro nell’Italia liberale?

A

Il “libero” contratto di lavoro.

43
Q

Come funzionava in realtà il contratto di lavoro (“libero” contratto di lavoro) nell’Italia post-unitaria?

A

Funzionava come un contratto di adesione, dove il lavoratore, parte debole, doveva accettare le condizioni imposte unilateralmente dal datore di lavoro.

44
Q

Perché il contratto “libero”di lavoro è descritto come un contratto di adesione?

A

Perché le condizioni erano dettate in modo unilaterale dalla parte forte, il datore di lavoro, lasciando al lavoratore poca o nessuna possibilità di negoziare.

45
Q

Qual era l’ideologia dominante riguardo ai contratti di lavoro nell’Italia liberale?

A

L’ideologia dominante era basata sull’autonomia contrattuale e sulla parità formale delle parti, sebbene questa parità fosse spesso più teorica che reale.

46
Q

Qual era lo status legale dell’associazionismo dei lavoratori e dell’azione sindacale nell’Italia post-unitaria?

A

Erano formalmente ammessi e, in un certo senso, tollerati.

47
Q

Come venivano applicate le regole del contratto di lavoro secondo il Codice civile del 1865?

A

Le regole garantivano la parte forte (il datore di lavoro) poiché erano basate sul falso presupposto di un rapporto paritario.

48
Q

Come venivano trattati gli scioperi nonostante fossero teoricamente consentiti?

A

Venivano spesso repressi applicando norme a tutela dell’ordine pubblico.

49
Q

Quale evento significativo si verificò nel biennio 1919-20 in Italia?

A

Il movimento sindacale e la protesta dei lavoratori culminarono nell’occupazione delle fabbriche a settembre 1920.

50
Q

Come reagì la classe imprenditoriale alla crescente protesta dei lavoratori?

A

Sostenne il partito fascista, vedendolo come una soluzione per evitare un sovvertimento dell’assetto sociale.

51
Q

Quale sistema implementò il fascismo una volta al potere per consolidare gli assetti sociali esistenti?

A

Il sistema corporativo, che rafforzava le strutture sociali già in atto.

52
Q

Quale rischio percepì la classe imprenditoriale a seguito delle proteste dei lavoratori dopo la Prima Guerra Mondiale?

A

La classe imprenditoriale percepì il rischio di un sovvertimento dei rapporti sociali esistenti.

53
Q

Che cos’è il sistema corporativo attuato dal fascismo?

A

Il sistema corporativo era un modello economico e sociale che mirava a integrare i sindacati e le organizzazioni dei datori di lavoro sotto il controllo dello Stato, mantenendo l’ordine e riducendo i conflitti tra classi.

54
Q

Perché la classe imprenditoriale sostenne (sopporta) il partito fascista?

A

La classe imprenditoriale sostenne il partito fascista per evitare il sovvertimento dei rapporti sociali e garantire la stabilità necessaria per il mantenimento del proprio potere.

55
Q

Cos’è il corporativismo fascista?

A

Il corporativismo fascista è una reazione della classe capitalistica allo presione del movimento sindacale. È uno strumento nuovo e più efficace per consolidare e tutelare gli interessi capitalistici.

56
Q

Qual era l’obiettivo principale del corporativismo fascista secondo la dottrina?

A

L’obiettivo era eliminare il conflitto di classe tra i produttori (imprenditori e lavoratori) e promuovere la collaborazione di classe, subordinando gli interessi di parte all’interesse pubblico, identificato con la produzione nazionale.

57
Q

Come viene definito l’interesse pubblico nella dottrina corporativa fascista?

A

L’interesse pubblico è considerato coincidente con la produzione, il supremo interesse nazionale, che rappresenta anche il principale interesse degli imprenditori.

58
Q

Qual era il ruolo del lavoro secondo il corporativismo fascista?

A

Il lavoro era concepito come strumento per rafforzare l’economia e l’efficienza produttiva della nazione, rimuvendolo all’autonomia di singoli datori e lavoratori, per realizzare la potenza e la forza nazionale.

59
Q

Quale effetto teorico avrebbe dovuto produrre la collaborazione tra imprenditori e lavoratori secondo la dottrina corporativa?

A

Avrebbe dovuto automaticamente tutelare gli interessi di tutte le parti del rapporto di lavoro, perseguendo l’interesse pubblico attraverso un’azione sinergica.

60
Q

Qual è il principale difetto strutturale della dottrina corporativa fascista?

A

La dottrina è strutturalmente fallace perché presuppone che il perseguimento dell’interesse pubblico coincida con la tutela automatica degli interessi di tutte le parti, senza considerare le reali dinamiche di potere e controllo.

61
Q

Come vedeva il corporativismo fascista il conflitto tra lavoratori e imprenditori?

A

Lo considerava negativo e cercava di sostituirlo con la collaborazione, facendo passare gli interessi individuali in secondo piano rispetto all’interesse nazionale.

62
Q

Qual è l’approccio del corporativismo fascista verso strumenti di autotutela collettiva come scioperi e serrate?

A

Il corporativismo considera questi strumenti illegali, poiché potrebbero danneggiare la produzione, e li trasforma in reati, fuorilegge.

63
Q

Perché il corporativismo fascista nega concettualmente il conflitto di classe?

A

Perché promuove l’idea di collaborazione tra lavoratori e imprenditori, rendendo superfluo (ingiustificato, inutile) qualsiasi conflitto.

64
Q

Come vengono risolti i conflitti collettivi secondo il sistema corporativo fascista?

A

Sono inizialmente risolti dalle corporazioni, che cercano un punto di equilibrio conforme allo Stato. Se questo fallisce, interviene la magistratura del lavoro controllata dal partito fascista.

65
Q

Qual è il ruolo delle corporazioni nel sistema corporativo fascista?

A

Le corporazioni agiscono come mediatori tra lavoratori e imprenditori, cercando di mantenere l’ordine produttivo secondo le direttive dello Stato.

66
Q

Che tipo di sindacati esistono nel sistema corporativo fascista?

A

Solo sindacati pubblici, che devono seguire le decisioni dello Stato, non più organizzazioni private.

67
Q

Qual è il ruolo della magistratura del lavoro nel corporativismo fascista?

A

Risolve le controversie collettive se le corporazioni falliscono, ed è controllata dal partito fascista per garantire decisioni allineate con gli interessi dello Stato.

68
Q

Chi determina il punto di equilibrio tra gli interessi nel sistema corporativo fascista?

A

Lo Stato, attraverso il controllo diretto dei sindacati e delle organizzazioni dei datori di lavoro.

69
Q

In che modo l’adesione al sindacato è formalmente libera ma obbligatoria nella pratica (nel corporativismo fascista)?

A

Anche se formalmente libera, è obbligatorio finanziare l’attività sindacale tramite un contributo trattenuto dal datore di lavoro all’atto di erogare la retribuzione.

70
Q

Come lo Stato controlla l’attività sindacale nel sistema corporativo fascista?

A

Lo Stato determina il campo d’azione e i contenuti dell’attività sindacale attraverso il controllo politico.

71
Q

Come il Codice civile del 1942 definisce il rapporto di lavoro?

A

Il rapporto di lavoro è gerarchico, con l’imprenditore come capo e titolare di poteri direttivi, di controllo e disciplinari, e il lavoratore è gravato con gli obblighi (di diligenza, obbedienza, fedeltà). Funzionali al perseguimento dell’interesse dell’impresa e della produzione nazionale, che coincidono.

72
Q

Come il sistema corporativo fascista bilancia gli interessi nel rapporto di lavoro?

A

Il sistema è sbilanciato verso gli interessi dei datori di lavoro, consolidando (rafforzando) le relazioni di lavoro in loro favore.

73
Q

Quale evento ha segnato un cambiamento decisivo nei valori di riferimento in Italia dopo il fascismo?

A

L’entrata in vigore della Costituzione il 1° gennaio 1948.

74
Q

Qual è uno dei principi fondamentali su cui è stata fondata la Repubblica Italiana?

A

L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. (l’articolo 1 della Costituzione italiana)

75
Q

Come ha cambiato il ruolo del lavoro la nuova Costituzione italiana?

A

Riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto (l’articoli 4 della Costituzione italiana)

76
Q

Qual è il ruolo del sindacato secondo Costituzione dopo la caduta del fascismo?

A

Agire come un sindacato libero e democratico, essenziale per tutelare il lavoro, anche usando diritto di sciopero, per riconoscere ai lavoratori diritti fondamentali. (Art. 35-40)

77
Q

Qual è stato il cambiamento riguardante il diritto di sciopero con la nuova Costituzione?

A

È stato riconosciuto il diritto di sciopero come strumento per la tutela dei lavoratori. (l’articolo 40 della Costituzione italiana)

78
Q

Quale principio di libertà viene sancito per la prima volta dalla Costituzione italiana?

A

È stata sancita la libertà sindacale, permettendo ai lavoratori di organizzarsi liberamente in sindacati democratici.

79
Q

Qual è stato l’obiettivo principale della nuova Costituzione riguardo ai diritti sociali ed economici?

A

Promuovere l’uguaglianza e la libertà dei cittadini, garantendo il pieno sviluppo della persona umana, rimuovere gli ostacoli economici e sociali che possono limitarlo. L’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. (art.3 comma 2)

80
Q

La Costituzione definisce cosa sia un sindacato?

A

No, né la Costituzione né altre leggi offrono una definizione chiara di sindacato

81
Q

Perché il criterio degli interessi tutelati non è sufficiente per definire un sindacato? (Nella Repubblica)

A

Perché anche altre organizzazioni, come quelle politiche, possono tutelare interessi collettivi di lavoro.

82
Q

Possono altre organizzazioni usare forme di autotutela diretta? (Nella Repubblica)

A

Sì, anche organizzazioni non sindacali possono usare forme di autotutela diretta come mobilitazioni di massa e raccolte firme.

83
Q

Qual è il principale criterio per definire un sindacato? (Nella Repubblica)

A

È un’organizzazione che utilizza la contrattazione collettiva e lo sciopero per tutelare gli interessi collettivi dei lavoratori.

84
Q

Cosa distingue un sindacato da altre organizzazioni che difendono interessi collettivi di lavoro? (Nella Repubblica)

A

Un sindacato riceve un’investitura dai lavoratori, chi affidano il compito di agire in loro rappresentanza. Come portavoce ufficiale dei lavoratori, avendo ricevuto da loro il potere di rappresentarli.

85
Q

Come deve essere organizzato (la “struttura” del) un sindacato secondo la Costituzione italiana?

A

Non c’è bisogno di avere una forma giuridica particolare. È una pluralità di lavoratori subordinati (e anche, parasubordinati e autonomi) che si uniscono per tutelare i propri interessi. Può essere una struttura stabile e duratura oppure una delegazione occasionale.

86
Q

Qual è la forma giuridica prevalente dei sindacati e quali articoli del codice civile la disciplinano? (Nella Repubblica)

A

Nella prassi, la forma giuridica prevalente dei sindacati è quella delle associazioni non riconosciute. Questa forma giuridica è disciplinata dagli articoli 36, 37 e 38 del codice civile.

87
Q

Come è strutturata la dimensione verticale delle organizzazioni sindacali nella Repubblica?

A

La dimensione verticale è tipica delle federazioni di categoria, che tutelano gli interessi dei lavoratori in specifici settori produttivi. Queste federazioni sono solitamente organizzate su quattro livelli: di base, provinciale, regionale e nazionale.

88
Q

Qual è la funzione della dimensione orizzontale nelle organizzazioni sindacali nella Repubblica?

A

La dimensione orizzontale si basa su un’organizzazione territoriale (provinciale, regionale o nazionale) e organizza i lavoratori indipendentemente dal loro settore occupazionale. È tipica delle confederazioni, che coordinano le federazioni di categoria, offrono supporto alle fasce più deboli, e interagiscono con le istituzioni pubbliche, controparti dotorali

89
Q

Come si manifestano le relazioni tra dimensione verticale e orizzontale nella pratica sindacale nella Repubblica?

A

A volte, i sindacati usano solo una delle due dimensioni, ma spesso le combinano, creando relazioni complesse tra federazioni e confederazioni.

90
Q

Che cos’è la rappresentanza sindacale?

A

È il rapporto negoziale diretto tra un lavoratore e un sindacato, in cui il lavoratore conferisce al sindacato il potere di agire in suo nome, specialmente nelle contrattazioni collettive, tramite un mandato formale.

91
Q

Che cos’è la rappresentatività sindacale?

A

È la capacità di un sindacato di rappresentare gli interessi collettivi dei lavoratori, indipendentemente dall’adesione dei singoli lavoratori.

92
Q

Come si utilizza il concetto di rappresentatività sindacale nel contesto legislativo?

A

Serve a selezionare i sindacati da coinvolgere nella legislazione di sostegno e per intrattenere rapporti privilegiati con il Governo in materia sociale. (Concertazione sociale)

93
Q

Che cos’è la legislazione di sostegno e quali diritti inclusi?

A

È una legislazione che mira a rafforzare e promuovere la tutela sindacale, riconoscendo diritti come costituire rappresentanze sindacali in azienda, indire assemblee o referendum, ottenere permessi per attività sindacali. Il coinvolgimento della contrattazione collettiva nella regolazione dei rapporti di lavoro e del mercato del lavoro attraverso la tecnica del rinvio.

94
Q

Quale principio costituzionale deve essere rispettato nella promozione di sindacati? (Nella repubblica)

A

Non deve ostacolare la libertà dei sindacati non promossi, secondo l’articolo 39 della Costituzione.

95
Q

Qual era il criterio tradizionale per individuare i sindacati destinatari della legislazione di promozione e sostegno nella Repubblica?

A

Il criterio tradizionale era il “sindacato maggiormente rappresentativo”, basato sul numero di iscritti.

96
Q

Perché si è superata la formula del sindacato maggiormente rappresentativo?

A

A causa dell’emergere di più contratti collettivi nello stesso settore, che ha reso necessario un nuovo criterio di valutazione.

97
Q

Qual è il nuovo criterio per identificare i sindacati destinatari delle leggi di promozione e sostegno? (Nella repubblica)

A

Il nuovo criterio è il “sindacato comparativamente più rappresentativo”. Significa scegliere il sindacato che rappresenta meglio i lavoratori in un settore specifico, non solo in base al numero di membri.

98
Q

Qual è il ruolo del sindacato comparativamente più rappresentativo nella legislazione?

A

È il responsabile principale per applicare le leggi in quel settore specifico. (Questo sindacato riceve l’incarico di seguire le leggi e di rappresentare i lavoratori in quel settore specifico.)

99
Q

Qual è la legge “promozionale” più rilevante in materia sindacale e a quali aziende si applica?

A

La legge più rilevante è lo Statuto dei lavoratori, e si applica alle imprese industriali e commerciali con più di quindici dipendenti e alle imprese agricole con più di cinque dipendenti.

100
Q

Che diritti fornisce lo Statuto dei lavoratori ai sindacati e qual è il suo obiettivo?

A

Lo Statuto dei lavoratori fornisce ai sindacati diritti per rafforzare la loro presenza in azienda e rendere più incisiva la loro azione a tutela degli interessi dei lavoratori.

101
Q

Qual è il diritto importante riconosciuto dall’art. 19 dello Statuto dei lavoratori e come si è evoluto nella pratica sindacale?

A

L’art. 19 riconosce il diritto di costituire rappresentanze sindacali aziendali (RSA) nelle aziende. Tuttavia, dal protocollo del 23 luglio 1993, le RSA sono state sostituite dalle rappresentanze sindacali unitarie (RSU), che sono legate esclusivamente al sindacato di appartenenza (hanno investitura “dall’alto”)

102
Q

Cosa stabilisce il Testo unico sulla rappresentanza del 2014 riguardo alle RSU?

A

Le RSU possono essere costituite in unità produttive con più di quindici dipendenti, su iniziativa delle organizzazioni sindacali di categoria aderenti agli accordi precedenti.

103
Q

Come si formano le RSU e quali diritti hanno?

A

Le RSU vengono elette con cariche di durata triennale e possiedono tutti i diritti delle RSA, incluso il diritto di negoziare accordi collettivi aziendali.

104
Q

Perché il diritto di costituire RSA o RSU è fondamentale?

A

È il presupposto per esercitare altri diritti garantiti dallo Statuto dei lavoratori, come assemblee, referendum, affissioni, l’uso di locali sindacali, permessi, aspettative sindacali.