Capitolo 6 Flashcards

1
Q

Cos’è l’anafora? Fare esempio

A

Quando parliamo di testualità orale, si ha spesso l’esigenza di introdurre un
oggetto nuovo o riprendere l’oggetto referente di cui si è parlato prima.
L’introduzione di un elemento nuovo viene codificato tramite il sintagma nominale indefinito, per esempio “un ragazzo dice” o oggetti unici come la luna e il sole. Quando invece bisogna riprendere il referente, si usano tante strategie “leggere” o “pesanti” a seconda dei mezzi grammaticali mistici utilizzati per esprimere questo recupero della referenza, quindi l’anafora. Quello che si chiama rimando anaforico.
Il rimando anaforico è la ripresa di qualcosa che già è stato detto prima o un referente implicito all’universo del discorso relativo ai parlanti, per questo viene chiamato in causa la pragmatica.
Il procedimento inverso è la catafora, cioè l’anticipazione. Un esempio è la ripresa lessicale: “Adelaide ha una bicicletta. La bicicletta è rossa”. Questa è una strategia pesante perché viene ripreso l’intero sintagma nominale. Possiamo usare diverse strategie come :
1) È rossa la bicicletta. È un’anafora zero perché il referente è vicino e viene affidata all’accordo del verbo.
2) Adelaide ha una bicicletta. Il referente viene introdotto con un articolo indefinito.
3) Essa è rossa. Si usa il pronome anaforico.
4) Il mezzo è rosso. Il mezzo è un sinonimo.
5) Questo strumento. Questo è un sintagma determinato

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2
Q

Cosa sono i connettivi?

A

COESIONE: Si fa riferimento all’aspetto formale (gli accordi esatti, pronome
usato in maniera opportuna).
COERENZA: Configurazione dei contenuti sul piano del significato

I connettivi si pongono su questi due piani perché ci permettono di esplicitare la coerenza di un testo, per esempio i rapporti di causalità.
Quando i rapporti di connessione testuale si cominciano a essere utilizzati? Nella fase in cui l’apprendente ha acquisito degli elementi connettivi, cioè la coordinazione. I primi elementi coordinanti sono gli elementi che codificano la funzione della casualità.
(Questo capitolo fatelo interagire con il capitolo della sintassi)
Specchietto del libro: Si passa dal mettere gli enunciati uno accanto all’altro senza connettivi; poi emergono i connettivi (e, ma, poi, perché); quelli più complessi (quando, che, allora) infine i formali (comunque, invece).
Una particolarità è il connettivo MA perché esso ha un valore plurifunzionale. Il MA PROTOTIPICAMENTE ha la funzione avversativa, ma va a veicolare altre funzioni di tipo concessivo (Sostituisce anche se); aggiuntivo; ripresa di turno, cioè funge da segnale discorsivo (ma domani che fai?); enfasi (ma anche no, ma sì) funge da avverbio focalizzatore.
Le relazioni causali sono di due tipi:
1) Descrittivo o semantico, cioè descrive una casualità esterna al testo. (Marco andava in bicicletta ed è caduto).
2) Argomentazioni nel testo (dunque, pertanto) sono relazioni intratestuali. L’elemento che codifica tutti i valori casuali è il perché.
La causalità non è un settore che pone particolari problemi agli apprendenti. L’uso pragmatico-testuale è più marcato di quello semantico-descrittivo. L’aspetto semantico-descrittivo è legato ad aspetti reali-referenziali, mentre l’uso pragmatico-testuale è legato alla gestione di un testo (elementi formali).
Si passa da elementi (perché, poiché) a elementi coordinanti (allora, così, infatti, perciò) fino ad arrivare a forma più formali (pertanto, poiché). Ma ci sono elementi di tipo discorsivo (voglio dire, cioè, devo dire che).

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Q

Acquisizione degli ordini marcati strutture presentative, strutture rematizzanti, strutture a focus contrastivo, strutture a tema libero

A

L’italiano è una lingua che presenta una struttura molto variabile. Rassegna di ordini marcati raggruppandoli per ordine di categorie:
1) Strutture presentative: è presente la struttura VS (il soggetto va a occupare il focus) che concorre con i verbi inaccusativi. Un altro costrutto presentativo è il C’E’ PRESENTATIVO, che può essere seguito da un numerale, per esempio “ci sono dei ragazzi che” (frase resa con la pseudorelativa, presente nell’italiano colloquiale) In queste strutture il soggetto è rematico e ha la funzione di veicolazione dell’informazione nuova. Essa risponde alla domanda “Che cosa succede?”. L’ordine VS si presenta anche con i verbi dichiarativi per esempio “Ha detto Marco che” (Il soggetto in posizione post verbale)
2) Strutture rematizzanti: l’ordine VS del tipo “Me l’ha portato il postino”; “Me l’ha rubato il gatto” (soggetto enfatico)

3) Strutture a focus contrastivo: “La Stampa volevo, non la Repubblica” “A comprare il libro è stato Luigi, non Marco”. I costrutti tendono a focalizzare il soggetto, messo nella posizione post verbale, mentre le frasi scisse possono rematizzare a elementi resi dal soggetto. Fa parte anche la frase scissa.
4) Strutture tematizzanti: fanno parte le dislocazioni a destra e a sinistra, il tema libero, il tema sospeso.
Da questo corpus di analisi sono stati emersi alcuni dati che si possono riassumere nella gerarchia implicazionale: SC+SOGGETTO; la pseudorelativa (E+soggetto+che), poi il Verbo+Soggetto, poi il Verbo +Accusativo, la frase scissa, la dislocazione a sinistra, l’ordine Verbo+Soggetto con soggetto enfatico e la frase pseudoscissa (“E’ Marco che”)
Le strutture presentative compaiono nelle fasi iniziali di acquisizione. Esse sono le più usate, poiché l’apprendente segmenta l’informazione.
Per quanto riguarda le altre strutture, l’acquisizione è più complicata perché molti apprendenti (anglofoni e tedescofoni) non riescono a spostare l’ordine delle parole, in quanto non è presente nella loro lingua madre.
Per quanto riguarda le strutture tematizzanti appaiono come ultimo blocco per la presenza dei clitici perché le dislocazioni necessitano di una strategia sintattica complicata perché c’è la ripresa pronominale.
Le lingue come il tedesco esercitano un transfer negativo, mentre lingue con ordine delle parole più libero (spagnolo, cinese) favoriscono gli ordini marcati. Questo principio era presente nell’anafora.

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4
Q

Esempio di dislocazione a destra e sinistra

A

Strutture tematizzanti: fanno parte le dislocazioni a destra e a sinistra, il tema libero, il tema sospeso.
Da questo corpus di analisi sono stati emersi alcuni dati che si possono riassumere nella gerarchia implicazionale: SC+SOGGETTO; la pseudorelativa (E+soggetto+che), poi il Verbo+Soggetto, poi il Verbo +Accusativo, la frase scissa, la dislocazione a sinistra, l’ordine Verbo+Soggetto con soggetto enfatico e la frase pseudoscissa (“E’ Marco che”)

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