Membrane biologiche Flashcards

1
Q

Membrana plasmatica

A

La membrana plasmatica delimita l’ambiente interno alla cellula, separandolo dall’ambiente esterno ma consentendo al tempo stesso gli scambi necessari alla cellula per rifornirsi di sostanze nutritive ed eliminare verso l’esterno le sostanze di scarto. La membrana è quindi una barriera selettiva attraverso la quale avvengono scambi. Inoltre, la membrana plasmatica è sede di recezione di informazioni che dall’esterno possono modulare l’attività e la funzionalità della cellula.
Nelle cellule procariotiche è presente solo la membrana plasmatica (che delimita la cellula). Le cellule eucariotiche sono caratterizzate, oltre che dalla membrana plasmatica, anche da un sistema di membrane interne che delimita i vari organuli. Ciascuna di queste ha caratteristiche specifiche.

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2
Q

Componenti delle membrane

A

Le membrane sono costituite da lipidi e proteine in proporzioni e composizioni variabili secondo il tipo di membrana e di cellula. A questi si aggiungono, nella membrana plasmatica, carboidrati.

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3
Q

Struttura fosfolipidi

A

La struttura e la composizione di queste molecole le rende anfipatiche ovvero dotate di una porzione polare idrofila (la testa - formata da glicerolo, fosfato e un’altro gruppo) e una porzione polare idrofoba (la coda).

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4
Q

Associazione in acqua

A

In base alla loro struttura e composizione, queste molecole, in presenza d’acqua tendono ad associarsi tra loro secondo schemi ben precisi. In presenza di un’interfaccia aria-acqua, ad esempio, le molecole si dispongono in un monostrato con le teste polari rivolte verso l’acqua e le code rivolte verso l’aria. Quando sono invece immerse completamente in acqua, le molecole di fosfolipidi si organizzano secondo lo stesso principio di esclusione delle code dal mezzo acquoso, in varie strutture formate da un singolo strato di fosfolipidi (micelle) oppure da un doppio strato.

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5
Q

Il doppio strato

A

Il doppio strato si chiude in una struttura sferica che consente la delimitazione di due ambienti acquosi (uno interno e uno esterno) ed è la base strutturale di tutte le membrane biologiche. È possibile ottenere il doppio strato anche in vitro (liposoma).
I due strati polari esterni (teste) e lo strato apolare intermedio (code) determinano la struttura trilaminare osservabile al microscopio elettronico a trasmissione. L’aspetto trilaminare è dovuto alla presenza di due strati periferici elettrondensi separati da uno strato intermedio elettrontrasparente.

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6
Q

Movimento e fluidità

A

La posizione relativa di ogni molecola nel doppio strato non è energeticamente rilevante; quindi, le molecole possono scambiare continuamente posizione tra loro senza variazione netta di energia del sistema. La mobilità dei lipidi conferisce alle membrane la caratteristica della fluidità. I principali fattori che influiscono sulla fluidità della membrana sono le caratteristiche delle code dei fosfolipidi (in particolare lunghezza e grado di insaturazione) e il contenuto di colesterolo. La presenza di un doppio legame introduce una piega nella catena della coda e questo determina un maggiore ingombro, impedendo il regolare impacchettamento delle code nel doppio strato e quindi favorendo la fluidità della membrana. Di conseguenza i fosfolipidi ricchi di acidi grassi saturi formano doppi strati molto compatti e non fluidi a temperatura ambiente; mentre, fosfolipidi ricchi di acidi grassi insaturi formano doppi strati più lassi e molto fluidi a temperatura ambiente.
Oltre alla variabilità nella composizione fosfolipidica, un lipide fondamentale nel regolare la fluidità delle membrane animali è il colesterolo. Questa molecola è caratterizzata da una componente polare di piccole dimensioni che consente il suo inserimento tra molecole di fosfolipidi. Intercalandosi tra i fosfolipidi, il colesterolo limita la loro capacità di impacchettamento e quindi, ad alte concentrazioni, mantiene la fluidità della membrana. La porzione aromatica (idrofoba e rigida) della molecola interagisce fortemente con la porzione iniziale delle code idrofobe dei fosfolipidi, riducendone la deformabilità e mantenendo quindi un certo grado di compattezza dei fosfolipidi: questa azione del colesterolo conferisce alla membrana maggiore resistenza e impermeabilità. Il colesterolo esercita quindi un ruolo stabilizzante e tamponante sulla fluidità e permeabilità di membrana, consentendo di mantenere questi parametri a livelli ottimali.
In condizioni di composizione e temperatura normali, ciascun foglietto del doppio strato è caratterizzato da un’elevata mobilità laterale dei fosfolipidi. La mobilità dei fosfolipidi sul piano della membrana rende questa struttura fluida.
Un fosfolipide può muoversi anche da un foglietto all’altro (processo di “flip-flop”). In questo caso è necessario che la testa polare della molecola penetri e attraversi completamente lo strato idrofobo, prima di poter tornare ad essere esposta all’ambiente acquoso sul versante opposto a quello di partenza. Il contatto della testa polare con l’ambiente idrofobo è termodinamicamente molto sfavorito e questo rende il processo di flip-flop molto improbabile. Questo aspetto è di fondamentale importanza nel mantenimento dell’asimmetria delle membrane biologiche, in rapporto anche all’intervento di specifici enzimi (flippasi e scramblasi) deputati a ridurre la barriera di attivazione della reazione favorendone lo svolgimento a velocità maggiori.

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7
Q

Dimensioni

A

A parità di numero di atomi di carbonio, la presenza di doppi legami in catene insature crea una piega nella catena (coda) riducendone quindi l’estensione longitudinale rispetto ad una catena satura. Di conseguenza, un doppio strato ricco di fosfolipidi saturi tende ad avere uno spessore leggermente superiore rispetto a uno con fosfolipidi insaturi. In maniera simile, il colesterolo interagisce con le code dei fosfolipidi, riducendone la deformabilità e tendendo a raddrizzarle; questo determina un incremento dello spessore del doppio strato. Lo spessore delle membrane biologiche è compreso tra 5-10 nm.

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8
Q

Zattere lipidiche

A

Nella membrana talvolta abbiamo la formazione di microdomini detti zattere lipidiche (lipid raft). Le zattere lipidiche sono porzioni di membrana ricche di una certa molecola; di conseguenza, in quella zona della membrana si svolgeranno funzioni specifiche legate a quella molecola.

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9
Q

Asimmetria

A

La natura dei fosfolipidi influisce notevolmente sulle caratteristiche fisiche del foglietto e del doppio strato a cui appartengono, per cui alcuni fosfolipidi sono più adatti a stare nel foglietto esterno mentre altri in quello interno. Nella membrana esistono enzimi (flippasi e scramblasi) la cui funzione è quella di trasferire rapidamente e selettivamente i fosfolipidi da un foglietto all’altro. L’attività di questi enzimi determina una distribuzione asimmetrica dei fosfolipidi di membrana tra i due foglietti. Tale asimmetria si mantiene stabilmente grazie alla scarsa tendenza dei fosfolipidi a ridistribuirsi casualmente tra i due foglietti (bassa probabilità di flip-flop).
La distribuzione dei sei principali lipidi di membrana tra i due foglietti del doppio strato non è omogenea: sfingomielina (SM) e fosfatidilcolina (PC) sono prevalenti nel foglietto esoplasmatico, mentre fosfatidilserina (PS), fosfatidilentanolammina (PE) e fosfatidilinositolo (PI) sono prevalenti nel foglietto citoplasmatico. Il colesterolo, invece, è simmetricamente distribuito tra i due foglietti.

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10
Q

Proteine di membrana

A

Le proteine rappresentano un’altra componente fondamentale nella composizione delle membrane biologiche. Esse, infatti, conferiscono alle membrane gran parte delle loro specifiche funzionalità.
Le proteine di membrana si dividono in proteine integrali, periferiche e ancorate ai lipidi. Le proteine integrali penetrano attraverso il doppio strato fosfolipidico; le proteine periferiche, invece, interagiscono solo con la superficie della membrana; le proteine ancorate ai lipidi (presenti solo nelle cellule eucariotiche) sono completamente esposte sulla superficie della membrana, ma legate a molecole apolari (ancore lipidiche).

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11
Q

Proteine integrali

A

Le proteine integrali possono attraversare il doppio strato fosfolipidico con un solo dominio (una sola volta, A) o più domini (più volte, B). La struttura più comune per i domini transmembrana è quella dell’alfa-elica (A-B). Questa struttura è energeticamente favorevole poiché è necessario che il dominio transmembrana sia apolare in modo da poter interagire con le code idrofobe dei fosfolipidi di membrana. Infatti in questa struttura i gruppi R, apolari, sporgono verso l’esterno, mentre il backbone – che può presentare molecole polari – si trova internamente. Anche proteine con struttura a foglietto-beta possono essere transmembrana (C); si tratta di proteine molto grandi e complesse che possono formare anche canali e pori. La parte della proteine che si trova nel citosol è lineare o random coil e presenta caratteristiche idrofile; invece, la parte che si trova nell’ambiente extracellulare può assumere svariate configurazioni (e dunque svariate funzioni). Spesso le proteine transmembrana fungono da recettori.
In alcuni casi la proteina di membrana si inserisce in uno solo dei foglietti del doppio strato (D).

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12
Q

Glicocalice

A

Nel contatto e nella mediazione di rapporti tra cellule adiacenti hanno un ruolo fondamentale i carboidrati. Infatti, oltre a lipidi e proteine, la membrana plasmatica contiene carboidrati a formare un rivestimento detto glicocalice. I carboidrati di membrana sono legati sia a lipidi (glicolipidi) sia a proteine (glicoproteine).
Il glicocalice ha varie funzioni: protezione, riconoscimento e adesione cellulare, barriera e filtro.

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13
Q

Permeabilità della membrana

A

Il doppio strato fosfolipidico rappresenta una barriera alla libera diffusione di molecole: tutti gli scambi di cui la cellula necessita avvengono attraverso di essa, per cui è importante comprendere i fattori che determinano la sua permeabilità alle varie molecole.
La permeabilità della membrana per una data molecola è determinata in prima istanza dalla facilità con cui la molecola può penetrare nel doppio strato fosfolipidico. Infatti, il passaggio di una molecola richiede che essa perda la sfera di solvatazione che la circonda nel mezzo acquoso e passi all’ambiente idrofobo costituito dalle catene alifatiche dei fosfolipidi del doppio strato. Il costo o energetico di questo passaggio dipende dall’affinità relativa che una molecola ha per l’acqua e per i lipidi. Una molecola che ha notevole tendenza a ripartirsi in un mezzo lipidico avrà facilità ad abbandonare l’ambiente acquoso e attraversare il doppio strato, mentre una molecola idrofila avrà un notevole costo energetico nel perdere la sfera di solvatazione e imporrà un ulteriore costo nel penetrare il doppio strato a causa dell’interazione sfavorevole con le code idrofobe dei fosfolipidi.
Quindi, per le sue caratteristiche, il doppio strato fosfolipidico risulta più permeabile ad alcune molecole che ad altre, ovvero si comporta come una membrana semipermeabile.

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14
Q

Diffusione acqua attraverso la membrana

A

La diffusione dell’acqua attraverso membrane semipermeabili avviene per osmosi. I processi di osmosi attraverso le membrane biologiche possono essere facilmente evidenziati ponendo degli eritrociti in soluzioni a diverse concentrazioni ioniche. Quando la cellula si trova immersa in una soluzione ipotonica (cioè a concentrazione salina inferiore rispetto a quella del citoplasma), si avrà il passaggio d’acqua dall’esterno verso l’interno, con conseguente rigonfiamento della cellula. Viceversa, se le cellule vengono poste in una soluzione ipertonica (cioè a concentrazione salina superiore rispetto a quella del citoplasma) si avrà il passaggio d’acqua dalla cellula verso l’esterno, con conseguente riduzione di volume della cellula e suo raggrinzimento. Le cellule poste invece in una soluzione isotonica (a concentrazione salina uguale a quella del citoplasma) si trovano in condizioni di equilibrio osmotico e non variano di volume.

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15
Q

Proteine periferiche

A

A differenza delle proteine integrali, le proteine periferiche si trovano localizzate sulla superficie (interna o esterna) della membrana. Esse si associano alla membrana mediante interazioni (legami deboli) con proteine integrali sul versante citosolico o extracellulare (E-F).

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16
Q

Proteine ancorate

A

Altre proteine, invece, possono essere ancorate alla membrana tramite legandosi covalentemente con molecole di natura lipidica, definite per questo ancore (G-H). Esempi di ancore: a. miristilica, a. palmitica, a farnesilica, a. GPI (fosfatidilinositolo).

17
Q

Modello a mosaico

A

L’insieme del doppio strato fosfolipidico e le proteine di membrana che con esso interagiscono viene descritto come modello a “mosaico fluido”. È definito “a mosaico” in quanto nel doppio strato sono intercalate proteine differente (che si raggruppano in aree – domini) le quali si incastrano tra loro. Inoltre, è detto fluido poiché, la fluidità del doppio strato permette alle proteine di muoversi e diffondere nel piano della membrana, rendendo il mosaico, appunto, fluido. Questo modello è stato dimostrato attraverso vari esperimenti tra cui fusione cellulare, FRAP, single particle tracking.

Le proteine però non sono sempre libere di muoversi, talvolta la diffusione è ostacolata. Ci sono giunzioni (strette) che non consentono la libera diffusione.

18
Q

Cortex (eritrociti)

A

Un buon esempio dell’organizzazione di proteine di membrana e dei loro rapporti con componenti di tipo citoscheletrico è rappresentato dalla membrana degli eritrociti. Si osserva una rete, la cortex, formata da filamenti di spettrina, glicoforina e anchirina.

19
Q

La membrana è permeabile a:

A

In ordine decrescente di permeabilità vi sono: piccole molecole prive di carica (ad esempio, O₂, CO₂) e molecole idrofobe (ad esempio, gli ormoni steroidei) che possono diffondere rapidamente attraverso la membrana; molecole polari ma prive di carica, che possono attraversare la membrana ma con cinetiche limitate e decrescenti all’aumentare delle dimensioni della molecola (quindi molecole piccole come acqua e urea passano meglio di zuccheri come il glucosio e il saccarosio); per finire con molecole cariche e ioni, quali non possono attraversare il doppio strato fosfolipidico. La libera diffusione di gas come l’ossigeno e l’anidride carbonica attraverso la membrana è di fondamentale importanza per la vita della cellula. Da un punto di vita funzionale è particolarmente importante considerare la maggiore permeabilità della membrana all’acqua.

20
Q

Esperimento di fusione tra cellule e dimostrazione della fluidità della membrana plasmatica

A

Nell’esperimento vengono fuse tra loro due cellule, una di origi ne umana e l’altra di origine murina. Il risultante ibridoma viene marcato mediante immunoistochimica sfruttando anticorpi specifici contro proteine umane e murine marcati con fluorofori di colori diversi. Subito dopo la fusione e mantenendo il campione a bassa temperatura si osserva una separazione degli antigeni. Incubando il campione a 37°C si osserva una progressiva perdita della separazione dovuta alla diffusione delle proteine marcate sul piano di membrana, fino al raggiungimento di una distribuzione omogenea di entram bi gli antigeni.

21
Q

FRAP

A

Mobilità delle proteine di membrana di mostrata mediante FRAP (Fluorescence Recovery After Photobleaching). Una regione della membrana di una cellula in cui una proteina di membrana è stata marcata in fluorescenza viene sottoposta a irradiazione con laser a elevata intensità. Immediatamente dopo l’irraggiamento, l’intensità di fluorescenza misurata all’interno di tale regione sarà notevolmente ridotta e tenderà poi ad aumentare nel tempo in ragione della velocità di diffusione della proteina marcata che, muovendosi dalle regioni circostanti, andrà a ripopolare la regione sbiancata.

22
Q

Single particle tracking

A

Vengono legate alla proteina di interesse singole particelle; attraverso queste possiamo osservare il movimento della proteina.

23
Q

Trasportatori

A

 I trasportatori sono proteine che consentono il transito di una specifica molecola per la quale presentano un sito di legame. La proteina può alternare due conformazioni diverse: una con il sito di legame esposto verso l’esterno della cellula e l’altra con il sito esposto verso l’interno. Alternando queste due conformazioni, il trasportatore può legare su ciascun versante della cellula una molecola da trasportare e trasferire all’altro lato. I trasportatori favoriscono un tipo di trasporto detto facilitato o passivo perché avviene secondo il gradiente di concentrazione (dal comparto a maggiore concentrazione a quello con minore concentrazione). Questo passaggio avviene senza dispendio di energia.
Rispetto alla diffusione semplice, la diffusione facilitata presenta maggiore velocità a basse concentrazioni del soluto (grazie all’azione della proteina trasportatrice), ma tende poi a saturare a una velocità massima che si raggiunge alla concentrazione di soluto alla quale tutti i trasportatori di membrana per quel determinato soluto sono in uso (saturazione).
Il tipo di trasporto più semplice è detto uniporto e permette il passaggio di un soluto.
Esistono trasportatori che effettuano il co-trasporto di due soluti nella stessa direzione (simporto) o in direzione opposta (antiporto). Il vantaggio di questi sistemi è che consentono il trasporto di un soluto anche contro il suo gradiente di concentrazione, purché l’altro venga trasferito secondo il proprio gradiente. Attraverso il co-trasporto vengono spesso trasferiti ioni che hanno difficoltà ad attraversare la membrana; in questo modo non si ha dispendio di energia.

24
Q

Pompe ioniche

A

 Le pompe ioniche sono proteine di membrana in grado di utilizzate una fonte di energia – tipicamente ATP – per spostare soluti contro il loro gradiente di concentrazione; questo tipo di trasporto è detto attivo. Un esempio di fondamentale importanza per la cellula è la pompa sodio/potassio. Questa presenta tre siti di legame per lo ione sodio, due per lo ione potassio e uno per l’ATP. Nella sua forma non fosforilata la proteina assume una conformazione che le consente di legare tre ioni sodio sul versante citoplasmatico. A seguito del legame del sodio, la proteina idrolizza una molecola di ATP e assume lo stato fosforilato. In questo stato la proteina cambia conformazione, ribaltando il sito di legame per gli ioni dal versante citoplasmatico a quello extracellulare, perdendo affinità per il sodio e acquistandola per il potassio. Di conseguenza, i tre ioni sodio che erano stati legati nel citoplasma vengono ora rilasciati nell’ambiente extracellulare, mentre due ioni potassio si legano alla proteina. Dopo il legame del potassio si ha la defosforilazione della proteina che la riporta alla conformazione iniziale, determinando una perdita di affinità per gli ioni potassio e quindi il loro rilascio dentro la cellula. Quindi, a ogni ciclo enzimatico della pompa si ha l’idrolisi di una molecola di ATP e il trasporto di tre ioni sodio dall’interno all’esterno della cellula e due ioni potassio dall’esterno verso l’interno. L’attività di questa pompa consente alla cellula di mantenere l’equilibrio delle concentrazioni molto diverse di questi ioni sui due versanti.

25
Q

Canali ionici

A

 I canali ionici sono proteine integrali che costituiscono una via di passaggio selettiva per un determinato ione; consentono il transito in entrambe le direzioni secondo gradiente. Hanno un ruolo fondamentale nella formazione del potenziale di membrana, le cui variazioni entrano nei processi di segnalazione elettrica dei neuroni (potenziale d’azione che si genera in seguito alla depolarizzazione della membrana). Un esempio è il canale del potassio.