Fisiopatologia e recupero motorio Flashcards

1
Q

Quali sono i muscoli più soggetti a lesioni ?

A

Sono i muscoli bi-articolari, quelli ad
architettura più complessa come
adduttore lungo, quelli sottoposti a
contrazioni eccentriche e che
contengono una maggior
percentuale di fibre veloci tipo II

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2
Q

Cosa sai delle lesioni muscolari degli arti superiori

A

sono più rare e interessano grande
pettorale, bicipite e tricipite omerale in
particolare negli sport che prevedono
lanci e spinte

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3
Q

Quando si possono presentare lesioni muscolari addominali?

A

possono presentarsi in sport
che prevedono in alcuni gesti flessioni del
tronco da posizione di estensione come le
schiacciate nella pallavolo e lo smash nel
tennis

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4
Q

Parlando delle Lesioni muscolari indirette in particolare dei
Disturbi muscolari funzionali, cosa sai dirmi del Disturbo muscolare doloroso da sovra-affaticamento di tipo 1a

A

Definizione: funzionale in relazione a sovraccarico

Descrizione: aumento del tono muscolare circoscritto
longitudinalmente (contrattura)

Sintomi: dolore, sensazione di indurimento. Il dolore da sordo a lancinante aumenta continuando l’attività. Presente a riposo

Inizio: durante o dopo l’attività (entro 24 ore)

Localizzazione: da focale all’intero muscolo

Muscoli interessati: sport specifici

Clinica: Fasci muscolari induriti rispetto ai controlaterali, reazione di difesa all’allungamento, dolore alla
compressione
US/RM: negativi
Durata: < 1 settimana

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5
Q

Parlando delle Lesioni muscolari indirette in particolare dei
Disturbi muscolari funzionali, cosa sai dirmi del Dolore muscolare ritardato (DOMS) di tipo 1b

A

Definizione: funzionale, in relazione a sovraccarico

Descrizione: dolore muscolare generalizzato dopo
esercizi eccentrici o carico metabolico prolungato

Sintomi: dolore acuto infiammatorio, rigidità,
debolezza muscolare, dolore a riposo

Inizio: alcune ore dopo l’attività fisica

Localizzazione: intero muscolo o gruppo
muscolare

Muscoli interessati: non allenati

Clinica: muscoli induriti, gonfi; limitata mobilità delle
articolazioni adiacenti; dolore alla contrazione
isometrica e alla compressione; lo stretching riduce
il dolore

US/RM: negativi o presenza di edema
Durata: < 1 settimana

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6
Q

Parlando delle Lesioni muscolari indirette in particolare dei
Disturbi muscolari funzionali, cosa sai dirmi del Disturbo muscolare neuromuscolare dipendente dalla colonna di tipo 2a

A

Definizione: funzionale, neuromuscolare

Descrizione: aumento del tono muscolare longitudinale
circoscritto Sintomi: dolore, sensazione di indurimento; il
dolore da sordo a lancinante aumenta continuando l’attività;
non dolore a riposo

Inizio: durante l’attività

Localizzazione: fasci muscolari o intero muscolo o gruppo
muscolare

Muscoli interessati: ischio-crurali, retto femorale, adduttori,
tricipite surale

Clinica: indurimento muscolare longitudinale circoscritto,
gonfiore per edema fra il muscolo e la fascia; lo stretching
del muscolo determina reazione di difesa; occasionalmente
iperestesia cutanea; dolore alla compressione

US/RM: negativi o presenza di edema

Durata: < 1 settimana

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7
Q

Parlando delle Lesioni muscolari indirette in particolare dei
Disturbi muscolari funzionali, cosa sai dirmi del Disturbo muscolare neuromuscolare dipendente dal
muscolo 2b

A

Definizione: funzionale, neuromuscolare

Descrizione: aumento del tono muscolare circoscritto a
un’area fusiforme

Sintomi: dolenzia, graduale aumento dell’indurimento
muscolare; dolore crampiforme

Inizio: insorgenza brusca durante l’attività, il soggetto cerca
di alleviare i sintomi con lo stretching

Localizzazione: intera lunghezza del ventre muscolare

Muscoli interessati: ischio-crurali, tricipite surale

Clinica: indurimento muscolare circoscritto, gonfiore; lo
stretching può diminuire il dolore; dolore alla compressione
senza un punto centrale più doloroso

US/RM: negativi o presenza di edema

Durata: < 1 settimana

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8
Q

Riguardo alle Lesioni muscolari strutturali cosa sai dirmi della Rottura muscolare parziale minima di tipo 3A

A

Definizione: strutturale, indiretta, rottura parziale

Descrizione: lesione da distrazione acuta

Sintomi: dolore di tipo puntorio e lancinante. Il soggetto
solitamente avverte localmente uno snap seguito dolore.

Inizio: improvvisamente durante l’attività

Localizzazione: per lo più giunzione mio-tendinea

Muscoli interessati: ischio-crurali, retto femorale, adduttori,
tricipite surale

Clinica: dolore localizzato ben definito,
possibile palpazione di un difetto localizzato in un fascio
muscolare indurito; lo stiramento aggrava il dolore;
palpazione dolorosa.

US/RM: positivi per rottura di fibre < 5 mm, ematoma
intramuscolare

Durata: 10-14 giorni

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9
Q

Riguardo alle Lesioni muscolari strutturali cosa sai dirmi della Rottura muscolare parziale moderata di tipo 3 b

A

Definizione: strutturale, indiretta, rottura parziale

Descrizione: rottura da distrazione acuta di più fascicoli muscolari

Sintomi: dolore lancinante con l’impressione di rottura. Il soggetto

solitamente avverte localmente uno snap seguito dolore.
Inizio: improvvisamente durante l’attività, può essere seguito da caduta

Localizzazione: per lo più giunzione mio-tendinea
Muscoli interessati: ischio-crurali, retto femorale, adduttori, tricipite surale

Clinica: dolore localizzato ben definito con palpazione di una
lacuna in un fascio muscolare indurito; presenza di ematoma; lo stiramento aggrava il dolore; dolore alla pressione locale

US/RM: positivi per rottura di fibre > 5 mm con possibile
retrazione di fibre, ematoma intramuscolare e possibile
lesione fasciale

Durata: 6 settimane

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10
Q

Riguardo alle Lesioni muscolari strutturali cosa sai dirmi della Rottura muscolare completa/sub-totale/ avulsione tendinea di Tipo 4

A

Definizione: strutturale, indiretta

Descrizione: rottura totale o sub-totale del muscolo o avulsione interessante la giunzione osteo-tendinea

Sintomi: dolore da impatto, sordo. Il soggetto avverte localmente uno snap.

Inizio: improvvisamente durante l’attività, spesso seguito da
caduta

Localizzazione: giunzione mio-tendinea o osteo-tendinea

Muscoli interessati: ischio-crurali, retto femorale, adduttore lungo prossimale

Clinica: ampia lacuna muscolare; fibre detese da retrazione;
presenza di ampio ematoma; dolore al movimento con perdita della funzione

US/RM: discontinuità del muscolo/tendine con retrazione,
ematoma intramuscolare e lesione fasciale

Durata: 12 settimane

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11
Q

Delle Lesioni muscolari dirette , in particolare della contusione cosa sai dirmi?

A

Definizione: trauma diretto da impatto

Descrizione: ematoma intramuscolare senza rottura di fibre

Sintomi: dolore da impatto, acuto.

Inizio: improvvisamente durante l’attività. Generalmente il soggetto è in grado di continuare l’attività per un tempo variabile.

Localizzazione: ventre muscolare in particolare per muscoli adiacenti all’osso

Muscoli interessati: vasto intermedio

Clinica: gonfiore e tensione locale per presenza di ematoma; dolore al movimento

US/RM: ematoma intramuscolare

Durata: 4-8 settimane

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12
Q

Delle Lesioni muscolari dirette , in particolare della lacerazione cosa sai dirmi?

A

Definizione: rottura di fibre da trauma diretto

Descrizione: ematoma intramuscolare con rottura di fibre
Sintomi: dolore da impatto, acuto.

Inizio: improvvisamente durante l’attività

Localizzazione: ventre muscolare in particolare per muscoli adiacenti all’osso

Muscoli interessati: vasto intermedio

Clinica: gonfiore e tensione locale per presenza di ematoma; dolore al movimento

US/RM: rottura di fascicoli muscolari con ematoma intramuscolare

Durata: 4-12 settimane

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13
Q

Che cos’è un crampo?

A

E’ una contrazione muscolare involontaria e dolorosa, di
eziologia complessa, spesso conseguenza di uno stato di affaticamento
transitorio, che si risolve sempre spontaneamente, che può trarre
origine da squilibri idro-elettrolitici o da deficit energetici che vanno ad
influenzare la stabilità della membrana del motoneurone.

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14
Q

Cosa si intende quando si fa riferimento a una contrattura muscolare ?

A

Si manifesta con dolore
muscolare che insorge quasi sempre
a distanza dall’attività sportiva, con
una latenza variabile (dopo qualche
ora o il giorno dopo), mal localizzato,
dovuto ad un’alterazione diffusa del
tono muscolare, imputabile ad uno
stato di affaticamento del muscolo, in
assenza di lesioni anatomiche
evidenziabili macroscopicamente o al
microscopio ottico

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15
Q

Cosa si intende quando si fa riferimento a una stiratura ?

A

E’ sempre conseguenza di un
episodio doloroso acuto, insorto durante l’attività
sportiva, il più delle volte ben localizzato, per cui
il soggetto è costretto ad interrompere l’attività,
pur non comportando necessariamente
un’impotenza funzionale immediata, e del quale
conserva un preciso ricordo anamnestico.

Dal punto di vista anatomo-patologico non sono
presenti lesioni macroscopiche. La conseguenza
sul piano clinico è rappresentata dall’ ipertono del
muscolo, accompagnato da dolore che non si
risolve rapidamente come nel caso del crampo

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16
Q

Cosa si intende quando si fa riferimento a uno strappo ?

A

Si manifesta tipicamente con dolore
acuto, violento che compare durante l’attività
sportiva (criteri anamnestico e sintomatologico
comuni a tutti gli strappi) attribuibile alla lacerazione
di un numero variabile di fibre muscolari. Lo strappo
muscolare è sempre accompagnato da uno stravaso
ematico più o meno evidente a seconda dell’entità e
della localizzazione della lesione e dall’integrità o
meno delle fasce. La distinzione viene riferita alla
quantità di tessuto muscolare lacerato ed al deficit
funzionale e comprende tre gradi.

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17
Q

Parlami dei 3 gradi di strappo muscolare

A

strappo di I grado: sono interessate poche mio-fibrille all’interno di un fascio muscolare, ma non l’intero fascio muscolare; è presente impotenza funzionale minima.

strappo di II grado: lacerazione di uno o più fasci muscolari, che coinvolge meno dei ¾ della superficie di sezione anatomica del muscolo in quel
punto; è presente impotenza funzionale importante.

strappo di III grado: rottura muscolare, che coinvolge più dei ¾ della superficie di sezione anatomica del muscolo in quel punto e che può essere distinta in parziale (lacerazione imponente ma incompleta della sezione del muscolo) o totale (lacerazione dell’intero ventre muscolare), è
presente impotenza funzionale completa .

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18
Q

In che modo vengono classificate le lesioni dirette ?

A

Le lesioni dirette vengono per lo più classificate in
gradi, secondo la gravità, indicata dal range di
movimento (ROM) effettuabile attivamente in
assenza di dolore

  1. lesioni muscolari di grado lieve: è consentita oltre
    la metà del (ROM)
  2. lesioni muscolari di grado moderato: è concessa
    meno della metà, ma più di 1/3 del ROM
  3. lesioni muscolari di grado severo: è permesso un
    ROM inferiore ad 1/3.
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19
Q

Quali sono tutte quelle azioni che portano a rischio tendinopatia ?

A

Carico eccessivo
* Errori di allenamento: es. distanze troppo lunghe, intensità eccessiva
e progressione troppo rapida. Lavoro monotono, asimmetrico,
variazioni improvvise, insufficiente riscaldamento, condizioni generali inadeguate, scarsa tecnica e sovra-affaticamento

  • Equipaggiamento inadeguato: es. scarpe non sufficientemente
    stabilizzanti e ammortizzanti, racchetta con corde troppo tese o manico inadeguato, uso di palette alle mani nel nuoto, inadeguata
    altezza della sella nel ciclismo.
  • Anomalo allineamento degli arti in particolare iper-pronazione del piede
  • Ridotta flessibilità
  • Sovrappeso
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20
Q

Qual è la Classificazione clinica delle patologie tendinee

A

Stage I: dolore solo dopo attività

Stage II: dolore all’inizio dell’attività fisica, scompare dopo
riscaldamento, ricompare dopo l’attività

Stage III: dolore prima e dopo attività con limitazione
funzionale. 3a può fare attività sportiva, 3b non è in grado di
fare attività

Stage IV: rottura del tendine

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21
Q

Che cose la tendinosi ?

A

Macro: degenerazione intra-tendinea (generalmente dovuta a invecchiamento, microtraumi, compromissione vascolarizzazione).

Micro: disorientamento delle fibrille di collagene, disorganizzazione e
separazione delle fibre con aumento della sostanza mucoide con e senza nervo vascolarizzazione e con necrosi focale o calcificazioni

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22
Q

Che cos’è la tendinite ?

A

Macro: degenerazione sintomatica del tendine con rotture vascolari e risposta infiammatoria riparativa

Micro: quadro degenerativo con rottura di fibre, proliferazione di fibroblasti, emorragie e tessuto di granulazione

Muscoli e tendini: il razionale anamnestico e clinico della patologia

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23
Q

Che cos’è una paratenonite?

A

Macro: infiammazione dello strato esterno del tendine che comprenda o no una guaina sinoviale

Micro: degenerazione mucoide, infiltrato di mononucleati con o senza depositi di fibrina ed essudato fibrinoso, proliferazione di vasi

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24
Q

Che cos’è una Paratenonite con tendinosi?

A

Macro: quadro di paratenonite associata a degenerazione intratendinea

Micro: quadro degenerativo come osservato nella tendinosi con degenerazione mucoide con o senza aree fibrose e cellule infiammatorie nel paratenonio

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25
Q

Cosa si intende per tendinopatia?

A

Degenerazione del tendine con o senza cellule infiammatorie

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26
Q

Cosa si intende per Paratendinopatia?

A

Processi flogistici e degenerativi che interessano il paratenonio con o senza guiana sinoviale

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27
Q

Cosa si intende per Pantendinopatia

A

associazione di tendinopatia e paratendinopatia.

Dovrebbe essere usato il termine di rottura parziale di fibre nel caso si potesse evidenziare l’interruzione del decorso fascicolare del tendine

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28
Q

Riguardo l’hip evaluation cosa sai dirmi del test dell’hip abduction

A

Il paziente è disteso su un fianco con la gamba sollevata e l’anca flessa a 45.

Il terapista si mette dietro al paziente e si stabilizza con una mano all’altezza dell’anca .Questa mano è prossimale al grande troncantere .

L’atra mano applica resistenza sulla superficie laterale del ginocchio

Il terapista abduce l’anca contro la resistenza che spinge verso il basso

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29
Q

Riguardo l’hip evaluation cosa sai dirmi del test dell’hip abduction flexed

A

Il paziente è disteso su un fianco con la gamba di prova più in alto.

Il terapista sta dietro al paziente con una mano all’altezza del fianco . Questa mano è prossimale al grande troncantere .

L’ altra mano invece è posta sulla superficie laterale del ginocchio

il paziente quindi abduce l’anca contro la resistenza del terapista che spinge verso il basso

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30
Q

Riguardo l’hip evaluation cosa sai dirmi del test dell’hip adduction

A

Il paziente è steso su un fianco con la gamba di prova più in basso e appoggiata sul tavolo.

La gamba sopra viene abdotta a 25 gradi e sostenuta dall’esaminatore

Il terapista si trova dietro al paziente all’altezza del ginocchio

La mano di resistenza è posta sul femore mediale distale della gamba del test

La resistenza viene applica verso il basso mentre il paziente adducce attivamente la gamba

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31
Q

Riguardo l’hip evaluation cosa sai dirmi del test dell’hip flextion

A

Il paziente è seduto sul lettino con le cosce completamente sostenute e le gambe penzolanti oltre il bordo

Il terapista si trova accanto alla gamba di prova

Il terapista pone una mano sulla coscia distale e sul ginocchio prossimale e pone una resistenza verso il basso mentre il paziente flette attivamente l’anca

32
Q

Riguardo l’hip evaluation cosa sai dirmi del test dell’hip extension

A

il paziente giace prono sul tavolo .

Il terapista si trova sul lato della gamba del test all’altezza del bacino

Una mano stabilizza il bacino l’altra è posta sul polpaccio distale

La mano sul polpaccio distale applica resistenza verso il basso e il paziente si estende attivamente all’altezza dell’anca

33
Q

Riguardo l’hip evaluation cosa sai dirmi del test dell’hip internal rotation?

A

Il paziente è seduto.

il terapista si mette in ginocchio o si siede su uno sgabello affianco al paziente .

il terapista pone la mano sulla zona mediale della coscia distale e applica resistenza in direzione laterale

L’altra mano afferra la caviglia laterale appena sopra il malleolo e applica resistenza in direzione mediale

il paziente sta attivamente ruotando internamente l’anca

34
Q

Riguardo l’hip evaluation cosa sai dirmi del test dell’hip external rotation?

A

il paziente è seduto.

il terapista si mette in ginocchio o si siede su uno sgabello affianco al paziente .

il terapista pone la mano sulla faccia laterale della coscia distale e applica resistenza in direzione mediale

L’altra mano afferra la caviglia mediale appena sopra il malleolo e applica resistenza in direzione laterale

il paziente sta attivamente ruotando esternamente l’anca

35
Q

Riguardo l’hip evaluation cosa sai dirmi del test dell’hip flextion , abduction internal rotation?

A

Il paziente seduto con le cosce appoggiate sul tavolo e le gambe a penzoloni

il terapista si trova lateralmente alla gamba sottoposta a test mentre pone una mano sul lato laterale del ginocchio e usa l’altra mano per afferrare la superficie anteriore mediale della gamba distale

La mano al ginocchio da resistenza verso il basso e verso l’interno

la mano alla caviglia da resistenza verso l’alto e verso l’esterno

Il paziente flette , abduce e e ruota esternamente l’anca e flette il ginocchio

35
Q

Qual è la definizione di FPA

A

Angolo compreso tra linea tesa tra calcagno e secondo metatarso e la linea di progressione del cammino tra heel strike e toe off durante la fase stance del cammino

l’angolo è positivo per rotazioni interne

l’angolo è negativo per rotazioni esterne

36
Q

Fattori di rischio e fattori associati all’inforunio hip and groin

A

Dolore , e riduzione della forza nello squeeze test degli adduttori

37
Q

a cosa corrisponde il 64% di tutte le lesioni?

A

il 64% di tutte le lesioni corrisponde alle lesioni degli adduttori

-Adduttore lungo

-Adduttore breve

-adduttore magnus

  • gracilis pettineo
  • otturatore esterno
38
Q

Fattori associati al dolore e infortunio alla zona del pube

A

Core stability scarsa

difetto di forza in single stance

deficit dei flessori dell’anca (ileopsoas, retto femorale, sartorio)

Diminuzione del ROM dell’anca

39
Q

Quali sono le lesioni adduttorie più frequenti?

A

Sono quelle dell’adduttore lungo

40
Q

che cos’è l’ernia sportiva?

A

L’ernia sportiva è una condizione di dolore cronico all’inguine correlato all’esercizio che è associato a un rigonfiamento della parete inguinale ogni qualvolta si verifica una forte contrazione addominale .

Ciò limita la performance atletica e può essere considerato un infortunio “ che pone fine alla carriera”

41
Q

ernia dello sportivo cosa sai dirmi ?

A

innanzi tutto non c’è consenso unanime sulla terminologia e sulla sua difficoltà nel diagnosticare o gestire , è comune ad esempio negli sport del calcio , rugby , corsa ad ostacoli e lunga distanza , è visto più raramente negli sport come basket tennis nuoto e ciclismo poichè non comportano un aumento della rotazione pelvica e movimenti di torsione che potrebbero portare dolore all’inguine

42
Q

Sedi del dolore ernia dello sportivo

A

Dolore inguinale associato all’esercizio

Dolore all’estremità laterale inferiore del muscolo retto dell’addome si può estendere al testicolo e perineo o regione sovra pubica o origine dall’adduttore lungo

può aumentare in corso di torsioni cambi di direzione

può manifestarsi come rigidità mattutina

si riduce con il riposo

43
Q

Generalmente parlando Del groin pain

A

-Il dolore nella porzione inferiore e laterale del legamento inguinale può indicare un problema dell’anca o dell’adduttore lungo

  • il dolore nella porzione sovrastante al legamento inguinale può indicare sports hernia
43
Q

Esame obiettivo dell’ernia dello sportivo

A

ci devono essere almeno 3 dei 5 parametri elencati

-Punto di sensibilità dove il tendine congiunto aderisce al tubercolo pubico

-Sensibilità alla palpazione dell’anello inguinale profondo

-Dolore e/ o dilatazione dell’anello inguinale esterno senza ernia apparente

-Dolore all’origine dell’adduttore lungo

-Dolore inguinale diffuso che si estende al perineo , alla superficie interna del femore e attraversa la linea mediana

44
Q

Come inizia la tendinopatia?

A

-Inizia con dolore o rigidità dopo attività

-Progredisce con dolore all’inizio dell’attività che scompare durante

-Evolve con dolore a riposo e nell’attività

45
Q

Quando hai la tendinopatia patellare quale attività ti provocano dolore?

A

Provocano dolore il salto e lo squat

46
Q

Parlami della tendinosi dal punto di vista fisiopatologico

A

E’ IL fallimento del processo di adattamento agli stress meccanici e/o metabolici della matrice extracellulare che si traduce nello squilibrio tra l’attività di degradazione della matrice stessa e la sua sintesi

47
Q

Quando hai la tendinopatia achillea quale attività ti provocano dolore?

A

Provocano dolore la corsa e il salto

48
Q

Che cos’è la tendinosi?

A

Patologia degenerativa a carattere cronico con una presentazione clinica caratteristica a seconda del distretto anatomico interessato (Jumper’s knee, tennis elbow, etc).

49
Q

Cosa accade al Rimodellamento del tessuto tendineo in risposta ad uno stimolo meccanico

A

-incremento della sua sezione trasversa e delle proprietà meccaniche quali la resistenza alla trazione e la stiffness elastica.

-modifica del proprio metabolismo e delle sue proprietà strutturali, con un incremento della produzione di collagene di tipo I da parte dei fibroblasti del tendine.

50
Q

Test per la tendinopatia patellare

A

Single leg squat test
Tendinopatia patellare dolore isolato

51
Q

A cosa bisogna stare attenti quando si ha in cura un paziente con tendinopatia ?

A

l’assenza di dolore non significa che la tendinopatia sia completamente risolta

52
Q

Come si divide la riabilitazione ?

A

La riabilitazione si divide in tre fasi:

Fase 1: Gestione dei sintomi e riduzione del carico

Fase 2: Carico gestito

Fase 3: Return to sport

53
Q

Fase 1: Gestione dei sintomi e riduzione del carico

Parlamene un pò

A

La completa cessazione dell’attività non è generalmente necessaria

L’attivita 5/10 su scala del dolore è accettabile (durante o dopo attività)

Il dolore non deve aumentare

Mantenere attività endurance blanda (nuoto) (es. tendinopatia achilleo)

Inizio recupero con bodyweight resistance exercise

54
Q

Fase 2: Aumento del carico

Parlamene un po

A

Attività unilaterali con aumento del carico

Aumento del ROM fino a completo

Attività concentrica isolata,

eccentrica isolata o mista

Attività in campo

55
Q

Fase 3: ritorno allo sport

parlamene un po

A

Progressiva introduzione di esercizi pliometrici

Introdurre cambi di direzione, sprint, salti

Non esistono linee guida

Per la tendinopatia achillea return quando 2/10 durante attività (NPRS)

56
Q

esercizi di recupero per la tendinopatia patellare

A

wall sits, decline squat , stepsquat, banded knee extension, step up

57
Q

Fattori di rischio per tendinopatia patellare

A

Deficit di ROM in dorsiflessione della caviglia

Rotazione esterna

Abduzione

Rigidità posteriore con flessibilita del quadricipite

58
Q

Esercizi per il recupero della tendinopatia achillea

A

Decline heel rise, plantiflessione isometrica

59
Q

Fattori di rischio per tendinopatia achillea

A

Fluorochinoloni

Deficit in plantiflessione

Alterazioni del cammino

No peso corporeo/livello di attività fisica/BMI

Alterazioni strutturali all’eco

60
Q

Fattori intrinseci che causano la tendinopatia achillea

A

Età

sesso

body mass

fattori genetici di predisposizione

Debolezza muscolare

61
Q

Fattori estrinseci che causano la tendinopatia achillea

A

Errori nella programmazione dell’allenamento

Tecnica di corsa

Tipo di calzatura

Tipo di terreno d’allenamento

62
Q

Qual è la definizione di cammino in fisiopatologia muscoloscheletrica?

A

Il cammino è il pattern ciclico del movimento muscoloscheletrico che sposta il corpo in avanti, comportando una perdita e un recupero ciclico dell’equilibrio mediante uno spostamento della linea di gravità in relazione al centro di gravità.

63
Q

Quali sono le due fasi principali del ciclo del cammino?

A

Le due fasi principali del ciclo del cammino sono la fase di appoggio (stance phase), quando il piede è a contatto con il suolo e sopporta il peso, rappresentando il 60% del ciclo, e la fase di volo (swing phase), quando il piede non sopporta il peso e si muove in avanti, rappresentando il 40% del ciclo.

64
Q

Cos’è la fase di doppio supporto nel cammino normale e quando è assente?

A

La fase di doppio supporto è quando entrambi i piedi sono contemporaneamente a contatto con il suolo e rappresenta il 25% del ciclo del cammino normale. Questa fase è assente nella corsa.

65
Q

Quali movimenti pelvici si osservano durante il cammino?

A

I movimenti pelvici durante il cammino includono lo spostamento laterale (list pelvico), lo spostamento verticale e la rotazione pelvica.

65
Q

Cos’è l’approccio “top-down” nell’analisi del cammino?

A

L’approccio “top-down” valuta i movimenti della testa, del tronco e degli arti superiori durante il cammino. Ad esempio, le spalle si sollevano sul lato in posizione di appoggio per alleviare la pressione durante l’andatura antalgica, e il tronco si piega verso il lato affetto nell’andatura di Trendelemburg.

66
Q

Descrivi l’andatura antalgica.

A

L’andatura antalgica è caratterizzata da un ridotto tempo di appoggio sull’arto affetto a causa del dolore, con una fase di volo accentuata dal lato affetto e una fase di volo potenzialmente accorciata dal lato sano per permettere un rapido appoggio dell’arto sano al suolo.

67
Q

Cosa provoca l’iperestensione del ginocchio durante il cammino?

A

L’iperestensione del ginocchio (genu recurvatum gait) può essere causata da una debolezza del muscolo quadricipite, da una lesione del legamento crociato anteriore (ACL) o da una flessibilità eccessiva dei legamenti posteriori del ginocchio.

68
Q

Cos’è l’andatura di Trendelemburg?

A

L’andatura di Trendelemburg è caratterizzata da una caduta del bacino verso il lato non portante durante la fase di appoggio dell’arto inferiore, dovuta alla debolezza dei muscoli abduttori dell’anca (gluteus medius e minimus) del lato portante.

69
Q

Come si misura la lunghezza apparente degli arti?

A

La lunghezza apparente degli arti viene misurata dalla distanza tra la spina iliaca antero-superiore (ASIS) e la punta distale del malleolo mediale, utilizzando un metro a nastro. La lunghezza viene confrontata con quella del lato opposto per determinare eventuali discrepanze.

70
Q

Quali sono le cause più frequenti di un’andatura antalgica?

A

Le cause più frequenti di un’andatura antalgica includono patologie dell’anca, del ginocchio o gravi protrusioni con sintomatologia irradiata all’arto inferiore.

71
Q

Qual è l’impatto della debolezza del muscolo quadricipite sull’andatura?

A

La debolezza del muscolo quadricipite può causare difficoltà nel mantenere l’estensione del ginocchio all’impatto del tallone, portando il paziente a spingere sulla coscia per estendere e bloccare il ginocchio.

72
Q

Come può la flessibilità eccessiva del ginocchio influenzare il cammino?

A

La flessibilità eccessiva del ginocchio può causare iperestensione durante il cammino, rendendo difficile per il paziente mantenere una postura stabile e provocando potenziali danni articolari.