Sistema endocrino Flashcards

1
Q

NUCLEI IPOTALAMICI NEUROSECERNENTI: definizione e sito

A

Raggruppamenti di cellule nervose nei cui pirenofori vengono prodotti ormoni, genericamente chiamati neurosecreto.
* MAGNOCELLULARI: nei nuclei sopraottico, paraventricolare e secondari nel territorio tuberale.
* PARVICELLULARI: nella regione tubero infundibolare dell’ipotalamo, nel nucleo arcuato, nell’area preottica, in alcuni subnuclei del nucleo paraventricolare e nella regione tuberomammilare.

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2
Q

NUCLEI IPOTALAMICI NEUROSECERNENTI: descrizione macroscopica

A

Ci sono 2 popolazioni neuronali che possono coesistere:
* NEURONI MAGNOCELLULARI = secernono ormoni peptidici legati alla neuroipofisi;
* NEURONI PARVICELLULARI = elaborano ormoni peptidici che sono RH o IH per la secrezione adenoipofisaria (ipotalamo ipofisiotropo). Gli ormoni sugli assoni raggiungono l’EMINENZA MEDIANA dell’ipotalamo fino al sistema portale ipotalamo- ipofisario. Da qui vengono trasportati nei sinusoidi adenoipofisari (passaggio regolato dai prolungamenti di astrociti e taniciti, estremamente plastici), dove raggiungono le cellule bersaglio.

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3
Q

NUCLEI IPOTALAMICI NEUROSECERNENTI: descrizione microscopica

A

I parvicellulari hanno un diametro di 10 μm, con molti organuli intracitoplasmatici, abbondante RER, Golgi con vescicole di materiale osmiofilo. Si diparte un assone mielinico lungo il quale si muove il secreto verso l’eminenza mediana sottoforma di aggregati vescicolari. Le fibre peptidiche hanno assoni ad aspetto di “corona di rosario”.

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4
Q

Secrezione neuroni parvicellullari ormoni

A

Sintetizza sostanze ad attività ormonale con neurosecrezione: * RH (releasing hormon):
-GH-RH: somatoliberina: ormone stimolante l’ormone della crescita, prodotto nel nucleo ventromediale della regione tuberale;
-CRH: corticoliberina: ormone stimolante secrezione di ACTH. Stimolato da stress e adrenalina, prodotto dal nucleo paraventricolare;
-TRH: tiroliberina: ormone stimolante l’ormone tireotropo, prodotto da nuclei periventricolare, arcuato, ventromediale e dorsomediale;
-Gn-RH: gonadoliberina: ormone stimolante la secrezione dei gonadotropi, prodotto nell’area preottica;
-PRH: prolattoliberina: ormone stimolante la prolattina, prodotto nel nucleo intermedio-mediale;
-Ormone stimolante la produzione di melanotropo; * IH (inhibitor hormon):
- GH-IH: somatostatina: ormone inibitore ormone della crescita, prodotto nel nucleo arcuato;
- PIF: prolattostatina: ormone inibitore della prolattina;
- MIF: ormone inibitore della secrezione del melanotropo.

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5
Q

IPOFISI o GHIANDOLA PITUITARIA: definizione e sito

A

G. ovoidale, grigiastra, h= 0,5 cm, d: 1,5, p: 500 mg.Nella FOSSETTA IPOFISARIA dell’o. sfenoide, al centro della sella turcica. La dura madre si sdoppia in 2 foglietti:
- 1: riveste l’interno della fossetta tra l’o. e la g.;
- 2: va sopra la g. formando il DIAFRAMMA DELLA SELLA, cioè un setto che isola
l’alloggiamento dell’ipofisi dalla fossa cranica media.
La loggia è circondata da 2 seni cavernosi ai lati della sella turcica e da 2 seni intercavernosi (anteriore e posteriore) che li uniscono costituendo un anello attorno al peduncolo (SENO CIRCOLARE).
- Sotto = confina con la cavità del seno sfenoidale e con il meato superiore della cavità nasale;
- Sopra = tramite il diaframma, confina con il tuber cinereum dell’ipotalamo, cui è legata con peduncolo;
- Avanti = chiasma ottico;
- Dietro = confina con ponte, a. basilare e 2 a. cerebrali posteriori;
-Lato = tramite seno cavernoso, con a. carotide interna, n. abducente ed
indirettamente con n. oculomotore, n. trocleare, n. oftalmico e n. mascellare
contenuti nella parete laterale del seno. Attorno alla sella c’è il poligono di Willis.

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6
Q

IPOFISI o GHIANDOLA PITUITARIA rapporti

A
  • Sotto = confina con la cavità del seno sfenoidale e con il meato superiore della cavità nasale;
  • Sopra = tramite il diaframma, confina con il tuber cinereum dell’ipotalamo, cui è legata con peduncolo;
  • Avanti = chiasma ottico;
  • Dietro = confina con ponte, a. basilare e 2 a. cerebrali posteriori;
    -Lato = tramite seno cavernoso, con a. carotide interna, n. abducente ed
    indirettamente con n. oculomotore, n. trocleare, n. oftalmico e n. mascellare
    contenuti nella parete laterale del seno. Attorno alla sella c’è il poligono di Willis.
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7
Q

IPOFISI o GHIANDOLA PITUITARIA descizione macroscopica e microscopica

A

Formata da 2 lobi avvolti da una capsula fibrosa comune di origine neurale:
a)
Adenoipofisi (anteriore):
◦ Partedistale:anteriore,ghiandolare,piùestesa;
◦ Parte intermedia: stretta lamina verticale contigua alla neuroipofisi. È
separata dal lobo anteriore dalla FESSURA IPOFISARIA, residuo della tasca di
Rathke;
◦ Parte tuberale: adesa alla superficie anterolaterale dell’infundibulo con cui
forma il peduncolo ipofisario.
b) Neuroipofisi (posteriore): rotondeggiante, volume inferiore: ◦ Lobo posteriore o nervoso;
◦ Infundibulo;
◦ Eminenza mediana (parte più ventrale).

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8
Q

ADENOIPOFISI caratteristiche PARTE DISTALE

A
  • PARTE DISTALE → struttura cordonale con nidi cellulari circondati da un esile t. connettivo reticolare con rete di sinusoidi. I cordoni sono costituiti da diverse cellule:
    ◦ CELLULE SECERNENTI PROTEINE SEMPLICI (cromofile acidofile, PAS negative).
    1/3 delle cellule, ci sono 3 tipi:
  • Cellule somatotrope = rotondeggianti, d=20μm, tendono ad aggregarsi in
    cordoni. Abbondante RER e ribosomi, Golgi e numerose vescicole di secrezione elettrondense. Producono ormone della crescita GH.
    GH = polipeptide di 191aa, sistemico, favorisce la sintesi proteica. Ha recettori sulle cellule adipose (attiva catabolismo lipidi), ma gran parte dei suoi effetti anabolizzanti sull’accrescimento avvengono in modo indiretto a seguito della liberazione dal fegato di fattori di crescita insulinosimili IGF. Se è carente si verifica il nanismo, mentre adenomeri di queste cellule danno gigantismo o acromegalia.
  • Cellule mammotrope = piccole e poliedriche, isolate. Hanno poco RER e Golgi, vescicole piccole. Durante la gravidanza aumentano fino ad essere il 50% delle cellule adenoipofisarie. Gli organuli citoplasmatici ipertrofizzano e le vescicole aggregano. Si riducono al termine dell’allattamento quando si trovano vacuoli autofagici dove enzimi idrolitici lisosomiali si fondono a vescicole di secrezione che ridimensionano queste cellule. Producono prolattina PRL.
    PRH = ormone polipeptidico di 199aa che favorisce lo sviluppo della g. mammaria e la produzione di latte. Inoltre agisce sulla gonade femminile insieme agli ormoni gonadotropi ipofisari per sviluppare il corpo luteo.
  • Cellule produttrici dell’ormone adrenocorticotropo (ACTH) = cellule piccole 10μm, rotondeggianti, poco colorabili. Addensate nel versante anteromediale della pars distalis e adiacente alla fessura ipofisaria. Golgi sviluppato, ridotte vescicole e piccole. Elaborano:
    POMC = proopiomelacortina: precursore di 267aa che si attiva con il clivaggio da parte di endopeptidasi. Il taglio produce:
    oACTH: frammento di 39aa che stimola la corteccia surrenale.
    oβ-LPH: β-lipotropina: che scinde a sua volta e dà β-endorfina e met-
    encefalina che hanno attività oppioide per regolare le afferenze dolorifiche.
    ◦ CELLULE SECERNENTI GLICOPROTEINE (basofile, PAS positive) 15% delle cellule, diametro maggiore delle cellule acidofile.
  • Cellule tireotrope = forma variabile, spesso stellata o triangolare con
    prolungamenti tozzi, si trovano nella porzione anteromediale della ghiandola. RER, Golgi e non sviluppati. Piccole vescicole elettrondense alla periferia. Aumentano e diventano spongiose se viene asportata la tiroide. Producono TSH.
    TSH = glicoproteina con recettori sui tireociti che vengono stimolati a
    produrre ormoni tiroidei T3 e T4. - Cellule gonadotrope: di 2 tipi:
    ▪Produttrici di FSH = rotondeggianti, si trovano in aree laterali e dorsali della g. RER abbondante con cisterne dilatate e con contenuto disomogeneo. Le vescicole sono di 2 tipi variamente rappresentati durante il ciclo ovarico:
    1) Piccoleesferiche(dmax=200nm),elettrondense;
    2) Grandi,sferiched=400nmevariamenteelettrondense.
    FSH = glicoproteina che ha come bersaglio la corticale dell’ovaio, fa maturare il follicolo ooforo e stimola la secrezione di estrogeni nella teca interna. Nell’uomo fa maturare il testicolo, avviare la spermatogenesi e supporta le cellule di Sertoli.
    ▪Produttrici di LH = forma sferoidale, d maggiore delle secernenti FSH e occupano la parte centrale della g. RER sviluppato, ma con cisterne appiattite con vescicole simili alle piccole del FSH. È ancora discussa l’indipendenza delle due cellule (si sono viste cellule positive per FSH e LH, ma non le due sostanze in una stessa vescicola).
    LH: ormone luteinizzante in donna regola ciclo ovarico intervenendo durante l’ovulazione, stimola la formazione del corpo luteo e la secrezione di progesterone da cellule luteiniche dalla granulosa. Nel maschio stimola Leydig a secernere testosterone. Entrambe le cellule atrofizzano dopo ablazione della gonade. Citoplasma vacuolizza e nucleo viene spinto in periferia (anello con castone).
    ◦ CELLULE CROMOFOBE → 50%, non si colorano, mancano vescicole di secrezione, sono:
    ▪Cellule di riserva = non sono un gruppo a parte, può essere ogni cellula
    sopraelencata o in fase iniziale (dopo stimolo ipotalamico stanno
    rigranulando) o finale (de granulate);
    ▪Cellule follicolostellate = popolazione a se stante a funzione non ben nota.
    Piccole e irregolari con lunghi prolungamenti che si insinuano tra le cellule dei cordoni e creano gap junction con cellule vicine o sinusoidi. Sincizio all’interno delle cui maglie si trovano le altre cellule. Tendono a circoscrivere piccole cavità o follicoli a contenuto variabile
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9
Q

ADENOIPOFISI descrizione PARTE INTERMEDIA

A
  • PARTE INTERMEDIA → nell’ uomo non è ben evidente, nel feto e nel neonato invece si vede un epitelio monostratificato a ridosso della neuroipofisi separato dalla parte distale dell’adenoipofisi dalla fessura ipofisaria, residuo della tasca di Rathke. Nell’adulto la fessura scompare e restano cellule isolate o follicoli o cisti viscose.
    Le cellule somigliano alle corticotrope distali, ma sono più voluminose. Buon contenuto di organuli e vescicole diversamente elettrondense. Possono produrre POMC, ma dato che hanno diverse peptidasi possono fare un ulteriore clivaggio ottenendo anche αMSH (ormone melanotropo) e CLIP, oltre a β-endorfina e γ-lipotropina da scissione della β-lipotropina. Da un ulteriore scissione della γ-lipotropina si ottiene β-MSH e met-encefalina.
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10
Q

ADENOIPOFISI descrizione PARTE TUBERALE

A

*PARTE TUBERALE→si adagia e attornia l’infundibulo con il quale forma il peduncolo ipofisario. Cellule poliedriche che formano cordoni irregolari immersi nella rete vascolare del sistema portale. Vi sono anche: piccoli follicoli colloidali, nidi di cellule appiattite, cellule gonadotrope e tireotrope intercalate a cellule cromofobe e a piccole cellule con prolungamenti simili a follicolo stellate descritte come specifiche della parte tuberale. Attività pinocitosica e macrofagica e sono intercalari tra sangue e liquor (del 3^ ventricolo e subaracnoideo). Questa zona è ricca di recettori per la melatonina, si ipotizza un ruolo ormonale nel regolare il ritmo circadiano.

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11
Q

STROMA ADENOIPOFISI

A

STROMA → in tutte le parti i cordoni sono in un t. connettivo lasso reticolare con scarse cellule (fibrociti e macrofagi). Ricchi capillari sinusoidali con parete sottile ed endotelio poroso. La membrana basale li separa dalle g.

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12
Q

NEUROIPOFISI componente NERVOSA

A

NERVOSA → con 2 tipi di fibre nervose amieliniche:
1) DAL FASCIO IPOTALAMO-NEUROIPOFISARIO: numerose, trasportano neurosecreto dall’ipotalamo. Sono assoni nei neuroni magnocellulari neurosecernenti contenuti nella compagine di nuclei dell’ipotalamo:
- Nucleo sopraottico = quasi solo neuroni magnocellulari, pirenofori
voluminosi e addensati. Nucleo diviso in sottonuclei a seconda della
posizione rispetto al tratto ottico;
-Nucleo paraventricolare = organizzazione più composita, oltre a
magnocellulare anche parvicellulare implicata nella funzione ipofisaria.
NEURONI MAGNOCELLULARI: RER con cisterne parallele, ricco Golgi con vescicole (talvolta si aggregano, formando i corpi di Herring, più cospicui, variamente distribuiti), microtubuli e microfilamenti che continuano nell’assone veicolando le vescicole al lobo nervoso.
▪Dendriti: numerosi con sinapsi su diverse fibre;
▪Assone: forma→fascio ipotalamo-neuroipofisario (ha una componente
sopraottica e una paraventricolare) con fibre (non hanno calibro uniforme e hanno forma a corona di rosario per la presenza di punti rigonfi (accumulo di neurosecreto) che vanno→zona profonda dell’eminenza mediana e parte infundibolare del peduncolo ipofisario
1 Alcuni assoni si connettono a
aree limbiche, nuclei del setto, del tratto solitario ecc. ORMONI USATI COME NEUROTRASMETTITORI
2 LOBO NERVOSO DELL’IPOFISI Gli assoni formano terminazioni nervose a contatto con vasi, oppure si aggregano e formano “palizzate”
I neuroni magnocellulari dei nuclei sopraottico e paraventricolare producono 2 peptidi costituiti da una catena di 9aa di cui solo 2 sono diversi. Sono sintetizzati come un grosso precursore che contiene anche la proteina vettrice chiamata neurofisina. Il neurosecreto arriva alla neuroipofisi e viene scisso da endopeptidasi prima di essere estruso dalla fibra nello spazio perivascolare e nel circolo, attraverso le fenestrature dell’endotelio: ▪Vasopressina (o ormone antidiuretico ADH). ORGANO BERSAGLIO:- Tubuli distali e collettori del rene: aumenta la permeabilità al Na+ → richiama acqua e quindi serve per il controllo della volemia di sangue;
- Muscolatura liscia delle a.: aumenta la pressione. ▪Ossitocina. ORGANO BERSAGLIO:
- Miometrio uterino: aumenta alla fine della gravidanza per permettere l’espulsione del feto;
- G. mammaria: stimola il mioepitelio degli alveoli a produrre latte.
2)VARIA PROVENIENZA CENTRALE: da altri nuclei, che non portano neurosecreto, ma neurotrasmettitori e neuropeptidi. Regolano la funzione neuroipofisaria. Sono fibre:
- Dopaminergiche: da nucleo tuberoinfundibolare;
- Adrenergiche e noradrenergiche: da nuclei del tronco encefalico;
- GABAergiche e peptidinergiche: da ipotalamo, contenenti met-encefalina e
neuropeptide FF.

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13
Q

NEUROIPOFISI componente GLIALE

A

COMPONENTE GLIALE → rappresentata dai PITUICITI, particolari cellule della nevroglia che rendono plastico il rapporto tra le componenti della neuroipofisi in base alla situazione modificando la lunghezza dei loro prolungamenti.
▪ STIMOLAZIONE DOPAMINERGICA→no richiesta di neurosecreto in circolo →prolungamenti rivestono completamente gli assoni e grazie alla loro capacità di produrre taurina modificano la [K] per aumentare la soglia di eccitazione dei terminali assonici che così sono quiescenti.
▪ STIMOLAZIONE ADRENERGICA (stress, parto, attività sessuale) → sì richiesta di neurosecreto → retrazione dei prolungamenti → contatto della membrana della fibra nervosa con membrana basale dei sinusoidi, con il calo di taurina si ha la depolarizzazione e l’esocitosi di granuli.

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14
Q

NEUROIPOFISI componente VASCOLARE

A

COMPONENTE VASCOLARE → ricca rete di sinusoidi da a. ipofisarie inferiori, indipendenti dal sistema portale. Endotelio fenestrato su spessa membrana basale. Spesso raggruppati a gomitoli (corpi di Grewing).

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15
Q

ORIGINE EMBRIOLOGICA IPOFISI

A

Da 2 abbozzi:
- Ectodermico: 4^ settimana → si forma la tasca di Rathke, stimolata dalla
notocorda. La tasca si spinge verso il diencefalo e si appiattisce. Attraversa il mesenchima da cui originerà l’o. sfenoide. Poi prolifera formando dei cordoni, inizialmente simmetricamente nei due lati (parte distale) e poi viene divisa da un setto che darà origine alla parte tuberale. La proliferazione della parte posteriore della tasca va a formare la parte intermedia che si adatta all’estroflessione diencefalica.
- Neuroectodermico: dal 45^ giorno un diverticolo del diencefalo migra dietro la tasca di Rathke formando l’abbozzo del lobo nervoso.
Dal 4^ mese iniziano i processi differenziativi delle varie cellule→compaiono pituiciti e arrivano i terminali assonici.

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16
Q

VASCOLARIZZAZIONE e INNERVAZIONE IPOFISI

A

a) ADENOIPOFISI: circolo di Willis→a. ipofisarie superiori→parte superiore del peduncolo ipofisario → penetrano nell’eminenza mediana e nella parte superiore dell’infundibulo→PLESSO PRIMARIO del circolo portale ipotalamo- ipofisiario (gomitolo con terminali assonici dei nuclei parvicellulari ipofisiotropi dell’ipotalamo)→venule lungo il peduncolo ipofisario→PLESSO SECONDARIO (sinusoidi dello stroma ghiandolare)→v. preipofisarie→seni durali.
b) NEUROIPOFISI: a. carotide interna→a. ipofisarie inferiori→territorio capillare del lobo nervoso→v. postipofisarie→dura madre. (INDIPENDENTE DA SISTEMA PORTALE)

Innervazione da rami vasomotori dal sistema simpatico e fibre peptidergiche.

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17
Q

EPIFISI o GHIANDOLA PINEALE definizione

A

G. dell’epitalamo. Forma conica, simile a una pigna, lunga 1 cm, larga 0,5 cm, peso di 0,5 g.

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18
Q

EPIFISI o GHIANDOLA PINEALE sito e rapporti

A

Inferiormente allo splenio del corpo calloso, posterosuperiormente alla cavità del 3^ ventricolo cui è collegata da 2 peduncoli (superiore e inferiore) che circoscrivono il recesso pineale del ventricolo.
* Peduncolo superiore = solidale al trigono dell’abenula, contiene la commensura abenulare. Tra questo e volta del ventricolo si forma un recesso sopraepifisario.
* Peduncolo inferiore = contiene la commensura posteriore.
La pia madre forma un involucro attraverso cui giungono vasi e n. Tramite questa la g. sporge nello spazio subaracnoidale, bagnata dal liquor della cisterna ambiens.

rapporti: La faccia inferiore poggia su dorso del mesencefalo, sul solco che divide i 2 tubercoli quadrigemelli superiori.

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19
Q

EPIFISI o GHIANDOLA PINEALE descrizione al MICROSCOPIO

A

Parenchima: suddiviso in lobuli da tralci connettivali che vengono dal rivestimento piale. Composto da 2 tipi di cellule:
- Pinealociti: aspetto epitelioide, sferoidali, con prolungamenti di diverse lunghezze che terminano con un rigonfiamento a contatto con capillari o con l’ependima. Hanno nucleo sferico con nucleolo grosso e un’indentatura laterale. Citoplasma basofilo con Re, piccolo Golgi, mitocondri, lisosomi, gocce lipidiche, microtubuli e vescicole. Si trovano inoltre nastri sinaptici distribuiti in modo vario, a forma di bastoncello, perpendicolari alla membrana cellulare e rivestiti da vescicole con granuli. Il numero dei nastri varia in base al momento funzionale (> notte).
- Cellule interstiziali: gliali, si trovano tra cordoni di pinealociti. Hanno forma simile ad astrociti, nuclei evidenti e ben colorabili, evidente RER, ribosomi, mitocondri, filamenti intermedi e lisosomi. Presentano lunghi prolungamenti intrecciati a pinealociti (terminano sui loro corpi o su vasi).
Stroma: si osservano caratteristiche concrezioni fin dalla nascita (SABBIA CEREBRALE) formate da depositi di fosfato e carbonato di calcio in materiale organico, depositati in lamelle concentriche (> età). Sono radiopachi e quindi utilizzabili per diagnosi neurologiche.

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20
Q

EPIFISI o GHIANDOLA PINEALE funzione

A

Sintetizza a partire dal triptofano: melanina e serotonina. Hanno produzione alternata nelle 24 ore e in relazione al ciclo circadiano (luce→serotonina, buio→melatonina) grazie a innervazione simpatica post gangliare. Il nucleo soprachiasmatico registra la qualità e la quantità di luce ed è in grado di regolare la sua attività anche con ciclo stagionale.

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21
Q

EPIFISI o GHIANDOLA PINEALE ORIGINE EMBRIOLOGICA

A

Dal 1^ mese: evaginazione della parete dorsale del 3^ ventricolo. Le pareti si ispessiscono e le componenti cellulari si differenziano da cellule neuroectodermiche diencefaliche. Lo stroma deriva da mesoderma.

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22
Q

EPIFISI o GHIANDOLA PINEALE vascolarizzazione e innervazione

A

Arterie→rami da a. corioidee posteriori e a. cerebrali posteriori, formano arteriole nell’involucro piale, i capillari formano rete di sinusoidi. Vene→tributarie della grande v. cerebrale di Galeno.
* SIMPATICA: n. conari:- Rami postgangliari dal ganglio cervicale superiore, contengono noradrenalina e neuropeptide tirosina (NPY).
- Fibre pregangliari dai neuromeri più craniali (C8-T1) del nucleo intermedio laterale della lamina 8 del midollo spinale.
*PARASIMPATICA: da nucleo salivatorio superiore con ganglio sfenopalatino. Sono fibre colinergiche che contengono anche VIP e PHI. Arrivano anche fibre sensitive dal ganglio semilunare del trigemino che contengono sostanza P, CGRP, PACAP.

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23
Q

TIROIDE definizione e sito

A

G. endocrina costituita da 2 lobi laterali con forma conica a base inferiore, riuniti in un istmo mediano a livello della base. Liscia, rosso bruna, molle. Dimensioni variano molto con l’età, il sesso e l’ambiente (nascita 0,2 g, adulto 20 g). L: 3 cm, s: 0,5-2 cm. Nel 50% della popolazione si trova un prolungamento ghiandolare che raggiunge lo ioide in alto (lobo piramidale). Talvolta c’è un collegamento fibromuscolare che collega o. ioide e istmo (m. elevatore della tiroide).
sito: Da metà della cartilagine tiroidea fino al 5^ anello tracheale, in posizione apprezzabile al tatto, nella regione anteriore mediana del collo.

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24
Q

TIROIDE rapporti

A

Applicata alla superficie ventrale della laringe e ai primi 2 anelli tracheali. Coperta da m. sternocleidoioideo, m. sternotiroideo, m. omoioideo e fascia cervicale media. Sono obliqui, quindi la g. lungo la linea mediana è coperta solo da fascia media, superficiale e tegumenti.
Lateralmente: coperta da m. sternocleidomastoidei e m. platisma. Posteriormente: il lobo sx è in contatto con faccia anteriore del tubo faringoesofageo (in questo interstizio decorre il n. laringeo inferiore). Si trovano le 4 paratiroidi. Spesso la a. carotide comune decorre vicina alla g. e lascia un solco posterolaterale.

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25
Q

TIROIDE descrizione al taglio

A

G. lobulare, sulle divisioni date da tralci connettivali capsulari passano i vasi e n. che raggiungono le singole unità.
Organizzazione in follicoli (dimensioni variano in base allo stadio funzionale):
* Macrofollicoli = parete costituita da un singolo strato di cellule appiattite in stato ipofunzionale, non fornisce ormoni, ma ha una cavità dilatata ripiena di colloide. Il TSH si attacca ai recettori sui tireociti e trasforma il macrofollicolo in micro.
* Microfollicoli = lungo la superficie luminale dell’epitelio follicolare si creano, proporzionalmente allo stimolo del TSH, i SEGMENTI ESCRETORI con tireociti più alti di forma cilindrica e la colloide si fluidifica, il lume si riduce.
* Follicoli intermedi

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26
Q

TIROIDE mezzi di fissità

A

Ha 2 rivestimenti più intimi (l’interstizio viene denominato spazio pericoloso peritiroideo, dove si trovano le 4 g. paratiroidi):
- Capsula connettivale separata dalla guaina da un complesso intreccio vascolare;
- Guaina peritiroidea, fibrosa, dipendenza della guaina cervicale media, dalla cui faccia posteriore si prolungano tralci connettivali (leg.) che fissano l’organo a: * Cartilagine tiroide (leg. sospensore mediano);
* Cricoide e primi anelli tracheali (leg. laterali interni);
* Guina fibrosa che contorna il fascio vascolonervoso del collo (leg. laterali esterni).
È solidale al condotto laringotracheale, lo segue durante deglutizione e nei movimenti della testa.

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27
Q

TIROIDE descrizione microscopio ottico

A

Epitelio follicolare formato da un singolo strato di TIREOCITI che circoscrivono una cavità piena di colloide (materiale amorfo, colorabile e denso, è una riserva di ormoni ed è stimolata dal TSH). Inoltre i tireociti formano i follicoli tiroidei (vescicole chiuse).
La membrana basale avvolge tutto il cordone ed è irrorata da vasi e n. * Tireociti = hanno una doppia polarità: 1) Fase di sintesi e accumulo colloide→operano dal versante basale verso il luminale e viceversa nella fase di immissione in circolo degli ormoni tiroidei. Cambia la dotazione di organuli intracitoplasmatici.
- Nella prima fase viene sintetizzata la tireoglobulina, una glicoproteina,
formando vescicole PAS -positive che si accumulano nel segmento apicale.
- Contengono perossidasi.
- Assumono ioduri dal sangue (contro gradiente) che vengono ossidati e
trasformati in iodio molecolare. Poi gli ioduri vengono coniugati con la tirosina presente nella tireoglobulina.
Iodio + tirosina = MIT monoiodiotirosina
Iodio + 2 tirosine = DIT diiodiotirosina
MIT + DIT = T3 triiodotironina
DIT + DIT = T4 tetraiodotironina o tiroxina
- Alla fine le vescicole si aprono nel lume e formano la colloide.
In questa fase i tireociti hanno RER, Golgi e mitocondri abbondanti, vescicole apicali, che vengono esocitate con progressiva riduzione dell’altezza delle cellule che assumono aspetto endoteliforme.
2) Quando inverte la polarità si formano pseudopodi del versane luminale.Questi attorniano grosse gocce di colloide e con fagocitosi le introducono nel tireocita. I fagosomi vengono fusi con lisosomi e all’interno avviene la scissione degli ormoni dalla tireoglobulina che vengono emessi nella parte basale della cellula. I residui di tireoglobulina vengono ulteriormente processai, lo iodio riciclato e quindi può ricominciare la sintesi.
T3 e T4 sono trasportati nel sangue legati a globuline sintetizzate nel sangue e questo ne aumenta l’emivita e il mantenimento della concentrazione. In circolo T4 è maggiore, ma T3 è 10 volte più potente. Sono liposolubili quindi hanno recettori nel nucleo nelle cellule di quasi tutti gli organi e aumentano il metabolismo, la crescita o la differenziazione.
* Cellule C o parafollicolari = cellule voluminose a citoplasma chiaro, intercalate a tireociti. Sono applicate alla membrana basale, ma non raggiungono il lato luminale. Talvolta si possono trovare nidi di cellule C nello stroma tra i follicoli. Hanno RER meno abbondante rispetto ai tireociti, Golgi perinucleare, citoplasma basale con vescicole (zona centrale sferica elettrondensa separata dalla parete interna della vescicola da un alone chiaro). Producono calcitonina che viene accumulata nelle vescicole con serotonina e somatostatina. Ha come bersaglio l’osso dove inibisce il riassorbimento dei sali di Ca2+, è quindi ipocalcemizzante in equilibrio funzionale con l’ormone delle paratiroidi (azione opposta). La secrezione di entrambi è regolata dalla calcemia. Queste cellule fanno parte del sistema endocrino diffuso.

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28
Q

TIROIDE origine embriologica

A

17^ giorno→abbozzo come un cordone proveniente dall’intestino faringeo che canalizza (DOTTO TIREOGLOSSO), va verso il basso fino all’abbozzo laringotracheale e si biforca formando i due lobi. Il dotto tireoglosso regredisce e resta solo il foro cieco. Durante queste fasi l’endoderma si fonde con il corpo ultimo branchiale (formato da cellule neuroectodermiche provenienti dalle creste neurali) dando origine alle cellule C.

29
Q

TIROIDE vascolarizzazione e innervazione+ drenaggio linfatico

A

Arterie →
Carotide esterna→a. tiroidee superiori dx e sx;
Succlavia→tronco tireocervicale→a. tiroidee inferiori;
Carotide comune→a. tiroidea ima (a livello dell’istmo lungo la linea mediana sulla trachea).
Vene→reflue dal circolo intratiroideo (plesso nello spazio pericoloso)→v. tiroidee superiori (a giugulare interna) e inferiori (a v brachiocefaliche)

INNERVAZIONE e DRENAGGIO LINFATICO
Nervi→dal simpatico cervicale e dai 2 n. laringei del n. vago.
Linfatici→verso l’alto = catena giugulare interna verso il basso = l. para e pre tracheali

30
Q

PARATIROIDI definizione sito e rapporti

A

ono 4 g., 2 superiori e 2 inferiori. Forma sferoidale, piccole (d: 1mm), rosso brune che diventa gialle con l’età.
Inferiori→diramazioni dell’a. tiroidea inferiore e con n. laringeo inferiore

SITO
Lungo la capsula connettivale, nel margine posteriore dei 2 lobi tiroidei, all’interno della guaina peritiroidea nello spazio pericoloso.

RAPPORTI
- Superiori→3^ craniale con il 3^ intermedio del lobo tiroideo;
- Inferiori→vicino al polo inferiore dello stesso;
- Accessorie→verso l’apertura del torace o nel mediastino anteriore vicino al timo.

31
Q

PARATIROIDI descrizione al taglio

A

Rivestimento connettivale con tralci che costituiscono lo stroma reticolare lungo cui passano i capillari (aspetto compatto lobulato). Con l’età lo stroma viene sostituito da t. adiposo quindi il parenchima forma piccoli nidi (aspetto meno compatto).

32
Q

PARATIROIDI descrizione microscopio ottico

A

Il parenchima è costituito da cordoni di cellule di 2 tipi: * Principali: hanno diversi aspetti morfologici:
- Scure = elementi attivi, piccole e basofile. Cisterne del RER e Golgi sviluppati, mitocondri, lisosomi e vescicole elettrondense;
- Chiare = d maggiore, poco colorabili. Meno organuli, più granuli di glicogeno, funzione non nota;
- Esaurite = fase terminale del ciclo delle cellule principali, simili alle chiare, ma meno glicogeno e hanno quadri degenerativi (mitocondri rigonfi, inclusi autofagici con inclusi lipidici e lipofuscinici).
* Ossifile = acidofilia marcata dovuta ai mitocondri, compaiono intorno ai 6 anni di vita, aumentano dopo la pubertà, ma non diventano mai numerose come le principali, talvolta sono raggruppate in nidi. Nucleo piccolo e citoplasma con numerosi e voluminosi mitocondri con creste dilatate e matrice densa. Gli altri organuli sono scarsi. Sono state osservate alcune con caratteristiche simili alle principali, quindi si ritiene che le ossifile ne siano uno stadio funzionale.
NB: nei vetrini non confondere con t. linfatico (hanno nucleo più denso), ha un asse connettivale centrale, non lobuli (no fegato) non ha dotti e adenomeri (no endocrino), non ha follicoli (no tiroide) e non è steroidogenica.

33
Q

PARATIROIDI funzione

A

Le cellule principali scure sintetizzano paratormone a partire da preprormone paratiroideo. Ha azione ipercalcemizzante nel sangue, agisce su: -Osso→riassorbimento osseo da osteoclasti;
-Rene→escrezione di fosfati (effetto indiretto sul Ca);
-Mucosa intestinale→indiretto, tramite vitamina D:
provitamina D (7 deidrocolesterolo nella pelle)→vitamina D3 (colecalciferolo, nel rene)→idrossilazione nel fegato→idrossilazione nel rene grazie al paratormone→1,25 colecalciferolo nell’intestino favorisce il riassorbimento di Ca introdotto con la dieta.

34
Q

PARATIROIDI origine embriologica

A

Da endoderma di tasche branchiali, si formano abbozzi di cellule poco differenziate tra le quali si trovano mesenchima e vasi.
- Superiori→parte dorso laterale della 4^ tasca da cui diventano indipendenti
e vanno all’abbozzo tiroideo;
- Inferiori→dalla 3^ tasca con il timo, ne seguono il decorso (si possono trovare
g. ectopiche per questo).
5^ mese→si formano le cellule principali, funzionano molto precocemente regolando il Ca nel feto.

35
Q

PARATIROIDI vascolarizzazione e innervazione

A

Arterie→a. tiroidea inferiore Vene→tributarie del plesso peritiroideo
Nervi→[vedi tiroide]

36
Q

ISOLE DI LANGERHANS definizione e sito

A

Parte endocrina del pancreas. Aggregati sferoidali di grandezza variabile (0,3 e 0,7 mm), sono circa 1 milione, addensate nella coda. Cordoni di cellule intrecciate e intervallate da stroma reticolare derivato dalla capsula che accompagna una componente vascolonervosa.
Sono separati dal parenchima esocrino da una capsula connettivale.
SITO
Pancreas

37
Q

ISOLE DI LANGERHANS descrizione microscopio ottico

A

Ci sono 2 tipi di isole in base alla collocazione:
* Lobo splenico = parte superiore della testa, nel corpo e nella coda del pancreas,
sviluppato dall’abbozzo dorsale dell’organo. 3 tipi di cellule, difficili da distinguere, solitamente si usano anticorpi (immunoistochimica):
- Cellule A = 20% della popolazione cellulare di un’isola, sparpagliate nei cordoni
tra le altre, poliedriche, ripiene di granulazioni rosse (con floxina) o nere (con impregnazione argentica). Se isolate sono solubili in acqua e resistenti a processi autolitici. RER non sviluppato, cospicuo Golgi, mitocondri, lisosomi e microfilamenti. Vescicole caratteristiche, sferiche, membrana ben visibile. Si nota una masserella sferica centrale densa ad elettroni contornata da esile alone meno denso e finemente granulare (granuli a occhio di bue).
oProducono glucagone, polipeptide ipoglicemizzante (favorisce scissione glucosio epatico), regolato da ipoglicemia e stimoli simpatici provenienti da terminali postgangliari con cui le cellule entrano in contatto.
- Cellule B = si trovano nella massa centrale di un’isola, sono il 75% delle cellule. Poliedriche con granuli colorabili con fuscina-paraldeide, scarsamente solubili in alcol e tendenza all’autolisi. Discreto RER e ribosomi liberi, buon Golgi, mitocondri più grandi e numerosi rispetto ad A. Le vescicole di secrezione sono sferoidali, con massa centrale elettrondensa dall’aspetto di un cristallo poliedrico, contornato da uno spazio più chiaro e ampio delle cellule A.
oProducono insulina, formata da 2 catene (α= 21 aa, β= 30aa) legate da ponti disolfuro tra cisteine, ottenuta per scissione proteolitica della pre- proinsulina, formata nel RER, scisso nel Golgi in proinsulina e assemblata in polimeri con altre molecole (es: peptide C e zinco) formando cristalli. È un ormone ipoglicemizzante con recettori su quasi tutte le cellule, favorisce la penetrazione del glucosio nelle cellule. Importante in:
- Fegatofavoriscelaformazionedelglicogeno;
- M.striato(glucosioèlafontedienergia);
- T.adiposo(glucosionecessarioperlasintesidigrassi).
Il rilascio è dato da iperglicemia o stimoli parasimpatici vagali. Situazioni patologiche provocano diabete mellito.
Nelle cellule si trovano anche altri peptidi come galanina e amilina (responsabile della formazione di precipitati detti amiloidi che si formano in diabetici di tipo 2 o non insulinodipendenti). Talvolta presentano quadri di crinofagia a seguito della fusione con lisosomi.
- Cellule D = 5% della popolazione insulare, forma irregolare, tende ad occupare le isole periferiche dell’isola, granuli colorati selettivamente con ematossilina al piombo e metodo all’argento. Simili alle cellule della mucosa gastrointestinale, secernono somatostatine, un polipeptide con azione paracrina inibitoria, modula l’immissione di insulina e glucagone.
* Lobo duodenale = porzione inferiore della testa, origine dell’abbozzo ventrale.
- Cellule F = 20% delle cellule, simili a cellule A (qui sono solo l’1%). Producono PP (polipeptide pancreatico) prodotto in concomitanza con alcuni cibi, soprattutto quando prevale la parte proteica o con stimolazione vagale. Probabile funzione opposta a quella della colecistochinina sulla motilità della
cistifellea e sulla secrezione del succo pancreatico.

38
Q

ISOLE DI LANGERHANS origine embriologica

A

5^ settimana→t. endodermico del pancreas è organizzato in gemme che diventano cave→sistema tubulo acinoso della componente esocrina. Alcune gemme vengono affiancate da dotti e formano i cordoni. Nel feto le cellule A sono numericamente uguali a B, poi gradualmente si riducono.

39
Q

ISOLE DI LANGERHANS vascolarizzazione e innervazione

A

Arterie→diverse dalla parte esocrina del pancreas
Vene→diverse dalla parte esocrina del pancreas
Innervazione: Piccole cellule gangliari in rapporto con fibre simpatiche e parasimpatiche

40
Q

GHIANDOLE SURRENALI definizione e sito

A

Organo pari. Forma piramidale a base triangolare con faccia anteriore e posteriore, margine mediale e laterale, base inferiore e apice superiore. L’asse è più verticale a dx. Può variare molto (dimensioni, peso, consistenza a seconda di età, sesso, patologie, maggiori in gravidanza). Nell’adulto: h: 5 cm, la: 3 cm, 5g. Non c’è un vero ilo. Talvolta si osserva un solco obliquo sulla faccia anteriore da cui fuoriesce la v. surrenale centrale.
SITO
Posterosuperiormente nella cavità addominale, retroperitoneale, ai lati dei corpi delle prime vertebre L, a contatto con il polo superiore del rene.

41
Q

GHIANDOLE SURRENALI rapporti

A
  • Dx (più verticale il rapporto con il rene, simile a berretto frigio)
  • Avanti = con interposizione della fascia prerenale doppiata dal peritoneo parietale posteriore, con la faccia viscerale del fegato su cui lascia
    un’impronta.
  • Dietro = poggia tramite il foglietto retrorenale, sul pilastro laterale dx del
    diaframma che lo separa dal corpo della 12T, dalla 12 costa e dal seno pleurico
    costo diaframmatico interposto.
  • Mediale = VCI e plesso celiaco.
  • SX
    -Avanti = borsa omentale e tramite questa con la faccia posteriore dello
    stomaco. In un piccolo tratto inferiore è in rapporto diretto con la superficie
    posteriore del pancreas e a. splenica.
  • Dietro = pilastro laterale sx del diaframma che lo separa dai corpi della 12T,
    1L e seno pleurico costo diaframmatico.
  • Mediale = aorta addominale e plesso celiaco.
42
Q

GHIANDOLE SURRENALI mezzi di fissità

A

All’interno della loggia renale, avvolto da t. adiposo della capsula adiposa del rene. Connesse da addensamenti connettivali con le pareti della loggia e con il diaframma (in caso di ptosi non si sposta).

43
Q

GHIANDOLE SURRENALI descrizione al taglio

A

CORTICALE→esterna giallastra e consistente, 80% del parenchima; MIDOLLARE→più interna, rosso bruno e molle.
CAPSULA CONNETTIVALE→spessa, con fibre elastiche e qualche fibrocellula muscolare liscia, invia setti che formano stroma reticolare ricco di capillari sinusoidali che avvolgono il parenchima ed è più consistente dove le v. confluiscono nella v. centrale.

44
Q

GHIANDOLE SURRENALI descrizione al microscopio ottico

A

Formato da 2 ghiandole a secrezione interna diverse:
* Parte corticale = g. endocrina cordonale, secerne ormoni seguendo un ritmo
circadiano (livelli più alti la mattina e più bassi la sera). I cordoni (risultano lamine) si organizzano in 3 strati che dal più superficiale al più profondo sono:
- Zona glomerulare = 15% dello spessore della corticale.
oCitologia→i cordoni si avvolgono a formare gomitoli separati da stroma reticolare. Cellule cilindriche, unite da giunzioni gap e desmosomi, nucleo ovale con 1/2 nucleoli, citoplasma acidofilo con organuli tipici di cellule steroidogeniche. Discreto REL, scarso RER e Golgi. Mitocondri voluminosi con creste tubulari e lamellari. Hanno attività enzimatica 18-aldolasica.
oProduzione → aldosterone (da colesterolo nelle loro riserve di gocce lipidiche) e deossicorticosterone (DOC), che sono mineralcorticoidi: mantengono la concentrazione elettrolitica del sangue e la volemia (= volume di acqua nel plasma).
oAzione→nel tubulo distale del rene: riassorbimento Na e H20 e rilascio K.
oRegolazione→da renina-angiotensina e in minima parte da asse ipotalamo- ipofisario con ACTH e dall’ormone natriuretico (cellule mioendocrine atriali cuore).
- Zona fascicolata = 78% corticale
oCitologia→cordoni cellulari rettilinei paralleli, dalla superficie alla profondità
intervallati da stroma. Cellule poliedriche voluminose, nucleo centrale sferico. Aspetto vacuolare dovuto all’estrazione di materiale lipidico. Caratteristiche di cellule steroidogeniche: REL esteso, mitocondri e creste tubulari estese, numerosi liposomi, poco RER e Golgi. Ci sono lisosomi e microperossisomi.
oProduzione→glicocortidi (> cortisolo, < corticosterone), non si accumulano, ma passano la membrana facilmente essendo liposolubili. In circolo si legano a vettori (transcortina o CBG).
oAzione→su diversi organi per ottenere glucosio da proteine e lipidi con gluconeogenesi. Hanno azione antinfiammatoria, antiedemigena e antiallergica (riducono permeabilità capillare). Inibiscono risposta immunitaria del sistema linfoide (usata per evitare rigetto).
oRegolazione→ACTH ipofisario.
- Zona reticolata = 7%, in parte profonda di corticale.
oCitologia→cordoni formano una rete 3D. Cellule più piccole e con meno
lipidi, ben colorate e compatte. Simili a zona fascicolata, ma minor estensione. Grossi granuli di pigmento lipofuscinico. Negli strati più profondi talvolta sono in degenerazione.
oProduzione → ormoni steroidei ad attività androgena di cui il deidroepiandrosterone (DHA) è il maggiore.
oRegolazione→risponde allo stimolo dell’ACTH e dell’LH. Quantità minime che aumentano in gravidanza o nell’ipersurrenalismo.
*Parte midollare = parte centrale dell’organo, ha confini irregolari perché i cordoni della zona reticolare si addentrano verso essa. Formato da voluminose cellule aggregate in nidi o cordoni brevi, circondati da rete capillare. Ripiene di granuli brunastri (con bicromato di K) perciò sono dette cromaffini. 2 tipi di cellule (più alcune cellule gangliari):
- Cellule che secernono noradrenalina = 20%
o Citologia→si colorano in nero con sali d’argento, buon RER, ribosomi liberi,
Golgi iuxtanucleare, pochi mitocondri a creste lamellari, lisosomi e aggregati multivescicolari. Presenza di molte piccole vescicole con centro sferico elettrondenso.
o Produzione→noradrenalina, una catecolammina neurotrasmettitore delle fibre simpatiche postgangliari, tappa metabolica che precede l’adrenalina. Sono contenute anche proteine come cromogranine e calmodulina (lega Ca), ATP e peptidi come encefaline e guanilina.
- Cellule che secernono adrenalina (o epinefrina) = 80%
oCitologia→ben colorabili con azocarminio e positive a fosfatasi acida, no
argentaffini, ne ioduro di K. Le differenze con noradrenaliniche è il contenuto
meno elettrondenso e più omogeneo.
oRegolazione→stimolate da acetilcolina liberata dai terminali delle fibre
simpatiche pregangliari (segnali dal SNC) in contatto con giunzioni citoneurali.
ADRENALINA: Tirosina → idrossilazione (tirosinidrossilasi) → DOPA → decarbossilazione (dopadecarbossilasi)→dopamina→idrossilazione (dopamina β idrossilasi)→noradrenalina→metilazione (PNMT metiltrasferasi, con cortisolo che arriva con venule corticali).
Formata da stimoli che arrivano con fibre pregangliari del simpatico del SNC (ipotalamo) in condizioni di stress. È considerato l’ormone dell’emergenza, agisce in diversi organi aumentando le prestazioni aumentando il flusso sanguigno (aumenta glicemia, broncodilatazione). Nella midollare le scorte di adrenalina vengono rintegrate: stimola liberazione CRH in circolo ipotalamo-ipofisario→ACTH→glucocorticoidi dalla zona fascicolata della corticale→midollare dove catalizzano l’azione di PNMT→nuova adrenalina che viene trattenuta in vescicole.

45
Q

GHIANDOLE SURRENALI origine embriologica

A

1^ mese→corticale: mesoderma da un ispessimento del celoma tra cresta del genitale e mesentere. Aumenta di volume e viene detta CORTICALE FETALE (attività precoce).
3^ mese→accanto a questa si ha una 2° proliferazione dal celoma di piccole cellule basofile che ricoprono le cellule grandi e acidofile della corticale fetale, formando la corticale permanente. Questa si completa dai 18 mesi postnatali, quando quella primitiva va in involuzione.
45^ giorno→midollare: neuroectoderma, migrazione di cellule da creste neurali che si addentrano nella corticale insieme a gangli e fibre nervose.

46
Q

GHIANDOLE SURRENALI vascolarizzazione, innervazione e drenaggio linfatico

A

Arterie →
*A. surrenalica superiore = dall’a. diaframmatica inferiore che vi penetra con
rami anteriori e posteriori dall’apice;
* A. surrenalica media = ramo diretto dell’aorta addominale. Va all’organo lungo
il margine mediale dopo essere passata dietro la VCI (solo a dx);
* A. surrenalica inferiore = ramo dell’a. renale, che penetra sul versante basale.
Attraversa la capsula e forma un plesso sottocapsulare da cui originano:
- A. brevi = vanno nello strato corticale seguendo la capsula e formando sinusoidi a contatto con i cordoni cellulari della corticale. Da qui originano
venule che si risolvono in una rete della midollare (v. portali);
- A. lunghe = attraversano lo strato corticale lungo le trabecole, arrivano nella
midollare dove capillarizzano in una rete sinusoidale.
Vene →
* Parte superficiale della corticale → v. superficiali (accessorie) → v.
diaframmatiche, renali e perirenali;
*Rimanenti parti della corticale e midollare→v. profonde→v. centrale
(fuoriesce da faccia anteriore)→(dx) nella VCI e (sx) nella v. renale sx.

INNERVAZIONE
Nervi → da plesso surrenalico, si suddividono in rami postgangliari per innervazione vascolare e corticale. La midollare ha fibre simpatiche pregangliari. Unico esempio di innervazione simpatica con fibre pregangliari colinergiche, può essere considerata equivalente a un ganglio del simpatico.

Linfatici→tributari dei l. paraortici

47
Q

PARAGANGLI definizione, sito e rapporti

A

Aggregati di cellule cromaffini sparse, più evidente nel feto, poi si riduce.
SITO Parete dei visceri, mediastino e retroperitoneo.
RAPPORTI Intimi con gangli del sistema neurovegetativo.

48
Q

PARAGANGLI descrizione macroscopica

A

I più rappresentativi sono:
* Paragangli paraortici (organi di Zuckerkandl) = formazioni ellissoidali lunghi 1
cm, ai lati dell’aorta addominale tra l’origine delle a. mesenteriche. Hanno volume diverso a seconda dell’età, attorniano ad H l’aorta dal davanti e sono in rapporto con i plessi nervosi viscerali locali.
* Paragangli cardioaortici = superiore e inferiore, tra la concavità dell’arco aortico e l’a. polmonare e sono in rapporto con i rami del plesso cardiaco. Nel feto si trovano dentro i plessi simpatici addominali e pelvici.

49
Q

PARAGANGLI descrizione microscopica

A

Sono formati da:
-Cellule del I tipo→simili a quelle della midollare del surrene che secernono
noradrenalina e peptidi;
- Cellule del II tipo → mediano il rapporto delle prime con fibre nervose e parete
dei vasi.

50
Q

PARAGANGLI funzione

A

Fonte di catecolammine alternativa alla midollare del surrene, durante la vita fetale.

51
Q

PARAGANGLI vascolarizzazione e innervazione

A

Ricca da fibre colinergiche come la midollare del surrene.

52
Q

GLOMI definizione

A

Enterocettori che raccolgono informazioni sulle modificazioni del sangue.

53
Q

GLOMO CAROTIDEO

A

Descrizione Pari, ellissoidale, 5-7 mm di lunghezza, rosso bruno.
Sito Biforcazione dell’a. carotide comune (adeso alla sua avventizia).

DESCRIZIONE MACROSCOPICA È rivestito da una capsula fibrosa che dà sepimenti: suddivisione in lobuli.

È un chemocettore, rileva la concentrazione di O2, CO2 e pH (composizione del sangue).

Descrizione al microscopio ottico
Il parenchima è costituito da:
- Cellule epitelioidi poliedriche (tipo I) grosse;
- Cellule di sostegno immerse in un reticolo stromale vascolarizzato. Hanno grosso nucleo poco colorabile e citoplasma pallido. Vescicole di secrezione a contenuto centrale elettrondenso simili a noradrenalina.

Innervazione
Plesso nervoso con ramo carotico del n. glossofaringeo, n. vago e simpatico cervicale. Dal plesso derivano fibre sensitive che terminano sulla parete dei sinusoidi, altre che formano giunzioni con cellule tipo I (dove terminano anche fibre efferenti).

54
Q

GLOMO AORTICO

A

Nello spessore dell’avventizia dell’arco aortico. Struttura e funzioni simili al carotideo. Innervato da rami del n. vago.

55
Q

GLOMO GIUGULARE

A

Piccolo corpicciolo ovale di 0,5 mm nello spessore dell’avventizia del bulbo della v. giugulare interna. È formato da nidi di cellule simili al carotideo, in rapporto con terminazioni nervose del ramo timpanico del n. glossofaringeo e del ramo auricolare del n. vago.

56
Q

GLOMO COCCIGEO

A

Qui il termine glomo ha significato diverso. Ammasso di anastomosi arterovenose in connessione con la parte terminale dell’a. sacrale mediana in continuità con il ganglio coccigeo. La componente cellulare, non cromaffine, è stata interpretata come una forma di cellule muscolari lisce ad aspetto epitelioide. Funzione sconosciuta.

57
Q

SISTEMA ENDOCRINO DIFFUSO definizione

A

Gruppo di elementi sparsi con in comune la capacità di svolgere una funzione endocrino-paracrina con produzione di ammine e peptidi, caratterizzate dal fatto che le loro vescicole di secrezione, argentaffini o argirofile, si accumulano nel versante basale della cellula (= cellule basigranulose).
Sono anche dette paraneuroni, per la somiglianza con i neuroni:
- Contenuto intracitoplasmatico di vescicole di secrezione;
- Capacità di produrre sostanze simili a neurotrasmettitori;
- Capacità di ricevere stimoli e rispondere con rilascio di secreto.
[Sono paraneuroni anche le cellule sensoriali di I tipo (cellule olfattive, fotorecettori) e di II tipo (cellule gustative e dell’orecchio interno)].

58
Q

SISTEMA ENDOCRINO DIFFUSO descrizione microscopio ottico

A

Molto numerose ed eterogenee in grado di produrre peptidi, proteine e ATP. Intercalate in epitelio mucose o ghiandole, possono essere:
- Aperte = colonnari, arrivano al versante luminale e hanno un ciuffo di microvilli.
Attività recettoriali che innescano l’esocitosi di vescicole dal lato basale della cellula. Possono immettere parte del secreto nel lume dell’organo (luminocrina, oltre che endocrina, paracrina e autocrina).
- Chiuse = no comunicazione con lume, in contatto con terminazioni nervose (giunzioni citoneurali) sul versante basale. Parte del prodotto di secrezione è prodotto in SNC e SNP, vero e proprio asse funzionale tra encefalo e organo

59
Q

SISTEMA ENDOCRINO DIFFUSO origine embriologica

A

Da creste neurali
- Midollare del surrene
- Sistema cromaffine
- Cellule sif (small intensily fluorescennt) dei gangli simpatici - Cellule c tiroide
- Melanoblasti della cute
- Cellule tipo 1 del glomo carotideo
* Placode o zone speciali di ectoderma
- Neuroni magno cellulari ipotalamo
- Neuroni parvi cellulari ipofisiotropi dell’ipotalamo
- Pinealociti
- Cellule corticotrope e melanotrope dell’adenoipofisi
- Citotrofoblasto della placenta
- Cellule principali della paratiroide
* Endodermica (o ectoblastica)
- Cellule endocrine del sistema GEP gastroenteropancreatico
- Cellule endocrine polmone (isolate e neuro epiteliar body)
- Cellule endocrine dell’apparato urinario

60
Q

TIMO ENDOCRINO

A

cellule reticolari epiteliali in grado di produrre alcuni fattori ormonali con un ruolo importante nel differenziamento di linfociti T nel timo e il loro differenziamento finale negli organi linfoidi periferici (timopoietina, timosina, fattore timico sierico).

61
Q

CUORE ENDOCRINO

A

el miocardio atriale sono presenti cellule mioendocrine. Simili a fibre miocardiche con nuclei centrali allungati con abbondante sarcoplasma, miofilamenti e mitocondri. Sviluppato RER, Golgi e vescicole secretorie concentrate contro plasmalemma da dove sono esocitate. Sono in contatto con fibre nervose che ne regolano l’attività come anche la dilatazione degli atri (favorisce il rilascio). Producono peptide natriuretico atriale (ANP) o cardiodilatina, un ormone che regola P sanguigna, volemia, equilibrio idrosalino agendo su rene, corteccia surrenale (con liberazione di aldosterone) su muscolatura liscia dei vasi (contrae) e su neuroipofisi (libera vasopressina).

62
Q

RENE ENDOCRINO

A

e cellule iuxtaglomerurali producono:
- Renina = enzima che agisce sull’angiotensinogeno dal fegato trasformandolo in angiotensina I che nei polmoni
diventa angiotensina II. Vasocostrittore, induce la produzione di aldosterone da zona glomerulare surrenale
(riassorbimento idrosalino);
- Eritrogenina = agisce su eritropoietinogeno epatico trasformandolo in eritropoietina che ha azione sui processi
ematopoietici.

63
Q

TESSUTO ADIPOSO ENDOCRINO

A

adipociti in grado di intervenire su assunzione del cibo. Dal t. adiposo bianco:
- Leptina = segnale di sazietà che aumenta con aumento di depositi di grasso. È in grado di attraversare la barriera ematoencefalica con trasporto attivo su endotelio capillari (recettori soprattutto in nucleo arcuato ipotalamo). Inibisce produzione di oressizzanti (stimolano appetito: neuropetide tirosina: NPY e AgRP) prodotti nel nucleo arcuato e favorisce produzione di anoressizzanti come αMSH (da POMC) e CART, prodotti da altri neuroni sempre nel nucleo arcuato. La variazione di questi peptidi→segnali da nucleo arcuato→nucleo paraventricolare dell’ipotalamo (stimolato da α-MSH, inibito da CART)→fibre discendenti→nucleo del tratto solitario del midollo
allungato, dove convergono anche segnali dall’apparato digerente regolatori del peso (portati dal n. vago).
- Adiponectina = regola dispendio di energia e risposta all’insulina. Inibisce gluconeogenesi fegato e aumenta la sensibilità all’insulina. Vengono prodotte anche citochine (IL-6 e TNFα), che regolano il peso intervenendo sul
metabolismo dei lipidi con un’azione favorente trasporto glucosio in adipociti.

64
Q

GONADI ENDOCRINE

A

producono ormoni sessuali per maturazione gameti, sviluppo gonadi e caratteri sessuali secondari.
- Testicolo: cellule interstiziali producono testosterone controllate da LH e cellule di Sertoli producono inibina e rispondono a FSH.
- Ovaio: cellule della teca interna producono estrogeni con azione FSH con collaborazione delle cellule della granulosa e luteiniche che producono progesterone sotto l’azione dell’LH ipofisario. Con un meccanismo a feedback sono regolatori di ciclo ovarico e mestruale.

65
Q

FEGATO ENDOCRINO

A

produce somatomedine (mediano l’azione trofica del GH) e l’epcidina (inibisce l’assunzione di ferro dall’intestino).

66
Q

PLACENTA definizione

A

Organo materno-fetale formato da:
- PORZIONE FETALE: corion villoso, deriva dal sacco coriale;
- PORZIONE MATERNA: decidua basale (sostituita al 4° mese dalla porzione placentare
fetale), deriva dall’endometrio. Collegate dall’involucro citotrofoblastico.

67
Q

PLACENTA sviluppo

A

7^ giorno: il trofoblasto si differenzia in:
- Sinciziotrofoblasto: dal 9^ giorno si formano LACUNE TROFOBLASTICHE in contatto
con i capillari dell’endometrio adiacente;
- Citotrofoblasto: prolifera creando i VILLI ANCORANTI PRIMARI che si spingono negli
spazi tra le lacune erodendo la decidua

16^ giorno – Nel loro asse penetra mesoderma extraembrionale→VILLI ANCORANTI SECONDARI
20^ giorno – Si creano dei vasi che prendono contatto con la vascolarizzazione dell’embrione→VILLI ANCORANTI TERZIARI su tutta la superficie del corion. Alla fine della 4^ settimana una complessa rete vascolare facilita gli scambi madre-embrione

Dall’8^ settimana: il corion inizialmente rivestito da villi si differenzia in:
- CORION LISCIO: i villi della decidua capsulare degenerano. La decidua capsulare
all’inizio si fonde con la decidua parietale e poi degenera fino a scomparire.
- CORION VILLOSO: i villi della decidua basale aumentano e cominciano a dare forma alla placenta. L’erosione della decidua da parte dei villi porta ad un aumento dello spazio intervilloso→si formano SETTI PLACENTARI che dividono la placenta in aree dette COTILEDONI. I setti non raggiungono la placca corionica e quindi la comunicazione e lo scambio di sangue tra cotiledoni è consentita. Entro la fine del 4^
mese la decidua basale è completamente sostituita da cotiledoni.

68
Q

PLACENTA circolazione

A

Circolazione materna e fetale sono separate dalla MEMBRANA PLACENTARE (sinciziotrofoblasto + t. connettivo del villo + endotelio dei capillari materni)
- SANGUE FETALE: FETO→a. ombelicali→PLACENTA→a. coriali→VILLI CORIALI dove si ha la diffusione di sostanze;
- SANGUE MATERNO: a. spirali endometriali → SPAZIO INTERVILLOSO dove l’alta pressione del flusso spara il sangue sulla PLACCA CORIONICA→sangue scorre lungo i villi permettendo gli scambi → v. endometriali riportano il sangue refluo alla circolazione materna.

69
Q

PLACENTA funzioni

A
  • METABOLISMO: nella fase iniziale sintetizza glicogeno, colesterolo e acidi grassi per l’embrione;
  • TRASPORTO:
    o Gas (diffusione passiva);
    o Sostanze nutritive;
    o Ormoni;
    o Elettroliti;
    o Proteine e anticorpi materni; o Prodotti di rifiuto (urea);
    o Farmaci.
  • SINTESI E SECREZIONE ENDOCRINA
    ohCG gonadotropina corionica umana, prodotta nei primi 3 mesi da
    sinciziotrofoblasto, struttura simile all’LH, continua la produzione di progesterone
    dal corpo luteo per il mantenimento della decidua
    o Estrogeni e progesterone;
    o Ormoni corionici simili al TSH, ACTH e prolattina ipofisari;
    o Ormoni corionici simili al GnRH, CRH e somatostatina ipotalamici; o Fattore di crescita placentare.