Embolia polmonare Flashcards
Quali delle seguenti manifestazioni elettrocardiografiche NON si associano alla tromboembolia polmonare?:
Tachicardia sinusale. Blocco di branca sinistra. ✔ Alterazione del tratto ST. Modello S1Q3T3. Deviazione a destra dell'asse
Le manifestazioni elettrocardiografiche del EP sono da conoscere bene. Il modello SI QIII, T III, sono segni di sovraccarico destro. Ricordate che il modello menzionato è anche chiamato segno di McGuinn-White. La tachicardia sinusale è abbastanza comune, lo stesso vale per i cambi aspecifici del segmento ST. L’asse può essere deviato a destra, inoltre come conseguenza del sovraccarico funzionale delle cavità destre, può apparire un blocco di branca destra, non sinistra (opzione 2). Il sovraccarico principale nell’EP si verifica nelle camere a destra, di modo che la maggior parte dei segni elettrocardiografici traducano questo sovraccarico, non dall’altro lato, che appena viene alterato.
In relazione al tromboembolismo polmonare, una delle seguenti affermazioni è FALSA:
Si ha un aumento dello spazio morto. C'è una perdita di surfattante alveolare, che si fa intenso dopo 12-15 ore dall'evento. Frequentemente, un infarto accompagna l'embolia polmonare.✔ A volte gli emboli si risolvono con rapidità. Si verifica un'alterazione del rapporto V/Q.
Nella EP, da un punto di vista fisiopatologico, l’embolo occlude i vasi polmonari, in modo che rimarranno alveoli non perfusi, però ben ventilati, nei quali lo spazio morto è aumentato (opzione 1 corretta). La perdita di surfattante polmonare è dovuta alla lesione degli pneumociti II, che sono le cellule che lo producono, e si fa massima tra le 12-15 ore dall’evento, che può tradursi nella apparizione delle atelettasie. L’opzione chiaramente falsa è la 3. Il polmone è un organo realmente difficile da infartuare, poiché presenta una doppia circolazione: i vasi polmonari (provenendo dalle cavità destre del cuore) e le arterie bronchiali. Se si occludono i vasi polmonari a causa di un embolo, rimangano i bronchiali, che possono essere sufficienti al polmone ed evitare, all’interno di certi limiti, lo sviluppo di un infarto polmonare.