Logica Flashcards

1
Q

Quali sono le differenze tra deduzione e induzione?

A

In una deduzione
- so per certo (assumo) qualcosa riguardo a uno stato di cose: ho una conoscenza universale riguardo a quello stato di cose.
- Le premesse forniscono supporto totale alla mia conoscenza su quello stato di cose.
- Tutti gli stati di cose (logicamente) possibili che rendono vere le premesse devono rendere vera anche la conclusione.
- Il ragionamento deduttivo procede dall’universale al particolare (modello top-down).

In un’induzione
- so per certo (assumo) qualcosa riguardo a una parte di uno stato di cose: ho una conoscenza particolare riguardo a quello stato di cose.
- Le premesse forniscono supporto parziale alla mia conoscenza su quello stato di cose.
- Fra gli stati di cose (logicamente) possibili che rendono le premesse vere, la conclusione dev’essere vera in una parte di essi.
- Il ragionamento induttivo procede dal particolare all’universale (modello bottom-up).

Deduzione: supporto a priori delle conclusioni → logica della certezza
Induzione: supporto basato sulle evidenze → logica dell’incerto

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
2
Q

C’è una logica “giusta”?

A

Non ci sono a priori inferenze giuste o sbagliate fra questi due tipi (induttive e deduttive).

Quale tipo di inferenza adottare dipende dal problema che affrontiamo e dalle nostre idee su come è possibile risolverlo: la mia concezione della conoscenza può influenzare la scelta se adottare inferenze deduttive o induttive per risolvere problemi. Questo è particolarmente rilevante per l’impresa scientifica.

Storicamente la logica deduttiva prevale nelle dimostrazioni matematiche. La matematica però non procede solamente per deduzione: il matematico certamente dimostra teoremi per deduzione; ma spesso si scoprono teoremi seguendo altri approcci più intuitivi (generalizzazioni induttive, analogie non del tutto motivate, prove ed errori, credenze).

Deduzione ed induzione differiscono anche nel modo di considerare la certezza delle nostre conclusioni:
- In una deduzione, le conclusioni sono vere oppure false (se false, la deduzione è viziata all’origine).
- In un’induzione, le conclusioni sono più o meno supportate dalle evidenze.

Quindi, per tracciare una linea di demarcazione tra deduzione e induzione bisogna guardare alle conclusioni.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
3
Q

Quali sono le differenze tra razionalismo ed empirismo?

A

Razionalismo
- La conoscenza si basa su idee primitive indipendenti dall’esperienza.
- La nostra capacità di ragionare è innata, e su tale base organizziamo i dati dell’esperienza.
- Il modello della conoscenza è il metodo dei matematici – la deduzione, che porta da premesse universali «di ragione» a conseguenze particolari.

Empirismo
- Tutta la conoscenza viene da esperienza ed esperimento; prima di ciò, la mente è tabula rasa.
- La nostra capacità di ragionare è acquisita in un lungo cammino fatto di reiterate associazioni di cose simili.
- Il modello della conoscenza è il metodo delle scienze sperimentali – l’induzione, che porta da casi particolari a regole generali ricavate dai fatti.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
4
Q

Cosa significa pensare che il metodo delle scienze della natura sia quello ipotetico-deduttivo?

A

Pensare che il metodo delle scienze della natura sia quello ipotetico-deduttivo significa fare una scelta razionalista.
- Le ipotesi non dipendono quasi mai soltanto da noi.
- Le conseguenze delle ipotesi, invece, dipendono da come ho costruito l’inferenza; se l’inferenza deduttiva è valida, allora le conseguenze devono essere vere.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
5
Q

Cosa significa pensare che il metodo delle scienze della natura sia quello induttivo?

A

Pensare che il metodo delle scienze della natura sia quello induttivo significa fare una scelta empirista.
- Un induttivista basa le previsioni su casi «simili» nell’esperienza passata. Il sole sorgerà domani perché è sorto fino a oggi per lunghissimo tempo, e questa fiducia («grado di certezza») cresce al crescere degli eventi positivi. Possiamo quantificare il grado di certezza, per esempio probabilisticamente.
- Un induttivista si basa sull’aspettativa dall’uniformità della natura.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
6
Q

MODUS PONENS

A

Nella logica, il modus ponens (MP), dal latino modus ponendo ponens (“modo che afferma”, lett. “modo che pone con l’aver posto”) è una regola d’inferenza, che afferma: se “p implica q” è una proposizione vera, e anche la premessa p è vera, allora la conseguenza q è vera.

P→Q
P
Q

Se piove, la strada è bagnata
Piove
Dunque: la strada è bagnata

Il fatto che l’inferenza sia valida non può assicurarci che ognuna delle asserzioni contenute sia vera; la validità del modus ponens ci dice che la conclusione deve essere vera se tutte le premesse sono vere.
Una valida regola di inferenza in cui una o più premesse non sono vere è chiamata inferenza infondata, laddove tutte le premesse sono vere, allora l’inferenza è fondata.
Nella gran parte dei sistemi logici, il modus ponens è considerato valido; tuttavia le sue istanze possono essere fondate o infondate.
Se la regola d’inferenza è il modus ponens e le sue premesse sono vere, allora l’inferenza è fondata.

Una inferenza che utilizza il modus ponens viene chiamata deduttiva.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
7
Q

MODUS TOLLENS

A

Il modus tollens (MT), abbreviazione del latino modus tollendo tollens (lett. “modo che toglie con l’aver tolto”), è una regola di inferenza della logica proposizionale, il cui significato è: “il modo che toglie la verità di una proposizione togliendo quella di un’altra”. Regola con cui si nega l’implicazione q e si conclude la negazione di p.

Il termine p prende il nome di antecedente, mentre q è detto conseguente e rappresentano proposizioni logiche.

  1. p è condizione sufficiente per q
  2. q è condizione necessaria per p
    cioè: q (se vero) può essere implicato da un termine diverso da p, mentre q (se vero) è necessario per p vero.

P→Q
¬Q
¬P
P = piove (antecendente)
Q = la strada è bagnata (conseguente)
Se piove, la strada è bagnata
La strada non è bagnata
Dunque: non piove

Il modus tollens è un caso particolare di sillogismo ipotetico in cui la seconda premessa è una proposizione il cui valore di verità non è ricavato deduttivamente ma accolto sulla base di un’evidenza empirica.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
8
Q

VALORE DI VERITÀ

A

Una proposizione logica è un’espressione linguistica che può essere vera (V) o falsa (F).
Milano è una bella città non è una proposizione logica propriamente, in quanto non si può dire se sia vera o falsa. 5 è un numero primo, l’asso di picche è una carta nera, 3+3=6, indipendentemente dal loro valore di verità, sono proposizioni che hanno valore logico.

Quando diciamo che una proposizione logica è vera (V) o falsa (F), stiamo dando a quella frase un valore di verità.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
9
Q

Quando un’inferenza è corretta?

A

Un’inferenza è corretta quando non è possibile che le premesse siano vere e la conclusione falsa. In altri termini, in tutti i mondi possibili (anche diversi dal mondo attuale) in cui le premesse sono vere, la conclusione deve essere vera.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
10
Q

È possibile che in un’inferenza corretta le premesse siano false (in dato mondo possibile M) e la conclusione vera (nello stesso mondo possibile M)?

A

Tutti i calciatori sono filosofi
Immanuel Kant è un calciatore
Immanuel Kant è un filosofo

Questa inferenza è corretta dal punto di vista formale. Nel mondo attuale entrambe le premesse sono false, ma la conclusione è vera.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
11
Q

È possibile che in un’inferenza corretta le premesse siano false (in dato mondo possibile M) e la conclusione falsa (nello stesso mondo possibile M)?

A

Tutti filosofi sono tedeschi
Francesco Totti è un filosofo
Francesco Totti è tedesco

Questa inferenza è corretta dal punto di vista formale. Nel mondo attuale entrambe le premesse sono false, e la conclusione è falsa.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
12
Q

Se in un’inferenza le premesse sono vere e la conclusione è vera, l’inferenza è necessariamente corretta?

A

Tutti gli uomini sono animali
Socrate è uomo
Atene è in Grecia

Sia le premesse sia la conclusione sono vere nel mondo attuale, ma l’inferenza non è corretta.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
13
Q

PRINCIPIO DI IDENTITÀ

A

Un principio fondamentale della logica aristotelica da cui prende spunto la logica classica: cose uguali sono cose che hanno gli stessi attributi.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
14
Q

PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE

A

Un principio fondamentale della logica aristotelica da cui prende spunto la logica classica: una proposizione logica non può essere vera e falsa contemporaneamente.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
15
Q

PRINCIPIO DEL TERZO ESCLUSO

A

Un principio fondamentale della logica aristotelica da cui prende spunto la logica classica: data una qualsiasi proposizione A, si possono avere solo due eventualità: o è vera A oppure è vera la sua negazione, cioè la proposizione «non A» (¬A)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
16
Q

Definizione di CONNETTIVI

A

I connettivi proposizionali permettono di combinare insieme più proposizioni per formarne delle nuove. Ogni connettivo si indica con un simbolo particolare e corrisponde a delle particolari particelle del linguaggio comune. Esempi di connettivi: disgiunzione, congiunzione, implicazione. Per ogni connettivo, il comportamento rispetto ai valori di verità viene definito dalle cosiddette tavole di verità.

17
Q

Definizione di TAVOLE DI VERITÀ

A

Le tavole di verità stabiliscono il valore della proposizione logica composta (contenente cioè dei connettivi), a partire dai valori di verità delle proposizioni logiche componenti.

18
Q

NEGAZIONE

A

Se p è vera, non-p è falsa.
Se p è falsa, non-p è vera.

  • La negazione ¬P è vera se P è falsa ed è falsa se P è vera.
  • ¬(a = b) è vera se a = b è falsa ed è falsa se a = b è vera.
19
Q

Legge della DOPPIA NEGAZIONE

A

¬¬P equivale logicamente a P

¬¬P
P
Non è vero che Roma non è la capitale d’Italia
Roma è la capitale d’Italia

20
Q

CONGIUNZIONE

A

Si definisce congiunzione (AND) tra due proposizioni p e q la proposizione composta che è vera quando le proposizione congiunte sono entrambe vere ed è falsa quando almeno una delle due proposizioni congiunte è falsa.

21
Q

DISGIUNZIONE INCLUSIVA

A

Si definisce disgiunzione inclusiva (OR) tra due proposizioni p e q la proposizione composta che è vera se almeno una delle due proposizioni è vera, ed è falsa se entrambe le proposizioni sono false.
Esempio: piove o (vel) tira vento

22
Q

Quali sono le differenze tra congiunzione e disgiunzione?

A
  • Una congiunzione è vera quando le proposizioni congiunte sono entrambe vere.
  • Una congiunzione è falsa quando almeno una delle due proposizioni congiunte è falsa.
  • Una disgiunzione (inclusiva) è vera quando almeno una delle proposizioni disgiunte è vera.
  • Una disgiunzione (inclusiva) è falsa quando le proposizioni disgiunte sono entrambe false.
23
Q

DISGIUNZIONE ESCLUSIVA

A

Si definisce disgiunzione esclusiva (XOR) tra due proposizioni p e q, la proposizione composta che è falsa se entrambe le proposizioni sono vere o entrambe le proposizioni sono false, mentre è vera negli altri due casi.
Esempio: alla fine dell’esame lo studente è promosso o (aut) bocciato è vera se lo studente è promosso e è non bocciato oppure se lo studente non è promosso ed è bocciato. Una delle due cose, non entrambe.

24
Q

IMPLICAZIONE

A

Si definisce implicazione (se-allora) tra due proposizioni p e q, la proposizione composta che è falsa se la prima proposizione è vera e la seconda è falsa, mentre è vera in tutti gli altri casi.
Esempio: p ⇒ q: se manca l’elettricità, allora l’elettrodomestico si blocca è un’implicazione vera; tuttavia la sua implicazione inversa, q ⇒ p: se l’elettrodomestico si blocca, allora manca l’elettricità è falsa.

25
Q

DOPPIA IMPLICAZIONE

A

Si definisce doppia implicazione o equivalenza tra due proposizioni p e q, la proposizione composta che è vera se e solo se p e q hanno gli stessi valori di verità, cioè la doppia implicazione di due proposizioni P e Q è la proposizione P se e solo se Q che risulta vera se P e Q sono entrambe vere o entrambe false.
Esempio:
P: un triangolo è equilatero.
Q: il triangolo ha tre lati uguali.
P se e solo se Q: un triangolo è equilatero se e solo se ha tre lati uguali.

26
Q

QUANTIFICATORE UNIVERSALE

A

Il quantificatore universale, rappresentato dal simbolo (si legge per ogni) indica che il predicato che lo segue è verificato per ogni valore della variabile di riferimento.
Per esempio, la formula ∀x, x ≥ 0 (che può essere anche scritta come ∀x(x ≥ 0)) assume il seguente significato: per ogni valore della variabile x (appartenente a un opportuno insieme di definizione) x è maggiore o uguale a 0.

NOTA: la verità di una formula contenente un quantificatore dipende dall’insieme a cui appartiene la variabile x. Nell’esempio precedente, infatti, la formula ∀x, x ≥ 0 è vera se x varia nell’insieme dei numeri naturali, mentre è falsa se x varia nell’insieme dei numeri interi.

∀x (per ogni x)

27
Q

QUANTIFICATORE ESISTENZIALE

A

Il quantificatore esistenziale, rappresentato dal simbolo (si legge esiste) indica che il predicato che lo segue è verificato per almeno un valore della variabile di riferimento.
Per esempio la formula ∃x, 2 + x = 0 (che può anche essere scritta come ∃x(2 + x = 0)) significa che esiste un valore della variabile x tale che x + 2 = 0; tale valore in effetti esiste nell’insieme dei numeri interi ed è x = −2.

NOTA: barrando il simbolo ∃ si ottiene la negazione del quantificatore esistenziale ∄, che si legge non esiste un/una.

∃x (esiste almeno un x tale che)

28
Q

SILLOGISMO

A

Il sillogismo (dal greco συλλογισμός, syllogismòs, formato da σύν, syn, “insieme”, e λογισμός, logismòs, “calcolo”: quindi, “ragionamento concatenato”) è un tipo di ragionamento dimostrativo che fu teorizzato per la prima volta da Aristotele.

Partendo dai tipi di termine “maggiore” (che funge da predicato nella conclusione), “medio” e “minore” (che funge da soggetto nella conclusione) classificati in base al rapporto contenente-contenuto, giunge ad una conclusione collegando i suddetti termini attraverso brevi enunciati (premesse).

Nella logica classica un sillogismo può essere: categorico, ipotetico, disgiuntivo, congiuntivo.

29
Q

Le proposizioni usate nei sillogismi

A

Le proposizioni usate nei sillogismi possono essere divise sotto tre aspetti:
1) Quantitativo: universali o particolari (individuali)
2) Qualitativo: affermativa o negativa
3) Modale:
- possibili : non è in un modo, ma potrebbe esserlo (non piove, ma potrebbe cominciare);
- contingenti : è in un modo, ma potrebbe non esserlo (piove, ma potrebbe non piovere);
- impossibili : ciò che non è, e che non può essere;
- necessarie : ciò che è, e che non potrebbe non essere; (necessità e contingenza si escludono a vicenda).

30
Q

SILLOGISMO CATEGORICO

A

La forma di sillogismo più comune è il sillogismo categorico. Le proposizioni che compongono un sillogismo categorico possono essere:
- universali affermative (“Tutti gli A sono B”)
- universali negative (“Nessun A è B”)
- particolari affermative (“Qualche A è B”)
- particolari negative (“Qualche A non è B”)

31
Q

SILLOGISMO IPOTETICO

A

È valido nella logica classica ma non in altri contesti (per esempio nella logica probabilistica):
- Se non mi sveglio, non posso andare a correre.
- Se non posso andare a correre, allora non dimagrirò.
- Pertanto, se non mi sveglio, allora non dimagrirò.

32
Q

SILLOGISMO DISGIUNTIVO

A

Il sillogismo disgiuntivo è fondato su due premesse
- una asserzione disgiuntiva (P v Q, dove P è l’antecedente e Q il conseguente);
- la negazione dell’antecedente o del conseguente;
da cui si può trarre una deduzione necessaria (inferenza) positiva rispettivamente sul conseguente o sull’antecedente.

P∨Q
¬P
—-
Q

P∨Q
¬Q
—-
P

O sono sveglio oppure dormo;
non dormo (non sono sveglio)
quindi sono sveglio (dormo).

NOTA
- P vel Q è vera quando almeno una delle proposizioni disgiunte è vera: per iscriversi alla magistrale ci vuole la laurea in filosofia o in matematica (inclusiva).
- P aut Q è vera quando esattamente una delle proposizioni disgiunte è vera: oggi è martedì o mercoledì (esclusiva).

33
Q

SILLOGISMO CONGIUNTIVO

A

Il sillogismo congiuntivo è fondato su due premesse
- la negazione di una congiunzione (P ∧ Q, dove P è l’antecedente e Q il conseguente);
- l’affermazione dell’antecedente o del conseguente;
da cui si può trarre una deduzione necessaria (inferenza) negativa rispettivamente sul conseguente o sull’antecedente.

¬(P∧Q)
P
¬Q

¬(P∧Q)
Q
¬P

Non è vero che Antonio è padre sia di Maria sia di Francesca.
Antonio è padre di Maria (di Francesca).
Dunque Antonio non è padre di Francesca (di Maria).

34
Q

DIMOSTRAZIONE PER ASSURDO

A

Se da un insieme di PREMESSE insieme all’ipotesi che una certa proposizione P sia vera segue una contraddizione, allora dalle premesse segue la negazione di P.

Da PREMESSE + P segue logicamente una contraddizione
Da PREMESSE segue logicamente ¬P

Se è valido lo schema precedente ed è valida anche la legge della doppia negazione, allora è valido anche lo schema seguente:

Da PREMESSE + ¬P segue logicamente una contraddizione
Da PREMESSE segue logicamente P

Esempio:
Tutti i corvi sono neri
Alcuni uccelli sono corvi
Dunque qualche uccello è nero
Nessun uccello è nero (ipotesi per assurdo)
∃x(U(x)∧C(x))
U(a)∧C(a)
∀x(C(x)→N(x))
∀x(U(x)→¬N(x)) = ¬∃x(U(x)∧N(x))
U(a)
C(a)
C(a) → N(a)
U(a) → ¬N(a)
¬N(a)
N(a) Contraddizione

35
Q

Esempio di una dimostrazione per assurdo

A

Supponiamo che i numeri primi non siano infiniti, ma siano 2,3,…,pn. Sia a = 2 x 3 x…x pn e consideriamo il numero a + 1. Questo numero non è divisibile per nessuno degli n numeri primi. Ma per il teorema fondamentale dell’aritmetica, ogni numero naturale o è primo o può essere espresso come un prodotto di numeri primi.
Sono possibili due casi:
- a +1 è primo;
- esiste un numero primo q non compreso nella lista, tale che a+1 è divisibile per q.

In entrambi i casi si ottiene una contraddizione.
Abbiamo dunque dimostrato per assurdo che ci sono infiniti numeri primi.

36
Q

RAGIONAMENTO PER CASI

A

Se da un insieme di PREMESSE, insieme all’ipotesi che una proposizione P sia vera segue una conclusione Q, e dalle stesse PREMESSE insieme all’ipotesi che P sia falsa segue la stessa conclusione Q, allora Q segue dalle PREMESSE indipendentemente dal fatto che P sia vera o falsa.

Da PREMESSE + P segue Q
Da PREMESSE + ¬P segue Q
Da PREMESSE segue Q

37
Q

Se vs Solo se

A

Mario è nonno solo se è padre (che Mario sia Padre è una condizione necessaria perché Mario sia nonno)
= Se Mario è nonno, allora è padre
Nonno(M) → Padre(M)

Mario è nonno se è padre (che Mario sia padre è una condizione sufficiente perché Mario sia nonno)
= Se Mario è Padre, allora è nonno
Padre(M) → Nonno(M)