Appunti lezioni Flashcards

1
Q

Perchè un educatore deve essere informato sull’attualità?

A

L’educatore è un operatore sociale e politico, il suo primo impegno è sapere cosa succede nel mondo e dove sta nel mondo. Non si tratta di lavorare nell’angolo morbido, ma nei luoghi dove le persone fanno fatica a mantenere i loro diritti.

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2
Q

Cosa si intende per povertà educativa? È cosa significa che le pratiche di cura sono culturalmente declinate?

A

Si fa riferimento a quei bambini che non possono usufruire e beneficiare di quelle esperienze di crescita che i contesti dovrebbero loro garantire (non si tratta quindi di povertà di cibo).

Le pratiche di cura sono culturalmente declinate, dobbiamo stare attenti quando diciamo che non è giusto o dignitoso che bambini di altri paesi lavorano. Non sappiamo come stanno quei bambini, potrebbero essere contenti di aiutare le famiglie, non possiamo affermare con certezza che siano sfruttati.

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3
Q

L’infanzia negata (Save the children)

A

1 bambino su 4 (700 mln di bambini) sono privati della possibilità di vivere la propria infanzia.
Il nord Europa è noto per avere un sistema di welfare diverso dal nostro e brilla perla cura riservata alle famiglie e alle nuove generazioni. Il Niger è il paese dove i bambini sono maggiormente minacciati e esposti a rischio per la loro vita e salute (seguito da Angola, mali, repubblica centroafricana somalia…)
L’Italia sembra posizionarsi bene nella classifica di save the Children, ma ci sono bambini che rischiano l’esclusione sociale (non avere accesso alle risorse necessarie per crescere) e che quindi hanno difficoltà a costruirsi un futuro. Inoltre nei paesi classificati in posizioni peggiori, anche se non ci sono gli strumenti non significa non ci sia l’interesse per l’infanzia. Ci possono essere anche scelte di tipo culturale, che noi non siamo in grado di comprendere (partorire per terra)

  • Bambini in fuga a causa di guerre e persecuzioni
  • La piaga del lavoro minorile
  • i matrimoni in tenera età (spesso costretti)
  • le gravidanze precoci
  • morte prematura per malattie che potrebbero essere curabili
  • ragazzi esposti alla violenza, assassinati
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4
Q

Cit. Montessori: mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo

A

I bimbi devono essere lasciati liberi di sperimentare, di cadere e di sporcarsi. L’importante è che ci sia un adulto ad osservarlo.
I bimbi amano fare le cose da soli perchè questo rafforza muscoli e autoefficacia.

È importante fornire un ambiente che consenta al bambino di svilupparsi liberamente.

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5
Q

Il valore del silenzio

A

È una dimensione importante per il bambino che va rispettata.
Momenti di silenzio possono essere molto produttivi (pensieri sensati, osservazione di un gioco che gli piace molto ecc…).
Per favorire questa dimensione è bene predisporre un ambiente non rumoroso (evitare quelle canzoncine disney), permettergli questi momenti di silenzio. Evitare quindi di interromperlo in qualsiasi modo (cosa fai? Perchè non fai niente? Ecc)

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6
Q

Perchè è scorretto utilizzare la parola problema in educazione?

A

Perchè quando utilizziamo il termine problema, stiamo appiccicando un’etichetta ad una situazione o ad un bambino. Meglio riferirsi a difficoltà o fatiche

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7
Q

Dibattito in classe: alcuni principi dell’epistemologia pedagogica

A
  • Reciprocità: nonostante ci sia un ruolo, una competenza in capo all’educatore (ciò che rende la relazione asimmetrica), c’è sempre uno scambio. Si tratta di un atto sociale (ovvero si inserisce al interno di una relazione non esclusiva). Anche l’intenzionalità è di tipo sociale (l’educando non è mio, è stato a me affidato).
  • Asimmetria: si ha sul piano delle esperienze (in quanto l’educatore ha competenze e esperienza in più dell’educando) e sul piano della responsabilità, in quanto l’educatore agisce in modo consapevole e intenzionale.
    La dignità invece, è la stessa, in quanto educatore ed educato sono persone con la stessa dignità umana (in questo caso la relazione è simmetrica)
  • Intenzionalità: è ciò che muove l’educatore verso un universo di valori, il quale agisce secondo una progettualità. Non ci si può affidare ad intuito e improvvisazione.
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8
Q

Quando nasce “il sentimento dell’infanzia” e chi fu l’autore che ne parlò?

A

“Il sentimento dell’infanzia” nasce alla fine del ‘700 e ne parlò Ariés.
Secondo l’autore la nascita di questo sentimento corrisponde al momento in cui la società ha riconosciuta l’esistenza della differenza tra età infantile e età adulta. Alll’infanzia veniva riconosciute caratteristiche proprie che vanno tenute in conto e rispettate nell’allestimento di situazioni educative.
Soltanto nel secolo ‘900 il periodo dell’infanzia inizia ad essere considerato come periodo importante nella vita dell’individuo grazie man mano che emergono nuove discipline (psicologia evolutiva, sociologia dell’educazione, antropologia…) che si affacciano e affermano sulla scena culturale, e la stessa pedagogia da ancella della filosofia, rivendica un proprio statuto scientifico e si declina in ambiti specifici

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9
Q

L’oggetto della pedagogia dell’infanzia

A

La pedagogia dell’infanzia non studia il bambino, ma i modi della relazione educativa della fascia 0-6.
Da un lato rintraccia il bambino nei luoghi e nelle istituzioni in cui la società lo colloca ma anche nei luoghi che il bambino si ritaglia o gli vengono concessi; dall’altro richiede di cogliere il bambino in una pluralità di condizioni. Non un bambino in generale ma tanti e diversi bambini in situazioni varie e difformi.
L’infanzia va colta nella sua ecologia, nei diversi contesti che i bambini attraversano e a cui partecipano.

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10
Q

Asilo nido e scuola materna, come sono stati sostituiti?

A

Nido d’infanzia e Scuola dell’infanzia

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11
Q

Quando nasce la cura per l’infanzia?

A

A fine ‘700 in Inghilterra, in quanto c’era bisogno di forza lavoro ed era necessario far entrare nel mondo del lavoro le donne.
L’assistenza per l’infanzia è nata quindi sulla base di motivazioni lavorative.
Si è trattato inizialmente di un intervento CUSTODIALISTICO. La Dame school erano luoghi in cui mamme lasciavano i propri figli a dame che non avevano nessun tipo di preparazione all’assistenza. I bambini venivano vigilati durante il periodo in cui la mamma lavorava. Non c’era alcuna distinzione per competenze o capacità dei bambini

In italia compaiono le “scolette” o “custodie”, sale fatiscenti dove erano ammassati bambini poveri dai 2 ai 10 anni, di ordine religioso con l’intento di alfabetizzare precocemente con un’ottica utilitaristica. Nell’800 infatti l’Italia è un paese ancora prevalentemente agricolo. Gli asili nascono principalmente per scopi caritatevoli.
Nei primi anni del’900 si regolamenta il lavoro minorile, limitandolo a 8-10 ore giornaliere.
Era una situazione disastrosa. Nonostante alcuni bimbi venivano salvati dalla strada, venivano chiusi in luoghi malsani, sporchi, dove non c’era un impegno di tipo educativo.

Parallelamente nascono le “sale di custodia” in cui venivano accolti i lattanti e i “brefotrofi” per i più grandi. Asili di ricovero per bambini del popolo e bambini abbandonati.(termine asilo nasce in questo periodo).

Sempre alla fine del ‘700 in Alsazia Oberlin fonda un primo ricovero per bambini che però ha anche interesse per il bambino e ai suoi bisogni (garantiva un arricchimento intellettuale e morale). Viene introdotto per la prima volta il gioco e giardinaggio come forma di crescita e sviluppo.

I primi veri cambiamenti si hanno intorno alla metà dell’800 con la comparsa dei primi pedagogisti. Ci sono i primi tentativi di creare strutture volte all’insegnamento più che alla custodia. L’attenzione è rivolta al bambino, alla sua educazione.

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12
Q

La scoperta dell’infanzia

A

Oggi si ritiene che la scoperta dell’infanzia sia dovuta allo storico e demografo Ariès;
Altri studiosi considerano la scoperta dell’infanzia un fatto del XVI secolo associata al rinascimento
Altri studiosi ancora considerano la scoperta dell’infanzia associata al trattato di Rousseau “Emilio”.

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13
Q

Jean-Jacques Rousseau (1712-1778)

A

Fu uno dei primi pensatori che difese il periodo dell’infanzia definendolo come periodo speciale. Nel suo più importante trattato, l’Emilio, sottolinea l’importanza del rispetto per la personalità del bambino e la considerazione del suo valore.
Il bambino deve essere rispettato nei suoi bisogni, interessi, possibilità di esprimersi liberamente e solo un educazione libera può garantirlo.

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14
Q

Pedologia

A

Nasce alla fine del XIX secolo negli USA e si è sviluppata nei primi decenni del XX secolo in Europa.

È un insieme di concetti psicologici, pedagogici, anatomofisiologici e biologici dello sviluppo del bambino. Questa nuova disciplina tiene conto non solo dello sviluppo mentale, ma anche dello sviluppo fisico del bambino.
È un termine nato da Oscar Christian proposto nel 1893)
Non è riuscita però a creare una base metodologica unificata, e per questo motivo ha perso la sua importanza come scienza indipendente.

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15
Q

L’infanzia come fenomeno socioculturale

A

L’infanzia, è stato dimostrato, è un fenomeno socioculturale (non puramente biologico). Ha una sua storia e un carattere storico specifico. Le fasi dell’infanzia sono un prodotto della storia, quindi il bambino e le leggi della sua formazione vanno studiati congiuntamente allo sviluppo della società umana e dalle leggi che determinano questo sviluppo.
Ogni società imposta una durata dell’infanzia e anche un tipo di infanzia diverso dalle altre.

È un fenomeno storico-culturale in quanto in ogni epoca e popolo diverso, ci sono diverse comprensioni dell’infanzia e viene dato diverso valore al bambino.

Ciò che influenza la natura e il contenuto dei singoli periodi dell’infanzia è:
- specificità socio-economiche ed etno-culturali della società in cui il bambino cresce
-della sua appartenenza in diverse classi sociali
-dal sistema di istruzione pubblica adottato.

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16
Q

La concezione moderna dell’infanzia

A

Il movimento dell’educazione nuova della prima metà del XX secolo spinge ad un nuovo atteggiamento nei confronti del bambino e dell’infanzia: il bambino è visto come essere attivo e l’infanzia come un periodo peculiare, necessario e importante nella vita di una persona.

Principi fondamentali movimento educazione nuova
- stabilire la pace nel mondo attraverso l’educazione delle giovani generazioni
- parità di accesso all’istruzione per tutti i bambini, indipendentemente dall’origine sociali e dalle caratteristiche intellettuali dei bambini

L’educazione nuova, all’inizio del XX secolo ma sopratutto dopo la 2° guerra mondiale, si basa sulla conoscenza scientifica dell’infanzia e del bambino.

IL VALORE DEL BAMBINO
I principi cardine della nuova educazione è il rispetto per la persona bambino e questo richiede una conoscenza specifica dei tratti caratteristici dell’infanzia.
Ogni bambino ha valore e deve essere considerato. Inoltre è un essere attivo nei confronti dell’ambiente in cui cresce e in cui viene educato.

L’infanzia è un periodo necessario allo sviluppo umano, che è la base dello sviluppo completo della personalità, ecco perchè l’infazia ha cosi tanto valore.
Il bambino nella nuova concezione pedagogica, deve vivere pienamente la sua infanzia e raggiungere la sua maturità. L’educazione ha il compito di proteggere e facilitare questo.

La visione tradizionale dell’nfanzia percepiva il bambino come un essere inferiore e l’infanzia come un periodo che doveva passare velocemente affinché il bambino potesse passare al mondo degli adulti.

Il nuovo comportamento nei confronti del bambino è COMPRENSIONE, AMORE E RISPETTO.

NUOVI COMPITI DELL’INSEGNANTE
L’insegnante per svolgere al meglio il suo compito deve conoscere perfettamente la psiche del bambino, e per questo deve studiare dettagliatamente. Non deve interferire nella crescita del bambino ma assecondarla. L’educazione dovrebbe essere adattata al bambino come un indumento si adatta al corpo.

LA VISONE DEL BAMBINO ATTIVO E IL CONCETTO DI SCUOLA ATTIVA
L’idea di attività (contrapposta a quella di passività della visione tradizionale) è la seconda idea principale della nuova educazione.
Ciò significa che il bambino è un essere dinamico che trova in sé lo slancio per il suo sviluppo, progresso e realizzazione.
Si inizia a preferire il concetto di scuola attiva, anzichè nuova educazione.
La pedagogia attiva mira a rendere il discente un soggetto attivo nel suo processo di apprendimento, affinché possa costruire la propria conoscenza attraverso la ricerca delle situaizoni.
L’insegnante a scuola non è più chiamato a trasmettere conoscenze, ma individualizza l’insegnamento a seconda del bambino seguendo i suoi interessi e le sue esigenze; inoltre stimola l’intelligenza di ogni bambino in condizioni naturali (abbandono del verbalismo e sostituzione con l’apprendimento attraverso l’osservazione e la sperimentazione).

17
Q

Le nuove tecnologie presenti nell’ educazione moderna

A

I bambini di oggi sono diversi, quell nati dopo il 2000 sono nativi digitali.
Il problema non è la tecnologia: la storia dimostra che l’umanità ha sempre affrontato le nuove sfide del progresso tecnico.
Il problema sta nel capitale umano e nel suo sviluppo.
La tecnologia quindi non deve essere demonizzata: è ciò che facciamo con essa che determina la direzione di sviluppo del capitale umano.
Bisogna fare in modo che la tecnica e la tecnologia siano strumenti che non remano contro lo sviluppo del capitale umano.

18
Q

In sintesi la nuova pedagogia prevede questi concetti

A
  • unicità della personalità di ogni bambino
  • importanza dell’infanzia sullo sviluppo di ogni persona
  • il bambino deve essere messo al centro del processo educativo.
19
Q

Quali articoli vengono richiamati dal dm del 13 aprile 2017 n. 65?

A
  • La COSTITUZIONE
  • La legge 6 dicembre 1971 n. 1044 - PIANO QUINQUENNALE PER L’ISTITUZIONE DI ASILI-NIDO COMUNALI CON IL CONCORSO DELLO STATO
  • La legge 27 maggio 1991 n. 176 - CONVENZIONE SUI DIRITTI DEL FANCIULLO
  • La legge 5 febbraio 1992, n. 104 - LEGGE QUADRO PER L’ASSISTENZA, L’INTEGRAZIONE SOCIALE E I DIRITTI DELLE PERSONE HANDICAPPATE
  • La legge 13 luglio 2015 n. 107 - LEGGE DELLA BUONA SCUOLA
20
Q

Ferrante Aporti (1791-1858)

A

Fu un prete. Il primo asilo di carità da lui fondato nel 1831 a Cremona, si ispirava agli asili aziendali di Robert Owen (socialista, fondatore del socialismo utopistico).

Opere principali (diverrano manuali di studio per le maestre)
- Manuale di educazione e ammaestramento per le scuole infantili
- Elementi di pedagogia

Dalle scolette agli asili aportiani c’è un salto di qualità nella deontologia e professionalità di chi vi lavora.
Elementi importanti dell’educazione Aportiana
- Rispetto delle naturali disposizioni del bambino e dei ritmi del bambino
- Finalizzato alla crescita morale
- Fondato sulla triade: educazione morale, intellettuale e fisica
- Libro, gioco e lavoro manuale (ricamare, cucire…) sono fondamentali per sviluppare la ragione e lo spirito di scoperta del bambino
- Gradualità dell’insegnamento
- Apprendimento precoce dell’alfabeto
- Catechesi
- Lezioni che cambiano ogni mezz’ora
Il metodo aportiano però aveva anche dei limiti:
- Staticità del metodo
- Eccessivo scolasticismo (alfabeto precoce)
- troppa enfasi sull’insegnamento religioso
- scarsa preparazione delle maestre

21
Q

La promozione dall’interno

A

Si tratta di uno stile di intervento dell’adulto nel gioco simbolico infantile che si rifà al modello di tutoring e al concetto vygotskyano (zsp).
Il tutor accompagna senza sovrastare, senza prendere le decisioni da solo. È una modalità di gioco da parte dell’adulto nei confronti del bambino, nei contesti educativi 0-6.

Secondo questo intervento l’adulto:
- si propone attivamente come compagno di gioco (poso giocare?)
- accoglie, apprezza e incentiva le iniziative dei bambini stando al gioco (cosa potrebbe succedere adesso?)
- riconosce le difficoltà e interviene assumendo ruoli per esempio difficili (es. se nessun bambino vuole fare il malato in seguito alla proposta di un bimbo, l’adulto si propone di farlo)
- sostiene l’attività di finzione, ma contiene gli elementi di realtà nella finzione (es. mentre si gioca al treno in corsa, un bambino accenna a scendere, l’adulto interviene spiegando che si fa male)
- connette spunti individuali per favorire trame ludiche compiute e coerenti di gruppo (es. giocando al treno, una bambina trascina la valigia e propone al bimbo bigliettaio di aiutarla)
- contiene le emozioni dei bambini (es. durante il gioco del temporale, l’adulto dice “che paura il temporale, per fortuna siamo al riparo”
- interventi di modeling proponendo attività leggermente più evolute, ovvero andando un po’ oltre nella zsp (es. bambino accenna a portare un cucchiaio alla bocca come per fingere di mangiare, l’adulto fingendo in modo evidente di andare commenta “buona questa pappa”)

22
Q

Come favorire l’autoformazione?

A

Corsi formativi; telecamera mentre si lavora e dopo 15 giorni rivedersi con altri professionisti e un supervisore.
Supervisione PEDAGOGICA: si lavora sulla dimensione intenzionale e progettuale
Supervisione PSICOLOGICA: si lavora sui vissuti emersi in seguito ad un’attività.
Incontri con altre figure professionali

23
Q

Dal 1968 ad oggi - linea del tempo della scuola dell’infanzia e del nido di infanzia - in corsivo quelli indicati dalla prof in classe -

A

‘700 - ‘800 - dame school in Inghilterra
1746 - 1827 - Pestalozzi
1791 - 1858 - Aporti
1840-1850 - in italia nascono i primi presepi. Strutture private poste nelle vicinanze o all’interno di fabbriche in modo che le madri potessero allattare e custodire il proprio figlio senza allontanarsi dal luogo di lavoro.
1837 - Kindergarten di Frobel
1895 - Asilo Agazziano
1907 - Casa dei bambini Montessori
1925 - Legge 2297 si istituisce l’OMNI (opera nazionale per la tutela della maternità e dell’infanzia). Istituzione voluta dal fascismo a sostegno della politica di accrescimento demografico della popolazione. È la prima volta che lo stato crea un testo per la protezione e assistenza della maternità e dell’infanzia. Hanno carattere assistenzialistico, sono strutture simili ad ospedali piu che asili nido. Finalità igienico-sanitarie. Non c’è alcun interesse nell’aspetto sociale e formativo.
1950 - nascono gli asili aziendali. La legge obbligava le aziende con piu di 30 lavoratrici a predisporre camere di allattamento adiacenti alle aziende.
1968 - Legge 444 del 18 maggio 1968: viene istituita la scuola materna statale: lo Stato si fa carico dell’educazione dei bambini della fascia 0-3, da sempre impartita da enti religiosi.
1969 - dpr 647 del 10 settembre 1969: Orientamenti dell’attività educativa nelle Scuole Materne Statali; un anno dopo si dice che tutte le scuole di tutto il paese devono avere dei riferimenti generali e condivisi.
1971- Legge 1044 del 6 dicembre 1971 nascono gli asili nido: Con questa legge nasce l’asilo nido comunale: l’assistenza ai bambini di età fino a 3 anni diviene un servizio sociale di interesse pubblico. Questa legge ha previsto la costruzione e la gestione di asili nido nel quinquennio 1972/1976.
Questa legge trae le sue origini dal periodo del ‘68 e dalla volontà di trasformazione culturale che le donne richiedevano, per avere un luogo non solo dove lasciare il bambino, ma anche per permettergli una socialità diversa e con i suoi pari.
1975 - vengono sciolti gli asili OMNI
1991 - Decreto 139/1991 Orientamenti dell’attivita’ educativa nelle scuole materne statali. Gli Ordinamenti del 91 trasformano la scuola materna in scuola dell’infanzia, superando l’impostazione di matrice Agazziana secondo la quale la scuola materna era da considerarsi un prolungamento dell’ambiente domestico e l’educatrice una figura materna di riferimento per il fanciullo. Gli Ordinamenti del 91, infatti, sottolinearono la funzione di istruzione da parte della scuola dell’infanzia e del ruolo dell’insegnante (non più dunque educatrice), come figura dedita non solo alle cure del bambino ma competente nella progettazione didattica di “campi di esperienza”.
1991 - Legge 27 maggio 1991, viene depositata la CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA E ADOLESCENZA (inizialmente era una dichiarazione del 1923, vedi flash card su carta dei diritti)
1992 - Legge 104 del 5 febbraio 1992 - Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità e anche dei famigliari che vivono con loro.
2003 - legge 53/2003 Riforma Moratti - Da scuola materna a scuola dell’infanzia.
La riforma ridisegna i cicli scolastici e consente l’anticipo delle iscrizioni alla scuola dell’infanzia e alla prima classe della scuola primaria, rispettivamente a 3 e 6 anni.
Il primo ciclo dell’istruzione dura otto anni, di cui cinque per la scuola primaria e tre per la scuola secondaria. Al termine del primo ciclo, ossia alla fine della scuola secondaria, il ragazzo deve sostenere l’esame di stato. La riforma prevede un “team dei docenti” che segue la classe, intera o divisa in gruppi, nel quale il docente “coordinatore-tutor” svolge il ruolo principale.
Il secondo ciclo dell’istruzione prevede la scelta fra il canale dei licei della durata di 5 anni e il canale della formazione professionale della durata di 4 anni. Durante il secondo ciclo scolastico lo studente può cambiare indirizzo all’interno dei canali o passare da un canale all’altro.

2007 - Gli orientamenti vengono sostituiti dalle Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione (testo che ancora oggi regola gli obiettivi di sviluppo per la scuola dell’infazia)
2015 - Legge 107 del 13 luglio 2015 (legge sulla buona scuola) - riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per riordino delle disposizioni legislativi vigenti: legge che poi permetterà in seguito l’uscita di altri 8 decreti, tra cui il decreto 65
*2017 - Decreto 65 del 13 aprile 2017 - Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino ai 6 anni. Nasce il “sistema 0-6 di educazione ed istruzione dalla nascita ai 6 anni”, con il decreto 65, che ha istituito anche il doppio curriculum L-19, decretando che chi lavora con la fascia 0-3 deve avere un curriculum universitario. *
2021 - Decreto 334 del 22 novembre 2021 - linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei.
2022 - Decreto 43 - Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l’infanzia