Chimica Flashcards

1
Q

Acido maleico

A

Isomero cis
È come il cis but2ene ma gli atomi C terminali legano un atomo di ossigeno (doppio legame) ed un gruppo OH

L’isomero CIS è l’unica forma che reagisce formando un’anidride (maleica) per eliminazione di una molecola di H20 e ciclizzazione della catena con l’ossigeno OH rimasto usato come perno

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
2
Q

Acido fumarico

A

Isomero trans

Non reagisce in anidride
Come il trans but2ene, però i gruppi terminali legano O con doppio legame e OH

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
3
Q

Allene

A

Il diene del propene, due legami doppi per tre atomi di carbonio

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
4
Q

Isoprene

A

Anche detto 2metil butaiene, l’isoprene è un poliene coniugato (doppi legami alternati), appartenente alla famiglia degli isoprenoidi.

Per condensazione di più molecole di isoprene si ottiene COLESTEROLO

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
5
Q

Cicloesano, cicloesene, cicloesadiene, benzene

A

Do not confuse!

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
6
Q

Kekulè

A

Famoso scienziato, importante il suo lavoro nel determinare la struttura del benzene e la cosiddetta RISONANZA

il serpente di kekule è lo schema “intermedio” utilizzato per rappresentare i composti organici

Es: CH3-CH3

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
7
Q

Xilene

A

Dimetil Benzene, diviso in

1) 1,2 orto
2) 1,3 meta
3) 1,4 para

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
8
Q

Pirano

A

Eterociclico esoso, il glucosio ha struttura piranica.

L’ossigeno è l’eteroatomo è sopra ci sono due H. Struttura NON aromatica

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
9
Q

Furano

A

Il ribosio e altri pentosi hanno struttura furanica.
Eterociclo PENTOSO.
L’eteroatomo è ossigeno.
Non confondere con pirano

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
10
Q

Pirimidina e purina

A

1) anello esoso con due N eteroatomi

2) struttura policiclica formata da un anello pirimidinico coniugato a un pentoso con N eteroatomo legato ad un H

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
11
Q

Indolo e imitazolo

A

1) struttura policlica, benzene e un pentoso con N eteroatomo legato ad un H esterno. Presente nella catena laterale del TRIPTOFANO
2) pentoso con N eteroatomo legato ad un H esterno. Presente nella catena laterale dell’ISTIDINA.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
12
Q

Diastereoisomeri

A

Stereoisomeri non enantiomeri

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
13
Q

Enantiomeri

A

Isomeria configurazionale tale per cui due molecole sono chiarali. Tramite proiezioni di Fisher è possibile identificare le forme D e L, NON RIFERITE al verso in cui ruota la luce!
Le due forme ruotano comunque di 12gradi

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
14
Q

Acido fosfatidico

A

Quando nell’esterificazione della glicerina quest’ultima reagisce con due molecole di acido grasso (in posizione 1 e 2) e una molecola di acido ortofosforico in posizione 3

Quando si forma un acido fosfatidico, c’è sempre un C asimmetrico, quello “centrale”

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
15
Q

Anidridi organiche

A

Composti ottenuti per condensazione di due acidi carbossilici (out H2O)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
16
Q

Ammidi

A
R-C=O
     |
    NH2
oppure
R-C=O
     |
    N-R
     |
    R’
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
17
Q

Tioesteri

A

Esteri con sostituzione dell’O dell’OH con atomo di zolfo.

L’Acetil-CoA è un tioestere di riferimento

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
18
Q

Legame peptidico

A

Legame ad unire la parte amminica ed acida di due amminoacidi, caratterizza le proteine.

Avendo parziali caratteristiche di doppio legame, non ruota su se stesso.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
19
Q

Epimeri

A

Isomeri DIASTEREOISOMERI che differiscono per 1 SOLO stereocentro. Essendo diastereoisomeri, non sono enantiomeri e quindi chiarali e quindi sovrapponibili.

Quando un epimero VIENE INCORPORATO in una struttura ad anello viene chiamato ANOMERO

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
20
Q

Stereocentro

A

Stereocentro o centro stereogenico è una parte della struttura chimica di un composto che PER SCAMBIO DI POSIZIONE DEI SOSTITUENTI A LUI LEGATI produce uno Stereoisomero STABILE del composto stesso

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
21
Q

Sintesi di Kiliani-Fisher

A

Fisher con essa e riflettendo sui carboni asimmetrici riesce a studiare gli zuccheri e ad avanzare nelle catene, aggiungendo 1 atomo di C.

La sintesi di KF, in pratica, produce allungamento della catena di un aldoso tramite aggiunta di un C, mantenendo la STEREOCHIMICA (proprietà spaziale) di tutti i C chirali intatta. Il nuovo atomo di carbonio chirale aggiunto produce una MISCELA DI DIASTEREOISOMERI (epimeri) (differenti solo per uno stereocentro)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
22
Q

Teoria del filogisto

A

George Ernst Stahl, padre della teoria, sosteneva che i materiali avessero intrinsecamente il filogisto (fiamma) e che in combustione si trasformassero in CALCI, perdendo tramite fuoco il filogisto

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
23
Q

Zuccheri a 4 C

A

Eritrosio
OH del C2 a destra

Treosio
OH del C2 a sinistra

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
24
Q

Zuccheri a 5C

A

Ribosio
OH del C2 a destra

Arabinosio
OH del C2 a sinistra

Desossiribosio
Come ribosio ma per O di OH in prossimità del carbonio 2 (pensa perché gli altri C non potevano subire ossidazione senza cambiare drasticamente struttura zucchero)
La perdita dell’ossidrile permette allo zucchero di RIAVVOLGERSI IN DOPPIA ELICA più facilmente.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
25
Q

Formazione emiacetali o chetali

A

Composto che si ottiene FACENDO REAGIRE ALDEIDI o CHETONI con ALCOLI.

Negli zuccheri la reazione di ha tra il carbonile del 1C, che diviene carbonio emiacetalico o chetalico e l’ossidrile del penultimo C, che cede H al primo e usa O come ponte.

Se l’OH formatosi in prossimità del C1 è situato in BASSO rispetto al piano della molecola (dall’altra parte rispetto al ponte) la forma è ALFA.

Se l’OH è in ALTO rispetto al piano (appena sotto il ponte) la forma è BETA.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
26
Q

Zuccheri a 6C (Aldosi)

A

A partire dall’Arabinosio per sintesi di Kiliani-Fisher si ottengono Glucosio e Mannosio.

PARTICOLARITÀ: essendo derivati dall’arabinosio, epimero del ribosio, l’ossidrile del C3 è spostato a sinistra.
Nella forma ciclica, l’OH del C3 è raffigurato in alto.
(Nella forma ciclica, QUANDO SI CONTA, il carbonio 1 è sempre situato nello spigolo destro e il penultimo C perde OH per formare emiacetale)

Glucosio: ha l’ossidrile del C2 a destra
Ciclizza in forma puranica (eterociclo a 6 atomi con ossigeno)

Mannosio: ha l’ossidrile del C2 a sinistra.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
27
Q

Forme B e A glucosio

A

Si può anche dire facendo riferimento alle forme a sedia in stile cicloesano che il glucosio B abbia gli OH dalla stessa parte (paralleli) del piano della molecola.
Per la forma A (alfa) non è così, in quanto sono situati perpendicolarmente in basso.

Nota:
Il glucosio beta è lo zucchero più stabile e la molecola organica più presente in natura.
(Caratterizza la cellulosa)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
28
Q

Fruttosio

A

Il fruttosio è uno zucchero a SEI atomi di carbonio, ma ciclizza in forma FURANICA (eterociclo a 5 atomi con ossigeno).

Com’è possibile?

La risposta è che il fruttosio è un CHETOESOSO E LA FORMA CHETONICA TOGLIE SEMPRE 1 CARBONIO ALL’ANELLO CHE SI FORMERÀ.

Nota:
Il terzo OH è “in stile” arabinosio

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
29
Q

Acido Lattico

A

Anche detto acido 2idrossipropanoico

CH3 - CH - C=O
| |
OH OH

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
30
Q

Acido piruvico

A

Anche detto acido 2chetopropanoico

CH3 - C - COOH
||
O

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
31
Q

Esperimento di ruthenford

A

Lamina sottilissima di ORO (metallo super malleabile)
Pellicola fluorescente
Emettitore di particelle alfa

PRIMO esperimento di “bombardamento atomico“.

Ruthenford pensava all’atomo come una struttura carica positivamente rivestita da un GUSCIO NEGATIVO, dunque si aspettava parallelamente di veder tutte le particelle emesse RIFLESSE.

Così non fu, perché molte particelle alfa ATTRAVERSARONO la lamina, inducendo lo scienziato a stravolgere l’allora attuale teoria atomica iniziando a considerare L’atomo come una “struttura sostanzialmente vuota”

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
32
Q

Atomo

A

“Atomos” = Indivisibile

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
33
Q

Particelle alfa

A

RADIAZIONE CORPUSCOLARE

2 elettroni e 2 neutroni

Si tratta quindi di nuclei di Elio
4He

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
34
Q

Elettrone

A

Evanescente
Velocità relativistiche
Massa relativamente pari a 0 (un duemillesimo di quella del protone nel nuovo modello)

Da “forma” all’atomo con il suo movimento

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
35
Q

Numero atomico

A

Z da “Zahl” numero

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
36
Q

Interazione nucleare forte

A

Smorza la repulsione tra protoni, costituiti da cariche positive.
Una delle quattro forze fondamentali.
È FONDAMENTALE il ruolo dei neutroni nello smorzare la carica, infatti ALL’AUMENTARE dei PROTONI il loro numero AUMENTA ESPONENZIALMENTE.

N.B all’aumentare dei neutroni con costanti protoni, non cambia l’atomo, ma cambiano le sue proprietà. ISOTOPI.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
37
Q

4 forze fondamentali

A

Nucleare debole (tiene unite particelle, responsabile del DECADIMENTO BETA)

Nucleare forte (nucleoni)

Gravitazionale

Elettromagnetica (+ e -)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
38
Q

Isotopo

A

Stesso Z, differente numero di massa (A)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
39
Q

Isotopi H

A

Idrogeno (0 neutroni)

Deuterio (1 neutrone)

Trizio (2 neutroni)
Hey! Il trizio è instabile e radioattivo (per l’uomo è pericoloso se inalato in quanto non penetra la cute). Si TRASFORMA IN ELIO a seguito di DECADIMENTO/RADIAZIONE BETA.
Uno dei 2 NEUTRONI, decade in elettrone, protone e antineutrino, formando un atomo di 3He

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
40
Q

Isotopi Carbonio

A

12C: il modello (neutroni)

13C (7 neutroni)

14C (8 neutroni)
Quest’ultimo è radioattivo e beta emittente decade in azoto N-14.
È anche utilizzato per ottenere la datazione dei fossili

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
41
Q

Massa atomica relativa

A

Media ponderata dei PESI ATOMICI DEGLI ISOTOPI PER LA RELATIVA ABBONDANZA ISOTOPICA.

Hey!
Il rapporto tra isotopi non è mai costante, in quanto varia di luogo in luogo

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
42
Q

Legame covalente

A

“Valente insieme”

Vi partecipano entrambi i “membri”

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
43
Q

Modello di Lewis

A

Primo modello a rappresentare gli elettroni su livelli.

Dialetticamente corretto ma obsoleto.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
44
Q

Legame omeopolare

A

(Stessa polarità)

Gli atomi sono uguali e la molecola formata neutra

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
45
Q

Cambio di carica

A

Ricorda che un atomo assume carica positiva o negativa per scambio di elettroni e MAI PROTONI

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
46
Q

Spettro di emissione

A

Insieme delle frequenze della radiazione elettromagnetica emessa dagli elettroni di un atomo o composto quando essi compiono una TRANSIZIONE da un livello a energia MAGGIORE ad uno a energia MINORE.

Se l’elettrone assorbe una GIUSTA quantità di energia, infatti, si eccita e “sale di livello”, per poi tornare indietro LIBERANDO energia esattamente PARI A QUELLA EMESSA PER FARLO SALIRE DI LIVELLO E PARI ALLA DIFFERENZA DI ENERGIA TRA I DUE LIVELLI ENERGETICI.
I gas hanno uno spettro discontinuo o a bande a causa delle differenze fra orbitali.
I solidi hanno invece uno spettro continuo

Ogni atomo ha un SUO spettro di emissione.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
47
Q

Equazione di Planck

A
E= hv
Energia = costante_di_planck•frequenza

Costante di Planck: anche detta quanto d’azione. L’energia non “evolve” in modo continuo, bensì assume valori multipli e quantizzati.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
48
Q

Limiti del modello di ruthenford

A

Non riesce a spiegare come mai l’elettrone non esaurisca mai la sua energia per poi COLLASSARE sul nucleo dell’atomo, di fatto annichilandolo

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
49
Q

Modello di Bohr

A

Il primo ad inserire il concetto di energia QUANTIZZATA.

Spiega bene, entro gli errori sperimentali, solo l’atomo di idrogeno ed il suo spettro

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
50
Q

Costante di Planck

A

Detta anche quanto d’azione rappresenta la minima azione possibile, riferimento per gli orbitali quantizzati (vedi equazione di Planck).

La costante (h) ha valore di 6,626 • 10*-34
(Dieci elevato alla menoTRENTAQUATTRO.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
51
Q

Calcolo raggi atomici secondo Bohr

A

Rn (un orbita casuale)
= R1 (il raggio dell’orbita fondamentale) • n*2 (n al quadrato o il numero dell’orbita che si desidera calcolare al quadrato)

Nella realtà i raggi sono diversi perché gli orbitali sono sempre più compressi all’aumentare dei protoni de nucleo

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
52
Q

Calcolo delle energie delle orbite secondo Bohr

A

En (energia orbita n)= E1/n*2

Energia della prima orbita fratto il numero dell’orbita da calcolare al quadrato.

Indica che allontanandosi dal nucleo l’energia decresce.

NON CASCARE NELL’ERRORE!

Nel calcolare la differenza energetica tra le orbite si fa E2-E1, quindi la variazione è NEGATIVA.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
53
Q

Limiti del modello di Bohr

A

Non spiega gli spettri di emissione di atomi diversi dall’idrogeno

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
54
Q

Principio di indeterminazione di Heisenberg

A

Non posso calcolare contemporaneamente VELOCITÀ e POSIZIONE dell’elettrone a causa di un difetto intrinsecò del sistema che collassa nel momento della misurazione.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
55
Q

Equazione di Schrödinger

A

Determina l’evoluzione TEMPORALE dello stato di un sistema (atomo, molecola…)

Il risultato dell’equazione sono UNA SERIE DI FUNZIONI D’ONDA il cui MODULO AL QUADRATO fornisce la PROBABILITÀ DI TROVARE L’ELETTRONE in una determinata area. Le soluzioni dell’equazione sono gli ORBITALI.

  • Dice che in teoria si possono generare infiniti orbitali, pur avendo solo 4 numeri quantici.
  • Modello straordinariamente preciso in confronto allo spettro di emissione dell’idrogeno, dall’He in poi PERÒ l’equazione non si risolve più in modo preciso.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
56
Q

Numeri quantici

A

Compaiono nelle equazioni di de Broglíe

Sono n,l,m,s

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
57
Q

N

A

Numero quantico PRINCIPALE/DI BOHR

Informazioni sull’orbitale e livello energetico e va da 1 a infinito in teoria

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
58
Q

L

A

Numero quantico AZIMUTALE/ORBITALE/SECONDARIO
Descrive la forma dell’orbitale
Va da 0 a -n

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
59
Q

M

A

Numero quantico magnetico
Descrive l’orientamento spaziale dell’orbitale
Va da -L a +L

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
60
Q

S

A

Numero quantico di spin

VERSO DI ROTAZIONE elettrone

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
61
Q

Processo/regola dell’Aufbau

A

Principio di costruzione DELLA CONFIGURAZIONE ELETTRONICA di un atomo, che CONSTA di un progressivo riempimento secondo le seguenti leggi:

ESCLUSIONE DI PAULI
MAX MOLTEPLICITÀ DI HUND
REGOLA DI MADELUNG O della DIAGONALE

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
62
Q

Principio di Hund

A

Anche detto principio della massima molteplicità, enuncia che nel riempire gli orbitali, si devono prima occupare TUTTI GLI ORBITALI DEGENERI (diversi ma aventi stessa energia = degeneri)
LIBERI e poi procedere in quelli “semipieni”

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
63
Q

Principio di Pauli

A

Anche detto principio di ESCLUSIONE, enuncia che non possono esistere nel medesimo atomo due elettroni aventi tutti e quattro i numeri quantici uguali.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
64
Q

Regola di Madelung

A

Anche detta regola della diagonale, è uno schema che permette di “calcolare” la priorità nel riempimento degli orbitali.

Infatti la compressione degli orbitali è più forte in quelli sferici e ad esempio il 4s viene riempito prima del 3d

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
65
Q

Teoria del legame di valenza

A

Enunciata da Pauling (permette tra le altre cose allo scienziato di ricavare il concetto di elettronegatività) dice che:

Elettrone è evanescente e caratterizza i legami tra gli atomi, legami che possono essere spiegati come IBRIDI A METÀ tra un legame ionico ed uno covalente, secondo la funzione:

(Forma di forcone)xyz = Apsivalente+Bpsiionica
A e B sono ricavati dal l’elettronegatività degli atomi implicati nel legame, così:
Avendo il composto LiF faccio la differenza delle elettronegatività, CONFRONTO poi il valore con la tabella di PERCENTUALE IONICA contenuta NELLA TABELLA PERIODICA e avrò la PERCENTUALE IONICA DEL LEGAME, il resto sarà percentuale covalente.
A partire da una percentuale ionica del 5,10% il composto INIZIA AD ESSERE POLARE

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
66
Q

Xenon

A

UNICO GAS NOBILE CAPACE DI FORMARE COMPOSTI come il difluoruro di xenon.
Ha elettronegatività di 2,60

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
67
Q

Elettronegatività

A

Capacità posseduta dagli atomi IN MOLECOLA di attrarre gli elettroni DEI LEGAMI COVALENTI in cui sono coinvolti

L’elettronegatività decresce in diagonale dal Fluoro al Cesio/Francio (francio radioattivo e decade rapidamente)
Eccezione è l’idrogeno

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
68
Q

Teoria degli orbitali molecolari

A

Anche detta teoria di Mulliken, CAMBIA IL MODO DI CONCEPIRE LE MOLECOLE.
Gli elettroni non sono più condivisi od assegnati ai legami, ma vengono tratti COME FUNZIONI ONDA e nasce così il concetto di orbitale molecolare, derivante dalla “somma” di due orbitali atomici.
Quando sommo due orbitali atomici, ottengo altrettanti orbitali molecolari, UNO LEGANTE (stabile) ED UNO ANTILEGANTE (instabile, spiega le scissioni molecolari più “facili” di quelle atomiche).
Ricorda però che gli orbitali sono astrazioni, volte a semplificare la realtà, esistono fun quando vi circolano gli elettroni.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
69
Q

Qualunque modello scientifico

A

È inesatto, ceci n’est pas une pipe!

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
70
Q

Ibridizzazione

A

Riorganizzazione degli orbitali interni presumibilmente dovuta a forze elettromagnetiche interne.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
71
Q

Sp3

A

Qualunque forma teatredrica(109^) o tetraedri MANCATI (H20-105^ a causa dei 2 lone pairs dell’O2; NH3-107^ a causa del lone pair di N)

Riorganizzazione produce 4 orbitali sp ISOENERGETICI

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
72
Q

Quando un carbonio si dice asimmetrico?

A

Quando è IBRIDIZZATO SP3 e lega 4 SOSTITUENTI DIVERSI

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
73
Q

Sp2

A

Tre orbitali sp ed uno p(legame laterale o pi greco, nel quale l’elettrone sta sopra e sotto contemporaneamente, evanescente, infatti un legame pi greco nel disegno è uguale a due legami perché l’orbitale nella sua RAPPRESENTAZIONE a due anse, ma non confonderti)
120^
L’INSTABILITÀ del legame pi greco è spiegata con il fatto che l’ibridizzazione sp VIOLA TOTALMENTE il principio di Hund, riempimento degli orbitali degeneri (stessa energia diversi orbitali: stesso livello) in quanto riempie 3sp ed un p

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
74
Q

Sp

A

2 orbitali sp e due p (legami pi greco)
180^ digonale

Carbonio e azoto nel gruppo CIANO sono ibridizzati SP

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
75
Q

Carbonio centrale ALLENE, CO2 e qualunque altro carbonio =C=

A

È ibridizzato SP, non farti confondere, perché ha due legami sigma e due pi greco, semplicemente c’è un pi greco “avanti” ed uno “dietro”.
Due legami pigreco = ibridizzazione sp

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
76
Q

Legame dativo

A

Un particolare TIPO DI LEGAME COVALENTE nel quale il doppietto condiviso è fornito da un atomo SOLTANTO

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
77
Q

A proposito del DATIVO

A

Ricorda sempre che affinché un atomo possa formare un legame dativo e quindi cedere un lone pair deve essere MENO ELETTRONEGATIVO dell’atomo che ACQUISTA il doppietto.

Per il questo il Fluoro, essendo il più elettronegativo non forma mai legami dativi.

Il dativo è un legame tipico degli acidi, perché O è il secondo elemento più elettronegativo.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
78
Q

Tipi di radiazioni

A

Radioonde: cambiano lo spin

Microonde: ruotano le particelle

Raggi UV: eccitano gli elettroni

Raggi gamma: intaccano i nuclei

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
79
Q

R

A

Costante universale dei gas
Se usiamo atm e Litri ha valore

0,0821

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
80
Q

Legge di dalton delle pressioni parziali

A

P(parziale)=
n(moli)parziali/n(moli)totali •p(totale)

P(pa)= n(elemento in questione) •p(tot)
n(totali)

Attento! Rapporto equivale a frazione molare!

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
81
Q

Calcolo velocità elemento conoscendo quella di un altro alla medesima temperatura

A

V^2(x) • M(x) = V^2(y) • M(y)
Velocità al quadrato e
massa atomica relativa sono i termini dell’equazione

Equazione deriva dall’energia cinetica

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
82
Q

Densità assoluta

A

P•Mr(m.a.relativa)
———————-
R(0,0821)•T(K)

Pressione in atm e LA DENSITÀ ASSOLUTA SI ESPIRME IN GRAMMILITRO

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
83
Q

Densità relativa

A

Densità di un soggetto relativa all’altro.
Si verifica che d. relativa è uguale a AL RAPPORTO DELLE MASSE ATOMICHE RELATIVE.
Ciò deriva dal fatto che dividendo le due densità assolute e SEMPLIFICANDO i termini alla fine restano esclusivamente le masse relative.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
84
Q

Regola di Huckel

A

Definisce i composti aromatici secondo le seguenti caratteristiche:

1)hanno struttura sp2 planare
2)hanno un numero di elettroni delocalizzati sul ciclo pari a 4n+2, dove n è un numero che può essere maggiore o UGUALE a zero.
N elettroni ideale sarà ad esempio 2,6,10,14…

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
85
Q

Passaggi di stato

A

I passaggi di stato sono determinati dalle modificazioni dei legami deboli tra molecole (i passaggi di stato sono cambiamenti che non snaturano la molecola, rispetto ad altri cambiamenti potremo definirli deboli, giusti “figli” dei legami deboli)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
86
Q

Legami forti

A

Covalente, (covalente) dativo, ionico

Forza=90/100 kcal/mol oppure 400/500 kJ/mol

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
87
Q

Legami deboli

A

Ione-dipolo (ad esempio quando un sale si stabilizza in H2O)
Forza=20/30 kcal/mol oppure 80/120 kJ/mol
dìpolo-dìpolo (tra molecole con PARZIALE distribuzione di carica)
Forza=8-15 kcal/mol oppure 50-60 kJ/mol
dìpolo-dìpolo indotto
Forza=3-8 kcal/mol oppure 15/35 kJ/mol
Dìpolo istantaneo-dìpolo indotto
Forza=2-4 kcal/mol oppure 8-13 KJ/mol

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
88
Q

Forze di Van Der Waals

A

Dipolo dipolo, dipolo dipolo indotto e dipolo istantaneo dipolo indotto.
NON APPARTIENE ALLA CATEGORIA IL LEGAME IONE DIPOLO, RICORDA

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
89
Q

Legami a idrogeno

A

Il punto di ebollizione di H2O e di altre sostanze “del genere” è molto più alto di quello dei composti simili o degli atomi stessi presi singolarmente.
Ciò si spiega soltanto se ammetto l’esistenza di particolari interazioni tra H e atomi più elettronegativi.
IL LEGAME A IDROGENO SI ATTIVA INFATTI QUANDO H È A CONTATTO CON UN ATOMO PIÙ ELETTRONEGATIVO (N,F,O) CAPACE DI ATTRARRE A SE L’UNICO ELETTRONE DI H E DI DONARE ALL’ATOMO LA CAPACITÀ DI INSTAURARE RELAZIONI CON LE ALTRE MOLECOLE VICINE DERIVATAGLI PROPRIO DALLA FORZA ELETTROMAGNETICA INUSUALE DOVUTA ALL’ESSERE “SCOPERTO” DEL SUO NUCLEO
Gli alcoli hanno proprietà legate ai legami a idrogeno
L’energia del legame a idrogeno è di poco superiore al dipolo-dipolo (10kcal/mol)
La posizione del legame a idrogeno in una molecola è ulteriore variabile per determinare infine il punto di ebollizione, due legami vicini porteranno ad un punto di ebollizione più basso di due legami lontani perché formeranno legami intramolecolari e non extramolecolari.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
90
Q

Il simile

A

Scioglie il simile

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
91
Q

CG e AT

A

CitosinaGuanina sono basi unite da 3 legami a idrogeno, avranno quindi un melting point più alto.
AdeninaTimina(o Uracile) hanno invece 2 legami a idrogeno

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
92
Q

Ossigeno singoletto e tripletto

A

L’ossigeno molecolare si presenta in quattro diverse configurazioni elettroniche, tutte parimenti presenti in nature e dovute allo spin degli ultimi elettroni ed alla loro posizione negli orbitali.
Si dice ossigeno tripletto la molecola di O2 in cui gli ultimi due elettroni sono disposti su due orbitali pi greco antilegante DIVERSI, a seconda dello spin degli elettroni, esistono quattro forme di tripletto, due delle quali riducibili ad una perché equivalenti (quelle con spin opposto).
Si definisce SINGOLETTO invece una molecola di O in uno stato ECCITATO, avente due elettroni in un UNICO orbitale pi greco (2p) antilegante. A causa del MINOR EQUILIBRIO TRA ORBITALI LEGANTI ED ANTILEGANTI, il singoletto è radioattivo, maggiormente pericoloso e diamagnetico, ossia ha un campo magnetico opposto a quello esterno.
Dallo spettro di assorbimento si evince in oltre la capacità del singoletto di assorbire radiazioni ad una lunghezza d’onda molto maggiore.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
93
Q

Rasoio di Occam

A

Inutilità di formulare più ipotesi o ipotesi più complesse di quelle necessarie.
Di tutte le ipotesi per descrive un fenomeno scelgo sempre quella PIÙ SEMPLICE

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
94
Q

Legge di Avogadro

A

Volumi uguali di gas uguali alle STESSE condizioni di pressione e temperatura AVRANNO LO STESSO NUMERO DI PARTICELLE.
L’esperimento di Avogadro (H e F in due diversi recipienti con diverse masse poi connessi formano un sol composto) è stato fondamentale per la tavola periodica.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
95
Q

Plasma

A

Da poco considerato il quarto stato di aggregazione della materia.
Rappresenta i gas ionizzati.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
96
Q

Equazione di stato dei gas ideali.

A

PV=nRT
ANCHE DETTA LEGGE DI VAN DER WAALS.

Avendo le grandezze in atm e Kelvin e Litri e moli la COSTANTE UNIVERSALE È PARI A 0,0821

La pressione infine tramite le traiettorie degli urti delle particelle delimita il contorno/forma dei gas.
I gas tuttavia si allontanano dall’idealità, spingendo Van Der Waals a ricercare un’equazione che più si avvicini ai risultati sperimentali.
(P+-a)(V+-b)=nRT
Dove a e b sono valori particolari che dipendono dal gas in questione

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
97
Q

Legge di Boyle

A

Legge ISOTERMA
Afferma che il prodotto di pressione e volume è sempre costante in condizioni di isotermia.
Le due grandezze sono quindi INVERSAMENTE PROPORZIONALI e rappresentabili su piano cartesiano tramite ramo di iperbole.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
98
Q

Legge di Charles

A

Legge delle ISOBARE
Afferma che in condizioni di pressione costante il rapporto tra volume e temperatura è costante.
Le due grandezze sono DIRETTAMENTE PROPORZIONALI e rappresentabili sul piano cartesiano tramite una linea retta

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
99
Q

VolumeMassa

A

Il volume di un gas è dato dai movimenti delle sue particelle e non dalla loro grandezza.
A supporto della legge di Avogadro le molecole di gas più LEGGERI avranno VELOCITÀ MAGGIORE e così occuperanno lo steso volume.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
100
Q

Legge di GayLussac

A

Analoga alla legge di Charles, descrive però il rapporto pressione temperatura, viene comunemente chiamata legge delle ISOCORE

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
101
Q

Covolume

A

Il volume propiamente occupato da UNA MOLE DI GAS

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
102
Q

Passaggi di stato e leggi non isoterme

A

I risultati delle trasformazioni termodinamiche in cui varia la temperatura non rispettano sempre le leggi: ciò perché bisognerebbe tenere conto dei PASSAGGI DI STATO

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
103
Q

Energia cinetica dei gas

A

Le particelle di un gas non hanno tutte la stessa velocità o e.cinetica ma è possibile calcolarne un VALORE MEDIO, grazie all’EQUAZIONE DI BOLTZMANN o legge di Boltzmann, evinta dallo scienziato da una distribuzione poissoniana.
Dalla legge si può capire che SOLO LA TEMPERATURA influenza l’energia cinetica di un gas
Ec=1/2mv^2=5/2kBT
Questa è la legge per i gas biatomici, per i monoatomici si sostituisce il rapporto 5/2 con il rapporto 3/2

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
104
Q

Distribuzione poissoniana

A

Anche detta legge degli eventi è un modello probabilistico volto a calcolare la possibilità di osservatore un certo numero di eventi in un dato tempo.
Dalle diverse probabilità di osservare determinati valori di energia cinetica BOLTZMANN deriva i possibili valori medi e la sua conseguente legge.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
105
Q

Legge di Graham

A

In pratica non è altro che la legge di Boltzmann, perché dalla sua equazione estrapolata.
Consente di ricavare la velocità media delle particelle di un atomo conoscendone la velocità di un altro
_ _
mx•vx^2 = my•vy^2

Dove m è la massa del gas e V la velocità al quadrato

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
106
Q

Densità assoluta

A

La densità assoluta corrisponde al rapporto MASSA/VOLUME.
Nei gas si ricava sostituendo il rapporto m/MassaRelativa al numero di moli nell’equazione dei gas ideali di van Der WAALS e riordinando i termini.

d(m/V)= PMr/RT

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
107
Q

Densità relativa

A

Si definisce densità RELATIVA la densità di un gas rispetto ad un altro.
Effettuando il rapporto tra le due densità assolute (ricorda la formula) avendo P/RT costante questa parte del rapporto viene semplificata e in conclusione si può verificare che la DENSITÀ RELATIVA SIA UGUALE al RAPPORTO DELLE MASSE RELATIVE DEI DUE GAS.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
108
Q

Legge di dalton

A

L’equazione di VanDerWaals non tiene conto del fatto che la pressione esercitata possa derivare da un miscuglio di gas.
La legge di Dalton evidenzia il fatto che la pressione totale di un miscuglio di gas sia uguale alla somma delle pressioni parziali.
Da cui si può ricavare la formula per ricavare una o l’altra PRESSIONE PARZIALE.

Pparziale/Ptot = n(moli)parziali/ntot
Da questa formula si può infine capire come il rapporto pressione parziale pressione totale SIA EQUIVALENTE ALLA FRAZIONE MOLARE DEL COMPOSTO, che è uguale proprio al rapporto tra moli parziali(di a), fratto moli totali (a+b)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
109
Q

Stato liquido

A

Mentre nei gas l’energia cinetica prevale su quella di legame, nei liquidi il rapporto è ben più bilanciato e il moto browniano meno libero.
Non può esistere un’equazione di stato dei liquidi o solidi, ma per i liquidi esistono varie proprietà efficienti nel descriverne lo stato.
VISCOSITÀ:resistenza del fluido allo scorrimento(il vetro è un liquido ad altissima viscosità e amorfo)
TENSIONE SUPERFICIALE:rappresenta la DENSITÀ SUPERFICIALE(rapporto cariche superficie ove son distribuite) riferita all’energia di legame nell’interfaccia di contatto del liquido con un materiale d’altra natura (gas,solido). Con i gas di norma si avverte uno sbilanciamento di forze in quanto le molecole sono maggiormente attratte dalla sezione liquida.
CAPILLARITÀ:insieme di fenomeni dovuti alle interazioni solido(recipiente) liquido gas(aria).
Esempi sono la capacità dei liquidi di risalire autonomamente recipienti molto stretti o la formazione del MENISCO(mezzaluna) nei recipienti dei liquidi dovuto ad una maggiore affinità del liquido (polare) con le pareti del recipiente (polare) che con l’aria (apolare)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
110
Q

Pressione/Tensione di vapore

A

La pressione di vapore è la pressione esercitata dal vapore di una sostanza sulla fase condensata, DIPENDE ESCLUSIVAMENTE dalla temperatura e non dal volume.
La capacità di un elemento/molecola di passare allo stato gassoso(VOLATILITÀ) è direttamente proporzionale alla sua TENSIONE DI VAPORE.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
111
Q

Forme del carbonio

A

Diamante (sp3 teatrale del gigante)
Grafite (sp2 anelli benzenici sovrapposti)
Grafene (foglio esagonale sottilissimo e monostrato intagliato DALLA GRAFITE)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
112
Q

Superconduzione

A

Quando abbassando prontamente la temperatura provoco un CAMBIAMENTO DI POSIZIONE dei nucleoni di un metallo, che formano veri e propri tunnel favorendo il passaggio di cariche e di fatto ANNULLANDO LA RESISTENZA

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
113
Q

Diagramma di stato

A

Diagramma a linee curve su asse Pressione Temperatura.
Favorisce lo studio dei passaggi di stato. Ogni punto è un diverso livello termodinamico ed ha un suo senso.
Le linee curve segnano il passaggio tra uno stato e l’altro e il variare delle temperature e pressioni necessarie per effettuare le trasformazioni.
Ogni linea rappresenta inoltre la pressione di vapore esistente tra le fasi.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
114
Q

Punto triplo

A

Su un diagramma di stato rappresenta il punto di contatto fra le tre linee, ossia i particolari valori di T e P in cui sussistono GLI STATI SOLIDO, LIQUIDO e GAS.
Il punto triplo dell’ACQUA è a 0,01 ^C e
4,58 mmHg

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
115
Q

Punto critico

A

Punto raggiunto dopo aver aumentato notevolmente T e P di un “oggetto”.
A tale punto l’energia cinetica delle particelle dell’oggetto è tale da vincere ogni attrazione.
Non posso più passare allo stato liquido aumentando la pressione (compressione), devo in caso ridurre la temperatura.
Sul diagramma di stato la linea di condensazione non è più incrociata in verticale dallo stato liquido.
Solamente dopo aver SUPERATO IL PUNTO CRITICO H2O si dice propiamente un GAS e si avvicina all’idealità.
Prima del punto critico H2O è vapore e non gas.
Il punto critico dell’acqua è a temperatura 374,1^C e a pressione 218atm

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
116
Q

Punti monovalenti e bivalenti

A

Punti del diagramma di stato in cui posso variare 1(mono) o 2(bi) parametri senza cambiare lo stato dell’oggetto.

117
Q

Diagramma dell’acqua e degli altri gas

A

Nel diagramma di stato dell’acqua (liquido di Dio) la curva SolidoLiquido ha pendenza negativa, caso unico, anomalia.
In pratica ciò vuol dire che lo stato proprio dell’acqua è quello liquido è che il composto possiede maggiore densità allo stato liquido (massima a 4^C) che allo stato solido.
Tutti gli altri composti del genere (es. CO2)
hanno una curva SolidoLiquido con pendenza positiva, che s’incrocia quindi aumentando la pressione ai composti allo stato solido.

118
Q

Fluido supercritico

A

Un fluido si dice in stato supercritico quando si trova in condizioni di TEMPERATURA E PRESSIONE superiori ai valori critici.
In tal caso il fluido assume proprietà intermedie tra un gas ed un liquido.

119
Q

Fluidi supercritici nei preparati biologici

A

Per fissare un campione in un determinato preparato utilizzo formaldeide o glutanaldeide per le proteine (creano ponti proteinaproteina)
oppure Tetrossido di OSMIO per i lipidi (si lega ai doppi legami).
Dopo la fissazione procedo a graduale sostituzione del solvente passandolo attraverso H2O prima, poi una serie di alcoli con concentrazione crescente, poi acetone, infine utilizzo un chemical point dryer e passo il campione attraverso CO2 SUPERCRITICA

120
Q

Soluzioni

A

Le soluzioni sono miscele omogenee di due o più sostanze.
La sostanza presente in maggior quantità si dice solvente, l’altra soluto.
Una soluzione può essere gassosa(aria) solida(leghe) o liquida(sangue più o meno).
Alcune soluzioni (es. Vino) solo tali sono a concentrazioni specifiche.
L’OLIO-ACQUA NON È UNA SOLUZIONE PERCHÉ NON È UN PREPARATO
O M O G E N E O, È UNA MISCELA BIFASICA.

121
Q

Concentrazione di una soluzione

A

Si dice concentrazione di una soluzione il rapporto QUANTITATIVO fra soluto e solvente/soluzione.
Esistono diversi modi per esprimere le concentrazioni, sono tutte proporzioni e la percentuale in massa è la proporzione più esplicita.
Modi massa/massa:
1)percentuale PESO/PESO %p o %w (weight)
rappresenta gsoluto/gsoluzione
2)frazione molare na/ntot
3)molaLità nsoluto/kgSOLVENTE
la modalità è l’unica concentrazione che ha il SOLVENTE E NON L’INTERA SOLUZIONE AL DENOMINATORE.
Concentrazioni massa/volume
1)grammi/litro g/L(soluzione)
2)molaRità nsoluto/L(soluzione)
È facilissimo passare da MolaRità a grammi litro essendo il denominatore espresso in entrambi casi in litri e in numeratori facilmente intercambiabili perché mol=g/Mr
3)normalità eq/L equivalenti, deriva dalla molaRità

122
Q

Masse e volumi

A

Le massi sono ADDITIVE (2+2=4)
I volumi invece NON SONO assolutamente additivi.
Basti pensare che H2O ha un peso notevolmente maggiore di H2 ma un volume MINORE, perché le molecole dell’acqua sono più contratte.
Questo fenomeno si chiama ELETTROSTRIZIONE e in breve porta ad una diminuzione del volume per interazione fra cariche

123
Q

COS’È UN GAS IDEALE

A

Un gas ideale è ben descritto dalla legge di stato ideale e segue le leggi di BoyleMariotte, Charles e GayLussac.
In oltre un gas ideale possiede le seguenti caratteristiche:
•ha molecole PUNTIFORMI con Volume trascurabile
•le molecole si scontrano tra di loro e con il recipiente esclusivamente mediante URTI ELASTICI
•non esistono forze di interazione fra le molecole: MOLECOLE NON INTERAGENTI
Ricorda: se le molecole non sono interagenti il gas non può essere LIQUEFATTO per compressione.
•le molecole sono IDENTICHE
•il moto è casuale e disordinato

124
Q

Struttura terziaria

A

Descrive la conformazione dell’intero polipeptide.
Non ci sono più soltanto interazioni tra le parti amminoacidiche vicine e coinvolte nei legami peptidici; la struttura terziaria è stabilizzata da una serie di interazioni NON covalenti (a parte i ponti disolfuro, unica eccezione) TRA LE DIVERSE CATENE LATERALI.
La varietà di struttura terziarie è sconvolgente ed è sorprendente inoltre anche il fatto che un gran numero di segmenti di proteine NON HANNO UNA STRUTTURA BEN DEFINITA (segmenti disordinati). Questi segmenti di solito sono carichi e polari e idrofili e prevedibili al livello di composizione amminoacidica.
Pur essendo privi di un’organizzazione ordinata spesso questi segmenti hanno ruoli chiave della molecola e si ordinano e SPECIALIZZANO quando a contatto con un determinato PARTNER. Il disordine vuol dire VARIETÀ e molteplicità di funzione.
Basti pensare per opposto al DNA, che espleta una sola funzione, ed e è altamente ORDINATO.

125
Q

Tipi principali di struttura terziaria

A

•Proteina fibrosa: di rivestimento, funzione strutturale, forma allungata e grande resistenza
•Proteina globulare: ripiegate, complesse e compatte, parti lontane dellla catena si trovano ravvicinate e legate.
Una proteina globulare si trova spesso all’INTERNO della cellula dove espleta le più varie funzioni.
La prima proteina globulare studiata è stata la mioglobina.

126
Q

Domini proteici

A

Diversi moduli di una stessa proteina strutturati indipendentemente l’uno dall’altro e caratterizzati da diverse funzioni

127
Q

Struttura quaternaria

A

Una proteina è dotata di struttura quaternaria quando è composta da diverse SUBUNITÀ O CATENE POLIPETIDICHE, connesse da ponti disolfuro (che appartengono alla struttura terziaria e quaternaria) o interazioni non covalenti.
Una proteina composta da due peptidi uguali si dice omodimerica, una composta da due polipeptidi diversi si dice eterodimerica.

128
Q

Emoglobina

A

Esempio di struttura quaternaria:
Ha 4 subunità, due globine alfa e due globine beta, ognuna legante un ossigeno ed ognuna molto simile alla mioglobina (che è una monounità proteica, mi quaternaria).
Legando o liberando l’O2 l’emoglobina innesca una serie stupefacente di reazioni a catena.

129
Q

Caratteristiche chiave delle proteine

A

Forma tridimensionale, disordine (varietà funzionale) e specificità negli accoppiamenti

130
Q

Denaturazione

A

Stritolamento o disorganizzazione di una proteina, causato da vari fattori tra cui calore e mercaptoetanolo (HOCH2CH2SH)

131
Q

Proteine native e non

A

Una proteina nativa è una proteina che si ripiega naturalmente assumendo la sua normale configurazione.
Una proteina non nativa di ripiega in modo anomalo o non ordinato.

132
Q

Ripiegamento proteine

A

Le proteine si ripiegano AUTONOMAMENTE perché, rispettando le leggi della termodinamica (in particolare seconda) giungono allo stato termodinamicamente più stabile e ad energia più bassa (stato ultimo: energia decrescente)

133
Q

Chaperoni molecolari

A

Bloccano interferenze o agganci non selettivi durante il ripiegamento di proteine.
Di norma si agganciano a brevi PARTI IDROFOBICHE della catena proteica, che normalmente sono
ESPOSTE in una catena NON NATIVA e
NON ESPOSTE in una catena NATIVA.
Gli Chaperoni agiscono sulle proteine in formazione e spesso si staccano autonomamente alla fine del processo.

134
Q

chaperonINE

A

Particolare categoria di chaperoni.
Sono complessi proteici di forma cilindrica che ospitano in speciali camere i polipeptidi più grossi, inviati al termine dell’assemblaggio e non durante il processo di azione ribosomiale (differenza con i chaperoni), per consentire loro di ripiegarsi in autonomia evitando interferenze esterne.

135
Q

Per passare da una concentrazione massa/massa a massa/volume ho bisogno…

A

…della densità

136
Q

È l’acido o il solvente a dover essere versato in soluzione?

A

In soluzione verso sempre l’ACIDO nel solvente per evitare eccessivo riscaldamento e conseguente evaporazione della miscela

137
Q

M•mL=M•mL

A

Mi consente di conoscere la variazione di millilitri di solvente di una soluzione (in questo caso una soluzione i cui “membri” sono in rapporto stechiometrico 1 a 1) conseguente ad una variazione della MolaRità della soluzione.
Posso fare ciò ed eguagliare le equazioni di differenti molaRità perché ho lo stesso numero di moli di solito prima e dopo.
Infatti in una diluizione NON CAMBIANO le moli di soluto, ma solo il solvente ed il rapporto con quest’ultimo.

138
Q

VETRIOLO

A

Soluzione acquosa concentrata al 98,3% di ACIDO SOLFORICO H2SO4

139
Q

Titolazione

A

La titolazione è una tecnica di analisi chimica utilizzata per determinare la concentrazione di una soluzione (acido o base) ANALITA
(o titolando)
(analita=non determinata, da determinare)
FACENDOLA REAGIRE con una soluzione a concentrazione di acido o base nota (TITOLANTE)

140
Q

Requisiti di una REAZIONE DI titolazione

A
  • reazione dev’essere quantitativa ossia non deve esser presente alcun eccesso
  • dev’esser nota la stechiometria (coefficienti) della reazione
  • devo poter individuare il punto di equivalenza della reazione ossia il punto in cui sono miscelate QUANTITÀ EQUIVALENTI di un acido e una base
141
Q

Per misurare la concentrazione immunologica (rapporto ANTIGENE/ANTICORPO) posso usare

A

La TORBIDITÀ (mancanza di limpidità e/o di trasparenza) della soluzione

142
Q

Le propietà collegative esprimono…

A

Le VARIAZIONI delle propietà del SOLVENTE in seguito all’INTRODUZIONE dI SOLUTO.
Valgono perfettamente solo per le soluzioni ideali.

143
Q

Parametri che definiscono “l’idealità” di una soluzione

A

Una soluzione viene definita ideale quando la sua ENTALPIA DI MISCELAMENTO (ossia l’energia che la soluzione può scambiare con l’esterno quando miscelata) è nulla e la sua VARIAZIONE DI ENTROPIA è pari a zero.
Ciò non è possibile perché ogni corpo in soluzione disperde calore.

144
Q

Un solido è stabile quando disciolto in H2O solo se…

A

Polare.

I solidi inoltre non sono solubili in ogni quantità (limite di saturazione)

145
Q

Sfera di solvatazione

A

Interazione delle molecole del solvente, che circondano quelle del soluto.
Quando il solvente è l’acqua, si può parlare di IDRATAZIONE invece che solvatazione.

146
Q

Legge di Raoult

A

Descrive la variazione della pressione di vapore del SOLVENTE all’AGGIUNTA di SOLUTO
Parte dalla legge di dalton (Pa+Pb=Ptot)
e ottiene:
Pa=P0a•Xa + Pb=P0b•Xb = Ptot
Ptot=P0a•Xa +P0b•Xb
Dove
•X è la frazione molare
•P è la pressione di vapore del solvente/soluto quando in MISCELA
•P0 è la pressione di vapore “PURA” del solvente/soluto, ossia la sua pressione quando non in miscela

147
Q

La somma delle frazioni molari da sempre…

A

1

148
Q

Differenze di volatilità

A

Portano due “membri” della stessa miscela ad esser presenti in percentuali diverse nella fase liquida o in quella vaporosa e di conseguenza porta la frazione molare della miscela ad assumere valori diversi a seconda che la si misuri riguardo alla parte liquida o solida.
La differenza di volatilità fra soluto e solvente è alla base del processo di distillazione.
La distillazione è infatti una tecnica utilizzata per separare 2 o + sostanze in soluzione sfruttando le differenti volatilità ed i differenti punti di ebollizione.
Mediante tale tecnica non è mai possibile ottenere una concentrazione della soluzione pari al 100% perché minime quantità di solvente resteranno sempre “imbrigliate” tra le molecole di soluto evaporate.

149
Q

Azeotropia

A

Propietà di una soluzione tale per cui a seguito di particolari interazioni fra solvente e soluto/i (che in questo caso vengono detti AZEOTROPI) essi assumono un unico punto di ebollizione (punto azeotropico) che può essere più basso (p. azeot. negativo) o più alto (p. a. positivo) dei singoli punti di ebollizione.
Per gli azeotropi si “annullano” le differenze di volatilità e quindi essi NON POSSONO esser separare mediante DISTILLAZIONE

150
Q

“Sommatoria” legge di Raoult e legge di Dalton

A

Prendo la legge di Raoult, sostituisco 1-Xa a Xb (Xb=1-Xa), svolgo i dovuti calcoli e ottengo che:
Ptot=(P0a-P0b)Xa+P0m
da tale equazione si otterrà una retta (perché tale equazione si avvicina al tipo y=ax+b)
che ci consentirà di tracciare il DIAGRAMMA DI RAOULT.

151
Q

Diagramma di Raoult

A

È un diagramma chiuso perché alle ascisse ho la frazione molare (sempre e massimo 1 come valore).
Alle ordinate ho la pressione di vapore.
Il grafico mi consente di ricavare le variazioni di pressione di vapore dei componenti di una miscela parallele alle loro variazioni in moli (frazione molare) ed anche le differenti pressioni TOTALI di vapore al variare della concentrazione di soluto e solvente.
L’IDEALITÀ per una soluzione si raggiunge avvicinandosi alle ordinate P0a e P0b, ossia avvicinandosi al solvente puro, in una soluzione a bassissima concentrazione di soluto e con soluto poco volatile.
In un diagramma di Raoult infine c’è sempre un punto in cui le rette dei componenti della miscela s’incrociano, quello è il punto in cui essi presenteranno eguali PRESSIONI di VAPORE.

152
Q

Variazioni positive o negative delle rette del diagramma di Raoult

A

Le soluzioni sono sempre lontane dall’idealità.
Se l’è entalpia di mescolanza di una soluzione è diversa da zero si osserveranno delle DEVIAZIONI sul diagramma di RAOULT.
Se la variazione è positiva lo sarà anche la deviazione della retta (maggiore entalpia maggiore pressione di vapore maggiore temperatura), viceversa la deviazione sarà negativa (entalpia minore di zero minore pressione di vapore minore temperatura)

153
Q

Una diminuzione dell’entalpia corrisponde ad un aumento…

A

dell’ENTROPIA (ciò nell’ambito delle soluzioni e dell’entalpia di mescolanza)

154
Q

Semplicando la legge di Raoult cosa ottengo?

A

A patto di avere un soluto poco volatile e disciolto a bassissime concentrazione posso semplificare la legge di Raoult eliminando dall’equazione il membro “P0B•Xb” perché a tali condizioni esso rappresenta una quantità trascurabile.
Di conseguenza la legge diviene:
Ptot=P0a•Xa
A questo punto posso sostituire “1-Xb” a Xa (perché Xa=1-Xb) e svolgendo gli opportuni calcoli ottengo
P0a-Ptot=P0a•Xb
Ovvero la variazione di Pvapore=P0a•Xb
In conclusione “semplificando” la legge di Raoult ottengo la prima propietà colligativa di una soluzione (l’abbassamento della tensione di vapore)

155
Q

Prima propietà colligativa

A

ABBASSAMENTO TENSIONE DI VAPORE /\P(P0a-Ptot)=P0a•Xb
Si fa P0a meno Ptot e non viceversa perché la pressione di vapore PURA del solvente è sempre maggiore della sua pressione in soluzione (rifletti!).
•In una soluzione la tensione di vapore del solvente viene SEMPRE diminuita dalla presenza di un soluto e tale abbassamento è PROPORZIONALE alla concentrazione di soluto ESPRESSA COME FRAZIONE MOLARE.
•Ciò si verifica in ogni caso perché se inserisco del soluto alcune molecole del solvente saranno sempre impegnate (e di conseguenza imbrigliate) nella formazione di SFERE DI SOLVATAZIONE e/o interazioni e quindi impossibilitate ad evaporare.

156
Q

Abbassamento crioscopico ed innalzamento ebullioscopico

A

Analizzando il DIAGRAMMA DI STATO di H2O possiamo notare che all’AGGIUNTA di SOLUTO esso TRASLA. A pressione costante si può notare un abbassamento del punto di FUSIONE DEL GHIACCIO ed un aumento del punto di EBOLLIZIONE.
La misura di queste VARIAZIONI equivale alla seconda e terza propietà colligative.
/\Tcr=kcr•m /\Teb=keb•m
Dove le k sono costanti che esprimono le variazioni dei punti termodinamici all’AGGIUNTA di soluto ad una soluzione 1 molale.
m sta per MOLALITÀ perchè essa a differenza della molaRità NON DIPENDE dal volume e quindi dalla TEMPERATURA.
Le propietà colligative dipendono esclusivamente dal NUMERO DI OGGETTI!

157
Q

Le propietà colligative dipendono esclusivamente…

A

…DAL NUMERO DI OGGETTI

158
Q

Osmosi

A

Avendo una membrana semipermeabile od osmotica separante due soluzioni a concentrazioni diverse, l’osmosi è il fenomeno che porta il solvente della soluzione più diluita (IPOTONICA) a migrare verso quella più concentrata (IPERTONICA) al fine di portare le due soluzioni allo stesso livello di concentrazione (isotoniche).
Il fenomeno dell’osmosi continua fino al raggiungimento di tale stato di equilibrio.
Ricorda la metafora della VALVOLA DELLA BICI!
Nella REALTÀ il passaggio di soluti attraverso una membrana semipermeabile NON È IMPOSSIBILE, anche se parziale e/o sporadico.

159
Q

I soluti possono essere più piccoli del solvente?

A

NO, altrimenti sarebbe impossibile formare SFERE DI SOLVATAZIONE/IDRATAZIONE.

160
Q

Pressione osmotica

A

Da osservazioni sperimentali si può notare come la pressione osmotica sia direttamente proporzionale alla CONCENTRAZIONE MOLARE ed a una costante (k=RT).

P(pigreco)=nRT/V
Dov’è il rapporto n/V è la MOLARITÀ 
E il prodotto RT è una costante (k)
Si può anche esprimere come:
pigrecoV=nRT oppure come:
pigreco=kM

Ciò non è altro che l’equazione ideale di Van Der Waals portata alle soluzioni.

161
Q

Avendo due soluzioni a concentrazioni M1 e M2
(Osmosi è riferita alla MOLARITÀ!)
la pressione osmotica sarà uguale a

A

Alla differenza (“risultante”) tra le due pressioni osmotiche, differenza perché esse sono opposte l’una all’altra lungo la membrana.

162
Q

Strumento per misura osmosi è

A

OSMOMETRO

163
Q

Chilomicroni

A

Corpuscoli bianchi presenti nel sangue dopo mangiato che ne attenuano il colore.
Di mattino o quando contenente (altri) corpuscoli il sangue si presenta più scuro

164
Q

Il sistema di coagulazione

A

Trasforma fibrinogeno in FIBRINA tramite trombina ed è dipendente dagli Ioni calcio Ca++

165
Q

Anticoagulanti

A

Sottraggono gli ioni calcio (da cui dipende) al sistema coagulante.
Anticoagulanti sono eparina (glicosamminoglicano) difluoruro e EDTA (acido etildiamminotetraacetico)

166
Q

EDTA

A

Acido etildiamminotetracetico è uno dei principali anticoagulanti.
Lega come una chela gli ioni calcio grazie ai lone pairs di N e O, viene infatti detto anche CHELANTE.

167
Q

Prelievo sangue

A

Il sangue sedimenta e coagula rapidamente quando in provetta.
Se centrifugato potremo vedere che esso è composto dal 55% da plasma (giallognolo) (o siero (più pallido) se senza corpuscoli), dal 44% da ematocrito (globuli rossi) con un 1% costituito dal BUFFY COAT (striscetta Bianca di piastrine e leucociti).
I valori non sono fissi e nei ciclisti infatti (doping) l’ematocrito può arrivare anche al 60/75%.

168
Q

Eritropoietina

A

Ormone GLICOPROTEICO agente come regolatore del processo di ERITROPOIESI ossia sintesi del globuli rossi.

169
Q

BUFFY COAT

A

1 percento del sangue, strato costituito da piastrine e leucociti

170
Q

Concentrazione fisiologica

A

La pressione fisiologica nel sangue umano è 0,298M, ossia il sangue è una soluzione 0,298 molare.
Bisogna tener conto di ciò quanto di analizzano i globuli rossi in soluzione o quanto si iniettano farmaci per via endovenosa.
La soluzione iniettata dev’essere ISOTONICA rispetto alla soluzione sanguigna.

171
Q

Acantocita

A

Globulo rosso ANOMALO, con superficie dentellata e costellata di piccole spine.

172
Q

Posso usare le propietà colligative per calcolare

A

La MASSA

173
Q

Le propietà colligative descrivono il comportamento di

A

DEL SOLVENTE all’aggiunta di soluto

174
Q

Elettroliti e non

A

•Elettrolita: molecole che dissociano formando IONI, tutti gli elettroliti sono CONDUTTORI di elettricità.
Gli elettroliti FORTI (acidi e basi forti, sali) si dissociano completamente mentre gli elettroliti DEBOLI (acidi e basi deboli) lo fanno parzialmente e “reversibilmente”.
Di solito le sostanze che dissociano hanno percentuale ionica pari al 20/25% (PAULING)
•Non elettrolita: non si dissocia in ioni in soluzione, molte sostanze organiche NON SONO elettroliti

175
Q

Tutti i sali sono

A

ELETTROLITI FORTI, perché dissociano completamente

176
Q

Un’aldeide è un ossido possono essere elettroliti?

A

È assolutamente NO la risposta, perché essi in soluzione acquosa reagiscono con H2O formando ACIDI o IDROSSIDI

177
Q

Acidi di Arrhenius

A

Le sostanze che in H2O cedono ioni H+

178
Q

Acido più forte

A

HSbF6: il superacido

Acido FluoroAntimonico

179
Q

Dissociazioni seguenti di H+ per acidi con più atomi di idrogeno

A

In genere la prima dissociazione (il primo H+ ceduto) è forte, poi le successive sono sempre più deboli.
Eccezione è H2SO4, l’acido SOLFORICO, per cui la seconda dissociazione è PIÙ FORTE DELLA PRIMA.

180
Q

NH4OH

A

Idrossido di ammonio, prodotto INTERMEDIO della reazione di ammoniaca in acqua, che “termina” con formazione di ioni ammonio e “liberazione” parallela di OH-

181
Q

Costante dielettrica e permittività

A

Sono entrambe elevate nell’acqua così come in generale nelle sostanze polari.
Indicano una predisposizione a POLARIZZARE quando viene applicato un campo elettrico.

182
Q

Dissociazioni in soluzioni fisiologiche

A

Occorre tener conto di possibili dissociazione quando si preparano soluzioni che dovranno essere fisiologiche.
Le dissociazioni, infatti, CAMBIANO il numero di particelle disponibili. Preparando una soluzione di concentrazione 0,15M di NaCl, alla fine avrò 0,15M di Na+ e 0,15M di Cl-, per un totale di 0,30M.
La concentrazione è raddoppiata è giunta al valore fisiologico.

183
Q

Frecce elettroliti

A

Elettrolita forte:1 freccia
Elettrolita debole:2 frecce

Il motivo dietro ciò è il voler simboleggiare il fatto che per un elettrolita forte le dissociazioni sono totali e superano di gran lunga le riassoci azioni.
Per un elettrolita debole invece dissociazioni e riassociazioni sono in equilibrio, e le sue velocità di dissociazione e riassociazione identiche.

184
Q

Ni

A

La lettera greca ni (una specie di V) indica il numero di particelle originato dalla dissociazione

185
Q

Come faccio a tener conto dell’aumento delle particelle dopo una dissociazione in soluzione?

A

Grazie al Binomio di Van’t Hoff

186
Q

Grado di dissociazione

A

Si definisce grado di dissociazione (alfa) il rapporto tra le moli dissociate e le moli iniziali.
Alfa è pari a 1 per gli elettroliti forti (SALI, acidi e basi forti) e pari a 0 per i NON elettroliti.
In genere è un numero compreso tra 0 e 1.
Attenzione però perché per molti dissociate non si intende le moli formate dalla dissociazione ma la moli che si sono separate (se NaCl dissocia in Na e Cl, origina 2 particelle ma la mole dissociata di partenza è una sola!).

187
Q

Binomio di Van’t Hoff

A

Ottenuto a partire dalla formula
AnBm=An+Bm rappresenta la quantità [1+alfa(ni-1)] dove alfa sta per grado di dissociazione e ni per particelle “formate” dalla dissociazione.
Viene usato per “correggere” le propietà colligative ed adattarle alle soluzioni di elettroliti, moltiplicandolo per i valori delle concentrazioni, espressi nelle singole propietà colligative.
In genere viene moltiplicato per il “numero di oggetti” al fine di risalire al numero totale di particelle presenti in una soluzione “elettrolitica”

188
Q

Osmolarità

A

Di norma si riferisce al prodotto tra molaRità e binomio di Van’t Hoff nel calcolo della pressione osmotica in una soluzione elettrolitica.
Rappresenta la pressione osmotica totale di tutti gli ioni e particelle (SOLUTI) presenti in UN LITRO di soluzione o più semplicemente il numero totale di particelle e ioni presenti in un litro di soluzione. Il numero di particelle che contribuisce all’osmolaritá viene detto OSMOLE.
Quando non ci sono elettroliti l’osmolaritá è uguale alla molaRità essendo il binomio di Van’t Hoff pari ad uno.
Non confondere osmolaritá ed osmolalità.
Un solvente viaggerà verso la soluzione a maggiore osmolarità.

189
Q

Tutti i sali hanno

A

Grado di dissociazione pari ad UNO (alfa)

190
Q

Il cloro nell’organismo

A

Non si sa mai da dove arriva perché è quasi sempre protagonista di composti acidi forti, che dissociano totalmente “sparendo” dalla soluzione e non lasciando traccia.

191
Q

Per gli elettroliti deboli il binomio di Van’t Hoff

A

Resta intatto o al limite si semplifica ad 1-alfa, perché in un elettrolita debole le molecole dissociate sono evanescenti, pochissime e dunque la differenza ni-1 può essere eliminata dato il valore effimero è minuscolo di ni

192
Q

H3O+

A

Detto anche Ione IDRONIO o IDROSSONIO, si forma durante le dissociazioni di acqua in acqua, che seppur in piccolissima parte, anch’esse AVVENGONO.
Lo ione si forma perché O2 cede un lone pair allo Ione idronio H+

193
Q

Limite del grado di dissociazione

A

Il grave difetto del grado di dissociazione (alfa) è che dipende fortemente dalla CONCENTRAZIONE e varia al variare di quest’ultima.
Mi serve una costante e per questo faccio ricordo alla costante di equilibrio acido basico Keq!!

194
Q

Keq

A

Keq=[C]c[D]d/[A]a[B]b
Rappresenta in modo costante il rapporto NUMERO DI OGGETTI
FINALE/INIZIALE allo stato di EQUILIBRIO.
•Può assumere valori molto grandi o molto piccoli.
•Devo togliete dal sistema le molecole che reagiscono (con reagenti esterni) perché non potrebbero più riassociarsi ai “vecchi partner”

195
Q

Se in H2O ho un acido forte la dissociazione sarà termodinamicamente

A

VANTAGGIOSA

196
Q

La costante di dissociazione (kd/Keq/kw) esprime

A

LA TENDENZA DI UN COMPOSTO A DISSOCIARE

197
Q

Quante moli di H2O ci sono in un litro?

A

55,5
Perché 1000g/18g=55,5
(Peso/Mr)

198
Q

Il massimo valore della dissociazione dell’acqua in acqua è

A

10-7M
Significa che su 6,02•10^23 molecole se ne dissociano 6,02•10^16

In pratica su 55,5 moli se ne dissociano 0,0000001, ovvero un valore piccolissimo.
Le molecole NON dissociate in una soluzione di acqua in acqua sono 10^8 volte maggiori di quelle dissociate.

199
Q

Il prodotto tra gli ioni H+ e OH-

sarà

A

SEMPRE LO STESSO E DARÀ SEMPRE LO STESSO RISULTATO

10-7•10-7=10-14

200
Q

Effetto dello ione a comune

A

Sciogliendo in soluzione due elettroliti “producenti” lo STESSO IONE in dissociazione, l’elettricità più forte SOPPRIMERÀ o LIMITERÀ la dissociazione dell’elettrolita più debole.

201
Q

Principio di LeChatelier negli equilibrio acidobase

A

Il prodotto H-OH darà sempre lo stesso.
Se aggiungo in soluzione un acido forte, aumento in maniera esponenziale il numero di H.
Il sistema per ripristinare l’equilibrio e bilanciare il prodotto H-OH diminuirà gli ioni OH e quindi l’acqua DIMINUIRÀ IL NUMERO DELLE PROPRIE DISSOCIAZIONI favorendo quelle dell’acido per preservare l’equilibrio.
La dissociazione di un acido forte in acqua è termodinamicamente vantaggiosa

202
Q

H+ da solo

A

NON ESISTE.

Se si “stacca” si attacca immediatamente da un’altra parte

203
Q

La massima dissociazione di acqua si ha quando

A

LA SOLUZIONE È NEUTRA, ossia non è influenzata da elettroliti “esterni”’che spingono le dissociazioni di acqua a diminuire per preservare l’equilibrio

204
Q

p davanti ad un numero mi dice che

A

Devo fare il LOGARITMO di quel numero.

pX=logX

205
Q

Concentrazione madre di HCl

A

37%
11M—>approssimo a 10M(1•10^1)
Ossia una soluzione madre di HCl ha PH di -1 MENO UNO
POH sarà 10^-15 perché il prodotto tra gli ioni deve dare SEMPRE 10^-14
Il numero di OH in questo caso corrisponde alle DISSOCIAZIONI “RIMASTE” AD H2O, in quanto unico componente capace di donare OH- in questa situazione.

206
Q

Esempio

Calcolo del PH di una soluzione 2•10-4M

A
Considerato che PH=
—>log(10^-4•2)
——>-log(10^4)-log(2)=
—>4-0,301=3,699
Il PH sarà circa 3,7!!!
207
Q

Può acido in concentrazioni bassissime (oltre 10^-7) portare una soluzione ad un PH basico?

A

NO!

Un acido abbassa SEMPRE E SOLTANTO il PH di una soluzione, anche se in concentrazioni piccolissime

208
Q

Le soluzioni preparate in laboratorio non possono essere inferiori ad un PH di

A

Ad un PH di 3, ossia ad una concentrazione di ACIDO FORTE pari a 10^-3M

209
Q

In un elettrolita forte il numero degli OH/H “rilasciati” è uguale

A

Alla controparte nella molecola, che in caso di elettrolita forte si dissocia totalmente
Es. HCl—> H+=Cl-

210
Q

Il PH di un acido forte sarà uguale

A

Al logaritmo della sua concentrazione, o meglio alla sottrazione fra il logaritmo della potenza di dieci (uguale all’OPPOSTO DELLA POTENZA) e il numero a lei moltiplicato (se c’è)!

211
Q

Per determinare il PH di un acido debole si usa

A

UN SISTEMA DI 4 EQUAZIONI
1)ka=[H+][A-]/[HA]
2)Ca=[HA]+[H+]
Ossia prodotto molecole indissociate e dissociate
3)[H+]=[A-]+[OH-]
4)kw=[H+][OH-]
Il risultato di questo sistema sarebbe un’EQUAZIONE CUBICA, calcolo assurdo è inutile, che quindi cerco di evitare introducendo diverse APPROSSIMAZIONI.

212
Q

Kw

A

Detta anche prodotto dell’acqua, è uguale a [H+][OH-].
Si omette il rapporto con le molecole totali dissociate di H2O a differenza delle altre costanti perché le dissociazioni di acqua in sono rare, pochissime,
circa 1•10^-6 su 55,5 moli di molecole,
ossia su un milione di molecole se ne dissocia UNA.
Si può considerare costante, invece, il numero delle moli di acqua in un litro di acqua (1000g), ossia 55,5.

213
Q

Approssimazione del sistema per elettroliti deboli numero 1

A

Se la dissociazione comporta una CONCENTRAZIONE DI MOLECOLE DISSOCIATE di diversi ordini di grandezza MINORE delle molecole dell’elettrolita posso semplificare il sistema.
Elimino quindi KW, assumendo che l’introduzione dell’addio RIDUCA O ANNULLI LE DISSOCIAZIONI DI H2O, e semplifico le equazioni 2(elimino A-) e 3(elimino OH-)
Il risultato è in EQUAZIONE DI SECONDO GRADO che mi permette di calcolare gli H+ in questo modo: H+=radice di KaCa o KbCb in base se ho acidi o basi.

214
Q

Approssimazione sistema numero 2

A

Se i valori di Ka e Ca dell’elettrolita debole sono UGUALI o ESTREMAMENTE SIMILI, l’approssimazione numero UNO NON VA PIÙ BENE, perché altrimenti si avrebbe [HA=A-] e ciò è paradossale perché stiamo trattando acidi deboli.
In questo caso quindi non posso semplificare l’equazione numero DUE (resta Ca=[HA]+[A-]).
Il risultato sarà un equazione di secondo grado con H come incognita:
[H+]^2+[H+]Ka-KaCa=0

215
Q

Avendo pOH o pH posso ottenere la concentrazione di OH- o H+

A

ELEVANDO DIECI A MENO

(M E N O) IL VALORE DEL POH O DEL PH.

216
Q

Approssimazione sistema elettroliti deboli numero 3

A

Nel caso in cui si incontri una soluzione di acido con KA (costante di dissociazione) estremamente bassa (minore di 10^-7), si potrebbe incorrere nell’errore di calcolare un PH superiore a 7! Ciò è sempre impossibile perché anche con una Ka insignificante un acido NON ALZA MAI il PH!
Per superare quest’aporia debbo rimettere in gioco la costante (prodotto ionico) kw, che sviluppando il sistema mi porta alla seguente conclusione: [H+]=radice di KaCa + kw
QUALSIASI ELETTROLITA CON COSTANTE INFERIORE A 10-4, comunque, NON PRODUCE SIGNIFICATIVE VARIAZIONI DEL PH.

217
Q

La legge di DILUIZIONE DI OSTWALD

A

La legge di diluizione di Ostwald mi permette di calcolare la COSTANTE DI DISSOCIAZIONE (ka) conoscendo Ca (concentrazione) e il GRADO DI DISSOCIAZIONE (alfa).
La grande novità di questa legge è infatti il riuscire a connettere il grado di dissociazione alla costante (alfa—>ka) nel seguente modo:

alfa=radice di Ka/Ca
Ka=alfa^2Ca/1-alfa
L’intuizione di questa legge nasce dal fatto che mi è possibile esprimere il grado di dissociazione anche come rapporto fra CONCENTRAZIONI. (Cdissociate/Ciniziali)

218
Q

Brönsted Lowry

A

“Un ACIDO è una qualsiasi sostanza capace di DONARE PROTONI” (x+).
“Una BASE è una qualsiasi sostanza capace di ACCETTARE PROTONI”

Questa definizione non è in contrasto con Arrhenius, anzi amplia e completa la prima definizione, in crescendo di completezza che culminerà poi nell’ultima definizione di Lewis.
CONSEGUENZA DELLA LEGGE DI BRÖNSTEDLOWRY È IL CONCETTO DI ACIDO È BASE CONIUGATI.

219
Q

Definizione SIMMETRICA di acido di Castagnola

A

Acido è una sostanza che cede H+ ed acquista OH-;
Base è una sostanza che cede OH- ed acquista H+,
Cedere OH- od acquistare H+ sono attività che si equivalgono, fare una significa fare l’altra.

220
Q

Acido e base coniugati

A

Si formano inseguito alla ionizzazione di un composto.
La definizione è figlia della nuova teoria di BrönstedLowry.
L’acqua, essendo anfotera, può comportarsi sia da acido che da base coniugata.
La REGOLA che vige è che il PRODOTTO di una costante ACIDA (KA) e della costante basica della SUA BASE CONIUGATA (KB) è SEMPRE uguale a 10^-14

221
Q

Innovazione fondamentale teoria di BrönstedLowry

A

1)Se esiste una costante acida per un dato “oggetto” DEVE esistera la costante basica della sua base coniugata.
2)Questa scoperta si rende necessaria per superare un dilemma, ossia:
•Perché pur essendo TUTTI elettroliti forti, alcuni sali, come ad esempio NaCl NON INFICIANO IL PH, mentre altri, come NaCN,
modificano il PH?
La risposta risiede nelle COSTANTI di acidi e basi coniugati.
Infatti, in sali come NaCl, i due ioni hanno costanti talmente basse da risultare insignificanti dal punto di vista del PH.
(Ricorda infatti che una costante acida o basica che sia inferiore a 10^-15 non può inficiare il PH)

222
Q

Il prototipo di acido per BrönstedLowry è

A

HCl, acido (non super) più forte in natura, con costante(Ka) pari a 10^30 (si, proprio alla TRENTESIMA senza meno).
La controparte più forte nel mondo delle basi è NaOH, con un una Kb pari a 10^20.

223
Q

Se un acido è forte la sua base coniugata è debole, è vero ciò?

A

Assolutamente no, non è una regola, pur essendoci qualche caso del genere.

224
Q

Un acido e la sua base coniugata hanno la stessa forza quando

A

QUANDO LA SOLUZIONE È NEUTRA.
Avendo infatti il prodotto tra le costanti di acido e base coniugata SEMPRE 10^-14 come risultato, l’unico caso possibile per cui le due costanti abbiano la stessa forza è quando sono entrambe 10^-7, ossia quando la soluzione è neutra.

225
Q

Approssimazione sistema elettroliti deboli numero 3

A

Nel caso in cui si incontri una soluzione di acido con KA (costante di dissociazione) estremamente bassa (minore di 10^-7), si potrebbe incorrere nell’errore di calcolare un PH superiore a 7! Ciò è sempre impossibile perché anche con una Ka insignificante un acido NON ALZA MAI il PH!
Per superare quest’aporia debbo rimettere in gioco la costante (prodotto ionico) kw, che sviluppando il sistema mi porta alla seguente conclusione: [H+]=radice di KaCa + kw
QUALSIASI ELETTROLITA CON COSTANTE INFERIORE A 10-4, comunque, NON PRODUCE SIGNIFICATIVE VARIAZIONI DEL PH.

226
Q

La legge di DILUIZIONE DI OSTWALD

A

La legge di diluizione di Ostwald mi permette di calcolare la COSTANTE DI DISSOCIAZIONE (ka) conoscendo Ca (concentrazione) e il GRADO DI DISSOCIAZIONE (alfa).
La grande novità di questa legge è infatti il riuscire a connettere il grado di dissociazione alla costante (alfa—>ka) nel seguente modo:

alfa=radice di Ka/Ca
Ka=alfa^2Ca/1-alfa
L’intuizione di questa legge nasce dal fatto che mi è possibile esprimere il grado di dissociazione anche come rapporto fra CONCENTRAZIONI. (Cdissociate/Ciniziali)

227
Q

Brönsted Lowry

A

“Un ACIDO è una qualsiasi sostanza capace di DONARE PROTONI” (x+).
“Una BASE è una qualsiasi sostanza capace di ACCETTARE PROTONI”

Questa definizione non è in contrasto con Arrhenius, anzi amplia e completa la prima definizione, in crescendo di completezza che culminerà poi nell’ultima definizione di Lewis.
CONSEGUENZA DELLA LEGGE DI BRÖNSTEDLOWRY È IL CONCETTO DI ACIDO È BASE CONIUGATI.

228
Q

Definizione SIMMETRICA di acido di Castagnola

A

Acido è una sostanza che cede H+ ed acquista OH-;
Base è una sostanza che cede OH- ed acquista H+,
Cedere OH- od acquistare H+ sono attività che si equivalgono, fare una significa fare l’altra.

229
Q

Acido e base coniugati

A

Si formano inseguito alla ionizzazione di un composto.
La definizione è figlia della nuova teoria di BrönstedLowry.
L’acqua, essendo anfotera, può comportarsi sia da acido che da base coniugata.
La REGOLA che vige è che il PRODOTTO di una costante ACIDA (KA) e della costante basica della SUA BASE CONIUGATA (KB) è SEMPRE uguale a 10^-14

230
Q

Innovazione fondamentale teoria di BrönstedLowry

A

1)Se esiste una costante acida per un dato “oggetto” DEVE esistera la costante basica della sua base coniugata.
2)Questa scoperta si rende necessaria per superare un dilemma, ossia:
•Perché pur essendo TUTTI elettroliti forti, alcuni sali, come ad esempio NaCl NON INFICIANO IL PH, mentre altri, come NaCN,
modificano il PH?
La risposta risiede nelle COSTANTI di acidi e basi coniugati.
Infatti, in sali come NaCl, i due ioni hanno costanti talmente basse da risultare insignificanti dal punto di vista del PH.
(Ricorda infatti che una costante acida o basica che sia inferiore a 10^-15 non può inficiare il PH)

231
Q

Il prototipo di acido per BrönstedLowry è

A

HCl, acido (non super) più forte in natura, con costante(Ka) pari a 10^30 (si, proprio alla TRENTESIMA senza meno).
La controparte più forte nel mondo delle basi è NaOH, con un una Kb pari a 10^20.

232
Q

Se un acido è forte la sua base coniugata è debole, è vero ciò?

A

Assolutamente no, non è una regola, pur essendoci qualche caso del genere.

233
Q

Un acido e la sua base coniugata hanno la stessa forza quando

A

QUANDO LA SOLUZIONE È NEUTRA.
Avendo infatti il prodotto tra le costanti di acido e base coniugata SEMPRE 10^-14 come risultato, l’unico caso possibile per cui le due costanti abbiano la stessa forza è quando sono entrambe 10^-7, ossia quando la soluzione è neutra.

234
Q

Idrolisi salina

A

Dicendo idrolisi salina si intende la dissociazione di molecole di h2o indotta dai cationi/anioni liberati da un sale.
La formula di idrolisi salina è la seguente:
OH-= radiceKbCb o radiceKw/Ka•Cs
H+= radice KaCa o radice Kw/Kb•Cs

235
Q

Solfonati

A

Sali o esteri dell’acido solforico

236
Q

Acidità del fenolo

A

Dalla dissociazione con il gruppo OH il fenolo diventa acido e la carica negativa inizia a “vagare” per l’anello.
Può trovarsi in varie posizioni diverse ma non in posizione meta (1,3) in quanto altrimenti interferirebbe con il doppio legame e con la risonanza.

237
Q

Soluzione tampone

A

Si definisce tampone una soluzione (di un acido/base e della sua base/acido coniugata o di un acido/base e del suo sale coniugato) che SI OPPONE alle variazioni di PH per aggiunte moderate di acidi o basi.
Partendo dalla costante di equilibrio del tampone posso ricavare che
[H+]=Ka•Ca/Cs

Ciò che succede in pratica è che il tampone assorbe QUANTITATIVAMENTE gli H+ o gli OH- dell’elettrolita limitando o annullando la variazione di PH.

238
Q

Capacità di tamponamento

A

La capacità di tamponamento di una soluzione è la sua propietà di resistenza alle variazioni di PH e dipende dal rapporto Ca/Cs.
Una soluzione ha buona capacità tamponante quando tale rapporto è COMPRESO tra 10 (diviene 1 con log)e 1/10 (-1 con log) (tale intervallo è detto CAMPO DI VIRAGGIO del campione)!!
Per questo motivo un tampone di acido acetico (che agisce entro un campo di viraggio di 4.75 +1 e -1) non é un buon tampone per il sangue, che ha PH 7.4

239
Q

Il tampone ideale per il sangue è

A

IL BICARBONATO

240
Q

Indicatore di PH

A

Un indicatore è un acido o una base debole che ha il colore della forma ASSOCIATA DIVERSO da quello della forma DISSOCIATA.
Gli indicatori devono essere usati per non inficiare il PH.
Altra cosa è che gli indicatori, che cambiano colore per salto degli elettroni, devono emettere radiazioni nello spettro del visibile.
Usando acido debole come indicatore ad esempio questi dissocierà a ph basici rilasciando ad esempio un colore bluastro, restando associato invece a PH acido; quando invece la forma indissociata e dissociata saranno al 50% il colore sarà una via di mezzo fra i due

241
Q

0 e 14 sono limiti reali nella scala di acidità?

A

No, è puro formalismo, possono in realtà tali limiti essere superati, ma non di molto!!

242
Q

Diagramma di distribuzione ionica

A

Anche detto diagramma di BJERRUM mi permette di avere certezza della frazione molare di ciascuna specie presente in soluzione a diversi valori di PH. (Es. Concentrazione parte indissociata e dissociata di un elettrolita a diversi valori di PH).
È possibile tracciarlo conoscendo la/le pKa, che saranno punto in cui due specie si troveranno al 50%
È un diagramma simmetrico e chiuso, alle ordinate ho la frazione molare (espressa su di una scala logaritmica a causa del fatto che le concentrazioni possono variare di diversi ordini di grandezza) mentre alle ascisse ho la scala di PH

243
Q

Elettrolita forte può avere un diagramma significativo?

A

Assolutamente no, perché un elettrolita forte è sempre dissociato, lungo TUTTA la scala di PH.
HCl ad esempio secondo la sua pKa dovrebbe “riassociarsi” a PH -30, che è un valore assolutamente irraggiungibile.

244
Q

Sono “tutti elettroliti forti”

A

Se vario opportunamente il PH

245
Q

Nel sangue (PH 7,4) è presente ammoniaca o ione ammonio?

A

Nel sangue è presente ione ammonio, lo posso capire dal diagramma di distribuzione ionica

246
Q

Un diagramma di distribuzione dipende dalla concentrazione?

A

Assolutamente no, dipende soltanto dal tipo di elettrolita implicato e dalla sua Ka

247
Q

Analisi chimica

A

Deve tener conto dell’ERRORE,
può essere qualitativa (cosa c’è in un sistema) o quantitativa (quanta roba c’è).
La titolazione è un esempio di analisi quantitativa

248
Q

Cos’è una titolazione?

A

Il termine titolazione deriva da TITOLO (concentrazione).
Essa è una reazione che permette di individuare la concentrazione di una soluzione (ANALITA o TITOLANDO)(quando si parla di concentrazione c’è sempre una soluzione) facendola reagire con una soluzione a concentrazione nota (TITOLANTE).
Le tre condizioni per una titolazione sono:
•La reazione deve essere quantitativa, ossia non deve esserci eccesso e devo poter trasformare tutto in prodotti
•Deve essermi nota la stechiometria della reazione
•Devo riuscire ad individuare il punto di equivalenza della reazione
Esempi di titolazione sono le redox, le antigene anticorpo o le Ca++ EDTA.

249
Q

L’equazione del tampone si chiama anche

A

Equazione di
HENDERSON-HASSELBACK;
H+=Ka•Ca/Cs

250
Q

Punto di equivalenza

A

Punto in cui ogni reattivo ha reagito e HO UGUALI CONCENTRAZIONI (equivalenza) DI ANALITA E TITOLANTE

251
Q

Come individuo il punto di equivalenza?

A

Utilizzo un indicatore che cambi drasticamente la concentrazione di H+ in prossimità del PE

252
Q

Titolazione acido forte (HCl)

A

Utilizzerò come titolante una base forte del tipo NaOH, secondo una titolazione FORTEFORTE.
La reazione se eseguita rispettando le tre premesse di una titolazione porterà alla
formazione QUANTITATIVA di H2O
(adesso quindi tutti gli ioni H e OH saranno forniti da H2O) e NaCl nel punto di equivalenza.
In soluzione, però, NaCl NON SI FORMA, e resta nella forma Na+Cl- perché è un sale ovverosia un elettrolita forte che in soluzione dissocierà sempre.
Il PE di questa specifica titolazione sarà a PH neutro, ciò perché le componenti del sale, Na e Cl, sono un acido e una base TALMENTE DEBOLI da non modificare il PH.
Come posso osservare dal grafico di titolazione mLPH (che può traslare variando la concentrazione dell’analita ma rimane SEMPRE LO STESSO) la VIRATA in una titolazione di un elettrolita forte è decisamente mente di quella di un elettrolita debole, ciò mi suggerisce che poco prima o poco dopo il punto di equivalenza il PH subisce variazioni drastiche.
Questo accade perché una soluzione di elettrolita forte, liberando ioni in grandissima quantità, è in grado di fare da TAMPONE.

253
Q

Classi di indicatori

A

Acido: metilarancio-giallo
Neutro:tornasole
Basico:fenolaftaleina e blu di bromotimolo

254
Q

Posso titolare un elettrolita forte con uno debole?

A

No, perché un elettrolita forte “non esalta” la virata di uno debole.

255
Q

Titolando un elettrolita diprotico il diagramma di titolazione sarà

A

Traslato in avanti sulle ascisse (mL) perché liberando il doppio degli ioni in soluzione, tali elettroliti necessitano di una quantità doppia di titolante per raggiungere il punto di equivalenza.

256
Q

Normalità

A

eq/L
La normalità attraverso gli equivalenti definisce una quantità con la reattività di una specie; la reattività però, può variare e con essa dunque anche la normalità.
Questa grandezza è stata abolita dalla iupac e ritenuta obsoleta perchè DIPENDE FORTEMENTE DALLA REAZIONE e DAL TIPO DI REAZIONE.
Posso ancora usarla però negli equilibri acidobase e spesso trovo che rispetto ad una determinata soluzione essa EQUIVALGA AL PRODOTTO TRA LA MOLARITÀ ED IL COEFFICIENTE STECHIOMETRICO DEGLI IONI H O OH LIBERATI DA UNA SPECIE.

257
Q

Equivalente

A

g/PE ove il PE è uguale a Mr/Vo dove Vo la VALENZA OPERATIVA, ossia un numero che dipende dagli ioni rilasciati da una specie.

258
Q

Titolazione di un acido debole (es. CH3COOH)

A

Posso titolare un acido debole aggiungendo GRADUALMENTE NaOH. Come posso vedere dal diagramma di BJERRUM, un acido debole non dissocia in ambiente acido.
Ora, per ripristinare l’equilibrio (LeChatelier) “sballato” dall’ingresso in soluzione degli OH derivanti dalla base, anche l’acido inizia a dissociate.
Per considerare questa titolazione mi servono tre punti:
•Il punto uno è l’inizio, non ho ancora aggiunto il titolante e posiziono il punto di partenza in concomitanza della Ka dell’elettrolita in questione. Il pH in questo punto è uguale a radice di Ka/Ca
•Quando il titolante avrà reagito con metà dell’analita potrò dire di essere arrivato al PUNTO DI SEMIEQUIVALENZA. Qui avrò L’analita al 50% come acido e al 50% come sale formato con NaOH, avrò dunque un TAMPONE ed il pH sarà uguale a Ka•Ca/Cs (dove il rapporto in questo caso è pari ad uno!)
•quando avrò fatto REAGIRE tutto il titolando potrò dire di essere arrivato al punto di equivalenza; un acido debole può avere costanti basiche deboli, ma non necessariamente così deboli da non inficiare il PH, che potrò calcolare dunque con la formula dell’idrolisi salina: H+=radice di Kw/Kb•Cs.
A questo punto però devo tener conto del fatto che i volumi POSSONO ESSERE ADDITTIVI, ovverosia la concentrazione del sale può essere diversa dalla concentrazione iniziale dell’acido, NON IN TERMINI DI MOLI ma in termini di volume a causa del volume introdotto dal titolante!!
Infine posso dire che la virata di un elettrolita debole è meno accentuata di quella di un elettrolita forte ed è direttamente proporzionale, dunque, alla forza dell’elettrolita.
A causa di questo cambio devo utilizzare un INDICATORE DIVERSO, in questo caso, la virata (PE) avviene a PH basici, mi servirà dunque un indicatore basico.

259
Q

Differenze titolazione forte e debole (elettrolita)

A

Apparte le differenze più lampanti posso dire che in una titolazione forte forte gli H+ o gli OH- dell’analita si trovano già liberi in soluzione e semplicemente reagiscono.
Nel caso degli elettroliti deboli, invece, che sono indissociati a PH prossimi alla loro natura, gli elettroni vengono STRAPPATI dall’aggiunta del TITOLANTE per ripristinare l’equilibrio

260
Q

Diagramma acidi diprotici

H2CO3 e H2SO4

A

Devo tener conto del fatto che ho due Ka.
La concentrazione della specie intermedia (es. HCO3-) sarà come posso verificare massima a metà fra le due pKa, con concentrazione pari a 1/2(pka1+pka2)
Tale diagramma può tener conto di altri equilibri, ad esempio in ambiente acido oltre a H2CO3 posso avere CO2, derivante dalla dissociazione dell’acido, mentre a PH basico ed in presenza di ioni calcio avrò la formazione quantitativa di carbonato di calcio (CaCO3)

261
Q

Titolazione di un acido debole poliprotico (H2CO3)

A

In tale titolazione avrò cinque punti di riferimento da considerare, dovuti al fatto che ho DUE DISSOCAZIONI.
•1)possono con le dovute approssimazioni affermare che in tale punto io abbia soltanto la forma indissociata dell’acido, essendo rara e non rilevante la presenza delle forme dissociate. Nel calcolo del PH lo tratto come acido monoprotico, é approssimo (ricorda il sistema degli acidi deboli) che la concentrazione di H+ sia uguale a quella degli HCO3-, escludendo gli CO3- (quasi mai presenti a tali valori di PH) e trattando di fatto il mio acido COME UN MONOPROTICO, tale per cui H+=radice KaCa
•2) tale punto equivarrà al PRIMO punto di semi equivalenza in cui avrò al 50% acido e bicarbonato e varrà la formula del tampone
•3)in tale punto ho il primo punto di equivalenza; ATTENZIONE PERÒ, HCO3- è un composto ANFOTERO e varia il suo comportamento a seconda del fatto che sia a contatto con H2CO3(in questo è base perché meno acido) o CO3^2-(in questo caso è acido).
Anche se di norma prevale la forma H2CO3 é quindi il carattere basico del bicarbonato, devo introdurre una formula che tenga conto della presenza di tutte e due le “variabili” (H2CO3 e CO3^2-): tale formula deriva dal PRODOTTO DALLE DUE Ka ed è radicedi Ka1Ka2.
(il sale è Na+HCO3- ed è sempre dissociato perché siamo in una soluzione ed esso è un elettrolita forte)
•4)punto numero quattro è anche il secondo punto di semi equivalenza e secondo tampone perché ho trasformato metà bicarbonato (50% bicarbonato e carbonato).
•5)Posso considerare la formazione di un SALE vero e proprio e non di un anfotero.
Ottengo il PH grazie alla formula dell’IDROLISI SALINA.

262
Q

I punti di equivalenza e semi equivalenza variano in funzione della concentrazione?

A

Assolutamente NO!

263
Q

Unico amminoacido SENZA CARBONIO ASIMMETRICO

A

La glicina (ha due H)!

264
Q

Zwitterione

A

Dal tedesco Zwitterion: molecola neutra nel complesso ma avente due cariche opposte LOCALIZZATE in essa.
OTTENGO LA FORMA ZWITTERIONICA QUANDO IL CARBOSSILE CEDE L’H+
A NH3-, ciò accade ad un determinato valore di PH noto come punto ISOELETTRICO

265
Q

Il radicale amminico di un amminoacido

A

È NH2 e non NH3, sarebbe impossibile per la valenza di N!!

266
Q

Definizione di Lewis

A

È la definizione prediletta per la chimica organica, completa è non va contro le precedenti ipotesi di Arrhenius e BrönstedLowry.
•Acido è un composto che ACCETTA UN LONE PAIR
•Base è un composto che CEDE UN LONE PAIR
Molti acidi lo sono indirettamente, perché cedono H+ che A SUA VOLTA accetta il lone pair.

267
Q

Perchè Ka=Kw/Kb

A

Perchè posso verificare sperimentalmente che il prodotto delle KaKb di UN composto è uguale a 10^-14, ossia Kw.
Avendo KaKb=Kw, mi basta scambiare i termini dell’equazione per ottenere tale risultato.

268
Q

Diagramma di distribuzione ionica (BJERRUM) degli amminoacidi

A

Posso trattare gli amminoacidi come acidi diprotici, in quanto hanno due pKa, una del carbossile e una di NH3+ (ho NH3+ e NON NH4+!! Il radicale amminico è NH2 e non NH3!!).
La costante del carbossile è leggermente più alta di quella dell’acido acetico e ciò è dovuto alla vicinanza del radicale amminico, che facilita la dissociazione.
La pKa dell’NH3 invece può essere considerata sostanzialmente pari a quella dello IONE AMMONIO.
RIGUARDO AL DIAGRAMMA di BJERRUM posso osservare che a PH acidi un amminoacido si trova in forma positiva (NH2 diventa NH3+ ed è facile capirlo conoscendo i diagrammi di acidi e basi deboli!), DOPO LA PRIMA DISSOCIAZIONE
(e non generalmente a PH NEUTRO!) OTTENGO LA FORMA ZWITTERIONICA;
dopo la seconda dissociazione ottengo invece la forma negativa.

269
Q

Cromatografia

A

Tecnica di separazione di una miscela omogenea in cui cui faccio scorre la soluzione in una FASE FISSA attraverso una FASE MOBILE (ELUENTE) che può liquida nella cromatografia liquida o gassosa nella gascromatografia.
Ci sono quattro tipi diversi di cromatografia:
•1)per adsorbimento (metodo obsoleto;
ad sorbere=assorbire lentamente)
•2)per RIPARTIZIONE che a sua volta si divide in DIRETTA (fase fissa polare ed eluente apolare) od INVERSA (fase fissa apolare ed eluente/fase mobile polare). La fase inversa è oggi la tecnica più utilizzata per gli amminoacidi e le proteine.
•3)a SCAMBIO IONICO in cui la FASE FISSA (ad esempio una resina) è carica: avrò scambio anionico con fase fissa positiva e scambio cationico con fase fissa carica negativamente
•4) per GEL FILTRAZIONE ove la fase fissa è costituita da sferette concentriche attraversabili selettivamente (utilizzata molto per le proteine).
In base al metodo le sostanze MIGRERANNO IN MODO DIVERSO ed io potrò tenerne conto in base a dei bandeggi su COLONNA ascendenti o discendenti o grazie ai nuovi e più moderni metodi (HPLC ossia High Performance Liquid Cromatography e la RP-HPLC dove RP sta per Reversed Phase ossia fasa INVERSA)

270
Q

Anodo e Catodo

A

Anodo ha carica POSITIVA

e si chiama così perché ATTRAE ANIONI; il catodo ha carica NEGATIVA ed ATTRAE CATIONI

271
Q

Mobilità elettroforesica

A

Predisposizione a “correre” in un campo magnetico.

Malfa=q/Rs dove q è la carica e Rs è il raggio di Einstein Stokes.

272
Q

Elettroforesi

A

Tecnica di separazione dei componenti di una miscela che si basa sulla MIGRAZIONE IN UN CAMPO ELETTRICO applicato mediante un coppia di elettrodi (anodo catodo) e sarà dunque RISERVATA AGLI ELETTROLITI.
È importante conoscere bene la natura del “soggetto” (amminoacido) da analizzare ed è parimenti importante il posizionarlo bene (più lontano lo posiziono dal polo di riferimento più “esalterò” la sua migrazione).
Ogni amminoacido a seconda delle caratteristiche ha una diversa mobilità elettroforetica.
Per evidenziare i risultati e MARCARE il passaggio di cariche utilizzo un colorante o indicatore come la NINIDRINA.
Tramite elettroforesi “su plasma” sono stati individuati 40 amminoacidi (non ancora la selenocisteina (UGA).

273
Q

Le forme di una specie, tra “dissociate e non” sono sempre

A

Una in più dei pKa!

274
Q

Punto isoelettrico e come si calcola

A

È il VALORE DI PH in cui un amminoacido presenta forma ZWITTERIONICA e quindi “neutra”.
Conoscendo le due pKa presenti sul diagramma di distribuzione ionica esattamente prima (Pkax) e dopo (Pkay) di tale punto mi sarà possibile calcolarlo così
PI=radice di Ka(x)•Ka(y) ossia
1/2pkaX+pkaY

275
Q

Amminoacidi acidi

A

Dato che a PH neutro tirosina e cisteina non fanno valere le loro propietà acido posso considerare veri e propri amminoacidi ACIDI soltanto l’ACIDO ASPARTICO (Asp/D: ha un acido acetico come terminale idrocarburico) e l’ACIDO GLUTAMMICO (Glu/E ha un acido propanoico come terminale idrocarburico).
Essi avranno 3 pKa (le due normali più quella del terzo carbossile) e la pKa1 ossia la più forte sarà sempre quella del carbossile vicino al gruppo amminico perché questi influenza la dissociazione e “rafforza l’acidità”.
Avendo tre pKa posso ottenere la concentrazione di ioni H+ dallo svolgimento di un’equazione cubica, che mi evidenzia anche la presenza di quattro specie in dissociazione, quattro come i termini dell’equazione e come sempre una specie in più dei pKa.
Il PUNTO ISOELETTRICO di un amminoacido acido sarà fortemente spostato in AMBIENTE ACIDO.
Nell’elegteoforesi in ambiente basico, infine acido aspartico e glutammico “corrono” di più perché presentano due cariche negative.
Acido aspartico è in assoluto il più veloce perché ha raggio di Einstein Stokes minore.

276
Q

Amminoacidi basici

A

Lisina (Lys), Arginina (Arg) e Istidina (ist).
Di norma SOLTANTO QUESTI TRE PIÙ I DUE AMMINOACIDI ACIDI INFLUENZANO LA IONIZZAZIONE DI UNA PROTEINA.
Per un elettroforesi che DISCRIMINI lisina, Arginina ed istidina mi serve un ambiente acido, per “valorizzare” la doppia carica positiva.

277
Q

Legame Peptidico

A

Si forma per condensazione e quindi con eliminazione di una molecola di H2O.
Ha parziali caratteristiche di doppio legame ed una forma di risonanza in cui sostanzialmente il doppio legame si sposta dal CO residuo del carbossile al CN, O acquista carica negativa perchè prende a se l’elettrone pi greco e N acquista carica positiva perchè lo rimette in gioco nel nuovo legame CN.
Di norma la forma più presente di tale legame è quella TRANS, ci sono alcune chaperonine però che possono portare al passaggio da Cis a Trans.

278
Q

Avendo un diagramma di distribuzione ionica per un amminoacido, posso affermare che la percentuale della forma ZWITTERIONICA

A

NON ARRIVA MAI AL 100%

279
Q

Una soluzione è satura se

A

Contiene la massima concentrazione possibile di solito disciolto e non è più possibile scioglierne altro senza che esso PRECIPITI come corpo di fondo.

280
Q

Corpo di fondo

A

Soluto che non riesce più a solubilizzare, in presenza di soluzione satura neanche un ELETTROLITA FORTE come NaCl può dissociate.

281
Q

Solubilità e limite di solubilizzazione

A

Come tutti gli equilibri anche il limite di solubilizzazione è regolato da costanti.
Tale limite e quindi anche la quantità di corpo di fondo DIPENDONO DALLA TEMPERATURA.
A T costante la quantità di corpo di fondo è costante.

282
Q

NaCl(s)

A

Scrivo NaCl così, con questa scrittura che indica la FRAZIONE DI SOVRASSATURAZIONE, perché il cloruro di sodio è presente associato solo come corpo di fondo, essendo un elettrolita forte.

283
Q

Attività

A

Viene definita come rapporto tra la FUGACITÀ allo stato attuale e la FUGACITÀ all’equilibrio di una sostanza.

Fugacità: grandezza ALTERNATIVA alla pressione per tenere conto degli scostamenti delle sostanza rispetto all’idealità

284
Q

Costante di solubilità

A

Una costante di solubilità del genere Ks=[Na+][Cl-]/[NaCl] , che può essere semplificata a prodotto [Na+][Cl-] ponendo l’attività del denominatore pari a 1 mi serve per calcolare la solubilità massima di una sostanza in un litro di H2O ed è VALIDA SOLTANTO quando HO UN CORPO DI FONDO. Se il soluto è sciolto completamente non ha senso tirare la Ks in ballo.
La solubilità è rappresentata sempre da una concentrazione espressa in MOLARITÀ.

285
Q

Principio di LeChatelier per la solubilità

A

Così come l’acqua riduce le proprie dissociazioni all’ingresso di elettroliti in soluzione per mantenere la Kw a 10^-14, osservo lo stesso EFFETTO IONE A COMUNE quando sciolgo due sali con il medesimo ione.
La massima dissociazione di un sale e quindi il suo massimo limite di solubilizzazione si ha quando il sale è disciolto da solo e non ho ioni a comune.
In soluzione di AgCl con NaCl, dato che a T costante la quantità di corpo di fondo è costante, cambieranno i limiti di solubilizzazione dei composti per far fronte all’effetto ione a comune.
Nel calcolo della solubilità con ione a comune tengo conto della formula
s=Ks/concentrazioneioneacomume e tengo opportunamente conto della stechiometria.

286
Q

Calcolo della solubilità

A

Avendo Ks=S•S avrò che (se la stechiometria dei componenti del composto è 1) S=radice di Ks perché perché S•S(quindi al quadrato)=Ks.
Nel caso di composti del tipo Ag2SO4 ho
Ks=(2s)^2•s da cui 4s^3=Ks da cui
S=radicecubica di Ks/4

287
Q

Il PH può influenzare la solubilità

A

SI, se il soluto ha ioni a comune con H2O (OH o H) al variare della concentrazione di questi e quindi al variare di PH varierà la solubilità del soluto stesso.

288
Q

Posso avere una solubilità di 10^-30

A

Assolutamente no, un numero inferiore di diversi ordini di grandezza al numero di Avogadro è un NONSENSO, significa che il composto non è solubile in quel determinato solvente alle determinate condizioni.