Mitchel Flashcards

1
Q

Che cosa si intende per “strategie di apprendimento basate sulle evidenze”?

A

Quei metodi di insegnamento individuati e descritti con precisione che in studi controllati hanno dimostrato di essere efficaci nel produrre dei risultati desiderati in una specifica popolazione di studenti

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2
Q

Che cos’ è il Successo for All?

A

Un programma che va uso di più strategie contemporaneamente e che ha la finalità di provare ad assicurare il successo scolastico per ogni b. Quindi cerca di prevenire ogni possibile difficoltà. Come ? Tutoring (affiancamento 20 Min al giorno dalla prima alla terza), valutazione trimestrale, gruppo per la risoluzione dei problemi (sostegno alle famiglie), facilitatore (aiuta ad implementare il programma)

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3
Q

Effect size

A

Dimensione dell’ effetto, serve per quantificare l’effetto della strategia applicata. Si calcola nelle meta-analisi. >0.7 evidenze forti (studenti con bisogni speciali beneficiano di sicuro) 0.31<es<0.69 evidenze buone

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4
Q

Criteri che la buona ricerca educativa deve soddisfare

A

Descrizione precisa dei soggetti e del contesto, descrizione dell’ intervento, descrizione dei risultati comportamentali con misure affidabili (per es. E.s. nelle meta-analisi), controllo delle variabili (in RCT gruppi omogenei), assenza di contaminazioni (non deve succedere nulla), base teorica (meccanismi psicologico e i processi di apprendimento alla base di tale strategia, servono anche per poterla generalizzare ad altre situazioni), peer review, follow up (6 e più mesi), rapporto costo/benefici, accessibilità (è importante che gli educatori possano accedere facilmente alle strategie educative oggetto della ricerca)

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5
Q

Critiche alle evidenze in educazione

A

RCT (non etici), ricerche di bassa qualità (manca descrizione chiara insegnanti, campioni piccoli, non analisi fattori causali, non riportano dati riguardo a studenti o insegnanti che si ritirano dal programma), incentivi a riportare i risultati nella luce più favorevole possibile, non solo affidarsi a evidenze (confronto democratico, idee filosofiche), meta-analisi (confronto dati non è più chiaro che cosa abbia prodotto risultato, che cosa spiega perché ha funzionato), preparazione inadeguata insegnanti e studi non accessibili, a volte i ricercatori sbagliano, oltre alle evidenze bisogna considerare altri fattori (esperienza, risorse, valori, ma anche abitudine e tradizione che costituiscono una delle sfide principali per le politiche e le pratiche basate sull’evidenza

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6
Q

Architettura del cervello

A

Cervelletto, telencefalo, area motoria, lobi parietali, occipitali, temporali, sistema límbico, gangli basali

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7
Q

Congettura del dodo e effetto Hawthorne

A

I risultati positivi per fattori soggiacenti a tutte le strategie (es. Capacità insegnanti e interazione con studenti) / effetti sperimentali nella direzione attesa si verificano perché chi è studiato sa di essere studiato

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8
Q

Sistema esecutivo

A

Controlla, dirige, monitora, pianifica il comportamento alla luce delle richieste dell’ ambiente che continuano a cambiare. È responsabile della nostra autoregolazione e contiene tre capacità chiave: controllo delle risposte inappropriate (inibizione), memoria di lavoro e flessibilità cognitiva. È predittore di difficoltà alla primaria se carente all’ infanzia

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9
Q

Bisogni educativi che hanno origine da anomalie neurologiche

A

ADHD (amigdala più piccola controlla emozioni e risposte, corteccia prefrontale, cervelletto, gangli basali), autismo (eccesso di neuroni nella corteccia prefrontale che probabilmente si sviluppa in epoca neonatale, più pieghe nel cervello, connettività cerebrale che si mantiene più a lungo che potrebbe spiegare la loro difficoltà di passare rapidamente da uno stato cerebrale a un altro), dislessia (planum temporale asimmetrico, esso è importante per il linguaggio), PCI (non si sviluppano in modo normale alcune aree cerebrali o subiscono trauma)

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10
Q

Periodo sensibili per lo sviluppo del cervello

A

Infanzia (nei primissimi anni più di un milione di nuove connessioni al secondo poi pruning, connessioni si riducono ma diventano più efficienti/ le vie sensoriali sono le prime a svilupparsi/ dopo primo anno riconoscimento suoni propria lingua–>da qui importanza interventi precoci), adolescenza (12-15 enorme riorganizzazione, pruning (il cervello diventa più adattivo all’ ambiente specifico in cui vive la persona), mielinizzazione (più rapida la trasmissione degli impulsi), nuove cellule, sviluppo sistema límbico (il prefrontale si sviluppa per ultimo), neuro plasticità, maggior vulnerabilità allo stress (più a rischio incidenti, suicidi, violenza, problemi sonno/ ma anche predisposti ad essere influenzati positivamente)

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11
Q

Fattori di rischio per lo sviluppo del cervello

A

Povertà (minor volume ippocampo e amigdala, mancanza di supporto dei genitori), stress tossico (guerre, conflitti, terrorismo, disastri naturali influisce anche sulla memoria ma c’è anche resilienza), prematurità, lesione celebrale acquisita, malnutrizione, inquinamento atmosferico

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12
Q

Interventi educativi basati sulle neuroscienze

A

Matematica (rescue calcolaris, far atterrare navetta su linea numeri migliora la rappresentazione mentale del numero in bambino con e senza discalculia), lettura (molte evidenze le strategie di consapevolezza fonologica per migliorare il funzionamento delle aree cerebrali coinvolte/graphogame, associazione grafema fonema nei bambini piccoli, attiva regioni del cervello che avranno ruolo chiave per lettura), interleaving (alternare compiti diversi/ varietà attiva ippocampo mentre stimoli simili ripetuti sopprimono memoria), attività fisica (migliora flusso sanguigno, memoria, funzionamento cognitivo, 20 Min al giorno punteggi migliori in alunni classe terza), training sul sistema esecutivo (ricerca in Italia: all’ infanzia training s.e. posticipa gratificazione e controllo risposte)

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13
Q

Educazione inclusiva per Mitchell e evidenze

A

Vi5aSRL (impo adattamento del currículo e della valutazione/Italia paese leader ma alcune criticità (forme di micro esclusione/pochi fondi)/ evidenze: studio più grande ha analizzato più di 280 studi in 25 Paesi diversi. Per disabili: miglioramento abilità lettura e matematica, più probabilità di finire secondaria e avere un lavoro, meno problemi comportamentali/ per gli altri: o effetti positivi o nessuno/ molti studi mostrano migliori abilità lettura e mate nelle classi inclusive/alcuni anche belle abilità sociali/studi sui Down osservati dopo 4 anni: migliori abilità scolastiche nelle classi inclusive, con effetti particolarmente forti sulle capacità di lettura dei bambini più piccoli/ caso Svezia.

Risultati non univoci o neutrali: per es. Molti studi mostrano che predittore del rendimento è qualità insegnamento non classi inclusive

Risultati negativi: studio USA sui problemi comportamentali non disabili, studio su sordi in Svezia che hanno più benessere nelle scuola speciali (più soddisfatti sul piano sociale e scolastico)

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14
Q

Modello ecologico Mitchel

A

Analizza nel libro strategie ben definite ma tiene a precisare come ogni intervento su un alunno si inserisce in un sistema complesso di interazioni tra vari fattori legati alla società, alla famiglia, alla scuola, alla classe. Per questo propone un modello ecologico a forma di spirale, in cui al centro vi è il bambino e poi via via che ci si allontana da tale centro ci sono i contesti che hanno influenza sul bambino e tra di loro, quali la famiglia, classe, la scuola, la comunità e la società. Tale modello è ispirato alla teoria dei sistemi ecologici di Brofenbenner. L’ autore mostra come le strategie che propone si pongono sui diversi livelli del sistema ecologico e come sia molto importante tenere conto del fatto che i diversi livelli dovrebbero integrarsi sia in senso orizzontale (docenti stessa scuola) sia in senso verticale.

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14
Q

Modello di insegnamento apprendimento Mitchel

A

Utile per vedere dove si collocano strategie e per portare attenzione sulle differenze individuali, avendo la consapevolezza che la maggior parte degli elementi che compongono tale modello sono modificabili con insegnamento efficace.
Elementi: contesto sociale e fisico (accettazione, aspettative, coinvolgimento+cura aspetti fisici)/
Compito richiesto: analizzare fonti esterne (es. Arricchire input con immagini) e interne
Fattori interni:
Memoria primaria
Stati motivazionali (es/in)= obiettivi (mirati al compito o alla capacità?)+ emozioni+ convinzioni di auto efficacia
Sistema esecutivo
Memoria secondaria
Recupero e prestazione
Risposta esterna
Risposta interna

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16
Q

Insegnare strategie cognitive con evidenze

A

Insegnare ad imparare/organizzare informazioni/integrare con info pregresse/evidenze soprattutto per difficoltà apprendimento/ strategie generali: 3 fasi + componenti chiave dell’ insegnamento/strategie specifiche: comprensione testo, scrittura storia e testo argomentativo.
Evidenze: metacognizione (Hattie efficacie nel recupero di abilità di base, altri studi su fare scaletta per scrivere testo, darsi auto istruzioni, prendere appunti, riflettere sulle conseguenze personali, poche evidenze sul benessere ma ci sono comunque), matematica (insegnamento procedure di risoluzione dei problemi studenti con disabilità certificata), lettura (ogni paragrafo..dsa +dislessici aiuta insegnamento delle competenze metafonologichr.) scrittura (pianificare scrittura con raccolta idee , obiettivi e organizzazione idee migliora qualità della scrittura)
Rischi: gruppi omogenei, ripetere molto con studenti con basse capacità cognitive, meglio con i più giovani

17
Q

Strategie di autoregolazione dell’ apprendimento con evidenze

A

Hanno a che fare con il porsi obiettivi, prendere decisioni su come raggiungerli e attuare piani d’azione per raggiungerli. Interessano l’ ambito cognitivo, ma anche quello emotivo e comportamentale. Sono molte tecniche tra le quali: auto monitoraggio, auto istruzione, autovalutazione, utilizzo dei diari. L’ idea di fondo è che bisogna raggiungere autonomia nelle scelte e nelle capacità di apprendere, soprattutto nella nostra società dove aumentano sempre più le possibilità di apprendimento al di fuori dagli ambienti formali. Disabili: spesso iperprotetti, autoregolazione relazionata anche con senso di auto efficacia –>va insegnato perché ha evidenze.
Nella pratica evidenzia due strategie e poi accenna ad altre nel capitolo delle evidenze.
1. Sviluppare l’ autoregolazione: mostrandone l’ importanza praticamente in attività in classe, favorendo attività che la necessitano (cooperative learning), insegnarla esplicitamente 2. Strategie per autoregolare problem solving: porsi obiettivi, sviluppare piani di azione, monitorare progressi, rivedere di conseguenza obiettivi e piani di azione.
Altre idee: strategie di co-regolazione (avviene con l’ interazione sociale) e organizzatore anticipato digitale.
Evidenze:
Hattie: Farsi domande e darsi auto istruzioni
Meta-analisi britannica: ha effetti su rendimento, anche su comportamento e abilità sociali.
Un’ altra rassegna di letteratura sempre britannica: c’è correlazione positiva tra insegnamento di queste tecniche e rendimento scolastico
Autistici: studio che dimostra miglioramenti anche in ambito sociale/studio su utilizzo immagini per aiuto e poi per autorinforzo nel completamento dei compiti
Dsa: tecniche di autoistruzione per scrittura, tecniche di auto monitoraggio (es. Ogni 60 secondi) migliora attenzione sul compito.
Disturbi comportamentali: utilizzo diario della rabbia e tecniche di autoregolazione della rabbia
Utile anche per ADHD diario e checklist per autogestirsi
Rischi: più efficace più aumenta l’ età/ va insegnata con attenta supervisione/Bes e non e tutte le discipline

18
Q

Strategie di memoria e evidenze

A

Qualità del nostro insegnamento anche relazionata a quanto i nostri studenti sono in grado di memorizzare e recuperare le informazioni/disabilità su base organica ma anche per assenza di queste strategie/molto utili per dsa e ritardo intellettivo. Idea alla base: 3 tipi di memoria, importanza emozioni e attività fisica, l’ atto del recuperare modifica la memoria stessa/eventi di apprendimento distanziati nel tempo
10 elementi per potenziare la memoria
1memotecniche (parole-chiave, parole gancio, lettere iniziali, immagini)
2 Motivazione (legato a fiducia risultato positivo)
3Attenzione (tecniche: elementi di novità, modificare tono di voce, usare musica, immagini, domande inaspettate, anticipatori e organizzatori di concetti,busare segnali, emozionare, stabilire un motivo per apprendere)
4 emozioni: endorfine/dopamina/cortisolo/riccioli d’oro
5 ritmo di presentazione delle informazioni (difficile con classe eterogenea)
6 ripetizione (memoria a lungo termine, resa divertente, rendere consapevoli del suo scopo)
7 memoria primaria
8 rappresentazioni mentali (uso di mappe)
9 immagazzinamento e recupero ( presentare informazioni in modo diverso, apprendimento per scoperta, dare priorità alla costruzione del significato) +tenere conto della teoria del carico cognitivo
10 chunking
Evidenze in meno tecniche e potenziamento memoria di lavoro
Memotecniche: uno degli effect size maggiori, va bene per tutte discipline e per tutte le disabilità. Uno studio però dice differenza tra ritardo mentale e dsa: per i primi insegnare in modo più progressivo, lento, strutturato, presentando meno contenuti
Dsa: utili strategie collegamento suono-immagine
Memoria di lavoro:
Cina (dsa migliorano nei compiti di enumerazione al contrario e in matematica e matrici progressive di Raven)
Hong Kong (uso di training con software migliora memoria di lavoro e comportamento)
Canada (ADHD migliora memoria di lavoro e minori sintomi ADHD)

Rischi di queste strategie:
Non enfasi sul contenuto, troppe aspettative, non collegamenti con conoscenze pregresse)

19
Q

Strategie di comprensione del testo

A

Comprensione del testo=essenza dell’ abilità di lettura/non è solo acquisire i significati ma interagire con essi per costruire il significato/ problema per dsa, per dis intellettiva e ritardi nello sviluppo del linguaggio/
Passaggio da imparare a leggere a leggere per imparare centrale
Fattori interni che influenzano: esposizione linguaggio orale, vocabolario, abilità grammaticali e morfologiche, capacità di fare inferenze, memoria di lavoro.
Strategie:
didattiche (National Reading Panel USA),
Uso del vocabolario (prima della lettura+strategie cooperative/sinonimi/riferimenti visivi o concreti)
Fare inferenze (organizzatore anticipato)
Esporre al linguaggio orale (lettura condivisa)
Conoscenze pregresse (attivarle e poi discutere di quanto si è appreso)
Motivazione (variabilità di testi in tutti i luoghi, creare e-book)
Valutazione
Evidenze: studio britannico tre gruppi (strategie linguaggio orale e comprensione del testo)
Rassegna di 29 studi: per bes utile modello competente e audiolibri
Australia (autismo, insegnare ai genitori a leggere per coinvolgerli migliora linguaggio in entrata e uscita)
Usa: intervento diretto a migliorare capacità inferenze (attivare conoscenze pregresse, punto vista personaggi, indizi che aiutano a chiarire significati/migliora comprensione testo ma non il fare inferenze)

20
Q

Strategie per insegnare le abilità di lettura e evidenze

A

È una delle sfide più ricorrenti/ nel capitolo si affrontano strategie specifiche che mirano a potenziare consapevolezza fonologica e comprensione del testo. Utilizzano anche altre strategie illustrate negli altri capitoli (memoria, cognitive, gruppo cooperativi).
Molti programmi che hanno dimostrato evidenze classificati in base alle dimensioni del gruppo a cui si rivolgono
Modello della visione semplice della lettura: riconoscimento parole+ comprensione significato+ altre abilità implicate (consapevolezza fonologica, lessico, grammatica, morfologia, fare inferenze + fattori ambientali)
Programmi:
Approcci multilivello (succes for all e multilit)
Classe (peer assisted learning strategies)
Piccolo gruppo (responsive Reading)
Singolo studente (recovery plan)
Utilizzo di software didattico
Evidenze:
-meta-analisi di 22 studi (insegnamento fonetica top)
- 2 studi sui software (tutoring with alphi e lo studio sui 4 gruppi)
-succes for all (migliora consapevolezza fonologica, fluenza e riconoscimento parole)
-multilit (migliora ortografia e lettura parole e non parole)

21
Q

Strategie di consapevolezza fonologica e evidenze

A

Consapevolezza fonologica: abilità del linguaggio di identificare e manipolare i singoli suoni delle parole = consapevolezze fonemica + elaborazione fonologica

Abilità di lettura= riconoscimento parole+ comprensione
Riconoscimento parole= consapevolezza fonemica + conoscenza lettere

Predittive

Pratica:
Ascolto (versi, telefono senza fili)
Attività sulle parole (contarle, quale manca, sostituirle, riordinarle)
Sillabe (battere mani, toglierle, metterle, sostituirle)
Fonemine rime (canzoni e filastrocche, fonemi iniziali, fondere fonemi, scomporre in fonemi, eliminare suoni)

Evidenze:
Hattie (national reading panel)
Studio finlandese dove parlano svedese (ottimo follow-up)
Studio americano su uso iPad con autistici, ritardo evolutivo e dis intellettiva

Studio inglese (due classi: oralità e consapevolezza fonologica)

Studio svedese con b con difficoltà di lettura (3 gruppi: consapevolezza fonologica, comprensione, entrambi)

Rischi:
Non adattare gli esercizi ai livelli
Delegare alle tecnologie
Non rifletterci

Sono più efficaci tanto più gli alunni sono giovani !!!