Metodi e tecniche di ricerca in psicologia del lavoro Flashcards

43-63

1
Q

Qual è il fine della ricerca in psicologia del lavoro?

A

Promuovere il benessere delle persone migliorando le condizioni psicologiche, la motivazione, i rapporti con le persone, con l’azienda e con l’ambiente di lavoro in genere.

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2
Q

Perchè è importante la ricerca in questo settore?

A

Per impostare pratiche gestionali su basi sicure, come procedure di selezione innovative o verificare l’efficacia di nuovi interventi formativi o per valutare gli effetti di un cambiamento.

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3
Q

Il processo di ricerca empirica

A

Tutte le ricerche sperimentali hanno in comune alcune fasi fondamentali.

Ogni ricerca è caratterizzata da un obiettivo quasi sempre definito in termini di ipotesi e da un termine costituito da un feedback molto ricco di informazioni e utile all’organizzazione.

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4
Q

formulare una domanda di ricerca

A

La domanda si basa sulla consapevolezza di un problema, derivante da una teoria, da una ricerca pregrezza o dall’esperienza nella rilevazione del problema stesso.

La teoria prova a spiegare le relazioni tra detemrinati fenomeni, fornendo risposte sui perché e consentendo di formulare nuove e migliori domande di ricerca.

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5
Q

Ricerca applicata e pura e ricerca-intervento

A

La ricerca pura –> elaborazione e verifica di teorie e di ipotesi intellettualemente stimolanti.

La ricerca applicata–> ha lo scopo di risolvere problemi emersi sul campo e che richiedono soluzioni concrete e utili.

La ricerca intervento–> scopo di promuovere il cambiamento organizzativo mediante il coinvolgimento degli attori nella produzione, raccolta e elaborazione delle informazioni. Coinvolgendo gli stessi nella creazione di soluzioni e la loro conseguente applicazione.

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6
Q

Studi esplicativi e descrittivi

A

Quando si ha l’intendto di mettere alla prova specifiche ipotesi e teorie si ha a che fare con degli studi esplicativi.

Quando l’intento è quello di comprendere, descrivere e raccogliere informazioni esplorative del fenomento si ha a che fare con degli studi descrittivi

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7
Q

Disegno di ricerca

A

Il disegno di ricerca non è altro che un piano per condurre uno studio.

La scelta del metodo riguarda la natura dell’oggetto di studio e dal raggio di azione del ricercatore per condurlo.

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8
Q

Dimensioni fondamentali di ricerca

A

Sono il livello di naturalità del setting e il livello di controllo sullo studio.

Alcuni fenomeni necessitano di essere indagati nel contesto originario altri invece essendo indipendenti dal contesto possono essere tranquillamente condotti in laboratorio con un maggiore controllo sulle variabili indagate.

Queste dimensioni influenzano la validità interna ed esterna di uno studio.

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9
Q

Disegni sperimentali e quasi sperimentali

A

Ciò che differenzia un esperimento da altri tipi di disegno è che nel primo l’assegnazione dei partecipanti alle diverse condizioni è causale.

Delle volte l’assrgnazione a due condiziioni differenti è già stata effettuata da terzi, e a quel punto il ricercatore potrà dedicarsi al suo studio, non è necessario che l’assegnazione causuale venga fatta direttamente dal ricercatore affinchè si possa parlare di disegno sperimentale.

Un quasi esperimento non ha una vera assegnazione casuale dei partecipanti ai livelli della variabile indipendente. Casi di disegni quasi sperimentali sono:

Il disegno con gruppo non equivalente nel quale non è avvenuta nessuna manipolazione, ma allo stesso tempo il ricercatore riesce a ricondurre i partecipanti a categorie differenti. In questi casi sareppe opportuno conoscere le condizioni di partenza di ciascun partecipante.

Spesso i disegni con gruppi non equivalenti vengono utilizzati in combinazione con un disegno pre test post test.

In conclusione, per poter parlare di disegni sperimentali è necessario che vi sia un’assegnazione casuali ai differenti gruppi
rispetto alla variabile indipendente.

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10
Q

Metodo osservazionale, disegni non sperimentali

A

Metodo osservazionale: consiste nell’osservare un fenomeno rispetto a determinate variabili. Attraverso osservatori addestrati a riconoscere determinati aspetti e comportamenti con la conseguente raccolta delle stesse attraverso gliglie o schemi valutativi.
Un’altro metodo può riguardare l’utilizzo di videocamere o microfoni, ciò porta con se problematiche riguardo alla privacy.
Un problema è legato all’influenza della soggettività dei ricercatori, arginabile attraverso il metodo del doppio osservatore.

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11
Q

Inchiesta, disegni non sperimentali

A

L’inchiesta è la procedura più diffusa per condurre ricerca nell’ambito della psicologia del lavoro.

Possono essere contotte attraverso questionari autosomministrati, somministrati in gruppo, interviste telefoniche, interviste faccia a faccia, attraverso mail o siti web.

Molte inchieste prevedono domande a rispostachiusa con diverse risposte prefissate.

Altre invece prevedono domande a risposta aperta, dove le risposte pervente mediante l’analisi di contenuto, dove ciascuna di esse viene ricondotta a delle categorie sulla base della loro similarità.

Le interviste sono un’altro metodo efficace per la raccolta dati, consentono di raggiungere un grado maggiore di profondità e complessità delle risposte. Esse presentano il difetto di non essere celeri nella loro conduzione di persona, ma i tempi possono essere ridotti con una conduzione telefonica.

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12
Q

Bias monometodo

A

Il bias monometodo è associato a una tipologia di disegno nel quale viene utilizzata una singola fonte dati.

Generalmente i bias nella risposte si attivano per diverse ragioni. tra di esse ha un peso oltre alla metodologia di indagine anche la sensibilità sociale del tema trattato. Ciò potrebbe condurre il rispondente a gonfiare o sminuire alucune risposte.

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13
Q

Disegni trasversali e longitudinali

A

Disegni trasversali riguardano la raccolta di informazioni in una singola sessione.
Sono i disegni più diffusi, sia per la loro praticità che per il loro costo.

I disegni longitudinali invece prevedono la raccoltà di informazioni in più sessioni. essi a differenza dei disegni trasversali consento di trovare nessi causali tra variabili e fenomeni.
Rappresentano lo strumento più potente, soprattutto nella valutazione del cambiamento.

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14
Q

Cosa caratterizza gli studi qualitativi?

A

Gli studi qualitativi, noti come etnografia organizzativa, presentano spesso le seguenti caratteristiche:
- forte esnfasi sulla natura di un fenomeno e sulla sua eplorazione;
- quasi totale assenza di strutturazione delle risposte raccolte;
-investigazione di un esiguo numeri di casi o di casi singoli;
- l’analisi dei dati prende la forma della spiegazione o descrizione dei diversi fenomeni esplorati;

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15
Q

Intervista approfondità, studi qualitativi

A

é una tipologia di raccolta dati nella quale vengono proposti determinati argomenti e nel vengono interpretate non solo le risposte ma anche le reazioni emotive, il linguaggio e tutto ciò che può risultare utile approfondire rispetto ai fini della ricerca.

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16
Q

La storia di vita, studio qualitativo

A

La storia di vita può essere considerata una variante dell’intervita approfondità, con l’unica differenza che in essa a fare da filo conduttore no sono gli argomenti proposti ma dal racconto destrutturato da parte dell’intervistato.

Risulta particolarmente utile per comprendere a pieno la storia di un’intera organizzazione o di un suo specifico dipartimento.

17
Q

L’osservazione partecipante, studi qualitativi

A

é una metodologia basata sulla partecipazione da parte del ricercatore o di un suo delegato durante lo svolgimento di determinate attività lavorative. Consente al ricercatore di individuare comportamenti problematici e di approfondire la cultura o il clima interno all’organizzazione.

18
Q

Il focus group

A

Il ricercaotre riunisce un gruppo di partecipanti ai quali sottopone diversi temi sollcitando la loro attenzione, partecipazione e riflessione.

Consente di comprendere meglio le ragioni e le credenze su determinati atteggiamenti e comportamenti.

Tendenzialmente il ricercaotre formula delle ipotesi preliminari per poi confrontarle con le rilevazioni raccolte durante lo svolgimento degli appuntamenti tenuti con il focus group

19
Q

La misurazione delle variabili

A

Una variabile è definibile come un attributo di un fenomeno oggetto di studio la cui misurazione può assumere due o più valori.

La variabile può essere:
- indipendente
- dipendente
- predittore
- criterio

Generalmente quaando i punteggi di una variabile vengono utilizzati per per predire i punteggi della seconda vengono definite predittore e criterio.

L’operazionalizzazione di una variabile consiste nel quantificare sulla base di un metodo predefinito ciascuna variabile di uno studio, implicandone la creazione dei livelli della stessa

20
Q

L’analisi dei dati

A

Il metodo di analisi più elementare è quello descrittivo, nel quale si studia la forma della distribuzione e si ottengono misure della terndenza centrale e della variabilità.

Nella maggior parte dei casi il ricercatore però è interessato a conoscere le relazioni tra le variabili e a trarre inferenze causali.

Gran parte della ricerca in psicologia del lavoro è di tipo non sperimentale e di natura quantitativa e si basa sull’utilizzo della formula di correlazione prodotto-momento di pearson e sull’utilizzo di metodi parametrici basati sempre sulla correlazione

21
Q

La correlazione multipla

A

Usata per verificare se è possibile attribuire la relazione tra due variabili ad altre variabili

22
Q

La regressione multipla

A

Consente di verificare se gli effetti di una variabile predittrice sul criterio varino al presentarsi di un’altra variabile predittrice

23
Q

La regressione logistica

A

Tratta i valori della variabile criterio come due categorie e posi stima la probabilità che i casi ricadano in ciascuna delle due

24
Q

L’analisi della varianza

A

Consiste nel valutare le medie dei punteggi ottenute dai gruppi assegnati alle differenti condizioni consentendo di inferire sui punteggi osservati nella variabile dipendente.

Viene utilizzata in qualsiasi situazione nella quale una variabile può essere organizzata come una variabile continua di tipo dipendente e l’altra come varibili categoriche di tipo indipendente.

25
Q

L’analisi fattoriale

A

L’analisi fattoriale consente di ridurre un gran numero di variaabili in un minor numero di dimensioni più facilmente interpretabili.

Può essere fatto anche con intendo esplorativo e confermativo

26
Q

I modelli di equazioni strutturali SEM

A

Tecnica statistica di analisi multivariata. Permette la specificazione a priori di un insieme di relazioni fra le variabili che sarebbe atteso se un certo flusso causale fosse vero.

I datri raccolti consentono di determinare quanto un modello ipotizzato si adatti alla realtà osservata.

27
Q

Analisi del contenuto

A

Tecnica di analisi qualitativa, consente di ottenere dal contenuto verbale manifesto una descrizione oggettiva, sistemica e quantitativa.

Spesso avviene che venga estratta la frequenza con cui si presentano determinate parole

28
Q

Analisi delle corrispondenze

A

Lo scopo è di analizzare i legami tra le modalità di due o più caratteri di classificazione qualitativi per identificare le possibili associazioni tra le caratteristiche analizzate

29
Q

Il problema della causalità

A

Sappiamo che trovare una correlazione tra due variabili non comporti necessariamente a una relazione di tipo causale.

Conosciamo due tipi di relazioni tra due variabili:
-Relazione asimmetrica quando una variazione di x comporta una variazione in y ma non viceversa
-Legame diretto quando il variare di una è dovuto al variare dell’altra.

Il motivo più diffuso per cui risulta difficoltoso rilevare una relazione di tipo causale è legato alla numerosità di possibili causa che non possono essere controllate del tutto o che non possono essere controllate affatto.

30
Q

Triangoli tra variabili, quali sono le situazioini che si presentano più di frequente?

A

Variabile interveniente: quando tra x e y vi è una relazione indiretta mediata da una terza variabile nota come Z.

Elemento di una catena causale: la terza variabile fa parte di un processo di causazione reciproca, interpretabile come delle relazioni dirette che avvengono in tempi successivi.

Variabile antecedente: la covarazione tra x e y è apparente (relazione spuria) perchè la loro covariazione è unicamente legata all’influenza causale esercitata da z su entrambe le variabili.

Variabile moderatrice: la relazione tra x e y cambia a seconda del valore assunto da z.