Appunti lezioni Flashcards
Perchè un educatore deve essere informato sull’attualità?
L’educatore è un operatore sociale e politico, il suo primo impegno è sapere cosa succede nel mondo e dove sta nel mondo. Non si tratta di lavorare nell’angolo morbido, ma nei luoghi dove le persone fanno fatica a mantenere i loro diritti.
Cosa si intende per povertà educativa? È cosa significa che le pratiche di cura sono culturalmente declinate?
Si fa riferimento a quei bambini che non possono usufruire e beneficiare di quelle esperienze di crescita che i contesti dovrebbero loro garantire (non si tratta quindi di povertà di cibo).
Le pratiche di cura sono culturalmente declinate, dobbiamo stare attenti quando diciamo che non è giusto o dignitoso che bambini di altri paesi lavorano. Non sappiamo come stanno quei bambini, potrebbero essere contenti di aiutare le famiglie, non possiamo affermare con certezza che siano sfruttati.
L’infanzia negata (Save the children)
1 bambino su 4 (700 mln di bambini) sono privati della possibilità di vivere la propria infanzia.
Il nord Europa è noto per avere un sistema di welfare diverso dal nostro e brilla perla cura riservata alle famiglie e alle nuove generazioni. Il Niger è il paese dove i bambini sono maggiormente minacciati e esposti a rischio per la loro vita e salute (seguito da Angola, mali, repubblica centroafricana somalia…)
L’Italia sembra posizionarsi bene nella classifica di save the Children, ma ci sono bambini che rischiano l’esclusione sociale (non avere accesso alle risorse necessarie per crescere) e che quindi hanno difficoltà a costruirsi un futuro. Inoltre nei paesi classificati in posizioni peggiori, anche se non ci sono gli strumenti non significa non ci sia l’interesse per l’infanzia. Ci possono essere anche scelte di tipo culturale, che noi non siamo in grado di comprendere (partorire per terra)
- Bambini in fuga a causa di guerre e persecuzioni
- La piaga del lavoro minorile
- i matrimoni in tenera età (spesso costretti)
- le gravidanze precoci
- morte prematura per malattie che potrebbero essere curabili
- ragazzi esposti alla violenza, assassinati
Cit. Montessori: mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo
I bimbi devono essere lasciati liberi di sperimentare, di cadere e di sporcarsi. L’importante è che ci sia un adulto ad osservarlo.
I bimbi amano fare le cose da soli perchè questo rafforza muscoli e autoefficacia.
È importante fornire un ambiente che consenta al bambino di svilupparsi liberamente.
Il valore del silenzio
È una dimensione importante per il bambino che va rispettata.
Momenti di silenzio possono essere molto produttivi (pensieri sensati, osservazione di un gioco che gli piace molto ecc…).
Per favorire questa dimensione è bene predisporre un ambiente non rumoroso (evitare quelle canzoncine disney), permettergli questi momenti di silenzio. Evitare quindi di interromperlo in qualsiasi modo (cosa fai? Perchè non fai niente? Ecc)
Perchè è scorretto utilizzare la parola problema in educazione?
Perchè quando utilizziamo il termine problema, stiamo appiccicando un’etichetta ad una situazione o ad un bambino. Meglio riferirsi a difficoltà o fatiche
Dibattito in classe: alcuni principi dell’epistemologia pedagogica
- Reciprocità: nonostante ci sia un ruolo, una competenza in capo all’educatore (ciò che rende la relazione asimmetrica), c’è sempre uno scambio. Si tratta di un atto sociale (ovvero si inserisce al interno di una relazione non esclusiva). Anche l’intenzionalità è di tipo sociale (l’educando non è mio, è stato a me affidato).
- Asimmetria: si ha sul piano delle esperienze (in quanto l’educatore ha competenze e esperienza in più dell’educando) e sul piano della responsabilità, in quanto l’educatore agisce in modo consapevole e intenzionale.
La dignità invece, è la stessa, in quanto educatore ed educato sono persone con la stessa dignità umana (in questo caso la relazione è simmetrica) - Intenzionalità: è ciò che muove l’educatore verso un universo di valori, il quale agisce secondo una progettualità. Non ci si può affidare ad intuito e improvvisazione.
Quando nasce “il sentimento dell’infanzia” e chi fu l’autore che ne parlò?
“Il sentimento dell’infanzia” nasce alla fine del ‘700 e ne parlò Ariés.
Secondo l’autore la nascita di questo sentimento corrisponde al momento in cui la società ha riconosciuta l’esistenza della differenza tra età infantile e età adulta. Alll’infanzia veniva riconosciute caratteristiche proprie che vanno tenute in conto e rispettate nell’allestimento di situazioni educative.
Soltanto nel secolo ‘900 il periodo dell’infanzia inizia ad essere considerato come periodo importante nella vita dell’individuo grazie man mano che emergono nuove discipline (psicologia evolutiva, sociologia dell’educazione, antropologia…) che si affacciano e affermano sulla scena culturale, e la stessa pedagogia da ancella della filosofia, rivendica un proprio statuto scientifico e si declina in ambiti specifici
L’oggetto della pedagogia dell’infanzia
La pedagogia dell’infanzia non studia il bambino, ma i modi della relazione educativa della fascia 0-6.
Da un lato rintraccia il bambino nei luoghi e nelle istituzioni in cui la società lo colloca ma anche nei luoghi che il bambino si ritaglia o gli vengono concessi; dall’altro richiede di cogliere il bambino in una pluralità di condizioni. Non un bambino in generale ma tanti e diversi bambini in situazioni varie e difformi.
L’infanzia va colta nella sua ecologia, nei diversi contesti che i bambini attraversano e a cui partecipano.
Asilo nido e scuola materna, come sono stati sostituiti?
Nido d’infanzia e Scuola dell’infanzia
Quando nasce la cura per l’infanzia?
A fine ‘700 in Inghilterra, in quanto c’era bisogno di forza lavoro ed era necessario far entrare nel mondo del lavoro le donne.
L’assistenza per l’infanzia è nata quindi sulla base di motivazioni lavorative.
Si è trattato inizialmente di un intervento CUSTODIALISTICO. La Dame school erano luoghi in cui mamme lasciavano i propri figli a dame che non avevano nessun tipo di preparazione all’assistenza. I bambini venivano vigilati durante il periodo in cui la mamma lavorava. Non c’era alcuna distinzione per competenze o capacità dei bambini
In italia compaiono le “scolette” o “custodie”, sale fatiscenti dove erano ammassati bambini poveri dai 2 ai 10 anni, di ordine religioso con l’intento di alfabetizzare precocemente con un’ottica utilitaristica. Nell’800 infatti l’Italia è un paese ancora prevalentemente agricolo. Gli asili nascono principalmente per scopi caritatevoli.
Nei primi anni del’900 si regolamenta il lavoro minorile, limitandolo a 8-10 ore giornaliere.
Era una situazione disastrosa. Nonostante alcuni bimbi venivano salvati dalla strada, venivano chiusi in luoghi malsani, sporchi, dove non c’era un impegno di tipo educativo.
Parallelamente nascono le “sale di custodia” in cui venivano accolti i lattanti e i “brefotrofi” per i più grandi. Asili di ricovero per bambini del popolo e bambini abbandonati.(termine asilo nasce in questo periodo).
Sempre alla fine del ‘700 in Alsazia Oberlin fonda un primo ricovero per bambini che però ha anche interesse per il bambino e ai suoi bisogni (garantiva un arricchimento intellettuale e morale). Viene introdotto per la prima volta il gioco e giardinaggio come forma di crescita e sviluppo.
I primi veri cambiamenti si hanno intorno alla metà dell’800 con la comparsa dei primi pedagogisti. Ci sono i primi tentativi di creare strutture volte all’insegnamento più che alla custodia. L’attenzione è rivolta al bambino, alla sua educazione.
La scoperta dell’infanzia
Oggi si ritiene che la scoperta dell’infanzia sia dovuta allo storico e demografo Ariès;
Altri studiosi considerano la scoperta dell’infanzia un fatto del XVI secolo associata al rinascimento
Altri studiosi ancora considerano la scoperta dell’infanzia associata al trattato di Rousseau “Emilio”.
Jean-Jacques Rousseau (1712-1778)
Fu uno dei primi pensatori che difese il periodo dell’infanzia definendolo come periodo speciale. Nel suo più importante trattato, l’Emilio, sottolinea l’importanza del rispetto per la personalità del bambino e la considerazione del suo valore.
Il bambino deve essere rispettato nei suoi bisogni, interessi, possibilità di esprimersi liberamente e solo un educazione libera può garantirlo.
Pedologia
Nasce alla fine del XIX secolo negli USA e si è sviluppata nei primi decenni del XX secolo in Europa.
È un insieme di concetti psicologici, pedagogici, anatomofisiologici e biologici dello sviluppo del bambino. Questa nuova disciplina tiene conto non solo dello sviluppo mentale, ma anche dello sviluppo fisico del bambino.
È un termine nato da Oscar Christian proposto nel 1893)
Non è riuscita però a creare una base metodologica unificata, e per questo motivo ha perso la sua importanza come scienza indipendente.
L’infanzia come fenomeno socioculturale
L’infanzia, è stato dimostrato, è un fenomeno socioculturale (non puramente biologico). Ha una sua storia e un carattere storico specifico. Le fasi dell’infanzia sono un prodotto della storia, quindi il bambino e le leggi della sua formazione vanno studiati congiuntamente allo sviluppo della società umana e dalle leggi che determinano questo sviluppo.
Ogni società imposta una durata dell’infanzia e anche un tipo di infanzia diverso dalle altre.
È un fenomeno storico-culturale in quanto in ogni epoca e popolo diverso, ci sono diverse comprensioni dell’infanzia e viene dato diverso valore al bambino.
Ciò che influenza la natura e il contenuto dei singoli periodi dell’infanzia è:
- specificità socio-economiche ed etno-culturali della società in cui il bambino cresce
-della sua appartenenza in diverse classi sociali
-dal sistema di istruzione pubblica adottato.