Cultura Flashcards
Quali sono i tipi di sviluppo usati per analizzare la cultura giapponese?
diatopico = nelle sue varianti su base geografica, considerando anche gli apporti culturali provenienti dall’esterno dell’arcipelago
diacronico = nel suo sviluppo storico, partendo dall’ antichità e giungendo fino agli albori della modernità
Cosa si intende per “cultura giapponese” ?
•cultura ⇒ nel trattare di cultura si parla di istituzioni, società, religioni e di produzione artistica e letteraria ⇒ quando si discorre di cultura si parla sempre di un canone culturale, ovvero di un modello che è l’esito di un processo di selezione ( infatti è impossibile studiare la cultura nella sua interezza in quanto alcuni elementi sono stati “scartati” ) ⇒ alcuni elementi della cultura giapponese sono stati tramandati fino a oggi, altri si sono trasformati persino in icone, altri ancora non sono giunti fino a noi; questo è non solo l’esito di circostanze storiche, ma anche dell’intervento diretto di una tradizione scolastica che ha stabilito cosa preservare e cosa no, e ha creato definizioni e gerarchie ⇒ questa selezione avviene tutt’ora, infatti non esiste un canone culturale univoco, ma esistono tanti possibili diversi canoni culturali in base a quest’opera di scelta ⇒ un esempio è la letteratura che viene definita l’insieme della produzione in prosa e in poesia di una determinata civiltà, ma la scelta di cosa fa parte di questo insieme, e l’idea stessa di “letterarietà”, non è univoca ⇒ d’altra parte, però, non è nemmeno casuale: è l’esito di un giudizio di valore, di solito basato su strutture di pensiero profonde e radicate ( considerare la cultura come canone aiuta anche a comprendere meglio tali strutture di pensiero ) ⇒ in sintesi la nostra è sempre una vista parziale su un panorama molto complesso e articolato
•giapponese ⇒ il termine implica una definizione di tipo geografico ( è cultura giapponese quella prodotta in Giappone ) ⇒ il problema sorge nel capire quali territori fanno parte del Giappone, infatti essi cambiano a seconda del periodo storico ⇒ il Giappone così come lo conosciamo oggi è formato da quattro isole principali: Honshū ( l’isola maggiore, che copre da sola circa il 60% della superficie totale dell’arcipelago ), Shikoku, Kyūshū e Hokkaidō, a cui si sommano l’arcipelago delle Ryūkyū ( attualmente noto come Okinawa ) e una serie di isole minori ⇒ l’insieme delle isole si estende ad arco da nord-est a sud-ovest per un territorio compreso fra il 45° parallelo, che sarebbe grossomodo all’altezza di Milano, e il Tropico del Cancro, che passa anche nel cuore del deserto del Sahara. Questi confini territoriali, però, sono in realtà una creazione piuttosto recente ⇒ un primo stato giapponese, che comprendeva Honshū, Shikoku e Kyūshū venne a costituirsi già dal settimo secolo d.C. , ma ampie zone nel nord dello Honshū rimasero a lungo fuori dal controllo di questa entità politica ⇒ per quanto riguarda Hokkaidō, un tempo noto come Ezo, e l’attuale Okinawa, sono acquisizioni territoriali molto più recenti e problematiche ⇒ altre zone sono tutt’ora oggetto di controversia ( per esempio il gruppo delle Isole Curili, a nord di Hokkaidō, è tutt’ora conteso con la Russia ) ⇒ perfino all’interno dei territori che anche in passato erano formalmente considerati “giapponesi” d’altra parte, esistevano delle gerarchie, anche in termini culturali ⇒ si potrebbe parlare di centri e di periferie, e spesso il canone culturale veniva definito a livello centrale ⇒ il tutto diviene ancora più complesso se alla definizione geografica si sovrappone una definizione etnica : esisteva un “popolo giapponese”, nel periodo premoderno?
Cosa si può definire come letteratura giapponese?
Nel caso specifico della produzione letteraria, bisogna tener presente anche l’aspetto linguistico ⇒ si può definire come “letteratura giapponese” solo la letteratura prodotta in lingua giapponese? La risposta è no ⇒ il Giappone ha importato il suo sistema di scrittura dalla Cina ed essa è stata, in generale, un importante punto di riferimento culturale nel periodo formativo dello stato giapponese ⇒ la conseguenza è che una buona parte della letteratura prodotta sull’arcipelago giapponese nel periodo premoderno è in realtà scritta in cinese, o in forme ibride sino-giapponesi
La cultura giapponese è connessa a un più ampio contesto?
la cultura giapponese è strettamente connessa al più ampio contesto est asiatico ed è molto difficile da comprendere in maniera isolata
Quali sono gli aspetti principali della geografia fisica del Giappone, che ebbero un peso sulle strutture sociali e sull’economia dell’arcipelago nel corso dei secoli?
•la maggior parte della superficie dell’arcipelago giapponese è montana o collinare ⇒ questo rende molte aree non facilmente abitabili, il che, storicamente, favorì le contese per la conquista del territorio ⇒ nonostante oggi gli abitanti del Giappone siano aumentati, continuano a concentrarsi soprattutto nelle zone pianeggianti ( esse occupano solo un terzo del territorio totale ) ⇒ infatti le zone più densamente abitate sono la regione di Tokyo (dove si concentra addirittura un quarto dell’intera popolazione giapponese) e l’area del Kinai, che comprende Nagoya, Kyoto e Osaka ⇒ queste aree sono anche i luoghi in cui si concentra la maggior parte dei territori agricoli ⇒ la realizzazione di terrazzamenti e sistemi per irrigare i campi situati sopra il livello delle acque ha permesso nei secoli di praticare l’agricoltura anche in zone non pianeggianti, ma il territorio coltivabile è rimasto sempre fortemente limitato dalla conformazione del territorio ⇒ per questa ragione, in Giappone si è dovuti ricorrere storicamente a forme di coltivazione intensive, piuttosto che estensive, ovvero a forme di coltivazione che richiedevano l’impiego di numerosa manodopera, in piccoli appezzamenti terrieri a elevata produttività
•la natura relativamente controllabile delle acque ha permesso di affrontare le opere di costruzione e manutenzione dei canali di irrigazione anche nel contesto di piccole comunità e in assenza di un governo efficace e centralizzato ( questo è un aspetto chiave dello sviluppo storico del Giappone ) ⇒ per lunghi periodi della sua storia, l’arcipelago giapponese rimase diviso in numerose entità politiche
•un’ampia area dell’arcipelago è regolarmente colpita da piogge monsoniche ⇒ queste hanno favorito la coltivazione del riso, importata dal continente asiatico attraverso la penisola coreana, con flussi migratori avvenuti a partire dal quarto secolo a.C. ⇒ in Giappone, il riso si è associato ai clan dominanti dell’isola di Honshū ( uno di questi, il clan Yamato, diede vita al primo stato giapponese, assumendo il ruolo di famiglia imperiale ⇒ la cultura del riso, in questo senso, divenne la cultura del centro del potere politico ) ⇒ buona parte della popolazione, soprattutto nelle zone periferiche dell’arcipelago, si dedicava in realtà a una varietà più ampia di attività economiche ⇒ tuttavia, il clan Yamato promosse il riso come oggetto di scambio e tassazione e come alimento ⇒ la coltivazione del riso divenne anche uno strumento per scandire i ritmi della vita comunitaria e assunse centralità nella ritualità scintoista, uno dei fulcri della sacralità collettiva nel Giappone premoderno
•il mare ha rivestito storicamente un ruolo importante nell’economia dell’arcipelago per via di attività come la pesca e la raccolta di prodotti marittimi,che hanno contribuito in modo essenziale al sostentamento della popolazione ⇒il mare è stato poi un’importante via di comunicazione interna
( infatti, i fiumi giapponesi, pur offrendo un’importante risorsa per l’agricoltura, sono di rado navigabili ⇒ vie di comunicazione via terra vennero costruite sin dalla fine del settimo secolo d.C. , ma la loro manutenzione fu complicata dalla conformazione prevalentemente montana del territorio, inoltre, in molte aree era difficile costruire ponti ) ⇒ il mare ebbe un ruolo centrale anche nel regolare i rapporti dell’arcipelago con il mondo esterno ⇒ da Est, il Giappone non ricevette influssi determinanti sino a tempi storici recenti, perché l’Oceano Pacifico, con la sua ampiezza, costituì per secoli un ostacolo insormontabile all’interazione culturale e ai traffici commerciali ⇒ in direzione del continente asiatico, invece, il mare rappresentò un mezzo di contatto importantissimo con altre società dell’Asia ( in particolare, la rotta marittima che collegava l’estremità sud-orientale dello Honshū e il nord-ovest del Kyūshū con la penisola coreana rappresentò un importantissimo punto di transito per idee, prodotti e persone, favorendo il mantenimento di un sostrato di tratti culturali comuni fra il Giappone e il resto dell’Asia Orientale ) ⇒ allo stesso tempo, il mare offrì alle autorità dello stato giapponese uno strumento di isolamento, che ne protesse l’integrità ⇒ il Giappone fu teatro di numerosi conflitti interni, ma, grazie alla sua insularità, non si trovò mai ad affrontare grosse problematiche di frontiere ( quando la minaccia di un’invasione esterna si fece concreta, come nel periodo dell’espansione dell’impero mongolico, il mare fornì un fondamentale strumento di difesa )
Cosa fece da intermediario nei contatti tra il Giappone e le altre realtà politiche dell’Asia Orientale?
Il mare fu intermediario dei contatti culturali tra il Giappone e le altre realtà politiche dell’Asia Orientale ( soprattutto la Cina, che è un riferimento imprescindibile nello studio della cultura giapponese premoderna )
Le società dell’Asia Orientale hanno alle spalle una lunga storia di condivisione culturale? Se sì, era una condivisione paritaria?
Le società dell’Asia Orientale hanno alle spalle una lunga storia di condivisione culturale ⇒ una fra le più importanti influenze giunte dalla Cina agli altri paesi fu il sistema di scrittura ⇒ esso divenne il veicolo attraverso cui informazioni e idee transitavano tra contesti linguistici diversi ⇒ attraverso la Cina, nel resto dell’Asia si diffusero anche religioni e filosofie come il Confucianesimo e il Buddhismo, scoperte tecnologiche, forme artistiche e letterarie, ed elementi di cultura materiale, come l’uso delle bacchette ⇒ la condivisione non era paritaria, ma si realizzò principalmente nella forma di una trasmissione di influenze culturali da parte della Cina verso le altre aree ⇒ questa trasmissione avvenne in varie forme, ma soprattutto attraverso una specifica forma di diplomazia, ovvero il cosiddetto sistema tributario
Fornisci una definizione di sistema tributario
Sistema tributario : gli stati che prendevano parte al sistema tributario indirizzavano missioni diplomatiche periodiche alla corte cinese, offrendo all’imperatore tributi simbolici ⇒ essi erano ricompensati per tali tributi con doni generosi, con la possibilità di commerciare nella capitale imperiale, e con l’occasione di aggiornarsi sui progressi tecnologici e culturali cinesi ( in alcune fasi storiche la corte giapponese arrivò ad accumulare più titoli cinesi di quanti ne fossero rimasti disponibili presso la corte cinese stessa )
Su che modello ideologico si fondava la prassi diplomatica tributaria?
La prassi diplomatica tributaria si fondava su un modello ideologico riassumibile con l’espressione cinese hua-yi ( ka-i in giapponese ), ovvero una visione del mondo secondo cui il grado di “barbarie” ( yi ) di una società aumentava a mano a mano che cresceva la sua distanza culturale dal centro della “civiltà” ( hua ), ovvero la Cina ⇒ l’adesione al modello culturale cinese rappresentava quindi una fonte di legittimazione materiale e morale per i vertici politici degli stati circostanti ( non a caso in Giappone il termine ka, ovvero civiltà, venne assunto come sinonimo di Cina )
Descrivi che tipo di influenza ebbe la Cina nella storia culturale giapponese
Nella storia culturale giapponese, si alternarono fasi in cui l’influenza cinese era più marcata, e fasi caratterizzate invece da una maggiore indipendenza culturale ⇒ in generale, dalla mediazione tra l’apporto della civiltà cinese e gli elementi culturali indigeni scaturirono soluzioni originali in una continua dialettica
Descrivi l’impatto che ebbe la cultura europea sulla cultura giapponese
La cultura europea ebbe, a confronto, un impatto modesto e tardivo sulla cultura del Giappone premoderno ⇒ l’Europa aveva avuto contatti diretti con la Cina in epoca romana, ma in seguito le popolazioni arabe che si interposero fra Europa e Cina assunsero il ruolo di intermediarie, interrompendoli ⇒ solo a partire dal tredicesimo secolo, un numero limitato di viaggiatori europei iniziò nuovamente ad avventurarsi nelle rotte via terra che conducevano all’Asia ( fra questi, il più celebre è Marco Polo, che compilò una delle prime e più dettagliate cronache sulla vita e i costumi asiatici del periodo medievale ) ⇒ in questa fase, però, il Giappone era ancora al di fuori della mappa intellettuale europea ( Marco Polo lo menzionava, chiamandolo “Cipangu”, un nome e una descrizione ripresi in numerose varianti fino al sedicesimo secolo ⇒ la descrizione però si basava su informazioni di seconda mano raccolte da Marco Polo durante la sua permanenza presso la corte cinese e presentava il Giappone come una sorta di mitica terra dell’oro ) ⇒ questa situazione mutò dopo l’impresa guidata da Vasco da Gama, che fra il 1498 e il 1499 raggiunse l’Oceano Indiano via mare attraverso la rotta che circumnavigava l’Africa ⇒ fu proprio attraverso questa seconda via marittima che le navi europee raggiunsero, a metà del sedicesimo secolo, il Giappone ( lo sbarco di un gruppo di naufraghi portoghesi a Tanegashima, nel 1543, fu il primo contatto diretto di cui si abbia testimonianza di un viaggiatore europeo con il territorio giapponese ) ⇒ a partire da quel momento, i rapporti con gli europei furono intensi e continuativi per circa un secolo, e diedero vita, in Europa, anche a una fiorente letteratura sul Giappone ⇒ nel diciassettesimo secolo, le interazioni tornarono a farsi limitate ⇒ i rapporti si riallacciarono con intensità a metà dell’Ottocento, ma sulla base di presupposti molto diversi ( la Rivoluzione Industriale e l’evoluzione della scienza e della tecnologia in Europa, a cui si accompagnò anche lo sviluppo degli stati nazionali, avevano creato ormai uno squilibrio nei rapporti ⇒ il Giappone, per sfuggire alla minaccia del colonialismo, si adattò alle nuove regole di questo sistema mondo, uscendo dall’alveo dell’influenza culturale cinese e spostandosi verso quello dell’influenza culturale europea e nordamericana ) ⇒ da questi complessi meccanismi scaturì la modernità giapponese
Cosa sono le cronologie? Quali sono le principali cronologie usate in Giappone?
Cronologie = sono i sistemi di datazione utilizzati da una civiltà per misurare il tempo ⇒ quando si tratta di Giappone, si fa riferimento normalmente a due principali cronologie :
•sistema dei nengō (年号) = traducibile come “ere” ⇒ venne introdotto in Giappone nel 645 d.C. , agli inizi di una importante fase di riforma ⇒ l’origine di questo sistema è la Cina ⇒ la cronologia dei nengō consisteva in una successione di ere, composte da un numero variabile di anni lunari ⇒ l’inizio e la fine di ogni era erano decisi dalla corte imperiale, normalmente in relazione a qualche importante evento storico o politico ( ad esempio, il 645 d.C. divenne il primo anno dell’era Taika (大化), o “grande cambiamento”, in onore del processo di riforma precedentemente accennato ) ⇒ a partire dal 1868, le ere cominciarono a essere stabilite con il sistema noto come issei ichigen, ovvero l’uso secondo cui ogni era corrisponde esattamente al periodo di regno di un imperatore ( per esempio, il regno dell’imperatore Meiji, corrisponde all’era Meiji, che va dal 1868 al 1912 )
•calendario gregoriano ( lo stesso utilizzato da noi occidentali ) ⇒ esso venne adottato nel 1873, nella fase di apertura alle influenze culturali europee, ma salvo qualche eccezione, non venne usato diffusamente fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale ⇒ a partire dal dopoguerra e fino ad oggi il suo uso è stato più comune, per lo più in riferimento ai tempi lunghi della narrazione storica, e in modo complementare al sistema dei nengō
Che cos’è una periodizzazione? Qual è la periodizzazione più comunemente usata in Giappone? Quali sono i suoi limiti?
Periodizzazione = interpretazione di una civiltà fatta dallo studioso a posteriori ⇒ è una suddivisione della storia in periodi, effettuata sulla base dell’individuazione di determinati fenomeni ( ad esempio nella storia europea la periodizzazione viene usata parlando di Medioevo, Rinascimento, ecc… ⇒ il nome assegnato al periodo è una sorta di descrizione in sintesi del periodo stesso ) ⇒ la periodizzazione più comunemente in uso per la storia giapponese è quella che la suddivide in epoche chiamate jidai (時代), i cui nomi sono legati ad avvicendamenti politici
( = alternanza politica ) avvenuti sull’arcipelago ⇒ ogni jidai è associato infatti o alla località in cui risiedeva l’autorità politica dominante in quel periodo ( esempi sono il Nara jidai lo Heian jidai ), o ai cognomi di famiglie detentrici del potere politico ( come nel caso del Tokugawa jidai )
Questa scelta di periodizzazione, per quanto molto comune, è in realtà, per molti aspetti, limitante ⇒ si basa su eventi politici, ma non tiene conto della storia sociale, economica o culturale e dei “tempi lunghi” di molti fenomeni storici ⇒ per questa ragione, nelle diverse discipline che studiano il Giappone si usano anche delle periodizzazioni complementari, che accorpano i jidai in epoche più lunghe, tenendo conto delle trasformazioni nel lungo periodo e sulla base di fenomeni non solo istituzionali, ma anche sociali e culturali
Elenca le sei ere in cui gli storici dividono la storia giapponese
Gli storici di solito dividono la storia del Giappone in sei diverse ere :
•l’età primitiva ( o genshi ), che comprende i periodi preistorico e proto-storico
•l’età antica ( o kodai ), che si estende dal 710 al 1185, ed è caratterizzata dalla centralità culturale della corte imperiale
•l’età medievale ( o chūsei ), che si estende dal 1185 al 1603, ed è una fase di progressivo decentramento politico e che si caratterizza per la crescente importanza politica e culturale della classe dei guerrieri o samurai
•la prima età moderna ( o kinsei ), che si estende dal 1603 al 1867 e si caratterizza per un parziale riaccentramento politico e per lo sviluppo di forme economiche e culturali proto-moderne
•l’età moderna ( o kindai ), che inizia con la cosiddetta Restaurazione Meiji (1868) e prosegue fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale (1945), e si caratterizza per la modernizzazione del Giappone, la sua immissione in un nuovo sistema-mondo e per la sua ascesa fra le potenze imperialiste
•l’età contemporanea ( o gendai ), che si estende dal 1945 a oggi
Esistono, però, anche altre periodizzazioni meno comuni, legate a precisi ambiti di studio, come quello letterario