Epoca Tokugawa Flashcards
Cosa accadde dopo la battaglia di Sekigahara? Parla del sistema bakuhan
Dopo la battaglia di Sekigahara, Tokugawa Ieyasu fondò un nuovo bakufu, che dirigeva in qualità di daimyō più potente in Giappone ⇒ la sua famiglia controllava in modo diretto un ampio territorio, che comprendeva la regione del Kantō, buona parte della ricca zona pianeggiante nel centro di Honshū, inclusa l’area della capitale imperiale Kyoto, e il porto di Nagasaki, in Kyūshū, da cui si conduceva la maggioranza degli scambi con i portoghesi ⇒ il cuore dei possedimenti dei Tokugawa era la città di Edo, il loro quartier generale ⇒ nel sedicesimo secolo era stata poco più di un villaggio di pescatori, ma progressivamente si sviluppò in una vera e propria metropoli, vale a dire la futura Tokyo.
Gli altri daimyō usciti vittoriosi da Sekigahara, o rimasti neutrali nello scontro, circa 250 in totale, giurarono fedeltà ai Tokugawa, divenendo loro vassalli ⇒ il giuramento garantiva loro la possibilità di mantenere un parziale controllo sui propri territori, i domini chiamati han, che erano però di estensione decisamente inferiore a quelli dei Tokugawa ⇒ al loro interno, potevano raccogliere tasse e gestire l’amministrazione, ma dovevano rimettersi al nuovo bakufu per dirimere eventuali scontri, per decisioni che riguardavano la successione al potere e gli armamenti, e per tutte le questioni di politica estera e nazionale ⇒ si venne così a creare un equilibrio fra governo militare e daimyō, noto come sistema bakuhan
È vero che Tokugawa Ieyasu ottenne la nomina ereditaria a shōgun?
Nel 1603, Ieyasu ottenne dall’imperatore la nomina ereditaria a shōgun, a conferma della posizione di potere ottenuta dalla sua famiglia
Cosa accadde con Hideyori, l’erede di Toyotomi Hideyoshi?
Nel 1614, l’erede di Toyotomi Hideyoshi, Hideyori, che era stato relegato all’interno del castello di Osaka, tentò di riconquistare il potere, ma venne sconfitto e ucciso insieme ai propri sostenitori ⇒ i Tokugawa stabilizzarono così definitivamente la propria posizione
Quali strategie attuarono i Tokugawa per il controllo del potere?
I Tokugawa usarono alcune accorte strategie per il controllo del potere ⇒ in particolare :
•una strategia mirata al controllo dei daimyō,
•una strategia mirata al mantenimento dell’ordine sociale
•una strategia pensata per facilitare il controllo del territorio
La prima strategia era la prassi nota come sankin kōtai, o “residenza alternata” ⇒ si trattava di un complesso sistema di ostaggi, che divenne operativo a partire dal 1635 ⇒ ai daimyō era imposto di costruire un’abitazione a Edo, le sfarzose residenze chiamate yashiki ⇒ alcuni membri della loro famiglia ( in particolare le loro mogli e figli in età non ancora adulta ) erano tenuti a risiedere in queste residenze in forma permanente ⇒ gli stessi daimyō dovevano poi abitarvi periodicamente, spostandosi fra i propri territori ed Edo, accompagnati dai propri seguiti ⇒ questo non solo permetteva ai Tokugawa di controllarli più direttamente, e di comunicare più facilmente messaggi e ordini, ma faceva sì che i daimyō spendessero buona parte dei propri introiti nei viaggi e nel mantenimento delle yashiki ⇒ in questo modo, non rimanevano loro sufficienti fondi per meditare ribellioni
La seconda strategia era il sistema sociale noto come mibun ⇒ il sistema si basava su una rigida distinzione di classi :
•in cima alla gerarchia c’erano i samurai, che erano responsabili sia del mantenimento della pace che della pubblica amministrazione ed erano gli unici a poter portare armi
•c’erano poi gli agricoltori e i chōnin, ovvero gli abitanti delle città ( commercianti, artigiani e fornitori di vari servizi )
•vi erano infine alcune classi speciali come i monaci, le monache e i membri della corte imperiale
•i gruppi che si chiamavano eta e hinin, che potremmo definire come dei “fuori casta” ( comprendevano per esempio i mendicanti e coloro che svolgevano, in forma ereditaria, professioni di “mala reputazione” perché legate a tabù scintoisti, per esempio, i conciatori di pelle o i becchini )
Non vi era, almeno in teoria, mobilità sociale fra queste classi
In ultimo, anche la mobilità geografica era molto limitata ⇒ i Tokugawa stabilirono che all’interno del Giappone si potesse viaggiare solo per ragioni essenziali ⇒ venne istituito un sistema di permessi di viaggio, o tegata ⇒ chiunque incorresse in un posto di blocco, le temute barriere stradali note come sekisho, doveva esibirne uno, per non incorrere in gravi conseguenze ⇒ queste norme sociali e di mobilità non vennero sempre rispettate alla lettera e vennero rilassate nel corso dei decenni ⇒ tuttavia, soprattutto nel diciassettesimo secolo, furono sufficienti a mantenere una buona stabilità politica ⇒ esse garantirono ai Tokugawa un governo duraturo, che si estese per più di 250 anni
Descrivi l’approccio dei Tokugawa alla politica estera
Uno degli ambiti controllati dal bakufu nel Giappone Tokugawa era la politica estera
Inizialmente, i Tokugawa mantennero un atteggiamento di apertura verso il mondo esterno ⇒ interessati ai profitti che potevano derivare dal commercio, ristabilirono relazioni pacifiche con la Corea e mantennero buoni rapporti con gli europei ( i portoghesi, gli spagnoli che commerciavano con l’arcipelago giapponese dalle Filippine, e i membri delle Compagnie Olandese e Inglese delle Indie Orientali, che stabilirono basi in Giappone rispettivamente nel 1609 e nel 1613 )
Dopo la battaglia di Osaka del 1614, però, si aprì una fase di maggiore prudenza ⇒ i Tokugawa temevano che i daimyō o altri centri di potere locale potessero arricchirsi alle loro spalle grazie a scambi col mondo esterno ⇒ dal 1616
al 1640 vennero dunque emanati una serie di editti legati alla politica estera :
•si decise di proibire qualsiasi commercio o rapporto diplomatico al di fuori di quelli effettuati in alcune località selezionate
•si proibì inoltre ai giapponesi di viaggiare al di fuori dell’arcipelago
•si decise l’espulsione degli stranieri dal Giappone ( a quest’ultima norma erano però previste delle eccezioni ⇒ il porto di Nagasaki era sotto il diretto controllo dei Tokugawa e si permise a due comunità straniere di risiedervi : la prima era una comunità cinese, non riconosciuta ufficialmente dalla Cina, ancora chiusa nel suo isolazionismo, mentre la seconda era una comunità legata alla Compagnia Olandese delle Indie Orientali, a cui venne permesso di mantenere una base nell’isoletta artificiale di Dejima ⇒ i dipendenti della Compagnia non potevano lasciare l’isola, se non in occasione di ambascerie ufficiali al castello di Edo, scortate da uomini dello shōgun )
Per quanto riguarda gli altri europei, gli inglesi avevano lasciato autonomamente l’arcipelago per problemi economici, e in seguito non fu permesso loro di riallacciare i rapporti ⇒ spagnoli e portoghesi, invece, vennero allontanati dal bakufu, per via della loro associazione con i missionari gesuiti, francescani e domenicani ⇒ Toyotomi Hideyoshi aveva infatti avviato, nell’ultima fase della sua vita, una campagna di persecuzione contro i missionari e i cristiani convertiti presenti in Giappone ⇒ Ieyasu era stato inizialmente più tollerante, ma in seguito le persecuzioni erano riprese, con ancor maggiore violenza ⇒ i missionari erano visti come portatori di disordini e considerati con sospetto, anche perché il cristianesimo aveva preso particolarmente piede in Kyūshū, una delle aree che sia Hideyoshi che Ieyasu erano riusciti a controllare con più fatica ⇒ l’espulsione definitiva dei portoghesi avvenne nel 1639, proprio dopo una rivolta in Kyūshū, nell’area di Shimabara ⇒ gli organizzatori della rivolta erano infatti sospettati di avere simpatie cattoliche
I Tokugawa mantennero rapporti con alcune realtà esterne al Giappone? Se sì, quali?
I Tokugawa mantennero rapporti anche con altre realtà esterne al Giappone, quali la Corea, l’arcipelago delle Ryūkyū e l’isola nota come Ezo ( nel caso di questi partner commerciali, però, delegarono la gestione dei rapporti ad alcuni daimyō vassalli ) :
•i rapporti diplomatici e commerciali con la Corea vennero gestiti dai daimyō Sō, fidati alleati, attraverso il porto di Tsushima
•le Ryūkyū erano all’epoca un regno indipendente ⇒ erano ben inserite nell’orbita tributaria cinese, e per il Giappone erano dunque un importante punto di accesso ai prodotti cinesi ⇒ nel 1609, i daimyō di Satsuma, gli Shimazu, intervennero militarmente nel regno ⇒ il sovrano delle Ryūkyū, Shō Nei, dovette firmare una resa che garantiva dei privilegi commerciali al Giappone ⇒ non avvenne però un’annessione territoriale ⇒ era infatti nell’interesse del Giappone che le Ryūkyū mantenessero i propri rapporti con la Cina ⇒ era inoltre fonte di prestigio avere nella propria orbita diplomatica un regno straniero, in quello che di fatto somigliava a un rapporto tributario ⇒ per il loro contributo militare, il bakufu concesse agli Shimazu il prestigioso incarico di continuare a gestire i rapporti con le Ryūkyū
•a Ezo vivevano le popolazioni locali chiamate Ainu, organizzate in comunità di villaggi ⇒ da loro, il Giappone comprava risorse minerarie, prodotti agricoli e marittimi e pelli ⇒ la gestione dei rapporti venne delegata dal bakufu ai Matsumae, una famiglia di daimyō che alla fine del sedicesimo secolo si era stabilita nella punta meridionale di Ezo ⇒ i Matsumae approfittarono della propria superiorità militare per sconfinare nel territorio degli Ainu e stabilirvi delle basi, da cui sfruttare direttamente le loro risorse agricole e minerarie ⇒ spesso, impiegavano gli Ainu stessi come manodopera a basso costo ⇒ anche in questo caso, però, non si procedette formalmente a un’annessione territoriale fino alla prima metà del diciannovesimo secolo
Come venne definita la politica estera dei Tokugawa?
La politica estera dei Tokugawa viene spesso riassunta con il termine “sakoku” (鎖国), ovvero paese chiuso ( è la traduzione in Giapponese di un termine coniato da Engelbert Kaempfer, un medico tedesco che visse a Dejima fra il 1690 e il 1692, al servizio della Compagnia Olandese delle Indie Orientali ) ⇒ in realtà, si potrebbe forse parlare più correttamente di “apertura selettiva” ⇒ essa era l’applicazione di quello che in Asia Orientale era noto come “bando marittimo” ( 海禁, kaikin in giapponese )
Questo parziale isolamento ebbe importanti conseguenze sull’evoluzione culturale del paese
Come si impegnarono i Tokugawa per definire l’identità geografica e politica del Giappone come stato?
Col cosiddetto sakoku, l’arcipelago giapponese si chiuse parzialmente in se stesso ⇒ allo stesso tempo, i Tokugawa si impegnarono per definire l’identità geografica e politica del Giappone come stato ⇒ promossero indagini territoriali e la creazione di mappe, pensati come strumenti per il controllo del territorio, e come riflesso della loro autorità sul paese ⇒ queste mappe vennero anche riadattate e divulgate commercialmente ⇒ in epoca Tokugawa, infatti, vi fu un boom nell’editoria commerciale ( nacquero oltre 6000 editori e aprirono più di 200 librerie, divise fra Kyoto, Osaka ed Edo ⇒ erano innumerevoli anche le librerie e biblioteche ambulanti chiamate kashihon’ya )
Quale fattore contribuì al boom dell’editoria commerciale?
Un fattore che contribuì al boom dell’editoria commerciale fu lo sviluppo e diffusione della stampa ⇒ la stampa su matrice era stata inventata nella Cina di periodo Tang ed era stata esportata anche in Giappone, ma usata principalmente nei monasteri buddhisti per la stampa di testi religiosi ⇒ agli inizi del diciassettesimo secolo, le case editrici in Giappone iniziarono a usarla a fini commerciali ⇒ furono favorite dalla reperibilità di carta e pigmenti a basso prezzo, e, soprattutto, dal fatto che sempre più persone avevano le risorse per comprare o noleggiare libri
Cosa portarono la stabilità politica e le innovazioni tecnologiche nelle campagne?
Nelle campagne, la stabilità politica, unita a un numero di innovazioni tecnologiche, favorì lo sviluppo di una classe di contadini benestanti, che spesso investivano anche in attività proto-manufatturiere e commerciali
Cosa avvenne nei centri urbani in epoca Tokugawa? Come fu impattata dal sankin kōtai la città di Edo?
Anche i centri urbani erano in crescita, soprattutto Edo, che anche grazie al sankin kōtai alla fine del diciassettesimo secolo aveva ormai circa un milione di abitanti
Parla dei mutamento delle condizioni dei chōnin in epoca Tokugawa
Alcuni chōnin, soprattutto coloro che si dedicavano ad attività finanziarie, arrivarono ad arricchirsi ⇒ pur trovandosi, teoricamente, all’ultimo gradino della scala sociale, queste classi cominciarono ad avere notevole influenza, sia economica che culturale
Parla delle scuole in epoca Tokugawa
Oltre ad avere le risorse materiali per comprare libri, le classi popolari avevano anche le risorse intellettuali per leggerli ⇒ nel corso del periodo Tokugawa, infatti, il tasso di alfabetizzazione raggiunse livelli considerevoli per una società premoderna ⇒ proliferarono le scuole :
•scuole superiori di matrice confuciana per samurai
•terakoya = scuole sorte attorno ai templi buddhisti, aperte anche a contadini, artigiani e mercanti
Queste ultime offrivano un percorso didattico che andava dall’alfabetizzazione di base all’apprendimento di nozioni altamente tecniche e specializzate
Parla dell’impatto delle classi popolari sulla cultura e della differenziazione della produzione editoriale
Le classi popolari divennero più che in passato produttrici attive di cultura ⇒ nacque così una ricca cultura di stampo borghese ⇒ la produzione editoriale si differenziò, con la nascita di generi che si caratterizzavano per l’accostamento di tematiche ricorrenti ( tragiche, umoristiche, avventurose, sentimentali ) a precise caratteristiche fisiche, pensate per essere identificate immediatamente dal lettore
Quali nuove forme teatrali popolari nacquero in epoca Tokugawa?
Nacquero nuove forme teatrali popolari :
•il Kabuki = un teatro attoriale che diede vita a vere e proprie celebrità del mondo dello spettacolo
•il Ningyō Jōruri = il teatro delle marionette, che negli anni si fece sempre più tecnologicamente avanzato e spettacolare