Lezione 9 Flashcards

Rischio Biologico

1
Q

quanta % delle malattie infettive diagnosticate nei
Paesi industrializzati è causata da un’esposizione lavorativa ?

A

**circa il 10 % **
+++ Se si considera che la mortalitàdovuta a patologie infettive in generale è del 5-10% in Europa e Stati Uniti e che di queste il 10% èdovuta ad esposizione occupazionale, se ne comprende l’impatto sulla salute globale. Per quanto
riguarda le patologie emotrasmesse è stato stimato che circa il 37% delle epatiti B in ambito sanitario sia attribuibile al lavoro, così come il 4% delle positività per HIV e il 40% delle epatiti C.

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2
Q

step secondo il decreto 81/08 per la protezione dagli agenti biologici

A
  • definire natura,grado e durata dell’esposizione
  • valutare i rischi
  • informare e formare i lavoratori
  • sottoporli a sorveglianza sanitaria
  • eventualemente vaccinazione
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3
Q

definizione e classificazione in 4 gruppi di agente biologico

A

Qualsiasi microrganismo, anche geneticamente modificato, coltura cellulare o endoparassita capace di provocare infezione, allergia, intossicazione; le infezioni, sono in genere la manifestazione clinica più frequente in seguito a esposizione.
Gli agenti biologici sono suddivisi in **quattro gruppi **sulla base della loro infettività, patogenicità, trasmissibilità e neutralizzabilità
* Infettività: capacità di un microrganismo di sopravvivere alle difese dell’ospite e di moltiplicarsi in esso;
* Patogenicità: capacità di provocare malattia;
* Trasmissibilità: possibilità dell’agente biologico di essere trasmesso da un soggetto portatore/malato a uno non infetto;
* Neutralizzabilità: disponibilità di misure profilattiche e di terapie per prevenire la malattia.

4 gruppi :
* Gruppo 1: agenti biologici che hanno basse probabilità di provocare patologia nell’uomo.
* Gruppo 2: agenti che possono causare patologia nell’uomo ma, generalmente, non sono
altamente diffusibili e non generano effetti gravi sulla salute. A questo gruppo appartengono, tra gli altri, i virus responsabili di morbillo e rosolia, che non risultano particolarmente pericolosi se acquisiti in età pediatrica, mentre lo sono in età adulta.
* Gruppo 3: agenti che possono causare malattie gravi nell’uomo e costituire un serio rischio per i lavoratori. Di questo gruppo fanno parte l’HIV, HBV, HCV, la rabbia (non presente in Sardegna) e il Mycobacterium Tuberculosis che, invece, è presente nei nostri ospedali dove vengono ricoverati pazienti con tubercolosi polmonare attiva, e quindi contagiosa, e spesso multi farmaco- resistente.
* Gruppo 4: agenti che possono provocare malattie molto gravi. A questo appartengono l’Ebola e il virus Marburg che hanno un elevato tasso di letalità e contagiosità.

Questa classificazione si basa sugli effetti esercitati sul lavoratore sano, non si tiene conto dei
soggetti iper-suscettibili: un agente biologico di classe 2 come il morbillo di per sé non ha
un’elevata pericolosità, a meno che non venga infettato un adulto o un soggetto
immunocompromesso

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4
Q

L’esposizione al rischio biologico è classificata, dal decreto legislativo 81/08, in due tipologie:

A
  • Esposizione potenziale = l’agente può essere presente nel ciclo tecnologico ma non fa parte del ciclo stesso ( intervento chiururgico in pz con ept C )
  • Uso deliberato = l’agente biologico è parte integrante del ciclo tecnologico ( azienda che produce vaccini )
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5
Q

Elementi da considerare per valutare il rischo di infezione

A
  • sorgente di agenti biologici
  • emissione da parte delle sorgenti
  • trasmissione dell’agente biologico
  • porta di ingresso nell’sopite
  • suscettibilità dell’ospite
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6
Q

La stima del rischio biologico si valuta con i criteri seguenti:

A
  • Classificazione dell’agente biologico
  • Identificazione della sorgente, dell’emissione e della modalità di trasmissione
  • Sorveglianza delle infezioni
  • Sorveglianza dell’esposizione accidentale
  • Informazione e formazione dalla sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti.
  • Valutazione, negli ambienti di lavoro, di presidi, dispositivi di protezione individuale.
  • Organizzazione del sistema di prevenzione.
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