Antigiuridicità e cause di giustificazione Flashcards
Antigiuridicità e cause di giustificazione
Che ruolo assume l’antigiuridicità per la concezione tripartita? e per quella bipartita?
Per la concezione tripartita, l’antigiuridicità assume autonomo rilievo all’interno della struttura del reato in quanto il fatto concretamente realizzato dal soggetto agente, per assumere rilevanza penale, dovrebbe non solo corrispondere ad una fattispecie astratta (tipicità), ma anche essere contra ius, e cioè posto in essere in assenza delle cause di giustificazione (o scriminanti) previste dagli artt. 50 ss. c.p..
Secondo la concezione bipartita, la presenza di cause di giustificazione escluderebbe non l’antigiuridicità del reato bensì la tipicità del medesimo.
Antigiuridicità e cause di giustificazione
Quali sono le tre tipologie di cause che escludono la pena secondo il nostro ordinamento?
Le cause di giustificazione (scriminanti), le cause di esclusione della colpevolezza (scusanti) e le cause di esclusione della punibilità in senso stretto (o esimenti).
Antigiuridicità e cause di giustificazione
Cosa sono le scriminanti?
Le scriminanti sono particolari situazioni in presenza delle quali il legislatore consente o impone una determinata condotta che altrimenti sarebbe penalmente rilevante. Si distingue tra scriminanti comuni, previste nella parte generale del codice penale, e scriminanti speciali, previste nella parte speciale del codice. Quando ricorre una causa di giustificazione, venendo meno la tipicità (per la concezione bipartita) o l’antigiuridicità (nella concezione tripartita) del fatto, la condotta del soggetto agente risulta lecita ab origine, e dunque non può essere lecitamente impedita o contrastata da colui che la subisce o da terzi, né sorgono conseguenze sul piano penale, civile o amministrativo. La scriminante:
- si estende a tutti i concorrenti del reato;
- opera obbiettivamente, anche se non conosciuta dal soggetto agente o, per errore, ritenuta inesistente;
- opera anche in via putativa, e cioè se erroneamente ritenuta esistente;
Antigiuridicità e cause di giustificazione
Cosa sono le scusanti?
Le scusanti sono situazioni che, escludendo l’elemento psicologico del reato, fanno venir meno la punibilità della condotta. Qui il fatto resta tipico e antigiuridico, pur venendo meno la punibilità del soggetto agente; ne consegue che:
- l’azione può lecitamente essere impedita e contrastata da colui che la subisce o da terzi;
- possono derivarne conseguenze sul piano civile;
- la causa scusante non si estende ai concorrenti che hanno agito colpevolmente;
- la causa opera solo se conosciuta.
Antigiuridicità e cause di giustificazione
Cosa sono le esimenti?
Le esimenti sono tutte quelle situazioni che escludono la pena del reato in quanto, in base a valutazioni di opportunità politico-criminale, sull’esigenza di giustizia prevalgono superiori interessi di altra natura (es. le immunità). Il fatto resta tipico, colpevole e antigiuridico (a differenza delle scriminanti e delle scusanti).
- l’azione può essere lecitamente impedita e contrastata da colui che la subisce o da terzi;
- la causa di non punibilità non si estende agli altri concorrenti;
- la causa opera obiettivamente, anche se non conosciuta dal soggetto agente o, per errore , ritenuta inesistente;
- non è ammessa la rilevanza del putativo.
Antigiuridicità e cause di giustificazione
Cosa tratta l’art. 59 c.p.?
L’art. 59 c.p. discute disciplina l’applicazione delle cause di giustificazione.
L’art. 59, co. 1, c.p., statuisce che le scriminanti operano obiettivamente, ovvero a prescindere dalla conoscenza che di esse abbia il soggetto agente. Quindi, le circostante che attenuano o escludono la pena sono valutate a favore dell’agente in virtù della loro sola esistenza, a prescindere dalla consapevolezza che questi ne abbia.
L’art. 59, co. 4, c.p. prevede che se l‘agente ritiene per errore che esistano circostanze di esclusione della pena, queste sono sempre valutate a favore dell’agente in virtù della loro sola esistenza, a prescindere dalla consapevolezza che questi ne abbia. Se si tratta di errore determinato da colpa, la punibilità non è esclusa, quando il fatto è preveduto dalla legge come delitto colposo (art. 47, co. 1, c.p.). L’errore consente l’operatività della scriminante se verte sui presupposti di fatto (errore sul fatto) o su una norma extrapenale integratrice di un elemento normativo della fattispecie (art. 47 c.p.). Non ha efficacia scusante, invece, l’errore di diritto (art. 5, c.p.).
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Quale scriminante è prevista dall’art. 50 c.p.?
Causa di giustificazione prevista nell’art. 50 c.p. è quella secondo cui “non è punibile chi lede o pone in pericolo un diritto con il consenso della persona che può validamente disporne”.
Il consenso, quindi, rende lecito un comportamento che, in assenza dello stesso, sarebbe illecito e contrario all’ordinamento giuridico.
Antigiuridicità e cause di giustificazione
Dove rinviene la sua efficacia la scriminante prevista dall’art. 50 c.p?
L’efficacia scriminante rinviene nel venir meno dell’interesse, da parte dell’ordinamento giuridico, di tutelare un bene alla cui integrità lo stesso titolare dimostra di non avere interesse.
Antigiuridicità e cause di giustificazione
Riguardo alla scriminante prevista dall’art. 50, quali sono le caratteristiche del consenso? Quali possono essere i beni ad oggetto del consenso? Quali sono i limiti imposti dall’art. 5 c.c. a riguardo?
Per poter scriminare il consenso deve essere:
- libero e spontaneo, cioè immune da errore, violenza e dolo;
- antecedente o contestuale alla condotta;
- espresso o tacito;
- espresso dal titolare del bene offeso (e se vi sono più titolari occorre il consenso di tutti) o, quando la legge lo consente, dal suo rappresentante legale o volontario.
Per poter scriminare, il consenso deve avere ad oggetto diritti disponibili (i diritti patrimoniali e alcuni diritti della personalità del singolo individuo quali onore, libertà sessuale, morale, personale ed i domicilio). Si considerano non disponibili gli interessi facenti capo allo Stato, il sentimento religioso, il buon costume, i diritti appartenenti alla collettività - ordine pubblico, fede pubblica, famiglia, ecc. -.
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💡 In merito ai diritti disponibili, l’offesa all’integrità fisica può essere scriminata solo nei limiti di cui all’art. 5 c.c.
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Dall’art. 5 c.c.:
- la lesione non può essere permanente;
- l’atto di disposizione del proprio corpo non deve essere in contrasto con la legge, l’ordine pubblico ed il buon costume;
- la lesione permanente deve essere necessaria alla salvaguardia di un bene più importante (l’art. 32 Cost. prevale sull’art. 5 c.c.);
- è certamente indisponibile il diritto alla vita, sia perché l’omicidio del consenziente determina l’estinzione del bene e non una lesione circoscritta, sia in quanto l’art. 579 c.p. (”Omicidio del consenziente”) punisce espressamente tale condotta.
Antigiuridicità e cause di giustificazione
Quali scriminanti contiene l’art. 51 c.p.?
L’art. 51 c.p. afferma che “L’esercizio di un diritto o l’adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica Autorità, esclude la punibilità.”
Antigiuridicità e cause di giustificazione
In merito all’esercizio di un diritto, quali sono i due orientamenti riguardo alla nozione di diritto cui si riferisce l’art. 51?
La nozione di diritto, agli effetti di questa norma, è controversa. Si delineano due orientamenti: secondo una prima tesi essa andrebbe limitata ai soli diritti soggettivi, mentre la dottrina prevalente sostiene che andrebbe ricompresa ogni situazione giuridica attiva, ogni possibilità di agire che l’ordinamento riconosce pur non qualificandola come diritto soggettivo, seppur originato da fonti di rango subordinato alla legge; tale diritto, infatti, deve trovare la propria fonte del diritto scriminante in una legge in senso stretto, un regolamento, un atto amministrativo, un provvedimento giurisdizionale, un contratto di diritto privato, la consuetudine, una fonte comunitaria.
Antigiuridicità e cause di giustificazione
Quale è la ratio della scriminante prevista dall’art. 51 riguardo all’esercizio di un diritto?
La ratio di tale scriminante si rinviene nella prevalenza dell’interesse di chi agisce nell’esercizio di un diritto rispetto ai titolari di interessi con tale diritto configgenti, oltre che con il principio di non contraddizione all’interno di uno stesso ordinamento giuridico per cui se l’ordinamento ha attribuito ad un soggetto un diritto e la conseguente facoltà di agire, l’azione riconosciuta non può integrare un fatto penalmente rilevante.
Antigiuridicità e cause di giustificazione
L’esistenza e l’esercizio del diritto non sono sufficienti a garantire la non punibilità del soggetto. Quali sono i presupposti che devono sussistere?
- la prevalenza della norma attributiva del diritto rispetto alla norma incriminatrice, che si desume in base ai criteri: gerarchico, cronologico e di specialità.
- l’assenza di abuso del diritto da parte del titolare.
Antigiuridicità e cause di giustificazione
L’esercizio di un diritto previsto dall’art. 51 c.p. è avulso da limiti?
No. Si distingue tra:
- limiti intrinseci: desumibili dalla ratio e dal contenuto astratto della norma da cui promana il diritto (es. il potere di distruggere la cosa propria incontra come limiti intrinseci quelli fissati dall’art. 423, co. 2, c.p., secondo cui è punito chi incendia la cosa propria se dal fatto deriva pericolo per la incolumità pubblica);
- limiti estrinseci: si ricavano dal complesso dell’ordinamento giuridico, compreso quello penale, e sono volti alla salvaguardia di quei diritti o interessi che risultano avere valore uguale o maggiore di quello da esercitarsi, sulla base di un giudizio di bilanciamento.
Antigiuridicità e cause di giustificazione
In merito all’esercizio di un diritto, cosa succede quando la norma penale tutela benidi rango costituzionale, confliggenti con l’esercizio di diritti anch’essi di rilevanza costituzionale?
L’interprete deve bilanciare gli interessi confliggenti per stabilire a quale dare la prevalenza: è il caso dell diritto di cronaca giornalistica, riconosciuto dall’art. 21 Cost., che trova un limite nell’esigenza di tutelare l’onore e la dignità della persona, anch’essi tutelati dalla Costituzione.
In tale opera di bilanciamento, non potendo far soccombere un interesse rispetto all’altro, dovranno individuarsi dei limiti entro i quali il bene protetto da norma penale potrà essere sacrificato al fine dell’esercizio di un diritto costituzionale.
Nel caso particolare, l’esercizio del diritto di cronaca scrimina se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni:
- esistenza di un pubblico interesse alla conoscenza dei fatti oggetto di cronaca;
- verità dei fatti narrati (cd. continenza sostanziale);
- obiettiva e serena esposizione delle notizie, assenza di espressioni intrinsecamente offensive, denigratorie e ingiuriose (cd. continenza formale).
Antigiuridicità e cause di giustificazione
Quale è la ratio della scriminante prevista dall’art. 51 riguardo all’adempimento di un dovere?
La ratio di tale scriminante va individuata nel principio di non contraddizione: l’ordinamento non può imporre un certo comportamento e vietarlo.