Gli strumenti della geografia Flashcards

tra FC 6 e 7 inserire slide 2 del PP 7

1
Q

Elenca e spiega i 5 tipi di strumenti della geografia

A
  1. Strumenti letterario-linguistici
    -fonti scritte (romanzi, diari di viaggiatori, guide turistiche, quotidiani…)
  2. Strumenti cartografici
    -Carte mentali (l’ambiente così come la mente umana lo vede)
    -Carte geografiche classiche (descrive elementi più stabili di un territorio)
    -Carte tematiche (illustra quantità e qualità degli elementi del territorio)
    -Metacarte, (rappresenta un fenomeno in base alla sua entità);
    -Carte speciali
  3. Strumenti iconici
    -Fissi : immagini, foto
    -Dinamici: video
  4. Strumenti quantitativo-statistici
    -Entità descrivibili mediante misure, percentuali, indici…
  5. Strumenti grafici
    -Istogrammi, cartogrammi, diagrammi a torta, piani cartesiani, diagrammi radiali o polari
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2
Q

Suddivisione in strumenti scientifici e non scientifici

A

Chi adotta questa classificazione parte dal principio l’insegnamento della geografia deve anche saper trovare le conoscenze geografiche che sono disseminate nell’esperienza quotidiana e nei mezzi di informazione contemporanei, utilizzandoli come strumenti.

Strumenti scientifici:
la carta geografica, i dati statistici, libro di testo e l’uscita sul terreno.

Strumenti non scientifici:
giornali, fotografie, film, mass media, internet e nuove tecnologie, ma anche il paesaggio e il territorio.

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3
Q

Cosa implica l’“osservazione” in geografia? E quali sono le fasi dell’osservazione?

A

L’osservazione implica:
-Una considerazione critica
-L’espressione di un giudizio

Le fasi procedurali che si adottano nell’osservazione sono:
1.Osservazione sul campo
2.Analisi degli elementi
3.Sintesi ricostruttiva della realtà

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4
Q

Quando si parla di osservazione sul campo, cosa si intende con “campo”?

A

Per campo si intende l’insieme degli elementi fisico-naturali e degli elementi antropici che costituiscono il territorio.
Osservare sul campo non significa analizzare gli elementi singolarmente bensì ricercare le relazioni antropo-fisiche che li caratterizzano e le cause della loro distribuzione.

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5
Q

Osservazione diretta vs indiretta

A

L’osservazione diretta si effettua scientificamente con l’esplorazione del luogo; (a livello didattico: viaggio di istruzione)

L’osservazione indiretta si basa sull’ausilio di materiali di diverso genere come immagini, dati statistici, carte e così via.

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6
Q

L’uscita sul campo in didattica (le 3 fasi)

A

1) Fase di allestimento o «della lavagna»:
-Definire gli obiettivi (dove, come e quando recarsi, cosa osservare)
-Definire le strategie da mettere in atto per raggiungere gli obiettivi

2)Fase di realizzazione (l’uscita):
-esercitarsi a cogliere direttamente i rapporti tra gli elementi naturali e quelli antropici
-applicare le strategie discusse nella fase precedente

3)Fase di rielaborazione (in aula):
-Si catalogano e rielaborano i materiali raccolti
-Si presentano i risultati dell’indagine sul campo

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7
Q

Qual è la differenza tra insegnare la carta e insegnare con la carta?

A

Insegnare CON la carta significa dare un ordine allo spazio geografico, e quindi interpretarlo, spiegare quali sono i suoi elementi più importanti e perché lo sono.

Insegnare LA carta significa invece trasmettere le conoscenze per distinguere la carta dalla realtà, per capire che la carta è uno strumento realizzato per uno scopo mirato.

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8
Q

Esponi le carte mentali

A

Le carte mentali (mental map) sono rappresentazioni mentali dello spazio.
Variano:
- da persona a persona,
- nel tempo
- a seconda della cultura,
- a seconda della classe sociale,
- a seconda del sesso

Le carte mentali possono divenire sempre più accurate e ricche di dettagli.

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9
Q

Caratteristiche della carta geografica

A

La carta geografia non è la copia 1:1 della realtà, non è la riproduzione fedele della realtà, è una rappresentazione della realtà

Caratteristiche:
-approssimata: essendo la superficie terrestre un geoide, non può essere raffigurata in piano senza subire alterazioni
-simbolica: gli elementi fisici e antropici presenti nel territorio vengono resi con segni e colori convenzionali.
-ridotta: l’area raffigurata dev’essere rimpicciolita in base ad una scala di riduzione

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10
Q

Cosa sono le proiezioni? Che caratteristiche deve avere una rappresentazione per essere fedele?

A

La rappresentazione di un territorio sferico su un piano comporta delle deformazioni.
Per ridurle si utilizzano le proiezioni: un insieme di norme di corrispondenza biunivoca tra i punti della superficie ellissoidica di riferimento e i punti del piano cartesiano.

Perché le rappresentazione siano fedeli occorrono 3 condizioni:
1-isogonia, mantenere inalterati gli angoli;
2-equidistanza, mantenere i rapporti tra le lunghezze;
3-equivalenza, mantenere i rapporti tra le aree.

Solo il globo soddisfa contemporaneamente queste tre condizioni. Le proiezioni però permettono di ridurre gli errori che la carta presenta.

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11
Q

Differenza tra piccola scala e grande scala

A

-PICCOLA SCALA:
MOLTO TERRITORIO
POCHI PARTICOLARI
il denominatore è grande (per esempio, 1 : 5 000 000)

-GRANDE SCALA:
POCO TERRITORIO
MOLTI PARTICOLARI
il denominatore è piccolo (per esempio, 1 : 5000);

Ma ci sono poi carte a grandissima scala, a media scala e a piccolissima scala.

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12
Q

Definisci il termine “paesaggio”.

A

Termine complesso, polisemico (ovvero con tanti significati).

Secondo la Convenzione Europea del Paesaggio, (Firenze, 2000), il paesaggio si definisce come: «Una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni»

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13
Q

Definisci l’“ambiente”

A

L’ambiente è tutto ciò che circonda e con cui interagisce un organismo, sia gli elementi di ambiente biotico che abiotico

L’ambiente biotico:
-costituito dalla componente vivente dell’ambiente (piante, animali, microrganismi, virus ecc.)
-dalle relazioni con le altre specie (predazione, parassitismo ecc.),
-dalle relazioni con la propria specie (competizione, relazioni sociali, familiari, sessuali ecc.).

L’ambiente abiotico:
-costituito dalla componente non vivente dell’ambiente (clima, natura del suolo ecc.).

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14
Q

Definisci il “territorio” e la “territorialità”.

A

Il territorio:
-è la combinazione di risorse materiali e simboliche capaci di strutturare le condizioni di vita di individui e società̀ e di essere base per l’identità̀ individuale e collettiva;
-è uno spazio geografico trasformato e governato da parte della comunità̀ umana, con un valore simbolico e identitario».

La territorialità:
-è la capacità dell’uomo di «organizzare, trasformare e controllare attraverso costruzioni materiali e simboliche lo spazio geografico, riconoscendovi delle caratteristiche specifiche come nomi, strutture, confini, controllo politico, senso del luogo».

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15
Q

Come sono collegati territorio e paesaggio?

A

-I fattori che agiscono nel territorio sono alla base dell’aspetto che assume il paesaggio.
-Il paesaggio è intermediario tra il territorio e la collettività che la abita.
-Il paesaggio contribuisce al benessere delle persone e al consolidamento delle identità territoriali.

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16
Q

Relazione tra paesaggio naturale e paesaggio antropico (costruito dall’uomo)

A

-Le attività umane influenzano il paesaggio naturale sia direttamente, sia indirettamente (es. cambiamento climatico)
-Il paesaggio muta continuamente in conseguenza a fenomeni naturali e all’intervento dell’uomo.
-L’uomo “risponde” alle caratteristiche dei suoi spazi.
-Il paesaggio antropico determina l’identità di un territorio in un dato periodo. Esso è costituito anche da una dimensione immateriale: la cultura e i valori di quella data comunità.

Una realtà territoriale sarà quindi plasmata da componenti sia fisiche sia umane.

17
Q

Differenza tra territorio e paesaggio

A

il territorio è lo spazio trasformato, controllato e governato dall’uomo con azioni materiali e simboliche

il paesaggio è ciò che è visibile del territorio, ovvero la sua percezione soggettiva.

18
Q

Che cosa significa affrontare lo studio del paesaggio?

A

Lo studio del paesaggio:
1. parte dalla sua osservazione
2. non si ferma alla raccolta di informazioni, ma ricerca anche elementi riguardanti l’etica e i valori di una società e del suo equilibrio tra natura e uomo.
3. è interdisciplinare, comprende geografia, scienze, storia, arte, letteratura
4. sviluppa capacità di analisi, di astrazione, pensiero critico, pensiero deduttivo e induttivo.
5. Prevede e permette la conoscenza del territorio
6. favorisce un atteggiamento di cittadinanza attiva, responsabile e aumenta il senso di appartenenza ed il legame affettivo con i luoghi

19
Q

In che modo lo studio del paesaggio può essere utilizzato come strumento per una cittadinanza attiva e responsabile?

A

Attraverso lo studio del paesaggio:
1. Leggiamo i segni del passato e recuperiamo il senso d’identità dei luoghi
2. Progettiamo il futuro sulla base dei valori di comunità
3. Arriviamo ad un punto di partenza comune per la costruzione di nuove identità

20
Q

Il paesaggio è un organismo dinamico. Esponi i suoi fattori naturali.

A

Fattori NATURALI:
Sono causati da forze endogene e da forze esogene alla superficie terrestre.

Le forze endogene dipendono dall’interno della terra e sono legate alla tettonica, alla sismica e al vulcanismo.
Le forze esogene dipendono dall’esterno e si manifestano con l’azione del vento, del sole e dell’acqua e sono quindi legati all’atmosfera, biosfera e idrosfera.

21
Q

Il paesaggio è un organismo dinamico. Esponi i suoi fattori umani.

A

Fattori UMANI
Sono legati alle azioni dell’uomo sull’ambiente con la realizzazione di elementi antropici come case, strade, coltivazioni, dighe, canali, ponti, ferrovie, infrastrutture…

La rivoluzione agricola e la rivoluzione industriale hanno “innescato” nel corso dei secoli la profonda trasformazione del paesaggio naturale ad opera dell’uomo.

22
Q

Differenza tra paesaggio naturale e antropico

A

Il paesaggio naturale è il paesaggio dove non c’è l’intervento dell’uomo.
Nei paesi civilizzati e densamente popolati il paesaggio naturale sussiste oramai soltanto in particolari aree ristrette, come ad esempio: le distese polari, la savana, l’alta montagna, le coste scoscese, il deserto, le foreste pluviali, ecc…

Il paesaggio umanizzato o antropico è il paesaggio dove è intervenuto (e interviene) l’uomo modificandone l’assetto originario ed è quindi facilmente constatabile come la quasi totalità̀ dei paesaggi oggi siano paesaggi antropici
Esistono varie tipologie di paesaggio antropico a seconda degli elementi caratterizzanti come quello agrario, agricolo, industriale, tutte riconducibili al paesaggio rurale e al paesaggio urbano

23
Q

Per capire il paesaggio naturale, bisogna prendere in esame i suoi vari componenti. Quali sono?

A

componenti:
-climatiche
-idrografiche
-vegetazionali
-morfologiche

L’interazione delle componenti naturali del paesaggio è necessaria per comprenderne le dinamiche, ma anche per capire come l’uomo “risponde” alle caratteristiche dei suoi spazi di vita.

24
Q

Qual è la differenza tra la dimensione diacronica e sincronica, nell’ambito del paesaggio?

A

La dimensione diacronica;
-considera l’evoluzione del paesaggio come risultato di azioni e accadimenti che si sono succeduti nel tempo.

La dimensione sincronica:
-considera il paesaggio in un determinato momento della storia.

Possiamo quindi vedere i paesaggi come un mosaico di compresenze sincroniche, e insieme come uno stratificato palinsesto diacronico.

25
Q

Cosa si intende con territorializzazione?

A

Processo attraverso il quale uno spazio diventa territorio.

Si articola in 3 fasi:
1. Denominare il territorio (controllo simbolico dello spazio tramite il linguaggio)
2. Reificazione, ovvero l’azione dell’uomo che trasforma lo spazio
3. Strutturazione, il processo attraverso cui l’uomo cerca di governare la complessità del territorio

26
Q

Cosa significa educare al (e attraverso il) paesaggio?

A

Educare al paesaggio significa promuovere un’acquisizione di responsabilità e una conoscenza delle dinamiche territoriali, con lo scopo di costruire un rapporto equilibrato e duraturo con l’ambiente e con il territorio in cui si vive, con le risorse materiali e immateriali presenti e con i cittadini stessi.

Educare «al e attraverso» il paesaggio significa imparare a vedere, a vedere per capire, a capire per agire.

27
Q

Cosa significa educare (a vedere) il paesaggio

A

Educare (a vedere) il paesaggio cioè «a vedere» ciò che non è immediato, è un processo di alfabetizzazione che si articola in tre fasi:

  1. Decentramento e ricentramento: presa di distanza dal luogo necessaria per poterci tornare con maggiore consapevolezza
  2. Riconoscere lo spazio come paesaggio e comprenderne il linguaggio.
  3. Riapproriazione del senso di attaccamento, passando da un “inconsapevole radicamento” ad un più profondo senso di appartenenza al paesaggio.
28
Q

Quali sono le quattro principali tappe attraverso cui si struttura la lettura del paesaggio?

A
  1. Elementi del paesaggio: Lettura denotativa
    -riconoscere i diversi elementi del paesaggio e le relazioni che li legano;
    -riconoscere l’unicità di ciascun paesaggio
  2. Valori e significati: Lettura connotativa
    -riconoscere che il paesaggio suscita emozioni in sé stessi e negli altri e che ciascuno attribuisce significati in modo diverso
  3. Fattori e caratteri: lettura interpretativa
    -cercare una spiegazione dei caratteri del paesaggio, in relazione a fattori naturali e antropici
  4. Cambiamenti temporali: lettura diacronica
    -comprendere le trasformazioni del paesaggio è «raccontarne la storia»; immaginare e progettare il suo cambiamento futuro
29
Q

Chi definisce la geografia come “Il destino dell’umanità” e perché?

A

Due geografe americane, Murphy e De Blij, perché se il posto dove nasciamo è l’elemento più importante per determinare la nostra esperienza di vita, allora dovremmo averne cura per il futuro di chi verrà