Apparato genitale femminile Flashcards

1
Q

OVAIE definizione e sito

A

Organi pari, pieni, a forma di mandorla o ovoide appiattito (4 cm x 2 cm x 1 cm; 6/8 g), le cui caratteristiche possono cambiare nel corso della vita. Rappresentano gli omologhi femminili dei testicoli.

SITO
Piccola pelvi: sulle pareti laterali, davanti al retto e art. sacroiliaca, dietro l. larghi e delle tube uterine, sotto stretto superiore bacino.
NB: il sito può modificarsi, dato che le ovaie seguono l’utero nei suoi spostamenti (es: gravidanza).

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2
Q

OVAIE rapporti

A

Parete laterale piccola pelvi, colon pelvico.

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3
Q

OVAIE descrizione macroscopica

A

Si distinguono 2 facce:
1. Laterale→in contatto con parete laterale piccola pelvi, corrisponde alla fossetta ovarica
(depressione peritoneo), delimitata posteriormente dall’uretere nella nullipara, lo stesso delimita antero-superiormente la fossetta sottovarica nella multipara. In corrispondenza della prima fossetta si trova la borsa ovarica (peritoneo) che contiene l’ovaio ed è divisa in due dal mesovario;
2. Mediale→verso cavità pelvica, in parte coperta anteriormente da tuba uterina e mesosalpinge.

Si distinguono 2 margini:
1. Anteriore→ilo dell’ovaio, corrisponde alla parte posteriore del l. largo, a cui è unito
tramite mesovario (peritoneo doppio);
2. Posteriore→addossato al colon pelvico.

Si distinguono 2 poli:
1. Superiore→si attacca il l. sospensore ed è unito all’infundibolo della tuba dalla fimbria ovarica;
2. Inferiore→si attacca il l. uterovarico che lo collega all’utero.

ETA’
a. Bambina→piccole, elastiche, lisce, bianco/rosa;
b. Donna fertile→ingrossate, superficie irregolare per follicoli, corpi lutei, cicatrici,
rossastre;
c. Donna in menopausa → atrofizzate, più piccole, lisce, grigio/gialle.

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4
Q

OVAIE mezzi di fissità

A
  1. L. sospensore dell’ovaio o lombovarico: t. connettivo con miocellule che avvolge vasi e nervi ovarici che formano il peduncolo principale; dalla fossa iliaca al margine anterosuperiore dell’ovaio;
  2. L. uterovarico o proprio dell’ovaio: t. elastico con miocellule che dal polo inferiore dell’ovaio va all’angolo superiore dell’utero, sotto/dietro lo sbocco della tuba; forma una piega: ala posteriore;
  3. Mesovario: dalla pagina posteriore del l. largo si staccano due fogli che vanno alla linea di Farre-Waldeyer (tra peritoneo e epitelio ovaio) e all’ilo dell’ovaio;
  4. L. tubovarico: mette in contatto ovaio e padiglione tuba uterina, a
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5
Q

OVAIE descrizione microscopica

A
  • Corticale → porzione esterna del parenchima ovarico (2/12 mm), contenente organuli ovarici (follicoli ovarici: cellula germinale o uovo, epitelio follicolare; e corpi lutei); è assente in corrispondenza dell’ilo ed è formata da:
    • epitelio cubico semplice o germinativo (IMPROPRIO), si appiattisce con l’età e l’ingrossamento dell’organo, a livello dell’ilo è in continuità con il mesotelio peritoneale;
      = Stigma
  • falsa albuginea, strato connettivale pronunciato;
  • stromadisostegnoformatodafibroblastistipati,ricchidiribosomi,microfilamentiegocce
    lipidiche (aumentano in gravidanza = luteinizzazione). Nella parte ESTERNA sono abbondanti le fibre collagene, che vanno incontro a fibrosi dopo la menopausa. Esso svolge 3 funzioni:
    1. sostegno strutturale e funzionale ai gameti in via di sviluppo
    2. formazione guaine tecali attorno ai follicoli
    3. secrezione ormoni steroidei
  • Midollare o zona vascolosa o bulbo dell’ovaio → contiene vasi (a. a cavaturaccioli, spirali), che sembrano svolgere un ruolo attivo, premendo sulla corticale, nel processo ovulatorio, nervi e linfatici, oltre a un ricco stroma di sostegno.
    A livello dell’ilo si trovano cellule interstiziali dell’ilo (ricordano cellule di Leydig testicolo), con pigmenti di lipofuscina, producono ormoni androgeni. Sempre a livello dell’ilo si trova la rete ovarii, formata dai residui dei dotti di Wolff, tubuli irregolari rivestiti da epitelio appiattito.
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6
Q

OVAIE funzione

A
  • Produzione cellule germinali aploidi femminili;
  • Produzione ormoni sessuali femminili (estrogeni e progesterone) che preparano la mucosa uterina all’impianto dell’embrione e mantengono la gravida
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7
Q

OVAIE origine embriologica

A

Originano nella futura regione lombare ai lati della colonna v., poi migrano nella loro corretta sede.
4^ settimana→tra radice del mesentere dorsale e mesonefro si forma la cresta genitale (= abbozzo gonade indifferenziata) formata da epitelio celomatico o germinativo e mesenchima.
6^ settimana→le cellule germinali primordiali del sacco vitellino raggiungono la cresta, nel contempo si sviluppano i cordoni primitivi o midollari, lasceranno poi il posto alla midollare dell’ovaio.
8^ settimana→la gonade femminile si differenzia tramite degenerazione dei cordoni, segue la formazione dei cordoni secondari o corticali, che danno origine a raggruppamenti cellulari contenenti una cellula germinale, i primi sono destinati a diventare follicoli primordiali, la seconda oogonio e poi oocita primario.
NB: RICERCHE RECENTI hanno dimostrato che la gonade deriva dal blastema somatico comune (da mesenchima paramesonefrico) che ingloba le cellule germinali e dà origine ai cordoni ovigeri. Alcune cellule si dispongono attorno a quelle germinali formando i follicoli. 3^ mese→discesa dell’ovaio nella grande pelvi.
9^ mese→discesa dell’ovaio nello stretto superiore. 1^ anno di vita→discesa dell’ovaio nella piccola pelvi.

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8
Q

OVAIE vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie→a. ovarica o genitale (aorta addominale 2L) a DX davanti v. c. i., incrocia uretere e vasi iliaci esterni, nel mesovario si anastomizza con ramo ovarico a. uterina formando un’arcata che vascolarizza ilo e parenchima ovarico.
Vene→nella zona midollare, formano il bulbo dell’ovaio e fanno capo a v. uterina e v. ovariche, queste formano il plesso pampiniforme, il quale sale verso l’addome nel l. sospensore, si uniscono poi in un tronco che sbocca a DX nella v. c. i.,

Nervi→plesso uterovarico (plesso celiaco) segue a. genitale, fibre da plesso pelvico ramo ovarico a. uterina. Fibre amieliniche adrenergiche e colinergiche danno innervazione vasomotoria e forse sensitiva ed effettrice.

Linfatici→attorno a follicoli e corpi lutei, verso la midollare, nel l. sospensore, sboccano nei l. pre- e paraortici.

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9
Q

OVAIE anatomia funzionante meiosi e mitosi

A

Prima della nascita:

 - 1^ trimestre → nell’ovaio embrionale le cellule germinali primitive (da sacco vitellino), attraverso ripetute MITOSI, danno origine agli oogoni (DIPLOIDI); - 2^ trimestre → stop mitosi, gli oogoni entrano e si bloccano fino alla pubertà in profase 1^ MEIOSI (OMI: inibitore della maturazione dell’oocito, prodotto dal follicolo) diventando oociti primari (DIPLOIDI, 7 milioni, con mitocondri arrotondati, accumuli lipidici e brevi microvilli plasmatici) contenuti in follicoli primordiali (oocito primario con epitelio follicolare semplice appiattito).
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10
Q

CICLO OVARICO: Fase preovulatoria o follicolare Maturazione follicolo primordiale in follicolo vescicoloso o maturo
(14 giorni ca)

A

Pubertà→la secrezione ciclica di FSH (ormone follicolo-stimolante) dell’adenoipofisi, provoca il passaggio di 6/12 follicoli primordiali alla fase evolutiva: ingrandimento cellule epiteliali follicolari, che diventano cubiche o cilindriche; si formano così i follicoli primari, che si distinguono in:
a. Unilaminari: epitelio follicolare a singolo strato
b. Multilaminari: epitelio follicolare a più strati, circondati da una lamina basale che li
separa dallo stroma ovarico
L’oocito inizia a produrre un rivestimento glicoproteico (ZP1: proteine strutturali, ZP2: recettori per spermatozoi, ZP3: proteine della reazione acrosomiale), che lo separa dall’epitelio follicolare: zona pellucida. Questa viene tuttavia attraversata da prolungamenti delle cellule follicolari (= analoga funzione trofica e di sostegno delle cellule di Sertoli del testicolo), che prendono contatto con il plasmalemma dell’oocito e permettono il passaggio di nutrienti.
Con l’ispessimento della zona pellucida e la proliferazione delle cellule follicolari si ha il passaggio al follicolo secondario, che si sposta verso la parte profonda della corticale e viene avvolto da cellule stromali organizzate a formare la teca del follicolo, che si compone di 2 strati:
a. Tecainterna:adiacentealaminabasalefollicolo,moltovascolarizzatadaretecapillare, costituita da cellule steroidogeniche (REL sviluppato, mitocondri con creste, inclusioni lipidiche; captano LDL e colesterolo, producono androstenedione, da cui viene sintetizzato estradiolo (sotto azione FSH), nelle cellule follicolari)
b. Teca esterna: t. connettivo con miofibroblasti attorno al follicolo
Le cellule del follicolo secernono il liquido follicolare (a. ialuronico, gonadotropine, G.F., steroidi), che viene riversato nei corpi di Call-Exner, che confluiscono a formare l’antro. Ciò comporta lo spostamento dell’oocito verso la periferia; esso e le cellule che lo circondano prendono il nome di cumulo ooforo, mentre quelle circostanti di corona radiata. Si passa ai follicoli cavitari, in cui l’oocito si accresce (130 μm), ha nucleo vescicoloso, nucleolo evidente, accumuli lipidici e proteici (proteasi che, al momento della fecondazione, modificano ZP2, impedendo la penetrazione di un altro spermatozoo) citoplasmatici.
I follicoli maturi (12/20 mm) sporgono sulla superficie dell’ovaio, prima dell’ovulazione in essi si distacca il complesso oocito-zona pellucida-corona radiata, libero di vagare nell’antro, e viene prodotto dall’oocito stesso l’MPF (fattore di promozione della maturazione) che induce il completamento della 1^ MEIOSI, con formazione del primo globulo polare e oocito secondario bloccato in metafase 2^ MEIOSI. Le cellule follicolari invece acquisiscono i recettori per LH (ormone luteinizzante) e insieme alla teca interna producono estrogeni che inducono la proliferazione della mucosa uterina.
NB: dei 6/10 follicoli primordiali che iniziano a maturare, al 6^ giorno ne prevale uno, mentre gli altri involvono (atresia follicolare; vedi sotto).

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11
Q

CICLO OVARICO: Fase ovulatoria
Rottura follicolo, fuoriuscita cellula uovo
(14^ giorno)

A

Un picco nella secrezione di LH dell’adenoipofisi provoca l’ovulazione: a livello dello stigma viene stimolata l’attività proteolitica dei fibroblasti della teca esterna e falsa albuginea, che provoca la deiscenza follicolare (parziale demolizione matrice connettivale e rottura follicolo) e la fuoriuscita dell’oocita secondario circondato da zona pellucida, corona radiata e parte cumulo ooforo, che subiscono delle modificazioni. Questo complesso viene condotto all’orifizio dell’infundibolo tubarico, grazie al movimento della fimbria, la quale si ripiega per evitare la caduta dell’oocita nella cavità peritoneale. Con la rottura della parete follicolare resta una lacerazione sulla superficie ovarica, in seguito alla quale si verifica l’invasione ematica e la formazione del corpo rubro (coagulo).

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12
Q

CICLIO OVARICO:Fase postovulatoria o luteinica Formazione corpo luteo

A

Fase iniziale→Sempre sotto l’azione dell’LH, il follicolo subisce modificazioni strutturali per cui, in 2/3 giorni, si forma il corpo luteo. Nella fase iniziale esso si compone di una zona periferica, che circonda un core centrale, residuo del coagulo.
Le cellule follicolari aumentano di volume e acquisiscono le caratteristiche delle cellule steroidogene (REL, mitocondri con creste tubulari e gocce lipidiche), diventano cellule luteiniche di origine granulosa, che secernono progesterone.
Le cellule della teca interna aumentano di volume, accumulano lipidi e diventano cellule luteiniche di origine tecale, che secernono progesterone e androstenedione e che si affondano tra i cordoni di quelle di origine granulosa, più grandi e numerose.
NB: sia in questa fase, che in quella preovulatoria le cellule tecali secernono il precursore degli estrogeni (androstenedione), le cellule follicolari lo trasformano in estradiolo. (= cooperazione tra le due).
7^ gg a.o.→il corpo luteo è maturo.
10^ gg a.o.→se non si verifica la fecondazione il corpo luteo, detto mestruale, va incontro a luteolisi: apoptosi delle cellule innescata da riduzione flusso ematico e quindi ipossia, provocata a sua volta da riduzione FSH e LH.
13^ gg a.o.→i livelli di estrogeni e progesterone si riducono in seguito alla sostituzione delle cellule luteiniche endocrine con collagene; il tutto si traduce in modificazioni dell’endometrio e riavvio del ciclo ovarico con aumento di FSH.
L’esito finale della luteolisi è la formazione del corpo albicante (fibroso, biancastro), che rimane nell’ovaio e col tempo può diventare corpo fibroso.
In alcuni casi, durante la mestruazione, si può verificare un’emorragia secondaria del corpo luteo che residua con il corpo luteo emorragico, il quale si trasformerà in corpo nigro (cicatrice fibrosa).
Nel caso di fecondazione il corpo luteo permane (corpo luteo gravidico) e continua a produrre progesterone e estrogeni, sotto l’influenza dell’hCG prodotto

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13
Q

CONTROLLO ENDOCRINO CICLIO OVARICO

A
  1. Ipotalamo → secerne ogni 90 minuti LHRH (ormone di rilascio dell’ormone luteinizzante) o GnRH (ormone di rilascio della gonadotropina, che raggiungono e stimolano l’ipofisi.
  2. Ipofisi→sotto l’azione degli ormoni ipotalamici, il lobo anteriore secerne:
    - FSH: predomina nella fase preovulatoria, stimolando la maturazione dei follicoli e
    l’aromatizzazione dell’estradiolo.
    - LH: stimola la produzione di ormoni androgeni da parte delle cellule tecali, il suo picco induce l’ovulazione e la formazione del corpo luteo.
  3. Ovaio→il corpo luteo produce progesterone ed estrogeni, i quali agiscono a feedback su ipotalamo e ipofisi e utero, stimolando la produzione di prostaglandine.
  4. Utero→è l’organo bersaglio degli ormoni prodotti dall’utero, ma sembra che esso stesso produca alcune prostaglandine.
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14
Q

ATRESIA FOLLICOLARE

A

Atresia follicolare
Processo di involuzione follicolare, che si verifica frequentemente durante la vita intrauterina, ma anche durante l’infanzia e per tutta la vita fertile della donna e che comporta la degenerazione di molti follicoli qualsiasi fase evolutiva degli stessi.
a. Se colpisce i follicoli primordiali, primari o secondari, di solito nel parenchima ovarico non resta traccia. Le tappe sono:
- Degenerazione cellula uovo→cromatolisi del nucleo, collasso zona pellucida;
- Degenerazione cellule follicolari
- Ispessimento lamina basale
b. Secolpisceinvecefollicolicavitari,lecicatricipossonopermanereperlungotempo.Iprocessisono:
1. Obliterante: per follicoli cavitari piccoli, comporta l’invasione connettivale con macrofagi del follicolo. Residua un corpo
fibroso.
2.Cistica:ilconnettivocircondailfollicolo,conformazionediunacavitàcisticachepuòpermanereperlungotempo.

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15
Q

Regolazione e controllo dell’attività dell’ovaio nell’arco della vita

A
  1. PERIODO FETALE
    Le alte concentrazioni di estrogeni e hCG stimolano l’attivazione delle cellule germinali primitive e la maturazione di alcuni follicoli, destinati poi all’atresia follicolare prenatale.
  2. PERIODO NEONATALE (2/3settimanea.b.)
    Caduta del tasso ematico di estrogeni con involuzione dei genitali esterni ed interni. L’ovaio contiene 2 milioni di oociti primari.
    3.PERIODO QUIESCIENZA (3^settimana-pubertà)
    Fisiologica carenza di estrogeni ed estradiolo, non si verificano ovulazioni. Dall’8^ anno l’attività dell’ovaio aumenta.
    4.PERIODO PUBERALE (dagli11annica)
    Aumento della produzione degli estrogeni da parte dell’ovaio, che si attiva, stimolando con la produzione ormonale, la maturazione delle vie genitali, della g. mammaria (telarca). Le g. surrenali invece sono responsabili della crescita peli ascellari e pubici (adrenarca). L’inizio del flusso mestruale (menarca) avviene intorno ai 12 anni, tuttavia sono necessari 2 anni prima di avere regolari ovulazioni.
    5.PERIODO DI MATURITÀ SESSUALE (duratadi35/38anni)
    Produzione ciclica di estrogeni e progesterone dall’inizio dei cicli ovulatori alla menopausa.
  3. PERIODO MENOPAUSALE
    Dopo l’ultima mestruazione si ha una diminuzione graduale della produzione di progesterone ed estrogeni da parte dell’ovaio, inoltre spesso nella fase premestruale si verificano cicli anovulatori. Il tutto accade per insufficienza ovarica.
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16
Q

TUBE UTERINE definizione, sito

A

Organi pari di forma allungata (l: 10/14 cm) caratterizzati da notevole mobilità, soprattutto in gravidanza (seguono l’utero in addome), ma anche durante l’ovulazione (raccolta cellula uovo espulsa dal follicolo).

SITO
Piccola pelvi, tra polo superiore delle ovaie (laterali), l. sospensore dell’ovaio e angolo superiore o tubarico dell’utero (centrale).

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17
Q

TUBE UTERINE descrizione macroscopica

A

Si identificano 4 porzioni, diverse per calibro e direzione:
1. Infundiboloopadiglione(l:2cm)
Il più vicino all’ovaio, a forma di imbuto a parete sfrangiata, in quanto il suo orifizio, ostio addominale della tuba, è circondato da 12/15 fimbrie (10/15 mm). La più lunga, la fimbria ovarica, tramite il l. tubovarico, collega l’infundibolo con l’ovaio. All’estremità delle fimbrie si trovano gli idatidi di Morgagni, vescicole con liquido trasparente (residui embrionali: epooforon).
2. Ampolla(l:7/8cm,s:4/10mm)
Segmento più lungo e tortuoso. Forma all’inizio l’ansa tubarica, che sormonta il polo superiore dell’ovaio, piega in basso, decorre sulla sua faccia mediale e infine assume decorso orizzontale verso l’utero.
3. Istmo(l:3/6cm)
Porzione più ristretta, decorso rettilineo, raggiunge il lato dell’utero.
4. Porzioneintramurale
In continuità con l’istmo, attraversa la parete uterine e si apre nella cavità dell’utero tramite l’ostio uterino.

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18
Q

TUBE UTERINE descrizione al taglio

A

La configurazione interna è irregolare per la presenza di pieghe tubariche (tonaca mucosa), ridotte all’istmo e ramificate nella porzione ampollare. L’adesione delle pieghe tra di loro causa l’occlusione della tuba (= sterilità).

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19
Q

TUBE UTERINE descrizione microscopica

A

La parete tubarica è costituita, dall’interno verso l’esterno, da:
- Tonaca mucosa: formata da pieghe di diversa altezza, si compone di:
a. Epitelio di rivestimento: epitelio cilindrico semplice, essendo bersaglio degli ormoni dell’ovaio subisce modificazioni cicliche che seguono il ciclo ovarico. È formato
prevalentemente da due tipi cellulari:
1. Cellule CIGLIATE (soprattutto a livello dell’infundibolo)→più numerose prima
dell’ovulazione, le ciglia apicali (h max 25/35 μm con ovulazione) consentono la progressione dell’oocito dall’ostio addominale all’utero.
2. Cellule SECERNENTI (soprattutto a livello dell’istmo)→meno numerose delle prime, con microvilli apicali (h max prima dell’ovulazione), producono un secreto (K, acido sialico, cloruri) trofico per la cellula uovo e che permette il completamento della capacitazione degli spermatozoi, iniziata in utero.
Oltre a queste sono presenti anche: cellule a bastoncino (c. secernenti esaurite o
artefatti) e cellule basali (rimpiazzo).
b. Laminapropria:t.connettivodensoconscarsefibreelastiche.
-Tonaca muscolare: con le contrazioni spontanee (maggiori durante ovulazione e mestruazioni) è responsabile dei movimenti per la captazione dell’oocito e il suo trasporto all’utero. Si distinguono diverse porzioni:
a. M. propria della tuba→formata da 2 strati, uno interno circolare, uno esterno
longitudinale.
b. M.perivascolare→accompagnaivasimaggiorieconfluisceinm.propriadellatuba. c. M. sottoperitoneale→a livello di mesosalpinge.
- Strato sottosieroso: t. connettivo lasso, ricco di vasi, nervi e fasci muscolari.
- Tonaca sierosa: peritoneo (mesotelio) con strato di t. connettivo sottomesoteliale.

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20
Q

TUBE UTERINE funzione

A

Sono gli organi in cui avviene:
- Passaggio spermatozoi e cellula uovo fecondata; - Fecondazione;
- Prima segmentazione embrione.

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21
Q

TUBE UTERINE origine embriologica

A

5^ settimana→compaiono, lateralmente ai dotti di Wolff (destinati a scomparire completamente), i dotti di Müller, dall’invaginazione bilaterale dell’epitelio celomatico, che si trasforma in un cordone epiteliale. I dotti si aprono nella cavità celomatica attraverso l’ostio addominale della tuba e la loro porzione verticale va a formare le tube uterine, che sboccano medialmente nel canale uterovaginale, attraverso l’ostio uterino.

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22
Q

TUBE UTERINE vascolarizzazione, drenaggio, innervazione

A

Arterie→rami tubarici di a. uterina e a. ovarica anastomizzati a formare un’arcata arteriosa nel mesosalpinge, da cui originano i rami per la parete tubarica. Vene→formano un’arcata venosa analoga a quella arteriosa, che fa capo a v. uterina (mediale) e v. ovarica (laterale).
Alcune vene piccole raggiungono la v. epigastrica inferiore.

Nervi→da plesso uterovaginale e plesso uterovarico per muscolatura liscia parete e lamina propria pieghe.

Linfatici→irregolari capillari mucosi si raccolgono in reti sviluppate e tronchi che, con quelli dell’ovaio e del fondo dell’utero, fanno capo a l. pre- e paraortici.

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23
Q

UTERO descrizione e sito

A

Organo muscolare mobile, cavo, impari e mediano, a forma di pera con base superiore e apice inferiore. Le dimensioni nella nullipara sono: 6/8 cm x 3/5 cm x 2/4 cm. È collegato alle tube uterine e alla vagina.

SITO

Centro piccola pelvi, dietro vescica, davanti retto. La posizione e gli angoli tra le sue porzioni vengono definiti:
-Flessione→inclinazione tra asse maggiore del corpo e della cervice (100°/170°); fisiologicamente l’utero è antiflesso (piegato in avanti).
- Versione→inclinazione dell’asse della cervice rispetto a quello della vagina (90°/100°); fisiologicamente l’utero è antiverso. Si parla di retroversione quando l’angolo diventa ottuso.
- Posizione→sito della portio nella cavità pelvica, fisiologicamente all’altezza della linea interspinosa (tra le 2 spine ischiatiche), al centro della piccola pelvi.

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24
Q

UTERO rapporti

A

a. Parte sopravaginale
→faccia anteriore: vescica, tramite cavo vescicouterino;
→faccia posteriore: retto, tramite cavo di Douglas;
→margini laterali: l. larghi, a. uterina. b. Partevaginale
→porzione intravaginale: faccia posteriore vagina;
→laterale: parametrio, m. elevatore dell’ano, a. uterina.

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25
Q

UTERO descrizione macroscopica

A

I due terzi superiori formano il corpo, mentre il terzo inferiore la cervice o collo, in corrispondenza di cui si trova l’orifizio uterino esterno (h margine superiore sinfisi pubica, 1/2 v. coccigee). Le due porzioni sono separate dall’istmo, un restringimento a livello del quale si trova l’orifizio uterino interno. La porzione superiore allo sbocco delle tube uterine prende il nome di fondo. Si distinguono inoltre:
- Faccia anteriore o vescicale: appiattita, rivolta in basso, rivestita da peritoneo, che a livello dell’istmo va a ricoprire la faccia posteriore della vescica, formando il cavo vescicouterino (virtuale).
- Faccia posteriore o intestinale: convessa, ricoperta da peritoneo, che a livello del fornice vaginale posteriore (fessura circolare tra parete interna vagina e superficie esterna cervice) va a ricoprire la faccia anteriore del retto, formando il cavo rettouterino o cavo di Douglas (occupato da anse intestino tenue, è il luogo dove si accumula ciò che si raccoglie nel peritoneo, per questo possono formarsi qui sacche di pus).
- Margine superiore o fondo: compreso tra gli sbocchi delle tube o angoli tubarici, rettilineo nelle nullipare e convesso nelle multipare, è ricoperto da peritoneo.
- Margini laterali: arrotondati, danno attacco a l. larghi.
- Cervice: cilindrica, nel periodo pre-puberale è più sviluppata del corpo dell’utero, nelle multipare invece corrisponde ad un terzo dell’organo. La porzione superiore prende il nome di porzione sopravaginale. La porzione inferiore si rivolge verso il fornice vaginale posteriore e prende il nome di porzione vaginale o portio o muso di tinca. Essa è a forma di cono tronco e contiene l’orifizio uterino esterno, da cui spesso sporge il tappo mucoso, la cui funzione è quella di consentire il passaggio degli spermatozoi solo in determinate fasi del ciclo mestruale. In generale la cervice rappresenta la parte di chiusura dell’utero, impedendo la risalita di germi e la discesa prematura di embrione/feto, inoltre costituisce un punto fisso di ancoraggio dei mezzi di fissità dei genitali interni.

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26
Q

UTERO mezzi di fissità

A

Si distinguono in: a. Craniali:
- L. rotondo (10/12 cm x 2/4 mm): cordone fibroso, origina dall’angolo superolaterale dell’utero, davanti allo sbocco delle tube uterine, incrocia i vasi iliaci esterni, percorre il canale inguinale, incrocia i vasi epigastrici inferiori, attraversa la fascia trasversale a livello dell’orifizio sottocutaneo, si sfiocca nel corpo adiposo del grande labbro; dei fascetti si inseriscono su tubercolo pubico e m. pettineo.
b. Laterali:
- L. larghi: a livello della porzione sopravaginale della cervice sono più ampi e il t. connettivo sottoperitoneale (parametrio) è denso e in continuazione con quello che ci circonda gli organi vicini.
c. Caudali:
→L. a direzione trasversale: da parete laterale piccola pelvi a margini laterali utero e
vagina. Sono:
-L. cardinali o di Mackenrodt: formati da una porzione mediale robusta di t. connettivo fibroso, che contiene il plesso venoso uterovaginale, e una porzione laterale sottile di t. connettivo, che segue i tronchi arteriosi e venosi uterini e il tronco venoso rettale medio. Le due porzioni si incontrano a livello dell’incrocio dell’uretere con a. uterina.
→L. a direzione sagittale: da parete posteriore e lati cervice. Sono: - L. sacrouterini: a ventaglio, raggiungono il sacro (2/3 S).
- L. rettouterini: essendo costituiti anche da fascetti m. vengono definiti anche m. rettouterini, essi si portano al retto delimitando il cavo di Douglas.
- L. vescicouterini: uniscono il collo uterino alla vescica.
- L. pubovescicali: continuazione dei l. vescicouterini.
d. Formazioni muscolofasciali del pavimento pelvico (perineo)

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27
Q

UTERO descrizione al taglio

A

Si distinguono:
- Cavità del corpo: nelle nullipare stretta fessura triangolare, con margini convessi, pareti anteriore e posteriore lisce, orifizio uterino interno stretto; nelle multipare la cavità è più ampia, così come l’orifizio e i margini sono rettilinei.
- Canale cervicale (cavità del collo): fusiforme nelle nullipare, spesso cilindrico o conico nelle multipare. Le pareti sono irregolari per la presenza di pliche palmate mucose, che nell’insieme assumono una configurazione arboriforme di nome albero della vita.

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28
Q

UTERO descrizione microscopica

A

La parete uterina (1/2 cm) è costituita, dall’interno verso l’esterno, da:
-Tonaca mucosa o endometrio: essendo bersaglio degli ormoni dell’ovaio subisce modificazioni cicliche, che seguono l’andamento del ciclo mestruale. Si distinguono:
1. Mucosa del corpo dell’utero: è vascolarizzata dalle a. arcuate (tra endometrio e miometrio), che danno a. rette per lo strato basale e a. spirali per lo strato funzionale (superficiale) della mucosa. Essa è formata da:
a. Epitelio di rivestimento: epitelio cilindrico semplice, formato da 2 tipi cellulari, la
cui proporzione varia a seconda del ciclo mestruale:
- Cellule CIGLIATE;
- Cellule SECERNENTI→apice ricco di microvilli, possono contenere molto
glicogeno.
b. Lamina propria: t. connettivo ricco di cellule (fibroblasti, macrofagi, leucociti),
povero di fibre collagene, con g. tubulari semplici rettilinee nello strato funzionale della mucosa e tortuose e ramificate nello strato basale della mucosa. Sono formate da cellule cigliate e secernenti simili a quelle dell’epitelio. La lamina propria si rinnova ogni 28 giorni nel periodo fertile della donna.
2. Mucosa della cervice dell’utero: meno soggetta all’azione ormonale dell’ovaio, si distingue in:
- Mucosa endocervicale: riveste il canale cervicale, è formata da:
a. Epitelio di rivestimento: epitelio cilindrico semplice, con cellule caliciformi
mucipare e rare cellule cigliate.
b. Lamina propria: contiene g. tubulari ramificate (cripte cervicali), che
secernono muco cervicale (secrezione max = ovulazione, sotto estrogeni), alcalino, con ioni (Na+, K+, Cl-), è:
- poco viscoso e idratato al momento dell’ovulazione, per facilitare la migrazione degli spermatozoi;
- cristallizzato e a falce durante la fase ovulatoria;
- acido e denso nella fase postovulatoria, per sfavorire la penetrazione e la
vitalità degli spermatozoi.
Le sue funzioni sono quelle di lubrificare la vagina durante i rapporti sessuali, formare una barriera chimica contro i batteri e un tappo a livello dell’orifizio uterino esterno che si modifica nelle fasi del ciclo mestruale e diventa più prominente e vischioso in gravidanza.
- Mucosa esocervicale: riveste il muso di tinca, è formata da:
a. Epitelio di rivestimento: epitelio pavimentoso stratificato ricco di glicogeno,
in continuità con quello vaginale.
b. Lamina propria: caratterizzata da papille molto vascolarizzate e assenza di g.
- Tonaca muscolare o miometrio (1 cm): formato da miocellule (40-60 μm in donna non gravida, 800 μm in donna gravida=ipertrofia + iperplasia), miofibroblasti (producono collagene e proteoglicani della matrice extracellulare) e stroma fibroso abbondante, si distinguono 3 strati:
1. StratoINTERNOosottomucoso→formatodamiocelluleevasi,senzalimitinetticon endometrio;
2. Strato MEDIO o vascolare o emostatico→spugnoso, spesso, con fasci m. circolari o obliqui, la sua contrazione causa l’occlusione dei vasi presenti, atta ad arrestare l’emorragia dopo il secondamento (distacco placenta post espulsione feto);
3. Strato ESTERNO (sottosierosa) → fasci circolari e longitudinali, che si continuano con la sottosierosa di: tuba uterina, l. rotondo e l. largo.
Riassumendo: le fibre muscolari si configurano come 2 spirali che attraversano i piani e sono molto ripide in corpo e fondo utero, quasi orizzontali in collo utero.
Il miometrio è molto vascolarizzato dai rami a. uterina (plessi anastomizzati), esso inoltre si contrae sotto l’influsso degli ormoni dell’ovaio (fase desquamativa= contrazioni lente e potenti; altre fasi= contrazioni frequenti e deboli).
- Tonaca sierosa o perimetrio: struttura del peritoneo, unito a miometrio tramite sottile strato sottosieroso.

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29
Q

UTERO funzione

A
  • Gestazione→permette l’annidamento della blastocisti e lo sviluppo embrio-fetale; - Parto→reso possibile dalla componente muscolare della parete dell’organo
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30
Q

UTERO origine embriologica

A

5^ settimana→compaiono i dotti paramesonefrici di Müller, che, al di sotto del polo inferiore del mesonefro, si fondono lungo la linea mediana a formare il dotto uterovaginale, da cui originano il corpo, il collo dell’utero.
NB: ALTRE CONCEZIONI ritengono che gran parte dell’utero derivi dal seno urogenitale, con la partecipazione, forse, dei dotti di Wolff.
Nello specifico: il miometrio deriva dal mesenchima.

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31
Q

UTERO vascolarizzazione, drenaggio, innervazione

A

Arterie→a. uterina (vedi schema). Inizialmente segue uretere, con cui poi si incrocia. Vene→(vedi schema). Le v. sono contenute in t. connettivo, che con il t. connettivo degli organi circostanti forma il l. cardinale. Altre v. del plesso uterino si uniscono alle v. ovariche e fanno capo al plesso pampiniforme, che sbocca a DX nella v. c. i., a SX nella v. renale.

Nervi→dal plesso uterovaginale (plesso pelvico, simpatico toracolombare) formato da ganglio cervicale, con annessi gangli vescicali, che innervano completamente l’utero.

Linfatici→efferenti del corpo: seguono vasi ovarici, fanno capo a l. pre- e paraortici. Quelli della parete anteriore vanno ai l. inguinali superficiali, quelli della parete laterale ai l. iliaci esterni.
→efferenti del collo: seguono vasi uterini, fanno capo a l. iliaci interni, altri ad un l. sul decorso dei vasi otturatori, quelli della
faccia posteriore vanno a l. sacrali e l. del promontorio.

32
Q

CICLO MESTRUALE DEFINZIONE

A

Insieme di modificazioni a carico dell’endometrio causate dalla secrezione ciclica di ormoni da parte dell’ovaio, che dura nel complesso 28 giorni circa

33
Q

CICLO MESTRUALE: Fase desquamativa

4/5 giorni (corrisponde a fase preovulatoria ciclo ovarico)

A

Corrisponde alla mestruazione, ovvero l’espulsione dello strato funzionale dell’endometrio accompagnata da emorragia.
A livello ovarico invece corrisponde all’inizio di un nuovo ciclo di maturazione del follicolo.

34
Q

CICLO MESTRUALE: proliferativa
9 giorni
(corrisponde a fase preovulatoria ciclo ovarico)

A

a. Fase riparativa→all’inizio, dell’endometrio rimane uno strato basale spesso 1 mm, successivamente, sotto l’azione degli estrogeni, esso si rigenera: aumenta grazie ad un’attività proliferativa epiteliale e della lamina propria, le g. si fanno lunghe e sottili e i vasi si riformano.
b. Fase proliferativa→le g. diventano tortuose, lo stroma lasso, i vasi si accrescono e spiralizzano. Alla fine di questa fase l’endometrio ha uno spessore di 5 mm.

35
Q

CICLO MESTRUALE: fase secretiva
13/14 giorni (corrisponde a fase postovulatoria ciclo ovarico)

A

Si verificano modificazioni (reazione pseudodeciduale) che rendono la mucosa adatta all’annidamento del prodotto del concepimento:
- l’attività mitotica diminuisce;
- le cellule g. accumulano granuli di glicogeno;, - le g. assumono un aspetto più tortuoso;
- i fibroblasti si ipertrofizzano.
L’endometrio raggiunge uno spessore di 8 mm e si compone di:
a. Strato spongioso→vicino allo strato basale, con tubuli g. tortuosi e ravvicinati;
b. Strato compatto→vicino al lume.
Negli ultimi giorni del ciclo:
- la secrezione delle g. diminuisce;
- le a. spirali si contraggono ritmicamente, riducendo il flusso ematico allo strato
funzionale, che va incontro ad ischemia;
- si verificano fenomeni necrotici dello stroma e delle g.;
- accumulo di sangue con leucociti infiltrati;
- rilasciamento a. con nuovo afflusso di sangue, che causa la lacerazione della parete di capillari e piccoli vasi→sanguinamento e desquamazione;
- si verifica il flusso ematico mestruale (35/50 ml);
- la degenerazione cellulare attiva enzimi, tra cui l’attivatore del plasminogeno, che rende incoagulabile il sangue mestruale;
- dal 3^ giorno del flusso inizia la riepitelizzazione dello strato basale.

36
Q

VAGINA definizione e sito

A

Condotto (d: 2/3 cm, 10 cm al parto) muscolomembranoso cilindrico, appiattito anteroposteriormente, impari e mediano, che segue il collo dell’utero.

SITO
Piccola pelvi, dietro vescica e uretra, davanti retto e canale anale.
Attraversa pavimento pelvico, decorre nel perineo anteriore e sbocca nel vestibolo della vagina.

37
Q

VAGINA rapporti

A

Assai intimi.
- Anteriormente: in alto con il trigono vescicale della vescica (da cui è separata mediante setto vescicovaginale: t. connettivo denso con v.; seguito dal setto uterovaginale: t. connettivo denso, determina quasi una fusione tra parete uretra e vagina), in basso con l’uretra;
- Lateralmente: in alto con base l. largo utero, in corrispondenza del t. connettivo della zona con a. uterina, a. vescicovaginali, a. cervicovaginali, plesso v. vescicovaginale, plesso v. uterovaginale, sotto diaframma urogenitale con bulbi del vestibolo, m. bulbocavernosi, g. vestibolari maggiori;
-Posteriormente: in corrispondenza del fornice vaginale con peritoneo parietale, è separata dal retto dal setto rettovaginale (t. connettivo denso con vasi), dove è in rapporto con m. elevatori dell’ano (m. pubovaginali, m. costrittore della vagina); il setto si espande a formare il trigono rettovaginale.

38
Q

VAGINA descrizione macroscopica

A

Le pareti anteriore (7 cm, 13.5 cm in gravidanza, con la vecchiaia diminuisce) e posteriore (8.5 cm, 15 cm in gravidanza, con la vecchiaia diminuisce) sono in contatto tra loro, quindi il lume vaginale, inferiormente, ha forma ellittica, inoltre la vagina presenta una concavità posteriore fisiologica (angolo di 70° aperto all’indietro). Si distinguono:
- Fornice vaginale (estremità superiore uterina o fondo): abbraccia il collo dell’utero come un manicotto (lo divide in due porzioni: sopravaginale e vaginale), inserendosi sulla sua superficie esterna secondo un piano obliquo, tra i due si forma quindi una fessura circolare (fornice vaginale).
- Corpo: presenta 2 facce (anteriore e posteriore) e 2 margini laterali.
- Orifizio vaginale (estremità inferiore): situato nel vestibolo della vagina, fra le piccole labbra e chiuso dall’imene: una piega cutaneomucosa variabile, che può essere:
a. Semilunare: a semiluna con concavità posteriore.
b. Anulare: piega che delimita un’apertura centrale.
c. Labiato: formato da due parti DX e SX, separate da fessura mediana.
d. Biperforato: con foro centrale diviso in due da setto centrale.
e. Cribriforme: con forellini.
In ogni caso esso presenta una faccia superiore in continuità con parete vaginale (uguale mucosa) e una faccia inferiore in continuità con vestibolo della vagina (rivestita da cute); tra le due si trova una lamina di t. connettivo vascolarizzato, con fibre elastiche e miocellule.
Con i primi rapporti sessuali l’imene si lacera, causando un’emorragia di entità variabile, tuttavia essa si rompe completamente solo con il primo parto e al suo posto restano le caruncole imenali (lembi cicatriziali).

39
Q

VAGINA descrizione al taglio

A

Si osservano rughe vaginali, che tendono ad appiattirsi con l’età, e le colonne delle rughe, longitudinali anteriore, che forma il tubercolo vaginale e posteriore, che termina in basso con il trigono vaginale.

40
Q

VAGINA descrizione al microscopio ottico

A

La parete vaginale è costituita, dall’interno verso l’esterno, da:
- Tonaca mucosa: molto elastica, formata da:
a. Epitelio: epitelio pavimentoso pluristratificato, costituito da 4 strati:
1. Basale;
2. Parabasale→cellule ricche di glicogeno, che viene degradato ad acido lattico da Lactobacillus acidophilus, conferendo pH acido (4/5; barriera chimica dei genitali interni) al microambiente vaginale;
3. Intermedio;
4. Superficiale.
È bersaglio degli ormoni dell’ovaio, per questo subisce modificazioni cicliche nel corso del ciclo mestruale:
- Ovulazione→molte cellule acidofile appiattite (negli strisci vaginali).
- Post ovulazione → sotto azione progesterone compaiono cellule basofile e granulociti neutrofili e linfociti.
b. Lamina propria: spesso infiltrata di linfociti, priva di g. (secreto vagina deriva dalle g. della cervice uterina e g. vestibolari di Bartolino)
- Tonaca muscolare: ridotta, formata da miocellule circolari e longitudinali, che vanno verso la m. della cervice uterina.
- Tonaca avventizia: sottile, t. connettivo denso, connette agli altri organi.
- Peritoneo: in corrispondenza del fornice posteriore.

41
Q

VAGINA funzione

A

-Organo della copula (accoglie il pene durante l’accoppiamento);
-Parte inferiore canale fisiologico del parto;
- Organo attraverso cui passa il flusso mestruale (durante la vita fertile) e i prodotti della secrezione uterina.

42
Q

VAGINA origine embriologica

A

5^ settimana→parte del seno urogenitale e del tubercolo di Müller si ispessiscono a formare la lamina epiteliale o placca vaginale, che circonda il canale uterino formando il fornice. La placca si fa cava e forma il canale vaginale; la vagina rimane separata dal seno urogenitale grazie all’imene.

43
Q

VAGINA vascolarizzazione, innervazione, drenaggio

A

Arterie→terzo superiore: rami cervicovaginali delle a. uterine; →terzo medio: a. vaginali (da a. iliache interne o a. pudende
interne);
→terzo inferiore: a. rettali medie, a. del bulbo del vestibolo (da a. pudende interne);
tutti questi rami giungono ai margini laterali della vagina e si anastomizzano penetrando nella parete.
Vene→plesso v. vaginale (superficiale), si connette ai plessi degli organi circostanti (uterovaginale, vescicovaginale, rettale: anastomosi con sistema portale) e fa capo alle v. iliache interne (v.c.i.).

Nervi→plesso uterovaginale (vegetativo) (da plesso pelvico), rami parasimpatico sacrale. Rami n. pudendo danno innervazione somatica.

Linfatici→molti nella lamina propria, si connettono a quelli dell’utero e dei genitali esterni e fanno capo ai l. iliaci interni, l. presacrali, l. inguinali superficiali.

44
Q

MONTE DI VENERE o DEL PUBE definizione e sito

A

Sporgenza cutanea (s: 2/3 cm, dipende dal t. adiposo sottocutaneo).

SITO
Davanti sinfisi pubica, tra pieghe dell’inguine, prosegue in alto con regione ipogastrica, in basso con grandi labbra.

45
Q

MONTE DI VENERE o DEL PUBE descrizione macroscopica

A

Presenta:
- Rivestimento cutaneo, con annessi: g. sebacee e sudoripare e, dopo la pubertà, lunghi peli ruvidi e crespi.
- Strato sottocutaneo formato da cuscinetto adiposo con lamelle fibroelastiche che si portano alla linea alba.

46
Q

MONTE DI VENERE o DEL PUBE origine embriologica

A

3^ mese→differenziazione genitali esterni femminili

47
Q

MONTE DI VENERE o DEL PUBE vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie→a. pudende esterne
Vene→tributarie di v. grandi safene e/o v. femorali Nervi→rami n. ileoinguinale e n. genitofemorale
Linfatici→a l. inguinali superficiali

48
Q

GRANDI LABBRA descrizione, sito e rapporti

A

Grosse pieghe cutanee (l: 7/9 cm, s: 2 cm) pari, dirette dall’avanti all’indietro e separate dalla rima vulvare.

SITO Sotto monte di Venere

RAPPORTI
- Rima vulvare chiusa: faccia mediale, margine libero, estremità anteriore e posteriore grande labbro controlaterale e piccolo labbro.

49
Q

GRANDI LABBRA descrizione macroscopica

A

Presentano base d’impianto che corrisponde a branca ischiopubica (avanti) e triangolo ischiobulbare (dietro). Si distinguono:
- Faccia laterale (esterna): convessa, rivestita da cute pigmentata, provvista di peli analoghi a monte del pube (dopo pubertà). È delimitata lateralmente dal solco genitofemorale.
- Faccia mediale (interna): lineare, rivestita da cute liscia e glabra.
- Margine libero: arrotondato, con il controlaterale forma la rima vulvare.
- Estremità anteriore: arrotondata, con il controlaterale forma la commessura vulvare anteriore.
- Estremità posteriore: con il controlaterale forma la commessura vulvare posteriore o forchetta, separata dall’apertura della vagina da fossetta navicolare.

50
Q

GRANDI LABBRA descrizione microscopica

A

Sono formate da:
- Cute: pigmentata, con notevole sviluppo di peli, g. sudoripare apocrine (feromoni) e g. sebacee annesse a follicoli piliferi.
- Strato sottocutaneo: è composto da 2 strati:
a. Strato superficiale→da monte del pube e regione inguinale, spesso, si assottiglia
e viene sostituito da strato dartoico o dartos di miocellule (analogo maschile
nello scroto).
b. Strato profondo→formato da corpo adiposo del grande labbro, che si trova nel
sacco delimitato dalla membrana fibroelastica.
Questi sono separati dalla membrana fibroelastica: forma un sacco allungato e aderisce all’orifizio sottocutaneo del canale inguinale, è rinforzata da fibre collagene dal pube, che permettono a questo dispositivo di sostenere le grandi labbra.

51
Q

GRANDI LABBRA origine embriologica

A

3^ mese→le pliche genitali (a lato delle pliche uretrali, originate dalle pliche cloacali, che delimitano lateralmente la cloaca) si trasformano nelle grandi labbra.

52
Q

GRANDI LABBRA vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie→a. labiali anteriore (da a. pudende esterne), a. labiali posteriori (da a. pudende interne).
Vene→quelle superficiali scaricano in v. grandi safene e/o femorali, quelle profonde in plesso vaginale ed emorroidario e v. del l. rotondo.
NB: in gravidanza le vene si dilatano fino a formare varici.

Nervi: n. labiali anteriori (da n. ileoinguinale e n. genitofemorale), rami posteriore n. pudendo. Sono presenti terminazioni libere e corpuscoli di Pacini.
Linfatici→numerosi, a l. inguinali superficiali.

53
Q

PICCOLE LABBRA definizione e sito

A

Pieghe cutanee pari (l: 3/4 cm, s: 0.4 cm), di colore rosa scuro e superficie liscia e umida (poste nella stessa direzione delle grandi labbra) che comprendo tra loro il vestibolo della vagina.
SITO
Si impiantano sulla faccia mediale delle grandi labbra.

54
Q

PICCOLE LABBRA descrizione macroscopica

A

Si distinguono:
- Faccia laterale: piana, glabra, separata dalla faccia mediale del grande labbro tramite
solco interlabiale.
- Faccia mediale: ricoperta di tubercoli, delimita il vestibolo della vagina; a rima vulvare
chiusa entra in contatto con quella del controlaterale.
- Margine libero: sottile, convesso con dentellature.
- Estremità anteriore: prima di giungere al clitoride si divide in:
a. Laminetta superiore → passa sopra clitoride e con la controlaterale forma il
prepuzio del clitoride (cappuccio semicircolare del clitoride).
b. Laminetta inferiore→verso faccia posteriore glande del clitoride, dove si inserisce
formando con la controlaterale il frenulo del clitoride.
- Estremità posteriore: si inserisce su faccia mediale grande labbro, può anche unirsi con la controlaterale a formare il frenulo delle piccole labbra, il quale delimita la fossetta navicolare.

55
Q

PICCOLE LABBRA descrizione microscopica

A

Sono costituite al centro da una lamina di t. connettivo denso con abbondante componente elastica e miocellule, vene di discreto calibro che conferiscono al t. i caratteri erettili, privo di adipociti. Questa è rivestita da strato cutaneo pigmentato privo di peli e g. sudoripare, ma con g. sebacee, le quali secernono una sostanza biancastra caseosa (= smegma prepuziale maschile)

56
Q

PICCOLE LABBRA origine embriologica

A

3^ mese→le pliche uretrali (a lato delle pliche genitali, originate dalle pliche cloacali, che delimitano lateralmente la cloaca) si trasformano nelle piccole labbra.

57
Q

PICCOLE LABBRA vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie→a. labiali anteriore (da a. pudende esterne), a. labiali posteriori (da a. pudende interne).
Vene→quelle superficiali scaricano in v. grandi safene e/o femorali, quelle profonde in plesso vaginale ed emorroidario e v. del l. rotondo.
NB: in gravidanza le vene si dilatano fino a formare varici.

Nervi: n. labiali anteriori (da n. ileoinguinale e n. genitofemorale), rami posteriore n. pudendo. Sono presenti numerose terminazioni libere e corpuscolate (Meissner, Krause, Pacini).

Linfatici→numerosi, a l. inguinali superficiali.

58
Q

CLITORIDE definizione e sito

A

Organo impari e mediano (l: 2/3 cm, d: 6/7 mm che aumentano durante l’erezione) analogo, seppur meno sviluppato all’asta virile maschile.
SITO Porzione più anteriore e superiore vulva, sotto commessura anteriore grandi labbra.

59
Q

CLITORIDE descrizione macroscopica

A

Si distinguono:
-Radici DX e SX: nel perineo anteriore (loggia bulboclitoridea, fissate alla branca ischiopubica, coperte da m. ischiocavernoso), hanno forma conoide (l: 3/4 cm), un’estremità posteriore appuntita e aumentano di calibro durante l’erezione. Le 2 convergono anteriormente, sotto sinfisi pubica, formando il corpo.
- Corpo: si incurva verso il basso formando angolo del clitoride, mantenuto in sede da l. sospensore (si inserisce su sinfisi pubica) e l. fundiforme (si inserisce su linea alba addome); termina con glande.
- Estremità libera o glande: alla sua faccia posteriore prende attacco il frenulo del prepuzio.

60
Q

CLITORIDE descrizione microscopica

A

a.Radici e corpo formati da:corpi cavernosi(2,che si accollano nel corpo con fusione delle albuginee, le quali formano il setto del clitoride, dove passano vasi), responsabili della sua potenzialità erettile, i quali sono rivestiti da albuginea (involucro fibroso) e formati
da t. cavernoso.
b. Glande formato da: scarso t. cavernoso, abbondante t. connettivo (prevale su parte
vascolare) rivestito da cute sottile priva di g. sebacee.

61
Q

CLITORIDE funzione

A

In caso di eccitazione sessuale i corpi cavernosi si riempiono di sangue, causando l’erezione del clitoride (aumento consistenza, non dimensioni).

62
Q

CLITORIDE origine embriologica

A

3^ mese→il tubercolo genitale o cloacale (origina da fusione anteriore delle pliche cloacali, che delimitano la membrana cloacale) dà origine al clitoride.

63
Q

CLITORIDE vascolarizzazione, innervazione, drenaggio

A

Arterie→a. del clitoride (2, da a. pudenda interna) che dà rami terminali: a. profonda del clitoride (a corpi cavernosi), a. dorsale del clitoride (a dorso clitoride, glande, prepuzio, parte piccole labbra).
Vene→v. del clitoride numerose, ampie, si raccolgono in v. dorsali superficiali, tributarie di v. grande safene e/o femorali. Ci sono anche v. profonde, che si raccolgono in plesso di Kolbelt (tra clitoride e bulbi del vestibolo), tributario di v. pudenda interna.

Nervi→n. dorsali (sensitivi, da n. pudendi interni); numerosi sono i corpuscoli (Meissner, Krause, Pacini).

Linfatici→superficiali a l. inguinali superficiali;
→profondi (da glande) a l. inguinali profondi e poi l. iliaci esterni.

64
Q

BULBI DEL VESTIBOLO definizione, sito e rapporti

A

Organi erettili pari a forma di mandorla (l: 3.5 cm, s: 1 cm), che dopo aver circondato la parte terminale della vagina si fondono.

SITO Profondamente, nelle porzioni laterali del vestibolo della vagina, loggia bulboclitoridea.
RAPPORTI Faccia mediale: g. vestibolare maggiore.

65
Q

BULBI DEL VESTIBOLO descrizione macroscopica

A

Si distinguono:
- Faccia laterale: convessa, coperta da m. bulbocavernoso.
-Faccia mediale: concava, si adatta all’apertura vaginale e tratto terminale uretra.
- Margine superiore: aderisce a fascia inferiore diaframma urogenitale.
- Margine inferiore: corrisponde a base grandi e piccole labbra, in parte è coperto da m. bulbocavernoso.
- Estremità anteriore: sottile, si unisce con controlaterale.
- Estremità posteriore: arrotondata, va fino a fossetta navicolare.

66
Q

BULBI DEL VESTIBOLO descrizione microscopica

A

Sono formati da t. cavernoso a larghe maglie, rivestito da albuginea (t. connettivo sottile); lo stroma è povero di elementi contrattili.

67
Q

BULBI DEL VESTIBOLO funzione

A

In caso di eccitazione sessuale si riempiono di sangue e aumentano la loro consistenza, senza raggiungere un vero stato di erezione.

68
Q

BULBI DEL VESTIBOLO vascolarizzazione, drenaggio, innervazione

A

Arterie→a. del bulbo del vestibolo (da a. pudenda interna). Vene→sviluppate, tributarie di v. pudenda interna, comunicano anche con plesso di Kolbelt (clitoride).
Nervi→plessi perivascolari (innervazione vasomotoria).
Linfatici→poco noti, si uniscono a quelli di clitoride, vagina e uretra

69
Q

VESTIBO DELLA VAGINA o CAVITÀ VULVARE definizione e sito

A

Spazio compreso tra piccole labbra, comunicante con l’esterno attraverso rima vulvare.

SITO Tra piccole labbra.

70
Q

VESTIBO DELLA VAGINA o CAVITÀ VULVARE descrizione macroscopica

A

Si distinguono:
- Pareti laterali: piccole labbra.
- Parete superiore o tetto: superficie piana rosea sotto clitoride, va fino all’orifizio esterno dell’uretra, dietro al quale è presente il tubercolo vaginale (o cresta uretrale della vagina o carena uretrale), mentre ai suoi lati si trovano gli sbocchi dei condotti parauretrali di Skene. Sulla linea di mezzo, nei soggetti giovani, è presente la briglia mascolina (stria chiara, che collega clitoride e orifizio esterno uretra). Posteriormente si trova l’orifizio vaginale (ristretto dall’imene nelle vergini)
- Estremità posteriore: dietro orifizio vaginale si trova la fossetta navicolare, che termina con il frenulo delle piccole labbra o commessura vulvare posteriore, tra questa e piccole labbra si trova il solco ninfoimenale, dove è presente il dotto escretore della g. vestibolari maggiori.

71
Q

VESTIBO DELLA VAGINA o CAVITÀ VULVARE descrizione microscopica

A

È ricoperto da cute rosea e sottile, priva di peli e g. sudoripare, che prosegue con mucosa vaginale e uretrale.

72
Q

VESTIBO DELLA VAGINA o CAVITÀ VULVARE vascolarizzazione, innervazione, drenaggio

A

In comune con quella delle formazioni circostanti.

73
Q

GHIANDOLE VESTIBOLARI MAGGIORI (di Bartolino) definizione, sito e rapporti

A

Ghiandole pari (2, una DX, una SX), ovoidali (d: 1.5 cm, p: 5 g), di colore giallastro, che riversano il loro secreto nel vestibolo della vagina, in particolare nel solco ninfoimenale.

SITO Loggia bulboclitoridea, lateralmente e posteriormente all’orifizio della vagina, in corrispondenza dell’estremità posteriore del bulbo del vestibolo. (Proiettate corrispondo alla porzione posteriore delle grandi labbra)
RAPPORTI
Alto: diaframma urogenitale; sono anche in rapporto con m. bulbocavernoso e bulbi del vestibolo.

74
Q

GHIANDOLE VESTIBOLARI MAGGIORI (di Bartolino) descrizione microscopica

A

Si tratta di ghiandole TUBULOALVEOLARI, organizzate in lobuli, tra i quali si interpongono sepimenti connettivali con miocellule e fibre del m. bublocavernoso. Gli adenomeri (c. secernenti) sono di tipo MUCOSO, secernono, durante i rapporti sessuali, un liquido chiaro, filante e vischioso, ad azione lubrificante.
L’epitelio di rivestimento dei dotti minori è cilindrico semplice, quello del dotto principale diviene cilindrico stratificato e pavimentoso stratificato in prossimità del suo sbocco.

75
Q

GHIANDOLE VESTIBOLARI MAGGIORI (di Bartolino) vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie→da a. pudende esterne o a. dei bulbi.
Vene→formano plessi che prendono contatto con i plessi degli organi circostanti e scaricano nelle v. pudende esterne.
Nervi→ramo perineale (da n. pudendo interno).
Linfatici→a l. vaginali, l. rettali e l. inguinali.

76
Q

GHIANDOLE VESTIBOLARI MINORI definizione sito e descrizione

A

Ghiandole che riversano il loro secreto nel vestibolo della vagina.
SITO Fondo del solco ninfoimenale e nei pressi dell’orifizio uretrale esterno.

DESCRIZIONE Si tratta di ghiandole MUCOSE e assai piccole.