Psicologia delle organizzazioni Flashcards
Differenze dalla Psicologia del Lavoro
Ciò che la differenzia e la rende più complessa è il focus sul gruppo e sulle sue dinamiche all’interno dell’organizzazione piuttosto che sul singolo, dal momento che i gruppi sono l’elemento fondamentale nella costruzione delle organizzazioni.
Cos’e’ un’organizzazione?
Un’organizzazione non si riferisce solo alla struttura, bensì a cosa contiene in termini di fattore umano, regole, processi e modi di essere e fare.
Definizione di Romano e Vecchio
- l’organizzazione1 è uno stato di fatto generato dalla disposizione delle parti nell’insieme che la comprende 🡪 questa prima definizione riguarda la possibilità di disporre delle parti in un contenitore più grande in maniera ordinata e secondo una disposizione specifica
-con organizzazione2 si intende una sequenza di azioni, attività eseguita da persone che producono un risultato
-nella definizione organizzazione3 ritroviamo entrambe le precedenti, due significati che si intrecciano, confondono e contrappongono
Organizzazione vuol dire tante cose, ma abbiamo comunque un filo che le collega, vuol dire pensare a come sistematizzare, muoversi in maniera imprevedibile. Orientare e allo stesso tempo provare a raggiungere un obiettivo fa sì che queste prime due terminologie confluiscano nella definizione di organizzazione.
Corso di decisioni e azioni e processo
Dal punto di vista psicologico un’organizzazione è formata da due elementi che nascono dalle ultime due definizioni di organizzazioni:
- corso di decisioni e azioni 🡪 rimanda al fatto che la vita di un’organizzazione è un divenire continuo e le persone che vi lavorano lo fanno in maniera sempre nuova e diversa perché è presente il fattore umano. L’organizzazione attraversa situazioni e azioni sempre diverse e uniche, messe in atto da persone che agiscono insieme per raggiungere uno scopo comune, ma lo fanno in maniera non del tutto prevedibile, e questo perché le organizzazioni non sono strutture ma elementi costruiti grazie all’interazione del fattore umano;
- processo 🡪 l’organizzazione è caratterizzata da un insieme di processi, di tratti ripetitivi, ricorrenti e norme stabili che gli individui hanno costruito relazionandosi nell’organizzazione e che fa sì che riescano a sapere cosa fare e come muoversi relativamente stabili. Sono le regole che orientano il comportamento.
In una cornice processuale un’organizzazione è fatta di decisioni e azioni sempre uniche e diverse: essa da una parte è costituita da regole, elementi di ripetitività che danno certezza a chi ne fa parte su come muoversi, ma dall’altra è caratterizzata da alta imprevedibilità, in quanto nel contenitore del processo vi è l’interazione tra le persone,
Metafora del campo da calcio
Per aiutarci a capire come guardare alle organizzazioni Luhmann ci parla di metafora del campo di calcio: un osservatore che non conosce le regole del gioco, ovvero non è a conoscenza del processo, vedrà soltanto “persone che rincorrono un pallone”, mentre un osservatore che conosce le regole riuscirà ad arrivare a una lettura delle dinamiche incomprensibili ad altri.
Se si guarda solo lo stato di fatto senza il processo, l’organizzazione non viene capita.
Analisi dell’organizzazione
Non si può davvero dire quando un’organizzazione è corso di decisioni e azioni e quando è processo perché sono strettamente legate, ma come ricercatori è necessario decidere su cosa focalizzarsi per analizzare le organizzazioni.
Sse si sta guardando o l’una o l’altra o entrambe dipende dalle osservazioni in terza persona 🡪 entrambe designano un medesimo insieme di eventi, ma segnalano le diverse prospettive da cui è letto (l’osservatore fa la differenza).
La lettura del processo presuppone che all’interno degli eventi ci sia una forma di regolarità e si manifesti intenzionalità da parte dei singoli attori e ciò significa assumere che il risultato del corso di azioni e di decisioni sia generato dalle intenzioni dei singoli, cioè dalle interpretazioni in prima persona di quanto accade. Questo vuol dire che il processo è in divenire e subisce un’interpretazione di chi contribuisce a crearlo, che viene portata nel corso di decisioni e azioni del singolo.
Comunicazione
Con il termine comunicazione si intende il passaggio di significati tra due o più attori o aggregati collettivi coinvolti nel processo, il quale è un insieme di regole scritte e non costruite dagli individui che fanno parte di un’organizzazione nel corso del tempo che vengono interiorizzate e tramandate (cultura organizzativa).
Attori di un’organizzazione
Essi non sono da soli, sanno che ogni singola decisione/azione è per conto dell’organizzazione, mediante interdipendenza e coordinamento con gli altri. Sono dotati di intenzionalità e portano avanti un obiettivo uno scopo, per cui sono orientati da un assunto di razionalità.
Assunto di razionalita’ (attori)
L’assunto di razionalità prevede che ogni attore sociale entri all’interno dell’organizzazione sapendo quali sono gli obiettivi da perseguire.
Struttura dell’organizzazione
Ogni processo organizzativo confluisce nella struttura dell’organizzazione, ovvero l’insieme dei modelli comportamentali (processi) esistenti nell’organizzazione che sono relativamente stabili e che cambiano solo lentamente 🡪 sono elementi/norme entrati a far parte della routine dell’organizzazione che essa stessa ha riconosciuto e interiorizzato quale proprio modo di funzionare.
La struttura esiste se esistono dei limiti della razionalità: ciascun membro di un’organizzazione non può pretendere di conoscere tutti i processi poiché essi sono tanti quanti i gruppi che ne fanno parte, e nemmeno la struttura organizzativa nel totale ma soltanto quella parte della stessa che li riguarda 🡪 gli attori entrano nel processo ed entrano a far parte dell’organizzazione accettando di avere dei limiti
Elementi che generano permanenza
Per conoscere la struttura di un’organizzazione si fa così riferimento agli elementi che generano permanenza:
- la routine è quella più interessante perché significa che il processo è stato interiorizzato, che molti problemi sono già stati risolti mettendosi alla prova e facendo interazione, per cui consente un’esecuzione più rapida di alcuni compiti, riduce le esigenze di coordinamento;
-la gerarchia, perché sapere chi ha il controllo su cosa, sapere come è fatta l’organizzazione permette la definizione degli obiettivi, delle persone a cui devo rivolgermi;
-la scomposizione dei compiti, sapere come le competenze umane di ciascun membro sono circoscritte a determinati compiti
Assunti di permanenza
Gli assunti di permanenza caratterizzano il processo, permettono all’attore di orientarsi, sapere come muoversi, ma allo stesso tempo fanno sì che egli sappia che ha dei vincoli.
Inoltre gli attori non conoscono tutti gli assunti di permanenza, non conoscono il processo per intero.
Se da una parte abbiamo i processi, le norme fisse dell’organizzazione, dall’altra abbiamo una serie di elementi che l’interazione tra individui e l’interpretazione di essa fa venir fuori, definiti contesti.
Contesti e tempo
Quindi la permanenza cambia a seconda dei contesti e nel corso del tempo:
-il tempo trascorso all’interno dell’organizzazione consente all’attore sociale di mettere in discussione i processi e di costruirne in base ad una sua interpretazione di ciò che avviene; l’attore segmenta l’esperienza secondo intervalli, li classifica, li riconosce simili ad altri vissuti in passato.
- Il contesto è un insieme di situazioni che divengono familiari a una parte degli attori organizzativi, lette e interpretate per dare vita a questo elemento sociale comune. Quanto più gli attori sociali vivono l’organizzazione tanto più costruiscono un contesto di appartenenza,
La persona che si approccia all’organizzazione e ne diventa membro attivo crea una lettura del contesto che le consente di muoversi, i cosiddetti segna-contesto: consentono di etichettare gli incontri, chiariscono le posizioni degli individui
Collusione affettiva
L’elemento che più caratterizza un’organizzazione, soprattutto quando i suoi membri si sono inseriti, lavorano insieme e sentono l’appartenenza alla stessa, è la collusione affettiva, cioè condividere emozionalmente le stesse simbolizzazioni affettive entro un vissuto comune.