modulo 1 Flashcards

1
Q

EMOZIONE

A

processo complesso, dinamico, adattivo e multifattoriale che comporta cambiamenti ampi, significativi e interrelati a diversi sottosistemi dell’organismo; risposta dinamica e adattiva ad un evento scatenante nell’ambiente circostante o dentro di noi (es. un ricordo o un pensiero) che deve essere riconosciuto come significativo per l’individuo in termini di benessere e sopravvivenza biologica e psicologica

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2
Q

prospettiva funzionalistica delle emozioni

A
  • regolazione di rapporti
  • adattamento dell’organismo all’ambiente circostante
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3
Q

APPRAISAL

A

atto diretto e immediato di conoscenza che integra la percezione non implicando processi di riflessioni o autoconsapevolezza in cui gli eventi esterni vengono trasformati in qualcosa di rilevante e significativo per l’individuo e di cui si diviene consapevoli successivamente solo ad evento concluso

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4
Q

TEMI RELAZIONALI CENTRALI

A

non è necessario solo considerate le varie dimensioni di valutazione cognitiva, ma anche come esse sono organizzate ed integrate in strutture di significato (esperienza emotiva insieme di valutazioni che faccio in base a +++ criteri =capacità che ho e ad ambiente circostante)

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5
Q

PROSPETTIVA DIMENSIONALE

A

guarda ad emozioni come processi multi-componenziali che variano in base ad emozioni in continua evoluzione e fenomeni in continuo cambiamento

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6
Q

AROUSAL

A

Attivazione dell’organismo fondato sull’attività complessa e articolata del sistema nervoso centrale, sistema nervoso autonomo e sistema endocrino

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7
Q

com’ è diviso il sistema nervoso autonomo?

A
  • simpatico caratterizzato dal sistema ergotropico = attivazione di allarme con aumento della disponibilità di energia ( aumento tono muscolare, aumento frequenza cardiaca e prevalenza catecolamine)
  • parasimpatico caratterizzato da sistema trofotropico = prevalenza di indolamine (seratonina) rilassatezza come serenità, tenerezza e tristezza
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8
Q

PROSPETTIVA CATEGORIALE

A

emozioni una distinta dall’altra (non si evolvono ma cambiano)

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9
Q

di chi è l’action readiness e che cosa dice?

A

secondo Fridja le emozioni possono essere differenziate in base a specifici cambiamenti della prontezza dell’azione in risposta agli eventi rilevanti per gli interessi dell’individuo

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10
Q

quattro proprietà degli stati di preparazione all’azione

A
  1. riguardano un oggetto o evento specifico = implicano azioni per stabilire, mantenere o modificare la relazione con un oggetto o con l’ambiente
  2. Equifinalità = azioni svolte al fine di un particolare scopo, obiettivo o stato futuro delle cose (es. antecedente emotivo odore cibo, propensione a raggiungerlo) le finalità si basano su equifinalità di comportamenti diversi elicitati dallo stesso stimolo: sistemi di comportamento che si sono plasmati dall’evoluzione per servire a precisi scopi
  3. precedenza = nel controllo dell’azione e dell’attenzione, lo stimolo emotigeno assume un carattere di proprietà rispetto agli altri stimoli dell’organismo
  4. prosodia del comportamento = caratteristiche temporali del comportamento (velocità di esecuzione / grado di partecipazione del corpo)
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11
Q

TEORIE PSICOEVOLUZIONISTE

A

le emozioni, soprattutto quelle di base, svolgono una funzione centrale nell’adattamento dell’organismo (e della specie) all’ambiente essendo anch’esse coinvolte nell’esecuzione di piani d’azione diretti alla salvaguardia della sopravvivenza dell’individuo

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12
Q

VISSUTO SOGGETTIVO

A

vissuto interno, emozione così come percepita dal soggetto stesso (corrisponde a feeling = sentimento) rappresentazione cognitiva soggettiva della propria esperienza dei cambiamenti a livello mentale e corporeo

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13
Q

struttura concettuale del vissuto soggettivo

A
  • concezione categoriale = emozioni come categorie distinte e separate
  • modello dimensionale della struttura dell’esperienza emotiva = spazio a tre dimensioni di wundt e modello circonplesso di russel
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14
Q

TESI INNATISTA

A

di Tomkins / Izard / Ekman
esistono configurazioni di movimenti facciali prototipiche, innate ed universali che vanno a distinguere le emozioni base (rabbia, paura, disgusto…) e sarebbero riconosciute da tutti gli individui, indipendentemente dalla propria appartenenza culturale

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15
Q

APPROCCIO CULTURALE

A

di Birdwhistell
il comportamento espressivo viene appreso e varia da cultura a cultura

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16
Q

quale teoria è la via di mezzo tra la tesi innatista e l’approccio culturale

A

la teoria neuro culturale di ekman
ogni emozione è caratterizzata da un programma facciale in cui si vanno ad attivare precisi muscoli su base innata successivamente a situazioni e stimoli universali
però i programmi espressivi innati interagiscono con l’educazione individuale e la cultura di appartenenza —> fin da piccolo si apprendono tramite DISPLAY RULES (norme definite)

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17
Q

quali sono le display rules?

A

a. intensificazione
b. de – intensificazione
c. neutralizzazione (inibizione)
d. mascheramento (simulazione)

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18
Q

APPROCCIO MOLARE / GLOBALE

A

considera le espressioni facciali delle emozioni quali configurazioni di movimenti muscolari fisse, distinte e specifiche per ciascuna emozione di base controllate da dei programmi innati

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19
Q

APPROCCIO MOLECOLARE / DINAMICO

A

espressioni facciali non sono il prodotto di un programma neuromotorio ma sono risultati del progressivo processo di valutazione cognitiva dello stimolo (espressione emotiva si modifica lungo la linea temporale in funzione della modificazione dell’antecedente, dell’Appraisal e dei feedback di chi condivide con noi l’esperienza emotiva)

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20
Q

PROSPETTIVA EMOTIVA

A

le espressioni facciali hanno un valore emotivo perché sono la manifestazione spontanea e involontaria delle emozioni

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21
Q

PROSPETTIVA COMUNICATIVA

A

di fridlund
le espressioni facciali hanno in primis una funzione comunicativa perché manifestano le intenzioni del soggetto (esse sono molto più accentuate quando l’individuo è con altri rispetto a quando è da solo)

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22
Q

REGOLAZIONE EMOTIVA

A

processo attraverso cui gli individui sono in grado di influenzare quali emozioni provano, come le sperimentano ed esprimono

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23
Q

da cosa è composta la teoria del processo di generazione delle emozioni e di chi è

A
  • strategie antecedent - focused = focalizzate su antecedente (processi intervengono prima che sistemi di risposta siano attivi)
    a. cambiamento o rivalutazione cognitiva (re – appraisal) = trasformazione cognitiva dell’esperienza emotiva, assegnando un significato diverso all’evento che modifica l’impatto emotivo
    b. selezione della situazione = avvicinare o evitare eventi in funzione del loro impatto emotivo (ho paura di volare? Non viaggio in aereo)
    c. modificazione della situazione (informazione preparatoria)
    d. spostamento dell’attenzione (distrazione)
  • strategie response – focused = focalizzate su risposta (intervengono quando emozioni sono già in atto e applicano strategie di modificazione)
    a. inibizione (suppression) del comportamento espressivo  può compromettere le capacità sociali di integrazione e sintonizzazione con gli altri (facendo apparire il soggetto evitante)
    b. mascheramento dell’emozione provata mediate l’esibizione di una emozione differente
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24
Q

TEORIA PERIFERICA DI JAMES LANGE

A

Le emozioni hanno origine dall’attivazione periferica del sistema nervoso autonomo:
evento emotigeno cause risposte neurovegetative che vengono percepite soggetto e ciò causa l’esperienza emotiva

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25
Q

chi critica la teoria periferica? perché?

A

sharrington e cannon, i visceri
- erano poco sensibili
- troppo lenti
- non sempre l’attivazione fisiologica è sufficiente per scatenare una emozione
- hanno motilità differenziata

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26
Q

TEORIA DEL FEEDBACK FACCIALE

A

la mimica facciale forniscono a un individuo informazioni propriocettive, motorie, cutanee e vascolari in grado di influenzare il processo emotivo e la componente emotiva

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27
Q

quali paradigmi sono stati applicati per provare l’ipotesi del feedback facciale?

A

paradigma dell’inibizione o esagerazione
paradigma dell’induzione muscolare

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28
Q

TEORIA VASCOLARE DELL’EFFERENZA EMOTIVA

A

muscoli facciali hanno capacità di influenzare il flusso sanguineo di sangue venoso in volto (la rete venosa ruolo centrale nella termoregolazione cerebrale perché contribuisce al raffreddamento del sangue arterioso che arriva al cervello)
ipotesi = raffreddamento nella regione talamica porta a spostamento dello stato emotivo in positivo mentre l’innalzamento della temperatura ipotalamica viene associato ad emozioni negative

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29
Q

TEORIA CENTRALE DI CANNON

A

all’incontro con antecedente emotivo e con lo stimolo elicitante le informazioni arrivano dalla corteccia cerebrale al talamo che produce stimoli nervosi inviati a sistema nervoso autonomo che rimandano verso periferia attivando parte del corpo periferica: componente Araousal produce risposta viscerale rimandata a corteccia sede di attivazione segnali sulla natura delle emozioni, producono consapevolezza dell’emozione provata

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30
Q

qual’era il problema della teoria di cannon?

A

riduzionismo biologico: una teoria che si basa prettamente su fattori biologici, non entrano ancora in gioco variabili, sociali, culturali e di personalità

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31
Q

differenze james e cannon

A

James = ogni emozione presenta una propria specifica configurazione di reazioni biologiche
Cannon = ogni emozione presenta la stessa configurazione di risposte fisiologiche tramite un sistema nervoso simpatico che fa scattare una reazione di emergenza

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32
Q

come è composto il sistema limbico?

A
  • Ipotalamo = coordina il sistema nervoso autonomo regolando lo stato fisiologico attraverso diverse funzioni all’interno dell’organismo (temperatura, metabolismo ecc.)
  • Amigdala = localizzata nel lobo temporale, fornisce un collegamento tra la percezione di uno stimolo elicitante e il ricordo di quello stimolo in un secondo momento (si trova in una posizione di mediazione ed è collegata ad altre strutture nervose da un doppio circuito che permette il processamento delle informazioni emotive)
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33
Q

come è collegata l’ amigdala alle altre parti del sistema limbico?

A
  1. Circuito subcorticale = le informazioni passano dalle regioni talamiche all’amigdala, sistema di valutazione rapido e immediato oltre che automatico (elaborazione precognitiva degli stimoli) rappresentazione imprecisa ma fondamentale della situazione (permette di sopravvivere e reagire in modo rapido a situazioni pericolose)
  2. Circuito corticale = le informazioni provenienti dalla periferia dopo aver raggiunto il talamo, passano da questo alla corteccia e dalla corteccia nuovamente all’amigdala (processi cognitivi superiori di valutazione degli eventi emotigeni)
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34
Q

TEORIA COGNITIVO ATTIVAZIONALE DI SCHACHTER

A

Araousal porta a un 1° atto cognitivo, (percezione e riconoscimento dell’attivazione fisiologica) a cui succede un 2° atto cognitivo: attribuzione causale dell’araousal, interpretazione cognitiva e denominazione lessicale, tutto ciò porta poi all’ esperienza emotiva

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35
Q

TEORIE DELL’APPRAISAL

A

sostengono che le emozioni dipendano dal modo in cui gli individui interpretano un evento

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36
Q

leggi di frida che regolano il processo emotivo

A
  • Legge del significato situazionale = le emozioni cambiano quando cambiano i significati → ogni emozione e scaturita da uno stimolo elicitante detto antecedente emotivo (può essere interno o esterno)
  • Legge dell’interesse = le emozioni nascono in risposta ad eventi rilevanti
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37
Q

di che sistema tratta scherer all’interno della teoria dell’appraisal

A

sistema di valutazione delle circostanze attivanti

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38
Q

da cosa è caratterizzato il sistema di valutazione delle circostanze attivanti

A

sequenzialita e ordine gerarchico
1. novità
2. piacevolezza o spiacevolezza intrinseca
3. pertinenza rispetto a scopi e bisogni del soggetto
4. coping
5. compatibilità delle norme sociali e della immagine in sé

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39
Q

RE APPRAISAL

A

regolazione emotiva = si può intervenire anche solo su uno dei livelli (es. rivaluto l’evento come più semplice → l’emozione da ansia diventa serenità)

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40
Q

MERO EFFETTO ESPOSITIVO

A

Di Zajonc

Teoria che sostiene il primato dell’emozione sulla cognizione, le emozioni possono quindi attivarsi senza che ci sia un riconoscimento dello stimolo, la semplice esposizione a degli stimoli e sufficiente a creare delle preferenze

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41
Q

TEORIA PSICOEVOLUZIONISTICA

A

darwin tomkins e ekaman
emozioni strettamente associate a realizzazione di scopi universali, connessi alla sopravvivenza della specie dell’individuo (processo emotivo come associato o utile per aiutarci a mettere in atto comportamenti per la nostra sopravvivenza)

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42
Q

TEORIA DEL CORE EFFECT

A

russel

combinazione fra le due dimensioni (edonica e di attivazione), stato neurofisiologico di base privo di un oggetto specifico, che è accessibile alla coscienza come una sensazione semplice e non riflessiva, costituita dall’integrazione delle sensazioni attinenti all’asse della piacevolezza e a quello della energia/apatia (tensione/rilassatezza) -> qualcosa che è presente in noi sempre (anche quando non proviamo emozioni) che definisce stato affettivo più ampio e distinto

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43
Q

quale il secondo processo del core effect?

A

percezione delle proprietà affettive degli stimoli= gli oggetti entrano nella nostra coscienza come interpretati e connotati dal punto di vista affettivo, tale percezione determina la reazione agli stimoli stessi

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44
Q

PROCESSO DI ATTRIBUZIONE

A
  1. Modificazione del core affect e percezione del soggetto di tale cambiamento
  2. Ricerca della causa della modificazione (oggetto = ciò che l’individuo crede lo stia facendo agire in un dato modo, può essere stimolo interno o esterno)
  3. Avviene l’attribuzione di questo cambiamento in una causa specifica
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45
Q

processo emotivo secondo damasio

A

percezione o ricordo di un oggetto / evento elicitante processato da strutture cerebrali specifiche innesca modificazioni degli stati del corpo che includono
- Modificazioni fisiologiche degli organi interni non sempre osservabili dall’esterno (es. aumento battito cardiaco)
- Cambiamenti nel sistema muscolo – scheletrico osservabili da esterno (es. movimenti posturali)

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46
Q

processo fisiologico del marcatore somatico

A
  • Amigdala = innesco delle risposte somatiche a seguito della percezione di induttori primari, associa caratteristiche dello stimolo con gli stati corporei attivati dallo stimolo stesso in corrispondenza della reazione emotiva
  • Ipotalamo = Innesca modificazioni corporee, successivamente vengono inviati segnali al cervello dove viene prodotta una rappresentazione che associa stabilmente informazione percettiva (es. cane che abbaia) allo stato corporeo che si è attivato immediatamente (es. paura)
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47
Q

MARCATORE SOMATICO

A

frutto dell’apprendimento emotivo, associazione tra stati somatici e situazioni / eventi e l’uso degli stati somatici per marcare (valutare) l’informazione percettiva proveniente dall’esterno; emozioni archiviano informazioni sugli eventi del mondo esterno sulla base delle reazioni somatiche ad essi associate cosicché, quando una situazione si verifica ancora, una reazione automatica è innescata dal tipo di risposta somatica ad essa associata

48
Q

su cosa si focalizza la psicologia positiva

A

piano soggettivo
emozioni positive
esplorazione tratti individuali positivi
virtù civiche su piano collettivo e sociale

49
Q

prospettiva edonica

A

teorizzata da lisippo e ripresa da kanhemen il benessere si riferisce a dimensione emotiva e affettiva, lo scopo della vita e la sperimentazione del massimo livello di piacere e felicità e il raggiungimento degli obiettivi rilevanti per l’individuo

50
Q

prospettiva eudaimonica

A

teorizzata da aristotele e ripresa da waterman, benessere si genera rispetto a realizzazione della propria natura in concomitanza con l’integrazione del singolo nella società e nel mondo circostante

51
Q

benessere soggettivo

A

condizione di raggiungimento di equilibrio inter e intra individuale

52
Q

la felicita viene percepita come

A
  • Soggettiva = ciò che rende felici alcune persone ne rattrista altre (es. un 6 in matematica)
  • Temporale = ciò che rende felici in un certo periodo della vita non mantiene sempre lo stesso effetto (es. guadagnare una certa cifra durante l’età adolescenziale e durante l’età adulta)
  • Transitoria = ciò̀ che rende felici nel tempo non mantiene nel tempo lo stesso effetto
53
Q

il benessere come stato mentale compressivo e durevole comprende la dimensione

A

di soddisfacimento della condizione di vita
di emozioni prevalentemente nella sfera positiva
di poche emozioni (o nessuna) negative

54
Q

due approcci di deiner per identificare i fattori alla base del benessere soggettivo

A
  • Bottom-up = esistono bisogni umani fondamentali e universali che un soggetto deve soddisfare per essere felice, solo se le circostanze permettono la soddisfazione di questi bisogni il soggetto sarà felice
  • Top-down = una persona gode dei piaceri perché è felice (fattori disposizionali o di personalità)
55
Q

da che dimensioni e composta la teoria dell’auto determinazione

A

autonomia
competenze
relazioni sociali

56
Q

da cosa è composto il modello multidimensionale

A

di ryff
accettazione del se
autoregolazione o autonomia
avere buoni legami
avere padronanza dell’ambiente
avere uno scopo
crescita personale

57
Q

BROADEN AND BUILT THEORY

A

teoria secondo la quale le emozioni positive ampliano le potenzialità cognitive, allargano le azioni di repertorio e costituiscono risorse per la sopravvivenza → le risorse che si accumulano durante uno stato emotivo positivo durano più lungo rispetto allo stato emotivo stesso e riguardano la dimensione fisica / sociale / psicologica / cognitiva

58
Q

UNDERDOING HYPOTESIS

A

Ipotesi secondo la quale le emozioni positive possono influenzare e modificare effetti successivi di emozioni negative; le emozioni positive svolgono un ruolo essenziale nella regolazione degli effetti delle emozioni negative (che, a causa dell’esperienza acuta, ricorrente e l’attivazione degli stati fisiologici, possono portare a una situazione di rischio per la salute e il benessere) in quanto sono in grado di neutralizzare le conseguenze negative e stressanti delle emozioni negative

59
Q

STRESS

A

risposta relativamente aspecifica dell’organismo a qualsiasi stimolo interno o esterno di intensità e durata tale da minacciare la sopravvivenza, l’integrità fisica e destabilizzare l’omeostasi, è una condizione fondamentale necessaria a ristabilire l’omeostasi (funzionalità regolata)

60
Q

STRESSORS

A

agenti stressanti o stressori sono eventi in grado di provocare stress che costituiscono minacce per il nostro benessere

61
Q

quando un evento diventa stressante?

A
  • viene percepito come minaccioso
  • si prende coscienza del fatto che non si dispone delle risorse o delle strategie per farne fronte
62
Q

tre tipi di stressori

A
  1. stressori cataclismici = stressori di elevata intensità che sorgono all’improvviso e influenzano molte persone (es. attacchi terroristici o disastri naturali), non è però confermata l’ipotesi che causino un forte stress in grado di prolungarsi nel tempo  le persone possono infatti pensare che il peggio sia passato, condividere il loro stress con altre persone ottenendo sostegno sociale reciproco e perciò molto spesso eventi di questa portata possono casare meno stress rispetto ad altri eventi non altrettanto devastanti (nei casi degli attacchi terroristici, lo stress è dovuto dal fatto che è possibile che ne siano altri futuri)
  2. stressori personali = stressori relativi a eventi importanti della propria vita (es. morte di una persona cara, la perdita del lavoro ma anche cose positive come il proprio matrimonio)  gli stressori personali producono tipicamente una reazione rilevante, che si affievolisce col tempo (ad esempio un lutto tende ad essere massimo immediatamente dopo che il fatto è accaduto, pian piano le persone imparano ad affrontare la perdita e provano meno stress
  3. stressori ambientali= stressori relativi a fatiche quotidiane che tutti noi affrontiamo tantissime volte, essi non attivano un elevato livello di stress ma che, se sommati tra loro, possono arrivare allo stesso livello di un singolo evento stressante → es. stare in coda, traffico, elettrodomestici rotti o problema cronico a lungo termine (relazione sentimentale infelice / vivere in quartieri affollati senza privacy)
63
Q

UPFLITS

A

eventi positivi minori che inducono un certo senso di benessere e hanno un effetto lenitivo o contrario rispetto agli stressori ambientali (es. avere una buona relazione col partner, lavorare in un ambiente piacevole)

64
Q

COPING

A

insieme dei pensieri e dei comportamenti utilizzati per far fronte a situazioni e / o eventi valutati come stressanti

65
Q

da cosa è composto il processo di coping

A
  1. Valutazione (Appraisal) sugli obiettivi importanti che sono stati minacciati
  2. emozioni negative molto intense
  3. de – intensificazione (down-regulate) delle emozioni negative che possono impedire all’individuo di affrontare la situazione.
66
Q

MECCANISMI DI DIFESA

A

reazioni non consapevoli che salvaguardano l’autostima e il senso di controllo, distorcendo la percezione della realtà o negando la natura effettiva della situazione

67
Q

due tipi di coping per lazarus

A
  1. Coping primario = insieme di pensieri e comportamenti usati per fronteggiare l’evento, risultante della prima fase di valutazione (considera la dimensione edonica = evento negativo o positivo e la rilevanza per il soggetto = poco o molto minaccioso per gli scopi del soggetto)
  2. Coping secondario = riguarda la risposta all’evento e cerca di fronteggiare e regolare la reazione emotiva di risposta messa in atto dal soggetto
68
Q

coping di diviso secondo i focus

A
  • Coping emotion-focused o coping focalizzato sulle emozioni = viene modificato il modo in cui il soggetto considera o percepisce il problema, modificazione del vissuto emotivo (es. guardare il lato positivo)
  • Coping problem-focused o coping focalizzato sul problema = viene modificato il problema stressante o la causa dello stress: modificazioni del comportamento ed elaborazione di un piano per affrontare lo stress
69
Q

COPING DA EVITAMENTO

A

rinvio del momento in cui verrà affrontata la situazione stressante

70
Q

IMPOTENZA APPRESA

A

sentimento di impotenza causato dalla sensazione di una completa incontrollabilità di una situazione, le vittime di questo fenomeno giungono alla conclusione che non è possibile modificare o controllare gli stimoli spiacevoli e finiscono per arrendersi

71
Q

HARDINESS

A

una caratteristica della personalità di invulnerabilità allo stress → è associata ad un più basso tasso di malattie stress-correlate ed è composta da tre componenti
1. Impegno = tendenza di una persona a lanciarsi in qualsiasi compito e che lo esegua come se sia importante e significativo
2. Sensazione di sfida = il cambiamento è parte integrante della vita
3. sensazione di controllo = le persone sono in grado di influenzare gli eventi della propria vita

72
Q

PSICOIMMUNEROLOGIA

A

È un’area di studio che analizza le interazioni tra fattori psichici, sistema endocrino e sistema immunitario, modulate dal sistema nervoso centrale, l’alterazione di uno di questi sistemi, comporta l’alterazione degli altri.

73
Q

EUSTRESS

A

esposizione agli stressori causa un aumento dei cosiddetti ormoni dello stress (cortisolo e adrenalina) il cortisolo in particolare tende a inibire le funzioni corporee non indispensabili garantendo il massimo sostegno degli organi vitali
In questo modo l’organismo attiva il sistema nervoso simpatico e si prepara a far fronte

74
Q

DISTRESS

A

forma patologica di stress che riduce le capacità di difesa dell’organismo, l’esposizione continua di stress determina una diminuzione del funzionamento biologico dell’organismo a causa della secrezione continua di ormoni da stress

75
Q

SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO

A

modello di reazione specifica dell’organismo a qualsiasi reazione, viene emesso lo stesso insieme di reazioni fisiologiche allo stress indipendentemente dalla specifica causa
costituito da tre fasi
1. Allarme e mobilitazione = il soggetto diventa consapevole della presenza di uno stressore, sistema nervoso simpatico si energizza aiutando la persona ad affrontare meglio l’agente di stress
2. Fase di resistenza = la persona si prepara a combattere lo stressore utilizzando vari mezzi, a volte con successo ma spesso al costo di qualche grado di benessere fisico o psichico
3. Fase di esaurimento = se la resistenza è inadeguata si entra in questa terza fase, la capacità del soggetto di adattarsi allo stressore diminuisce fino al punto in cui si manifestano le conseguenze negative dello stress

76
Q

DISTURBI PSICOFISIOLOGICI

A

problemi clinici che sono influenzati da un’interazione di difficoltà emotive, psicologiche e fisiche

77
Q

CORONAROPATIA

A

malattia cardiaca che colpisce principalmente soggetti di pattern di tipo A

78
Q

SEGNO

A

moneta simbolica di scambio, ponte tra realtà, la rappresentazione di essa e la possibilità di comunicarla ad
altri, elemento di scambio che ci fa mettere in contatto con realtà esterna e con la nostra mente
Segno ci permette di agire su segni di realtà esterna senza presenza fisica / agire e trattare anche di realtà SIMBOLICA (interna es. calcoli mentali / idee) insieme ad altri

79
Q

SIGNIFICAZIONE

A

processo di costruzione del segno in cui uso realtà naturale o artificiale per rappresentare un’altra parte di realtà esperienziale di tipo esterno / interno

80
Q

i tre tipi di segni

A
  • Segni verbali orali = uso suoni per rappresentare altro (consenso “si!”) anche espressioni (es. sorriso “non mi devi temere”)
  • Emoticon = uso segno grafico per parlare di altro, regolato da norme di utilizzo (se le uso in disaccordo non riesco ad essere efficace)
  • Segnaletica stradale = dare indicazione di comportamento
81
Q

caratteristiche della comunicazione

A

intenzionalità
segno
codice

82
Q

CODICE

A

sistema di segni e insieme di regole che associa gli elementi di un sistema con gli elementi di un altro sistema

83
Q

TRIANGOLO SEMIOTICO

A

referente
espressione
contenuto

84
Q

le due principali funzioni di segno

A

segno come equivalenza di de saussure
segno come inferenza di pierce

85
Q

SEGNO COME EQUIVALENZA A

A

di de sausseur
relazione tra significante (espressione / immagine acustica) e significato (contenuto / immagine mentale); relazione fissa, stabile, arbitraria esclusivamente in virtù del loro carattere distintivo e oppositivo (qualcosa di universale e uguale per tutti)

86
Q

SEGNO COME INFERENZA

A

modello che stabilisce una relazione del segno con il significato non arbitraria ma stabilita da qualcuno (“per qualcuno”) dentro un contesto comunicativo (L’attribuzione di significato si differenzia a seconda del contesto)

87
Q

MODELLO MATEMATICO DI COMUNICAZIONE

A

shannon e weaver
processo composto da vari componenti in cui la comunicazione è vista come la trasmissione di informazioni
- Fonte = emittente (entità che codifica il messaggio)
- Attraverso trasmettitore = dispositivo che permette la trasformazione del messaggio in segnali fisici es. apparato vocale
- Lungo canale = mezzo che trasferisce messaggio es. telefono
- Ostacolazioni = insieme di elementi ambientali che interferiscono con la trasmissione del segnale (es. rumore disturbato)
- Destinatario = ricevente, entità che codifica il messaggio
- Recettore = dispositivo che consente la conversione del segnale in una forma comprensibile da parte del destinatario

88
Q

perché il modello matematico della
comunicazione è stato
criticato?

A

Buon modello per comunicazione tra computer, NON per comunicazione umana in quanto c’è qualcosa che va oltre la comunicazione del messaggio (visto come semplice scambio di dati)

89
Q

TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI

A

di austin
dire qualcosa e sempre fare qualcosa
la maggior parte degli enunciati servano a compiere delle vere e proprie azioni in ambito comunicativo, per esercitare un particolare influsso sul mondo circostante.

90
Q

quali sono i tre livelli della teoria degli atti linguistici

A
  1. locutorio = dire qualcosa, ciò che costituisce dal punto di vista fisico l’atto linguistico, comprende
    a. atti fonetici = emissione suoni
    b. atti fatici = espressione di certe parole ed enunciati
    c. atti retici = impiego di questi aspetti con un senso e con un determinato riferimento
  2. illocutorio = l’atto nel dire qualcosa, azione sempre mossa da intenzione, dico ciò che dico a livello locutorio avendo intenzione di comunicare una data cosa (es. ironia che vuole esprimere il contrario di ciò che si dice)
    forza illocutoria = livello illocutorio determina come intenzione nel mio parlare ciò che voglio trasmettere all’altro
  3. atto perlocutorio= atto che si compie con il dire qualcosa, in quanto produce sempre effetti e conseguenze su sistema di credenze, sui sentimenti, emozioni e la condotta dell’interlocutore
91
Q

speaker’s mean

A

di grice
In un evento comunicativo, intenzioni comunicative diverse conferiscono un senso diverso alla frase:
comunicare non rappresenta solo una decodifica di informazioni, bensì anche la persecuzione o attribuzione di intenzioni.
messaggio e intenzione non sempre coincidono

92
Q

PRINCIPIO DI COOPERAZIONE

A

all’interno dello speaker’s mean di Grice
comunicazione richiede conoscenza reciproca dell’intenzione e il contributo del soggetto nel momento opportuno, si fonda su 4 massime con natura convenzionale apprese durante la nozione quotidiana
1. massima di qualità = di la verità fornendo un contributo vero, non mentire
2. massima di quantità = bisogna fornire delle sufficienti informazioni senza essere ridondante
3. massima di relazione = cerca di fornire contributi pertinenti
4. massima di modo = sii chiaro, evita oscurità di espressione

93
Q

MODELLO OSTENSIVO INFERENZIALE

A

obiettivo della comunicazione e rendere manifesta la propria intenzione di rendere manifesto qualcosa

94
Q

principi del modello ostensivo inferenziale

A

di sperber e wilson
1. teoria della pertinenza = un input è pertinente quando la sua elaborazione produce il cosiddetto effetto cognitivo (cambia in qualche materia la rappresentazione che il soggetto ha nel mondo): viene richiesto uno sforzo mentale, minimo è lo sforzo richiesto per elaborare la nozione, maggiore è la pertinenza dell’input
2. ostensione = condotta che rende manifesta l’intenzione di rendere manifesto qualcos’altro, mediante l’ostensione di uno stimolo, il comunicatore sollecita nei suoi destinatari l’aspettativa che quello stimolo sia sufficientemente pertinente da essere trattato (es. “che ore sono?” “è appena passato il lattaio”, l’altro dovrebbe sapere che il lattaio passa alle 9)
a. intenzione informativa = voler informare destinatario di qualcosa
b. intenzione comunicativa = avere l’intenzione di voler informare il destinatario della propria intenzione informativa (dire qualcosa fra le righe)

95
Q

WE INTENTION

A

di Searle
l’intenzione comunicativa sia un atto di collaborazione tra gli interagenti, ciò che metto in atto è l’unione fra la mia intenzione e l’intenzione dell’altro (azione aggiunta e coordinata)
essa presuppone
- partecipazione intenzionale
- intenzione comune di comunicare

96
Q

SINTONIZZAZIONE COMUNICATIVA

A

insieme di comportamenti interpersonali finalizzati al raggiungimento di un’intenzione congiunta, attraverso i quali gli interlocutori si predispongono e coordinano lo scambio comunicativo, i soggetti devono applicare una serie di mosse per porsi sulla stessa lunghezza d’onda modulando le caratteristiche del proprio stile comunicativo, in modo
- convergente
- divergente

97
Q

MEDIA

A

strumenti tra cui possiamo scegliere per comunicare e allargano i confini di esplorazione della nostra mente e i confini di estensione ed efficacia della comunicazione

98
Q

MEDIUM

A

qualunque dispositivo di mediazione cioè strumento che ci permette di entrare in interazione e di comunicare con l’ambiente esterno, può essere analizzato tramite tre dimensioni
- dimensione fisica
- dimensione simbolica
- dimensione pragmatica

99
Q

diversi livelli di presenza con l’avvento della tecnologia

A
  • Presenza fisica = esistenza di un soggetto in una specifica regione spazio – temporale
  • Presenza soggettiva = percezione di essere collocato nello stesso scenario spazio – temporale in cui si verifica un dato evento
  • Presenza come interattività = senso di presenza collegato alla possibilità di azione del soggetto ed è la possibilità di interagire a definire il grado di coinvolgimento all’interno di mondi simulati
100
Q

LINGUAGGIO VERBALE

A

importante capacità cognitiva per comunicare con gli altri -> intimamente legato col modo in cui pensiamo e comprendiamo il mondo

101
Q

elementi che costituiscono il linguaggio verbale

A
  1. I suoni = possono essere descritti per le loro caratteristiche acustiche, studiati dalla fonetica, oppure considerati come fonemi (= unità base del suono linguistico in una lingua specifica), indagati dalla fonologia (= studio delle unità fondamentali del linguaggio più piccole che influiscono sul significato e il modo in cui le utilizziamo)
  2. La grammatica = regole necessarie alla costruzione di parole, sintagmi e frasi
  3. La sintassi = gruppo di regole che indica come possono essere combinate tra loro parole e frasi e ne regola l’ordine.
  4. La morfologia = indaga le più piccole parti di significato contenute nelle parole e le regole che portano alla formazione delle parole
  5. La semantica = studio dei significati di parole e frasi, le regole che ci permettono di utilizzare le parole e come combinarle per esprimere le sfumature più sottili
  6. La pragmatica = studio delle parole all’interno del loro contesto di utilizzo.
102
Q

percorso di intenzione comunicativa

A

formulato da Levelt
- Concettualizzazione = rappresentazione semantica (tramite immagini o definizioni) di diversi concetti che si intendono dire o di una singola parola.
- Formulazione = traduzione della struttura semantica in una struttura linguistica (le nostre conoscenze divengono parole / frasi) e contiene informazioni relative ai lemmi attraverso la codifica grammaticale, la funzione grammaticale e la sintassi.
- Articolazione = struttura linguistica tradotta in suoni eseguiti dal proprio apparato di produzione vocale per mezzo della muscolatura dell’apparato respiratorio e degli altri organi deputati alla fonazione.

103
Q

BASI NEUROLOGICHE DEL LINGUAGGIO

A
  • area di Broca = parte infero - posteriore del lobo frontale sinistro —> afasia che causa problemi nella produzione
  • Area di Wernicke = parte posteriore della corteccia temporale sinistra —> afasia porta a problemi nella comprensione
104
Q

sviluppo del linguaggio

A
  1. Stadio fonatorio (0 – 2 mesi) = produzione di suoni quasi vocali, pianto riflesso e suoni vegetativi (colpi di tosse e deglutizione),non hanno funzioni esclusivamente biologiche ma sono prodotti ripetutamente e, forse, intenzionalmente.
  2. Stadio primitivo fonatorio (2 – 4 mesi) = produzione sequenziale di suoni che sono quasi vocali, in questo periodo inoltre si presentano le vocalizzazioni di benessere (= cooing);
  3. Stadio di espansione (4 – 8 mesi) = si presentano serie più lunga di sillabe (consonante + vocale) e comparsa del babbling (ripetizione identica si sillabe consonante-vocale) che coincide con l’apparizione dei movimenti ripetitivi e ritmici in alcuni sistemi motori come braccia e mani; infatti, si accentua sempre di più la coordinazione tra articolazioni e coolazione;
  4. Stadio canonico (5 – 12 mesi) = continuità temporale tra babbling e le prime parole (fase terminale del babbling si sovrappone alla fase iniziale dell’acquisizione lessicale) es. “dada” articolazione di sequenze che in molti casi rappresentano parole del linguaggio naturale
  5. A un anno i bambini cominciano imparare forme linguistiche più complesse, combinazioni di due parole e aumenta numero di parole diverse che sono in grado di utilizzare, fino ai 30 mesi (periodo di massima velocità di espansione del vocabolario).
  6. Entro i due anni, i bambini già posseggono un vocabolario di più di 50 parole-> sei mesi dopo, invece, raggiungono le centinaia di parole e brevi frasi (linguaggio telegrafico = frasi che suonano come un telegramma in cui alcune parole non necessarie omesse).
  7. A tre anni i bambini imparano i plurali, a esprimere il passato utilizzando suffissi e le regole più semplici, questo spesso porta errori visto la loro tendenza ad applicare la regola con rigidità (sovrageneralizzazione che porta i bambini ad applicare sempre le stesse regole anche quando si ritrovano davanti all’eccezione).
  8. A cinque anni, acquisiscono le regole fondamentali, mentre un vocabolario completo e regole grammaticali sofisticate verranno acquisite successivamente.
105
Q

due teorie su come i bambini sviluppi

A
  • teoria apprendimento
  • grammatica universale
106
Q

TEORIA DELL’APPRENDIMENTO

A

sostiene che l’acquisizione della lingua segue i principi di rafforzamento e condizionamento scoperti dagli psicologi che studiano l’apprendimento, i bambini prima imparano a parlare attraverso osservazione, ascolto e l’approvazione che ricevono quando emettono suoni che sono vicini al linguaggio.
attraverso il processo di modellamento, la loro espressione diventa sempre più simile al linguaggio dell’adulto, più i genitori parlano ai loro bambini più questi diventano abili nell’uso del linguaggio

107
Q

GRAMMATICA UNIVERSALE

A

di Chomsky

bambini nascono già con capacità linguistica innate che emerge con sviluppo (grammatica universale che vale per apprendere tutte le lingue al mondo ed è composta da regole grammaticali e logiche), esiste una creatività governata da regole che permette di generare le frasi; il dispositivo di acquisizione linguistica (LAD) che non solo ci permette di comprendere la struttura del linguaggio, ma ci garantisce l’apprendimento delle caratteristiche uniche della nostra lingua madre.

108
Q

IPOTESI DELLA RELATIVITÀ LINGUISTICA

A

teoria per cui la lingua modella e influisce sul modo in cui le persone di una data cultura percepiscono e comprendono il mondo.

109
Q

LINGUAGGIO NON VERBALE

A

in quanto interviene nella manifestazione delle emozioni e dell’intimità, dei rapporti di potere, nei fenomeni della persuasione e della seduzione, nella creazione dell’immagine di sé nonché nella gestione della conversazione.

110
Q

TRASMISSIONE VOCALE NON VERBALE

A
  • Riflessi vocali (tosse, starnuto, sbadiglio), vocalizzazioni (suoni come ehm, ah, eh) e caratterizzatori vocali (ridere, piangere)
  • Segnali extra linguistici = caratteristiche vocali a lungo termine personali della voce di ciascun locutore (divise in organiche = dipendono da anatomia e sono fuori dal controllo del locutore, e fonetiche = dipendono da modalità utilizzo di apparato fonatorio)
  • Caratteristiche paralinguistiche = effetti vocali a medio termine, variazioni delle caratteristiche acustiche del suono: comprendono tonalità e profilo di intonazione, durata, velocità e ritmo (per descrivere le caratteristiche para linguistiche si fa riferimento a tre parametri acustici: il tempo, la frequenza e l’intensità dell’onda sonora)
111
Q

SISTEMA CINESICO

A

Comprende i movimenti del corpo, del volto e degli occhi che non servono solo a compiere azioni, ma possono ricoprire anche la funzione di produzione e di trasmissione di significati

112
Q

GESTI

A

azioni motorie coordinate e circoscritte, volte generare un significato all’interlocutore al fine di raggiungere uno scopo e sono divisi in categorie
- Iconici / lessicali = accompagnano l’azione del parlante contribuendo a illustrare il contenuto della comunicazione
- Pantomime = costituiscono la rappresentazione motoria di azioni o scene;
- Simbolici = altamente convenzionali e codificati (es: segno OK);
- Deittici = hanno funzione di indicare;
- Motori = movimenti semplici che possono accompagnare il parlato oppure essere prodotti da soli.

113
Q

SISTEMA PROSSEMICO

A

l’organizzazione e l’uso dello spazio (dalla distanza al territorio)
- zona intima
- zona personale
- zone sociale
- zona pubblica

114
Q

APTICA

A

contatto corporeo tra gli individui, il contatto è tra i bisogni fondamentali dell’essere umano e su di esso si fonda anche il bisogno di attaccamento: toccare l’altro può comunicare una relazione di vicinanza supporto o accudimento, d’altra parte, il contatto con altri individui può manifestare una posizione di maggior potere.

115
Q

ATTO COMUNICATIVO GLOBALE

A

un’entità molare, unitaria e coesa, organizzata e articolata in una molteplicità di atti molecolari regolati dall’intenzione comunicativa.
I diversi atti molecolari possono essere posti relazione tra loro attraverso infinite combinazioni (il significato del singolo segno dipende dall’uso che se ne fa all’interno di un atto comunicativo),
tra diversi sistemi semiotici esiste quindi una relazione autonoma ma, allo stesso tempo, di interdipendenza.

116
Q

PROCESSO DI SINCODIFICA

A

passaggio dalla multi modalità percettiva all’inter modalità semantica: uso di linguaggi diversi in modi diversi per comunicare e costruire un messaggio dotato di senso.