I principi del diritto penale Flashcards

1
Q

I principi del diritto penale

Quali sono i principi cardine del diritto penale?

A
  • la materialità: il reato deve consistere in un fatto umano materialmente palesatosi. La sola intenzione di commettere un reato non è punibile.
  • l’offensività: il fatto commesso deve essere tale da arrecare effettivamente un’offesa, lesione o messa in pericolo, al bene tutelato.
  • la soggettività (o colpevolezza): il reato sussiste quando la condotta è riconducibile all’autore, sia sotto il profilo causale (elemento oggettivo del reato) sia dal punto di vista psicologico (elemento soggettivo del reato).
  • la sussidiarietà: il diritto penale deve trovare applicazione solo quando gli altri strumenti giuridici risultino inadeguati a tutelare il bene protetto dall’ordinamento giuridico.
  • la frammentarietà: il legislatore colpisce ed eleva a fattispecie delittuose soltanto le azioni più intollerabili e occorre dunque che tali condotte siano adeguatamente descritte e determinate.
  • l’autonomia: il diritto penale è autonomo rispetto agli altri rami del diritto.
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2
Q

I principi del diritto penale

Cosa è il diritto penale?

A

Il diritto penale è quel complesso di norme giuridiche che, prevedendo fatti costituenti reato, ne proibisce la commissione, minacciando al trasgressore una sanzione penale che mira a tutelare i beni giuridici fatti oggetto di protezione da parte del legislatore, prescindendo dalla loro natura, sia essa pubblica o privata.

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3
Q

I principi del diritto penale

Quali sono i 4 principi garantistici del diritto penale?

A

I principi garantistici sono 4: il principio di legalità, il principio di materialità, il principio di offensività e il principio di soggettività.

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4
Q

I principi del diritto penale

Quali sono i 4 articoli che delineano il principio di legalità?

A
  • art. 1 c.p.: “Nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla legge né con pene che non siano da essa stabilite”;
  • art. 199 c.p.: “Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza che non siano espressamente stabilite dalla legge e fuori dei casi dalla legge stessa preveduti”;
  • art. 25 Cost.: “Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso. Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti dalla legge”;
  • art. 7 Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo: “Nessuno può essere condannato per una azione o una omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale. Parimenti, non può essere inflitta una pena più grave di quella applicabile al momento in cui il reato è stato commesso.
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5
Q

I principi del diritto penale

Principio di legalità: la riserva di legge.

A

La riserva di legge vincola al legislatore la previsione dei reati e delle sanzioni penali ad essi connesse.

Innanzitutto, la riserva di legge deve essere intesa come riserva di legge statale, per cui non è possibile consentire a nrome europpe di introdurre direttamente nel nostro ordinamento fattispecie incriminatrici.

Il concetto di “legge” espresso dall’art.25 Cost. e dall’art. 1 c.p. è comunque pacificamente inteso in senso estensivo, tale da ricomprendere sia la legge in senso formale sia gli atti ad essa equiparati (legge in senso materiale).

Sono eslcuse dal novero delle fonti le leggi regionali (violerebbero il principio di uguaglianza art. 3 Cost.).

Si tratta di una riserva assoluta temperata, ammette cioè la possibilità di rinviare a una normativa secondata le “specificazioni tecniche”. Un esempio sono le norme penali in bianco, stabiliscono una sanzione ma rinviano ad latra norma di rango subordinato la descrizione della condotta incriminata.

La riserva di legge impedisce di annoverare tra le fonti del diritto penale la consuetudine.

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6
Q

I principi del diritto penale

Principio di legalità: tassatività e determinatezza

A

Il legislatore deve delineare il fatto di reato e lo deve fare in maniera chiara e precisa (principio di tassatività e di determinatezza). Così facendo si evitano gli abusi del potere giudiziario, evitando che, in presenza di espressioni generiche ed indeterminate, sia rimessa al giudica la concreta individuazione della fattispecie criminosa.

Il principio di tassatività non riguarda solo il precetto ma anche la sanzione.

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7
Q

I principi del diritto penale

Il principio di legalità: irretroattività

A

Il principio dell’irretroattività della norma penale trova il suo fondamento normativo nell’art. 25, co.2, Cost., nell’art. 11 delle preleggi e nell’art.2, co. 1, c.p.

Non è possibile considerare come reati fatti commessi prima dell’entrata in vigore della legge che ha riconosciuto la qualità di illecito penale ad un determinato comportamento.

Tale principio vale solo rispetto alle norme incriminatrici o quelle più sfavorevoli. Di fronte ad una nuova norma abrogativa o più favorevole rispetto a quella precedente, vige il comportamento opposto (favor libertatis). Dette previsioni trovano compiuta disciplina nell’art. 2 c.p. che contempla tre distinte ipotesi:
- nuove norme incriminatrici: vale il principio di irretroattività già illustrato;
- abolizione di una incriminazione precedente: vale il principio di retroattività.
- nuove disposizioni modificative: nuove disposizioni che continuano a considerare il fatto come reato, prevedendo un trattamento diverso: per le modificazioni più sfavorevoli vale il principio di irretroattività, per le modificazioni più favorevoli vale quello di retroattività, salvo che sia stata pronunciata sentenza irrevocabile.

L’ultimo comma dell’art. 2 c.p. afferma l’applicabilità delle disposizioni in esso contenute anche ai decreti legge decaduti, non convertiti o convertiti con modificazioni. I decreti legge non convertiti continueranno quindi ad applicarsi, ove più favorevoli, ai fatti commessi durante il loro vigore, mentre non troveranno applicazione rispetto ai fatti commessi prima e dopo; ove il decreto legge non convertito contenga condizioni sfavorevoli al reo, esso non troverà mai applicazione.

Analoghe conclusioni possono essere stese alla dichiarazione d’incostituzionalità di leggi penali.

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8
Q

I principi del diritto penale

Cosa si intende con “disposizioni più favorevoli al reo” e come fare ad individuare il trattamento sanzionatorio più favorevole?

A

Con la nozione di “disposizioni più favorevoli al reo”, l’art. 2, co. 4, c.p. indica la disciplina applicabile nel caso in cui la legge vigente al momento in cui il reato è stato commesso e quella successivamente entrata in vigore, avente ad oggetto la stessa fattispecie, prevedano un diverso trattamento sanzionatorio. Per individuare il trattamento sanzionatorio più favorevole, è necessario un accertamento condotto in concreto, ipotizzando l’applicazione di entrambe le discipline alla fattispecie che, in concreto, il reo ha realizzato: il giudice dovrà applicare la normativa complessivamente più favorevole nella sua integralità.

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9
Q

I principi del diritto penale

Cosa è l’analogia?

A

L’analogia è quel procedimento interpretativo che consente di desumere la regolamentazione dei casi non espressamente contemplati dalla legge, dalla disciplina dettata per casi simili o materie analoghe ovvero dai principi generali dell’ordinamento giuridico.

Esso è quindi uno strumento attraverso cui l’ordinamento giuridico provvede a colmare eventuali lacune legislative

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10
Q

I principi del diritto penale

Quali sono le regole nell’applicazione della analogia nel diritto penale?

A

Tale procedimento non è ammesso nel diritto penale. Si ammette invece l’analogia cosiddetta in bonam partem, ovvero con riguardo a quelle norme penali che producono effetti favorevoli nei confronti del soggetto che ha commesso il reato.

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11
Q

I principi del diritto penale

Cosa si intende per interpretazione?

A

Per interpretazione si intende sia l’attività conoscitiva, strumentale all’accertamento del significato della norma di legge che si intende applicare, sia il risultato cui giunge tale attività.

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12
Q

I principi del diritto

Quali sono le varie tipologie di interpetazione che un giudice può adottare?

A
  • interpretazione letterale: l’interprete di un testo normativo deve tenere conto innanzitutto del significato grammaticale delle parole
  • interpretazione logica: deve prendere in considerazione l’intenzione del legislatore, ovvero lo scopo avuto di mira nel momento in cui ha formulato la norma
  • criterio sistematico: in base al quale la norma di legge va interpretata in stretta correlazione con le altre norme dell’ordinamento, ossia tenendo conto della complessiva disciplina vigente in cui si inserisce la norma da interpretare
  • criterio storico: in base al quale la volontà del legislatore può essere accertata esaminando sia i lavori preparatori alla emanazione della legge, sia il contesto storico dell’epoca in cui questa è stata emanata
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13
Q

I principi del diritto penale

L’art. 2 c.p. disciplina la successione delle leggi penali nel tempo. Quali sono le casistiche che prevede?

A
  • primo comma: prevede il fenomeno della nuova incriminazione, ossia dell’introduzione di una nuova figura di reato ovvero dell’estensione della portata precettiva di una norma incriminatrice già esistente a fatti prima non rientranti in essa, e sancisce la regola della irretroattività della legge sfavorevole.
  • comma 2: contempla il fenomeno dell’abolizione di una norma incriminatrice (abolitio criminis), che ricorre quando il fatto cessa di essere reato, in quanto una nuova legge abroga la preesistente figura di reato (abrogazione totale) o ne restringe la portata applicativa (abrogazione parziale). Qui vale il principio della retroattività della legge favorevole.
  • comma 4: riguarda il fenomeno della successioni di leggi modificative, che ricorre quando la nuova legge continua a considerare il fatto come reato, prevedendo per esso una diversa disciplina sanzionatoria. Qui convivono l’irretroattività della legge sfavorevole, non potendo essere applicata retroattivamente la legge sfavorevole, e la retroattività della legge favorevole, dovendo applicarsi retroattivamente la modifica più favorevole. In questo caso rientra anche l’abrogazione della fattispecie preesistente, che continua comunque ad essere rilevante perché rientrerà nell’ambito operativo di un’altra disposizione, anch’essa preesistente, più ampia di quella abrogata, che subisce quindi una espansione. In questo caso, quindi, il reato abrogato continua a vivere perché ricompreso in altra norma: da un punto di vista pratico, ci sarà stata solo una modificazione della realtà. In ciò, la successione di leggi differisce dalla abolitio criminis, fenomeno nel quale non c’è sopravvivenza della norma abrogata.
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14
Q

I principi del diritto penale

Cosa è il tempus commissi delicti? Perchè è importante e quali sono i criteri elaborati? Quale viene adottato dall’art. 2 c.p.?

A

L’individuazione del tempus commissi delicti, ovvero del momento in cui l’illecito è stato commesso, è necessaria per inquadrare la legge applicabile.

I criteri elaborati a tal fine in dottrina sono:
- il criterio della condotta, secondo cui il tempo del commesso delitto coincide con il momento in cui si realizza la condotta (commissiva o omissiva).
- il criterio dell’evento, che fa coincidere la commissione del reato con la consumazione del medesimo e dunque con la verificazione dell’evento.
- il criterio misto, secondo cui il reato si considera indifferentemente commesso quando si verifica la condotta o l’evento, a seconda però degli effetti favorevoli che derivano al reo e dunque in ottemperanza al principio del favor rei.

La ratio dell’art. 2 c.p. respinge sia la teoria mista che la teoria dell’evento. La prima perché non sembra ragionevole considerare commesso un reato indifferentemente sotto la vigenza di due norme incriminatrici diverse. La seconda perché porterebbe ad una applicazione retroattiva della legge penale in tutti quei casi in cui la condotta sia svolta sotto il vigore di una precedente legge, mentre l’evento si sia verificato dopo l’introduzione di una nuova legge.

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15
Q

I principi del diritto penale

Parla del principio di territorialità della legge penale con riferimento agli articoli e alle deroghe.

A

Il codice italiano accoglie dichiaratamente il principio di territorialità, sebbene vi apporti poi ampie deroghe. Il principio di territorialità è sancito dall’art. 3 c.p., che recita: “La legge penale italiana obbliga tutti coloro che, cittadini o stranieri, si trovano nel territorio dello Stato, salve le eccezioni stabilite dal diritto pubblico interno o dal diritto internazionale”. Inoltre, in base all’art. 6 c.p., “chiunque commette un reato nel territorio dello Stato è punito secondo la legge italiana”.

Ai sensi dell’art. 4 c.p. si considera territorio dello Stato il territorio della repubblica (terraferma, mare, spazio aereo e sottosuolo) e ogni altro luogo soggetto alla sovranità dello Stato. Le navi e gli aeromobili italiani sono considerati come territorio dello Stato, ovunque si trovino, salvo che siano soggetti, secondo il diritto internazionale, a una legge territoriale straniera.

L’art. 6, co. 2, c.p. stabilisce che il reato si considera commesso nel territorio dello Stato “quando l’azione o l’omissione, che lo costituisce, è ivi avvenuta in tutto o in parte, ovvero si è ivi verificato l’evento che è la conseguenza dell’azione od omissione”.

L’art. 3, co.2, c.p., prevede una deroga:n ei casi indicati dalla legge o dal diritto internazionale, la normativa penale italiana opera anche nei riguardi di coloro, cittadini o stranieri, che si trovino all’esterno, come nelle ipotesi contemplate agli artt. 7, 8 e 9 c.p.

L’art. 10 c.p. disciplina poi l’ipotesi dello straniero che commette all’estero delitti a danno dello Stato o di un cittadino italiano, ovvero a danno di uno Stato estero o di uno straniero, subordinando la punibilità dello straniero ad una serie di condizioni che devono sussistere congiuntamente, tra cui la presenza dello straniero nel territorio dello Stato.

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16
Q

I principi del diritto penale

Il principio di obbligatorietà della legge penale in quale articolo viene sancito? è espresisone di quale altro principio?

A

L’art. 3, co. 1, c.p. esprime il principio di obbligatorietà della legge penale, espressione del più ampio principio di eguaglianza sancito dall’art. 3 Cost., stabilendo che la legge penale italiana obbliga tutti coloro che, cittadini o stranieri, si trovano nel territorio dello Stato.

17
Q

I principi del diritto penale

Quali sono i limiti che incontra l’applicazione della legge penale?

A

L’applicazione della legge penale incontra dei limiti nelle eccezioni previste dal diritto pubblico interno o dal diritto internazionale.

Si parla di imunità di diritto pubblico interno e immunità di diritto internazionale.

18
Q

I principi del diritto penale

Cosa sono le immunità di diritto pubblico interno? Quale disciplina regola tali immunità?

A

Le immunità di diritto pubblico interno non sono privilegi che il legislatore accorda a chi svolge determinate funzioni pubbliche, ma limiti all’attività giudiziaria funzionali al corretto funzionamento del nostro sistema politico interno ed internazionale. La disciplina regolatrice dei casi d’immunità di diritto interno si rinviene nella Costituzione ed in successive leggi costituzionali. Sono immunità di diritto interno:

  • le immunità del capo dello Stato, che è responsabile solo per alto tradimento o per attentato alla Costituzione (art. 90 Cost.);
  • le immunità dei membri del Parlamento, della Corte costituzionale, dei consigli regionali e del Consiglio superiore della magistratura, che non rispondo delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Per i parlamentari, l’art. 68, co. 2 e 3, Cost. prevede anche immunità di carattere processuale, richiedendo l’autorizzazione della Camera di appartenenza nell’ipotesi in cui l’Autorità Giudiziaria intenda porre dei limiti ad alcuni diritti personali.
19
Q

I principi del diritto penale

Cosa sono le imunità di diritto internazionale e dove trovano la propria fonte?

A

Le immunità di diritto internazionale trovano la propria fonte nelle convenzioni, nei trattati o accordi internazionali nonché nelle consuetudini internazionali.

Queste fonti normative operano nel nostro ordinamento secondo l’art. 10 Cost. ai sensi del quale “l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute”. Le immunità in questione sono ispirate a ragioni di opportunità politica in virtù dei rapporti che intercorrono tra gli Stati.

20
Q

I principi del diritto penale

Principio di frammentarietà

A

Laframmentarietàè il concetto che esprime come l’applicazione deldiritto penaleavvenga in modo puntiforme, a seguito di una scelta del legislatore che decide qualifattispecifici debbano essere classificati comereatie quindi puniti, lasciando alcune aree dell’agire umano scoperte dal suo intervento. Esso è in realtà la garanzia della libertà, secondo il principio che ciò che non è vietato è permesso.

Il principio di frammentarietà è considerato operante a 3 livelli :
1. Alcune fattispecie di reato tutelano il bene oggetto di protezione NON contro ogni
aggressione proveniente da terzi, ma soltanto contro SPECIFICHE FORME DI
AGGRESSIONE
2. la sfera di ciò che rileva penalmente è molto più limitata rispetto alla sfera di ciò che è
qualificato “antigiuridico” alla stregua dell’intero ordinamento
3. L’area del penalmente rilevante non coincide con quella di ciò che è moralmente riprovevole