SEMINARI Flashcards
QUALE E’ STATO L’OBIETTIVO DI DIEGO CARNEVALE
Mostrare come nonostante la politica di censura, quasi di riduzione al mutismo del fenomeno morte, questa abbia sempre continuato a manifestarsi, a essere temuta, portata alla luce, esorcizzata, aspettata.
Lui si è concentrato in particolare sul caso italiano e meridionale.
QUALE E’ STATO L’OBIETTIVO DI CARLO BAJA GUARIENTI? QUAL E’ IL NOCCIOLO DEL SEMINARIO ORLANDO INNAMORATO
Ricostruire la complessa genesi editoriale dell’Orlando innamorato a fumetti, un progetto promosso dal Centro Studi Matteo Maria Boiardo, cui hanno preso parte Carlo Baja Guarienti, Elisabetta Menetti, Lucia Gabbi, Marco Aldrighi.
Si tratta di un crossover, di una mescolanza, interazione e ibridazione tra
- due generi diversi –> poema cavalleresco e fumetto
- due stili comunicativi diversi –> terzine e baloon
ma convergono e collaborano per dare forma a una curiosa e inedita riscrittura di un classico, un adattamento che riesce a mantenere viva la presenza di quei personaggi anche se l’opera viene letta di meno.
Hanno voluto aprire questa storia a un pubblico di giovani e di non addetti ai lavori, seguendo anche una tradizione non nuova alle riscritture di classici in forma illustrativa (parodie Disney) e utilizzando una materia che ultimamente viene spesso ripresa e rivivificata (Stefano Accorsi).
Ovviamente ci sono state delle scelte da compiere a livello linguistico, grafico, organizzativo
La morale è che la storia, la storia della letteratura si presta a essere ripresa, manipolata per soddisfare le aspettative di un pubblico nuovo.
QUALI SONO STATE LE DIFFICOLTA’ NELLA REALIZZAZIONE DEL FUMETTO
Ovviamente ci sono state delle scelte da compiere di tipo linguistico, grafico, organizzativo
1) non si può seguire l’ordine narrativo originale, lo stesso incatenamento, lo stesso entrelacement: ne risulterebbe un’opera confusa. Bisogna allora scomporre i fili, estrarne alcuni, ricomporre un quadro generale in cui i fili sono comprensibili e poi nelle puntate future recuperare i fili e reinserirli nella trama. Nel primo volume si privilegiano due linee, quella che porta a Giardino di Dragontina e Ranaldo a Rocca Crudele, perché sono due episodi che raccontano due lati del poema: il primo fiabesco, il secondo più dark e sanguinoso.
2) Bisogna togliere delle parti per alleggerire il ritmo e dare il giusto peso a tutte le vicende
3) Togliere anche le didascalie che interrompono il tempo narrativo, privilegiare le linee cinetiche nascoste
4) trasmettere all’illustratrice la descrizione di Orlando, anche se non c’è mai un’iconografia unica
5) come rappresentare i personaggi? bisogna pensare alla vera epoca in cui si svolgono i fatti oppure alla rappresentazione quattrocentesca? Boiardo colloca i fatti in un tempo irreale, astratto della storia. Lei si è rifatta alle incisioni delle favole russe che hanno il merito di non far capire quale sia l’epoca.
IN QUALI MODI IN ITALIA LA MORTE ERA PRESENTE?
Il periodo della controriforma ha segnato il culmine della cultura del memento mori italiana. Si viveva in un rapporto costante e quotidiano con la morte.
1) nei dipinti –> un celebre dipinto di Salvator Rosa, chiamato Humana Fragilitas, riporta in maniera evidente e attraverso dei simbolismi il terrore della morte che attanagliava il napoletano che aveva vissuto la peste degli anni Cinquanta del Seicento che aveva ucciso il 60% degli abitanti
2) Esistono dei manuali di preparazione alla morte che sono un po’ il culmine, nel periodo della controriforma, della cultura del memento mori. Uno in particolare è stato citato, quello di Gennaro Maria Sarnelli “Il mondo santificato”
3) inventari postmortem mostrano forme di devozione estreme
4) culto della buona morte di San Giuseppe
5) la presenza ancora di culti di origine antichissima che hanno a che fare con le donne e dai quali norme diocesane e leggi suntuarie mettevano in guardia, forse anche rientrando in un più generale processo di disciplinamento e incivilimento della società di età moderna –> le donne si strappavano i capelli quando moriva il marito ma tutte queste forme esasperate di manifestazione del dolore non dovevano avvenire in pubblico
6) la grande attenzione che tutti i ceti, soprattutto quelli superiori, avevano per il rito funebre, per cui investivano molto (gli elementi quantitativi - numero di ecclesiastici coinvolti nella processione, numero di poveri cui si fanno le elemosine - veniva innalzato a seconda delle disponibilità economiche)
7) Fissati dei criteri di massima dalla chiesa per distinguere la buona dalla cattiva morte: cattiva morte era la morte in circostanza di peccato, senza battesimo, il suicidio, la morte improvvisa
8) Santuari irpin
ELEMENTI DI STORIOGRAFIA GENERALE RELATIVI AGLI STUDI SULLA STORIA DELLA MORTE
La morte è stata indagata in area tedesca e francese tra Otto e Novecento. L’Italia ci è arrivata più tardi e la reazione non è stata sempre positiva, anzi, è stata piuttosto tiepida.
- Nell’Autunno del Medioevo, Johann Huizinga dedica una parte allo studio di come la come veniva pensata nella Francia e nei Paesi Bassi tra XIII e XV sec.
- nel 1961 esce un articolo di Febvre sulle Annales in cui lamenta un assenza della storia dei sentimenti e quindi anche la storia del sentimento del lutto e della perdita che fa capo alla storia della morte
- Alberto Tenenti scrive Il senso della morte e l’amore della vita nel Rinascimento in cui, studiando i casi delle elite toscane, nota come al fianco del terrore della morte ci sia come contrappeso una grande vitalità
- Michel Vovelle studia la Provenza e si chiede se prima della Rivoluzione francese ci sia stata una sorta di scristianizzazione/laicizzazione. E’ stata abbandonata la ritualità legata alla morte? Dall’analisi di 15mila testamenti, che per loro natura sono dotati di preamboli ampi, invocazioni alla divinità, è emerso che a mano a mano che si andava avanti le invocazioni diminuivano o sparivano, erano richieste poche messe e pochi lasciti per l’esecuzione delle esequie.
Inoltre, in La morte e l’Occidente, nel tentativo di creare una storia totale, studiò il fenomeno sociale a tutti i livelli: la morte subita come mero dato demografico, morte vissuta, morte discussa e pensata. - Philippe Aries si è chiesto se in passato l’atteggiamento delle persone davanti alla morte fosse diverso, e ha diviso la cronologia della storia europea in quattro fasi:
1) morte addomesticata –> morte vissuta con serenità nel XII sec
2) morte del sé dopo la peste
3) morte dell’altro inizia a far paura tra Sette e Novecento
4) Dalla seconda metà del Novecento di morte non si parla più
COME HA REAGITO LA STORIOGRAFIA ITALIANA AGLI STUDI SULLA STORIA DELLA MORTE?
In maniera tiepida:
- Alberto Tenenti (allievo di Febvre) temeva si stesse costituendo una scientia mortis autonoma e non degli studi sulla morte come lente per capire qualcos’altro
- Furio Diaz ne “Le stanchezze di Clio” criticava l’approccio della storia quantitativa francese (si riferiva evidentemente agli studi di Vovelle): come si può quantificare e misurare quanto davvero fossero devote le persone?
- Con la curatela di Vivi e Morti di Quaderni Storici nel 1982 Adriano Prosperi provò a trovare una via italiana a certi atteggiamenti ed emersero alcuni temi che hanno profondamente influenzato la storiografia italiana successiva: la riforma delle sepolture, il problema del suicidio, la credenza nei fantasmi, cerimonie come manifestazione del dolore e del prestigio sociale, esecuzioni capitali
cSEMINARIO NECCI: COSA HA SOSTENUTO?
A) CHE COSA E’ LA STORIA
La storia è
1) come un fluire: possono passare le epoche ma c’è sempre la stessa dimensione, gli stessi sentimenti dell’animo umano. E’ un divenire che ha dei punti fissi.
2) un’annunciatrice: nella storia cogliamo sempre matrici di ciò che accade dopo.
B) LE BIOGRAFIE
Guardano più al carattere dei protagonisti che agli eventi. Bisogna tenere conto di una serie di cose quando si scrive una biografia:
- carattere/psiche del personaggio che può determinare in maniera rilevantissima il suo destino. Qual è il discrimine in base al quale una vita riesce a realizzarsi e un’altra no/in base al quale una vita raggiunge un apogeo e l’altra finisce per avvilupparsi?
- tempo, le circostanze –> quanto c’è della temperie che precede la Rivoluzione Francese in Maria Antonietta (vuol dire che il tempo forgia la persona), ma anche le persone possono forgiare i tempi
- spazi e luoghi: sono i luoghi a fare gli uomini o il contrario?
- di quante persone stiamo parlando? quanto di quella persona fa parte del ruolo che deve ricoprire e quanto della sua identità