Polmone Flashcards

1
Q

Qual è la definizione di edema polmonare?

A

Comparsa di liquidi nello spazio extra-vascolare, ovvero l’interstizio e l’alveolo

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2
Q

Quali sono le due principali forme di edema polmonare?

A

Edema emodinamico + edema dovuto ad alterazione della permeabilità della membrana alveolo-capillare (o “da danno diretto” o “edema polmonare acuto)

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3
Q

Quali sono le principali cause di edema polmonare emodinamico?

A

 Aumento della pressione venosa polmonare in assenza di insufficienza ventricolare sinistra (es. stenosi mitralica);
 Aumento della pressione venosa polmonare secondario a insufficienza ventricolare sinistra;
 Aumento della pressione capillare polmonare secondario ad aumento della pressione arteriosa polmonare (edema polmonare da iperperfusione);
 Edema discrasico (da riduzione della pressione oncotica);

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4
Q

Quali sono le principali cause di edema dovuto ad alterazione della membrana alveolo-capillare?

A

 Polmoniti (infettive, chimiche, da radiazioni, ab ingestis…);
 Presenza di sostanze endogene vasoattive (es. istamina);
 Edema da insufficienza linfatica (le strutture linfatiche sono invase da trombi neoplastici) ;

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5
Q

Cosa si osserva microscopicamente in un quadro di edema polmonare?

A

Severa congestione capillare, alveoli ripieni di fluido omogeneo rosaceo (→proteine);

Se l’edema è conseguenza di danno alveolare: negli alveoli si possono osservare resti cellulari, fibrina e membrane ialine (materiale proteico filamentoso).

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6
Q

A cos’è dovuta la sindrome da distress respiratorio del neonato?

A

deficit di surfactante alveolare → collasso degli alveoli e dei vasi → ipossiemia e ipercapnia → acidosi → ipoperfusione polmonare → danno epitelio alveolare → edema polmonare → distress respiratorio;

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7
Q

Cosa si vede all’esame istologico di una sindrome da distress respiratorio del neonato?

A

danno diretto degli pneumociti e dell’endotelio con accumulo di materiale fibrinico che costituisce le caratteristiche membrane ialine;

Le membrane ialine visibili come un materiale intensamente colorato, denso e molto prominente.

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8
Q

Cosa si intende per sindrome da distress respiratorio (o “danno alveolare acuto”)?

A

Processo infiammatorio del polmone caratterizzato dall’esordio improvviso di edema polmonare e insufficienza respiratoria anche grave, sviluppatosi come complicanza di altre condizioni mediche

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9
Q

Dal punto di vista patogenetico, cosa causa la sindrome da distress respiratorio?

A

compromissione anatomo-funzionale della membrana alveolo-capillare → alterazione degli scambi gassosi, aumento della permeabilità alveolo-capillare e edema polmonare;

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10
Q

Quali sono le tre fasi di una sindrome da distress respiratorio? Microscopicamente, cosa si evidenzia in ciascuna delle fasi?

A

o Fase essudativa (prima settimana): edema, membrane ialine, deposito di P plasmatiche e flogosi;
Distacco degli pneumociti di tipo 1 e la membrana basale viene esposta;
o Fase proliferativa / di organizzazione (seconda settimana): proliferazione di fibroblasti nella parete degli alveoli, flogosi interstiziale, persistenza degli pneumociti 2;
o Fase fibrotica (in caso di evoluzione sclerosante): il processo infiammatorio guarisce con una fibrosi interstiziale, spesso spiccata, che si estende ad interessare le varie strutture alveolari collassate. La fibrosi può interessare anche gli alveoli.

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11
Q

Quali sono i due meccanismi che contribuiscono principalmente alla patogenesi dell’ipertensione polmonare?

A

Patogenesi: Rimodellamento vascolare + vasocostrizione;
o Danno endoteliale → ↑ vasocostrizione, ↑ proliferazione endoteliale e della media, trombosi, formazione di collagene nella media e nell’intima, migrazione di C muscolari lisce nell’intima;
o Rimodellamento vasi arteriosi polmonari → aumento resistenze → aumento gittata → aumento pressione polmonare;

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12
Q

Cosa si osserva microscopicamente nei vasi affetti da ipertensione polmonare?

A

ispessimento dell’avventizia, ipertrofia della tonaca media e proliferazione della tonaca intima che determinano modificazioni fibrotiche sia concentriche che eccentriche;

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13
Q

Cosa prevede la classificazione dell’embolia polmonare sulla base delle dimensioni?

A

o Massiva: embolia a cavaliere, cioè a livello della biforcazione → arresto cardiaco e morte improvvisa;

o Di entità media: occlusione di uno o due rami dell’arteria polmonare → è possibile ci sia sopravvivenza se l’occlusione non è completa;

o Non massiva: occlusione di rami medio-piccoli → le conseguenze dipendono dalle condizioni circolatorie preesistenti del soggetto:
 Disturbo circolatorio passeggero, spesso asintomatico;
 Infarto emorragico, se il pz è compromesso. Ha forma triangolare e base poggiante sul piano pleurico;

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14
Q

Come si fa DDX tra coaguli ed emboli?

A

i coaguli sono tutti neri, negli emboli ci sono degli elementi più chiari che riflettono i contenuti di fibrina. In genere gli emboli sono difficili da staccare dal lume del vaso a differenza dei coaguli.

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15
Q

Cosa si può osservare al microscopio nello stadio precoce di infezione da Covid19?

A
  • Stadio 1:
    o edema focale;
    o infiammazione delle pareti;
    o danno degli pneumociti;
    o desquamazione dei macrofagi alveolari;
    o necrosi delle cellule endoteliali;
    o capillarite (infiltrazione di cellule granulocitarie nello spessore del vaso);
    o trombosi dei vasi di piccolo e medio calibro;
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16
Q

Cosa si può osservare al microscopio nello stadio 2 di infezione da covid19?

A
  • Stadio 2:
    o accumulo di fluido ricco di fibrina negli spazi alveolari;
    o un aumento del numero di macrofagi desquamati;
    o alcune cellule giganti multinucleate di origine epiteliale, che si sviluppano come reazione al danno;
    o alcune membrane ialine;
    o necrosi epiteliale associata a iperplasia degli pneumociti di tipo II;
    o emorragia intralveolare in associazione a occlusione trombotica dei vasi;
    o iperplasia delle cellule endoteliali;
    o potrebbe esserci aspergillosi;
    o trombi di fibrina nei capillari e nelle piccole arterie;
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17
Q

Qual è la definizione di bronchite cronica?

A

Malattia infiammatoria definita clinicamente sulla base di presenza di tosse ed espettorato per almeno tre mesi all’anno per due anni consecutivi;

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18
Q

Cosa si osserva microscopicamente in un paziente con bronchite cronica?

A

gli epiteli muco-secernenti sono iperplastici e ipertrofici, con incremento del rapporto tra la componente epiteliale mucinosa e quella sierosa → aumento volumetrico delle ghiandole e dei singoli acini;

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19
Q

Che cos’è l’indice di Reid? Per cosa si utilizza? Quando è patologico?

A

o Indice di Reid = rapporto tra lo spessore totale della mucosa (dalla base dell’epitelio al pericondrio) e il diametro maggiore della ghiandola compresa nello spazio sottomucoso (> 0,5 è patologico).

Si usa per le bronchiti croniche

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20
Q

Che tratto della via respiratoria è affetto principalmente da…
- bronchiolite acuta?
- bronchiolite cronica?

A

Bronchiolite acuta: bronchiolo terminale

Bronchiolite cronica: tra b. terminale e interstizio

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21
Q

Cosa si osserva microscopicamente in un paziente con bronchiolite cronica? A cosa è dovuta principalmente questa condizione?

A

E’ dovuta principalmente al fumo di sigaretta.

Istologia:
o Presenza di accumuli endo-luminali di macrofagi pigmentati limitati alle aree bronchiolari;
o Parete bronchiolare: flogosi cronica e fibrosi di basso grado;
o Si ha iperplasia delle cellule goblet.

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22
Q

Cosa si osserva microscopicamente in un paziente con bronchiolite obliterante/polmonite in organizzazione?

A
  • Istologia:
    o Esuberante processo riparativo in seguito ad un danno bronchiolare;
    o Eccesso di tessuto di granulazione e di tessuto fibroso, che protrudono all’interno del lume dei bronchioli e di alcuni spazi alveolari, i quali finiscono per essere occlusi.
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23
Q

Cosa si osserva microscopicamente in un paziente con asma bronchiale?

A

Micro:
o Ipertrofia delle cellule muscolari lisce associata a infiltrato infiammatorio al di sotto della tonaca muscolare;
o Lume molto frastagliato nelle forme croniche;
o Ghiandole bronchiali ipertrofiche (meno rispetto alle bronchiti croniche).

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24
Q

Cosa si osserva macroscopicamente in un paziente con asma bronchiale?

A
  • Macro:
    o Polmoni molto distesi;
    o Al taglio sono visibili tappi muscosi che occludono principalmente i bronchi di piccolo e medio calibro;
    o Aree di fibrosi sottopleuriche, in particolare in corrispondenza dei lobi superiori;
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25
Q

Qual è la definizione di “bronchiectasia”?

A

Dilatazioni anomale e persistenti dei bronchi che provocano un danno alla parete bronchiale senza determinarne però la distruzione;

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26
Q

Dal punto di vista patogenetico, quali sono le due forme principali di bronchiectasia? Generalmente, sono monolaterali e bilaterali?

A

o Forme di tipo ostruttivo: si ha qualcosa che occlude il lume del bronco (un corpo estraneo, un infiltrato neoplastico, una stenosi, un tappo di muco…) e ciò che sta a valle si dilata;
- Generalmente monolaterali e localizzate;

o Forme di tipo non ostruttivo (più rare): meccanismo di trazione quasi esclusivamente in aree adiacenti a zone in cui sia avvenuto un rimaneggiamento del parenchima polmonare ad esempio di tipo cicatriziale;
- Bilaterali e localizzate ai lobi inferiori;

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27
Q

Istologicamente, come si presentano le bronchiectasie?

A

o Lume dilatato;
o Materiale mucoide che poi diventa francamente purulento nel lume per sovra infezione;
o Erosioni/ulcerazioni della mucosa;
o Iperplasia dell’epitelio per riparare il danno;
o Metaplasia squamosa;
o Ispessimento della parete bronchiale per edema, congestione, stravasi ematici e infiammazione in fase cronica.

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28
Q

Cosa si intende per “enfisema”?

A

Aumento del contenuto aereo del polmone che riguarda gli spazi endoalveolari, eccezionalmente anche l’interstizio, dovuto a ampliamento permanente degli spazi aerei distali rispetto al bronchiolo terminale, secondario a lesioni con distruzione delle pareti alveolari in assenza di fibrosi significativa;

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29
Q

Macroscopicamente, come si presenta il polmone enfisematoso?

A

o Polmoni voluminosi, espansi, con margini arrotondati e non si acquattano alla base quando si solleva lo sterno;
o Consistenza soffice, colorito pallido per la scarsezza del contenuto ematico e aumento del contenuto aereo;
o Sulla superficie di taglio assumono un aspetto tipicamente spugnoso. Vi è una riduzione dell’elasticità del parenchima polmonare alla pressione, il tessuto è improntabile e l’impronta persiste;
o Si sente un tipico crepitio fastidioso quando si passa la lama;

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30
Q

Microscopicamente, come si presenta il polmone enfisematoso?

A

o Alveoli dilatati con setti che possono essere scomparsi, assottigliati, filiformi o frammentati;
o Non si riscontrano aree di fibrosi;

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31
Q

Come viene classificato morfologicamente l’enfisema polmonare?

A

o Enfisema centro-lobulare:
 Più frequente, associato al fumo di sigaretta ed a ipertensione polmonare;
 La dilatazione alveolare colpisce la parte centrale del lobulo;

o Enfisema pan-acinare:
 Da deficit di alfa 1-antitripsina o da evoluzione di enfisema centro-lobulare;
 Colpisce tutto l’acino;

o Enfisema localizzato / para-settale / periacinare:
 Interessa gli alveoli distali vicino ai setti interlobulari e agli spazi sottopleurici;
 Eziologia sconosciuta;
 Si formano delle grosse bolle che si possono rompere dando PNX;

o Enfisema irregolare:
 Non si associa a gravi sintomatologie
 È probabilmente la conseguenza di rimaneggiamenti tissutali;

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32
Q

Come si presenta macroscopicamente, nelle varie fasi di polmonite alveolare, il polmone?

A

o Fase iniziale = congestione alveolare:
 Il polmone assume un colore intensamente rossastro;
 Consistenza aumentata;

o Fase di epatizzazione rossa (qualche gg):
 Colorito che ricorda quello del fegato;
 Consistenza parenchimatosa;
 Ci può essere estensione al parenchima sottopleurico fino alle pleuro → pleurite fibrinosa o fibrino-purulenta;

o Fase di epatizzazione grigia (7 gg):
 Colore grigio/giallo;

o Risoluzione:
 Possono residuare ispessimenti fibrosi della pleura viscerale;
 Si possono formare ascessi polmonari (in caso di microorganismi cattivi);
 Per il resto si ha restitutio ad integrum;

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33
Q

Come si presenta microscopicamente, nelle varie fasi di polmonite alveolare, il polmone?

A

o Fase iniziale = congestione alveolare:
 Gli alveoli si riempiono di essudato sieroso/siero fibrinoso (v. edema polmonare acuto);
 Ci sono pochi granulociti (essudato paucicellulare);

o Fase di epatizzazione rossa:
 Aumentano i granulociti neutrofili e la fibrina all’interno dell’alveolo;
 Si instaurano numerose emorragie intra-alveolari;

o Fase di epatizzazione grigia:
 Massiva componente di cellule infiammatorie, soprattutto granulociti neutrofili;
 Accumulo di essudato purulento con progressiva lisi dei globuli rossi;

o Risoluzione:
 L’essudato va incontro a progressiva digestione enzimatica → formazione di materiale semifluido che viene fagocitato dai macrofagi / eliminato con la tosse:

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34
Q

Cosa si intende per ascesso polmonare? Quando si parla di polmonite necrotizzante?

A

Ascesso: Processo infiammatorio acuto suppurativo, in cui vi sono fenomeni di necrosi estesa del tessuto polmonare con formazione di cavità che contengono detriti cellulari, cellule infiammatorie (abbondanti granulociti neutrofili) e fibrina;

Polmonite necrotizzante: presenza di ascessi multipli, diffusi, di piccole dimensioni;

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35
Q

Come si presenta istologicamente un ascesso polmonare?

A

o Ammasso di tessuto necrotico rosato, cellule infiammatorie e detriti cellulari, granulociti, fibrina, emazie;
o Perdita di struttura polmonare;

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36
Q

Come si presenta istologicamente una polmonite interstiziale?

A

o Infiltrato infiammatorio di cellule mononucleate (linfociti e plasmacellule) localizzato nell’interstizio;
o Ispessimento delle strutture bronco-vasali;
o Ci può essere essudato endoalveolare con aree di atelettasia subsegmentale;

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37
Q

Come appare macroscopicamente e microscopicamente una necrosi caseosa da tubercolosi?

A

 Macro: aspetto poltaceo, un colorito giallastro;
 Micro: non si trovano detriti cellulari, ombre di cellule morte e granulociti, in EE è rosa;

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38
Q

Come appare microscopicamente un granuloma tubercolare?

A

 Micro: aggregati di cellule istiocitarie epitelioidi, giganti multinucleate (C di Langhans) intervallate da linfo T e circondate da un mantello di plasmacellule;
 Possono avere necrosi caseosa al centro o scarsa tendenza alla necrosi;

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39
Q

Cosa si intende per caverna tubercolare?

A

perdita estesa di tessuto parenchimale, delimitata da una pseudo capsula fibrosa, dovuta all’infezione tubercolotica;

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40
Q

Come appare macroscopicamente e microscopicamente un tubercoloma?

A

 Macro: neoformazione nodulare di 10cm di diametro;
 Micro: costituita da necrosi caseosa ben delimitata e circoscritta da tessuto granulomatoso in parziale evoluzione sclerotica, spesso calcifica;

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41
Q

Qual è la differenza, nel contesto della tubercolosi, tra focolaio isolato, nodulare e miliarico, dal punto di vista MACROscopico?

A

o Focolaio Isolato= singolo granuloma tubercolare;
o Focolaio Nodulare= focolaio più grande che tende a formare una caverna tubercolare;
o Focolaio Milarico= granuloma con scarsa tendenza alla necrosi centrale, tipico delle forme miliari con diffusione estensiva al parenchima polmonare;

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42
Q

Cos’è la lesione di Gohn? E il complesso di Gohn? In che contesto appaiono?

A

 Lesione di Ghon = granuloma localizzato nel parenchima polmonare periferico;
 Complesso di Ghon = lesione di Ghon + linfoadenomegalia mediastinica (istologicamente i linfonodi appaiono simili alla lesione periferica che drenano);

Compaiono nel contesto di TBC primaria.

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43
Q

Quando si parla di tubercolosi primaria progressiva? Come appare? Che zone del polmone predilige?

A

o TBC primaria in pz immunodepressi o iperreattivi (TBC primaria progressiva) → danno esteso del parenchima con la formazione della necrosi caseosa → eventuale diffusione ai linfonodi ed al circolo ematico (tramite i macrofagi);

 La lesione iniziale si ingrandisce producendo aree di necrosi fino a 6 cm ;
 Ampie cavità tipicamente nel lobo inferiore;

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44
Q

Come si presenta microscopicamente un focolaio isolato di tubercolosi secondaria?

A
  • Apice del polmone;
  • Noduli con aspetto fibroso-caseoso che possono presentare calcificazioni;
  • Ci può essere tubercoloma;
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45
Q

Come si presenta microscopicamente un focolaio miliarico di tubercolosi secondaria?

A
  • Dovuti a disseminazione ematica;
  • Piccoli noduli biancastri e tubercoli;
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46
Q

Come si presenta microscopicamente un focolaio nodulare di tubercolosi secondaria?

A
  1. Infiltrato precoce: focolaio nodulare singolo situati all’apice del polmone o in sede sottoclaveare.
  2. Lobite: area di consolidamento che mima la polmonite lobare batterica.
  3. Focolai disseminati: focolai nodulari multipli, disposti in maniera irregolare in tutto l’organo e bilateralmente.
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47
Q

Elenca i tre sottotipi di polmonite interstiziale idiopatica e due entità patologiche per ciascun sottotipo.

A

o Tipo cronico-fibrosante→ comprende:
 Polmonite interstiziale comune / di tipo usuale;
 Polmonite interstiziale non specifica;

o Tipo correlato al fumo→ comprende:
 Polmonite desquamativa interstiziale;
 Bronchiolite respiratoria con associata polmonite interstiziale;

o Tipo acuto-subacuto→ comprende:
 Polmonite interstiziale acuta;
 Polmonite criptogenetica in organizzazione .

48
Q

A cos’è dovuta la polmonite interstiziale comune/di tipo usuale?

A
  • Eziopatogenesi: deposito di immunocomplessi nell’interstizio che scatena la reazione infiammatoria → proliferazione di fibroblasti, miofibroblasti e cellule muscolari → fibrosi interstiziale;
49
Q

Quando si parla di fibrosi polmonare idiopatica?

A

condizione clinica in cui è presente un quadro radiologico/anatomopatologico di UIP ad eziologia ignota;

50
Q

Macroscopicamente, come si presenta il polmone con polmonite interstiziale comune?

A

o Consistenza dura;
o Superficie eterogenea;
o Presenza di lobulazioni (come un fegato cirrotico);
o Aree cistiche alternate ad aree fibrotiche chiare;

51
Q

Microscopicamente, come si presenta il polmone con polmonite interstiziale comune?

A

o Fase iniziale:
 Edema alveolare con infiltrato linfocitario;
 Sfaldamento di C alveolari;
 Iperplasia rigenerativa degli pneumociti;
 In questa fase non è specifica o diagnostica;

o Fase intermedia:
 Edema;
 Proliferazione dei fibroblasti;
 Deposizione di collagene;
 Iniziale organizzazione;

o Fase avanzata:
 Fibrosi marcata;
 Perdita della citoarchitettura normale;

Aree diverse del polmone possono trovarsi in stadi diversi.

52
Q

Come si fa DDX alla radiografia tra polmonite interstiziale comune e polmonite interstiziale non specifica?

A

Polmonite interstiziale comune: polmone a nido d’ape (honeycomb)

Polmonite interstiziale non specifica: polmone a vetro smerigliato

53
Q

Quale entità clinica ha il decorso più aggressivo e rapido tra polmonite interstiziale comune e polmonite interstiziale non specifica?

A

Polmonite interstiziale comune

54
Q

Come si presenta istologicamente la polmonite interstiziale non specifica?

A

o Infiltrato di cellule mononucleate, linfociti, plasmacellule;
o Fibrosi;
o L’architettura polmonare è conservata.

55
Q

Come si presenta istologicamente la polmonite desquamativa interstiziale? Quale è il principale fattore di rischio?

A

Il principale fattore di rischio è il fumo.

Istologia:
o Alveoli ripieni di macrofagi con citoplasma ampio ed eosinofilo (sembrano C epiteliali desquamate);
o Pneumociti di tipo II iperplastici;
o L’architettura polmonare è conservata;
o Fibrosi;

56
Q

Cosa si intende per “sarcoidosi”?

A
  • Malattia infiammatoria caratterizzata dalla presenza di granulomi che non tendono alla necrosi e caseificazione;
  • Può colpire tutti gli organi, anche se si localizza più frequentemente nel polmone;
57
Q

Quando si parla di “sindrome di Loffgren”?

A

quando la sarcoidosi si manifesta con febbre, linfoadenite bilaterale e poliartralgie;

58
Q

Come si presenta istologicamente la sarcoidosi?

A

Con granuloma epitelioideo non necrotizzante:

o Istiociti (AKA macrofagi) epitelioidei che formano cellule giganti in assenza di necrosi caseosa circondati da linfociti;
o Nelle fasi precoci ci può essere solo una lieve infiltrazione nell’interstizio di cellule mononucleate o un quadro di alveolite;
o Le C giganti possono contenere:
 Corpi asteroidi: microaggregati di filamenti di vimentina;
 Corpi di Schaumann: forma concentrica, sono residui di lisosomi calcifici (assomigliano ai corpi psammomatosi del K tiroideo);

59
Q

Come si presenta istologicamente la polmonite da ipersensibilità?

A

o Forma acuta:
 Infiltrati neutrofili bronchiolari ed endo-alveolari;
 La biopsia si fa solo nelle forme croniche;

o Forma cronica:
 Infiltrato linfomonocitario e granuloso interstiziale;
 Flogosi bronchiolo-centrica;
 Possono essere presenti granulomi non caseificanti, polmonite in fase di organizzazione;
 Negli stadi più avanzati la flogosi scompare e compare una fibrosi simile alla UIP;

60
Q

A cos’è dovuta l’antracosi?

A

inalazione e accumulo di grandi quantità di polvere di carbone (tra le più inerti);

61
Q

Come appaiono macroscopicamente le lesioni da antracosi?

A

o Lesioni nere prodotte dalla malattia;
o In fase avanzata:
- Consistenza dura;
- Colorito interamente nero;
- Al taglio appaiono aree fibrotiche irregolari;

62
Q

Come appaiono microscopicamente le lesioni da antracosi?

A

o Fasi iniziali: accumulo con formazione delle macule (depositi di particelle di carbone di colore nero);
o Fasi avanzate: attivazione dei fibroblasti con produzione di collagene → comparsa di lesioni/noduli fibrotiche;
o Fasi avanzate gravi: fibrosi polmonare massiva;

63
Q

A cos’è dovuta la silicosi?

A

E’ una Pneumoconiosi sclerogena dovuta all’inalazione cronica di polveri contenenti silice (diossido di silicio SiO2) in uno stato cristallino;

64
Q

Come appaiono macroscopicamente i noduli silicotici?

A

I noduli silicotici semplici appaiono come zone più o meno pigmentate, di consistenza aumentata rispetto a quella del normale parenchima polmonare;

65
Q

Come appaiono microscopicamente i noduli silicotici?

A

 Tipiche lesioni fibrotiche nodulari del parenchima polmonare;
 Deposizioni lamellari di collagene;
 Macrofagi;
 Può calcificare (diventando radio-opaco);
 <1cm;
 Con la luce polarizzata si possono osservare cristalli aghiformi birifrangenti;
 Spesso associati ad antracosi;

66
Q

Quando non si vedono i noduli silicotici in un paziente con silicosi?

A

In un paziente con silicosi acuta, esposizione massiva di piccole particelle di silice, non si vedono noduli silicotici perché non hanno tempo di formarsi.

67
Q

Come appare da radiografia di un paziente affetto da asbestosi?

A

Polmoni a nido d’ape

68
Q

Come appare microscopicamente l’asbestosi?

A

o La fibrosi è irregolare;
o Ci possono essere residui di C infiammatorie e macrofagi;
o Le pareti alveolari si possono rompere → enfisema;
o Si possono osservare i corpuscoli di asbesto tramite la colorazione di Perls (per il Fe).

69
Q

Come si manifesta microscopicamente la berilliosi acuta?

A

 Si manifesta in genere con un diffuso danno alveolare;
 Entro poche ore o al massimo giorni dall’inalazione delle particelle del metallo;

70
Q

Come si manifesta microscopicamente la berilliosi cronica?

A

 La lesione elementare fondamentale è il granuloma, molto simile a quello della sarcoidosi (→DD);
 Sintomi: tosse, dispnea e progressiva insufficienza respiratoria;

71
Q

Che cos’è la sindrome di Caplan?

A

Si presenta come un’associazione tra artrite reumatoide e pneumoconiosi, soprattutto antracosi;

72
Q

Qual è la lesione caratteristica osservabile microscopicamente della sindrome di Caplan?

A

Granuloma reumatoide, con:
o Necrosi fibrinoide centrale;
o Palizzata di istiociti in periferia oltre che depositi di carbone;
o Spesso noduli periferici multipli.

73
Q

Qual è la probabilità che un papilloma polmonare progredisca a carcinoma?

A

Si pensa che non sia possibile la progressione a carcinoma da parte di queste lesioni benigne.

74
Q

Il papilloma polmonare è una lesione papillare legata con un peduncolo ad un bronco. Generalmente, quali sono i bronchi preferenzialmente affetti da queste lesioni benigne?

A

I grandi bronchi.

75
Q

Su cosa si basa la classificazione istologica dei papillomi polmonari?

A

Tre forme in base all’epitelio che riveste l’asse vascolo-stromale:
o Forma squamosa: rivestimento di epitelio squamoso pluristratificato;
o Forma ghiandolare: rivestimento di C cilindriche non ciliate in mezzo alle quali si trovano le C goblet mucosecernenti;
o Forma mista;

76
Q

In quale caso il papilloma polmonare potrebbe progredire a lesione maligna? Quali sono gli aspetti istologici tipici di questa situazione?

A

Nel caso in cui sia dovuto ad un’infezione da HPV.

Cellule con caratteristiche tipiche dell’infezione da HPV (l’alone e l’aspetto a prugna del nucleo).

77
Q

Qual è il tumore benigno più frequente del tumore?

A

L’amartoma polmonare

78
Q

Come compare macroscopicamente l’amartoma polmonare?

A

o Aspetto bianco lardaceo per la presenza di cartilagine;
o Rotondi, ben circoscritti, quasi sporgenti a livello della superficie di taglio;

79
Q

Che cos’è l’iperplasia adenomatosa atipica (AAH) polmonare? Può progredire ad adenocarcinoma?

A

Lesione ben delimitata (<5mm) in cui una proliferazione di C epiteliali atipiche si dispone lungo i setti alveolari.
Sì, può progredire.

80
Q

Come si presenta l’iperplasia adenomatosa atipica polmonare all’RX? E all’istologia?

A
  • Rx: lesione non solida simile al parenchima circostante (diagnosi estremamente difficile);
  • Micro: atipie simili a quelle dell’adenoK ma più contenute, l’architettura polmonare è conservata;
81
Q

Cosa si intende dicendo che “l’adenocarcinoma polmonare in situ ha una crescita lepidica”?

A

La lesione è contenuta interamente all’interno della via aerea e per definizione non interessa il connettivo dell’interstizio

82
Q

Come si presenta microscopicamente l’adenocarcinoma polmonare in situ rispetto all’iperplasia adenomatosa atipica polmonare?

A

L’architettura è uguale all’AAH, ma ci sono più atipie.

83
Q

Quali sono i criteri diagnostici dell’adenocarcinoma polmonare in situ?

A

o Localizzato (in genere sotto i 30 mm);
o Crescita lepidica pura (non deve superare i confini dello spazio alveolare);
o Nessun pattern di crescita tipico delle forme invasive (papillare, micropapillare, colloide…);
o Non deve esserci invasione stromale, vascolare o della pleura;
o Nessuna diffusione attraverso gli spazi aerei (STAS);
o È prevalentemente mucinoso, con atipie nucleari modeste e ispessimento dei setti.

84
Q

Elenca le tre classi di gravità di una displasia polmonare

A

o Lieve, interessa 1/3 dello spessore;
o Moderata, interessa 2/3 dello spessore;
o Severa, interessa tutto lo spessore;

85
Q

Qual è la distinzione tra displasia polmonare e carcinoma squamoso in situ?

A

Il carcinoma in situ interessa tutto lo spessore e ha un grado di atipia più elevato rispetto alla displasia (è una distinzione artificiosa);

86
Q

Con che metodo di imaging si può vedere la displasia polmonare e/o il carcinoma squamoso in situ?

A

Radiologia: N/A (si può vedere tramite endoscopia con metodi di colorazione autofluorescente);

87
Q

Cosa si osserva all’istologia di una displasia polmonare/carcinoma squamoso in situ?

A

o Importante infiltrazione linfocitaria;
o C atipiche con perdita della polarizzazione di tutte le fasi della normale maturazione;
o Si notano mitosi atipiche e nucleoli grandi;

88
Q

Cosa è sufficiente per fare diagnosi nei vari carcinomi polmonari?

A

o Per i SCLC è sufficiente una piccola biopsia / campione citologico per fare diagnosi;
o Per i NSCLC è necessaria la biopsia completa per fare diagnosi

89
Q

Se non è possibile fare una biopsia completa della lesione di un NSCLC, cosa si può fare?

A

si può fare comunque una piccola biopsia e ottenere:
 NSCLC, favorito l’adenoK → si vede positività per un marcatore di adenoK (TTF1 o mucina) e negatività per i marcatori squamosi;
 NSCLC, favorito il K squamoso → si vede positività per un marcatore squamoso (p40) e negatività per i marcatori di adenoK;
 NSCLC-NOS → negatività per i marcatori di adenoK o K squamoso → è necessario fare test molecolari;

90
Q

Quali sono le mutazioni genetiche più associate al carcinoma squamoso polmonare? (6)

A

o K-ras (5%) → molto associata al fumo;
o Mutazione di p53 (>50%);
o Mutazione del gene retinoblastoma (>25%);
o Mutazione bcl-2 (25%);
o LOF di PTEN;
o Mutazione FGFR1

91
Q

Che test molecolari sono previsti per il carcinoma squamoso polmonare, in vista di terapia e prognosi?

A

Non sono previsti test molecolari per questo istotipo perché non esistono terapie mirate;

92
Q

Come si presentano macroscopicamente i carcinomi squamosi del polmone?

A

o 90% centrali e nelle vie aeree di calibro maggiore (bronchi maggiori o segmentali), 10% periferici;
o Neoformazioni compatte, spesso ulcerate;
o Si estendono al parenchima adiacente;
o Spesso con cavitazione centrale;
o Raramente si presenta come tumore endobronchiale;

93
Q

Istologicamente, come si presentano i carcinomi squamosi del polmone?

A

diverse presentazioni, in funzione anche del grado di differenziazione, in generale si evidenzia evidente cheratizzazione e ponti intercellulari;
o Vortici di C cheratinizzate eosinofile (“perle cornee”);
o Cheratizzazione di singole C con citoplasma traslucido ed eosinofilo;
o Ponti intercellulari: fessure tra C tumorali adiacenti attraversate da sottili propaggini “spinose” di filamenti citoplasmatici;
o Se è scarsamente differenziato è difficile da distinguere dalle altre forme.

94
Q

Quando si parla di tumore di Pancoast?

A

Tipicamente nel caso di un carcinoma squamocellulare che si trova a livello dell’apice del polmone.

95
Q

Quali sono le mutazioni più frequentemente associate ad adenocarcinoma polmonare? (7)

A

o Mutazione EGFR (15% in US, 50% in Asia) → più frequenti nei non-fumatori, nelle donne e negli asiatici;
o Mutazione K-ras (25%) → fattore prognostico negativo;
o Traslocazione EML4-ALK (anaplastic lymphoma kinase) (5% dei casi avanzati);
o Mutazione di p53 (>50%);
o Mutazione del gene retinoblastoma (>25%);
o Mutazione bcl-2 (10%);
o LOF di PTEN;

96
Q

Gli adenocarcinomi polmonari e i carcinomi squamosi polmonari hanno localizzazioni preferenziali opposte. Quali sono?

A

AC polmonari: periferia

CS polmonari: 90% centrali e nelle vie aeree di calibro maggiore

97
Q

Quando si parla di adenocarcinoma polmonare minimamente invasivo?

A

Tumore con crescita lepidica come AIS ma che comprende foci di tumore invasivo di diametro max inferiore a 5mm, in assenza di necrosi e di invasione pleurica o linfo-vascolare;

98
Q

Macroscopicamente, come si presenta un adenocarcinoma polmonare minimamente invasivo?

A

o < 3cm;
o Margini mal definiti;
o Colorito bronzeo;
o Difficile da distinguere dal tessuto sano;

99
Q

Quali sono le due “forme” istologiche dell’adenocarcinoma polmonare minimamente invasivo? Come si presentano microscopicamente?

A

Tumori non mucinosi:
 Composti da C di Clara, pneumociti di tipo 1 e 2;
 Le C tumorali sono cuboidali e crescono lungo le pareti alveolari;

Tumori mucinosi (molto rara come forma di MIA, DD con metastasi di altri tumori):
 Composti da C colonnari con ampio citoplasma pieno di muco, simili alle goblet cells.

100
Q

Quali sono i principali pattern di crescita di un adenocarcinoma invasivo polmonare?

A

o Lepidico (prognosi migliore);
o Acinare;
o Papillare;
o Solido e micro-papillare (prognosi peggiore);

101
Q

Macroscopicamente, come si presentano gli adenocarcinomi invasivi polmonari?

A

o 2-5cm, ma può occupare anche l’intero lobo;
o Tumori non mucinosi: colore grigio-biancastro;
o Tumori mucinosi: brillanti o gelatinosi;

102
Q

Microscopicamente, come si presentano gli adenocarcinomi invasivi polmonari?

A

o Pattern lepidico: come gli adenocarcinomi minimamente invasivi;

o Pattern acinare: ghiandole atipiche, rotonde od ovali;

o Pattern papillare: singolo strato di C epiteliali cuboidali o colonnari ricopre un asse stromale fibro-vascolare;

o Pattern micro-papillare: piccoli aggregati di C neoplastiche privi di un asse stromale e le C possono apparire sospese negli spazi alveolari;

o Pattern solido mucinoso: scarsamente differenziati, presentano mucina e goblet cells.

103
Q

Quali sono le principali mutazioni di un carcinoma polmonare a grandi cellule?

A

o K-ras (20%);
o Mutazione di p53 (>50%);
o Mutazione del gene retinoblastoma (>25%);
o LOF di PTEN;

104
Q

Dato che è un cancro molto aggressivo, come si presenta microscopicamente un carcinoma polmonare a grandi cellule?

A

C grandi, ampio citoplasma, cromatina vescicolare, nucleoli prominenti;

105
Q

Come si presenta macroscopicamente un carcinoma neuroendocrino a grandi cellule?

A

o Estese aree di necrosi;
o Alto indice mitotico;

106
Q

Come si presenta microscopicamente un carcinoma neuroendocrino a grandi cellule?

A

o Crescita trabecolare;
o C periferiche a palizzata;
o Formazione di rosette;

107
Q

Come si presenta microscopicamente un carcinoma a piccole cellule?

A

o C piccole rotondeggianti, ovali o fusiformi con scarso citoplasma;
o Cromatina finemente granulare e nucleoli assenti o incospicui;
o Markers: CD56, cromogranina, sinaptofisina (marcatori neuroendocrini);
o Indice mitotico elevato;
o Necrosi frequente;

108
Q

Come si presenta macroscopicamente un carcinoma a piccole cellule?

A

o Masse peri-ilari associate a metastatizzazione linfonodale;
o Consistenza soffice;
o Colorito biancastro marezzato da aree necrotico-emorragiche;
o Si espande lungo la parete bronchiale costituendo manicotti circonferenziali;

109
Q

Indica la principale terapia per:
- carcinoma a grandi cellule polmonare
- adenocarcinoma polmonare con mutazione EGFR
- adenocarcinoma polmonare con mutazione ALK
- carcinoma a piccole cellule polmonare

A

Carcinoma a grandi cellule: Pemetrexed

EGFR → TKI (gefitinib, erlotinib);

ALK → crizotinib;

Carcinoma a piccole cellule polmonare: chemio

110
Q

Come appare citologicamente un carcinoma polmonare sarcomatoide?

A

C pleomorfe e almeno 10% di C fusate o giganti in un contesto di NSCLC.

111
Q

Le neoplasie neuroendocrine polmonari colpiscono prevalentemente sedi centrali o periferiche?

A

Centrali

112
Q

Quali sono i tre marker principali di neoplasie neuroendocrine polmonari?

A

o Cromogranina A;
o Sinaptofisina;
o CD56;

113
Q

Macroscopicamente, come appaiono i tumori neuroendocrini/carcinoidi polmonari?

A

o Lesioni endobronchiali, polipoidi, rivestite da mucosa integra;
o La mucosa può essere erosa nelle forme complicate;

114
Q

Quante forme di tumori neuroendocrini polmonari esistono?

A

Due forme: → non è sufficiente fare una piccola biopsia e non si può usare il Ki67
 Carcinoide tipico (TC): < 2 mitosi/ 2 mm2 e mancanza di necrosi (più comune);
 Carcinoide atipico (AC): ≥ 2 mitosi/ 2 mm2 e/o foci di necrosi definita “puntata”;

115
Q

Come appaiono microscopicamente i tumori neuroendocrini polmonari?

A

o Cellule molto poco atipiche, monomorfe, molto simili tra loro, con aspetto della cromatina nel nucleo sale e pepe (fine punteggiatura, ma non macronucleoli, presenti invece in carcinomi a grandi cellule o adenocarcinomi);
o Uniformità dei nuclei e la regolarità della membrana nucleare;

116
Q

Quali sono le due principali forme di mesotelioma pleurico conosciute (dal punto di vista macroscopico)?

A

Forma localizzata:
 Massa circoscritta senza evidenza clinica e istologica di diffusione sierosa;
 Gli aspetti morfologici, ultrastrutturali, immunoistochimici sono del tutto sovrapponibili a quelli del mesotelioma diffuso;
 Clinicamente si comporta in modo benigno ;

Forma diffusa:
 Invade: la superficie pleurica, gli organi contigui (fegato, milza …), via ematica (polmone controlaterale, osso, fegato e SNC);
 Piccoli noduli multipli sulla superficie pleurica parietale → fusione dei singoli noduli → incarceramento polmonare;

117
Q

Quali sono le tre principali forme di mesotelioma pleurico conosciute (dal punto di vista microscopico)?

A

 Epitelioide;
 Sarcomatoide;
 Bifasica (presenti entrambe le forme);