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LE ORGANIZZAZIONI DIGITALI
Le organizzazioni utilizzate come processi, e gli elementi fondamentali durante questo processo sono:
-Pensiero algoritmico
-esponenzialità
-connettività
Pensiero algoritmico
Cioè l’idea di ideare ed introdurre delle macchine che avevano la possibilità di fare determinati tipi di calcoli.
CHARLES BABBAGE: nascita della different engine–>il computer ante-litteram
BOOLE: nascita dell’algebra booleana, le relazioni logiche possono essere tradotte attraverso la dicotomia logica del vero e falso.
TURING: creò il modello teorico per il funzionamento dei computer, introducendo le operazioni computazionali basilari (0 e 1).
Per efficientare le organizzazioni si parla della loro logica binaria (digitization ready), in particolare le routine organizzative in precedenza svolte dall’uomo ed ora eseguite da algoritmi e l’abolizione di operazioni preliminari ed incontri standardizzati.
Esponenzialità
cioè la possibilità di realizzare macchine astratte ed implementare modelli teorici.
si parla in particolare della differenza tra:
DIGITIZATION: è la mera traduzione dell’informazione da supporti analogici digitali.
DIGITALIZATION: impiego di tecnologie digitali per cambiare processi e pratiche organizzative.
Connettività
cioè la crescente interconnessione tra computer (delegare la decisione alle macchine).
Le caratteristiche iniziali di: decentralizzazione, non discriminazione, design dal basso, universalità, accesso libero ed aperto e neutralità.. vengono cancellate.
quando si parla di connettività, non bisogna dimenticare anche una dimensione materiale importante: “l’internet delle cose”, cioè l’automazione in ambiti diversi da processi amministrativi; la dimensione materiale è spesso trascurata nei processi di digitalizzazione organizzativa ma emerge improvvisamente quando si verificano guasti, fallimenti o catastrofi.
DIGITALIZZAZIONE O DISGREGAZIONE
da una parte ci sono narrazioni tecno-ottimiste, contro altre narrazioni cyber-pessimiste.
Le narrazioni polarizzate però ignorano le molteplici e variegate conseguenze della digitalizzazione, per questo motivo è necessario distinguere tra pensare organizzativamente la digitalizzazione o pensare digitalmente le organizzazioni; per questo motivo si sono sviluppati 2 concetti:
-bounded automation
-blended automation
Bounded automation
cioè l’automazione limitata: si fa riferimento a diversi fattori organizzativi che limitano l’automazione, quindi vedere l’automazione come processo organizzativo che si scontra con una serie di variabili all’interno dell’organizzazione.
Il lavoro nell’epoca digitale sembra prosperare, perché le innovazioni tecnologiche sono sempre delimitate da una serie di forze socio-organizzative, le quali stabiliscono perché un lavoro dev’essere automatizzato.
Blended automation
automazione mista: attività routinarie automatizzate e umani che intervengono in situazioni eccezionali.
STORIA DELLA TEORIA DELL’ORGANIZZAZIONE
0 La teoria della burocrazia
1 L’organizzazione scientifica del lavoro
2 la scuola delle relazioni umane
3 la prospettiva tecno-centrica
4 L’approccio sociotecnico
5 L’approccio situazionista–>teoria della contingenza
6 Il postmodernismo
7 La prospettiva socio-materiale
0 La teoria della burocrazia
Weber ha classificato delle varie forme di potere:
- potere tradizionale: di tipo ereditario
- potere carismatico: autorità che viene riconosciuta ad individui dotati di facoltà di persuasione e spiccata personalità
- potere regale-razionale: società con una forma illimitata di persone che raggiungono il potere
1 L’organizzazione scientifica del lavoro
Contesto della fabbrica industriale, Taylor offriva il metodo per rendere l’organizzazione più efficiente.
Si doveva avere una maggiore produttività con efficienza, ciò portava una rigida divisione del lavoro fra manager e lavoratori, e l’applicazione di metodi scientifici allo svolgimento di una serie di attività.
l’osservazione basata su tempo e movimento doveva portare alla standardizzazione.
una figura molto importante è il CRONOMETRISTA che aveva il compito di supervisionare i lavoratori, aderendo a metodi di standardizzazione imposta.
la standardizzazione imposta però fu molto criticata a causa delle condizioni degradanti dei lavoratori (sfruttamento, alienanzione e de-umanizzazione del lavoro manuale)
2 la scuola delle relazioni umane
gli studi di Mayo pongono molta più attenzione agli aspetti socio-psicologici.
Inizialmente gli esperimenti nella fabbrica mistica puntavano a migliorare la produttività.
l’ipotesi che emerse da questi esperimenti furono che gli aumenti di produttività erano causati dal fatto che ai lavoratori veniva prestata maggiore attenzione dai ricercatori.
Nell’ambito del lavoro le relazioni informali avevano degli effetti più significativi sia sulla motivazione che sulla produttività.
quindi le variabili chiave sono l’organizzazione sociale del gruppi di lavoro, le regole non scritte e le relazioni informali.
quindi queste ricerche dimostravano una scarsissima rilevanza dei fattori tecnici ed una maggiore importanza dei fattori umani-»il lavoratore motivato dai bisogni di ordine sociale.
3 la prospettiva tecno-centrica
Woodward si poneva l’obiettivo di trovare un unico modello organizzativo , ma si accorse che non esisteva, e solo introducendo la tecnologia nei suoi modelli organizzativi, comprese che c’era una relazione causa le tra struttura organizzativa e sistemi di produzione.
tutto ciò portò Woodward a classificare le aziende in base alle tecnologie di produzione principali:
- unit based: imprese impegnate nella produzione di singole unità o piccoli lotti
- mass based: produzione di massa o in grandi serie
- continuous based: produzione continua con processi quasi totalmente meccanizzati ed automatizzati.
le aziende dotate di tecnologie simili erano organizzate con strutture organizzative simili.
Così ci fu l’elaborazione di proposizioni prescrittive rispetto a cicli produttivi–> LA FUNZIONE DETERMINANTE
- per piccole aziende: sviluppo
- per produzione di massa: la produzione
- per grandi aziende: il marketing
4 L’approccio sociotecnico
si pone di indagare la connessione tra glie elementi tecnici e sociali in ambito organizzativo.
esperimento di Longwall in una miniera.
In precedenza era basato su una delega–> autogestione di minatori con ampi margini di autonomia.
ciò aveva degli effetti positivi: benessere psicosociale, indipendenza lavorativa, orgoglio artigiano e un forte legame tra i membri delle squadre di minatori.
il metodo Longwall era basato su gruppi molto grandi, con una forte suddivisione dei ruoli professionali, parcellizzati con salari corrispondenti; ma ciò ha distrutto tutte le relazioni sociali ed un declino dell’orgoglio. il metodo rendeva i lavoratori stressati , ansiosi ed isolati, favorendo la formazione di gruppi informali impegnati in attività controproducenti.
5 L’approccio situazionista–>teoria della contingenza
tra gli anni ‘60 del 900 nuova generazione di teorici dell’organizzazione in cui si mette in dubbio la posizione centrale della tecnologia, concetto di CONTINGENZA–>la realtà non può essere descritta isolando solo 1 o 2 variabili, infatti c’è una relazione tra più parti e l’incertezza nel prevedere eventi futuri.
dunque, secondo questa scuola, l’efficacia organizzativa è legata all’andamento delle caratteristiche dell’organizzazione delle contingenze, quindi fattori ambientali o variabili situazionali–> le organizzazioni di successo sono quelle che fanno combaciare meglio le loro caratteristiche interne con quelle ambientali.
ipotesi dell’inadeguatezza–>solo chi è capace di adattarsi può sopravvivere.
inoltre Perrow: studio tra tecnologia ed attività–>la tecnologia è l’insieme di azioni che l’individuo compie su un oggetto o senza l’ausilio di strumento o dispositivi meccanici.
tipi di tecnologie organizzative che incrociano variabilità ed analizzabilità.
1. tecnologie di routine: (- variabilità+analizzabilità)
2. tecnologie artigianali (-variabilità-analizzabilità)
3. tecnologie ingegneristiche (+variabilità+analizzabilità)
4. tecnologie non routinarie (+variabilità-analizzabilità)
6 Il postmodernismo
si mette l’enfasi dai risultati ai processi e dall’essere al divenire.
Il postmodernismo rifiuta le grandi narrazioni delle teorie moderniste.
punti di riferimento: Weick, sosteneva che le organizzazioni non esistono ma sono processi in continuo mutamento: bisogna ragionare sul verbo organizing.
la teoria delle nuove tecnologie: l’elemento che caratterizza le nuove tecnologie è l’ambiguità–>le tecnologie si prestano a molteplici possibilità interpretative.
le caratteristiche centrali delle nuove tecnologie:
- eventi stocastici: cambiano più rapidamente ed in modo imprevedibile
- continui: problema nel garantire in maniera costante le affidabilità delle nuove tecnologie
- astratti: dimensione astratta che si collega al concetto di comprensione e visibilità; l’imprevedibilità delle nuove tecnologie dovuta alla complessità della loro natura costantemente mutevole.