Libro - Pedagogia dell'infanzia - Le teorie Flashcards
Introduzione: intenzionalità e responsabilità
Con la parola educatori ci rivolgiamo a tutti coloro che educano intenzionalmente e professionalmente all’interno dei contesti educativi, ovvero accompagnarli nel loro divenire persona.
L’intenzionalità e la responsabilità, come tratti caratterizzanti della professionalità educativa. Tratti che non mancano di manifestarsi in modo singolare e distintivo nei diversi contesti per due ragioni:
1. Le fascia d’età a cui ci si rivolge (0-3; 3-6); i cambiamenti che vengono vissuti in questa fascia d’età sono qualitativamente importanti e inoltre avvengono con tale intensità e velocità che per forza di cose è necessaria un’alta formazione professionale, affinchè l’educatore riesca ad accompagnarli tenendo conto della loro soggettività;
2. Le diversità dei contesti nei quali viene offerto un servizio: ognuno con un’identità propria per fini istituzionali e per le finalità educative che li caratterizzano.
Interlocutore plurale, cosa intendiamo con questo concetto?
Il lavoro educativo con l’infanzia prevede sempre un interlocutore plurale, ovvero la famiglia:
- ristretta e allargata
- con la sua cultura
- con la sua appartenenza sociale
- con la sua storia
- la sua visione del mondo
Quando accogliamo un bambino, accogliamo anche la sua famiglia e dobbiamo tener conto di tutti questi elementi che la caratterizzano.
1- Il pianeta bambino: educazione e imago infantile nella padeia greca e Cristiana: Perchè è utile rileggere la visione dell’infanzia in questi particolari momenti storici?
In quanto una rilettura della visione dell’infanzia ci dà la possibilità di cogliere l’intreccio tra dimensione fenomenica (il bambino nella sua concretezza e contesti di vita), simbolica (i filtri attraverso cui gli adulti hanno letto e interpretato l’infanzia) e pedagogica (teorie, interventi, esperienze educative). In ogni momento storico infatti, il bambino viene percepito, interpretato è indirizzato in maniera diversa a seconda del paradigma di fondo che governa quel tempo.
- Il ruolo dell’educazione infantile tra Sparta e Atene
I due modelli educativi prevalenti nella Grecia antica sono rappresentati da Sparta e Atene. Prima di questi però, a testimoniare i modelli ellenici, sono i due poemi di Omero (VIII secolo a.C.).
Iliade: il modello educativo principale è quello del guerriero/eroe. ACHILLE viene educato al logos (capacità di linguaggio e di ragionamento). Importanza dell’educazione militare e della forza fisica (si evince dall’episodio in cui Ettore saluta il figlio prima di andare in guerra.
Odissea: educazione di Telemaco incentrata sulla forza, sul coraggio, sulla lealtà, sull’essere un bravo oratore e a parlare con giudizio. Educazione al canto, al suono della lira, a saper ragionare, discutere e argomentare, ma anche a usare le mani e la forza fisica. L’educazione è finalizzata ad uno sviluppo completo e armonico della sua personalità.
L’aspetto centrale dell’educazione infantile omerica è L’IMITAZIONE DELL’EROE, aspetto che continuerà a influenzare nei secoli a venire la PADEIA greca (percorso di acquisizione di quell’insieme di conoscenze e valori che distinguevano il cittadino greco dal barbaro).
MODELLO SPARTANO
L’educazione spartana ha due momenti importanti:
Prima e dopo le guerre messeniche (VIII - metà V sec. a.C.)
Prima: educazione in cui prevale addestramento fisico e militare ma anche coltivazione della musica e della danza, e particolare apertura verso l’altro e straniero.
Dopo: istituzione delle leggi di Licurgo, secondo cui l’educazione diviene compito dello Stato e in cui prevale una ferrea disciplina militare. Il bambino appartiene allo Stato fin dalla nascita (commissione di anziani). La virtù principale è l’OBBEDIENZA verso chi organizza e comanda il suo operare. Abbigliamento essenziale (unico per tutte le stagioni), letto fatto di canne e foglie, cibo razionato e spesso insufficiente. Le bambine educate con finalità di crescere sane e robuste affinchè possano generare figli sani e forti.
MODELLO ATENIESE
L’addestramento militare si differenzia dall’altro modello in quanto i giovani chiamati hanno dai 18 ai 20 anni.
L’educazione inizia ad assumere connotazioni democratiche: fino ai 7 anni i bambini sono educati dalle madri (gioco, favole e partecipazione alla quotidianità domestica e alle feste).
Musica e poesia sono centrali nella formazione infantile.
I classici di Solone vengono utilizzati come fonte di ispirazione in quanto trasmettono l’importanza della giustizia e della temperanza.
Il nemico da combattere non è l’altro o lo straniero, ma quello interiore del soggetto che può condurre a sconforto e a compiere azioni ingiuste.
Il principale obbiettivo di questo modello educativo è l’equilibrio psicologico —> l’armonia tra corpo e mente attraverso la ginnastica e la musica.
Istruzione scolastica dai 7 ai 14 anni, prevede tre maestri: il pedotriba (leggere, scrivere e far di conto), il citarista (ed. fisica), il maestro di materie letterarie.
Il bambino viene educato anche attraverso la partecipazione attiva, come spettatori ad assemblee politiche, gare, cerimonie religiose e spettacoli teatrali.
- Il bambino nella riflessione platonica
Prima di descrivere le l’educazione infantile nella riflessione platonica, vanno elencate alcune peculiarità del suo pensiero che divengono poi la base per le sue riflessioni.
Ci sono 4 gradi di conoscenza che la persona può conseguire (li descrive con il mito della caverna):
Due livelli più inferiori:
- SENSAZIONE: i sensi permettono conoscenze semplici (caldo - freddo)
- OPINIONE: conoscenza superficiale delle cose, per come appaiono nella loro esteriorità (ombre all’interno della caverna)
Altri due che rappresentano stadi più elevati e più difficili da conseguire, è necessaria un’educazione specifica:
- RAGIONE: analizza le cose nella loro effettiva forma e consistenza (
- INTELLETTO: conseguibile con la dialettica, si riferisce alla conoscenza filosofica, la verità, la conoscenza pura degli oggetti e e della realtà nella sua autenticità e concretezza (il sole illumina e vivifica il mondo. L’uomo ha rotto le catene e ha superato sensazioni e opinioni ed è asceso alla razionalità e ha, infine, contemplato il mondo delle idee attraverso il logos filosofico).
DISUGUAGLIANZA TRA GLI UOMINI
Questa disuguaglianza costitutiva della soggettività umana, implica che non tutti abbiano le stesse capacità per adempiere a determinate funzioni o a ricoprire un determinato ruolo all’interno dello stato. Così distingue:
- i “produttori”: svolgono lavori manuali, educazione di tipo pratico di avviamento al lavoro, hanno un’anima concupiscibile e la loro virtù è la TEMPERANZA
- i “difensori”: educazione con attività ginnico e musicali, hanno un’anima irascibile e la loro virtù è il CORAGGIO
- i “reggitori”: educazione basata inizialmente su ginnastica e musica, per proseguire poi con matematica,astronomia, filosofia per diventare poi dei governanti. Hanno un’anima razionale e la SAGGEZZA come virtù.
L’educazione di Platone si basa prevalentemente sulla dialettica, non trasmissione passiva di saperi ma un processo attivo e partecipato tra educatore ed educando.
Percorso educativo specifico (solo reggitori e difensori)
Alla nascita i bambini sono allontanati e inseriti in nidi statali. Le madri provvederanno all’allattamento, senza possibilità di riconoscere il figlio affinché si eviti il particolarismo dato dall’attaccamento genitoriale. Lo stato è un’unica grande famiglia.
Si ispira all’educazione ateniese: corpo e mente vanno curati attraverso la ginnastica e la musica.
Primi anni di vita: giochi, ascolto di favole scelte con OCULATEZZA dall’educatore. Gioco libero.
7-10 anni: bambini e bambine separate, ma stesso curricula. Ginnastica, danza, matematica. In questi anni i giochi sono proposti sulla base delle inclinazioni e peculiarità di ciascun bambino
I futuri reggitori avranno curricula più specifici (matematica e filosofia)
- L’infanzia di Gesù: un modello pedagogico
La nascita di Gesù muta la storia e il modo in cui la cultura e la società guarda il bambino. La prima età diviene centrale nell’esistenza umana.
Gli scritti più importanti in cui vengono riferiti fatti relativi all’infanzia di Gesù sono i Vangeli sinottici, in particolare quelli di Matteo e Luca.
Gli episodi nello specifico sono:
- Simeone che prende in braccio il nuovo nato e lo riconosce come Messia e gli attribuisce lo status i di persona amata.
- Riconoscimento dei bambini da parte di Gesù adulto, in quanto li considera puri, senza peccato, le uniche persone degne di ascendere nel regno dei cieli. Considera quindi il bambino come modello per gli adulti per potersi avvicinare a Dio padre.
In questa prospettiva Gesù sancisce un paradigma dell’infanzia completamente nuovo in cui il bambino è la persona più prossima a dio e per questo motivo va presa come modello al quale ispirarsi.
Viene ribaltato il modello infantile che per molti secoli aveva segnato la cultura greca, in cui il bambino aveva un ruolo marginale all’interno della polis e l’età dell’infanzia altro no era che una stagione esistenziale di transito verso la giovinezza e l’età adulta (stagioni privilegiate dell’esistenza umana).
Nella polis greca infatti l’infanzia è fortemente legata alla funzione che il bambino dovrà avere all’interno del contesto sociale in cui vive (es. crescere ed essere educato x diventare guerriero).
Gesù e il cristianesimo promuovono una visione del bambino come persona, Imago Dei (immagine di Dio) che deve essere formata attraverso l’amorevolezza dei genitori ed educato al rispetto e alla benevolenza nei confronti degli altri. La famiglia diviene quindi il contesto privilegiato di accoglienza dei figli, che educano con amorevolezza e rispetto in quanto riconoscono la dignità dei propri bambini.
Il bambino ha diritto di essere educato e la famiglia ha il compito di educarlo, sia attraverso l’imposizione di alcune norme, ma anche attraverso l’esempio del loro comportamento.
- Il bambino nella padeia cristiana: i modelli educativi di Clemente alessandrino, Origine e San Girolamo
La visone pedagogica di Clemente alessandrino tra logos e praxis
Il valore della pedagogia clementina consiste nel tracciare percorsi educativi che conducano alla pratica della virtù cristiana.
Non ha senso conoscere teoricamente il cristianesimo se non si mettono in pratica i suoi precetti.
Il modello a cui l’uomo deve continuamente tendere è Gesù cristo, meta irraggiungibile.
L’uomo deve essere educato, già dalla primissima infanzia, non riesce da solo a trovare le giuste direzioni da percorrere in quanto è attratto dal peccato.
Il maestro deve preservare l’educando dalle derive esistenziali che possono derivare dalle passioni, per questo deve agire con autorevolezza, tenacia e fermezza.
Inoltre il curriculo clementino prevede l’educazione fisica e la musica, la conoscenza della cultura classica, e in seguito ascendere verso lo studio e la pratica delle virtù cristiane.
- La padeia infantile di Origene tra responsabilità e logos
Origine considera il cristianesimo come il grado piu alto della padeia conseguibile dalla persona nell’intero corso della sua esistenza.
Secondo Origene l’infanzia è centrale nello sviluppo del bambino che, in quanto persona ha bisogno di cura educativa e strategie adeguate ai suoi bisogni che rispondano alle specificità proprie dell’età.
Origene comprende la necessità di un approccio pedagogico individualizzato, cosi anche il linguaggio deve essere adeguato alle capacità di apprendimento dei piccoli uditori. Il maestro deve trovare le giuste modalità, a partire dalla comunicazione, per potersi relazionare con i bambini che deve educare.
Il maestro è un modello a cui i bambini si ispirano e per questo motivo deve essere e agire eticamente e responsabilmente, in modo da dare pienamente l’esempio.
Il maestro deve coltivare e incentivare l’autonomia dei bambini , in modo da promuovere progressivamente uno status psicologico di indipendenza rispetto allo stesso maestro - L’educazione del bambino in San Girolamo
Girolamo ha attribuito grande fiducia alle trasformazioni interiori del bambino che esso può esperire grazie all’educazione.
All’interno della famiglia, i genitori sono responsabili delle azioni e decisioni dei figli e se trascurano questi compiti, disattendono gravemente il ruolo di educatori che dio a dato loro.
Anche il gioco è importante nelle riflessioni pedagogiche di Girolamo, in quanto permette ai bambini di favorire la curiosità e il piacere di apprendere.
Nell’apprendimento della scrittura è importante seguire e gratificare gli sforzi del bambino, sia con parole di apprezzamento che con piccoli regali.
Il maestro deve avere qualità umane e preparazione adeguata a condurre, pedagogicamente, il giovane educando verso i traguardi attesi.
- Il bambino è persona: la riflessione di San Agostino
Anche San Agostino individua nell’educazione l’itinerario privilegiato della mente umana verso Dio.
Il bambino nella primissima infanzia connotata dall’assenza di linguaggio, esprime le sue interiorità attraverso il pianto e il riso e in questo modo comunica con gli adulti.
Caratteristica centrale di questa prima età del bambino, è un forte egocentrismo che spinge il bambino ad asservire gli altri ai suoi bisogni.
Un elemento importante da tenere presente in questo periodo delicato della vita del bambino, è che questo suo bisogno di protagonismo necessita accoglienza e tolleranza da parte dell’adulto, e precisa che queste dinamiche comportamentali si supereranno nelle fasi successive della crescita.
San Agostino è molto lucido nelle sue riflessioni (attraverso la stesura della sua autobiografia ripercorre l’infanzia e ne descrive minuziosamente caratteristiche dando veri e propri suggerimenti pedagogici) e si chiede come avvenga l’acquisizione del linguaggio nella mente del bambino.
Gli adulti si relazionano tra di loro attraverso il linguaggio, mentre li osserva cerca di imprimere nella sua memoria il nesso tra suoni che sente e gli oggetti a cui queste parole si riferiscono. Gradualmente il bambino inizia ad acquisire il linguaggio.
Sulla questione insegnamento e apprendimento, San Agostino sottolinea due aspetti importanti:
- La motivazione è importante in quanto incentiva l’allievo nel processo di apprendimento; la costrizione allo studio crea disagio e allontana l’allievo dagli obiettivi che devono essere raggiunti.
- Evitare insegnamenti prettamente nozionistici soprattutto su oggetti e conoscenze di cui gli allievi possono fare esperienza diretta. Promuove in questo senso una tipologia di educazione attiva in cui l’allievo diviene regista del suo percorso conoscitivo.
2 - Osservare e comprendere lo sviluppo dell’infanzia: contenuti e posture di analisi (Marta Vidoz)
L’attenzione al bambino come oggetto di studio ha origini antichissime. La filosofia e i modelli antichi visti in precedenza hanno iniziato a metter il focus sull’evoluzione e sulla crescita a livello educativo del bambino.
Il bambino impara a riconoscersi come individuo grazie all’interazione con l’ambiente e alla relazione con figure educative competenti. Questo implica che l’educatore non può concentrarsi solamente sul bambino, ma deve considerare anche le figure che ruotano attorno ad esso.
L’agire educativo deve sempre essere sorretto da una robusta ragione scientifica e non attuato soltanto sulla semplice base di esperienze pregresse.
Diventa quindi fondamentale conoscere quando un bambino acquisisce determinate abilità o capacità, come entra in contatto e interagisce con il mondo esterno e perchè alcuni bambini acquisiscono le competenze con ritri diversi.
- Il bambino oggetto di indagine
I temi investigati dalla psicologia, erano inizialmente investigati dalla filosofia. Da questa emerse nell’Ottocento la psicologia come scienza empirica, e Wundt è considerato il fondatore della psicologia come disciplina scientifica autonoma.
I seguaci di Wundt erano definiti strutturalisti, a cui si contrapposero funzionalisti. Da qui emerse Stanley Hall, considerato il padre della psicologia dello sviluppo.
Non c’è una data specifica di nascita di questa disciplina, ma due eventi distinti hanno suscitato maggior interesse per il bambino:
- Il diffondersi della scolarizzazione di massa
- La formulazione della teoria di Darwin: sosteneva l’importanza delle variazioni individuali e il riconoscimento di una continuità biologica tra le specie (e quindi anche tra animali e uomo). La tesi sulla continuità biologica fece nascere la psicologia comparata, dedicata allo studio dell’attività mentale dell’uomo confronto a quella animale. Fu cosi che i bambini divennero oggetto di studio, in quanto poco considerati nella sequenza evoluzionistica animale-uomo
- Lo sviluppo motorio
Lo sviluppo prenatale inizia dalla fecondazione fino alla nascita. Dopo aver fecondato l’ovulo, si origina lo zigote.
Lo sviluppo prenatale si suddivide in tre periodi:
- Germinale: si riferisce alle prime tre settimane, dalla creazione dello zigote che attraverso la tuba di falloppio comincia il processo di mitosi. Questo ammasso di cellule darà origine a tutte le parti del corpo, si impianta all’interno dell’utero.
- Embrionale: periodo dalla seconda all’ottava settimana. In questo periodo si formano tutti gli organi, anche se è grande solo 3 cm.
- Fetale: una volta formati tutti gli organi, si parla di feto. È il periodo più lungo durante l’intero sviluppo prenatale.
La nascita senza complicazione avviene tra la 37 e 41 settimana. In caso di nascita prima della 37 settimana, si parla di parto pretermine e nascita prematura.
I primi movimento del feto compaiono con la fase fetale, dal quarto mese anche la mamma percepisce il feto muoversi.
Alla nascita i bambini sono dotati di riflessi (reazione automatiche e istintive a stimoli esterni) che vengono valutate durante le visite pediatriche:
Riflesso di ricerca
Riflesso di suzione
Riflesso di moro
Riflesso di prensione
Riflesso di marcia automatica
Durante i primi tre anni di vita del bambino, vengono sviluppate moltissime abilità, sia a livello grosso motorio, sia a livello fine motorio.
!!! Ogni bambino raggiunge le competenze in tempi e con strategie diverse dagli altri.
- Quando nascono i cinque sensi?
Durante la fase gestazionale, l’intero apparato sensoriale matura.
Per “percezione” si intende un livello di elaborazione più elevato nell’ interpretazione di ciò che viene sentito. La sensazione e la percezione assieme, ci permettono di conoscere il mondo.
Fantz fu uno psicologo che ideò una procedura di studio delle risposte del bambino chiamata “paradigma della preferenza visiva”, che consisteva nella presentazione simultanea di due stimoli e nella valutazione di quale stimolo guarda il bambino e per quanto tempo.
3.1 Percezione visiva
Alla nascita l’apparato visivo del bambino è ancora immaturo: reagisce alla luce e al buio ed è in grado di regolare la quantità di luce da fare entrare nell’occhio.
Oltre i 25 cm, la sua vista diviene offuscata. 25 cm è la distanza tra il volto della madre e il bambino durante la suzione. Si pensa che abbia valore di adattamento.
Il volto che il bambino preferisce è quello umano, generalmente della propria madre. Inizialmente riesce ad individuare i contorni, solo successivamente inizia a vedere anche dettagli interni e colore dei capelli (verso i 4 mesi)
3.2 Percezione uditiva
Dalla ventiquattresima settimana di gestazione il bambino inizia a udire rumori interni, soprattutto il battito cardiaco della madre. Durante gli ultimi due mesi di gravidanza il feto riesca ad udire suoni come la musica e la voce della mamma.
Il sistema uditivo di un neonato non è come quello dell’adulto, però fin da subito orienta lo sguardo verso la direzione della fonte sonora e preferisce determinati suoni rispetto ad altri (voce umana, della mamma…)
3.3 Percezione gustativa e olfattiva
Fin dai primi giorni di vita i neonati prediligono alcuni gusti rispetto ad altri. Il dolce è preferito e potrebbe avere una funziona adattiva in quanto rappresenta una fonte energetica.
Le papille gustative si formano già nel periodo embrionale e questo gli consente di percepire il sapore del liquido amniotico.
Il sistema gustativo è maturo alla fine della gestazione.
Dal punto di vista olfattivo, il bambino esprime a livello facciale se gradisce oppure no determinati odori. Preferisce l’odore latte materno rispetto all’odore di altre donne.