Lezione 6 Flashcards

1
Q

Cos’è la diagnosi indiretta

A

Una diagnosi che cerca l’anticorpo (o immunoglobuline) di un determinato antigene e stabilisce se l’ospite è venuto a contatto.
Serve il siero come campione

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2
Q

Per cosa è usata la diagnosi indiretta

A

Diagnosi di infezione, indagini epidemiologiche e valutazione di efficacia vaccinale

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3
Q

Il titolo anticorpale, cos’è?

A

È l’ultima diluizione in grado di provocare una reazione visibile a contatto con una concentrazione costante del corrispondente antigene

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4
Q

La diagnosi indiretta può dire se è presente il virus ancora vitale?

A

Generalmente no, la situazione cambia se questo virus dà infezione persistente come Retroviridae o Orthoherpesviridae

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5
Q

Quali sono i test a diagnosi indiretta?

A
  • sieroneutralizzazione
  • inibizione dell’emoagglutinazione
  • immunofluorescenza
  • ELISA
  • test immunocromatografici
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6
Q

Test a sieroneutralizzazione, descrizione

A

Ricerca di anticorpi in grado di inibire la capacità infettante dei virus citopatogeni: in una coltura cellulare sono quelli che inibiscono l’adsorbimento del virus.
Valutano: presenza, quantità, capacità proteggente e sierotipo.
Gli svantaggi principali sono derivati dal fatto che la maggior parte dei virus non replica in coltura cellulare, e qua servono i virus vivi

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7
Q

Test di inibizione dell’emoagglutinazione (HI)

A

Ricerca anticorpi che impediscono l’adsorbimento virale a GB che, altrimenti, causerebbe emoagglutinazione.
Valuta quantità e sierotipo, lo svantaggio principale è che richiede eritrociti e ha un lungo tempo di esecuzione

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8
Q

Test di immunofluorescenza indiretta

A

Necessita di siero, antigene virale fissato e anticorpi anti anticorpi legati a una molecola fluorescente.
In caso di positività gli ab-antiab legano il complesso ag-ab ed emettono fluorecenza.
Valuta presenza e quantità

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9
Q

Test ELISA

A

Necessita di siero, antigene fissato su supporto, ab-antiab legato a enzimi per reazione colorimetrica.
In caso di positività gli ab-antiab legano complesso ag-ab e inducono la reazione colorimetrica nell’enzima che legano.
Valuta presenza e quantità

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10
Q

Test immunocromatografico ICT

A

necessita di siero, ab-antiab marcato con molecole colorate e ab-antiab fissato su supporto.
Sfrutta un flusso capillare: l’analita passa prima da una porzione che possiede ab-antiab colorati e poi su più porzioni con ab-antiab fissati su supporto. Se è presente l’anticorpo allora si lega al supporto e colora la zona.
Valuta la presenza.

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11
Q

Cos’è la diagnosi diretta

A

Una diagnosi che cerca direttamente l’AE o parti di esso (es. antigene).
Stabilisce se l’ospite è infetto al momento e occorre prelevare campioni idonei in base al suo tropismo

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12
Q

Quali sono i test a diagnosi diretta?

A

Per identificazione dell’intero AE:
- inoculazione in animale vivo
- isolamento virale
- ME
Identificazione di componenti:
- emoagglutinazione (HA)
- immunofluorescenza
- ELISA
- test immunocromatografico
Identificazione acido nucleico: metodiche molecolari

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13
Q

Inoculazione in animale vivo

A

Animale ricettivo da laboratorio, serve prelevare il campione in maniera sterile e deve essere mantenuto vitale.
Valuta la presenza, la vitalità e la patogenicità

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14
Q

Isolamento virale

A

Sfrutta la capacità di alcuni virus di crescere in vitro, necessita di un substrato cellulare e si valuta tramite l’effetto citopatico.
Valuta presenza, vitalità, citopatogenicità
Esistono diversi tipi di coltura cellulare.
Ha lo svantaggio del richiedere molto tempo, di una conservazione del campione e di possibilità di contaminazione

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15
Q

Quali sono i tipi di coltura cellulare per l’isolamento virale?

A

Coltura cellulare primaria, che deriva direttamente dal tessuto/organo e si mantiene viva per una decina di passaggi
Linee cellulari continue, che hanno derivazione embrionale/fetale e possono mantenersi vitali per numerosi passaggi.
Uova embrionate, con inoculazione in diversi tessuti a seconda del tropismo
Le cellule, inoltre, possono essere aderenti o in sospensione.

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16
Q

Tecnica della titolazione TCID50

A

Valuta il titolo virale infettante.
Consiste nell’inoculazione di volumi costanti di diluizioni della sospensione virale in 96 pozzetti con monostrato cellulare e successiva incubazione e lettura.
Al MO si valuta la citopatogenicità (CPE): la diluizione che causa CPE al 50% dei pozzetti corrisponde al TCID50

17
Q

Tecnica della titolazione con il metodo delle placche secondo Dulbecco

A

Diluizioni seriali della sospensione virale in un monostrato cellulare in piastre.
Inoculazione di un volume costante di ogni diluizione virale in ogni piastra e copertura con terreno colturale semisolido. Incubazione e lettura.
Si conta il numero di placche al MO

18
Q

Emoagglutinazione (HA)

A

sfrutta al capacità di alcuni virus di adsorbire eritrociti: se c’è l’antigene virale si determinerà l’agglutinazione
Serve solo per virus emoagglutinanti e può dare falsi positivi (presenza di altre prt emoagglutinanti) e non valuta la vitalità

19
Q

Test a immunofluorescenza per analisi diretta

A

Anticorpi marcati con molecole fluorescenti: se c’è antigene c’è emissione di fluorescenza.
Valuta presenza, quantità e localizzazione

20
Q

Test ELISA per analisi diretta

A

Il principio è simile a quello di analisi indiretta.
Se c’è l’ag si forma un composto ag-ab che induce la reazione colorimetrica del substrato
Presenza, quantità e localizzazione

21
Q

Test immunocromatografico per analisi diretta

A

Funzionameno simile a quello per l’analisi indiretta.
Il complesso ag-ab si lega all’ab-antiab fissato sul supporto accumulandosi.
Valuta la presenza

22
Q

Metodiche molecolari: generalità

A

Possono essere con (PCR) o senza amplificazione (sonde marcate).
Valutano un dato qualitativo e quantitativo, permettono sequenziamento e la localizzazione.
Un grandissimo vantaggio è quello di evitare la manipolazioen di agenti patogeni, tempi brevi e permette di differenziare virus vaccinali da quelli wild-type.
Non vlauta la vitalità ed è molto soggetta ad eventuali contaminazioni.

23
Q

Quali sono le tipologie di provette

A

Contenitori universali: sterili senza anticoagulante
Provette per sierare: senza anticoagulante (centrifuga), con gel o granuli separatori
Provette con anticoagulante:
- viola con EDTA
- verde con eparina (inibisce DNApol)
- azzurro con citrato di sodio
- giallo con fluoruro di Na

24
Q

Conservazione dei campioni

A

4-8˚C entro le 48h o -20 se +
Evitare scongelamento e congelamento perché causerebbe l’inibizione di DNApol
No ghiaccio secco, inibisce DNApol