Metabolismo, Fotosintesi, DNA, Virus e Biotecnologie Flashcards

1
Q

Metabolismo

Omeostasi

A

La tendenza dell’organismo a ricondursi sempre a una situazione di equilibrio: nel caso del corpo umano, a poter disporre sempre del giusto quantitativo di ATP.

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2
Q

Metabolismo

I reazione della glicogenosintesi

A

Isomerizzazione del glucosio 6-fosfato in glucosio 1-fosfato catalizzata dalla fosfoglucomutasi

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3
Q

Metabolismo

II reazione della glicogenosintesi

A

L’UTP (uridina trifosfato) attiva il glucosio 1-fosfato, trasformandolo in UDP-glucosio (uridina difosfo-glucosio) e liberando due gruppi fosfato

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4
Q

Metabolismo

III reazione della glicogenosintesi

A

L’enzima glicogeno sintasi trasferisce la molecola di glucosio dall’UDP a un’estremità non riducente di una molecola di glicogeno, attraverso un legame a(1>4) glicosidico

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5
Q

Metabolismo

Come avviene la ramificazione del glicogeno e perchè?

A

Un’enzima detto enzima ramificante trasferisce 6-8 unità di glucosio al gruppo ossidrile del C6 di un glucosio residuo all’interno della catena, formando un legame a(1>6) glicosidico. Questo perchè, nella glicogenolisi, la glicogeno fosforilasi opererà alle estremità della molecola di glicogeno, che se è ramificata ne presenta molteplici, accelerando la demolizione.

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6
Q

Metabolismo

Glicogenolisi

A

La glicogenolisi è il processo per il quale una molecola di glicogeno è decomposta in molecole di glucosio. Avviene attraverso l’enzima glicogeno fosforilasi, che rompe i legami a(1>4) a partire da estremità non riducenti della catena introducendo un gruppo fosfato, e l’enzima deramificante, che rompe gli a(1>6) in prossimità delle ramificazioni.

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7
Q

Metabolismo

Perchè è necessaria la gluconeogenesi?

A

Perchè esistono tessuti che dipendono esclusivamente dal glucosio nel sangue, e il glicogeno demolito dal fegato non è sufficiente.

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8
Q

Metabolismo

Dove avviene la gluconeogenesi?

A

Nel citoplasma delle cellule del fegato e del rene.

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9
Q

Metabolismo

Da che composti è alimentata la gluconeogenesi?

A

Dai cosiddetti precursori non glicidici, ovvero il lattato prodotto nel ciclo di Cori, l’ossalacetato prodotto nel ciclo di Krebs e il diidrossiacetone fosfato che deriva dalla digestione dei trigliceridi.

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10
Q

Metabolismo

Quale funzione hanno gli acidi biliari nel metabolismo dei lipidi?

A

Essendo molecole anfipatiche permettono di disperdere i trigliceridi insolubili in acqua in micelle.

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11
Q

Metabolismo

Quale funzione hanno le lipasi nel metabolismo dei lipidi?

A

Degradano i trigliceridi in acidi grassi e glicerolo.

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12
Q

Metabolismo

Cosa sono i chilomicroni e in quale fase del metabolismo dei lipidi sono presenti?

A

I chilomicroni sono le lipoproteine con minore densità e maggior diametro: sono costituiti da proteine, fosfolipidi, colesterolo e acidi grassi.
Permettono il trasporto degli acidi grassi prima nel sistema linfatico, poi in quello sanguigno.

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13
Q

Metabolismo

Cos’è e dove avviene la B-ossidazione?

A

La B-ossidazione è il processo di catabolismo degli acidi grassi e avviene nella matrice mitocondriale

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14
Q

Metabolismo

Come avviene la B-ossidazione e cosa produce?

A

La B-ossidazione consiste in una ripetuta ossidazione del carbonio B (oppure C3) della catena idrocarburica: avviene tramite la riduzione di un NAD a NADH e di un FAD a FADH2 e porta alla produzione di acetil-CoA.

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15
Q

Metabolismo

In cosa consistono le due vie che l’acetil-CoA può percorrere dopo che è stato prodotto dalla B-ossidazione?

A

Comunemente l’acetil-CoA entra nel ciclo di Krebs dove viene ulteriormente demolito, ma nelle condizioni in cui l’ossalacetato del ciclo di Krebs viene dirottato verso la gluconeogenesi (è un precursore non glicidico) l’acetil-CoA viene usato dal fegato per produrre corpi chetonici.

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16
Q

Metabolismo

Quali sono i 3 corpi chetonici e che funzioni hanno?

A

Acetone, che viene eliminato con le urine, Acetoacetato e B-idrossibutirrato, che vengono invece metabolizzati per produrre energia (Il cervello può usarli come fonte energetica alternativa).

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17
Q

Fotosintesi

Cos’è la fotosintesi?

A

E’ un processo anabolico che permette di catturare l’energia luminosa del Sole e di usarla per sintetizzare carboidrati.

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18
Q

Fotosintesi

Cosa avviene nella fase luminosa della fotosintesi?

A

L’energia solare viene trasformata in energia chimica, viene sintetizzato ATP e ridotto NADP a NADPH.

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19
Q

Fotosintesi

Cosa avviene nella fase oscura della fotosintesi?

A

L’ATP e il NADPH prodotti dalla fase luminosa vengono usati per sintetizzare zuccheri a partire dal CO2.

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20
Q

Fotosintesi

Struttura del cloroplasto.

A

Il cloroplasto è composto da una doppia membrana all’interno della quale vi è lo stroma. Nello stroma troviamo i tilacoidi, organuli impilati a formare i grani costituiti da una membrana tilacoidale e da uno spazio interno detto lume del tilacoide.

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21
Q

Fotosintesi

Dove avviene la fotosintesi?

A

La fase luminosa avviene nella membrana dei tilacoidi, mentre la fase oscura nello stroma.

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22
Q

Fotosintesi

Cosa sono i pigmenti e quali pigmenti sono presenti negli organismi fotosintetici?

A

I pigmenti sono molecole capaci di assorbire lunghezze d’onda dello spettro visibile. I pigmenti presenti negli organismi fotosintetici sono le clorofille, i carotenoidi e le ficobiline.

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23
Q

Fotosintesi

Quali sono le funzioni della clorofilla?

A

Assorbire l’energia luminosa, trasformarla in energia chimica sottoforma di elettroni eccitati e cedere gli elettroni ad altre molecole.

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24
Q

Fotosintesi

Cos’è e com’è strutturato un fotosistema?

A

Un fotosistema è una struttura capace di catturare l’energia solare e trasformarla in energia chimica attraverso i pigmenti. E’ costituito da proteine a cui sono legate molecole di clorofilla e carotenoidi.

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25
Q

Fotosintesi

Cos’è e come funziona il sistema antenna?

A

Il sistema antenna è la parte del fotosistema che permette la cattura della luce: è costituito da molti pigmenti ben concentrati che assorbono l’energia luminosa e la mandano al centro di reazione.
I fotoni della luce eccitano gli elettroni del pigmento, che nel tornare allo stato fondamentale eccitano elettroni di pigmenti vicini, ma con lunghezza d’onda maggiore: questo processo permette di confluire l’energia al pigmento con lunghezza d’onda maggiore, che si trova nel centro di reazione.

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26
Q

Fotosintesi

Cos’è e come funziona il centro di reazione?

A

E’ la parte del fotosistema che permette l’ossidazione della clorofilla a seguito dell’assorbimento di energia, che cede un elettrone a un accettore primario, e a sua volta l’ossidazione dell’acqua in ossigeno per ripristinare l’elettrone ceduto dalla clorofilla.

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27
Q

Fotosintesi

Descrivere lo schema Z.

A
  1. I pigmenti del fotosistema II assorbono fotoni, la cui energia viene trasferita al centro di reazione;
  2. La clorofilla P680 cede un elettrone a un accettore primario in seguito all’assorbimento di energia;
  3. Per recuperare l’elettrone, la clorofilla P680 ossida l’acqua in ossigeno, che produce oltrettutto ioni H+ nel lume del tilacoide;
  4. L’accettore primario entra nella catena di trasporto, e analogalmente alla fosforilazione ossidativa si produce ATP per chemiosmosi attraverso l’ATP sintasi;
  5. La clorofilla P700 cede un elettrone analogalmente al punto 2, ma lo recupera da quello proveniente dalla catena di trasporto;
  6. L’accettore primario riduce NADP a NADPH.
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28
Q

Fotosintesi

Descrivere il ciclo di Calvin.

A
  1. La CO2 si lega a RuBP (ribulosio 1,5-bisfosfato) attraverso l’enzima RuBisCO (ribulosio bisfosfato carbossilasi/ossigenasi), la proteina più abbondante sulla Terra;
  2. Lo scheletro carbonioso a 6 atomi di carbonio si divide in due molecole di 3PG (3-fosfoglicerato);
  3. Fosforilazione e riduzione del 3PG in G3P, utilizzando l’ATP e il NADPH prodotti dalla fase luminosa;
  4. 5/6 delle molecole di G3P vengono spese per riottenere il RuBP, 1/6 è invece usato per sintetizzare zuccheri.
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29
Q

Fotosintesi

Cosa accade se, in assenza di CO2, RuBP si lega all’ossigeno?

A

Si ha la via della fotorespirazione nella quale RuBP e ossigeno reagiscono per dare fosfoglicolato e 3-fosfoglicerato

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30
Q

Fotosintesi

Quali sono i tre fattori che determinano se la RuBisCO agirà come ossigenasi o come carbossilasi?

A
  1. Affinità: di base la RuBisCO ha un’affinità per il CO2 dieci volte maggiore che per O2;
  2. Concentrazione: se l’ossigeno è abbondante la RuBisCO catalizza la fotorespirazione;
  3. Temperatura: ad alte temperature gli stomi si chiudono impedendo la perdita di acqua, ma si impedisce così anche l’acquisizione di CO2, pertanto quella che c’è viene fissata e così aumenta la concentrazione di O2, che favorisce la fotorespirazione.
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31
Q

Fotosintesi

Differenza tra piante C3 e C4.

A

Le piante C3 hanno un mesofillo con cloroplasti ricchi di RuBisCO, e nelle giornate afose queste chiudono gli stomi per evitare la disidratazione, ma così favoriscono anche la fotorespirazione.
Le piante C4, invece, essendo dotate dell’enzima PEP carbossilasi riescono comunque a far avvenire la fissazione legando l’atomo di carbonio del CO2 al PEP (fosfoenolpiruvato) formando l’ossalacetato, che trasporta il CO2 nella guaina del fascio, ricca di RuBisCO, dove viene mantenuta alta la concentrazione di CO2. Per far avvenire questo trasporto e rigenerare il PEP sono necessari l’ATP e il NADPH prodotti dalla fotosintesi.
Le piante C3 sono adatte ai climi temperati, le C4 ai tropici.

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32
Q

Differenza tra piante C4 e CAM.

A

Le piante C4 separano la fissazione e il ciclo di Calvin nello spazio perchè avvengono in due sedi diverse della foglia (mesofillo e guaina del fascio) mentre le piante CAM li separano nel tempo perchè la fissazione avviene di notte, mentre il ciclo di Calvin di giorno.

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33
Q

DNA

Descrivere la sintesi dei nucleotidi.

A

Nell’ordine:
1. Condensazione di uno zucchero pentoso con una base azotata: si elimina una molecola di acqua e si forma un legame N-glicosidico tra gruppo amminico della base e il C1’ del pentoso, e il composto è detto nucleoside;
2. Esterificazione del gruppo OH sul C5’ dello zucchero con un gruppo fosfato, con formazione di un legame estereo.

34
Q

DNA

Descrivere la sintesi degli acidi nucleici a partire dai nucleotidi.

A

Il gruppo fosfato legato al C5’ dello zucchero può reagire con il gruppo OH sul C3’ dello zucchero di un altro nucleotide per formare un legame fosfodiestere eliminando una molecola d’acqua. Se questa reazione avviene più volte, si ha la formazione di un polinucleotide, con un’estremità che termina con C3’-OH e l’altra con il gruppo fosfato legato al C5’.

35
Q

DNA

Descrivere la struttura del DNA.

A

Il DNA (acido desossiribonucleico) è costituito da due catene polinucleotidiche antiparallele stabilizzate da legami a idrogeno tra basi purina-pirimidina a formare una struttura a doppia elica.

36
Q

DNA

Cos’è la replicazione del DNA?

A

E’ il processo per il quale specifici enzimi riescono a riprodurre parti del DNA generando filamenti a partire da uno stampo.

37
Q

DNA

Cosa sono le origini di replicazione?

A

Specifiche posizioni all’interno della catena dalle quali parte la separazione dei due filamenti della doppia elica durante la replicazione. Sono zone ricche di A-T perchè la coppia di base è legata da 2 legami a idrogeno anzichè 3, ed è pertanto più semplice separarla.

38
Q

DNA

Che ruolo svolge l’enzima elicasi nella replicazione del DNA?

A

Ha il compito di separare i due filamenti rompendo i legami a idrogeno tra le basi, allargando la bolla di replicazione.

39
Q

DNA

Cos’è un primer e che ruolo ha nella replicazione del DNA?

A

E’ un filamento di RNA che crea un innesco per la sintesi di DNA da parte delle DNA polimerasi. Viene sintetizzato da un enzima detto primasi.

40
Q

DNA

Cosa sono i frammenti di Okazaki e perchè si formano?

A

Dato che la DNA polimerasi sintetizza il DNA solo in direzione 5’-3’, il filamento va letto in direzione 3’-5’. Tuttavia le DNA polimerasi agiscono su entrambi i filamenti, pertanto lungo uno riuscirà a sintetizzare continuamente DNA, lungo l’altro dovrà farlo a tratti, che porteranno alla sintesi di frammenti di DNA separati da primer detti, appunto, frammenti di Okazaki.

41
Q

DNA

Che ruolo hanno le RNasi e le DNA ligasi nella replicazione del DNA?

A

Le RNasi permettono di rimuovere i primer dall’RNA sintetizzato, e al loro posto le DNA polimerasi sintetizzeranno il restante DNA; le DNA ligasi uniscono tra loro i frammenti di DNA sintetizzati.

42
Q

DNA

Cosa sono i geni?

A

Porzioni di DNA contenenti le istruzioni necessarie alla trascrizione in RNA.

43
Q

DNA

Cos’è la trascrizione del DNA?

A

E’ il processo per il quale viene sintetizzato l’RNA a partire dal filamento stampo di DNA, che permette di trasportare l’informazione genetica dal DNA ai polipeptidi.

44
Q

DNA

Descrivere la trascrizione del DNA nelle sue tre fasi.

A
  • Inizio:
    La RNA polimerasi legge la sequenza del promotore, che la fa legare al doppio filamento e permette ad essa di separarlo in due filamenti, rispettivamente quello stampo e quello complementare;
  • Allungamento:
    La RNA polimerasi sintetizza l’RNA leggendo il DNA in direzione 3’-5’, e la zona in cui questa agisce è detta bolla trascrizionale: l’RNA sintetizzano sarà un filamento complementare e antiparallelo rispetto al filamento stampo;
  • Terminazione:
    L’RNA polimerasi legge la sequenza di terminazione che la fa separare dal filamento e terminare la sua attività.
45
Q

DNA

Differenza tra RNA codificante e RNA non codificante.

A

L’RNA codificante è circa il 4% di tutto l’RNA sintetizzato nella trascrizione ed è quello che permette la sintesi dei polipeptidi; l’RNA non codificante, invece, regola le funzioni cellulari.

46
Q

DNA

Cos’è un istone?

A

Gruppo di proteine che permettono l’avvolgimento del DNA in una struttura simile a un filo di perle e dal suo grado di compattazione dipende la attività del gene contenuto nel DNA.

47
Q

DNA

Cos’è e che funzione ha il codice istonico?

A

E’ l’insieme delle modificazioni epigenetiche del DNA, che regolano l’interazione tra DNA e gli istoni e ne determinano l’attività o recessività dei geni attraverso metilazione, acetilazione o aggiunta di gruppi fosfato.

48
Q

DNA

Qual è la conseguenza della presenza del codice istonico, e quindi di geni attivi e repressi nella cellula?

A

La differenziazione delle cellule secondo le loro funzioni.

49
Q

DNA

Cos’è la cromatina e quali sono le sue due funzioni?

A

La cromatina è il DNA impacchettato tramite l’interazione della doppia elica con proteine dette istoni. La sua funzione è sia strutturale, perchè permette la compattazione del DNA nel nucleo di una cellula ma anche funzionale, perchè facilita (eucromatina) o impedisce (eterocromatina) l’interazione della doppia elica con l’apparato trascrizionale e quindi determina l’espressione o repressione dei geni.

50
Q

DNA

Descrivere brevemente le 4 fasi della regolazione genica.

A
  1. Pre-trascrizionale: il genoma è impacchettato e sono distinti geni espressi e geni repressi;
  2. Trascrizionale: l’attività della RNA polimerasi è controllata da fattori di trascrizione come TATA box ed enhancer;
  3. Post-trascrizionale: attraverso lo splicing si sintetizza dal trascritto primario l’mRNA maturo per eliminazione degli introni;
  4. Post-traduzionale: viene modulata la funzionalità della proteina attraverso aggiunta o modifica di gruppi chimici.
51
Q

DNA

Come avviene lo splicing?

A

Il complesso proteico spliceosoma riesce a riconoscere i punti che delimitano introni ed esoni detti giunzioni di splicing, e in particolare il verso di queste giunzioni: una volta che le snRNP si sono legate una al 3’, l’altra al 5’ di un introne, esse si uniscono nello spliceosoma che taglia l’introne e cuce i due esoni adiacenti.

52
Q

DNA

Quali sono i tre passaggi per ottenere mRNA dal trascritto primario?

A
  1. Splicing: rimozione degli introni non codificanti;
  2. Aggiunta del cappuccio (guanina trifosfato metilata) all’estremità 5’;
  3. Aggiunta del poli-A (tratto di circa 200 adenine) all’estremità 3’.
53
Q

DNA

Cos’è lo splicing alternativo e cosa comporta?

A

Lo splicing alternativo è il meccanismo che porta alla produzione di diversi mRNA a partire dallo stesso trascritto primario, attraverso l’eliminazione anche di alcuni esoni codificanti durante la fase di splicing.
Questo porta all’ampliamento del potenziale codificante del genoma, che da 20 000 geni riesce a produrre più di 100 000 proteine.

54
Q

Virus

Cosa sono i virus?

A

Formalmente, i virus sono parassiti endocellulari obbligati: piccoli agenti infettivi che entrano nelle cellule e le usano per riprodursi.

55
Q

Virus

Qual è la struttura dei virus?

A

I virus sono composti dal genoma virale, che può essere a DNA o RNA, racchiuso in una struttura proteica chiamata capside che può essere protetta a sua volta da una struttura lipidica detta pericapside.

56
Q

Virus

Descrivere il ciclo litico.

A

Il ciclo litico è composto da 3 fasi:
1. Immediata-precoce: l’RNA polimerasi della cellula ospite riconosce il promotore virale e sintetizza i geni immediati precoci, che attivano la trascrizione dei geni precoci;
2. Precoce: i geni precoci bloccano la sintesi della cellula ospite reindirizzandola verso la sintesi del genoma virale
3. Tardiva: la cellula ospite sintetizza le proteine del capside e gli enzimi che permetteranno la lisione della cellula e la liberazione dei nuovi virus.

57
Q

Virus

Descrivere il ciclo litogeno.

A

Nel ciclo litogeno il genoma virale si integra in quello batterico sottoforma di profago, e la sua replicazione avviene assieme a quella cellulare: i batteri con genoma virale integrato sono detti batteri lisogeni e il virus è detto temperato. Questo permette la riproduzione del genoma batterico per diverse generazioni, rimanendo latente ma con la possibilità di avviare il ciclo litico al momento opportuno.

58
Q

Virus

Come si integra un virus animale a DNA nella cellula eucariote?

A

Si integra in maniera simile al ciclo lisogeno dei batteriofagi: il DNA virale viene integrato nel cromosoma della cellula ospite, per fusione o per endocitosi, sottoforma di provirus e vi è un’infezione latente.

59
Q

Virus

Fornire un esempio di virus animale a DNA, con alcune informazioni a riguardo.

A

I papillomavirus, che sono piccoli virus privi di pericapside a forma di icosaedro che si integrano nelle cellule dell’epitelio ed entrano in una fase di latenza: quando passa alla fase di replicazione attiva, che porta alla manifestazioni di sintomi e, potenzialmente, alla formazioni di carcinomi o trasformazioni tumorali della cellula infettata.

60
Q

Virus

Descrivere struttura e meccanismo di riproduzione di SARS-CoV-2.

A

SARS-CoV-2 è un virus appartenente alla famiglia dei coronavirus. E’ dotato di un pericapside che contiene il genoma a RNA a singolo filamento, da cui sporgono le glicoproteine spike, che permettono il riconoscimento da parte dei recettori della cellula ospite.
Per fusione, il virus integra nella cellula il genoma virale a RNA che viene subito tradotto nelle due proteine ppla e pplab, che stimoleranno la sintesi di genoma virale e delle proteine del capside e pericapside: le nuove copie del virus escono dalla membrana per gemmazione, cominciando un nuovo ciclo infettivo.

61
Q

Virus

Descrivere struttura e meccanismo di riproduzione di HIV.

A

HIV è un retrovirus: è infatti caratterizzato dalla presenza di una particolare DNA polimerasi detta trascrittasi inversa che trasforma l’RNA a singolo filamento in DNA a doppio filamento, che viene integrato nel genoma della cellula ospite sottoforma di provirus in una fase di latenza.
Quando è innescato il ciclo litico, l’RNA polimerasi della cellula sintetizza il genoma virale che viene processato dallo spliceosoma per dare mRNA che sintetizza due proteine: Tat e Rev. Queste permettono al virus di sintetizzare altro genoma virale eludendo i controlli cellulari. Il nuovo genoma viene incapsulato e fuoriesce dalla cellula per gemmazione.

62
Q

Batteri e Virus

Descrivere la struttura genetica dei batteri.

A

Il genoma batterico è costituito da un unico cromosoma principale circolare che viene completato da vari plasmidi, piccole molecole circolari di DNA a doppia elica separate dal cromosoma principale.

63
Q

Batteri e Virus

Descrivere le 3 categorie di geni batterici.

A
  1. Operoni metabolici specializzati: geni che permettono al batterio di metabolizzare composti organici complessi;
  2. Geni per la resistenza agli antibiotici: permettono al batterio di resistere alle difese di altri organismi (plasmidi R);
  3. Geni per la coniugazione: codificano per il trasferimento di geni tra celllule batteriche (plasmidi F).
64
Q

Batteri e Virus

Descrivere la coniugazione batterica.

A

La coniugazione permette lo scambio di materiale genetico tra batteri. Avviene tra due batteri, uno detto donatore (F positivo) e l’altro ricevente (F negativo), attraverso la formazione di un pilo sessuale, un ponte proteico che mette in comunicazione i citoplasmi dei due batteri. Attraverso questo canale una copia del plasmide F del donatore è donata al ricevente, che potrà anche integrarsi al cromosoma batterico del ricevente mediante ricombinazione omologa.

65
Q

Batteri e Virus

Descrivere brevemente il meccanismo di trasduzione.

A

Quando dei batteri vengono infettati da un batteriofago, c’è la possibilità che, durante la sua replicazione, il fago permetta lo scambio di materiale genetico tra un batterio e un altro, portanto a una certa variabilità genetica.

66
Q

Batteri e Virus

Descrivere la trasduzione generalizzata.

A

Se un batteriofago entra nel ciclo litico, durante l’incapsulamento del materiale genetico virale nei nuovi virioni è possibile che vengano inclusi anche frammenti di DNA batterico, in maniera del tutto casuale: quando i virioni andranno a infettare un’altra cellula, è possibile che introducano assieme al loro genoma anche quello del batterio precedentemente infettato.

67
Q

Batteri e Virus

Descrivere la trasduzione specializzata.

A

Se un batteriofago entra nel ciclo litogeno, il suo DNA viene integrato nel cromosoma batterico sottoforma di profago in specifici punti, solitamente sempre gli stessi. Una volta che il profago è escisso dal cromosoma batterico, comincia la duplicazione virale del materiale genetico precedentemente incluso: tuttavia questa scissione non è sempre precisa, e può accadere che frammenti di DNA batterico adiacenti al sito di inserzione vengano anch’essi duplicati nei nuovi virioni. Quando questi verranno rilasciati, il materiale genetico del batterio potrà essere iniettato in un nuovo batterio.

68
Q

Batteri e Virus

Descrivere la trasformazione batterica.

A

La trasformazione permette ai batteri di incorporare nel loro cromosoma materiale genetico presente nell’ambiente esterno: questo solitamente avviene dopo la morte di una cellula batterica che rilascia nell’ambiente il suo materiale.

69
Q

Batteri e Virus

Differenza tra trasferimento genico orizzontale e verticale.

A

Il trasferimento genico orizzontale avviene tra batteri non discendenti gli uni dagli altri, e si manifesta nella coniugazione, trasduzione e trasformazione, mentre quello verticale avviene dai batteri genitori ai figli.

70
Q

Biotecnologie

Differenza tra biotecnologie tradizionali e moderne.

A

Le biotecnologie tradizionali consistono nello sfruttamento e sulla selezione di organismi viventi in base al loro fenotipo, tra quelli disponibili in natura; le biotecnologie moderne invece si fondano sulla selezione di parti di organismi tramite apposite tecnologie o sulla modifica degli organismi già esistenti a livello del genotipo.

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Q

Biotecnologie

Quali furono le prime biotecnologie utilizzate nella storia e a quanti anni fa risalgono?

A

Già più di 10 000 anni fa l’uomo coltivava e addomesticava gli animali, una prima rudimentale biotecnologia. In Palestina e nel Medio Oriente le prime coltivazioni di farro davano spighe fragili, difficili da raccogliere, ma già 6000 anni fa gli agricoltori erano riusciti a incrociare varie specie inducendo un miglioramento genetico che rese le spighe man mano più pratiche da coltivare: una cosa simile avvenne anche in America Centrale 5000 anni fa, dove riuscirono a migliorare la teosinte nel moderno mais. La birra veniva già prodotta 7000 anni fa e la tecnica della panificazione era nota agli Egizi 5000 anni fa: questi sono due esempi di biotecnologie industriali, che sfruttano la reazione di fermentazione del lievito Saccharomyces cerevisiae, che è lo stesso che utilizziamo oggi.

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Q

Biotecnologie

Quali sono le 3 principali biotecnologie moderne?

A
  1. Selezione artificiale: incroci ad hoc per ottenere mutamenti genetici favorevoli;
  2. Trattazione chimica: indurre modifiche genetiche con l’utilizzo di radiazioni o prodotti chimici, che però alterano l’intero genoma della specie trattata;
  3. Modificazione genetica: tramite le nuove tecnologie, è possibile modificare di una specie anche solo un gene in particolare, che permette di produrre gli OGM (organismi geneticamente modificati).
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Q

Biotecnologie

Cos’è l’ingegneria genetica?

A

L’insieme delle tecnologie che permettono la modifica del fenotipo di un organismo attraverso la modifica del suo genotipo. Si fonda sull’idea che in laboratorio si possa modificare il genotipo in maniera mirata per ottenere determinati fenotipi, e non casuale.

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Q

Biotecnologie

Cos’è il DNA ricombinante?

A

Un DNA ricombinante è una molecola di DNA ottenuta combinando informazioni genetiche provenienti da due o più organismi viventi.

75
Q

Biotecnologie

Cos’è il clonaggio genico?

A

La produzione di molteplici copie di un gene di interesse attraverso l’ingegneria genetica.

76
Q

Biotecnologie

Quali sono i tre elementi fondamentali per far avvenire il clonaggio genico?

A
  1. Gene di interesse: ottenuto o direttamente dall’organismo o da un archivio di DNA
  2. Enzimi: permettono di tagliare e cucire i frammenti di DNA
  3. Vettore di clonaggio: permette l’inserimento del DNA all’interno di una cellula
77
Q

Biotecnologie

Cosa sono gli enzimi di restrizione?

A

Enzimi che permettono la rottura del legame fosfodiestere tra due nucleotidi adiacenti lungo una catena polinucleotidica.

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Q

Biotecnologie

Come avviene l’azione degli enzimi di restrizione?

A
  1. Ciascun enzima di restrizione riconosce una specifica sequenza palindromica del DNA che caratterizza il sito di restrizione, in modo tale da non tagliare un gene rendendolo inattivo
  2. Il taglio può avvenire sia producendo blunt ends, cioè quando i nucleotidi sono nello stesso punto dei due filamenti, ma anche producendo sticky ends, quando invece questi sono sfalsati di qualche posizione.
79
Q

Biotecnologie

In cosa consiste l’elettroforesi su gel di agarosio?

A

L’elettroforesi è un procedimento per controllare la lunghezza dei frammenti di DNA tagliati dagli enzimi di restrizione.
Si procede scaldando un polisaccaride, l’agarosio, a temperatura di fusione (circa 90°), per poi lasciarlo raffreddare e passare allo stato di gel: si formerà una maglia con pori di diversa ampiezza (50-300 nm).
Attraverso un pettine di plastica posto prima della solidificazione si ricavano dei pozzetti nei quali inserire il DNA campione colorato con un colorante.
Essendo il DNA caratterizzato da cariche negative (i gruppi fosfato), quando la camera elettroforetica costituita da gel d’agarosio e soluzione tampone viene soggetta a un campo elettrico di circa 80V, le molecole di DNA migrano verso il polo positivo, e attraversano meglio la maglia se di dimensione minore.
Interrotta l’analisi, avremo delle bande colorate (di molecole di DNA) che saranno più lontane dal pozzetto tanto minori saranno le dimensioni dei frammenti di DNA in questione.

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Q

Biotecnologie

Cosa sono le DNA ligasi?

A

Sono enzimi che catalizzano la formazione del legame fosfodiestere tra due frammenti di DNA tagliati dagli stessi enzimi di restrizione (in modo tale che le estremità coincidano).

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Q

Biotecnologie

Cos’è un vettore di clonaggio? Quali sono i suoi 3 elementi caratteristici?

A

Un vettore di clonaggio è una molecola di DNA ricombinante che può entrare all’interno di una cellula per replicarsi.
E’ caratterizzato da:
1. Origine di replicazione: permette al vettore di duplicarsi ad ogni divisione cellulare
2. Sito multiplo di clonaggio: un accumulo di siti di restrizione che permettono l’inserimento del gene di interesse
3. Marcatore di selezione: un gene che conferisce resistenza a un particolare antibiotico che permette di verificare che il clonaggio stia avvenendo

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Q

Biotecnologie

Descrivere il clonaggio genico dell’insulina in E. coli.

A
  1. Si taglia un frammento del gene dell’insulina attraverso un enzima di restrizione, e lo isola attraverso l’elettroforesi
  2. Con lo stesso enzima utilizzato per tagliare il gene dell’insulina si taglia nel plasmide un frammento di DNA del polylinker, così che le estremità tagliate siano complementari a quelle del gene dell’insulina
  3. Attraverso le DNA ligasi, il gene dell’insulina viene introdotto nel plasmide
  4. Si introduce il plasmide all’interno di una cellula ricevente per trasformazione
  5. Attraverso specifici marcatori di selezione sarà possibile individuare, dopo che si saranno riprodotti, i batteri che hanno incorporato il plasmide e quelli che non si sono trasformati: si isoleranno quindi i batteri contenenti il gene dell’insulina che continueranno a riprodursi.