L08 Flashcards
Modularizzazione: parte stabile vs variabile, architettura modulare vs integrale
La modularizzazione consiste nella scomposizione di un prodotto in moduli funzionali, dotati di opportune interfacce.
I moduli possono essere inclusi in una delle due distinte parti di un prodotto:
1) Parte stabile: tutte quelle parti dotate di tecnologia e domanda di mercato piuttosto stabili. In virtù di ciò, essa è la parte che ha i maggiori costi di investimento (attrezzature costose, elevati tempi di setup, produzione e stoccaggio)
2) Parte variabile: tutte quelle parti dotate di domanda non facilmente prevedibile, in quanto sono tecnologie fortemente in evoluzione. Trattasi di optional scelti dal cliente. Non prevedono l’uso di attrezzature costose (non faccio un investimento grande per un qualcosa che potrebbe non più servirmi a breve)
A differenza dell’architettura integrale, nella quale tutte le funzioni sono compiute da un solo elemento fisico, in una architettura modulare vi sono diversi moduli fisici i quali assolvono a specifiche funzioni. Ciò fa sì che il numero di componenti della seconda architettura sia maggiore della prima. In una architettura modulare sono importanti le interfacce. La modularità è proprio ottenuta grazie all’adozione di interfacce standard (esempio a pagina 6). Ciò fa sì che non sia possibile utilizzare una architettura modulare nel caso di grandi potenze, in quanto le interfacce non sono facilmente ottimizzabili, sono soggette a elevati carichi e quindi soggette a rischio di guasti, influenzano i rendimenti e non sono standardizzabili. In tal caso è preferibile optare per una architettura integrale. Viceversa, sono ideali nelle applicazioni a bassa potenza, per le quali sono sovradimensionate e standardizzate, garantendo una facile intercambiabilità e quindi permettendo l’adozione di una economia di scala.
Delayed committment
Tale concetto consiste nel far sì che si abbia una maggiore varietà di moduli per quei moduli che vengono montati sul sistema il più tardi possibile. Il vantaggio di seguire tale filosofia progettuale risiede nell’ottenere piattaforme di base il quanto più “standard” possibili di modo che possano essere utilizzati per un range di prodotti quanto più ampio possibile, andando a impattare positivamente sui costi che vengono ridotti.
Delayed differenziazione che inizia il più vicino possibile al cliente
Commitment differenziare il prodotto a seconda del cliente
Sviluppare il size range: pantograph e legge di similitudine
Il concetto di size range può essere applicato a macchine, sistemi assemblati e componenti. Esso si basa sul fatto che questi prodotti:
1) Realizzano la stessa funzione
2) Siano basati sullo stesso principio risolutivo (solution principle)
3) Siano realizzati in diverse dimensioni
4) Vengano realizzati con tecniche di produzione simili
L’idea è quella di definire e sviluppare un basic design dal quale andare a derivare tutti i prodotti della stessa famiglia. Per andare a derivare le diverse taglie di un prodotto è necessario adottare opportuni criteri, detti leggi di similitudine.
Per quanto concerne le leggi di similitudine, abbiamo:
a) Pantograph construction: i prodotti derivati sono ottenuti scalando tutte le dimensioni del disegno di un fattore costante. È l’approccio più semplice ma funziona molto raramente
b) Similitudine: almeno una relazione fisica rimane costante tra il Basic Design ed il Sequential Design
L’approccio migliore è quello della similitudine, andando a tenere fisse più di una relazione fisica. Fatto ciò occorre andare a individuare una grandezza ed il criterio con cui farla variare all’interno dei size range. Lo step può variare in base alla:
a) Potenza vantaggioso per il mercato
b) Dimensione vantaggioso per la produzione
Il numero di step all’interno del size range deve essere abbastanza elevato per soddisfare i requisiti tecnici dei clienti ma allo stesso tempo non eccessivamente elevato per permettere la produzione di una gamma semplificata. Il contrasto tra queste due esigenze porta a infittire il range laddove la richiesta è più concentrata e renderlo più “largo” dove è meno concentrata.
La definizione dello step avviene mediante la definizione del numero caratteristico (pagina 35 e 36 per ulteriori dettagli).
I vantaggi dello sviluppo del size range sono:
- Per il produttore: progettazione fatta una volta per tutte per il basic design dal quale si ricava poi l’intera famiglia di prodotti, andando a ridurre i costi di progettazione e produzione (progettazione in serie) insieme a un miglioramento della qualità dei prodotti (riesco a fare una migliore ottimizzazione)
- Per il cliente: prodotti competitivi e di qualità, configurabili, tempi di consegna ridotti e manutenzione facile anche grazie alla facilità nel reperire ricambi e accessori (pezzi standard)
Gli svantaggi dello sviluppo del size range sono:
- Per il produttore: impossibilità a soddisfare richieste specifiche, scarsa flessibilità (una volta progettato il basic design devo fare un grande investimento per cambiarlo) e necessità di rendere i principi solutivi compatibili con l’architettura modulare
- Per il cliente: difficoltà di ottenere la taglia ricercata e quindi tipicamente avere prodotti sovradimensionati per l’applicazione desiderata (con conseguenti maggiori costi)