Ragazzi difficili Flashcards

1
Q

qual è l’ approccio metodologico attuale per l’ educazione dei ragazzi difficile?

A

metodologia deve essere flessibile (tener conto di concretezza-unicità di situaz in cui educatori lavorano) e rigorosi (risvolto operativo di interpretaz specifiche di peda del ragazzo difficile e di educ in generale)

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2
Q

cosa consente agli educatori di essere Flessibili nel loro lavoro?

A

La consapevolezza che si crea riguardo logiche-problemi-contraddizioni in cui si concretizza lavoro educ alimenta creatività pedagogica che consente a educatori di essere flessibili nel loro lavoro.

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3
Q

qual è la concezione di Ragazzo difficile?

A

sogg possibile che ha appreso come relazionarsi con se stesso-mondo-altri a partire da occasioni educative che la vita gli ha offerto e che può con esp diverse modificare strutture profonde su cui si basa il suo comp, cioè cambia visione mondo-sé-altri.

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4
Q

cos’è il modello antropologico?

A

modo di pensare uomo-limiti-potenzialità.

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5
Q

qual è lo scopo del lavoro educativo con i ragazzi difficili?

A

portare ad ampliare-modificare visione mondo diventando consapevoli, preoccupaz di coinvolgere ragazzi in esp pensate apposta e necessità di andare oltre visioni stereotipate.

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6
Q

qual è il primo elemento del modello metodologico?

A

tenere inx conoscenza-azione cioè pensare conoscenza e azione come el sempre presenti e intrecciati in ogni fase di processo educ.
Conoscenza implica necessità di mettere in atto azioni specifiche e azione esige interrogazione su sign di situaz.

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7
Q

cosa vuol dire assumere una posizione entropatica?

A

comprendere visione del mondo altrui mantenendo ruolo e asimmetria relazionale, è la posizione che devono assumere gli educatori nell’ osservazione e familiarizzazione con gli educandi

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8
Q

cosa serve per l’ azione educativa?

A

occorre Riconoscere ciò che consente di motivare i Ragazzi coinvolgendoli in esp, questo richiede conoscenza di ragazzi-contesti e atteggiamento x individuare rituali adatti e attività adeguate. Centrali sono individuare mediatori cioè attività-ogg-persone che aiutino ragazzi a accedere-vivere-uscire a esp educ proposte, e interrogarsi su situaz educ comprendendo ragazzi con monitoraggio costante da ogni educatore. Indispensabili x individuare mediatori adatti sono forme-ogg di conoscenza e valorizzaz di risposte-atteggiamenti di ragazzi.

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9
Q

Ci cosa serve il cambiamento del contesto quotidiano dei Ragazzi?

A

permette di coinvolgere i Ragazzi in un processo che li porti a modificare il loro modello di intenzionalità tramite strategie educative indirette proposte dall’ educatore.

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10
Q

qual è il ruolo dell’educatore nel processo di rieducazione?(

A

il suo ruolo è Fondamentale per creare esperienze che vive in prima persona, èquindi strumento educativo e luogo di Esperienza perchè per il Ragazzo è “Esperienza dell’ altro” e modello di intenzionalità cioè modo di dare significato e relazionarsi con altri e se stessi, quindi educatore deve essere professionalmente-personalmente presente

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11
Q

quali sono i vincoli degli educatori?

A

i ragazzi stessi sui quali gli educatori lavorano per dargli possibilità di cambiamento avvi cinandosi alla loro visione del mondo e facendo leva sulle loro motivazioni.
altro vincolo è l’agire in gruppo che è dispositivo formativo di nuove/diverse possibilità relazionali, oltre che contenitore di relaz privilegiate che a int di gruppo possono nascere. Ma i gruppi vanno istituiti-regolamentati-governati ed è essenziale ruolo educatore xke gruppo rimani ad andare avanti facendo sempre meno ricorso a presenza o ad autorità di educatore. La dimensione dell’intersoggettività è essenziale x
educatori in primis

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12
Q

quali sono le competenze essenziali per svolgere il ruolo dell’ educatore?

A

conoscenze di tecniche relative a costruzioni di esp significative, cap di monitoraggio proprio modo di mettersi in scena davanti a ragazzi, costante capacità di interrogarsi sull’ esperienza vissuta

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13
Q

cosa vuol dire creare una pedagogia dei ragazzi difficili secondo Bertolini?

A

significa situarsi in det area di pratiche sociali di tipo educ che riguardano i minori la cui vita-comp sono considerati inadeguati su base di accordo intersogg riguardo ciò che conta come esistenza e comp accettabile.

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14
Q

cosa si intende con il termine difficile?

A

Il termine ‘difficile’ indica condizione in cui soglia di problematicità viene superata
provocando difficoltà-costrizione che rendono necessario costruire specifico ambito di riflessione peda e ricerca di appropriate strategie di intervento. L’intervento peda si indirizza a risolvere difficoltà a diventare sogg che contraddistingue esp educ di quei ragazzi.

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15
Q

quali sono le categorie di minori considerati destinatari di interventi educativi?

A
  1. A rischio: situaz caratterizzate da carenze ordine materiale o relazionale,
    l’intervento educ deve avere valore preventivo, l’immagine del ragazzo a rischio è
    collegata a problema devianza minorile che tendeva ad individuare nesso causale
    tra caratt ambientali e tasso di criminalità. Questa immagine è inconsistente xke
    riflette realtà parziale del fen, ed è pericoloso xke attiva pratiche che si trasformano in manipolazioni simboliche che accelerano/costruiscono percorsi delinquenziali, quindi bisogna fare attenzione a rischi intriseci dell’intervento; esso deve porsi come intervento globale-aspecifico-generale che individua ragioni in risoluz disagi-disfunzioni in relaz a problemi reali/attuali. Intervento educ deve costruire contesto adeguato e risolvere disagio.
  2. Disadatti: attegg/moduli di comp disadattivi, in risposta a problemi hanno
    consolidato att che ledono se stessi e contesto in cui vivono, att svalutativi/
    oppositivi e comp irregolari.
  3. Delinquenti: arresto/iter giudiziario, la scelta dell’atto antisociale è solo indice di
    maggior stato di tensione o difficoltà piu profonda nel processo di costruzione di sé come sogg. Vivono in cond critiche e si collegano carenze formative che causano nei ragazzi mancanza di soddisfazione di bisogni partecipaz-indipendenza-sicurezza-sign. Un altro genere di esp antisociale sono
    minori coinvolti in att che fanno capo a forme di criminalità organizzata: atteg deriva da lento-progressivo adeguamento a modello cult costruito dentro gruppo che stabilisce norme-valori in opposizione a soc civile, si firma contratto in cui lavoro viene pagato con protezione-appoggio-solidarietà.
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16
Q

Cos’è il paradigma eziologico?

A

scienza che studia cause di Fenomeni e ha ll’esigenza di spiegare i fenomeni di disadattamento minorile indagandoli anche in ordine biologico e somatici. la componente biologica però non è a priori individuabile come causa generalizzabile di comportamenti devianti

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17
Q

cos’ è il paradigma tradizionale esplicativo di tipo Psico-psichiatrico?

A

paradigma che focalizza sul soggetto la ricerca di cause del comportamento antisociale con particolare attenzione ai tratti di personalità e carattere che individua attraverso strumenti clinici come test di personalità. Non è stato trovato però un legame causale tra tratti di personalità e comportamento deviante perchè il comportamento è indipendente dai processi dinamici di interazione sociale.

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18
Q

qual è il legame tra contesto Familiare e delinquenza minorile?

A

è possibile Riscontrare una incadenza significativa di fattori eziologici, ma non tutti i giovani che vivono situazioni analoghe com piono atti antisociali

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19
Q

cos’ è il comportamento deviante secondo lo schema “ mete - mezze”?

A

il risultato di pressioni contradditorie della società la quale non consente ai suoi membri uguale accesso a mezzi approvati per raggiungere il valore ( Ricchezza, successo…), la devianza viene quindi vista come uni co mezzo disponibile da alcune cheessi per Raggiungere il valore

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20
Q

quali sono le ipotesi di Merton per spiegare il fenomeno di delinquenza minorile?

A
  • L’azione antisociale è vista come canale di accesso a status (potere, guadagno e stima); scelto da giovani di classi inferiori.
  • Il contesto relazionale di alcuni minori devianti non è sufficiente a spiegare genesi di comp devianti socializzanti o gruppali, non basta frequentare “cattive compagnie” x comp deviante.
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21
Q

cosa sostiene l’approccio costruttivista?

A

la costruzione sociale della devianza è individuata nel valore simboli co di alcune forme di comunicazione interpersonali quali scambi comunicativi e manipolazioni simboli che attraverso cui il soggetto giunge ad essere considerato deviante da altri. Queste manipolazioni simboliche istituiscono il deviante come tale e funzionano come profferiva che si auto-avvera: il minore continua il suo processo di costruzione Sociale come deviante confermando con i comportamenti l’identità antisociale che gli è stata attribuita

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22
Q

quali sono i domini del Fenomeno devianza Minorile?

A

I domini del fenomeno devianza minorile sono: capacità sogg di investire senso realtà, di orientarsi e di agire in esso in funzione di proprio schema profondo di sign e ruolo attivo nell’elaborazione dei condizionamenti che lo circondano.

23
Q

qual è il centro del paradigma teoretico di pedagogia dei ragazzi difficili?

A

la sua centralità è il soggetto e i processi attraverso cui percepisce e fa proprie le condizioni di esistenza. individua un oggetto specifico di riflessione e intervento psicologico

24
Q

cosiè il contributo soggettivo ?

A

I domini del fenomeno devianza minorile sono: capacità sogg di investire senso realtà, di orientarsi e di agire in esso in funzione di proprio schema profondo di sign e ruolo attivo nell’elaborazione dei condizionamenti che lo circondano.
Bisogna però dare importanza all’incidenza di altri fattori psicologici, familiari o sociali, perchè alcune forme di deprivazione materiale, relazionale o formativa sono molto rilevante in quanto tali realtà costringono processo di costruzione di visione mondo entro confini di loro configurazioni.

25
Q

quali sono i vari vin coli nella costruzione della propria visione del mondo?

A
  • dipendenza che lega il soggetto al suo corpo in quanto strumento di incontro con il mondo
  • la dimensione intersoggettiva, la visione del mondo di qualcuno per te significativo costituisce limiti alla tua costituzione della visione del mondo e pone regole implicite di interpretazione della Realtà ( es. Famiglia)
  • l’intenzionalità dell’ altro limita l’attività di coscienza del soggetto in un campo già delimitato
26
Q

cosa sono la genesi attiva e passiva della soggettività?

A

● Genesi passiva: ciò che del mondo si presenta al soggetto come costituito;
● Genesi attiva: costruzione di personale visione mondo, in cui sogg dentro confini esercita capacità di investire di senso-valore il mondo.
la genesipessima è una premessa Fondamentale per la genesi attiva, la quale è una Rivisitazione che si realizza prendendo le distanze dal mondo dato per scontato. il soggetto prendendo coscienza mondo che lo circonda e di sé stesso, riconosce pregnanza dell’oggetto e dell’altroche riproduce andando Oltre “ciò che si dice”, ma secondo la sua interpretazione.
La meta di questo processo di rielaborazione personale la possiamo chiamare SOGGETTIVITA’. Il soggetto procede da duplice forma di coscienza e di riconoscere l’intima relazione che connettendo vincoli e possibilità, fa del soggetto individuo implicato nel mondo e capace di trasformarlo.

27
Q

A quali versanti l’educare pedagogico deve porre particolare attenzione?

A

-Corpo: va compresa l’ interpretazione del vincolo corpo da parte del ragazzo
-Modelli di intenzionalità: pela deve recuperare le potenzialità Racchiuse nelle dipendenze che legano soggi all’ incontro con l’altro
-Mondo dato per scontato: bisogna costruire Consapevolezze del contributo soggettivo nella costruzione della visione del mondo oggettiva

28
Q

Da cosa dipende lo sviluppo degli individui?

A

Oltre che dalle situazioni esterne anche dall’attività intenzionale di coscienza individuale

29
Q

cos’è l’assenza di intenzionalità?

A

l’incapacità dell’i ndividuo di Riconoscere la struttura della realtà e di situarsi in essa come donatore di senso e significato, esclusiva presenza “dell’ oggetto” in una visione del mondo del soggetto che appare incapace di trasformare la realtà in un modo per lui significativo. Il soggetto si considera quindi sganciato dal mondo e cioè determinato da circostanze esterne, non prevede progetti futuri e il presente è un prodotto del passato. Da questo possono emergere comportamenti quali:
- Ricerca soddisfazione immediata piu intensa possibile, ma è condannata a sconfitta perché essa diventerà frutto di totale adeguazione di sé al mondo, quindi sarà sempre illusoria;
- Fuga del sé, sfiducia in se stesso e si annulla dal mondo, è una volontà di
alienazione con desiderio di diventare qualcun altro, questo porta a dipendenza di sostanze/persone;
- Svalorizzazione consapevole di sé, ripiegamento in se stessi quando si raggiunge consapevolezza di propria incapacità a vivere nel mondo.

30
Q

cos’è la distorsione dell’intenzionalità?

A

Incapacità di cogliere la Relazione tra l’io e il mondo a causa di un “eccesso dell’io”. Il soggetto vive in’ autonomia immaginaria che si distacca dal principio di Realtà, non riconosce limiti oggettivi, ha un immaginario di onnipotenza e il problema nasce quando si relaziona con un altro soggetto del quale non Riconosce lo stesso valore che attribuisce a sè stesso. si presentano 2 tipi di difficoltà:
- Quando realtà quotidiana contraddice senso di onnipotenza il ragazzo è
disorientato-abbattuto e tende a lasciarsi andare a senso di fallimento, è forma di
disperazione esistenziale;
- Quando scarto tra idea di propria onnipotenza e limiti imposti dalla Società è vissuto dal ragazzo carico di vitalità nascerà in lui sospetto di aver sbagliato scelte che porta a volere cambiamento; ma consapevolezza di fallimento e ansia di riscatto porta ritorno di azioni devianti sempre piu reattivi-antisoc.

31
Q

qual è il Ruolo del gruppo nell’assenza di intenzionalità e nella distorsione della intenzionalità?

A

nell’ assenza di intenzionalità Il gruppo consente di realizzare vissuto di annullamento del sé nell’agire, esso diventa schermo rassicurante tra sé-mondo. Questi ragazzi hanno denominatore comune cioè arresto evoluzione verso soggettività.
nella distorsione dell’ intenzionalità Il gruppo è importante in tutto questo, l’incontro è strumento x dimostrare ad altri di essere capaci di dominare-decidere in autonomia proprio destino, l’altro è mezzo x affermare il sé. Cosi si forma disadattamento interiore, crea senso di insoddisfaz che scaturisce da eccesso dell’io, attegg frequenti sono ansia-pessimismo-apprensione.

32
Q

su cosa è Focalizzata l’origine del disadattamento sociale?

A

sui limiti nello sviluppo della coscienza intenzionale

33
Q

da cosa si genera l’ irregolarità di condotta?

A

Il comportamento si genera in base alla visione del mondo del soggetto basata a sua volta dall’ esperienza vissuta. Un irregolarità di condotta si origina da una visione del mondo disfunzionale

34
Q

come si aiuta un ragazzo con comportamento disfunzionale?

A

1 | Comprendere visione del mondo e orientamento dell’intenzionalità
2) Individuare il disturbo
3) provocare una progressiva trasformazione di quella visione del mondoe ristrutturazione dell’attività intenzionale del Ragazzo

35
Q

cosa significa reeducare?

A

procedere a profonda trasformaz di visione mondo, modo di intendere se
stesso-altri-cose, modo di mettersi in relaz con realtà e nel scegliere comp-attegg. È una trasformaz attiva che rinnova proiezione nel futuro, con cui bisogna sfruttare aspetti di persn ragazzo da valorizzare e gli fa compiere nuove esp-possibilità. Questo lavoro peda provocherà un disorientamento e cosi ripensamento del suo passato.

36
Q

che differenza c’è tra educare e rieducare?

A

Le differenze tra questi 2 termini sono che intervento educativo
procede da passato a futuro, la scoperta-formaz di sé come sogg avvengono in modo graduale-progressivo. L’intervento rieduc procede da futuro a passsato e l’obiettivo finale è autoridefinire visione mondo, le difficoltà che si presentano non richiedono impegno educ diverso quanto ritmo d’intervento diverso, la scoperta e formaz di sé come sogg avvengono in modo immediato; questo intervento si trasforma in profondo disorientamento tramite cui si cerca il cambiamento.

37
Q

quali sono i momenti del percorso Rieducativo?

A
  1. Conoscenza del ragazzo: momento in cui avviene comprensione autentica del ragazzo, momento osservaz è declinato con quello della comprensione in un circolo. È momento di relaz e comunicaz in cui si percepiscono storie di vita di ragazzo cioè convinzioni-pensieri.
    2.destrutturazione e ristrutturaz: individuo-raggruppo interventi x dimensioni psico-fisica, azioni-interazioni mirate a superare limiti oggettivi-soddisfare bisogni base-sollecitare cap. Destrutturare passato e ristrutt futuro
  2. La dilatazione del campo di esp: azioni/forme di comunicazione volte a rendere
    dinamica la vita ragazzo per indurlo a superare fissazione che tende a costringerlo entro schemi di comportamento tendenzialmente asociali.
  3. Costruzione di nuova visione mondo: lo scopo è far si che ragazzo possa riguadagnare propria soggettività e che colga vocazione intersogg, ragazzo fa proprio modo di pensare sé-mondo, è momento di appropriaz soggettiva di nuovo punto di vista su sé-mondo e x giungere a questo momento c’è bisogno di ristrutturare intenzionalità ossia cambiare schemi di sign e in questa fase educatore è fondamentale nel guidare ragazzo a prendere consapevolezza del proprio cambiamento-conseguenze di nuovo modo di relazionarsi con mondo.
38
Q

quali sono le due Forme di conoscenza che l’educatore deve mettere in campo quando si presenta al ragazzo?

A

-descrittivo - esplicativo : descrivere le caratteristiche dall’oggetto da conoscere in maniera oggettiva; descrivere i comportamenti irregolari del Ragazzo precisando i vari fattori biologici, psicologici, educativi e sociali che possono averli causati
- comprendente : comprendere l’altro con attenzione ai vissuti che Producono determinati processi

39
Q

cos’è l’entropatria?

A

tecnica pedagogica volta a cogliere La visione del mondo del ragazzo, implica la sospensione temporanea degli schemi interpretativi dell’ educatore

40
Q

Qual è il ruolo dell’educatore nella pratica rieducativa?

A

Comprendere che il ragazzo si avvicina all’ educatore con tecniche difensive e non fiduciosa, in quanto si sente in posizione di inferiorità e quindi vulnerabile. In un primo momento l’educatore deve creare una situazione di confidenza e Fiducia per far capire il ragazzo che lui è lì per comprenderlo; con entropartia l’educatore deve comprendere la visione del mondo del ragazzo e usarla come guida per strutturare l’intervento. L’obiettivo è quello di assumere il comportamento deviante come testimonianza dei vissuti particolare del ragazzo e comprendere se questi derivano da assenza o di storsione dell’ intenzionalità.
L’ educatore inoltre Regola l’attività dei membri dell’equipeper far si che lo sguardo conoscitivo sia improntato sul modellopedagogico e che quindi descriva il ragazzo orientando lo verso il futuro più che sul suo passato. Inoltre deve valutare l’educabilità cioè costruire mappa di luoghi che
forniscono sicurezza e altri debolezza a cui far leva in percorso rieducativo cosi che ragazzo diventa attore di ri orientamento di sua intenzionalità.

41
Q

Quali sono le prime strategie educative verso il cambiamento?

A

-comprendere se e in che misura alcune concezione esistenziali abbiano influito sul Ragazzo
- cambiare le con dizioni di vita e destrutturare atteggiamenti che ne costituiscono la ricaduta. Lo stile con cui il ragazzo partecipa alle attività Proposte testimonia quale difetto dell’ inten zionalità caratterizza il ragazzo.
Bisognerebbe creare degli interventi che propongono un diverso stile di vita cominciando proprio a lavorare sull’immagine e sui segni più manifesti e visibili del sé. Proporre certo “apparire” significa offrire nuova forma con cui interpretarsi,

42
Q

Davanti a quali posizioni del ragazzo può trovarsi l’educatore?

A
  • Ragazzo egocentrico: non sa riconoscere l’altro come soggetto paragonabile all’altro soggetto ( sè stesso)
    -ragazzo etero centrico: non sa riconoscersi come soggettività,come individuo capace di intervenire in modo attivo nella costruzione della sua Relazione con gli altri
43
Q

cos’è la sistematicità?

A

un insieme organico Formato da varie variabili correlate che comportano una variazione del sistema totale a partire dai singoli elementi.

44
Q

cos’è il valore iniziatico del cambiamento

A

è molto efficace mutare/allontanare contesto di vita consueto che permette di prendere distanze dal passato. L’educatore deve lavorare sul valore simbolico di nuove situazioni/attività x riconfigurare nuovo modello vita, è possibile liberazione della propria soggettività. Per far si che questa azione sia significativa per il ragazzo, la nuova realtà che gli si propone deve avere forza seduttiva sufficiente a fargli maturare desiderio iniziatico.

45
Q

cos’è la dilatazione del campo di esperienza?

A

Un ragazzo diventa difficile a causa della precocità (incongruenza) tra la sua età e le esperienze compiute, è importante quindi Proporre una dilatazione del campo di esperienza del Ragazzo ossia Fargli incontrare esperienze diverse che lo portano a pensare a più significati attribuibili al mondo ; Questo deve essere il centro della rieducazione

46
Q

cos’è l’ottimismo esistenziale?

A

senso di appagamento che nasce nel pensarsi come origine da cui si dà sign al mondo, capace di realizzarsi partendo da vincoli imposti da realtà e con pratica di negoziazione di senso con gli altri sogg. Ci sono requisiti xke questa avvenga:
- Deve fondarsi su pratiche di restituzione: bisogna colmare carenza del ragazzo, creano ambiente dignitoso cosi che dia al ragazzo valore partendo da immagine del sé che contesto gli fornisce);
- Bisogno di figure mondo adulto che colmino bisogni affettivi
- Percorso rieduc deve prevedere gratificazioni per il ragazzo, valorizzando successi personali e favorendo interessi.

47
Q

quali sono i percorsi più efficaci per i ragazzi difficili?

A

quelli che raggiungono uno scopo motivante : più si impegnano più raggiungono lo scopo

48
Q

quali sono i 2 aspetti dell’identità?

A

-Diacronico: confluisce senso di essere qualcosa di permanente entro variazioni relazionali e situazionali, è ciò che ciascuno è-possiede-conosce già.
-Sincronico: modo di presentarsi all’altro in rapp a circostanze-segni che l’altro ci rinvia, è modo con cui diverse acquisizioni sono messe in funzione di nuovi rapp-scambi-prospettive nate da incontro con altro.

49
Q

a cosa è utile la vita di gruppo?

A

Strategia piu adeguata x far maturare nel ragazzo senso di appartenenza, cioè percezione di essere pt di mondo intersogg in cui collocarsi in rapp di autonomia-dipendenza.
la dimensione del gruppo è rilevante perché causa dinamiche tra i ragazzi

50
Q

Cos’è il transfert pedagogico?

A

L’educatore deve instaurare un legame affettivo con i ragazzi e proporsi come passaggio dalla rottura di schemi relazionali abituali la costruzione di un nuovo Schema, grazie al legame affettivo il ragazzo tenderà ad appropriarsi del modello dell’ educatore.
La dimensione affettiva permette che ragazzo colga con entusiasmo
le proposte dell’educatore, l’affetto si trasforma in motivazione che porta ragazzo a superare ostacoli.

51
Q

quali sono i Rischi del transfert pedagogico?

A

instaurarsi di vera relaz sentimentale, desiderio di compiacere educatore x
assecondarlo, nascondere incapacità di riconoscersi come sogg responsabile di costruzione del proprio rapp con mondo/altri xke se relaz educ produce un essere un altro che dipende da permanente presenza di quell’altro non sarà formativa, infine pericolo piu grande è che educatore ceda a manovre di seduzione e perda distanza peda necessaria a mantenere sguardo esterno su situaz.

52
Q

Qual è lo scopo del transfert pedagogico?

A

causare crollo di modelli abituali di interazione e inserire motivazione affettiva ad appropriarsi di modello centrato su intenzionalità. Educatore deve provocare senso verso futuro e apertura alla possibilità.

53
Q

quali sono tecniche specifiche per gestire la prelazione affettiva?

A

1) Pensare a collettività a 2: educatore deve cercare di creare forme di manifestaz affettiva tra quelle riconosciute appartenenti a regime del pubblico;
2) Cercare di spendere questo affetto in un fare insieme: con mediaz di
progetto/attività la carica emotiva di relaz perde connotazione erotica e si baserà su puro affetto;
3) Inserire ragazzo in un gruppo è modo di instaurare relaz interpers che si affiancano a quella dell’educatore cosi da evitare rischi inscritti in transfer;
4) Opportuna durante costruzione erotismo peda è discuterne con equipe x stabilire il se-come-affinche di una sua attivaz o recupero strategico, discutere con equipe facilita monitoraggio coinvolgimento personale di educatore

54
Q

come si costruisce una nuova visione del mondo?

A

ragazzo deve riuscire ad avere consapevolezza dei suoi schemi di sign x trasformare la visione mondo e quindi anche sul sé. È fondamentale nell’intervento presentare punto di vista alternativo altrimenti non riuscirà a sostituire la sua visione.
Ma assimilare nuovo schema non implica abbandonare del tutto quello abituale, quindi coeesistono schemi vecchi e nuovi e con il tempo matura autonomia-autostima e cosi dipendenza emotiva da educatore svanisce e supera transfert.
Per un cambiamento stabile e duraturo il Ragazzo deve rivisitare il suo passato con l’aiuto dell’ educatore e attribuire a quegli eventi una nuova struttura di significato elaborata in Rieducazione.
la Rielaborazione di vita si articola in 2 direzioni:
- consapevo lezza dell’insieme di signifi cati attri buiti alle proprie esperienze passate
- individuazione di nuovi significati