LATO DELL'OFFERTA - CAPITOLO 5 e 6 Flashcards

1
Q

Qual è la teoria dell’impresa?

A

La teoria dell’impresa si basa sul prendere fattori produttivi (come lavoro, capitale, risorse) detti INPUT, trasformarli in OUTPUT (prodotto finito), utilizzando la tecnologia che si ha a disposizione.
L’obiettivo che si cela dietro questi step è la massimizzazione del profitto (minimizzando i costi e di conseguenza massimizzando la differenza tra ricavi e costi), è possibile raggiungere questa massimizzazione:
riducendo il più possibile i costi dei fattori produttivi e producendo quantità necessarie per raggiungere il massimo profitto (a condizione che produrre convenga).

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2
Q

Che differenza c’è tra breve e lungo periodo?

A

Sicuramente per capire come produce un’impresa bisogna definire l’orizzonte temporale.
Nel breve periodo l’impresa avrà sia input fissi (K) che variabili, mentre nel lungo periodo tutti gli input sono variabili.

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3
Q

Cosa rappresenta la funzione di produzione?

A

rappresenta la quantità massima di output prodotta impiegando un ammontare di L e un ammontare di K.

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4
Q

Cosa rappresenta la produzione totale nel breve periodo?

A

rappresenta la quantità massima di output prodotta utilizzando un ammontare di Lavoro (variabile).

Graficamente si dice che q=q(L)
E si può rappresentare con una curva crescente fino ad un certo punto.
Sarà pari a 0 se impiego 0 unità di lavoro e crescerà al crescere delle unità di lavoro via via impiegate, ma non per sempre e non sempre alla stessa velocità.

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5
Q

Cos’è la PME (produttività media)?

A

La produttività media rappresenta la quantità di output prodotta utilizzando una certa quantità di L.

In formule: PME= q(L)/L

Graficamente: è l’inclinazione delle rette che unisce l’origine degli assi con un punto della funzione di produzione corrispondente ad una determinata quantità di Lavoro impiegata (è crescente fino ad un certo punto poi inizia a diminuire).

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6
Q

Cos’è la PMG (produttività marginale)

A

Rappresenta la variazione della quantità di output prodotta utilizzando una quantità in più di lavoro.

In formule: PMG= variazione q(L) / variazione di L

Graficamente: sono delle rette tangenti dei vari punti della funzione di produzione (sono crescenti fino ad un certo punto poi iniziano a diminuire fino addirittura all’eventualità di diventare negative)

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7
Q

Quando la PME e la PMG sono uguali?

A

Quando la PME è massima.

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8
Q

Quando la PME è crescente?

A

Quando la PMG è più alta della PME.
PME e PMG partono dallo stesso punto, poi nel punto in cui la PME è massima, PME e PMG, coincidono e poi PME decresce.

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9
Q

Cosa rappresenta produzione totale nel lungo periodo?

A

In questo caso si considera anche il capitale (NEL LUNGO PERIODO, ANCH’ESSO VARIABILE).
Per cui la produzione totale rappresenta la TECNOLOGIA che ha a disposizione l’impresa per produrre una massima quantità di output impiegando un ammontare di L e un ammontare di K.

Graficamente: dovendo tenere in considerazione q, L e K servirebbe un grafico tridimensionale ma non è necessario:
si rappresenta graficamente sull’asse verticale K e su quella orizzontale L

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10
Q

Come si rappresenta la tecnologia dell’impresa

A

Con una famiglia di isoquanti.
Graficamente: analoghi alle curve di indifferenza (convesse e negative, generalmente)

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11
Q

Cosa sono gli isoquanti?

A

Servono per rappresentare graficamente la tecnologia dell’impresa.

  1. rappresentano ogni possibile combinazione di input per produrre una determinata quantità di output;
  2. ad ogni isoquanto corrisponde un livello di produzione
  3. gli isoquanti più lontani dall’origine evidenziano quantità maggiori di output, in quanto si utilizzano maggiori quantità di entrambi i fattori produttivi (input)
  4. NON SI INCROCIANO MAI
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12
Q

Qual è la differenza tra una famiglia di isoquanti e una famiglia di curve di indifferenza?

A

Le curve di indifferenza (che vengono utilizzate per capire le scelte dei consumatori) e gli isoquanti (che vengono utilizzati per identificare la tecnologia dell’impresa) sono davvero molto simili graficamente ma concettualmente no.

è importante distinguerli: le curve di indifferenza possono essere scelte dal consumatore, in base alle sue preferenze, al suo reddito etc…
mentre gli isoquanti che sono un VINCOLO TECNOLOGICO non possono essere scelti dall’impresa, bisogna prenderli come dati cercando di spendere meno possibile per gli input.

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13
Q

Gli isoquanti possono avere solo una forma convessa?

A

hanno la forma convessa solo quando parliamo di beni imperfetti sostituti, ma possono anche essere delle rette, quanto i beni sono perfetti sostituti o a forma di L, quando i beni sono perfetti complementi.

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14
Q

Cosa rappresentano i rendimenti di scala?

A

Come sappiamo un isoquanto più lontano dall’origine degli assi evidenzia un output maggiore in quanto vengono utilizzati più fattori di produzione.
Ma ciò che bisogna domandarsi è di quanto aumenta l’output prodotto in proporzione all’aumentare dei fattori di produzione?

Se gli input e l’output aumentano nella stessa proporzione parliamo di rendimenti di scala costanti.
se aumentano più che proporzionalmente rispetto agli input parliamo di rendimenti di scala crescenti e se aumentala produzione di output MA meno che proporzionalmente rispetto agli output si parla di rendimenti di scala decrescenti.

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15
Q

Cos’è il STS?

A

E’ il saggio tecnico di sostituzione, ovvero il saggio in cui un’impresa è disposta a sostituire un input con un altro (graficamente è la pendenza degli isoquanti).

In formule: STS= variaz. K/ variaz. L
Il STS è uguale alla produttività marginale di entrambi gli input ma con segno meno.

Al diminuire di STS, la produttività marginale decresce (Per cui è difficile sostituire un input con un altro)

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16
Q

Quanto costa produrre output, considerando un solo input variabile (il lavoro)?

A

L’originaria funzione di produzione ci diceva, dato ciascun ammontare di L, quale sarebbe stato il massimo output ottenibile q(L)verticale, L orizzontale.
Ma un’impresa si chiederà anche quanto costa produrre e per capirlo bisogna leggere la funzione di produzione al contrario (inverdendo gli assi), bisognerà moltiplicare l’ammontare di input necessario per produrre l’output, per il costo delle unità di input.

per cui gli assi si invertono : L(q) verticale e q orizzontale

L(q)= CT (costo totale: moltiplicazione di lavoro e salario, wage).

17
Q

Cos’è il COSTO MARGINALE, considerando solo un input variabile (il lavoro)?

A

Per capirlo è importante fare una premessa:
Dato che input e output sono legati tra loro da un vincolo tecnologico, non posso variare la quantità di uno e tenere invariata la quantità dell’altro (non posso produrre più prodotti finiti senza assumere altri lavoratori).

Per cui quel costo aggiuntivo che l’impresa dovrà sostenere è, appunto il CMG (costo marginale).
IN FORMULE: CMG = costo unitario dell’input/ PMG

Più la PMG è alta, più il CMG sarà basso, infatti:

  1. se la produttività marginale è crescente, i costi marginali saranno decrescenti.
  2. se la produttività marginale è costante anche i costi marginali saranno costanti
  3. se la produttività marginale è decrescente, i costi marginali saranno crescenti

se il CMG è relativo all’ultima unità impiegata, il CME è il costo relativo per unità impiegate.

18
Q

Qual è il Costo totale, considerando un’impresa che ha 2 fattori produttivi variabili (L e K)?

A

CT= wL + rK
(r: costo unitario del capitale, tasso di rendimento).

data la formula, anche graficamente possono essere rappresentati i costi totali dell’impresa.
si disegnano con delle rette (che intersecano gli assi cartesiani relativi alle due variabili: K verticale, L orizzontale) e tali rette sono dette ISOCOSTO (lungo una retta, l’impresa può scegliere la quantità di input da impiegare senza variare il CT).
Chiaramente un isocosto più lontano dall’origine evidenzia un costo maggiore, maggior unità di input e maggior produzione di output, ma l’impresa vorrà sempre optare per un isocosto più basso (in relazione al principio della teoria dell’impresa).

Il punto di scelta ottimo, per l’impresa, sarà l’intersezione tra vincolo tecnologico (isoquanto) e il più basso isocosto che tocca il vincolo.

nel punto di scelta ottimo la pendenza dell’isocosto e dell’isoquanto sono uguali:

STS (var. K/ var. L)= -pmgl/pmgk = -w/r

detta in altre parole:

pmgl/w=pmgk/r
per cui parliamo di produttività marginali ponderate, perchè consideriamo la pmg dei fattori produttivi e si considerano anche i costi di tali input, quindi l’impresa paga i fattori produttivi in base alla loro produttività.

19
Q

Qual è la formula CT nel breve periodo (in generale)?

A

CV+ CF

20
Q

l’impresa può sfruttare i Rendimenti Di Scala nel breve o nel lungo periodo?

A

Nel lungo periodo.
Se i RDS sono crescenti, i CME sono decrescenti
Se i RDS sono costanti, i CME sono costanti
Se i RDS sono decrescenti, i CME sono crescenti.

21
Q

A cosa corrisponde la scala minima efficiente?

A

Corrisponde al punto di minimo dei CME nel breve periodo.

22
Q

Quando l’impresa ottiene la massimizzazione dei profitti?

A

Quando il RMG è uguale al CMG, graficamente, nel punto tangente sia alla curva dei CT, sia alla retta dei RT.

23
Q

Cos’è il RT

A

il ricavo totale è l’ammontare che un’impresa possiede consequenzialmente alla vendita dei suoi output.
in formule p*q

24
Q

Cos’è RMG? e RME?

A

RME: ricavo che l’impresa ottiene per unità prodotte (RT/q)=p

RMG: il ricavo che l’impresa ottiene vendendo un’unità in più di output (var. RT/ var.q)=p

La curva dei RME coincide con i RMG e con la curva di domanda di mercato che l’impresa ha dinanzi a sè.

25
Q

Quando l’impresa ha un extraprofitto? e uno normale?

A

L’impresa ha un extraprofitto se i ricavi sono maggiori rispetto ai costi (>0)
normale se i ricavi sono uguali ai costi (=0)

26
Q

Quando un’impresa è in perdita?

A

Quando i ricavi sono inferiori ai costi (<0)

27
Q

Come si minimizza una perdita?

A

In genere un’impresa se ha molteplici perdite, tende ad uscire dal mercato (dunque a smettere di produrre, a chiudere i battenti) ma tante volte non può.
Ad esempio non può se sono presenti dei costi fissi sommersi: in questo caso se l’impresa chiudesse, dovrebbe comunque continuare a pagare i CF sommersi (detti sunk costs) aldilà del fatto che decida o meno di produrre.
per cui continuare a produrre, anche se in perdita, sarebbe meglio (e più conveniente) piuttosto che chiudere

GRAFICAMENTE: la perdita complessiva si rappresenta attraverso l’area di un rettangolo che ha come h la differenza tra P-CME (sicuramente negativa) e come b la quantità prodotta.

(QUESTO SOLO NEL BREVE PERIODO QUANDO CI SONO COSTI FISSI)

28
Q

Quando all’impresa conviene produrre?

A

quando ottiene extraprofitti (p>CME) o normali profitti (p=CME).
Se dovesse riscontrare un prezzo di mercato < ai CME, produrrebbe sicuramente in perdita, per cui le converrebbe chiudere (se può farlo).

29
Q

Come si calcola il profitto?

A

Ricavi totali- costi totali

30
Q

Cos’è il surplus del produttore?

A

è il benessere apportato al consumatore per il solo fatto di partecipare al mercato.
è la differenza tra il prezzo di mercato e il prezzo a cui l’impresa sarebbe disposta a vendere.
GRAFICAMENTE: è l’area compresa tra prezzo di mercato e curva d’offerta.

31
Q

formula dei RICAVI MEDI:

A

RT/q

32
Q

formula dei RICAVI MARGINALI:

A

VAR. RT/ VAR. q

33
Q

formula COSTI VARIABILI MEDI (CVME):

A

CV/q

34
Q

formula COSTI FISSI MEDI (CFME):

A

CF/q