1 il seccatore Flashcards

1
Q

Ibam forte¹ via sacra, sicut meus est mos,

nescio quid meditans nugarum², totus in illis:

A

Io me ne andavo per caso sulla via Sacra, così come è mia abitudine, riflettendo su un non so che di sciocchezze, tutto preso da quelle:

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2
Q

accurrit quidam¹ notus mihi nomine tantum

arreptaque² manu ‘quid agis, dulcissime rerum?’

A

arriva un tale conosciuto da me solo di nome e, afferratami la mano [dice]¹: “Come stai [lett: cosa fai], carissimo [lett: dolcissimo fra tutte le cose]?”

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3
Q

‘suaviter, ut nunc est,’ inquam ‘et cupio omnia quae vis.’

A

“Alla grande, per ora” rispondo “e desidero tutto quello che vuoi tu¹”

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4
Q

cum assectaretur, “num quid uis?” occupo. at ille
“noris nos” inquit; “docti sumus.” hic ego “pluris
hoc” inquam “mihi eris.” -

A

Dal momento che lui insisteva, anticipo: “Ti serve qualcosa?” Ma egli disse: “Dovresti conoscermi, siamo letterati”. Allora io dico: “Per questo fatto conterai di più ai miei occhi”.

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5
Q

-misere discedere quaerens,
ire modo ocius, interdum consistere, in aurem
dicere nescio quid puero, cum sudor ad imos
manaret talos. -

A

Tentando disperatamente di andarmene, andavo più veloce, talvolta mi fermavo, dicevo non so che all’orecchio dello schiavo, mentre il sudore grondava fino all’estremità dei calcagni.

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6
Q
  • “o te, Bolane, cerebri
    felicem!” aiebam tacitus, cum quidlibet ille
    garriret, uicos, urbem laudaret. -
A

dicevo fra me “Felice te, Bolano, che ti va subito il sangue alla testa”mentre lui starnazzava qualsiasi cosa e lodava le vie e la città.

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7
Q

-ut illi
nil respondebam, “misere cupis” inquit “abire;
iamdudum uideo: sed nil agis; usque tenebo;
persequar hinc quo nunc iter est tibi?” “nil opus est te
circumagi: quendam uolo uisere non tibi notum:
trans Tiberim longe cubat is, prope Caesaris hortos.”
“nil habeo quod agam et non sum piger: usque sequar te.”

A

Dato che non rispondevo, quello chiese: “Desideri disperatamente di scappare, me ne sono accorto già da tempo, ma non ti servirà a nulla, ti terrò dietro passo dopo passo, da qui dove ti proponi di andare?” “Non c’è bisogno che tu faccia un giro così lungo: voglio far visita a un tale che non conosci; è a letto malato distante da qui, oltre il Tevere, vicino ai giardini di Cesare” “Non ho niente da fare e non sono pigro, ti seguirò senza tregua”.

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8
Q

demitto auriculas, ut iniquae mentis asellus,

cum grauius dorso subiit onus. -

A

Abbasso le orecchie, come un asinello scontento, quando sopporta con la schiena un peso troppo gravoso.

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9
Q

-incipit ille:
“si bene me noui non Viscum pluris amicum,
non Varium facies: nam quis me scribere pluris
aut citius possit uersus? quis membra mouere
mollius? inuideat quod et Hermogenes ego canto.”

A

Egli inizia a parlare: “Se ben mi conosco, non avrai più caro di me né Visco né Vario tra i tuoi amici: chi riesce a scrivere versi più lunghi o più velocemente di me? Chi a danzare con più grazia? Canto da far invidia anche a Ermogene”

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10
Q

interpellandi locus hic erat: “est tibi mater,
cognati, quis te saluo est opus?” “haud mihi quisquam:
omnis composui.” “felices! nunc ego resto.
confice; namque instat fatum mihi triste, Sabella
quod puero cecinit diuina mota anus urna:
hunc neque dira uenena nec hosticus auferet ensis,
nec laterum dolor aut tussis, nec tarda podagra;
garrulus hunc quando consumet cumque: loquaces,
si sapiat, uitet, simul atque adoleuerit aetas.”

A

Qui era tempo di interromperlo. “Hai una madre, dei parenti, qualcuno che ha bisogno che tu ti mantenga in salute?” “Nessuno, li ho seppelliti tutti”
“Fortunati, non rimango che io (da seppellire). Finiscimi. Infatti incombe su di me una triste sorte, che mi profetizzò quando ero un bambino una vecchia Sabella, agitando la sua urna magica: costui non lo porteranno via né i terribili veleni, né la spada di un nemico, né la pleurite, né la tisi, né la gotta che rende lenti: prima o poi sarà un chiacchierone a consumarlo. Pertanto, se ha cervello, eviti i loquaci una volta che avrà raggiunto l’età adulta.”

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11
Q

uentum erat ad Vestae, quarta iam parte diei
praeterita, et casu tunc respondere uadato
debebat quod ni fecisset, perdere litem.

A

Si era giunti presso il tempio di Vesta, ormai trascorso un quarto della giornata, capitava che (il seccatore) dovesse comparire in giudizio, avendo versato la cauzione e se non lo avesse fatto, avrebbe perso la causa”

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12
Q

“si me amas” inquit “paulum hic ades.” “inteream si
aut ualeo stare aut noui ciuilia iura;
et propero quo scis.”-

A

“Se mi vuoi bene” dice “assistimi un istante”

“Che mi prenda un colpo, se ho la forza di stare in piedi o se conosco le leggi; inoltre ho fretta di recarmi dove sai”

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13
Q

-“dubius sum quid faciam” inquit,
“tene relinquam an rem.” “me, sodes.” “non faciam” ille,
et praecedere coepit. ego, ut contendere durumst
cum uictore, sequor. -

A

“Sono in dubbio su cosa fare” disse “se lasciare te o la causa”
“Me, ti prego”
“Non lo farò” rispose, e prese a precedermi. Io, dato che è difficile lottare con il vincitore, lo seguo.

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14
Q

“Maecenas quomodo tecum?”
hinc repetit: “paucorum hominum et mentis bene sanae;”
“nemo dexterius fortuna est usus. haberes
magnum adiutorem, posset qui ferre secundas,
hunc hominem uelles si tradere: dispeream ni
summosses omnis.”

A

“E come va tra te e Mecenate?” riprende. “È un uomo dai pochi amici e con la testa a posto.
“nessuno ha saputo fare miglior uso della buona sorte. Avresti un indispensabile secondo che potrebbe farti da spalla, se tu volessi presentare (a M) quest’uomo. Possa venirmi un colpo se non li sbaragliamo tutti!”

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15
Q

-“non isto uiuimus illic
quo tu rere modo; domus hac nec purior ullast
nec magis his aliena malis; nil mi officit” inquam
“ditior hic aut est quia doctior; est locus uni
cuique suus.”-

A

“Lì non viviamo in questo modo come pensi tu. non c’è nessuna casa più pura di questa né più estranea ai vizi. Ti dico, non mi importa se questo è più ricco o più dotto: ognuno ha il suo posto [lett: a ciascuno c’è il suo posto]”

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16
Q

-“magnum narras, uix credibile.” “atqui
sic habet.” “accendis, quare cupiam magis illi
proximus esse.” “uelis tantummodo, quae tua uirtus,
expugnabis; et est qui uinci possit, eoque
difficilis aditus primos habet.”-

A

“Me la racconti grossa, è a stento credibile”
“Eppure è così”
“Mi fai venire voglia di essergli ancora più vicino”
“Basta volerlo, dato il tuo valore lo espugnerai: infatti Mecenate è uno che può essere conquistato e perciò con lui sono difficili solo i primi approcci”

17
Q

-“haud mihi deero:
muneribus seruos corrumpam; non, hodie si
exclusus fuero, desistam; tempora quaeram;
occurram in triuiis; deducam. nil sine magno
uita labore dedit mortalibus.”-

A

“Non mi darò per vinto. Corromperò gli schiavi con dei doni e se oggi resterò chiuso fuori, non desisterò. Cercherò altri momenti, lo aspetterò agli incroci e lo porterò via con me. La vita non ha mai dato niente ai mortali senza una grande fatica”

18
Q

-haec dum agit, ecce
Fuscus Aristius occurrit, mihi carus et illum
qui pulchre nosset. consistimus. “unde uenis? et
“quo tendis?” rogat et respondet. uellere coepi,
et prensare manu lentissima bracchia, nutans,
distorquens oculos, ut me eriperet. male salsus
ridens dissimulare: meum iecur urere bilis.

A

Mentre succedeva ciò, ecco che arriva Fosco Aristio, a me caro, e che conosceva bene quello (il seccatore). Ci fermiamo. “Da dove vieni e dove vai?” chiede e risponde. Io cominciò a pizzicarlo e a toccare con la mano le sue braccia indolenti, facendo cenni, roteando gli occhi affinché lui mi porti via. Quello, spiritoso a sproposito, ridacchiando faceva a finta di niente: il mio fegato bruciava per la bile.

19
Q

“certe nescio quid secreto uelle loqui te
aiebas mecum.” “memini bene, sed meliore
tempore dicam: hodie tricesima sabbata: uin tu
curtis Iudaeis oppedere?” “nulla mihi” inquam
“religio est.” “at mi: sum paulo infirmior, unus
multorum: ignosces: alias loquar.” huncine solem
tam nigrum surrexe mihi! fugit improbus ac me
sub cultro linquit. -

A

“Mi dicevi che tu volevi parlarmi di un qualche segreto…”
“Me lo ricordo bene, ma te lo dirò in un’occasione migliore. Oggi è il trentesimo sabato, non vorrai offendere gli ebrei circoncisi?»
rispondo: “io non ho scrupoli religiosi”
“Ma io sì! Sono un po’ più debole, uno fra i tanti. Mi perdonerai, parlerò un’altra volta”. Oh, quale sole nero sorse per me! Quel mascalzone scappa via e mi lascia sotto la lama per i sacrifici.

20
Q

-casu uenit obuius illi
aduersarius et “quo tu turpissime?” magna
inclamat uoce, et “licet antestari?” ego uero
oppono auriculam. rapit in ius: clamor utrimque:
undique concursus. sic me seruauit Apollo.

A

Per caso ci giunge incontro il suo avversario nella causa e grida a gran voce: “Dove vai, disgraziatissimo?” e aggiunge [rivolto verso Orazio] “posso farti testimoniare?”. Io gli porgo l’orecchio. L’avversario lo porta in giudizio, clamore da entrambe le parti, ovunque un accorrere. Così mi salvò Apollo.