Discorso Realismo Flashcards

1
Q

Realismo?

A

Il movimento realista nasce nella metà dell’Ottocento in Francia, poi si diffonde in Inghilterra, e infine in tutta Europa.
Il termine REALISMO però comprende al suo interno una vasta gamma di esperienze artistiche e non si può ridurre il termine ad una mera riproduzione della realtà (come attraverso uno specchio).

Prob: termine realismo possibili significati diversi -> ambiguo il concetto di realtà; realismo può indicare:
-Stretta corrispondenza tra raffigurazione pittorica/letteraria e quanto raffigurato
-Che è stata superata la mera imitazione degli oggetti reali, quindi siamo di fronte alla cosa in sé
-Che quanto rappresentato è idea/prototipo immutabile di quanto esistente: eliminato il particolare
Luogo comune: realismo come un non stile, in quanto semplice imitazione/riflesso della realtà visiva -> mitica immagine che si attribuiva l’Ottocento. Mirava a riproduzione oggettiva/fotografica di un evento realmente accaduto (o scambiabile per tale. L’incontro di Courbet, ispirato a stampa popolare).
Ideale realista che era possibile una percezione pura non condizionata da tempo/luogo… ma intanto devono adattare mondo tridimensionale a tela bi- => percezione artista limitata dalle sue conoscenze, ma anche da tecnica/scelta pennellata/proprietà fisiche di colori e oli… (come è poi per la fotografia: scelta pov, tempo di esposizione… Il libro nel descrivere oggettivamente perde l’esperienza fenomenica in quanto flusso.

L’atteggiamento realista si traduce in:
1)RAPPORTO AMBIGUO CON LA REALTA’
Anzi gli artisti e gli scrittori realisti guardano la realtà indagandola e interpretandola. Tutto ciò allontandosi dalle formule prefabbricate e gli schemi della tradizione, per rappresentare la realtà con un nuovo linguaggio, come se ci fossero davanti per la prima volta. ma in realtà non è mai posssssibile farlo del tutto, sempre inflenza pregressa e del mondo esterno->esiste sempre un margine di soggettività)
2)CAPTARE IL MOMENTO PRESENTE E’ IL MODO REALISTA DI CONCEPIRE IL TEMPO
Grazie anche all’invenzione della fotografia, nacque la necessità di rappresentare un momento della contemporaneità, il qui e ora (=hinc et nunc)
-> Differenza tra “Fucilazione dell’Imperatore” di Manet ( e “Le fucilazione del 3 maggio” di Goya (proggressione nel tempo).
In realtà però sono considerati realisti nche coloro che hanno come protagonisti i soggetti del passato, come se fossero stati presenti es. Alma Tadema, Impressionisti..
3)AMPLIAMENTO CONCEZIONE DELLA STORIA E NUOVA GAMMA DI SOGGETTI
La storia è centrale come disciplina scientifica che studia meticolosamente i fatti, in quanto il realismo è un’arte concreta (l’astratto è estraneo).
Il nuovo mondo di soggetti da cui attingevano realisti era quello dei ceti poveri e del ceto medio (=forza predominante nell’Ottocento), i poveri erano degni di essere rappresentati -> connessione all’idea del suffragio universale e dell’uguaglianza davanti alla legge.
4)ESIGENZA DI VERITA’ ARTISTICA
I soggetti/avvenimenti non dovevano essere idealizzati, ma gli artisti aspiravano ad una verità artistica, quindi gli descrivevano in modo oggettivo e imparziale. (cmunque reintrepretando la realtà-> VEROSIMIGLIANZA.)
5)SCIENZA
Con la diffusione del positivismo, nella metà dell’Ottocento, si parla di un periodo di una rivoluzione scientifica. Personaggi come Comte e Zola avevano una fiducia religiosa nel progresso delle scienze.
Nessuna arte può essere definita scientifica (Seraut è quello che si avvicina di più), ma i realisti indagano la natura e la realtà con alcune componenti del metodo scientifico: imparziabilità, impassibilità, ripudio del pregiudizio metafisico..
-> furono accussati di fotografare semplicemente la natura
6)QUESTIONE SOCIALE
Il movimento realista francese, più di ogni altro, nel 1848 si origine dal clima di tensione della rivoluzione del ‘48 e quindi era da considerarsi espressione delle forze di sinistra (anche se nei dipinti non erano espresse chiaramente convizioni politiche di sinistra).
Al centro dei dipinti realisti vi era spesso la questione sociale e la denuncia verso il trattamento delle classi subalterne-> es. Gli spaccapietre, Courbet. (dure condizioni di lavoro).
In generale la visione dei realisti era agganciata al mondo contemporaneo in cui operavano e il loro motto era “IL FAUT ETRE DES SON TEMPS”: essere del proprio tempo, sentirsene parte ed essere tenuti a rappresentarlo.

TEMI:
1) LA MORTE
I realisti raffigurano la morte come parte della quotidianità, senza alcun significato trascendente.
Nei romanzi (es Madame Bovary) essa viene descritta in modo meticoloso.
La morte viene mostrata avvenire in una gelida istantaneità ed è un fatto concreto, appartenente al quotidiano.
es. “Morte di Marat” di David (pietà laica, assimilato ad un martire) e ““Rue Trasnonain” di Daumier (posa casuale di un individuo davanti al suo letto di casa).
Stessa cosa per il suicidio.
NASCE un nuovo genere di pittura: PITTURA DI ARGOMENTO RELIGIOSO, che rappresenta gli aspetti di culto, folcrore e tradizione religiosa, privati di ogni trascendenza.
es. “tre donne in Chiesa” di Leibnl (incredibile verismo) e “Funerale” di Manet (più attenzione al paesaggio)
LAICIZZAZIONE anche DEL CONCETTO DI PARADISO e INFERNO(=luogo terreno corrisponendente alla fabbriche, miniere, campi dove lavoravano le classi subalterne-> destino immeritato!).

2)GLI EROI REALISTI
Dal 58’ in poi si iniziano a rappresentare i dlavoratori e i poveri, senza idealizzarli.
Tuttavia c’è sempre una componente di denuncia, che associa anche i lavoratori a dei prototipi di virtù.
A ciò si collega il tema crtistiano della carità, trasformato in una coscienza della propria classe di appartenenza: che è quella subalterna (distanza tra questa e le classi borghesi, rappresentata in molti dipinti di Courbet es. “Le signorine del villaggio”, “Atelier del pittore”.
Furono anche realizzati tantissimi monumenti (molti dei quali rimsti bozzetti) celebranti la dignità del lavoro.
In generale la vita ordinaria ha un lato epico, non inferiore all’eroismo classico-> Eroe realista: comune cittadino, operaio, contadino; agli antipodi dell’eroe tipico, criminali/prostitute; personaggi incarnanti i valori dell’epoca (politici, filosofi, artisti, scienziati).

3)CAMPAGNA E CITTA’
Rappresentazione delle campagne e dei contadini->tema pic nic, spiagge (=come nascente luogo di aggregazione), ma anche gli ambienti urbani come le città vengono riprodotti e descritti (es. Dickens, Zola..), grazue all’avvento della rivoluzione industriale.
C’è anche il tema delle ferrovie: folla in perpetuo movimento e distinzione delle classi
es. “il vagone di terza classe” di Daumier

4)PROSTITUTE
Categoria fino ad ora non trattata con seria obbiettività/ignorata, viene rappresentata perchè è parte del quadro della società contemporanea. es. Degas, quadro con prostitute nella Parigi notturna

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Q

Il realismo nell’architettura e nelle arti decorative? La morte del realismo?

A

-Il concetto di realismo nell’architettura non si può ridurre a: semplicità, lessico funzionale e architettura come scienza (vs complessità, lessico decorativo, architettura come arte). E’ molto più complesso definire un’architettura realista e di certo concorre il fatto che ci sia una coerenza tra l’architettura esterna e la funzione collegata ad essa.
-Per le arti decorative si può distinguere il realismo del designer (=legato all’utilizzo de materiali e alla funzionalità dell’oggetto) e quello dell’artista (=legato alla fedeltà della natura). In realtà anche qui è molto complesso.
es.Durante la Grande Esposizione del 1851 a Londra, nacque un conflitto incentrato sul problema del gusto: precisione scientifica delle produzioni vittoriane VS fedeltà alla natura materiale, alla funzione dell’oggetto per la decorazione di una superficie.
->in realtà non sono da contrapporre perchè si tratta di due aspetti di una stessa aspirazione morale ed estetica verso la verità e la realtà!

Nell’ultimo quarto dell’Ottocento il realismo cominciò a perdere la sua unità e le sue caratteristiche principali si sembrarono tra vari movimenti successivi (sia vicini ad esso, ma anche antagonisti), come il simbolismo. Gaugin condannava il realismo e l’impressionismo, ma aveva assimilato alcuni caratteri realisti portati poi all’estremo con il decorativismo e il cloissonnisime.
Van Gogh fu ammiratore di Millet e degli illustratori del realismo inglese, come si vede nei suoi scritti, infatti i suoi inizi furono proprio realisti.
Dai realisti partirono quindi le esperienze successive: lo scrittore francese Apollinaire definì Courbet come “padre dei nuovi pittori” così come anche Glezies e Metzinger (=paladini del nuovo stile nel saggio Du Cubisme) conobbero un grande merito ad artisti come Manet e Courbet.

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3
Q

Intro di Nochlin

A

L’OCCHIO DI LINDA NOCHLIN OSSERVA QUANTO SIA ESTESA LA DIFFUSIONE DEL REALISMO, ANCHE DOPO IL SUO SMEMBRAMENTO MA DIFFUSIONE IN VARIE ARTI FINO AD ARRIVARE ALLE AVANGUARDIE DEL NOVECENTO E POI ALLA POP ART. In PIU’ TIENE CONTO DI OGNI FORMA ESPRESSIVA MUSICA, ARCHITETTURA, LETTERATURA(Zolà, Flaubert, I fratelli Goncourt e Baudelaire), ARTI DECORATIVE O APPLICATE.
TANTISSIMI SONO GLI ESEMPI DI OPERE D’ARTE DI COURBET, MANET, DEGAS e I PRERAFFAELLITI, insieme al confronto con altri dipinti e UN FOCUS SUI PRINCIPI E I TEMI REALISTI (= la donna come anti-eroina, la morte, il senso fisico di percezione di cose e oggetti, il lavoro, la viota familiare nella sua inimità, l’eroismo della vita moderna)

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4
Q

Preraffaeliti ?

A

NASCITA MOVIMENTO, NOME E FONDATORI
Quella dei Preraffaelliti è una corrente artistica non sempre ricordata, a differenza di movimenti coevi come il Realismo o l’Impressionismo. Eppure nel corso dell’Ottocento questo movimento inglese segnò una piccola svolta in ambito artistico e, per la grande ampiezza di vedute della corrente, anche nella società.

Comunemente si fa risalire al 1848, nella Londra di epoca vittoriana, la nascita del movimento. La genesi della corrente ce la spiega Ernst Gombrich (La storia dell’arte raccontata da Ernst Gombrich, Einaudi 1966 ):

“Se l’arte doveva essere riformata, era necessario risalire oltre Raffaello, al tempo in cui gli artisti erano artefici «probi agli occhi di Dio», facevano del loro meglio per copiare la natura, senza preoccuparsi della gloria terrena ma solo della gloria divina. Pensando che l’arte si fosse inquinata con Raffaello e che stesse a loro di tornare all’età della fede, questo gruppo di amici si chiamò Confraternita preraffaellita.”

In particolare furono tre giovani pittori inglesi (John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti e William Holman Hunt) a fondare la Confraternita dei Preraffaelliti, la quale ebbe come mentore e mecenate l’artista Ford Madox Brown e come importante critico di riferimento John Ruskin, autore dei fondamentali testiModern painters(1843-1860) ePre-Raphaelitism(1851).

La svolta è condensata nel nome stesso del gruppo: perpreraffaellitasi intende un’arte precedente, nelle tematiche e nelle tecniche affrontate, a quella di Raffaello e dei maestri del Rinascimento. Proprio un celebre dipinto del pittore urbinate,La Trasfigurazione(1518-1520), incarna tutto ciò a cui i nuovi artisti emergenti vogliono porre fine: il rifiuto della semplicità realizzativa, a favore di una pittura accademica e di maniera tipicamente cinquecentesca, e la mancata resa spirituale del Salvatore sono oggetto di condanna da parte della confraternita preraffaellita, impegnata fin da subito a recuperare un’arte spontanea, pura e primitiva, che trova la sua massima espressione nel corso del Quattrocento.

TEMI:
Per quanto riguarda le tematiche maggiormente affrontate, i Preraffaelliti mostrano una certa predilezione per soggetti e ambienti tratti dalle storie dei poemi cavallereschi (ad esempio il ciclo arturiano dipinto da Hunt), dalle vicende bibliche (comeEcce ancilla Dominidi Rossetti) e dalle opere di scrittori come Dante, Shakespeare e Chaucer. Probabilmente è il pittore Ford Madox Brown a imporsi con più coraggio degli altri membri nell’affrontare problematiche sociali più scottanti, ma anche tematiche facenti capo ad uno spirito nazionalista. Questioni come l’immigrazione o il lavoro, sulla scia dei contemporanei realisti francesi, animano quadri comeAddio all’Inghilterra(1852) oIl lavoro(1865), quest’ultimo lucido affresco dell’urbanizzazione in atto nell’ambiente inglese.

PENNELLATA:
Caratteristica della pittura preraffaellita è la pennellata precisa, dettagliata, dai colori intensi. Proprio al colore questi artisti attribuiscono due importanti funzioni: una è quella di ammaliare lo spettatore, come alla visione dellaProserpinadi Dante Gabriel Rossetti o dellaSidonia von Borkdi Edward Burne-Jones; la donna sensuale, che anticipa la femme fatale simbolista, è spesso protagonista di questi dipinti, la cui luminosità accentua ancor più la delicatezza e la grazia dei panneggi. L’altro fondamentale compito che spetta al cromatismo è quello di rappresentare realisticamente le forme. È il caso diVal d’Aostadi John Brett, che il critico d’arte John Ruskin definì “più opera dello specchio che dell’uomo”. Tra le tinte più utilizzate dai preraffaelliti: il blu oltremare, il verde smeraldo e il rosso carminio, ancor più luccicanti sulla tela preparata con il bianco.
La precisione al dettaglio, tipica della pittura quattrocentesca, è evidente nella rappresentazione della natura (Ofeliadi Millais), ma questo aspetto ha avvicinato nettamente i pittori preraffaelliti al concetto di modernità. La riproduzione mimetica del paesaggio ha, infatti, influenzato la pittura dei francesi Barbizonniers, a loro volta noti ispiratori degli impressionistien plein air. La critica d’arte di metà Ottocento ha proprio per questo motivo disprezzato il movimento dei Preraffaelliti, il quale è stato rivalutato solo in seguito. Nel pieno del XIX secolo, in un’epoca in cui si assisteva alla grande espansione industriale, era ritenuta inaccettabile una commistione tra antico e moderno.

La bellezza concepita dai Preraffaelliti, simili nelle idee ai tedeschi Nazareni attivi a Roma in questo periodo, prescinde dall’estetica e si trasforma in qualcosa di tangibile; questo movimento rivaluta fortemente anche l’artigianato e le arti applicate. Così anche all’interno dell’azienda manifatturieraMorris & Co., fondata dai principali Preraffaelliti (Rossetti, Brown, Burne-Jones insieme al poeta e progettista William Morris) all’interno del movimentoArts and Crafts, il passato rappresenta ancora un tesoro prezioso da recuperare. Morris è considerato il precursore del design industriale, per la grande creatività nella progettazione di motivi decorativi, ma rimase un fermo oppositore della produzione in serie, così che tentò fino all’ultimo l’impresa impossibile di democratizzare la bellezza del lavoro fatto a mano, sconfitto però dai costi eccessivamente elevati.
Tra i suoi motti più celebri:

“Il segreto della felicità sta nell’avere un genuino interesse in tutti i dettagli della vita quotidiana, e nell’elevarli al livello di arte”

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