la glottodidattica Flashcards
che cos’è la ‘glottodidattica’:
E’ lo studio e l’organizzazione di modelli teorici e operativi di insegnamento delle lingue
moderne:
* lingua madre
* lingua straniera (LS, una lingua che noi impariamo in un contesto sociale e culturale in cui quella lingua non è in uso = studiare francese in Italia).
* lingua seconda (L2, una lingua che noi impariamo in un contesto sociale e culturale in cui quella lingua è una lingua in uso).
e antiche.
chi usa la parola ‘glottodidattica’ per la prima volta:
La parola ‘glottodidattica’ viene usata per la prima volta dal linguista Balboni negli anni ‘60 ed è un calco di una parola polacca.
Balboni = decano di questo settore di studi (decano = persona più anziana che si è occupata di questo campo).
storia del termine:
- nel 1949 nasce in Polonia un rivista, Glottodydactica, ma i primi seminari americani, francesi, britannici parlano di linguistica applicata
- negli anni Ottanta in Italia si impone ‘glottodidattica’, mentre il nome ufficiale del Ministero per questo settore è ‘Didattica delle lingue moderne’, che esclude quindi le lingue classiche, sebbene queste facciano parte dell’educazione linguistica;
- nel nuovo secolo viene importato (anche come definizione ufficiale del Ministero nei suoi testi in inglese) l’americano educational linguistics nella forma ‘linguistica educativa’, abbreviata in ‘edulinguistica’.
- tuttavia, al di là delle definizioni ministeriali, Linguistica educativa e Glottodidattica non coincidono pienamente: piuttosto la Linguistica educativa è una parte della glottodidattica (insieme alla linguistica acquisizionale)
statuto epistemologico della ‘glottodidattica’ di Balboni:
Dichiarazioni per creare il fondamento di ciò che la glottodidattica è (statuto epistemologico).
1. dich. 1: la Glottodidattica è una scienza teorico-pratica. «per operare come scienza dell’educazione linguistica la Glottodidattica deve elaborare una teoria dell’educazione linguistica stessa, teoria che non compare in nessuna delle scienze teoriche di riferimento.» > fare un cruciverba per imparare l’inglese = fare una cosa pratica rispetto a una dimensione teorica.
2. dich. 2: le fonti della conoscenza su cui si costruisce la Glottodidattica sono esterne alla Glottodidattica stessa; esse si trovano in altre scienze teoriche o pratiche (Ex. la psicologia, la filosofia, la pedagogia, la linguistica…) «Sulla base delle conoscenze esterne la Glottodidattica elabora una sua teoria dell’educazione linguistica (nota come „approccio‟), una metodologia didattica (il „metodo‟) e delle tecniche di classe.
Per la valutazione di approcci e metodi non si applica il processo „validazione/falsificazione‟, che è quello proprio delle scienze teoriche, bensì „coerenza/incoerenza‟ con le premesse teoriche.»
3. dich. 3: il passaggio dai campi esterni al campo della Glottodidattica avviene per implicazione e non per applicazione. «per tutta la seconda metà del 20° secolo c’è stata l’illusione che potesse esserci un percorso diretto dall’ambito linguistico teorico a quello operativo della Glottodidattica: l’applicazione.»
perchè ‘glottodidattica’ e ‘linguistica educativa’ non coincidono per davvero:
perchè la linguistica educativa è solo una delle tanti fonti da cui attinge la glottodidattica (insieme alla linguistica applicata, a quella acquisizionale, alla critica letteraria etc.)
la glottodidattica è una disciplina?:
Per alcuni non lo è (ex. Freddi) poichè è troppo frammentaria che include troppi pezzi (costellazione disciplinare).
per altri sì, (ex. Villarini). > per lui è una ‘scienza morbida’, cioè nella quale il rigore e l’aderenza al metodo scientifico vengono considerati superficiali, non basandosi pienamente su dati sperimentali e riproducibili in laboratorio o su dimostrazioni.
tuttavia, Villarini nota che ci sono caratteristiche che ha una disciplina e che anche la glottodidattica ha, come:
* ha un particolare oggetto di ricerca
* ha un apparato consolidato di scienze specialistiche
* ha una terminologia specifica
* ha una metodologia di ricerca specifica
Villarini: ‘«La nostra disciplina deve lottare, in quanto giovane, per affermare il proprio campo di indagine, andandolo a erodere a discipline che si sono affermate da più tempo.
La didattica delle lingue, quindi, proprio perché si occupa di qualcosa che riguarda il comportamento umano, sarà sempre una disciplina dallo statuto epistemologico debole; una volta di sarebbe definita una scienza morbida, ma questo non vuol dire che essa non abbia uno specifico campo di indagine’ > la glottodidattica è una ‘costellazione disciplinare’
di cosa si occupa la glottodidattica oggi?:
- di approcci, metodi, tecniche (e valutazione)
- per l’insegnamento/apprendimento (vs acquisizione) per costruire abilità linguistiche (ex. il dettato, prendere appunti, fare parafrasi, riassunto, traduzione)
differenza apprendimento di una lingua e acquisizione di una lingua:
differenza apprendimento di una lingua e acquisizione di una lingua:
* l’acquisizione è un processo spontaneo (processo subconscio che dipende da un’ampia esposizione alla lingua e da un’ampia esperienza diretta della comunicazione)
* l’apprendimento non necessariamente (metodologico, uno studio conscio delle forme linguistiche.)
è difficile per un adulto imparare una lingua in modo spontaneo, senza momenti di apprendimento (quindi metodologicamente).
cos’è il ‘lavoro di riparazione’?:
lavoro di riparazione = correggere gli errori degli studenti
conoscenze teoriche e capacità operative:
In quanto teorico-pratica, la glottodidattica serve a produrre alcune conoscenze teoriche:
* l’apprendimento linguistico, in particolare l’apprendimento di una L2 e di una LS;
* l’oggetto dell’insegnamento/apprendimento, cioè la descrizione dei tipi e livelli di significato di una lingua, e dei processi di comunicazione linguistica.
* la pedagogia linguistica, culturale ed interculturale;
* l’uso consapevole e ragionato delle risorse, in particolare dei nuovi media
* l’organizzazione di un corso (di L2, LS etc);
* la definizione degli obiettivi di insegnamento che tenga conto, oltre che delle richieste delle istituzioni educative, dei bisogni comunicativi e delle attitudini e preferenze dei discenti;
* le attività esercitative e le forme di organizzazione e gestione della classe;
* il controllo dell’apprendimento e il “lavoro di riparazione”;
* la verifica e la valutazione formale delle conoscenze e competenze acquisite;
* lo sviluppo di consapevolezza metodologico-didattica tramite pratiche di “ricercazione”
che cosa significa sapere una lingua:
- Conoscenza /Competenza Linguistica / Comunicativa / Culturale
- Mono/plurilinguismo
che cosa significa imparare una lingua:
Attraverso Regole e norme / abilità comunicative
che cosa significa insegnare una lingua:
Spiegare/mostrare/stimolare
modi di intendere la glottodidattica: la scuola veneziana:
- Giovanni Freddi
- Paolo Balboni
- Gianfranco Porcelli
(glotto)didattica: questi studiosi hanno un approccio molto metodologico, guardano più i metodi di insegnamento che la lingua in sè.
modi di intendere la glottodidattica: la scuola romana:
- Camilla Bettoni
- Marina Chini
- Massimo Vedovelli
glotto(didattica): questi studiosi partono da magari la linguistica generale, per poi approfondire sui metodi di apprendimento della lingua > hanno un approccio analitico.
Questa scuola (la scuola romana) proviene dall’approccio di Tullio de Mauro.
5 tappe storiche della proto-glottodidattica:
- Mondo classico, medievale, rinascimentale > insegnamento «comunicativo» (per i romani conoscere una lingua significava saper comunicare con essa, non conoscerne le strutture)
- Mondo rinascimentale e secentesco (Crusca, Port Royal etc.) > insegnamento formalistico > insegnamento grammaticale.
- Ottocento soprattutto americano > Berlitz e gli approcci naturali (ritorno alla lettura «globale», competenze della comunicazione orale, contatto con madrelingua).
- Primo Novecento > dittature e Reading method: centralità del libro e della lettura, eliminazione dell’oralità.
- Rivoluzione intorno agli anni Sessanta del Novecento > Robert Lado e approccio scientifico (uso di fonti audio e cinema) > criteri basati su dati, sul metodo scientifico.
Si vede che c’è una relazione di reciprocità fra il dire cos’è l’educazione linguistica e il sistema culturale presente (in un mondo in cui si viaggia molto, come l’ottocento, sapere una lingua significa saper comunicare con gli altri. In un mondo in cui rispetto alle altre lingue c’è una barriera, no).
Fatto sta che nessuno ha una lingua, ma tutti hanno un repertorio di parole.
approcci, metodi, tecniche:
- Approccio = tutto ciò che abbiamo studiato sulla lingua e sul come insegnarla, la nostra formazione (basato su teorie esterne all’universo concettuale della glottodidattica) > per implicazione produce delle scienze metodologiche
- metodo = relazione di coerenza (cioè implicazione) tra approccio e tecnica (può essere adeguato o inadeguato alla realizzazione dell’approccio)
- tecnica= è la parte più pratica, ciò che proponiamo agli studenti in aula > ex. in base al nostro bagaglio di conoscenze, per insegnare l’italiano a degli stranieri, possiamo far vedere loro un film di Pasolini. Ciò può essere efficace o inefficace nel raggiungere gli obiettivi.
il rapporto fra approccio e metodo è più elastico però; l’approccio può rimanere lo stesso, ma il metodo può piegarsi in base agli studenti che abbiamo davanti.
Tra metodo e tecnica c’è un modello operativo:
Il modello operativo comprende
1. il programma, cioè l’obiettivo;
2. il syllabus, cioè i contenuti;
3. il curricolo, cioè il rapporto tra obiettivi e contenuti
Il modello operativo è realizzato dalle tecniche.
Secondo la studiosa Borneto non sono approcci, cioè non hanno una base teorica abbastanza consolidata, ma sono metodi, poiché più rigidi e tendenzialmente applicativi.
In entrambi i casi si parla in modo più proprio di approccio, cioè radicate concezioni teoriche che per implicazione costituiscono delle possibilità metodologiche.
modi per classificare metodi e approcci:
- In base alla teoria linguistica(approcci formali, strutturali, generativo-trasformazionali, basati sulla grammatica dei casi profondi, della verbodipendenza = grammatica valenziale: si basa sulla teoria che all’interno di ogni frase vi sia una gerarchia, e che tale gerarchia sia dettata da quanto ogni parte della frase sia legata al verbo, ecc.);
- In base alla teoria psicologica soggiacente al metodo (approcci di tipo neobehaviorista, cognitivo, costruittivista, ecc.);
* i neocomportamentisti: costruiscono modelli che agiscono sul prodotto linguistico
* i cognitivisti: costruiscono modelli che agiscono sul processo linguistico (cosa succede dentro la testa di chi parla una lingua)
* i costruttivisti: il processo cognitivo di un essere umano preso come monade non esiste, la comunicazione umana è una questione di interazioni, che si costruisce all’interno di una dimensione sociale > non esiste la comunicazione di un individuo solo, ma esiste solo fra più individui.
* gli psico-affettivi: orientati su attitudine (talento, prerequisiti), su condizioni psicologiche prima dell’apprendimento (bisogni e motivazioni) e su condizioni psicologiche durante l’apprendimento (ansia, rapporto con insegnante) - In base agli strumenti (approcci audiovisivi, informatizzati, multimediali, ecc.);
- In base all’intervento didattico (approcci individualizzati, intensivi, di immersione totale, ecc.).
I diversi approcci glottodidattici rappresentano un problema complesso perché la glottodidattica nasce nel quadro complesso riflessione linguistica (filosofica, tecnologica, metodologica) applicata all’insegnamento
La sistematizzazione che diamo ad approcci e metodi è sempre provvisoria, ricca di territori di sovrapposizione e con confini in movimento
Ciò è testimoniato anche dalle incongruenze nei tentativi di sistematizzazione proposti dalla letteratura scientifica.
modelli e metodi glottodidattici: grammaticale-traduttivo:
Tutti i metodi sono ancora vivi, tutti adoperati in diversi contesti da chi insegna lingue, anche se sono nati in contesti più vecchi o nuovi.
Vi sono poi di molte classificazioni dei metodi didattici, in base al momento e al luogo in cui sono stati prodotti, agli strumenti impiegati e al focus sull’attore didattico (testo, insegnante, allievo), e soprattutto in base al quadro di riferimento scientifico che li ha prodotti.
il metodo grammaticale-traduttivo:
* metodo concepito per le «lingue morte» poi applicato anche a lingue parlate
* In un mondo in cui la comunicazione (funzionale) in L2 è soprattutto scritta
* Eredità classica > fino al Settecento (caduta del latino come lingua di comunicazione, sostituito dl francese).
* Primo obiettivo, la letteratura della LT (lingua target)
* Secondo obiettivo la conoscenza metalinguistica e grammaticale
* Centralità dell’insegnante
* la grammatica è deduttiva (dal generale/dalla regola al particolare)
* regole, mediato dalla LM
modelli e metodi glottodidattici: diretto:
- a partire dall’800, quando si comincia a viaggiare
scuole di Berlitz (e Diller, 1978) - No mediazione della lingua materna
- Apprendere L2 come L1
- Pensare nella LT
- Lezioni in LT
- Parole di uso frequente
- Esercizi di comunicazione orale
- La grammatica induttiva (dal particolare al generale/alla regola)
- Aiuti visivi e mimici (ex. gesticolare) senza ricorrere alla lingua
“diretto”, in quanto il significato dovrebbe essere collegato direttamente con la lingua straniera senza tradurre nella lingua materna, perciò in riferimento alla pratica di utilizzare la lingua straniera “direttamente” nell’insegnamento, senza alcun riferimento alla lingua di partenza. Lo scopo di questo metodo è quello di insegnare agli apprendenti una lingua straniera nel modo più simile possibile all’acquisizione della lingua materna.
Il metodo diretto pone l’enfasi sull’interazione orale e sull’uso spontaneo della lingua, non sulla traduzione. Pertanto si basa sul coinvolgimento diretto dell’apprendente durante la conversazione e l’ascolto della lingua straniera nelle situazioni della vita quotidiana.
L’attenzione si focalizza su una buona pronuncia, spesso illustrando agli apprendenti i simboli fonetici prima degli esempi di scrittura standard. Anche se il metodo diretto suscita interesse ed entusiasmo, non si tratta di una metodologia semplice da utilizzare in classe.
Per usare tale metodo gli apprendenti devono essere pochi e molto motivati.
Ci sono diverse varianti di questo metodo nelle quali è possibile utilizzare brevi spiegazioni nella lingua madre e illustrare alcune regole grammaticali per correggere gli errori più comuni che uno studente può fare parlando.
modelli e metodi glottodidattici: audio-orale:
- Matrice strutturalista elementarista americana (anni Quaranta del Novecento) > modo per addestrare i militari ad imparare velocemente una lingua
strutturalismo linguistico: inventato da Sessoure > il significato e la realtà di un oggetto linguistico si realizza all’interno di una struttura di opposizioni (ex. la teoria delle coppie minime, cane e pane).
- Matrice comportamentista
comportamentismo: basato sull’esperimento di Pavlov > cani che suonando una campanella (stimolo) venivano premiati (premio = rinforzo), finisce che i cani associano il suono della campanella al cibo, e iniziano a sbavare anche quando la campanella suona ma il cibo non c’è. >
- Si parte dall’oralità
- Dialogo con imitazione e ripetizione
- Stimolo e rinforzo degli elementi senso-motori
- Decontestualizzazione delle strutture linguistiche (nessuno nella comunicazione scritta o orale ripete in ordine la coniugazione del congiuntivo presente di un verbo).
- Applicazione, poi, a contesti comunicativi di oralità e scrittura
Lo strutturalismo si basa sulla teoria che noi impariamo le cose dall’unità più semplice a quella più complessa. Cosa non sempre vera, poiché i bambini a scuola imparano con strutturalismo e ripetono ‘ba…’, ma i bambini non vedono un ba nella loro vita di tutti i giorni, ma vedono una bocca.
Quando dicono baba, o mama, non mettono insieme parti di parola, ma sono pseudo-parole, determinate dal modo in cui il loro apparato fo natorio è formato.
modelli e metodi glottodidattici: cognitivo:
- Dalla psicologia della Gestalt (facciamo emergere a intuito le nostre strutture di senso > emergentismo, anti-strutturalismo) > esempi di Gestalt: illustrazione del vaso formato dai due volti di profilo
- «Intuizione» e «credenza» ( > quando leggiamo la Divina
Commedia e quando leggiamo un messaggio su whatsapp non processiamo la lingua allo stesso modo; cognitivismo) VS «stimolo e risposta» (comportamentismo) - Affine alla linguistica chomschiana (tutto ciò che noi facciamo sulla lingua è l’attivazione di una grammatica mentale/interna; non sono generativisti)
- Forte orientamento sulla competenza grammaticale
- Esercizi significativi
- Consapevolezza delle strutture
- Carattere deduttivo
Se il significato era slegato dalla lingua secondo l’approccio audio-orale, qui il significato è fondamentale. Non serve imparare una lista di vocaboli, ma serve ad esempio scrivere/leggere/ascoltare un testo con all’interno quei vocaboli > è necessario avere un contesto; non trattare nessun fenomeno linguistico fuori da una sfera di significato. > contrapposizione col metodo audio-orale.
Se fino ad ora negli approcci esisteva solo la lingua, con quello cognitivo esiste anche la ‘mente’ dell’animale cognitivo.