Lezione 18: Materiali polimerici Flashcards

1
Q

cosa sono i monomeri, le unità ripetitiva, il grado di
polimerizzazione n, la catena principale e i residui laterali in un polimero.

A

I monomeri sono le unità costituenti dei polimeri: si configurano come unità chimiche capace di reagire mediante processi di polimerizzazione, e quindi di formare lunghe catene macromolecolari.
Ogni monomero è formato da un parte alchilica cui è normalmente legato un sostituente laterale con specifiche caratteristiche chimiche, in particolare con specifica reattività.
Il grado di polimerizzazione n di un polimero indica quanti monomeri si sono concatenati.

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2
Q

Esempi di polimeri ottenuti da polimerizzazione a catena di α-olefine.

A

Con α-olefine si intendono i polimeri formati da 1-alcheni: i monomeri costituenti contengono quindi almeno un legame pigreco.
Alcuni esempi di polimeri ottenuti tramite polimerizzazione a catena di α-olefine sono: Polietilene PE, polipropilene PP, Polivinilcloruro PVC Polistirene PS.

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3
Q

Cosa si intende con “concatenamento regolare” di un polimero?

A

Nel caso di polimerizzazioni a catena di tipo radicalico, il processo di polimerizzazione dei singoli monomeri può avvenire in 3 modi:
-concatenamento testa-testa
-concatenamento testa-coda
-concatenamento coda-coda

Se il polimero che si forma dalla polimerizzazione radicalica presenta lo stesso tipo di concatenamento su tutta la catena, oppure i diversi concatenamenti si ripetono in modo regolare, allora si dice che il polimero risultante presenta regolarità di concatenamento.
Se invece i diversi concatenamenti sono casuali nella formazione della catena, si dice che il polimero presenta irregolarità di concatenamento.

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4
Q

Cos’è la tassia di un polimero?
Quali sono le 3 diverse forme di tassia possibili?

A

Oltre alla regolarità di concatenamento nella formazione della catena, si usa anche la stereoregolarità dei sostituenti laterali della catena per classificare i polimeri.

Se nel polimero è presente regolarità di concatenamento ma i sostituenti laterali sono disposti in modo casuale rispetto al piano della catena, si parla di polimero atattico.

Se nel polimero è presente regolarità di concatenamento e anche stereoregolarità dei sosituenti laterali rispetto alla catena principale, questo si definisce isotattico se i sostituenti puntano tutti dalla stessa parte del piano contenente la catena, mentre si definisce sindiotattico che i sostituenti sono regolari a 2 a 2 rispetto al piano contenente la catena principale.
E’ possibile utilizzare catalizzatori Ziegler-Natta per polimerizzare molecole con concatenamento regolare e alta sereoregolarità, ,e quali cristallizzano più facilmente allo stato solido rispetto ai polimeri atattici, presentando buone proprietà meccaniche.

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5
Q

Polimerizzazione a stadi.

A

Con polimerizzazione a stadi si intende un processo di polimerizzazione di 2 o più monomeri che decorre con l’inevitabile formazione di molecole piccole (H2O, HCl, …) che vengono liberate nell’ambiente: a differenza della polimerizzazione a catena, non tutti gli atomi del monomero finiscono per costituire la catena polimerica.
Questo tipo di polimerizzazione coinvolge normalmente monomeri con gruppi funzionali particolarmente reattivi tra loro, ad esempio:
-acidi carbossilici (o cloruri acilici) con ammine
-acidi carbossilici con alcoli.

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6
Q

Come sono suddivisi i polimeri in base all’uso?

A

In base all’uso, i materiali polimerici vengono classificati in:
-materiali polimerici plastici, che possono essere modellati medianti azioni esterne di compressione e/o stiramento, in quanto mantengono la forma finale quando le forze esterne vengono eliminate
-polimeri fibrosi
-elastomeri

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7
Q

Qual è la differenza tra un polimero termoplastico e un polimero termoindurente?

A

Un polimero termoplastico a livello macroscopico diventa più facilmente lavorabile ad alte temperature, poichè a livello microscopico le lunghe catene polimeriche di cui è costituito non sono legate chimicamente tra loro.

Un polimero termoindurente a livello macroscopico si configura come sempre meno facilmente lavorabile all’aumentare della temperatura: in realtà se mantenuti ad una temperatura sufficiente alta, questi materiali diventano rigidi in modo irreversibile, sino a poi degradarsi per temperature superiori.
Questo tipo di comportamento si spiega analizzando il comportamento microscopico del materiale all’aumentare della temperatura: ad alte temperature, aumentano molto i cross-links delle catene polimeriche, con conseguente aumento della reticolazione della struttura, la quale diventa inevitabilmente rigida.

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8
Q

Quali sono le caratteristiche di un polimero fibroso?

A

Le fibre sono dei materiali lunghi, sottili e filiformi. Esempi tipici sono rappresentati dalle fibre naturali come cotone, lana,
seta, ecc.
Caratteristica peculiare delle fibre è la notevole resistenza all’estensione e allo stiramento nella direzione della fibra stessa.
A livello molecolare, le fibre sono costituite da catene polimeriche lunghe e lineari, che giacciono allineate in direzione della fibra stessa.
Pertanto:
- la resistenza di una fibra allo stiramento è data dalla forza dei
legami covalenti della catena del polimero;
- la stabilità della struttura dipende dalle forze di attrazione intermolecolari (legami ad idrogeno, forze dipolo-dipolo, forze di Van der Waals) che impediscono alle catene estese di ripiegarsi.

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9
Q

Cosa sono gli elastomeri? Quali proprietà meccaniche hanno?

A

Gli elastomeri sono materiali polimerici caratterizzati da elevata elasticità: se deformati, questi materiali riassumono immediatamente la loro forma originaria una volta terminato lo sforzo di deformazione: infatti, le catene di cui è composto, finito lo stiramento, non restano estese, ma si ripiegano nella loro conformazione casuale originale.
Tale comportamento è dovuto alla mancanza nelle molecole di gruppi fortemente polari o adatti a formare legami ad idrogeno.
Rimossa la sollecitazione si ha il recupero sia al livello macroscopico che microscopico dello stato iniziale.

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10
Q

Qual è la differenza tra stato vetroso e stato gommoso?

A

Nello studio dei polimeri e delle loro potenzialità applicative gioca un ruolo fondamentale la temperatura di transizione vetrosa Tg . Essa è la temperatura al di sotto della quale il polimero si presenta fragile mentre al di sopra assume nuovamente la consistenza plastica.

La transizione vetrosa è una proprietà tipica della porzione amorfa di un solido semi-cristallino. A basse temperature le regioni in cui il polimero è amorfo si trovano allo stato vetroso e le molecole hanno scarsa mobilità. Infatti l’unico moto consentito è un debole moto vibrazionale. Pertanto il polimero si mostra duro, rigido e fragile. Se il polimero è riscaldato, quando raggiunge la temperatura di transizione vetrosa, le molecole possono iniziare a muoversi e così il polimero si trova in uno stato gommoso e mostra morbidezza e flessibilità.

Un tipico e comprensibile esempio ci è fornito dal chewing gum che a temperatura corporea è morbido è flessibile mentre a basse temperature diventa duro e rigido.

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11
Q

Cosa sono le poliammidi?

A

Le poliammidi sono polimeri la cui catena principale accresce con la formazione di un legame ammidico.
Un esempio di poliammide è il nylon 6-6, composto da 1,6-diamminoesano e acido 1,6-esandioico legati tramite legame amminico.

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12
Q

Cosa sono i poliesteri?

A

I poliesteri sono polimeri la cui catena principale si forma per formazione di un legame estereo.
Un esempio di poliestere è il polietilene tereftalato, formato da 1,2-etandiolo (o glicole etilenico) e acido tereftalico.

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