'le ceneri di Gramsci', Pasolini Flashcards
Pasolini:
Scrittore, poeta, autore e regista cinematografico e teatrale italiano (Bologna 1922 - Ostia, Roma, 1975). Dopo aver seguito nell’infanzia gli spostamenti del padre, ufficiale di carriera, compì gli studî a Bologna, dove si laureò nel con una tesi su Pascoli.
Nel 1943 si trasferì nel paese materno di Casarsa della Delizia, in Friuli, con la madre e il fratello minore Guido, morto poi nella lotta di resistenza (il padre, fatto prigioniero in Africa, sarebbe tornato alla fine del 1945), e vi rimase fino al gennaio 1950, quando, per sfuggire allo scandalo provocato dalla pubblica denuncia della sua omosessualità, si stabilì con la madre a Roma.
Da questo momento la sua vicenda biografica coincide appieno con la tumultuosa attività dello scrittore, del regista e dell’intellettuale impegnato a testimoniare e a difendere, spesso anche in sede giudiziaria, la propria radicale diversità, fino alla morte per assassinio, avvenuta la notte tra il 1° e il 2 nov. 1975 all’idroscalo di Ostia.
opere maggiori:
Fin dagli esordî in friulano, che comprendono Poesie a Casarsa (1942) e La meglio gioventù (1954; poi ripreso con intenti diversi e notevole incremento di testi: La nuova gioventù, 1975), ben oltre la nozione ermetica di poesia pura, il giovane P. puntava alla scoperta di una lingua intatta, che fosse quasi un equivalente letterario del suo religioso desiderio di purezza (fonderà così nel 1945 l’Academiuta di lenga furlana) = interesse per la poesia dialettale.
Gli anni Cinquanta furono gli anni della sua completa affermazione letteraria.
La sua prima notevole raccolta di poesie in lingua = Le ceneri di Gramsci (1957) fu duramente criticato da intellettuali vicini al partito comunista, ad eccezione di Italo Calvino.
Nel 1959 Pasolini conclude Una vita violenta, un romanzo ancora una volta incentrato sui ragazzi delle borgate, con risvolti politici - il protagonista della storia si considera inizialmente fascista, in seguito si avvicina ai democristiani e infine al PCI -.
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Negli anni ‘60 Pasolini passa al cinema: il suo esordio alla regia è il film Accattone (1961), trasposizione dei temi letterari di Ragazzi di vita e Una vita violenta. Altri film di questi anni da ricordare, di cui firma sempre la sceneggiatura, sono Mamma Roma (1962), Il vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1965), Edipo re (1967), Teorema (1968) e Medea (1969).
Nei primi anni ‘70 Pasolini si dedica al progetto cinematografico, chiamato “trittico della vita”, che comprende tre film: Il Decameron (1971), tratto dalle novelle di Boccaccio, I racconti di Canterbury (1972), tratti dall’opera di Chaucer, e infine Il fiore delle Mille e una notte (1974).
A partire dal 1973 Pasolini incomincia a collaborare con il “Corriere della Sera”, con articoli di argomento politico e di costume, che verranno poi raccolti nel 1975 in Scritti corsari e nel postumo Lettere luterane (1976).
Nel 1975 realizza quello che sarà il suo ultimo e più discusso film, Salò o le 120 giornate di Sodoma. Ispirato dall’opera del marchese de Sade, Pasolini ambienta le vicende del film nella Repubblica di Salò, dove quattro alti membri del partito rapiscono un gruppo di ragazzi e ragazze per soddisfare le loro perversioni sessuali.
Nel novembre dello stesso anno (in un delitto che ancora ha molti lati oscuri…) Pier Paolo Pasolini viene ucciso all’Idroscalo di Ostia, vicino a Roma. Lo scrittore e regista venne percosso e travolto dalla sua stessa auto da Pino Pelosi, “ragazzo di vita”, che Pasolini aveva caricato in macchina.
Nel 1992 esce postumo Petrolio, romanzo ideato nel 1972 e a cui Pasolini stava ancora lavorando nel ‘75.
poetica:
Anche dato dalle sue origini friulane, Pasolini segue un modello di civiltà contadina friulana, ingenuo ed essenziale che farà da perno al suo percorso artistico e intellettuale. Un mondo semplice e vitale che Pasolini ritroverà nelle borgate romane degli anni Cinquanta.
Lo scrittore lo mette in contrapposizione al nuovo sistema di valori del consumismo, dell’omologazione, che dai primi anni Sessanta si sta affermando in Italia senza incontrare ostacoli, nella politica come nella cultura. Con le sue poesie, il suo cinema, gli articoli e gli interventi pubblici Pier Paolo Pasolini conduce una battaglia disperata, che sa che non può vincere. Ma che combatte fino alla fine, fulminea e tragica.
‘le ceneri di Gramsci’:
Le ‘ceneri di Gramsci’ è una raccolta di poesie di Pier Paolo Pasolini pubblicata da Garzanti nel 1957.
Il volume, che riporta il sottotitolo “Poemetti”, raccoglie undici poesie già pubblicate su riviste o in plaquette tra il 1951 e il 1956.
Il titolo è preso da una poesia immaginata davanti alla tomba di Gramsci nel Cimitero acattolico di Roma.
La lingua poetica di questa raccolta tende alla prosa e al saggismo, pur non mancando di accentuato, seppure impuro, lirismo; il tono è ispirato, e i componimenti intendono porsi come nuova forma di poesia civile.
Caratteristici sono i versi pregni di risentimento, nei confronti di unItalia che ormai sembra aver voltato le spalle alle proprie origini contadine, perdendo la propria umanità.
I metri adottati sono prenovecenteschi: nella maggior parte Pasolini utilizza la terzina dantesca, ma grazie alla lezione pascoliana l’endecasillabo è reso irriconoscibile grazie alle pause sintattiche, all’ipermetria, all’ipometria e all’enjambement; nella poesia Recit il poeta adotta addirittura il verso martelliano di tradizione settecentesca.
l’appennino:
- terzine endecasillabe
- viaggio lungo la penisola italiana (da Lucca a Napoli)
- allegoria dell’Italia = busto di Ilaria del Carretto nel duomo di Lucca, le cui palpebre chiuse nascondono le oscenità che accadono in Italia ( = chiude gli occhi > omertà davanti alle ingiustizie)
- Ilaria rappresenta un’Italia ormai passata, dato che nessun altro scultore moderno riuscirà mai a ricreare tale perfezione
il canto popolare:
- 10 strofe da 9 versi (quasi sempre endecasillabi) > da una prima storfa perfetta in sillabazione e rime, aumenta progressivamente il disordine. L’apice è l’8 strofa, per poi riassettarsi con le ultime 2.
- lode al popolo, l’unico a partecipare alla storia.
- critica alla modernità e alla società borghese (di cui Pasolini, suo maldgrado, fa parte), mentre Pasolini loda la pureza popolare
- ultima strofa > viene esplicitato il dubbio di Pasolini: l’inizio di una nuova era è ancora realizzabile?
picasso:
- terzine a rima incatenata
- ambientata nella ‘Galleria Nazionale di arte moderna’, Roma. > mostra su Picasso
- critica al PCI, che vedeva in Picasso il massimo rappresentante dell’ideologia marxista > Picasso ha, una volta ottenuta la notorietà, ritratto il popolo come deperito e ridicolizzato.
- Pasolini si mostra anche combattuto fra la necessaria sovversione delle cose e la bellezza insita nella condizione di immobilità attuale. Altra critica > troppa importanza data all’espressione e troppo poca importanza civile o storica.
- rassegna di quadi di Picasso (ex. ‘il fumatore’, i ritratti dei figli, etc.); viene elogiata un’opera però, ‘La Guerra’.
comizio:
- passeggiata a Roma nel dopoguerra
- Il poeta si trova per caso ad assistere ad un comizio del Movimento Sociale Italiano dove la “falange, folta” di neofascisti è caratterizzata da “triste oscurità” mentre il popolo, che è sano, rivela una “oscura allegria”.
- distinzione fra: razzismo popolare (irrefrenabile ma non guidato dalla volontà del male > è inconscio) e razzismo fascista (consapevole)
- crisi d’identità di Pasolini, che non si riconosce appartenente alla stessa specie dei fascisti
- Pasolini si risolleva il morale pensando al fratello, morto condividendo i suoi stessi ideali.
l’umile Italia:
- il titolo è un riferimento a Dante (Inf. 1), a sua volta ispirato da Virgilio (Eneide libro 3°)
- immagine del canto della rondine (il segno della rinascita proletaria) che non arriva alla campagna romana
- il sottoproletariato non può provare malinconia poichè non ha una coscienza storica, non avendo studiato.
- le rondini stridono invece nelle altre città
- Nord = privo di vincoli rispetto al Sud, come il passato lo è rispetto al presente.
- il volo delle rondini corrisponde alla durata del poemetto (l’ultimo verso saluta le rondini, che si allontanano)
quadri friulani:
- è il 1° poemetto in 1° persona della raccolta
- è legato strettamente alla vita del poeta
- attraverso le opere artistiche dell’amico Giuseppe Zigaina (a cui è dedicato), risorge il passato di Pasolini (nostalgia per il suo passato friulano, dovendo ora accettare il suo destino ‘nazionale’)
- Pasolini ricorda la giovinezza col suo amico (entrambi erano nel PCI da giovani), di cui ora osserva le opere esposte
- ultimi 8 versi = quasi un congedo dall’amico, poichè Pasolini sembra non avere speranza nel futuro.
le ceneri di Gramsci:
- terzine incatenate
- visita alla tomba di Gramsci al Cimitero degli Inglesi, il quale rifiutava ogni idea di vita ultraterrena
- come Foscolo che immagina di parlare col fratello Giovanni, Pasolini esibisce la sua debolezza e incapacità di omologarsi a una ideologia precisa. Pasolini infrange ed esalta il materialismo storico marxista e la spiritualità cristiana > è dissacrante verso ogni fideismo, laico o religioso che sia.
- Pasolini afferma che l’idea che la morte sia una livellatrice sociale sia un inganno, dati i grandi moniti lasciati da nobili e borghesi > il privilegio sociale sopravvive anche alla morte.
- amore contraddittorio per il mondo, che lo porta ad accettare la sua condizione borghese, che un tempo odiava e fuggiva ( > una vita bella, ma ingiusta)
- Pasolini si mostra ideologicamente vicino a Gramsci, ma al contrario di lui si sente incapace di un’azione determinante, anche a paragone col fratello Guido, morto in battaglia.
- per Pasolini la lotta di Gramsci ha tratti cattolici (ex. ripropone modelli biblici nei suoi scritti)
- il poemetto si conclude con Pasolini che, avendo congedato la tomba di Gramsci, si ritrova a camminare fuori dal cimiteri per i vicoli di testaccio.
- i giovani del sottoproletariato che trova rendono l’aria di maggio, col loro ardore giovanile, dolce e sveglia, mentre altrimenti agiterebbe solo rifiuti e miseria.
recit:
- 128 distici alessandrini
- ‘recit’ = riferimento al ‘Récit de Tehéraméne’, contenuto nell’atto 5° della ‘Phédre’ di Racine
- l’ispirazione viene dalla denuncia per oscenità del romanzo ‘Ragazzi di Vita’, da cui verrà poi assolto.
- Pasolini descrive il momento in cui l’amico Attilio Bertolucci lo informa della notiza > parallelismo fra il messaggero Tehéraméne che riporta la descrizione della morte di Hipplyte e Attilio che lo informa della denuncia.
- Pasolini intreccia così il suo sentire con la vita umiliata del proletariato.
- tornato a casa, Pasolini si sente pervaso dai suoi mostri interiori, da cui verrà però risollevato dalla visione della finestra del proletariato > gli inquisitori vengono eventualmente bruciati nel rogo della verità della poesia.
il pianto della scavatrice:
- terzine libere
- Pasolini rivendica nella prima strofa l’importanza del presente e non del passato; ciò è dovuto alla visione dei luoghi della Roma che un tempo amava e che hanno animato il suo slancio poetico, ma che ora non riesce più a riconoscere.
- l’ambientazione è una passeggiata nella periferia di Roma, in cui vi è il contrasto fra il paesaggio squallido e desolato e il sollievo provocato dalla visione dei giovani proletari.
- si apre l’immagine di un grido proveniente da una scavatrice, che ripete i suoi gesti da decenni nei cantieri, accompagnata da un esercito di manovali che sembrano festeggiare quel rito di trasformazione e scempio che fa diventare la campagna e i suoi prati anonimi. > contrasto = gli operai operano la macchina = modernità ; gli operai abitano in quartieri diversi da quelli dei borghesi.
una polemica in versi:
- 1° evento: Pasolini pubblica nel 1956 un suo articolo ‘La Posizione’, in cui criticava il comportamento dei comunisti
- 2° evento: mesi dopo la redazione de ‘Il Contemporaneo’ risponde a Pasolini
- 3° evento: Pasolini risponde con questo poemetto chiarendo la sua posizone.
- si sfoga perchè la sua accusa è stata malinterpretata; egli non critica gli ideali dei comunisti, ma la poca spinta d’azione e di essersi assuefatti alle istituzioni.
- fa da sfondo una festa de l’Unità (e la presenza di un vecchio che, pur condividendo gli ideali, si sente svilito dalla nostalgia dei tempi passati d’azione)
la terra di lavoro:
- Pasolini è in treno verso il Sud, su un treno vecchio e la gente a bordo è del sottoproletariato
- terra del lavoro = regione storica comprendente il Lazio, le Marche e la Campania.
- il treno è anche simbolo di esistenze passate fra dolori e sofferenze così radicate da essere ormai integrate nella società
- il treno è semi vuoto e gelido > l’immagine desolata rispetto al paradiso terrestre fuori dal finestrino (la bellezza dell’estetica del Sud)
- rassegna di individui sul treno appartenenti al prolet. (una madre col bambino, un operaio…)
- rassegna dei nemici del prolet. (coloro che di altre fazioni combattono per far sì che altri abbiano le loro libertà, chi fa sì che la sete dei contadini non venga colmata, i comunisti che professano il comunismo ormai come una fede…)