deep work - il focus è raro Flashcards

1
Q

Principio della resistenza minima:

A

in un contesto lavorativo, senza un chiaro feedback sull’impatto dei diversi comportamenti sulla produttività, tenderemo a scegliere i comportamenti che al momento sono più facili.

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2
Q

L’affaccendamento frenetico come sostituto della produttività:

A

in assenza di indicatori chiari di che cosa significhi essere produttivi e realizzare valore nel proprio lavoro, molti lavoratori della conoscenza si rivolgono a un indicatore industriale della produttività, cioè fare tante cose in maniera visibile

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3
Q

la competenza manuale rende una persona tranquilla, felice e appagata

A

Se però pensiamo al lavoro intellettuale, la connessione è - definita. Parte del problema è la chiarezza. Gli artigiani affrontano sfide semplici da definire ma difficili da affrontare, uno squilibrio utile quando si cerca un significato. Nel lavoro intellettuale la chiarezza lascia il passo all’ambiguità.

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4
Q

Un altro fattore che offusca il legame tra profondità e significato nel lavoro intellettuale è la cacofonia

A

di voci che cerca di convincere i lavoratori della conoscenza a trascorrere più tempo impegnati in attività superficiali.

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5
Q

Come il dito che indica la luna, diverse discipline, dall’antropologia all’educazione, all’economia comportamentale, al counseling familiare, suggeriscono, tutte allo stesso modo,

A

che una gestione oculata dell’attenzione è la conditio sine qua non di una buona qualità di vita e anche la chiave per migliorare praticamente ogni aspetto della propria esistenza

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6
Q

una concentrazione tanto intensa che non rimane più spazio per

A

per pensare a nulla di irrilevante, o per preoccuparci dei problemi”

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7
Q

una connessione onnipresente, offre un buffet di distrazioni insidiosamente invitanti che, se riescono a catturare la nostra attenzione,

A

deprederanno di significato e importanza la nostra rappresentazione mentale del mondo

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8
Q

la mente improduttiva è il laboratorio del diavolo’

A

Quando perdiamo la concentrazione, la mente tende a fissarsi su quanto c’è di sbagliato nella nostra vita invece di pensare a tutto ciò che funziona

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9
Q

aumentare il tempo che trascorriamo profondamente concentrati significa potenziare il complesso marchingegno del cervello umano,

A

massimizzando così il significato e la soddisfazione che associamo alla vita lavorativa.

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10
Q

I momenti migliori solitamente si presentano quando il corpo o la mente di una persona

A

sono spinti oltre i limiti in uno sforzo volontario di compiere qualcosa di difficile e meritorio

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11
Q

è in realtà più facile divertirsi lavorando che nel tempo libero, perché, in quanto attività caratterizzate da un flusso, esperienze ottimali, immersione totale, le attività lavorative hanno in sé obiettivi, regole di base e sfide, che incoraggiano a lasciarsi coinvolgere, a concentrarsi e a perdersi in esso.

A

Il tempo libero, d’altro canto, è destrutturato e richiede uno sforzo maggiore perché possa assumere la forma di un’attività che possiamo apprezzare.

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12
Q

In un mondo post-illuminista noi stessi ci siamo assunti il compito di individuare che cosa abbia un significato e che cosa no. È un esercizio che può sembrare arbitrario e favorire uno strisciante nichilismo.

A

“Il trionfo illuministico dell’individuo autonomo non solo conduce a una vita noiosa” affermano preoccupati Dreyfus e Kelly, “ma porta quasi inevitabilmente a una vita pressoché invivibile.”

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13
Q

Nell’apprezzamento per le “sottili virtù” della materia, notano, l’artigiano scopre qualcosa di cruciale in un mondo post-illuministico:

A

una fonte di significato che è esterna all’individuo. Il carradore non decidere arbitrariamente quali virtù del legno che lavora siano di valore e quali no; il valore è intrinseco al legno e all’attività che deve svolgere.

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14
Q

Il vostro lavoro è artigianato e se affinate le vostre capacità e le applicate con rispetto e attenzione, allora, proprio come l’esperto carradore

A

produrrete significato negli sforzi quotidiani della vostra vita professionale.

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15
Q

Non è necessario svolgere un lavoro raro,

A

ma è necessario invece un approccio raro al lavoro.

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16
Q

È emerso che il desiderio è la norma, non l’eccezione.

A

I cinque desideri più comuni che i soggetti cercavano di contrastare includono, in maniera abbastanza prevedibile: mangiare, dormire e avere rapporti sessuali. Tra i desideri più diffusi c’erano anche “prendersi una pausa dal (troppo) lavoro, controllare le email e i siti di social network

17
Q

l’importante (e a quel tempo inaspettata) verità sulla forza di volontà:

A

abbiamo una quantità limitata di forza di volontà che si esaurisce con l’impiego

18
Q

scelta: è importante trovare una filosofia, un’idea che si adatti alla nostra condizione specifica,

A

perché una scelta inadeguata può far deragliare l’abitudine alla concentrazione prima che abbia avuto la possibilità di consolidarsi.

19
Q

Esponetevi spesso alle idee in spazi tipo hub (il mozzo della ruota)

A

ma conservate un vostro raggio al cui interno lavorare intensamente sulle idee e sui problemi che incontrate.

20
Q

Primo, la distrazione è sempre distruttiva

A

Ecco che quindi la soluzione a raggiera è un modello importante. Separate gli incontri serendipici dagli sforzi per riflettere a fondo e mettete a frutto queste due fonti di ispirazione.

21
Q

Quando è il momento di lavorare concentrati, in altre parole, pensate a un approccio collaborativo se appropriato, perché può portarvi verso risultati di livello superiore

A

Al tempo stesso, non mitizzate la ricerca di interazione e di casualità positiva fino al punto da togliere spazio alla concentrazione che è realmente necessaria per estrapolare qualcosa di utile dal vortice di idee che ci circonda.

22
Q

Disciplina n. 1–

A

Focalizzatevi su ciò che è di fondamentale importanza

23
Q

“Più si cerca di fare, meno effettivamente si ottiene

A

Per questo motivo dovremmo scegliere un numero ridotto di “obiettivi di fondamentale importanza”. La semplicità aiuta un’organizzazione a focalizzare la propria energia a un grado di intensità sufficiente a ottenere risultati importanti.

24
Q

Se volete vincere nella guerra per l’attenzione, non cercate di dire ‘no’ alle distrazioni banali che trovate al buffet delle informazioni;

A

piuttosto, dite ‘sì’ agli argomenti che suscitano in voi un desiderio fortissimo e lasciate che quel desiderio fortissimo travolga tutto il resto

25
Q

Disciplina n. 2

A

Intervenite sulle misure lead

26
Q

Disciplina n. 4

A

Fate ciclicamente il punto della situazione

27
Q

L’ozio non è una semplice vacanza, un’indulgenza o un vizio; è indispensabile per il cervello come la vitamina D lo è per il corpo

A

Se manca, accusiamo una sofferenza mentale che ci deturpa tanto quanto il rachitismo[…] paradossalmente è necessario per compiere ogni lavoro

28
Q

La mente conscia, secondo questa teoria, è come un computer domestico su cui possiamo avviare un programma che ci restituisce risposte corrette a problemi limitati.

A

La mente inconscia, invece, è come i grandi centri di elaborazione dati di Google, dove algoritmi statistici vagliano terabyte di informazioni non strutturate, estraendo soluzioni sorprendentemente utili rispetto a interrogativi complessi.

29
Q

il rituale dovrebbe garantire che abbiamo rivisto ogni compito, obiettivo o progetto incompleto e che per ciascuno di essi abbiamo appurato che

A

1) disponiamo di un piano affidabile per portarlo a termine o 2) siamo riusciti a creare una cornice che lo inquadri, in modo che potremo rivederlo e affrontarlo al momento giusto.

30
Q

rituale di chiusura

A

ho esaminato tutto ciò che bolle nel mio pentolone di impegni e scadenze lavorative. Per concludere il rituale, utilizzo queste informazioni per stilare un piano di massima per il giorno successivo. Una volta creato il piano, dico “Arresto completato” e per quel giorno non penso più al lavoro

31
Q

Impegnarsi a seguire un piano specifico per realizzare un obiettivo può quindi non solo facilitare il raggiungimento dell’obiettivo

A

ma anche liberare risorse cognitive rendendole disponibili per altre attività.