Apparato digerente Flashcards

1
Q

BOCCA definizione e descrizione macroscopica e funzioni

A

Cavità che rappresenta la prima parte del canale alimentare.

DESCRIZIONE MACROSCOPICA
Formata da due parti comunicanti:
- VESTIBOLO DELLA BOCCA: fessura a ferro di cavallo tra le labbra (anteriormente), le guance
(lateralmente) e l’arcata alveolodentale (posteriormente). È delimitato superiormente e inferiormente dai solchi vestibolari percorsi sulla linea mediana dal frenulo labiale (piega sagittale). Vi si aprono condotti di g. salivari e il dotto di Stenone.
- CAVITÀ BUCCALE PROPRIAMENTE DETTA: cavità ovoidale con asse in direzione anteroposteriore, più slargato posteriormente. Fra il vestibolo della bocca e l’istmo delle fauci, comunica con il vestibolo attraverso spazi interdentali e retromolari. È delimitata da:
- Arcate alveolodentali (anteriormente);
- Guance (lateralmente);
- Lingua e solco sottolinguale (pavimento); - Palato duro (volta).

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2
Q

BOCCA origine embrioogica

A

4^ settimana→scompare la membrana buccofaringea: intestino faingeo in contatto con l’ectoderma dello stomodeo, circondato da processi che derivano dalla proliferazione del mesenchima sottostante:
- Processo frontale (sul quale compaiono i placodi nasali che approfondendosi nel mesenchima
formano i processi nasali mediali e laterali);
- 2 processi mandibolari;
- 2 processi mascellari;
La fusione dei vari processi determina l’apertura della futura cavità buccale.
40^-50^ giorno→si formano le labbra, il vestibolo della bocca e le creste dentali da cui origineranno i denti. Dalla superficie interna di ciascuna metà dell’arcata mascellare si solleva il processo palatino che si fonde con il controlaterale sulla linea mediana, in avanti va a costituire il palato primitivo. Con la saldatura dei processi palatini la cavità buccale si rende completamente indipendente dalle cavità nasali.

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3
Q

LABBRA definizione, sito

A

Formazioni muscolomembranose in contatto con le arcate gengivodentinali. Distinte in superiore e inferiore; a contatto individuano la rima buccale che termina ai lati con le commessure labiali.
SITO Tra piramide nasale e mento.

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4
Q

LABBRA struttura

A
  • PARTE CUTANEA (faccia esterna): nel labbro superiore ha una leggera depressione detta filtro che parte dal setto nasale e termina sollevandosi nel tubercolo labiale.
    EPITELIO: squamoso stratificato cheratinizzato. Ha follicoli piliferi, ghiandole sebacee e sudoripare. Papille dermiche appiattite.
  • PARTE INTERMEDIA: estensione e turgore variabili, superfice liscia con colorito rosso. EPITELIO: sottile con cheratinizzazione intermedia. Papille più numerose, alte e vascolarizzate. Mancano peli e ci sono solo ghiandole sebacee isolate
  • PARTE MUCOSA (faccia interna): colorito roseo, presenta dei rilievi granulari che corrispondono a ghiandole salivari.
    EPITELIO: più alto e squamoso, stratificato non cheratinizzato, lamina propria sollevata in papille. Tra la lamina propria e i muscoli si trova t. connettivo lasso con G. LABIALI: tubuloacinose ramificate con secrezione mista. Il loro secreto lubrifica il vestibolo della bocca.
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5
Q

LABBRA vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie→a. labiali, a. sottomentale, a. infraorbitaria, a. buccinatoria, a. mentale e a. trasversa della faccia.
Vene→ sboccano nella v. sottomentale e v. facciale anteriore.

Nervi→si dividono in:
- NERVI MOTORI: n. facciale;
- NERVI SENSITIVI: n. trigemino (infraorbitario e mentale).
È presente una duplice innervazione per vasi e g.: a. SIMPATICA: da gangli cervicali;
b. PARASIMPATICA:conn.intermedio.

Linfatici→organizzati in una rete sottocutanea e una sottomucosa: -Labbro superiore→L. SOTTOMANDIBOLARI
-Labbro inferiore→L. SOTTOMENTALI e L. SOTTOMANDIBOLARI

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6
Q

GUANCE definizione

A

Delimitano lateralmente il vestibolo della bocca.
- Faccia cutanea: non ha limiti netti con le regioni circostanti;
- Faccia mucosa o interna: delimitata dai solchi vestibolari e la piega pterigomandibolare;
- Faccia posteriore: con corpo adiposo della bocca (BOLLA DI BICHAT) delimitato lateralmente
dal m. massetere e medialmente dal m. buccinatore.

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7
Q

GUANCE struttura

A
  • PIANO CUTANEO: con g. sebacee e g. sudoripare;
  • PIANO SOTTOCUTANEO: dove terminano alcuni m. mimici; - PIANO MUSCOLARE STRIATO;
  • PIANO MUCOSO: con g. salivari malari o geniene.
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8
Q

GUANCE vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie→rami della a. facciale, a. trasversa della faccia e a. mascellare.
Vene→affluenti della v. facciale, v. temporale superficiale, plessi pterigoideo e masseterino. Nervi→somatici e viscerali con stessa origine e distribuzione delle labbra.
Linfatici → organizzati in una rete sottocutanea e una sottomucosa → L. PAROTIDEI e L. SOTTOMANDIBOLARI.

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9
Q

ARCATE ALVEOLODENTALI definizione

A

Formate da mandibola e ossa mascellari con i rispettivi processi alveolari coperti dalle gengive e contenenti i denti. Delimitano con le labbra e la faccia mucosa delle guance il vestibolo della bocca e con la faccia interna formano la parete anterolaterale della cavità buccale propriamente detta.

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10
Q

DENTI definizione e formula dentaria e funzione

A

Nell’adulto sono 32:
-16 nell’arcata mascellare (superiore)
-16 nell’arcata mandibolare (inferiore)
Dividendo ogni arcata a metà si ottengono le emiarcate dove si trovano, a partire dalla linea mediana, 2 INCISIVI,1 CANINO, 2 PREMOLARI, 3 MOLARI.

FUNZIONE:masticatoria, fonatoria, fisiognomica.

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11
Q

DENTI sito e mezzi di fissità

A

MEZZI DI FISSITÀ
Legamento periodontale e periodonto in generale.

SITO Alveoli dentali (dell’arcata mascellare e mandibolare).

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12
Q

DENTI descrizione macroscopica

A

I denti permanenti sono formati da:
- CORONA: esterna, si distinguono un margine incisale (denti anteriori), una faccia masticatoria
(denti posteriori), una faccia vestibolare (verso la volta del vestibolo della bocca), una faccia
linguale (verso la cavità buccale) e due facce di contatto (spazio interdentale). - COLLETTO;
- RADICE: interna.

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13
Q

DENTI INCISIVI

A

-8
- Tra i 6-9 anni
- Radice unica
- Funzione: prensione e incisione del cibo
- Estetica: denti maggiormente visibili
- Fonetica: pronuncia di S V F
- Corona a forma di cuneo o piramide
appiattita
- Margine incisale tagliente, faccia linguale
concava

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14
Q

DENTI CANINI

A

-4
- Tra i 9-11 anni
- Radice unica, per lunghezza e spessore della
radice sono i più stabili dell’arcata
- Funzione: guidano movimenti di lateralità
- Estetica: determinano una sporgenza detta
bozza canina
- orona a forma di piramide triangolare
appuntita

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15
Q

DENTI PREMOLARI

A

-8
- Solo nella dentatura permanente,
sostituiscono i molari decidui
- Tra i 10-12 anni
- Radice unica tranne nel 1 premolare
superiore
- 2 cuspidi: una vestibolare e una linguale
- Corona cilindrica e superficie masticatoria
con 2 cuspidi
- Con i molari formano i denti laterali

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16
Q

DENTI MOLARI

A
  • 12
  • Denti monofisiari (non sostituiscono denti
    dal latte)
  • Ilprimoa6,ilsecondoa12ilterzotrai18
    e 25 anni
  • 3-5 cuspidi
  • 2-3 radici
  • Corona cubica
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17
Q

DENTI descrizione microscopica

A

Formato da 4 tessuti:
* SMALTO: riveste la corona, 96% materiale inorganico (cristalli d iidrossiapatite organizzati in
prismi separati da sostanza interprismatica), 4% acqua. T. avascolare, acellulare, senza
terminazioni nervose e durissimo per l’elevata mineralizzazione;
* CEMENTO: riveste la radice (fa parte del parodonto). T. connettivo parodontale calcificato non
vascolarizzato. Può essere di due tipi:
- Cellulare: nel terzo apicale della radice, ha lacune cementocitarie con i CEMENTOCITI. Le
fibre collagene intrinseche hanno decorso parallelo alla superficie esterna.
- Acellulare: copre la radice. Le fibre collagene hanno andamento perpendicolare alla
superficie esterna e formano la parte terminale del legamento periodontale.
* DENTINA: t. connettivo avascolare mineralizzato. Circoscrive la camera pulpare in corona e radice. Formato da fibre collagene mineralizzate e attraversato da processi odontoblastici in
tubuli dentinali. La formazione di dentina è continua durante la vita del dente.
* POLPA: unico tessuto molle dove decorrono vasi e nervi, occupa la cavità centrale (cavità pulpare). All’apice di ciascuna radice la cavità comunica con l’esterno attraverso il forame
apicale.

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18
Q

DENTI origine embriologica

A

Vi sono 2 dentizioni successive:
1. DENTATURADECIDUA:dalla6^settimanadivitaintrauterinafinoaidueanniemezzo.Identi
da latte sono 20.
2. DENTATURA PERMANENTE: si ha prima un periodo di dentatura mista. I denti definitivi
crescono dal 6° anno fino al 21° anno (con i denti del giudizio).
Le fasi sono:
6^-7^ settimana→dall’ectoderma che riveste gli archi mascellari e mandibolari le cellule si approfondano nel mesenchima sottostante formando 20 GEMME DENTALI.
11^ settimana→STADIO A COPPA: le gemme si rigonfiano e si ripiegano formando la struttura dell’ORGANO DELLO SMALTO che delimita un epitelio adamantino interno ed esterno, tra i quali si trova il reticolo stellato. Il mesenchima attorno prolifera formando il SACCO DENTALE, il mesenchima sotto la coppa forma la PAPILLA DENTARIA.
14^ settimana→STADIO A CAMPANA: inizia l’abbozzo della corona del dente:
*Cellule mesenchimali della papilla dentaria→preodontoblasti→ODONTOBLASTI (per la produzione di predentina che calcifica diventando dentina);
* Cellule ectodermiche dell’organo dello smalto → preameloblasti → AMELOBLASTI. L’ameloblasto produce un sottile strato di matrice che subito mineralizza con cristalli di idrossiapatite formando lo smalto.
*Cellule mesenchimali del sacco dentale→CEMENTOBLASTI che producono cemento dopo che è terminato lo sviluppo della corona. A questo punto inizia la formazione della radice: epitelio interno e esterno si uniscono a livello del colletto formando la guaina epiteliale radicolare che cresce nel mesenchima.

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19
Q

DENTI vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie→denti superiori: A. MASCELLARE→rami alveolari superiori, posteriori e anteriori →denti inferiori: rami dentali dell’A. ALVEOLARE INFERIORE
Vene→denti superiori: V. ALVEOLARI SUPERIORI e V. INFRAORBITARIA →denti inferiori: V. ALVEOLARI INFERIORI

INNERVAZIONE
Nervi → N. TRIGEMINO con n. alveolari posteriori/anteriori, superiori/inferiori La polpa ha:
- FIBRE MIELINICHE sensitive correlate al dolore acuto;
- FIBRE AMIELINICHE sensitive simpatiche correlate al dolore cronico.
DRENAGGIO
L. SOTTOMANDIBOLARI e L. CERVICALI PROFONDI

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20
Q

PARODONTO definizione

A

Insieme dei tessuti duri e molli che circondano e stabilizzano il dente.

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21
Q

GENGIVA definizione e sito e funzione

A

Parte di mucosa masticatoria.

RIFERIMENTI MORFO-FUNZIONALI Riveste i processi alveolari e circonda il colletto dei denti.

SITO
Tra i singoli denti forma la PAPILLA GENGIVALE detta anche gengiva libera. Il versante linguale continua:
-Nell’arcata mascellare con la mucosa del palato duro;
-Nell’arcata mandibolare con la mucosa del pavimento della cavità buccale.

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22
Q

GENGIVA descrizione microscopica

A

Mucosa diversa:
-GENGIVA LIBERA → superficie di tipo masticatorio, epitelio squamoso stratificato
cheratinizzato, lamina propria con papille coniche;
-SUPERFICIE INTERNA → epitelio squamoso stratificato non cheratinizzato (epitelio
sulculare), lamina propria senza papille.

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23
Q

GENGIVA vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie → GENGIVA SUPERIORE
- A. MASCELLARE A. ALVEOLARI SUPERIORI (post. e ant.) per versante vestibolare
(porzione pterigopalatina) A. PALATINA MAGGIORE (versante palatale)
- Rami perforanti A. INFRAORBITARIA
Rami A. BUCCALE
GENGIVA INFERIORE
- A. MASCELLARE→A. ALVEOLARE INFERIORE
(porzione mandibolare)
- Rami A. MENTALE
- Rami A. LABIALE INFERIORE per la mucosa alveolare
- Rami A. MILOIOIDEA
Vene→affluenti V. FACCIALE, V. LINGUALE, PLESSO PTERIGOIDEO

Nervi →
GENGIVA SUPERIORE
- Versante vestibolare: N. ALVEOLARI SUPERIORI (post/med/ant)
- Versante palatale: rami da N. PALATINO MAGGIORE e MINORE GENGIVA INFERIORE
N. ALVEOLARE INF→rami gengivali

DRENAGGIO LINFATICO Linfatici→ai L. SOTTOMANDIBOLARI e L. STERNOCLEIDOMASTOIDEI SUPERIORI

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24
Q

LEGAMENTO PERIODONTALE definizione, sito e rapporti

A

Complesso connettivale.
SITO Spazio periodontale tra la superficie radicolare e la parete della cavità alveolare.
RAPPORTI In alto continua con il t. connettivo gengivale. Negli apici radicolari continua con la polpa dentale.

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25
Q

LEGAMENTO PERIODONTALE struttura

A

Formato da fasci collagene che si fissano al cemento e all’osso come FIBRE DI SHARPEY, che sono organizzate in 5 gruppi:
1. Gruppodellacrestaalveolare(dalcollettoversolacrestaalveolare); 2. Gruppoorizzontale(dalcollettoall’ossoalveolare);
3. Gruppoobliquo;
4. Gruppoapicale(dagliapiciradicolariversol’ossoalveolare);
5. Gruppointerradicolare(traleradicideidentipluridicolari).
COMPONENTE CELLULARE: cementoblasti, osteoblasti, fibroblasti, cellule mesenchimali.

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26
Q

LEGAMENTO PERIODONTALE funzione e vascolarizzazione e innervazione

A

Le sue funzioni sono:
- Protegge i tessuti circostanti da eccessive sollecitazioni occlusionali;
- Assicura il dente a osso e cemento;
-Con i propriocettori garantisce l’adeguamento occlusale all’entità dei carichi masticatori.
VASCOLARIZZAZIONE INNERVAZIONE

Sono presenti vasi sanguigni tra i fasci di fibre collagene.
I nervi hanno terminazioni propiocettive sensibili alla pressione.

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27
Q

PALATO DURO definizione e sito

A

2/3 anteriori del palato. Scheletro osseo formato dai processi palatini delle 2 ossa mascellari e lamine orizzontali delle 2 ossa palatine. Dalla fusione delle due lamine palatine si forma il RAFE PALATINO che termina in avanti con la papilla incisiva. Ai lati del rafe vi sono le CRESTE PALATINE TRASVERSE.
SITO
- Anteriormente e lateralmente confina con le gengive dell’arcata gengivodentale superiore;
- Posteriormente confina con il palato molle;

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28
Q

PALATO DURO struttura

A

TONACA MUCOSA: superficiale, aderente al periostio. È di tipo masticatorio, epitelio squamoso stratificato cheratinizzato, la tonaca propria fibrosa ha numerose papille alte e sottili.
- Anteriormente: ci sono tralci fibrosi che si fissano al periostio delimitando compartimenti riempiti da t. adiposo;
- Posteriormente: i compartimenti sono occupati dai lobuli delle G. PALATINE (tubuloacinose ramificate a secrezione mucosa).

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29
Q

PALATO DURO vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie→A. PALATINA MAGGIORE→rami della a. palatina discendente e della a. mascellare. Vene→ scarse, vanno in quelle del palato molle o al plesso pterigoideo.

Nervi→N. MASCELLARE→ramo nasopalatino, n. palatini anteriori
È presente duplice innervazione SIMPATICA, PARASIMPATICA per g. palatine e vasi. Simile a quella delle labbra.

Linfatici→ai L. CREVICALI PROFONDI

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30
Q

PALATO MOLLE definzione e sito e funzione

A

Lamina muscolare rivestita sulle due facce da mucosa.
SITO Posteriormente al palato duro
RIFERIMENTI MORFO- FUNZIONALI
Isola il rinofaringe rispetto alla cavità orale durante la deglutizione.

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31
Q

PALATO MOLLE descrizione macroscopica

A

Si distinguono:
- FACCIA INFERIORE buccale, liscia e concava, percorsa dal rafe del palato molle;
- FACCIA SUPERIORE faringea, superficie irregolare con piccoli rilievi;
- MARGINE ANTERIORE continua nel palato duro;
- MARGINI LATERALI si fissano alla lamina laterale dei processi pterigoidei e continuano in
basso nelle pareti laterali della faringe;
- MARGINE INFERIORE libero, delimita l’istmo delle fauci, al centro presenta l’ugola palat

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32
Q

PALATO MOLLE descrizione microscopica

A

Dal versante orale a quello faringeo si distinguono:
1. MUCOSA ORALE: epitelio pavimentoso stratificato non cheratinizzato, tonaca propria
molto vascolarizzata con g. e gemme gustative.
2. STRATOMUSCOLARE:
m. glossopalatino:
Origine: faccia anteriore aponeurosi palatina;
Inserzione: alcuni fasci vanno nel setto linguale, altri si fondono con m. stiloglosso; Azione: costringe gli archi glossopalatini.
3. PIANO APONEUROTICO: scheletro fibroso nel margine anteriore del palato duro, lateralmente ai processi pterigoidei. È formato da fibre tendinee del:
m. tensore del palato
Origine: grande ala sfenoide, processo pterigoideo, cartilagine tuba uditiva; Inserzione: margine posteriore parte orizzontale del palatino;
Azione: tende il palato molle e dilata la tuba uditiva.
4. SECONDOSTRATOMUSCOLARE:sopral’aponeurosi m. elevatori del palato:
Origine: faccia inferiore piramide del temporale, lamina laterale cartilagine tubarica; Inserzione: faccia posteriore aponeurosi palatina;
Azione: eleva il palato molle, costringe l’orifizio faringeo della tuba uditiva.
m. faringopalatini
Origine: faccia posteriore aponeurosi palatina, uncino pterigoideo, c. tuba uditiva; Inserzione: a livello della faringe si divide in fasci laterali (margine posteriore c. tiroidea della faringe) e mediali (rafe mediano faringe);
Azione: eleva faringe e laringe, dilata la tuba uditiva. m. azigos (= CORPO DELL’UGOLA)
Origine: faccia posteriore aponeurosi palatina; Inserzione: apice ugola;
Azione: solleva e accorcia l’ugola.
5. SOTTOMUCOSA: t. connettivo lasso.
6. MUCOSA FARINGEA: di tipo respiratorio. Epitelio cilindrico ciliato con cellule caliciformi, tonaca propria con t. linfoide, fibre elastiche e g. tubuloacinose a secrezione mista.

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33
Q

PALATO MOLLE vascolarizzazione, innervazione, drenaggio

A

Arterie →
- A. MASCELLARE→A. PALATINA DISCENDENTE
- A. FACCIALE→A. PALATINA ASCENDENTE
- A. CAROTIDE ESTERNA→A. FARINGEA ASCENDENTE Vene→sono divise in:
- V. PALATINE SUPERIORI→PL. PTERIGOIDEO
V. PALATINE INFERIORI (con v. delle tonsille e base della lingua)→V. GIUGULARE INTERNA

INNERVAZIONE
Nervi →
- N. FACCIALE (con il plesso faringeo)→m. tranne m. tensore del palato (innervato dal ramo
mandibolare del n. trigemino);
- N. PALATINO ANT/MEDIO/POST, N. MASCELLARE → rami sensitivi e per le g.; - N. GLOSSOFARINGEO→calici gustativi;
Fibre pregangliari: da neuroni del nucleo nasolacrimale.

DRENAGGIO LINFATICO - Linfatici SUPERIORI→L. RETROFARINGEI
- Linfatici INFERIORI→L. CERVICALI PROFONDI (nel ventre posteriore del m. digastrico)

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34
Q

SOLCO SOTTOLINGUALE definizione e rapporti

A

Parte ristretta del pavimento della cavità buccale.
RAPPORTI
- SUPERIORMENTE: faccia inferiore lingua;
- IN AVANTI e SUI LATI: faccia linguale arcate gengivodentali; - POSTERIORMENTE: archi glossopalatini.

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35
Q

SOLCO SOTTOLINGUALE descrizione macroscopica

A

Al centro ha il FRENULO DELLA LINGUA ai lati del quale c’è la CARUNCOLA SOTTOLINGUALE. (All’apice sboccano il dotto sottomandibolare e il dotto della g. sottolinguale maggiore). La caruncola va in fuori con un rilievo detto PIEGA SOTTOLINGUALE dove si aprono dotti escretori minori della g. sottolinguale.
È tappezzato da mucosa delle gengive (sottile), presenta poi una tonaca sottomucosa lassa e un piano muscolare in profondità.

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36
Q

LINGUA definizione

A

Organo mobile formato da una consistente massa muscolare, con il solco sottolinguale forma il pavimento della cavità buccale. Complesso fibromuscolare rivestito da tonaca mucosa e in alcune parti anche sottomucosa, accoglie le g. linguali e i calici gustativi (organo del gusto).

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37
Q

LINGUA descrizione macroscopica

A

Formata da:
-CORPO:
* Apice: sottile e arrotondato, in rapporto con gli incisivi;
* Dorso: convesso e depresso nel solco mediano;
* Faccia inferiore: con un solco mediano che va fino al frenulo della lingua, nelle parti laterali
decorrono le pieghe fimbriate;
* Margini laterali: arrotondati e assottigliati dal dietro all’avanti;
-RADICE: t. connettivo (con vasi, nervi) e muscoli. Va dalla mandibola all’o. ioide.
NB: corpo e radice sono separati dal SOLCO TERMINALE A V (con forame cieco del canale
tireoglosso).

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38
Q

LINGUA descrizione al taglio e microscopica

A

SCHELETRO FIBROSO
1. MEMBRANA IOGLOSSA: alla base della lingua. Dal margine superiore del corpo dello ioide termina libera in alto. Dà attacco al setto linguale nella sua faccia linguale.
2. SETTO LINGUALE: sagittale, tra i m. genioglossi, con la punta raggiunge l’apice linguale. Lateralmente dà attacco a fasci muscolari.

MUSCOLI
1. ESTRINSECI
M. genioglosso→più voluminoso, lamina triangolare sagittale.
O: spina mentale;
I: fasci in alto all’apice della lingua, medi al dorso della lingua, inferiori corpo ioide e base epiglottide;
A: fasci in alto abbassano e retraggono la lingua, fasci medi protrudono la lingua, fasci inferiori tirano avanti lo ioide.
M. ioglosso
O: margine superiore corpo ioide;
I: fasci posteriori e medi al setto linguale, fasci anteriori all’apice della lingua;
A: tira la lingua in dietro e in basso.
M. condroglosso
O: piccolo corno dello ioide;
I: margine laterale corpo della lingua, si fonde con m. longitudinale inferiore;
A: tira la lingua in basso e in dietro.
M. stiloglosso
O: apice processo stiloideo, leg. stilomandibolare;
I: fascio interno attraversa m. ioglosso e si inserisce sul setto linguale, fascio esterno va fino all’apice della lingua;
A: sposta la lingua superiormente e dorsalmente.
M. glossopalatino (vedi palato molle)
M. faringoglosso (vedi m. costrittore superiore della faringe)
M. amigdaloglosso
O: aponeurosi faringea;
I: alla base della lingua sulla linea mediana si fonde con il controlaterale; A: solleva la base della lingua.
2. INTRINSECI
M. longitudinale superiore
O,I: profondamente alla lamina propria, decorre superficialmente su dorso e corpo della base della lingua;
A: accorcia la lingua.
M. longitudinale inferiore
O: lamina propria base della lingua;
I: sottomucosa faccia inferiore del corpo;
A: accorcia la lingua e tira l’apice in dietro e in basso.
M. trasverso
O: con fasci dalle due facce del setto linguale;
I: sottomucosa margini linguali;
A: accorcia il diametro trasverso della lingua.
M. verticale
O: lamina propria del dorso;
I: sottomucosa faccia inferiore;
A: appiattisce la lingua.

TONACA MUCOSA
EPITELIO: pavimentoso stratificato non cheratinizzato. LAMINA PROPRIA: t. connettivo denso.
Ha un aspetto diverso nelle varie parti:
- FACCIA SUPERIORE CORPO: vellutata per la presenza di PAPILLE:
1. FILIFORMI:sututtoildorsodellalingua,nelloroapicehannodelle propaggini filamentose. Sono organi abrasivi per il cibo e hanno
funzioni di meccanorecettori.
2. FUNGIFORMI:nellapuntaailatidellalingua.Baseristrettaeapice
rigonfio. Hanno 1-3 calici gustativi.
3. VALLATE: 9-11 formano il V linguale. Formate da un rilievo
connettivale cilindrico, l’epitelio si affonda e risale attorno alla papilla formando un vallo con calici gustativi. Sul fondo del vallo ci sono g. di Von Ebner e salivari minori a secrezione sierosa.
4. FOLIATE:pocosviluppatenell’uomo,neimarginidelcorpolinguale.
-FACCIA INFERIORE CORPO: tonaca mucosa liscia, sottile e
vascolarizzata.
- FACCIA DORSALE DELLA RADICE: superficie irregolare con sporgenze
tondeggianti (mammelloni) dovute all’accumulo di materiale linfoide che nell’insieme formano la TONSILLA LINGUALE con annesse g. mucose.

TONACA Assente nella faccia superiore del corpo, abbondante nella faccia SOTTOMUCOSA dorsale della base dove ci sono molte g.

GHIANDOLE
Si trovano nella lamina propria mucosa, sottomucosa, tra i fasci muscolari:
- ANTERIORI: i dotti si aprono lungo le pieghe fimbriate, ai lati del
frenulo e vicino all’apice della lingua. Secrezione mista.
- LATERALI: secrezione mucosa o mista.
- POSTERIORI: possono essere profonde del corpo (g. gustative a
secrezione sierosa) o superficiali della base (mucose).

CALICI GUSTATIVI
Sono gli organi del gusto, si trovano nello spessore dell’epitelio pavimentoso che riveste la prima parte del canale alimentare. Numerose nella lingua (nelle papille vallate, foliate e fungiformi)
Si tratta di corpuscoli epiteliali formati da 50-150 cellule. Hanno un polo profondo a contatto con la membrana basale e uno superficiale dove il calice esce all’esterno con il poro gustativo. Vi sono:
- Cellule epiteliali gustative: ricevono gli stimoli e sono collegate con una giunzione cito-neurale al nervo. Nella porzione apicale hanno dei peli gustativi con recettori (G-protein per dolce amaro e umami; canali ionici per aspro e salato);
- Cellule di sostegno a pilastro (periferia del calice) o a bastoncello (in rapporto con cellule gustative);
- Cellule basali nella parte profonda, sono considerate staminali.

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39
Q

LINGUA muscoli estrinseci e intrinseci

A
  1. ESTRINSECI
    M. genioglosso→più voluminoso, lamina triangolare sagittale.
    O: spina mentale;
    I: fasci in alto all’apice della lingua, medi al dorso della lingua, inferiori corpo ioide e base epiglottide;
    A: fasci in alto abbassano e retraggono la lingua, fasci medi protrudono la lingua, fasci inferiori tirano avanti lo ioide.
    M. ioglosso
    O: margine superiore corpo ioide;
    I: fasci posteriori e medi al setto linguale, fasci anteriori all’apice della lingua;
    A: tira la lingua in dietro e in basso.
    M. condroglosso
    O: piccolo corno dello ioide;
    I: margine laterale corpo della lingua, si fonde con m. longitudinale inferiore;
    A: tira la lingua in basso e in dietro.
    M. stiloglosso
    O: apice processo stiloideo, leg. stilomandibolare;
    I: fascio interno attraversa m. ioglosso e si inserisce sul setto linguale, fascio esterno va fino all’apice della lingua;
    A: sposta la lingua superiormente e dorsalmente.
    M. glossopalatino (vedi palato molle)
    M. faringoglosso (vedi m. costrittore superiore della faringe)
    M. amigdaloglosso
    O: aponeurosi faringea;
    I: alla base della lingua sulla linea mediana si fonde con il controlaterale; A: solleva la base della lingua.
  2. INTRINSECI
    M. longitudinale superiore
    O,I: profondamente alla lamina propria, decorre superficialmente su dorso e corpo della base della lingua;
    A: accorcia la lingua.
    M. longitudinale inferiore
    O: lamina propria base della lingua;
    I: sottomucosa faccia inferiore del corpo;
    A: accorcia la lingua e tira l’apice in dietro e in basso.
    M. trasverso
    O: con fasci dalle due facce del setto linguale;
    I: sottomucosa margini linguali;
    A: accorcia il diametro trasverso della lingua.
    M. verticale
    O: lamina propria del dorso;
    I: sottomucosa faccia inferiore;
    A: appiattisce la lingua.
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40
Q

LINGUA funzioni

A

Le sue funzioni sono:
-Assunzione cibo; -Masticazione;
-Formazione bolo alimentare; -Deglutizione;
-Sensibilità gustativa (e tattile); -Fonazione.

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41
Q

LINGUA origine embriologica

A

Alla fine della 4^ settimana sul pavimento della faringe primitiva compare un RIGONFIAMENTO LINGUALE MEDIANO, dietro questo si sviluppano 2 RIGONFIAMENTI LATERALI OVALI derivanti dal mesenchima della prima coppia di archi faringei.
- 2/3 anteriori della lingua→fusione dei rigonfiamenti laterali su quello mediano (punto di fusione forma il V linguale);
- 3° posteriore della lingua→da 2 sporgenze che si evolvono caudalmente: ▪COPULA dalla 2 coppia di archi faringei;
▪EMINENZA IPOFARINGEA da 3°- 4° coppia di archi faringei; copre la copula.
I m. della lingua derivano da mioblasti che migrano dei miotomi occipitali.

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42
Q

LINGUA vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie →
-A. LINGUALE→A. LINGUALE DORSALE
- rami di A. PALATINA ASCENDENTE e A. FARINGEA ASCENDENTE
- A. SOTTOLINGUUALE→ A. LINGUALE PROFONDA (mucosa del pavimento)
Vene →
V. SOTTOLINGUALI
V. LINGUALI PROFONDE V. LINGUALE→V. GIUGULARE INTERNA
V. DORSALE
V. DEL NERVO IPOGLOSSO

INNERVAZIONE
Nervi →
- N. IPOGLOSSO→componente motoria per tutti i m. tranne m. glossopalatino (n. accessorio); - Trigemino→n. mandibolare→RAMO LINGUALE per sensibilità generale 2/3 anteriori;
- N. intermedio→N. LINGUALE per sensibilità gustativa 2/3 anteriori;
- 9-10 paia per sensibilità gustativa del 3° posteriore.
DRENAGGIO Rete nella mucosa con collettori che vanno in profondità
LINFATICO
Punta→L. SOTTOMENTALI
Corpo→L. SOTTOMANDIBOLARI→l. cervicali profondi

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43
Q

GHIANDOLE SALIVARI MAGGIORI definizione

A

3 grosse ghiandole extramurali pari che derivano dal rivestimento epiteliale della bocca primitiva. Producono saliva, un misto di:
- COMPONENTE MUCOSA: viscosa e idrofila;
- COMPONENTE SIEROSA: con proteine, acqua e elettroliti. Le sue funzioni sono quelle di:
- Lubrificare le pareti della bocca;
- Detergere (mantiene la sensibilità gustativa); - Dare consistenza al bolo alimentare;
- Inizia la digestione (enzimi come l’amilasi);
- Protezione antibatterica.

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44
Q

PAROTIDE definizione e sito

A

G. pari, più voluminose g. salivari maggiori. Hanno una parte superficiale e una profonda.
- Terminano profondamente appuntite con il PROCESSO FARINGEO che va nello spazio latero-
faringeo.
- Condotto escretore: DOTTO DI STENONE, emerge dalla faccia esterna, decorre sul m.
massetere, raggiunge il m. buccinatore lo perfora e si apre nella parete laterale del vestibolo della bocca. Attorno al dotto ci sono le g. malari.

SITO
LOGGIA PAROTIDEA: nella regione parotidea, a lato del collo, sotto il padiglione auricolare e il meato acustico esterno, dietro il ramo della mandibola e davanti al m. sternocleidomastoideo.

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45
Q

PAROTIDE rapporti

A
  • PARTE SUPERFICIALE (=faccia esterna, forma triangolare) - Anteriormente: m. massetere;
  • Posteriormente: m. sternocleidomastoideo;
  • Base: meato acustico esterno, arcata zigomatica;
  • Apice: g. sottomandibolare (divise dal setto interghiandolare);
  • PARTE PROFONDA (forma prismatica triangolare)
  • Anteriormente: m. massetere, ramo della mandibola, m. pterigoideo interno; -Posteriormente: processo mastoideo, m. sternocleidomastoideo, ventre posteriore del m.
    digastrico, m. stiliani;
  • Faccia superiore: articolazione temporomandibolare, meato acustico esterno.
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46
Q

PAROTIDE mezzi di fissità

A

Avvolte dalla FASCIA PAROTIDEA:
- Parte superficiale: a contatto con la g. e la cute;
- Parte profonda: riveste le pareti della loggia (non aderisce completamente alla parotide, in
mezzo c’è del t. connettivo).

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47
Q

PAROTIDE descrizione microscopica

A

ADENOMERI
a forma di acini
CONDOTTO PRETERMINALE -Lume ristretto -Singola fila di cellule appiattite
CONDOTTI SALIVARI (striati) -Cellule alte e prismatiche -Nucleo apicale -Parte basale con striature verticali data da invaginazioni del plasmalemma (labirinto basale ricco di mitocondri)
CONDOTTI INTERLOBULARI -Cellule senza labirinto basale
DOTTO DI STENONE
-Si apre nel vestibolo della bocca
-Epitelio cilindrico pluristratificato con intercalate cellule caliciformi mucipare

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48
Q

PAROTIDE tipo di secrezione

A

Secrezione SIEROSA

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49
Q

PAROTIDE vascolarizzazione innervazione e drenaggio

A

Arterie →
- A. CAROTIDE ESTERNA: prima in rapporto con la faccia posteriore, vi penetra dando rami
PAROTIDEI e AULICOLARI POSTERIORI, si divide nei suoi rami terminali: A. MASCELLARE
INTERNA, A. TEMPORALE SUPERFICIALE
- rami da A. TRASVERSA DELLA FACCIA
Vene→(da unione di v. mascellare e v. temporale superficiale)→V. GUIGULARE ESTERNA attraversa la parotide ed esce decorrendo su m. sternocleidomastoideo.

Nervi →
- Innervazione PARASIMPATICA: da N. GLOSSOFARINGEO con n. auricolotemporale;
- Innervazione SIMPATICA: dal ganglio cervicale superiore della catena paravertebrale.
-N. FACCIALE (esce dal cranio da foro stilomastoideo) → rami terminali CERVICO- e TEMPOROFACCIALE;
-N. AURICOLOTEMPORALE (ramo del n. trigemino)→emerge sotto l’arcata zigomatica, dà fibre sensitive.

DRENAGGIO LINFATICO
L. PAROTIDEI
- Superficiali (faccia esterna) L. GIUGULARI ESTERNI, - Profondi (lungo carotide e giugulare esterna) L. CERVICALI PROFONDI

50
Q

GHIANDOLE SOTTOMANDIBOLARI definizione e sito

A

G. a forma di prisma triangolare con faccia laterale, mediale e inferiore e condotto terminale: DOTTO DI WHARTON: 4-5 cm, sbocca dalla faccia mediale e va fino al solco sottolinguale decorrendo sulla faccia interna della g. sottolinguale.
SITO
Regioni sopraioidee accolte in logge sottomandibolari.

51
Q

GHIANDOLE SOTTOMANDIBOLARI rapporti

A

Faccia mandibolare:
- ANTERIORMENTE: fossa sottomandibolare mandibola;
- POSTERIORMENTE: m. pterigoideo interno, tra la ghiandola e la mandibola decorrono a. v.
sottomentale, a. facciale.
Faccia mediale:
- M. miloioidei, m. ioglosso, m. stiloioideo, tendine intermedio m. digastrico; - Con un prolungamento arriva alla g. sottolinguale.
Faccia inferiore:
- Fascia cervicale superficiale;
- V. facciale anteriore.

52
Q

GHIANDOLE SOTTOMANDIBOLARI descrizione microscopica

A

Nei lobuli ci sono adenomeri dati da semilune sierose che continuano in tubuli mucosi.

53
Q

GHIANDOLE SOTTOMANDIBOLARI secrezione

A

Secrezione SIERO-MUCOSA, maggiormente sierosa.

54
Q

GHIANDOLE SOTTOMANDIBOLARI vascolarizzazione, innervazione, drenaggio

A

Arterie→A. FACCIALE→ramo sottomentale
Vene → Vanno nella V. SOTTOMENTALE e V. FACCIALE ANTERIORE
Nervi→c’è una doppia innervazione:
-Parasimpatica: fibre eccitosecretrici dal nucleo salivatorio superiore→N. FACCIALE, CORDA
DEL TIMPANO, N. LINGUALE→GANGLIO SOTTOMANDIBOLARE; - Simpatica: dal GANGLIO CERVICALE SUPERIORE
Linfatici→sono tributari dei L. SOTTOMANDIBOLARI→L. CERVICALI PROFONDI

55
Q

GHIANDOLE SOTTOLINGUALI definizione e sito

A

Agglomerato di piccoli lobuli, il più grande dei quali è la GHIANDOLA SOTTOLINGUALE MAGGIORE.
Condotti escretori: diversi, drenano ciascun lobulo della ghiandola. Quello principale decorre all’esterno del dotto sottomandibolare e sbocca nella caruncola sottolinguale.

SITO Pavimento cavità buccale, sotto il solco sottolinguale a livello del quale si apre nella cavità buccale.

56
Q

GHIANDOLE SOTTOLINGUALI rapporti

A

Faccia laterale: fossetta sottolinguale mandibola;
Faccia mediale:
- M. genioglosso
- N. linguale
- A. sottolinguale
- Dotto sottomandibolare Margine inferiore: m. miloioideo.

57
Q

GHIANDOLE SOTTOLINGUALI descrizione microscopica

A

Sono presenti tubuli mucosi alcuni dei quali vengono chiusi da semilune sierose. Non ci sono condotti preterminali.

58
Q

GHIANDOLE SOTTOLINGUALI secrezione

A

Secrezione SIEROMUCOSA, maggiormente mucosa.

59
Q

GHIANDOLE SOTTOLINGUALI vascolarizzazione, drenaggio, innervazione

A

Arterie→rami A. SOTTOLINGUALE, A. SOTTOMENTALE Vene → vanno a V. SOTTOLINGUALE, V. SOTTOMENTALE Parasimpatica: da ganglio sottomandibolare o sottolinguale Linfatici→vanno ai L. SOTTOMANDIBOLARI

60
Q

ISTMO DELLE FAUCI definizione

A

Per la comunicazione bocca-faringe, si distinguono: PAVIMENTO: base della lingua;
VOLTA: margine libero palato molle;
PARETI LATERALI: 2 archi palatini:
- GLOSSOPALATINO: anteriore, accoglie m. glossopalatino
- FARINGOPALATINO: posteriore, accoglie m. faringopalatino
delimitano la FOSSA TONSILLARE che contiene le TONSILLE

61
Q

TONSILLA definizione e sito

A

Organo linfoide pari, con la tonsilla linguale e altre formazioni linfoidi della faringe formano l’ANELLO DI WALDEYER.
SITO Cavo orale, istmo delle fauci.

62
Q

TONSILLA rapporti

A
  • Faccia mediale: verso l’istmo delle fauci;
  • Margine anteriore: arco e m. glossopalatino;
  • Margine posteriore: arco faringopalatino;
  • Faccia laterale: delimitata da una capsula fibrosa, in rapporto con fossa tonsillare;
  • Fossa tonsillare: m. amigdaloglosso, aponeurosi faringea, m. costrittore superiore della
    faringe, m. stiloglosso, n. glossofaringeo;
  • Faccia esterna: spazio faringomandibolare (distante 2 cm);
  • Polo inferiore: tonsilla linguale.
63
Q

TONSILLA descrizione macroscopica

A

Faccia mediale:
- Coperta da TONACA MUCOSA.che si compone di:
a. EPITELIO: pavimentoso stratificato poco cheratinizzato numerosi linfociti, macrofagi b. LAMINA PROPRIA: sollevata in papille sulla superficie libera e granulociti
- Ha orifizi che immettono nelle CRIPTE TONSILLARI (cavità coperte da mucosa), ogni piega che
delimita una cripta ha un asse connettivale dove decorrono vasi e nervi
Faccia laterale: avvolta da t. fibroso che forma la capsula che separa la tonsilla da piano m. profondo.

64
Q

TONSILLA funzione

A

Contiene molto t. linfoide con numerosi centri germinativi→la tonsilla trattiene antigeni e risponde ad essi con proliferazione di linfociti B.

65
Q

TONSILLA vascolarizzazione, drenaggio, innervazione

A

Arterie→A. FACCIALE→A. PALATINA ASCENDENTE→A. TONSILLARE (raggiunge l’organo sulla sua faccia laterale e perfora la capsula fibrosa).
Vene→sulla faccia laterale→PLESSO TONSILLARE→V. PALATINA ASCENDENTE.
Nervi → n. linguale e glossofaringeo → PL. TONSILLARE
Linfatici → tributari dei L. CERVICALI GIUGULODIGASTRICI

66
Q

ESOFAGO definizione e sito

A

Tratto del canale alimentare che collega la faringe allo stomaco.
SITO Estremità superiore nel collo, dopo la faringe, a livello della 6C, scende nel torace, passa il diaframma e scende nell’addome fino alla 10T, a livello della quale continua nello stomaco.

67
Q

ESOFAGO descrizione macroscopica

A

CURVATURE:
- PIANO SAGITTALE: da 6C a 4T è addossato alla colonna poi si sposta avanti; - PIANO FRONTALE: prima curva a SX e poi, sotto l’arco aortico, a DX.
RESTRINGIMENTI:
- CRICOIDEO = inizio esofago
- AORTICO tra i restringimenti si gonfia (aspetto fusiforme) - BRONCHIALE
- DIAFRAMMATICO

68
Q

ESOFAGO descrizione microscopica

A
  1. TONACA MUCOSA: sollevata in pieghe longitudinali che danno un aspetto stellato al lume, formata da:
    EPITELIO: pavimentoso stratificato non corneificato;
    LAMINA PROPRIA: connettivale densa, si possono trovare g. cardiali esofagee o aberranti.
  2. MUSCOLARISMUCOSAE:confascilongitudinali;
  3. TONACA SOTTOMUCOSA: connettivale lassa, contiene le G. ESOFAGEE mucose tubulari
    ramificate;
  4. TONACA MUSCOLARE: fibre striate all’inizio, poi lisce. Muscolatura disposta in uno strato
    interno circolare e uno esterno longitudinale;
  5. TONACAAVVENTIZIA:connettivalecont.elastico.
69
Q

ESOFAGO origine embriologica

A

Deriva dalla porzione anteriore dell’intestino primitivo. Inferiormente alla doccia tracheobronchiale l’intestino anteriore cresce notevolmente in lunghezza restando rettilineo.

70
Q

ESOFAGO vascolarizzazione, drenaggio, innervazione

A

Arterie →
- A. TIROIDEA INFERIORE
- A. BRONCHIALI
- A. INTERCOSTALI
- AORTA TORACICA
- FRENICHE INFERIORI
- GASTRICA SX
Vene→PL. PERIESOFAGEO→VCI e V. PORTA
Nervi →
- N. VAGO
- N. SIMPATICO
Linfatici→tributari di: L. CERVICALI PROFONDI, L. PARATRACHEALI, L. MEDIASTINICI L. POSTERIORI, L. GASTRICI SUPERIORI.

71
Q

ESOFAGO rapporti

A

Parte cervicale (4-5 cm)
- ANTERIORMENTE: trachea (uniti da fasci connettivali densi e fascetti muscolari), g. tiroide, m.
sternotiroideo e m. sternoioideo, n. ricorrente sx;
- POSTERIORMENTE: fascia cervicale profonda (separati da spazio retroesofageo);
- LATERALMENTE: lobi tiroidei, a. tiroidee inferiori, a. carotidi comuni.
Parte mediastinica (16 cm) divisa in 2 tratti in base al rapporto con bronco sx: 1. EPIBRONCHIALE
- ANTERIORMENTE: trachea, parte iniziale bronco sx;
- POSTERIORMENTE: C1-4T;
2. IPOBRONCHIALE
- ANTERIORMENTE: linfonodi biforcazione tracheale, faccia posteriore pericardio;
- POSTERIORMENTE: v. azigos, v. emiazigos, dotto toracico, aorta toracica; Rapporti laterali uguali nei due tratti:
- LATO DX: v. azigos, pleura mediastinica→forma un cul de sac (seno inter-azigos-esofageo)
- LATO SX: pleura mediastinica, arco aortico e aorta discendente.
Parte diaframmatica (1-2 cm)
- M. frenoesofageo
Parte addominale (3 cm)
- ANTERIORMENTE: coperto da peritoneo, faccia inferiore lobo SX fegato; - POSTERIORMENTE: aorta addominale, pilastri mediali del diaframma;
- DX: fegato;
- SX: fondo dello stomaco.

72
Q

STOMACO definzione e sito

A

Tratto dilatato del canale alimentare tra esofago e intestino. Capacità media: 1200 ml
Lunghezza: 20-30 cm
Diametro trasverso: 5-10 cm
Forma: sacca allungata. Estremità prossimale espansa a cupola a sx. Estremità distale in basso a dx.
[In base alla costituzione dell’individuo ci sono 3 forme tipiche: stomaco verticale a uncino (normotipo), stomaco allungato a sifone (longitipo), stomaco a corno di torello (brachitipo)].

SITO Nella cavità addominale, sotto il diaframma e sopra il colon trasverso. Occupa l’ipocondrio sx e parte dell’epigastrio.

73
Q

STOMACO rapporti

A
  • Fondo: lobo sx fegato e cupola diaframmatica (grazie alla quale entra in contatto con pericardio, cuore e polmone sx).
  • Parete anteriore:
    a. Toracica (5^-9^ costa): lobo sx fegato, diaframma e m. trasverso dell’addome; b. Addominale:fegato,incontattoconl’addometramiteTRIANGOLODILABBÈ.
  • Parete posteriore (dall’alto in basso): diaframma, seno pleurale costodiaframmatico sx, milza, g. surrenale, rene sx, pancreas, mesocolon e colon trasverso, duodeno, anse del tenue.
  • Piccola curvatura: lobo sx fegato, aorta, pilastri mediali diaframma, a. celiaca, plesso celiaco e colonna vertebrale.
  • Grande curvatura: centro tendineo del diaframma (cuore), m. trasverso dell’addome, flessura sx del colon e colon trasverso.
  • Cardias: pilastro sx diaframma, lobo sx fegato, vi decorre il n. vago.
  • Piloro: testa del pancreas, lobo quadrato fegato.
74
Q

STOMACO mezzi di fissità

A

PERITONEO: avvolge lo stomaco e forma delle pieghe d’unione con gli organi vicini, si compone di:
- Lamina anteriore: verso grande cavità peritoneale;
- Lamina posteriore: verso la borsa omentale.
Lo stomaco è teso tra due foglietti che derivano dal mesogastrio ventrale e dorsale:
- GRANDE OMENTO: ampio grembiule striato per la presenza di vasi intorno ai quali c’è
materiale adiposo; termina con un margine libero davanti alle anse intestinali;
- PICCOLO OMENTO: con una porzione epato-gastrica e una epato-duodenale, si porta all’ilo del fegato con v. porta, a. epatica e dotto coledoco; contiene la borsa omentale. Il margine dx
libero delimita il forame epiploico. LEGAMENTI:
- GASTROFRENICO: cardias, faccia posteriore esofago e fondo non hanno rivestimento
peritoneale→contatto diretto con diaframma;
- GASTROLIENALE: unione delle lamine anteriore e posteriore del peritoneo, dalla faccia
posteriore dello stomaco all’ilo della milza;
- GATROCOLICO: unione delle lamine peritoneali, dalla grande curvatura dello stomaco alla
flessura sx del colon, colon trasverso, flessura colica dx e duodeno (forma la RADICE ANT. DEL
GRANDE OMENTO);
- EPATOGASTRICO: lungo la piccola curvatura continua a dx con PICCOLO OMENTO
- EPATODUODENALE: più spesso; (vedi fegato)

75
Q

STOMACO descrizione macroscopica

A
  • Parete anteriore
  • Parte toracica: corrisponde allo SPAZIO SEMILUNARE DI TRAUBE (di solito è occupato da gas
    ed è importante per la percussione e l’auscultazione);
  • Parte addominale;
  • Parete posteriore;
  • Margini:
  • DX→PICCOLA CURVATURA: concava, lunga 15 cm. Scende prima verticalmente, si inflette in
    alto e indietro (piega angolare) e raggiunge il piloro.
  • SX→GRANDE CURVATURA: convessa, lunga 40 cm. Va in alto e forma con l’angolo sx
    dell’esofago l’incisura cardiale, fa una curva aperta inferiormente che delimita il fondo dello
    stomaco e poi scende in basso fino al piloro.
  • Orifizio superiore: CARDIAS (esofago-stomaco).
  • Orifizio inferiore: PILORO (stomaco-duodeno). Si può dividere in 4 parti:
    1. CARDIAS:subitosottolosboccoesofageo;
    2. FONDO: parte più alta con forma a cupola, ha la BOLLA GASTRICA (regola la pressione e
    impedisce il reflusso);
    3. CORPO:vainbassoeverticalmenterestringendosi(attivitàperistaltica);
    4. PARTE PILORICA: va obliquamente, in alto e a dx formando la piega angolare, vi si
    distinguono un antro e un canale pilorico (funzione evacuatrice).
    DESCRIZIONE AL TAGLIO
    STOMACO VUOTO: superficie interna sollevata in pieghe gastriche (longitudinali) anastomizzate che formano una docciatura che collega esofago e parte pilorica stomaco. STOMACO DISTESO: scompaiono le pieghe gastriche e si vedono i solchi permanenti che delimitano le areole gastriche con fossette gastriche nel cui fondo si aprono le g. dello stomaco. Tra le fossette gastriche la mucosa si solleva in creste.
76
Q

STOMACO descrizione microscopica

A
  1. TONACA MUCOSA: sollevata in areole gastriche. Formata, dall’interno all’esterno da:
    - EPITELIO DI RIVESTIMENTO: cellule alte, prismatiche con rari microvilli nella superficie libera. Nucleo nella metà basale con sotto RER e mitocondri, sopra Golgi molto sviluppato. Dal Golgi si staccano granuli di secreto (muco gastrico) che viene liberato per esocitosi nello stomaco e che ricopre tutta la superficie interna dello stomaco proteggendolo dall’azione di enzimi
    proteolitici.
    - LAMINA PROPRIA: t. connettivo lasso con fibre collagene ed elastiche, fibrociti, macrofagi
    granulociti, plasmacellule e ammassi linfoidi. Presenti molti capillari sanguigni con endotelio forato. Nella sua parte profonda accoglie diversi tipi di g. gastriche, che si dividono in:
  2. G. CARDIALI: tubulari, cellule che secernono glicoproteine neutre, citoplasma pallido e schiumoso. Nucleo basale.
  3. G. GASTRICHE PROPRIAMENTE DETTE: nel fondo e nel corpo dello stomaco. Tubulari semplici con lume ristretto. Si aprono nelle fossette gastriche. Lungo il tubulo si trovano:
    3.
    - - -
    -
    -
    Cellule staminali: vicino allo sbocco delle g., citoplasma con pochi organelli, superficie libera con qualche microvillo, nucleo in posizione mediana.
    Cellule del colletto: si trovano vicino al collo delle g., nella parte apicale hanno molti granuli di secreto formato da proteoglicani acidi.
    Cellule principali: alte, prismatiche, nucleo in posizione intermedia, RER e Golgi molto sviluppati. Dal Golgi partono i granuli di secreto che vanno verso la parte apicale (pepsinogeno e rennina).
    Cellule di rivestimento: collo assottigliato e corpo voluminoso che sporge nella superficie esterna del tubulo. Acidofile (producono HCl), ricche di mitocondri rotondeggianti (sviluppati per dare l’energia per il trasporto attivo di ioni), Golgi tra nucleo e superficie basale. Hanno capillari di secrezione intracellulare: canalicoli che dal lume continuano nel corpo della cellula e facilitano la secrezione. Oltre ad HCl producono anche il fattore intrinseco (glicoproteina che lega il fattore B12 rendendolo assorbibile).
    Cellule endocrine: producono serotonina (stimola la muscolatura liscia). Hanno Golgi e RER abbastanza sviluppati.
    G. PILORICHE: tubuli ghiandolari ramificati con cellule che secernono glicoproteine neutre. Tra queste cellule ci sono cellule di rivestimento, cellule G (gastrina) ed endocrine (serotonina). Le varie cellule comunicano con attività paracrina.
    - MUSCOLARIS MUCOSAE: molto sviluppata. Ha uno strato interno (circolare) e uno esterno (longitudinale).
  4. TONACA SOTTOMUCOSA: t. connettivo lasso con fibre elastiche e cellule adipose.
  5. TONACAMUSCOLARE:spessa,trastratolongitudinaleetrasversalesiinterponeunostrato di fibre oblique (solo nella grande curvatura e regione cardiale). A livello pilorico lo strato
    interno è sviluppato a formare lo sfintere pilorico.
  6. TONACA SIEROSA: data dal peritoneo formato da mesotelio, strato sottomesoteliale uniti
    alla muscolare dalla sottosierosa.
77
Q

STOMACO funzione

A

Ha la funzione di accumulare e digerire alimenti con succo gastrico: contiene enzimi per la degradazione di proteine (pepsina), lipidi (lipasi) che lavorano in modo ottimale in ambiente acido, per questo la gastrina produce HCl.

78
Q

STOMACO origine embriologica

A

Dalla 5^ settimana l’intestino primitivo aumenta di dimensioni formando un rigonfiamento che diventerà lo stomaco. Questo è collegato alle pareti addominali con i mesogastri dorsale e ventrale. Vi è poi una rotazione di 90° in senso orario dello stomaco che porta
- Margine anteriore con piccola curvatura a dx;
- Margine posteriore con grande curvatura a sx;
- Mesogastrio ventrale va a dx→leg. epatogastrico; - Mesogastrio dorsale va a sx→borsa omentale.

79
Q

STOMACO vascolarizzazione, drenaggio e innervazione

A

Arterie→TRONCO CELIACO GASTROEPATICA e LIENALE
Vene →V. PORTA

INNERVAZIONE
PARASIMPATICO: N. VAGHI→2 plessi: GASTRICO ANTERIORE E POSTERIORE.
SIMPATICO: 5-8 segmento toracico midollo spinale, vanno al pl. CELIACO→fibre post-gangliari formano 2 plessi: GASTRICO ANTERIORE E POSTERIORE.
Nella parete del viscere fibre parasimpatiche e simpatiche formano plessi intramurali con gangli:
- Tonaca muscolare: PL DI AUERBACH regolano funzione motoria e
- Tonaca sottomucosa: PL DI MEISSNER secrezione
DRENAGGIO LINFATICO
Linfatici → da:
-Piccola curvatura→l. satelliti a. gastrica sx: L. GASTRICI SUPERIORI
-Grande curvatura→l.i satelliti a. gastroepiploica dx: L. GASTRICI INFERIORI, L. PILORICI -Fondo stomaco→L. LIENALI

80
Q

INTESTINO TENUE definizione e funzione

A

DEFINIZIONE
Parte del canale alimentare che va dallo sfintere pilorico dello stomaco al crasso con la valvola ileocecale.
Forma: tubo cilindrico;
Estensione: da epigastrio a fossa iliaca dx, con molte introflessioni;
Dimensioni: lunghezza: 7 m (4/5 dell’intestino), diametro: 47-27 mm, capacità: 6 l; È formato da: duodeno e tenue mesenteriale (digiuno e ileo).
RIFERIMENTI MORFO- FUNZIONALI
Continua e completa la digestione con enzimi secreti sia dalla mucosa intestinale che dal pancreas e la bile, assorbe i prodotti della digestione (pieghe, villi e microvilli aumentano la superficie di assorbimento che in totale è di 400 m2).

81
Q

DUODENO definizione e sito

A

Prima parte dell’intestino tenue; lunghezza: 30 cm, diametro: 47 mm.
DEFINIZIONE
SITO 1L-2L con la flessura duodeno digiunale. Applicato alla parete posteriore dell’addome dal
peritoneo.

82
Q

DUODENO decorso

A

Si distinguono 4 parti:
- Superiore: va in dietro, in alto e a dx; dal solco pilorico al collo della colecisti dove piega
formando la flessura superiore del duodeno, ha una dilatazione detta bulbo duodenale.
- Discendente: va in basso a dx della colonna, contorna la testa del pancreas e a livello del polo
inferiore del rene dx va a sx formando la flessura inferiore del duodeno.
- Orizzontale: decorre trasversalmente davanti al corpo della 3-4L incrociando la VCI e l’aorta,
poi piega in alto a sx.
- Ascendente: sale obliquamente a sx della colonna e dell’aorta fino sotto la radice del
mesocolon trasverso, a livello della 2L forma la flessura duodenodigiunale: applicata alla parete addominale posteriore del peritoneo parietale, fissata al diaframma con il muscolo sospensore del duodeno (di Treitz):
O: margine dx orifizio esofageo del diaframma;
I: margine superiore flessura duodeno digiunale.
La flessura ha rapporto con il mesentere, radice mesocolon trasverso (mette in rapporto con borsa omentale) e margine inferiore corpo del pancreas. A sx con l’ARCO VASCOLARE DI TREITZ (a. colica sx e v. mesenterica inferiore). Il peritoneo che la riveste forma delle pieghe che immettono nelle FOSSETTE DUODENALI (principali: superiore, inferiore e paraduodenale arteriosa).

83
Q

DUODENO rapporti

A
  • Parte superiore:
    AVANTI e LATERALMENTE: lobo quadrato del fegato, collo della cistifellea; BASSO: testa del pancreas;
    DIETRO: condotto coledoco, a. epatica, v. porta.
  • Parte discendente:
    AVANTI: corpo cistifellea, mesocolon, colon trasverso, anse tenue mesenteriale; DIETRO: rene e inizio uretere dx;
    LATERALMENTE: lobo dx fegato, flessura dx del colon, parte craniale colon ascendente; MEDIALMENTE: testa pancreas.
  • Parte orizzontale:
    AVANTI IN ALTO: testa pancreas, vasi mesenterici superiori e mesocolon trasverso; AVANTI IN BASSO: anse tenue mesenteriale;
    DIETRO: VCI, aorta.
  • Parte ascendente:
    AVANTI: anse intestinali, mesocolon trasverso (lo separa dallo stomaco); DIETRO: vasi renali, uretere sx;
    LATERALMENTE: a. colica sx;
    MEDIALMENTE: pancreas e aorta.
84
Q

DUODENO mezzi di fissità

A

PERITONEO→solo la parte superiore ha un rivestimento completo dato dal prolungamento delle lamine peritoneali anteriori e posteriori dello stomaco. La parte discendente e orizzontale sono rivestite da peritoneo solo sulla faccia anteriore, di conseguenza la parte superiore del duodeno è mobile, la parte orizzontale e la flessura duodenodigiunale sono fisse.
LEGAMENTI:
- EPATODUODENALE (alto): continua lateralmente con leg. epatogastrico formando il piccolo
omento (vedi stomaco);
- DUODENOCOLICO (basso): continua verso dx il leg. gastrocolico.

85
Q

DUODENO descrizione macroscopica

A

Superficie interna:
- Porzione superiore: liscia;
- Porzione discendente: ha PIEGHE CIRCOLARI (valvole conniventi), la PIEGA LONGITUDINALE
che termina inferiormente nella PAPILLA MAGGIORE (rilievo conico della mucosa dove sboccano il dotto coledoco e il dotto pancreatico principale). Più in alto e avanti alla papilla maggiore c’è la PAPILLA MINORE (sbocco dotto pancreatico accessorio).

86
Q

DUODENO descrizione microscopica

A
  1. TONACA MUCOSA: formata da: - EPITELIO: 2 tipi di cellule:
    a) Enterociti: cellule alte, prismatiche, con MICROVILLI: proiezioni digitiformi regolari sulla superficie luminale della lunghezza di 1 μm (la membrana plasmatica riveste una colonna di citoplasma formata da sostanza fondamentale e fasci di microfilamenti di actina). Formano l’orletto striato. Aumentano la superficie di assorbimento di 30-40 volte. Alla loro base vi sono vescicole di micropinocitosi e REL con cisterne per la risintesi dei trigliceridi.
    Nucleo ovoidale nella parte medio-profonda. Sono completamente rivestiti dal glicocalice
    con enzimi digestivi e sono uniti tra loro da desmosomi che formano una giunzione apicale. b) Cellule caliciformi mucipare: irregolari e tra gli enterociti. Secernono muco per lubrificare il lume intestinale e facilitare la progressione del cibo. Possono essere considerate g. unicellulari intraepiteliali. Hanno poco citoplasma e nucleo in posizione basale. Ci sono cisterne di RER ai lati del nucleo, dove viene prodotta la componente proteica del muco. Il
    Golgi, tra nucleo e vescicola di secrezione, è molto esteso.
    - LAMINA PROPRIA: formata da t. connettivo lasso, la parte superficiale forma l’asse dei villi ed
    è ricco di capillari sanguigni e linfatici (per l’assorbimento dei grassi), quella profonda forma il t. connettivo compreso tra le g. Le g. (cripte) intestinali: tubulari semplici, l’epitelio ghiandolare è formato da enterociti, cellule caliciformi e cellule enterocromaffini simili a quelle della mucosa gastrica. [Solo nel duodeno: cellule G secernenti gastrina; solo nel digiuno-ileo: cellule di Panneth **]
    - MUSCOLARIS MUCOSAE.
  2. TONACA SOTTOMUCOSA: ha g. duodenali (Brunner) tubulari composte, secernono
    proteoglicani neutri. [NB solo nel duodeno].
  3. TONACAMUSCOLARIS:2strati,unolongitudinaleeunotrasversale.
  4. TONACASIEROSA:formatadamesotelioeunostratodit.connettivosottomesoteliale.
87
Q

DUODENO funzione

A

Riceve lo sbocco dei condotti escretori di fegato e pancreas.

88
Q

DUODENO origine embriologica

A

Deriva dall’intestino anteriore e parte di quello medio; sotto l’abbozzo dello stomaco il tubo intestinale assume una forma ad U. A causa della rotazione dello stomaco viene sospinto a ridosso della parete addominale posteriore e diventa retroperitoneale.

89
Q

DUODENO vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie →
A. epatica→a. gastroduodenale→A. PANCREATICODUODENALE SUPERIORE
A. mesenterica superiore→A. PANCREATICODUODENALE INFERIORE
Si anastomizzano tra di loro e formano 2 arcate arteriose a livello del duodeno, da qui partono rami per il tenue mesenteriale.
Vene →
V. PANCREATICODUODENALE
V. DUODENALI V. MESENTERICA SUPERIORE→V. PORTA
V. INTESTINALI

INNERVAZIONE
- PARASIMPATICHE (effettrici viscerali): dal N. VAGO;
- SIMPATICHE: 5^-8^ segmento toracico del midollo spinale.
Vanno al PL. CELIACO e raggiungono il tenue con il PL. MESENTERICO SUPERIORE, che accompagna prima a. mesenterica superiore; poi si staccano dei rami che formano:
-PLESSO SOTTOSIEROSO;
-PLESSO DI AUERBACH (mienterico);
-PLESSO DI MEISSNER (sottomucoso).
DRENAGGIO LINFATICO
Nella mucosa dei villi intestinali e dalla rete attorno alle g. LINFATICI CENTRALI→PLESSO LINFATICO DELLA SOTTOMUCOSA→collettori verso la sottosierosa che vanno verso il margine concavo dell’intestino formando→COLLETTORI LINFATICI EFFERENTI→L. PANCREATICI SUPERIORI e PANCREATICO-DUODENALI

90
Q

INTESTINO TENUE MESENTERIALE definizione e sito

A

Porzione più lunga dell’intestino, forma molte anse o circonvoluzioni che compongono la MATASSA INTESTINALE. Lunghezza: 6-7 m, diametro 47-27 mm.
Accolto nell’addome e compreso nel mesentere (plica del peritoneo). Va dal duodeno, dopo la flessura duodeno-digiunale, al crasso nella fossa iliaca dx a livello dell’articolazione sacro-iliaca. Le ANSE INTESTINALI sono disposte in gruppi:
1. Nell’ipocondriosxfinoaflessuracolicasx;
2. Nellaregionemesogastricafinoaflessuradxdelcolon;
3. Fossailiacasx;
4. Tram.psoasfinoallapiccolapelvi.
Ogni ansa ha un margine libero e un margine aderente che continua con il mesentere e lungo il quale decorrono vasi e nervi.

91
Q

INTESTINO TENUE MESENTERIALE rapporti

A
  • Posteriormente: (attraverso il peritoneo) porzione inferiore duodeno, processo uncinato del pancreas, corpi ultime vertebre lombari, aorta, VCI, reni, ureteri, m. grande psoas e m. quadrato dei lombi.
  • Superiormente: colon e mesocolon separano le anse da stomaco, fegato e milza;
  • Lateralmente a dx: cieco, colon ascendente;
  • Lateralmente a sx: colon discendente e colon iliaco;
  • Inferiormente: anello inguinale addominale e anello femorale (qui possono erniare).
92
Q

INTESTINO TENUE MESENTERIALE mezzi di fissità

A

Le anse sono coperte in avanti e lateralmente dal grande omento che le mette in rapporto con il peritoneo.
MESENTERE: ampia ripiegatura del peritoneo che congiunge il tenue alla parete posteriore dell’addome attraverso la radice. La radice del mesentere inizia sul lato sx della 2L, scende obliquamente in basso e a dx fino alla fossa iliaca dx. Lungo il decorso incrocia il duodeno, l’aorta, la VCI, l’a. iliaca comune dx, l’uretere dx e i vasi genitali. L’altezza della pagina mesenteriale è minima agli estremi e massima al centro (10-12 cm), il margine libero si estende fino a coprire l’intestino. La lamina sierosa avvolge quindi le anse intestinali formando delle ripiegature.

93
Q

INTESTINO TENUE MESENTERIALE descrizione macroscopica

A

Diviso in
- DIGIUNO (2/5 prossimali): lume più ampio, parete più spessa con villi e g.; - ILEO (3/5 distali).

94
Q

INTESTINO TENUE MESENTERIALE descrizione al taglio

A

Nella superficie interna si osservano:
- Pieghe circolari (valvole conniventi)→la sottomucosa solleva la mucosa in rilievi circolari
soprattutto nel terzo prossimale del digiuno. Aumentano la superficie di assorbimento di 3
volte.
- Villi intestinali→danno un aspetto vellutato, sono rilievi di mucosa lamellari molto fitti e
anastomizzati tra loro che formano un dispositivo retiforme. Sono mobili grazie a dei fascetti
muscolari che partono dalla m. mucosae. Aumentano la superficie di assorbimento di 10 volte. - Noduli linfatici solitari→piccole sporgenze biancastre e rotondeggianti talvolta circondate
da un cercine, non hanno villi.
- Noduli linfatici aggregati (placche di Peyer)→nel tratto più distale del digiuno e nell’ileo,
formazioni circolari di aspetto variabile.

95
Q

INTESTINO TENUE MESENTERIALE descrizione microscopica

A

[Vedi duodeno]
**CELLULE DI PANNETH: nella parte apicale hanno grossi granuli di secrezione acidofili con glicoproteine e proteine con attività enzimatica (es. lisozima), la parte basale invece è basofila e occupata da cisterne del RER e mitocondri. Si ritiene che queste cellule regolino la flora batterica.

96
Q

INTESTINO TENUE MESENTERIALE funzione

A

Le funzioni sono: digestione e assorbimento.

97
Q

INTESTINO TENUE MESENTERIALE origine embriologica

A

Origina dall’intestino medio che si accresce in lunghezza molto più velocemente del corpo dell’embrione e quindi forma una prima ansa dove inizialmente sbocca il dotto vitellino. L’ansa è collegata alla parete addominale posteriore con il mesentere. L’allungamento successivo dell’ansa la porta ad una rotazione di 270° in senso orario. Si ottiene la conformazione spaziale del tenue e della prima parte del crasso.

98
Q

INTESTINO TENUE MESENTERIALE vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie→A. INTESTINALI: rami arteriosi digiunali e ileali nati dallo spessore del mesentere dall’a. mesenterica superiore. Si ramificano e anastomizzano tra loro formando una serie di 4- 5 arcate, dall’ultima nascono le A. RETTE, raggiungo il margine concavo dell’intestino e si biforcano per abbracciarlo. Si distribuiscono a tonaca muscolare (formano una rete sottomucosa), g., villi e aggregati linfoidi.
Ramo inferiore a. ileocolica e a. mesenterica superiore→arcata arteriosa che dà rami all’ultima ansa ileale.
Vene →
V. PANCREATICODUODENALE
V. DUODENALI V. MESENTERICA SUPERIORE→V. PORTA V. INTESTINALI
INNERVAZIONE DRENAGGIO LINFATICO
[Vedi duodeno]
Nella mucosa dei villi intestinali e dalla rete attorno alle g. LINFATICI CENTRALI→PLESSO LINFATICO DELLA SOTTOMUCOSA→collettori verso la sottosierosa che vanno verso il margine concavo dell’intestino formando→COLLETTORI LINFATICI EFFERENTI→seguono a. e v.
intestinali, tra i foglietti della sierosa ci sono molti L. MESENTERICI→L. PREAORTICI i cui collettori efferenti formano il→TRONCO LINFATICO INTESTINALE (radice dotto toracico).

99
Q

INTESTINO CRASSO definizione e sito e descrizione microscopica

A

Porzione terminale del tubo digerente, che si estende dalla valvola ileocecale all’ano. Lunghezza: 1,8 m;
Circonferenza: all’inizio da 28 a 14 cm fino al colon discendente, nel colon pelvico e nella prima parte del retto 18 cm. Canale anale molto ristretto.
Diviso in: cieco, colon e retto.
Differenze con tenue: più grosso, più breve e più fisso.

Dopo il tenue, nella fossa iliaca dx. Inizia con poco sotto l’estremità inferiore dell’ilo e termina all’esterno con l’orifizio anale.

DESCRIZIONE AL MICROSCOPIO OTTICO
Ha delle gibbosità separate da solchi. Nella superficie esterna si notano le tenie: 3 lamine (anteriore, media e posteriore) nastriformi longitudinali date da fasci di muscolatura liscia; sui loro margini sono attaccate delle frange peritoneali peduncolate ripiene di materiale adiposo: le appendici epiploiche. Ci possono essere anche dei diverticoli.

100
Q

INTESTINO CRASSO descrizione microscopica

A

Ha delle gibbosità separate da solchi. Nella superficie esterna si notano le tenie: 3 lamine (anteriore, media e posteriore) nastriformi longitudinali date da fasci di muscolatura liscia; sui loro margini sono attaccate delle frange peritoneali peduncolate ripiene di materiale adiposo: le appendici epiploiche. Ci possono essere anche dei diverticoli.

101
Q

CIECO definizione e sito

A

Porzione iniziale intestino crassi, al di sotto della giunzione ileocecale. Forma emisferica con fondo in basso.
SITO
Nella fossa iliaca dx (se ci sono difetti di migrazione durante lo sviluppo può trovarsi anche in posizione sottoepatica o scendere nella piccola pelvi), prosegue in alto con il colon ascendente. Si separa dal colon con:
- ALL’ESTERNO: solco anteriore (dalla parte anteriore della parte terminale dell’ileo alla tenia
anteriore del crasso) e solco posteriore (dalla faccia posteriore della parte terminale dell’ileo
alla tenia posteriore del crasso);
- ALL’INTERNO: piano passante per la valvola ileocecale.

102
Q

CIECO rapporti

A

Anteriormente: parete addominale anteriore;
Posteriormente e lateralmente: peritoneo parietale della fossa iliaca. Medialmente: m. psoas, vasi iliaci esterni e anse intestino tenue mesenteriale.

103
Q

CIECO mezzi di fissità

A

Completamente rivestito da peritoneo. La sierosa abbandona il cieco e continua nel peritoneo parietale che tappezza la fossa iliaca, si formano quindi delle fossette retrocecali. Si trovano inoltre:
- Fossetta ileocecale superiore: aperta verso l’interno, delimitata posteriormente dal
mesentere e anteriormente da una piega peritoneale.
- Fossetta ileocecale inferiore: si forma per la presenza di una plica peritoneale
ileoappendicolare che va dal margine libero dell’ileo al lato interno del cieco e sull’estremità superiore dell’appendice.
Il peritoneo avvolge completamente l’APPENDICE e l’abbandona nel suo margine mediale formando una lamina a due foglietti detta mesenteriolo (mesoappendice): triangolare con base sulla faccia mediale dall’imbocco appendicolare all’angolo ileocecale. L’apice corrisponde all’appendice stessa. Un lato è aderente all’appendice e l’altro è mobile, percorso dall’a. appendicolare.

104
Q

CIECO descrizione macroscopica

A
  • VALVOLA ILEOCECALE (ileocolica) in corrispondenza dello sbocco dell’ileo. Non è un vero sfintere anatomico: consente libero afflusso da ileo a cieco, ma ne impedisce il reflusso anche se a volte ci può verificarsi lo stesso. È formata da 2 pieghe:
  • Labbro superiore: semilunare, orientato come la lamina trasversale
  • Labbro inferiore: semiellittico, orientamento obliquo.
    Queste si uniscono e formano le commessure della valvola che proseguono con i frenuli.
  • APPENDICE VERMIFORME: sottile condotto cilindrico che, dalla parete mediale del cieco, 2-3 cm sotto l’orifizio cecale termina con un’estremità libera. È sottesa dal mesenteriolo (piega peritoneale). Forma, posizione e rapporti sono variabili; resta costante il suo sbocco cecale: a metà della linea che unisce spina iliaca anteriore superiore all’ombelico.
105
Q

CIECO descrizione microscopica

A

[STRUTTURA GENERALE DEL CRASSO, TRANNE VALVOLA ILEOCECALE, APPENDICE E RETTO].
1. TONACA MUCOSA→liscia e senza villi, formata da:
- EPITELIO: monostratificato cilindrico interrotto solo da sbocchi di g. Formato da enterociti
simili a quelli del tenue (ma con orletto striato più basso e caratteristiche meno spinte) tra
cui sono intercalate cellule caliciformi mucipare più abbondanti rispetto al tenue.
- LAMINA PROPRIA: con noduli linfatici solitari e g. intestinali tubulari semplici che producono più muco ad azione protettiva. Si trovano anche cellule di Panneth e cellule endocrine
argentaffini (serotonina).
- MUSCOLARIS MUCOSAE: strato interno circolare e esterno longitudinale.
2. TONACA SOTTOMUCOSA→con plesso nervoso sottomucoso (Meissner);
3. TONACA MUSCOLARE→strato interno circolare e esterno longitudinale con fasci raccolti
nelle tenie. Si trova il plesso mienterico (Auerbach);
4. TONACA AVVENTIZIA→la sierosa non completa in tutto il crasso, nelle parti sprovviste di
peritoneo è formata da un’avventizia.
VALVOLA ILEOCECALE: può essere considerata un’invaginazione dell’ileo nel cieco. Ogni labbro è formato da una doppia tonaca mucosa con villi verso il tenue, senza verso il cieco.
APPENDICE VERMIFORME: parete ispessita per la presenza di molto t. linfoide nella tonaca propria (se il t. linfoide si ispessisce chiude il lume→appendicite). Lo strato esterno della tonaca muscolare è continuo e non forma le tenie.

106
Q

CIECO vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie→A. mesenterica superiore→A. ILEOCOLICA→ramo cecale anteriore e posteriore, a. appendicolare, a. ileale.
Vene→V. MESENTERICHE SUPERIORI e INFERIORI
Nervi → PL. MESENTERICI SUPERIORI e INFERIORI.
Linfatici→ai L. MESOCOLICI.

107
Q

COLON definizione e sito

A

Tratto terminale apparato digerente.

SITO
Arriva alla faccia inferiore del fegato e piega a sx formando la flessura dx del colon e continua nel colon trasverso. Questo, raggiunto il polo inferiore della milza ripiega in basso con la flessura sx e continua nel colon discendente. Passa dalla cavità addominale a quella pelvica come colon iliaco. Il colon ileopelvico, detto sigma, all’altezza della 3S continua con il retto.

108
Q

COLON rapporti

A
  1. COLON ASCENDENTE:
    Anteriormente: parete addominale anteriore, anse del tenue;
    Posteriormente: m. iliaco, m. quadrato dei lombi, m. trasverso dell’addome, rene dx. Lateralmente: faccia inferiore lobo dx fegato e parte addominale laterale con la quale delimita uno
    spazio parietocolico dx.
    Medialmente: m. psoas, anse intestinali, uretere, vasi genitali.
  2. FLESSURADXCOLON:
    Anteriormente: faccia inferiore lobo dx fegato, cistifellea; Posteriormente: rene dx e porzione discendente duodeno.
  3. COLON TRASVERSO:
    Anteriormente: grande omento, parete addominale anteriore;
    Posteriormente: rene dx, parte discendente duodeno, testa del pancreas, rene sx;
    In alto: lobo dx fegato e cistifellea, corpo e grande curvatura dello stomaco con il leg. gastrocolico;
    In basso: anse del tenue.
  4. FLESSURASXDELCOLON: Anteriormente: corpo stomaco; Posteriormente: rene e surrene sx; Lateralmente: milza.
  5. COLON DISCENDENTE:
    Anteriormente: anse intestinali;
    Posteriormente: diaframma, m. quadrato dei lombi, m. trasverso dell’addome; Medialmente: rene sx, anse del tenue.
  6. COLONILIACO:
    Anteriormente, medialmente e lateralmente: anse del tenue; Posteriormente: m. psoas e m. iliaco.
  7. COLON PELVICO (SIGMA):
    Anteriormente: vescica (M), utero e leg. larghi (F). Posteriormente: faccia anteriore sacro, uretere, vasi genitali sx; In alto: anse del tenue;
    In basso: cavo retto-uterino (F) e cavo rettovescicale (M).
109
Q

COLON mezzi di fissità

A
  1. COLON ASCENDENTE: avvolto da peritoneo nelle facce anteriore, laterale e mediale. Posteriormente continua nel peritoneo della parete posteriore e laterale.
  2. FLESSURA DX DEL COLON: rivestito completamente da peritoneo. Con un meso (estremità dx mesocolon trasverso) raggiunge la parete posteriore dove continua nella sierosa parietale. Possono esistere: leg. epato-colico, leg. colecisto-colico, leg. freno-colico
  3. COLON TRASVERSO: avvolto interamente da peritoneo, connesso alla parete addominale posteriore dal mesocolon trasverso (divide la cavità peritoneale in un piano sovramesocolico e uno sottomesocolico);
  4. FLESSURA SX DEL COLON: tenuta fissa dal leg. freno-colico sx.
  5. COLON DISCENDENTE: peritoneo solo nella faccia anteriore, laterale e mediale.
  6. COLON ILIACO: avvolto da peritoneo tranne nella parte alta, fissata alla parete della fossa
    iliaca.
  7. COLON PELVICO: completamente avvolto da peritoneo che forma un ampio mesocolon
    ileopelvico (continua nel peritoneo parietale e si inserisce sulla parete addominopelvica posteriore secondo una V rovescia che delimita la fossetta intersigmoidea).
110
Q

COLON descrizione macroscopica

A
  1. COLONASENDENTE:lunghezzavaria,circa12-15cm.Decorrequasiverticalmentedalbasso in alto, dall’avanti all’indietro.
  2. FLESSURADXDELCOLON:angoloacutoorettoapertoinavanti,inbassoemedialmente.
  3. COLONTRASVERSO:incurvato,conconvessitàrivoltainbassoeinavanti.
  4. FLESSURA SX DEL COLON: incurvata ad angolo acuto aperto in basso, in avanti e
    medialmente.
  5. COLONILIACO:curvaconconcavitàinaltoemedialmente.
  6. COLON PELVICO: a livello del pavimento pelvico va verso dx con una curva volta in alto e
    posteriormente, nella parete dx della piccola pelvi ripiega in dietro e in dentro. Ha solo 2 tenie e superficie più liscia.
111
Q

COLON descrizzione microscopica

A

cieco

112
Q

COLON origine embriologica

A

COLON ASCENDENTE: dall’intestino medio;
COLON TRASVERSO: dall’intestino medio, per il terzo sx dall’intestino posteriore; COLON DISCENDENTE: dall’intestino posteriore.

113
Q

COLON innervazione, drennaggio e vascolarizzazione

A

Arterie →
A. mesenterica superiore→A. ILEOCOLICA→a. colica dx, A. mesenterica inferiore→a. colica sx
Vene → V. MESENTERICHE SUPERIORI e INFERIORI
Nervi → PL. MESENTERICI SUPERIORI e INFERIORI. Linfatici→ai L. MESOCOLICI.

114
Q

RETTO definizione e sito

A

Tratto intestinale che segue il colon pelvico, ha un decorso di 15 cm e si apre all’esterno con l’ano.

SITO Inizia nella piccola pelvi a livello della 3S, scende sulla faccia anteriore del sacro e del coccige, all’altezza della prostata (M) o di metà vagina (F) cambia concavità e va in basso e in dietro. Termina nell’ANO, nel perineo posteriore circa 3 cm davanti al coccige.

115
Q

RETTO rapporti

A
  1. PARTE PELVICA (ampolla rettale):
    Anteriormente:
    M: Parte peritoneale: anteriormente corrisponde al cavo rettovescicale, rapporti con anse intestinali;
    Parte sottoperitoneale: trigono vescicale, prostata, condotti deferenti e vescichette seminali.
    F: Parte peritoneale: anteriormente verso il cavo rettouterino, rapporti con anse intestinali; Parte sottoperitoneale: parte posteriore vagina (setto rettovaginale).
    Posteriormente: ultimi 3 segmenti sacrali, coccige, m. elevatore dell’ano, m. piriforme, m. coccigeo e plesso sacrale. Tra piano osseo e intestino si delimita lo spezio retrorettale dove decorre l’a. sacrale media.
    Pareti laterali:
    Parte peritoneale: corrispondono ai recessi pararettali.
    Parte sottoperitoneale: rivestite dalla fascia del retto, rapporti con rami a. iliaca interna, pl. ipogastrico, vescichette seminali, condotto deferente, m. elevatore dell’ano.
  2. PARTE PERINEALE (canale anale):
    Anteriormente:
    M: apice prostata, parte membranosa e bulbo dell’uretra, g. bulborettali;
    F: parte posteriore vagina.
    Posteriormente e lateralmente: m. elevatore dell’ano e m. sfintere esterno dell’ano.
116
Q

RETTO mezzi di fissità

A

Mezzi di fissità: peritoneo, fascia pelvica, m. elevatore dell’ano e addensamenti fibrosi attorno ai vasi rettali.
Il peritoneo NON riveste:
- Faccia anteriore al di sotto del cavo di Douglas: peritoneo abbandona il crasso portandosi in
avanti sull’utero o, nel maschio, sulla vescica.
- Parte delle facce laterali: le abbandona secondo una linea obliqua per continuare nel
peritoneo parietale della pelvi.
- Faccia posteriore.
Si individuano quindi una parte peritoneale e una sottoperitoneale.

117
Q

RETTO descrizione macroscopica

A

È diviso dal m. elevatore dell’ano in:
1. PARTEPELVICA(ampollarettale);
2. PARTEPERINEALE(canaleanale).
Si distinguono:
a. SUPERFICIE ESTERNA: presenta delle pareti laterali dei solchi trasversali.
b. SUPERFICIE INTERNA: in stato di vacuità ci sono delle pieghe longitudinali che scompaiono
con la distensione. Vi sono 3 pieghe trasversali a forma di semiluna che corrispondono ai solchi della superficie esterna. A 2 cm sopra l’orifizio anale si sollevano 5-10 pieghe longitudinali: le colonne anali. Tra le loro basi si trovano pieghe trasversali che formano la linea pettinata. Al di sotto della linea pettinata si trova l’anello emorroidale.
ANO: nel perineo posteriore, 3 cm avanti al coccige. Ha un labbro dx e uno sx uniti da commessure. La cute è sollevata in pieghe radiate che scompaiono con la dilatazione e presenta g. circumanali.

118
Q

RETTO descrizione microscopica

A

L’ampolla rettale è simile al colon, il canale anale invece ha delle particolarità:
1. TONACA MUCOSA: a partire dalla linea pettinata, l’epitelio da cilindrico semplice diventa pavimentoso stratificato. Sotto la regione dell’anello emorroidale a livello dell’ano diventa
corneificato, presenta peli, g. sebacee e sudoripare apocrine (g. circumanali).
2. TONACASOTTOMUCOSA:lassanellaregionedell’anelloemorroidale.
3. TONACA MUSCOLARE: nella zona colonnare la muscolatura liscia forma uno strato interno
circolare e uno esterno longitudinale. A livello dei seni anali lo strato circolare si ispessisce formando lo sfintere interno dell’ano. In questa zona arrivano fasci dal m. elevatore dell’ano e dallo lo sfintere esterno dell’ano (con parte superficiale, profonda e sottocutanea).

119
Q

RETTO origine embriologica

A

Dall’intestino posteriore; la cloaca subisce sepimentazione con il setto urorettale e forma il seno urogenitale e l’intestino retto.

120
Q

RETTO vascolarizzazione, innervazione e drenaggio

A

Arterie →
A. mesenterica superiore→A. RETTALE SUPERIORE A. iliaca interna→A. RETTALE MEDIA
a. pudenda interna→A. RETTALE INFERIORE - Rami da a. sacrale media
Vene→PL. EMORROIDALE→v. rettali superiore, media, inferiore
v. emorroidale superiore→ v. mesenterica inferiore → v. porta
v. emorroidali medie e inferiori→v. iliaca interna→VCI Nervi → PL. MESENTERICO INF, PELVICO E PUDENDO.
-Linfatici parte pelvica→L. ANORETTALI
- Linfatici anello emorroidale e zona colonnare → L. IPOGASTRICI - Linfatici regione anale→ L. ANORETTALI e INGUINALI MEDIALI