Parte 5 Flashcards

1
Q

Quali sono le cause dei tumori?

A
  • esogene (agenti chimici, fisici es radiazioni, biologici es helicobacter pylori)
  • endogene (mutazioni germinali dai genitori, mutazioni somatiche dovute a errori di duplicazione del DNA, ROS, squilibri ormonali, che sono stimoli che favoriscono la fissazione del danno alle cellule)
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Q

A prescindere dalla causa, la cancerogenesi ha sempre gli stessi step: quali sono?

A

iniziazione, promozione e progressione

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3
Q

In cosa consiste la fase di iniziazione di un tumore?

A

è la comparsa di mutazioni a carico di uno o più geni (oncogeni o oncosoppressori) a causa di agenti inizianti o cancerogeni. Non si ha ancora tumore ma cellula trasformata latente che non necessariamente sta già proliferando, ma è la cellula staminale tumorale (primo danno genico, irreversibile)

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4
Q

In cosa consiste la fase di promozione di un tumore?

A

accumulo di danni a carico della cellula dormiente trasformata (5/6 mutazioni dovuti a errori di duplicazione o per agenti promuoventi o cocancerogeni, che stimolano la proliferazione della cell trasformata). può essere dovuta a modifica epigenetica come metilazione del DNA, dà tumore clinicamente evidente)

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5
Q

In cosa consiste la fase di progressione di un tumore?

A

è l’estensione della fase di promozione, mutazioni si accumulano su oncogeni e oncosoppressori e le cellule sono sempre più maligne. c’è instabilità del cariotipo e compaiono anomalie cromosomiche, aneuplodie (perdite di cromosomi) etc, che portano a fragilità genomica; compare il fenotipo invasivo e metastatico

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6
Q

Quali sono i cancerogeni chimici?

A

Quelli che comportano la comparsa di tumore negli animali da lab (senza, resterebbe sano) + quelli che anticipano la comparsa di tumori che compaiono in ceppi selezionati a un età determinata in assenza di esposizione

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7
Q

Come agiscono i cancerogeni chimici?

A

secondo la dose soglia: si ha una quantità minima da somministrare perché si verifichi la comparsa del tumore (diversa per ogni composto). Sono tossici da sommazione: il tumore compare quando la somma delle quantità del composto raggiunge la dose soglia (con periodo di latenza tra inizio del “trattamento” e comparsa del tumore)

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8
Q

I tumori tendono a comparire così, di punto in bianco?

A

No, di solito somo preceduti da fenomeni iperplastici, verruche e papillomi: lesioni reversibili se è sospesa l’esposizione a cancerogeni, solo raggiunto il valore soglia compaiono carcinomi

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9
Q

Quali tipi di cancerogeni chimici esistono?

A
  • diretti: sono poveri di elettroni (elettrofili) e si legano al DNA (che ha tanti elettroni), formando legami covalenti e mutandolo
  • indiretti: dopo la metabolizzazione da parte dell’organismo acquisiscono la capacità di legarsi al DNA (e prima non sanno farlo)
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10
Q

Quali enzimi metabolizzano i carcerogeni chimici indiretti?

A

enzimi con ruolo fisiologico come quelli che convertono i composti lipofilici in idrofilici (ce n’è molti nel fegato). Il fegato ha un sistema enzimatico nel REL con ossidasi che usano il citocromo P450, responsabile del metabolismo dei cancerogeni chimici

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11
Q

Quando è che la cellula è più sensibile ai cancerogeni chimici?

A

quando è in fase S, perché il DNA è aperto e facile all’attacco; se è riparato ci pensa la p53, se non riparato o la cellula va in apoptosi o in trasformazione neoplastica. Non tutti i cancerogeni sono tossici: esistono quelli genotossici, che non mutano il DNA ma metilano i promotori genici, impedendo la trascrizione del gene

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12
Q

Quali sono alcuni esempi di cancerogeni chimici?

A
  • amine aromatiche
  • composti alchilanti
  • N- nitrosamine
  • aflatossine
  • ROS
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13
Q

Quali sono le caratteristiche delle amine aromatiche?

A

hanno un gruppo aminico legato a uno o più anelli aromatici (anilina è la più semplica). abbondano in coloranti e vernici, sono cancerogenici indiretti metabolizzati dal fegato. la Niaftalmina nel fegato subisce ossidazione con formazione di gruppo ossidrile che trasforma il composto in cancerogenico, poi glucoronato dal fegato (legato ad acido glicuronico): viene smaltito con le urine; l’epitelio di transizione subisce idrolisi grazie alle glicuronicasi che stacca l’acido e rilascia nelle urine solo il composto cancerogeno

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14
Q

Quali sono le caratteristiche dei composti alchilanti?

A

causano alchilazione delle macromolecole: vengono legati a gruppi alchilici. Una molecola che viene alchilata è il DNA, che può avvenire su uno o due filamenti e ne causa la rottura e la formazione di legami crociati, delezione, sostituzione di basi e mutazioni puntiformi

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15
Q

Quali sono le caratteristiche delle N-nitrosammine?

A

hanno un gruppo nitroso legato a un gruppo amminico: si forma quando i nitriti reagiscono con delle ammine. Si formano quando i nitrati (conservanti negli alimenti) sono convertiti in nitriti, che trovano le condizioni per interagire con le ammine e generare nitrosammine solo nello stomaco. Le nitrosammine sono cancerogene e causano carcinoma gastrico e si possono formare anche spontaneamente quando i cibi sono cotti in condizioni particolari

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16
Q

Quali sono le caratteristiche delle aflatossine?

A

tossine prodotte da funghi che contaminano i cereali, producono micotossine (le aflatossine), cancerogeni indiretti che diventano diretti per effetto del metabolismo epatico; viene trasformata in un composto elettrofilo (aflatossina B1) che dà cancro al fegato. Esiste predisposizione genetica, di solito il glutatione S transferasi lo detossifica

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17
Q

Quali sono le caratteristiche dei ROS?

A

danno stress ossidativo alle molecole (contrastati da antiossidanti come vitamine). la sovralimentazione dà sovraccarico funzionale del mitocondrio: più i mitocondri lavorano e più fanno ROS. Interagiscono col DNA, specie guanina, e causano mutazioni e rottura dei filamenti

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18
Q

Ogni volta che si crea un nuovo prodotto chimico lo si testa su animali, cellule di mammifero in coltura o microrganismi. Quali sono le carattristiche dei test su animali?

A

si usano animali dello stesso ceppo per non introdurre varianti genetiche, con stessa età, sesso e razza, divisi in: nessun trattamento, dosi basse, medio e alte, poi si fanno test autoptici, biopsie, analisi del cariotipo, prelievo midollo osseo. Contro: costosi, dosi troppo alte e ravvicinate

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19
Q

Ogni volta che si crea un nuovo prodotto chimico lo si testa su animali, cellule di mammifero in coltura o microrganismi. Quali sono le carattristiche dei test su cellule di mammifero in coltura?

A

prove in vitro a breve termiche e economiche, valuti come si comportano le cellule (es se perdono inibizione da contatto, aberrazioni cromosomiche, mutazioni di oncogeni e oncosoppressori)

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20
Q

Ogni volta che si crea un nuovo prodotto chimico lo si testa su animali, cellule di mammifero in coltura o microrganismi. Quali sono le carattristiche dei test su microrganismi?

A

si usa specie il test di Ames che individua i composti mutageni: usi un ceppo di salmonella mutato affinché non produca istidina (crescono solo in terreni con istidina): se il composto è mutageno il ceppo cresce anche senza (reversione della mutazione). Si valuta solo per cancerogeni diretti (a meno che uso test di Ames modificato che tratta salmonella con fegato di ratto con enzimi epatici che trasformano cancerogeni indiretti in diretti)

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21
Q

Quali sono i cancerogeni da agenti fisici?

A

radiazioni UVA e UVB: sono poco penetranti e la loro attività mutagena cancerogena si limita a livello cutaneo. Il tipo di radiazione è legata alla formazione nel DNA di dimeri di pirimidine: le UV catalizzano legami tra 2 citosine, 2 timine o citosina e timina sullo stesso filamento di DNA: questo dimero è letto come singola base timina e l’effetto finale è la mutazione puntiforme che può dare un frame shift

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22
Q

Da cosa dipende il rischio oncogeno per i tumori della cute prodotti dalle UV?

A

dall’intensità della radiazione e dalla quantità delle melanina prodotta dalla pelle (fattore protettivo)

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23
Q

Quali tumori sono causati da UV?

A
  • carcinomi spinocellulari (tumori maligni dell’epidermide che vengono dallo strato spinoso
  • carcinomi basocellulari (da cell di strato basale). gli spinocellulari crescono più in profondità e sono più maligni e metastatici
  • melanomi: tumori cutanei dei melanociti, invasivi e metastatici
24
Q

Che cosa è spiegabile dalla formazione di dimeri causata dagli UV?

A

la predisposizione genetica a sviluppare carcinomi cutanei: Xeroderma Pigmentosum (XP) è una fotodermosi autosomica recessiva che dà incapacità di riparare il DNA causati dalla radiazione UV: quando il soggetto è colpito dagli UV il dimero non vien riconosciuto e aumenta la probabilità di sviluppare il tumore. Il difetto più comune è negli enzimi del NER (nucleotide excision repair): quando si forma il fimero gli enzimi del NER lo riconoscono e aprono la zona mutata, tagliano il dimero e sintetizzano il filamento corretto, riparando il danno: se uno è malato questo meccanismo non funziona

25
Q

In che modo la radiazione UV è usata in modo terapeutico?

A

in associazione a farmaci per trattare la psoriasi (desquamazione di epidermide), causata da iperproliferazione di cellule epidermiche: UV+farmaco causano foto addotti con le timine: la radiazione permette il legame del farmaco con le timine e il DNA farà fatica a replicarsi

26
Q

Quali sono le radiazioni più oncogeniche?

A

quelle ionizzanti, perché penetranti e inducono la rottura dei legami chimici:
- le corpuscolate sono alfa e beta, ad alto LET, con effetto mutageno diretto
- le elettromagnetiche sono a basso LET e penetrano molto, effetto indiretto (generano ROS)

27
Q

Da cosa dipende l’effetto oncogeno di una radiazione?

A

Dalla dose assorbita e dalla radiosensibilità dei tessuti (più sensibili se a rapido rinnovamento, com gonadi e midollo osseo)

28
Q

A cosa è dovuto il meccanismo mutageno delle radiazioni?

A

all’effetto di rottura du uno o due filamenti di DNA, o alla formazione di legami crociati con effetto di alterazione della duplicazione del DNA

29
Q

Quali sono i principali tumori prodotti dalle radiazioni ionizzanti?

A

leucemie, tumori della tiroide, carcinoma alla mammella e polmonare

30
Q

Quale malattia genetica predispone a maggiore incidenza di tumori da radiazioni ionizzanti?

A

L’ataxia teleangectasica: dà atalassia cerebrale (non controlli i movimenti), ritardo mentale e alta chance di avere linfomi perché non si produce la proteina ATM, che riconosce il danno al DNA e attiva la p53, che blocca il ciclo cellulare e ripara/manda in apoptosi

31
Q

Come è fatto un virus?

A

Ha un DNA (a singolo o doppio filamento) o RNA (retrovirus) un un capside, a volte munito di envelope con capsomeri (proteine)

32
Q

Quali sono le caratteristiche di un virus oncogeno?

A

Infetta le cellule ed esprime i geni virali: il genoma virale si integra nel DNA cellulare. Nell’uomo solo l’HTLV è un virus oncogeno a RNA.

33
Q

Quali sono alcuni virus oncogeni?

A

Epstein-Barr, diversi herpes virus, il papilloma virus, virus dell’epatite B

34
Q

Come fanno i retrovirus oncogeni ad agire?

A

Infettano la cellula, si replicano e allo stesso tempo la trasformano, inserendo il proprio genoma, che tramite la trascrittasi inversa viene trascritto in DNA, che si integra nel DNA ospite. La cellula quindi produce retrovirus e sopravvive alla replicazione virale

35
Q

Quali tipi di retrovirus oncogeni esistono?

A
  • trasformanti acuti: rapida comparsa di tumori in animali e cell in coltura; hanno oncogeni V-ONC, e quando infettano la cellula inserisce il genoma nella stessa, che inizia a produrre una proteina oncogenica che trasforma la cellula
  • trasformanti lenti: danno tumori dopo incubazione solo ad animali: hanno sequenze geniche virali normali, ma dopo l’integrazione del genoma virale a livello del proto-oncogeno si ha mutagenesi inserzionale: il protoncogene finisce sotto al controllo trascrizionale dei promotori virali e avrà un effetto quantitativo. Alcuni virus lenti trasformano la cellula perché hanno geni che producono proteine che inducono la replicazione e trascrizione del genoma virale e altri geni come i protoncogeni
36
Q

Qual è l’unico retrovirus oncogeno per l’uomo?

A

l’HTLV, che esiste in due ceppi: HTLV1 e 2, che danno leucemia a cellule T e linfomi

37
Q

Quali sono le caratteristiche dei virus oncogeni a DNA?

A

O si replicano nella cellula o la trasformano (dipende dal tipo di cellula che infettano): non possono fare entrambe le cose assieme

38
Q

I virus a DNA o si replicano o trasformano la cellula, in base al tipo di cellula. Quali tipi di cellula distinguiamo?

A
  • cellule permissive: in loro il virus fa ciclo litico: entra ma non integra il suo genoma, ma genera particelle virali che escono lisando la cellula che quindi muore (e quindi non viene trasformata)
  • cellule non permissive: il genoma si integra e ogni volta che la cellula si replica, replica anche il genoma virale e si avrà trasformazione della cellula (ciclo lisogenico). a volte il gebina virale esce da quello cellulare attivando il ciclo litico
39
Q

Quali sono i meccanismi trasformanti dei virus oncogenici a DNA?

A
  • sequenze regolatrici dei geni virali si inseriscono vicino a protoncogeni, che vengono attivati
  • i geni virali espressi codificano per proteine che attivano i prodotti di protoncogeni o inattivano quelli di oncosoppressori
  • mutagenesi inserzionale: il genoma virale si integra a quello cellulare e attiva/inattiva ondogeni e oncosoppressori
40
Q

Quali sono i principali virus oncogeni a DNA nell’uomo?

A
  • classe herpesvirus (EBV cioè epstein barr, virus erpetico di kaposi)
  • classe papilloma (HPV, papillomavirus)
  • classe hepadnavirus (HBV, epatite B, dà carcinoma epatico)
41
Q

Quali sono le caratteristiche dell’EBV (epstein Barr)?

A

causa linfomi a cellule B, carcinomi naso-faringei e linfoma di Burkitt e di Hodgkin. linfociti B e cellule della mucosa del naso non sono permissive, e il virus fa ciclo lisogenico. Non basta l’infezione. Il linfocita B ha recettori a cui si lega il virus (vengono infettati): l’infezione con ciclo lisogenico porta a proliferazione policlonale, cioè tutti i linfociti infettati proliferano e si ha la mononucleosi infettiva, che nei non immunodepressi si autolimita perché i T regolatori intervengono. Se i soggetti sono immunodepressi, o dove la malaria è endemica, i cloni non si autolimitano finché in un linfocita si ha mutazione traslocativa 8-14 (tipica del linfoma di Burkit): sul cromosoma 8 c’è l’oncogene Myc, sul 14 ci sono geni che codificano per le catene delle Ig. Il promotore genico per le Ig è molto attivo e il gene Myc finisce sotto al controllo del promotore delle Ig, che produrrà molto Myc: è malattia a proliferazione mononucleare

42
Q

Quali sono le caratteristiche del virus erpetico di kaposi?

A

dà il sarcome di kaposi, tumore che viene spesso a quelli con l’AIDS, a causa dell’inattivazione dei CD4+ (helper): non c’è immunosorveglianza

43
Q

Quali sono le caratteristiche del papilloma virus (HPV)?

A

dà carcinomi a cellule squamose della cervice e zona ano-genitale, del cavo orale e laringe. L’HPV16 dà trasformazione neoplastica invasiva (cellule non permissive). i ceppi 6 e 11 danno verruche e condrilomi. Nelle lesioni benigne il genoma non si integra a quello cellulare, ha ciclo litico, ma per l’HPV16 c’è ciclo lisogenico. il meccanismo di trasformazione è legato alle proteine prodotte dal genoma, che contiene geni tardivi L1 e L2, che codificano per proteine strutturali del capside, ch contiene le sequenze early E1, E2, E4, E5, E6, E7, che codificano per proteine ad attività trasformante. l’E6 si lega alla p53, che ora non può più legare il fattore E2F, quindi non blocca il ciclo in fase G1. La E7 si lega a Rb, impedendo alle E2F di legarsi alla Rb, e la E2F attiva la fase S, dando duplicazione. L’HPV16 trasforma quindi le cellule producendo due proteine che bloccano l’attività dei due oncogeni e porta alla proliferazione

44
Q

Cosa sono i marcatori tumorali?

A

molecole sintetizzate ex novo dalle cellule tumorali, mai dalle cellule sane, oppure prodotte in eccesso

45
Q

Quali sono le caratteristiche del marcatore tumorale perfetto?

A
  • tumore-specifico
  • assente in sanità o in patologie non neoplastiche
  • concentrazione correlata alla massa tumorale
  • non esiste ;) ma si usano più marcatori monitorati specie nel follow up
46
Q

Quali sono i gruppi di marcatori tumorali?

A
  • molecole secrete
  • proteine di secrezione
  • glicoproteine e glicolipidi
  • marcatori espressi solo sulla superficie di cellule tumorali o al loro interno (e sono recettori)
47
Q

Quali sono le caratteristiche delle molecole secrete (marcatori tumorali)?

A

sono secrete in eccesso da cellule tumorali e liberate nei fluidi (dosate lì). sono ormoni (calcitonina, tireoglobulina), proteine ad attività enzimatica (PSA, fosfatasi alcalina, CA125), o antigeni oncofetali (proteine che gli adulti non promuovono ma i tumori le rifanno, come CEA nel carcinoma del colon, AFP nel carcinoma epatico)

48
Q

Quali sono le caratteristiche delle proteine di secrezione (marcatori tumorali)?

A

Normalmente non sono prodotte, ma lo sono fisiologicamente durante lo sviluppo embrionale, o in caso di tumore

49
Q

Quali sono le caratteristiche di glicoproteine e glicolipidi (marcatori tumorali)?

A

sintetizzati solo da cellule tumorali, si chiamano CA (es CA125 per tumore ovarico) e sono secrete o espresse sulle cellule tumorali, evidenziate con approccio immunoistologico su tessuto in paraffina o surgelato

50
Q

Quali sono le caratteristiche di marcatori tumorali espressi solo sulla superficie cellulare o all’interno delle cellule (e sono recettori)?

A

Evidenziabili con tecniche immunoistologiche, sono recettori a volte fisiologici, overespressi dalle cellule anche da quelle che non dovrebbero averli (ma se c’è tumore li esprimono)

51
Q

Come si fa a sapere che i marcatori tumorali vengono effettivamente prodotti dalle cellule neoplastiche?

A

il livello ormonale resta alto finché il tumore è rimosso chirurgicamente; il dosaggio dell’ormone nel sangue refluo del tumore è superiore rispetto a quello arterioso; nel campione biottico si ha maggiore conc nel tumore, nei prelievi biottici; si sa tramite test in situ

52
Q

Come sono usati i marcatori tumorali secreti?

A

si basa su criterio quantitativo: si definisce un valore soglia che deinisce i valori di conc patologici e sospetti: si usano per monitore un trattamento, per valutare un follow up e per confermare la diagnosi; hanno un ruolo prognostico se la conc è correlata alla massa tumorale; e sono usati per screening es calcitonina nelle famiglie con carcinoma alla tiroide

53
Q

Quali marcatori tumorali hanno importante valenza clinica?

A

AFP (cellule germinali e epatomi), HCG (cellule germinali e coriocarcinoma), CA125 (ovario), fosfatasi alcalina (prostata), PSA (prostata), CEA (colorettale), Cacitonina (carcinoma midollare della tiroide)

54
Q

Come avviene il dosaggio dei marcatori intracellulari e di superficie?

A

si fa non su fluidi ma su campioni istologici e bioptici, importanti per prognosi e trattamento

55
Q

Qual è un esempio di marcatore tumorale intracellulare/di superficie?

A

carcinoma della mammella: possono esprimere o no i recettori per gli ormoni, e tramite HIC si valuta la presenza dei recettori ER (estrogeni) e PR (progesterone), dividendo i carcinomi in ER e PR positivi o in ER positivi e PR negativi (raro): serve a definire la terapia con antirecettore, con farmaci che bloccano l’attività del recettore es tamoxifen, anti ER.
L’oncogene HER2/neu (recettore Erb-B2) codifica per recettore transmembrana di fattori di crescita simili all’EGF: la sua espressione definisce quanto la cellula è responsiva all’EGF. La presenza di Erb-B2 è prognosi negativa (ricaduta). importante per la scelta terapeutica con anticorpi monoclonali anti Erb-B2 (trasfuzumab inibisce e blocca la proliferazione cellulare)