fisiologia dell'esercizio Flashcards

1
Q

Da dove prendiamo l’energia extra necessaria per alimentare i nostri muscoli durante l’attività fisica?

A

I nostri muscoli ricevono energia da tre sistemi energetici :

-I fosfati ad alta energia
-Il sistema anaerobico
-Il sistema aerobico

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2
Q

Che cos’è il sistema dei fosfati ad alta energia?

A

Questo tipo di sistema è costituito dalla ATP, una riserva di energia sempre presente nei nostri muscoli, circa 5millimoli di ATP per kg di muscolo, e questa è una riserva di energia , che utilizziamo già da subito da quando passiamo da una condizione di riposo a una condizione di esercizio . E utilizziamo la fosfo creatina per produrre atp. QUESTO SISTEMA è UTILIZZATO SOLO IN ESERCIZI POTENTI E VELOCI CHE DURANO POCO

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3
Q

A cosa serve la fosfocreatina

A

La fosfocreatina serve a produrre molecole di atp in tempi brevissimi

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4
Q

A cosa serve il sistema Anaerobico

A

Serve a produrre energia in assenza di ossigeno attraverso il catabolismo degli zuccheri , attraverso una serie di reazioni enzimatiche chiamate glicolisi anaerobica che avviene nel citoplasma delle cellule , che però porta alla formazione di acido lattico

Questo sistema permette di produrre energia in tempi rapidi perchè le reazioni che avvengono nella glicolisi sono poche per produrre ATP.

Questo sistema viene utilizzato in attività fisiche che non superano i 2 minuti di durata

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5
Q

Da chi può essere utilizzato l’acido lattico ?

A

L’acido lattico può essere utilizzato da fibre muscolari diverse da quello che lo producono lo producono le fibre di tipo 2 e lo utilizzano le fibre di tipo 1 che lo utilizzano per il loro metabolismo che attraverso il catabolismo dell’acido lattico le fibre producono energia attraverso il ciclo di krebs

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6
Q

Dove va l’acido lattico quando viene prodotto

A

Può raggiungere il cuore , essendo lui un muscolo composto da fibre di tipo 1 può utilizzare l’acido lattico per produrre energia

Può raggiungere il fegato che trasforma l’acido lattico in glicogeno

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7
Q

Quando avviene l’accumulo di acido lattico?

A

Quando la velocità di produzione di acido lattico supera quella di smaltimento

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8
Q

Che cos’è l’acido lattico

A

L’acido lattico deriva dal piruvato che attraverso l’enzima LDH un enzima presente nella grande maggioranza delle cellule, viene trasformato in acido lattico .

E’ presente una piccola quantità di acido lattico anche a riposo , e questa quantità viene mantenuta sempre costante

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9
Q

Che cos’è la pressione arteriosa?

A

La pressione arteriosa è la pressione che serve al cuore per portare il sangue in tutto il corpo

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10
Q

Che cos’è la pressione massima o sistolica?

A

è la capacità di contrazione del ventricolo sinistro ed è espressione della gittata cardiaca e dell’elasticità del sistema arterioso

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11
Q

Che cos’è la gittata cardiaca ?

A

La gittata cardiaca è il volume di sangue espulso da un ventricolo cardiaco durante un minuto.

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12
Q

Che cos’è la pressione minima o diastolica

A

dipende dalle resistenze periferiche, se le resistenze periferiche aumentano aumenta anche la pressione diastolica, e lo stesso se diminuisce., SI MISURA TRA DUE CONTRAZIONI MENTRE IL CUORE SI RILASSA E SI RIEMPIE DI SANGUE

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13
Q

Cosa s’intende per resistenze periferiche?

A

Le resistenze periferiche sono le resistenze al flusso di sangue nelle zone periferiche, arteriole o capillari che portano il sangue ai muscoli; influenzano la pressione diastolica, vasodilatando o vasocostringendo i vasi sanguigni.

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14
Q

Che cos’è la soglia del lattato?

A

E’ l’intensità di esercizio oltre la quale c’è accumulo di acido lattico

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15
Q

Perché avvenga accumulo di acido lattico in un soggetto allenato che percentuale di Vo2max massima deve raggiungere ?

A

Deve raggiungere circa il 75% soglia che se non viene superata mantiene i livelli di acido lattico nel corpo a livello costante

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16
Q

Parla un pò del sistema aerobico

A

IL sistema aerobico è il ciclo di krebs sostanzialmente , Il Ciclo di Krebs è un processo biochimico che avviene all’interno delle cellule degli organismi viventi. Questo ciclo sfrutta il piruvato, una molecola prodotta durante la glicolisi, e lo trasforma in una serie di altre molecole, tra cui l’acetil-CoA, che viene utilizzata come substrato per la produzione di energia.

Grazie al sisetma aerobico da una molecola di glucosio saltano fuori da 32 a 36 molecole di ATP . QUINDI QUESTO è UN SISTEMA CHE CI DA UN SACCO DI ENERGIA

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17
Q

Qual’è il problema principale del sistema aerobico ?

A

IL suo problema principale è che produce energia in tempi molto lenti, il ciclo di Krebs contiene un sacco di reazione e quindi ci vuole del tempo perché si produca atp grazie a questo sistema

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18
Q

Quando viene utilizzato il sistema aerobico?

A

Viene utilizzato in attività di intensità medio elevata di lunga durata che supera sicuramente i 2 minuti di durata

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19
Q

Cosa significa allenare un sistema esoergonico ?

A

Vuol dire allenare quel sistema per essere utilizzato nel migliore dei modi

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20
Q

In che modo si attivano questi sistemi energetici?

A

si attivano simultaneamente da quando si parte dalla situazione di riposo a quella attiva , non si attivano uno alla volta. Si attivano in diverse percentuali

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21
Q

che cos’è il debito di ossigeno?

A

Il debito (o deficit) di ossigeno rappresenta la quantità di ossigeno richiesta per ripristinare le scorte di energia che sono state utilizzate anaerobicamente durante il periodo di lavoro, questo debito accade perché durante i primi due min di attività il sistema aerobico è troppo lento e non riesce a produrre energia in tempo. il consumo di ossigeno aumenta fino ad arrivare a un livello stazionario quando il consumo di ossigeno soddisfa l’esigenza dell’esercizio. Il debito di ossigeno è più minore per i soggetti allenati. Perché in questo tipo di soggetti si ha un’alta efficienza di utilizzo dei sistemi energetici quindi anche nei primi 2 minuti di esercizio l’utilizzo del sistema aerobico è superiore quindi ne consegue un debito di ossigeno minore .

QUINDI:

si chiama debito di ossigeno che è un debito che gli altri sistemi esoergonici contraggono con il sistema aerobico , perché è la differenza tra la quantità di ossigeno che il sistema aerobico avrebbe dovuto consumare se fosse stato in grado di sostenere l’esercizio fin dall’inizio e la quantità di ossigeno che invece sta venendo consumata in questi 2 minuti

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22
Q

Che cos’è la fase EPOC

A

E’ il consumo di ossigeno extra rispetto alla condizione di riposo nella fase post esercizio , quindi noi abbiamo finito la nostra attività e anche da fermi stiamo consumando alte quantità di ossigeno .

QUINDI:

Quando noi smettiamo di fare un esercizio aerobico , il nostro bisogno di energia cala a livelli basali ma il nostro consumo di ossigeno reale rimane elevato per un certo periodo di tempo . Questa situazione è legata al debito di ossigeno per questo anche da fermi consumiamo al quantità di ossigeno post esercizio fisico

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23
Q

Qual è il nostro consumo di ossigeno basale ?

A

Noi consumiamo 250ml di ossigeno al minuto in condizioni di riposo

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24
Q

Quali sono le procedure che possono aumentare la nostra capacità di recupero ?

A

Il recupero attivo e recupero passivo

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25
Q

Cosa significa recupero passivo ?

A

significa stare fermi e non fare niente , non compiere alcun lavoro durante il recupero . Questo risulta indicato se abbiamo appena completato un’attività con intensità inferiore al 50% del nostro VO2MAX e non abbiamo praticamente accumulato nessun lattato

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26
Q

Cosa significa recupero attivo ?

A

vuol dire mantenersi in movimento durante il periodo di recupero ed è indicato per tutti quegli esercizi in cui andiamo oltre il 75% del nostro VO2MAX, dove sicuramente abbiamo accumulato acido lattico , questo restare in movimento durante il periodo di recupero aiuta a mantenere attiva la circolazione favorendo una maggiore velocità di smaltimento dell’acido lattico , portandolo al livello del cuore ,del fegato , e dei reni. se stiamo fermi invece l’acido resta li

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27
Q

Che cos’è il quoziente respiratorio?

A

Il quoziente respiratorio (QR) o rapporto di scambio respiratorio, dall’inglese respiratory quotient (RQ), o Respiratory Exchange Ratio (RER), è un parametro che misura il rapporto tra anidride carbonica (CO2) espirata e ossigeno (O2) inspirato (CO2/O2), consentendo di determinare la proporzione di grassi e carboidrati che vengono impiegati ai fini energetici. Talvolta questa misura può essere denominata anche come non-protein respiratory quotient (npRQ), ovvero quoziente respiratorio non-proteico, poiché le proteine non contribuiscono ad apportare substrati energetici per il corpo in maniera significativa, pertanto il loro impatto sul QR viene generalmente ignorato

28
Q

Che cos’è il VO2MAX ?

A

E’ la massima capacità di risintesi dell’atp per via esclusivamente ossidativa , è la massima capacità del nostro sistema aerobico

29
Q

Come si fa a determinare il massimo consumo di ossigeno ?

A

Per esempio consideriamo un soggetto che corre in piano , dopo due minuti il sistema aerobico è perfettamente in grado di dare l’energia al soggetto per proseguire con la sua attività, se il piano non cambia la sua inclinazione , il soggetto in questione , potenzialmente può continuare per ore . Ora mettiamo caso che lo stesso soggetto stia percorrendo una salita , inizia a correre e nel momento che la pendenza aumenta , aumenta pure il suo bisogno di energia . Come sappiamo nei primi due minuti di attività il sistema aerobico non è efficiente , e quindi crea questo debito di ossigeno con gli altri 2 sistemi energetici , una volta ripagato , il sistema aerobico arriva a uno stato stazionario in cui è in grado di sostenere il lavoro, cosa succede quando l’inclinazione varia ancora? si verifica una situazione simile finché si arriva a un punto in cui anche aumentando l’intensità dell’esercizio , il consumo di ossigeno non aumenta di conseguenza quindi arrivando al vo2max

30
Q

Il VO2MAX è determinante per la prestazioni sportive aerobiche ?

A

come parametro è importante ma non sufficiente per determinare il successo di un atleta negli sport di genere aerobico, ad esempio abbiamo 10 atleti che competono in una maratona , non è detto che l’atleta con il VO2MAX maggiore vinca la competizione . Quindi come detto prima questo è un parametro determinante , cioè è ovvio che un maratoneta abbia un valore di Vo2max elevato , ma non è sufficiente solo quello per determinare la sua capacità di vincere una gara o meno

31
Q

Perché il VO2MAX è un parametro importantissimo , che viene misurato nei laboratori di fisiologia dello sport?

A

Perché è un parametro che ci aiuta a capire l’efficienza di tutti quei meccanismi che presiedono il trasporto di ossigeno fino al suo utilizzo negli organi

32
Q

Cosa vuol dire avere un VO2MAX elevato

A

Vuol dire avere un ottimo sistema respiratorio che fa entrare ossigeno nel nostro corpo in grande quantità, vuol dire avere una concentrazione di emoglobina adeguata che trasporta sangue al nostro cuore , che a sua volta porta questo sangue ricco di ossigeno ai muscoli che a loro volta si ritrovano in condizioni ottimali per produrre grandi quantità di energia grazie al sistema aerobico

33
Q

Quali sono i tre parametri per eseguire una prestazione aerobica d’eccellenza?

A

Per garantire un’ottima prestazione aerobica i tre parametri fondamentali sono:
- Il VO2MAX determinante ma non sufficiente per un’ottima prestazione, è influenzato da fattori cardiocircolatori, respiratori e tissutali;

  • L’economia di movimento : si riferisce all’ottimizzazione dell’efficienza nel movimento umano durante l’attività fisica, con l’obiettivo di massimizzare le prestazioni e minimizzare lo sforzo. Questo concetto è particolarmente rilevante in discipline sportive dove il movimento efficace è cruciale per il successo, come corsa, nuoto, ciclismo, e molti altri.
  • La soglia anaerobica :La soglia anaerobica, o “anaerobic threshold” in inglese, si riferisce al livello di intensità dell’esercizio fisico oltre il quale il corpo inizia a produrre acido lattico a una velocità maggiore rispetto a quanto può essere eliminato o utilizzato come combustibile. Questo punto segna il confine tra l’esercizio aerobico e l’esercizio anaerobico.

Durante l’esercizio aerobico, il corpo utilizza principalmente l’ossigeno per generare energia, mentre durante l’esercizio anaerobico, l’energia viene prodotta senza l’uso di ossigeno, spesso portando alla formazione di acido lattico come sottoprodotto. Quando si supera la soglia anaerobica, l’accumulo di acido lattico può portare a sensazioni di fatica muscolare, affaticamento e prestazioni inferiori.

La soglia anaerobica non è una misura fissa e può variare da persona a persona e anche in base al livello di allenamento. Gli atleti di resistenza cercano spesso di migliorare la loro soglia anaerobica attraverso l’allenamento specifico per consentire loro di sostenere intensità più elevate per periodi di tempo più lunghi senza accumulare troppo acido lattico.

34
Q

Che cos’è il punto OBLA ?

A

Il termine “OBLA” sta per “Onset of Blood Lactate Accumulation”, che in italiano significa “Inizio dell’Accumulo di Lattato nel Sangue”. Il punto OBLA è un concetto simile alla soglia anaerobica e rappresenta il punto durante l’esercizio fisico in cui la concentrazione di lattato nel sangue inizia ad aumentare rapidamente.

35
Q

Che differenza c’è tra la soglia anaerobica e il punto obla?

A

Il punto OBLA (Onset of Blood Lactate Accumulation) e la soglia anaerobica sono concetti simili, ma ci sono alcune differenze chiave tra i due:

Definizione: La soglia anaerobica rappresenta il livello di intensità dell’esercizio oltre il quale il corpo inizia a produrre acido lattico a una velocità maggiore rispetto a quanto può essere eliminato o utilizzato come combustibile. Il punto OBLA, d’altra parte, indica il punto durante l’esercizio fisico in cui la concentrazione di lattato nel sangue inizia ad aumentare rapidamente.

Metodo di misurazione: La soglia anaerobica può essere misurata utilizzando vari metodi, tra cui test di sforzo con analisi del respiro, monitoraggio della frequenza cardiaca o misurazioni dirette di lattato nel sangue. Il punto OBLA è spesso determinato tramite prelievi di sangue durante un test di sforzo graduale e incrementale, in cui viene misurata la concentrazione di lattato nel sangue.

Significato fisiologico: Entrambi i concetti indicano il punto durante l’esercizio fisico in cui si verificano cambiamenti significativi nella produzione di lattato e nel metabolismo energetico. Superare la soglia anaerobica o il punto OBLA porta all’accumulo di lattato nel sangue, che può causare fatica muscolare, affaticamento e una diminuzione delle prestazioni.

In sintesi, mentre la soglia anaerobica si riferisce al livello di intensità dell’esercizio, il punto OBLA si riferisce al punto specifico in cui inizia a verificarsi un rapido aumento della concentrazione di lattato nel sangue durante l’esercizio fisico. Entrambi sono importanti nella programmazione dell’allenamento e nella valutazione delle prestazioni degli atleti.

35
Q

Come mai attraverso l’allenamento aerobico aumentiamo il punto OBLA?

A

L’allenamento aerobico può contribuire ad aumentare il punto OBLA attraverso diversi meccanismi fisiologici:

Miglioramento dell’efficienza aerobica: L’allenamento aerobico mira a migliorare l’efficienza del sistema cardiorespiratorio e muscolare nell’utilizzo dell’ossigeno durante l’esercizio. Questo può portare a una maggiore capacità di trasportare e utilizzare l’ossigeno durante l’attività fisica, riducendo così la dipendenza dal metabolismo anaerobico e ritardando l’inizio dell’accumulo di lattato nel sangue.

Aumento della capacità muscolare: L’allenamento aerobico può portare ad adattamenti muscolari che favoriscono una maggiore resistenza alla fatica e un migliore utilizzo dei substrati energetici.

36
Q

Cos’è la ventilazione polmonare?

A

La ventilazione polmonare si riferisce al movimento di aria dentro e fuori dai polmoni, che avviene attraverso il processo di respirazione. Questo processo coinvolge l’azione coordinata dei muscoli respiratori, come il diaframma e i muscoli intercostali, che provocano l’espansione e la contrazione dei polmoni.

Durante l’inspirazione, i muscoli respiratori si contraggono, aumentando lo spazio all’interno della cavità toracica e causando un abbassamento della pressione intratoracica. Questo porta all’ingresso di aria nei polmoni, che si gonfiano per accogliere la quantità di aria inspirata. Durante l’espirazione, i muscoli respiratori si rilassano, causando una diminuzione dello spazio toracico e un aumento della pressione intratoracica, facendo così uscire l’aria dai polmoni.

La ventilazione polmonare è fondamentale per il processo di scambio gassoso, in cui l’ossigeno presente nell’aria inspirata viene assorbito dai polmoni e trasportato nel sangue, mentre il biossido di carbonio prodotto dal metabolismo cellulare viene eliminato dall’organismo attraverso l’aria espirata. Un’adeguata ventilazione polmonare è essenziale per garantire un adeguato apporto di ossigeno ai tessuti e per rimuovere i prodotti di scarto del metabolismo.

La ventilazione polmonare è l’aria che entra e che esce nell’apparato respiratorio nell’arco di un minuto; è data dal prodotto tra la frequenza respiratoria (numero di atti respiratori al minuto) e il volume corrente (aria che entra ed esce nell’arco di un atto respiratorio).

37
Q

che cos’è la ventilazione alveolare?

A

La ventilazione alveolare si riferisce al movimento di aria dentro e fuori gli alveoli polmonari, che sono le minuscole sacche d’aria presenti nelle estremità dei bronchioli all’interno dei polmoni. Questi alveoli sono il sito principale dello scambio gassoso tra l’aria e il sangue.

Durante la ventilazione alveolare, l’aria viene inspirata attraverso le vie respiratorie superiori, passa attraverso la trachea, si divide nei bronchi principali, quindi nei bronchioli e infine raggiunge gli alveoli. Qui avviene lo scambio di gas: l’ossigeno presente nell’aria inspirata attraversa le pareti degli alveoli e si diffonde nei capillari sanguigni circostanti, mentre il biossido di carbonio prodotto dal metabolismo cellulare viene trasferito dal sangue negli alveoli per essere eliminato attraverso l’espirazione.

La ventilazione alveolare è fondamentale per assicurare un adeguato apporto di ossigeno ai tessuti del corpo e per rimuovere il biossido di carbonio, un prodotto di scarto del metabolismo cellulare. Una ventilazione alveolare efficace dipende dalla corretta funzione dei muscoli respiratori, dalla permeabilità delle vie aeree e dalla salute degli alveoli stessi.

38
Q
  1. Cos’è lo spazio morto?
A

Lo “spazio morto” è la parte del sistema respiratorio dove l’aria respirata non scambia gas con il sangue. È come una strada che l’aria percorre prima di arrivare ai polmoni ma dove non avviene lo scambio di ossigeno e anidride carbonica.

39
Q

Definisci l’aldosterone e le sue funzioni

A

L’aldosterone è un ormone steroideo prodotto dalle ghiandole surrenali, . Le sue principali funzioni includono:

Regolazione della pressione sanguigna: L’aldosterone agisce sul rene per aumentare il riassorbimento di sodio e acqua, contribuendo così a mantenere il volume ematico e la pressione sanguigna.

Equilibrio elettrolitico: L’aldosterone aiuta a mantenere l’equilibrio dei livelli di sodio, potassio e altri elettroliti nel corpo, influenzando la loro ritenzione o escrezione renale.

Regolazione del pH: L’ormone può influenzare indirettamente il pH del sangue attraverso il suo effetto sul bilancio elettrolitico, poiché il sodio è coinvolto nel mantenimento dell’equilibrio acido-base.

Controllo del volume del liquido extracellulare: L’aldosterone regola il volume del liquido extracellulare attraverso la sua azione sul riassorbimento di sodio e acqua nei reni.

Complessivamente, l’aldosterone svolge un ruolo chiave nel mantenere l’omeostasi del corpo, contribuendo al controllo della pressione sanguigna, dell’equilibrio elettrolitico e del volume dei fluidi corporei.

40
Q

Definisci l’allenamento di potenza e le modificazioni che avvengono

A

L’allenamento di potenza si concentra su esercizi brevi ma intensi, con contrazioni muscolari forti (60-80% della massima forza). Questo tipo di allenamento mira ad aumentare la massa muscolare, principalmente attraverso due processi: l ‘iperplasia muscolare che è il processo biologico che conduce ad un aumento del volume muscolare dovuto alla moltiplicazione delle fibre muscolari. e l’ipertrofia muscolare, che invece corrisponde ad un aumento della sezione traversa delle singole fibre muscolari.

Questo tipo di allenamento porta a cambiamenti nel corpo sia negli atleti giovani che in quelli anziani, ma l’effetto sull’aumento della massa muscolare è maggiore nei giovani. Ciò è dovuto al fatto che i giovani hanno una maggiore capacità di sintetizzare proteine nei muscoli rispetto agli anziani.

Ci sono due modi principali attraverso cui l’allenamento di potenza stimola la crescita muscolare: attraverso il danno muscolare e l’attivazione delle cellule satelliti, e attraverso la stimolazione diretta della sintesi proteica da parte di ormoni come l’ormone della crescita e gli androgeni.

Nell’allenamento di potenza, i fattori nervosi sono molto importanti perché aiutano l’atleta a sviluppare la massima forza e potenza. Questo avviene attraverso una migliore sincronizzazione delle unità motorie e l’inibizione dei recettori muscolo-tendinei che limitano la forza muscolare.

Gli adattamenti nervosi avvengono prima degli adattamenti muscolari. A livello muscolare, ci sono cambiamenti nella tipologia delle fibre muscolari, con un aumento delle fibre di tipo IIx che sono in grado di generare più forza. Questi cambiamenti biomeccanici consentono di produrre la massima forza possibile durante l’esecuzione degli esercizi.

41
Q

Definisci l’allenamento di resistenza e le modificazioni che avvengono

A

L’allenamento di resistenza prevede che vengano svolti esercizi di tipo isotonico (Gli esercizi di tipo isotonico sono un tipo di esercizio fisico in cui il muscolo si accorcia e si allunga mentre si contrae contro una resistenza costante), di lunga durata ed intensità non elevata.

Le modificazioni fisiologiche riguardano: l’aumento della quantità dei mitocondri indipendentemente dalla tipologia di fibra, l’aumento degli enzimi della via ossidativa e l’aumento della densità capillare (sia attorno a ciascuna fibra sia produzione di nuovi capillari). A livello fisiologico comporta uno spostamento del punto OBLA (soglia anaerobica) e una riduzione del tasso di deplezione del glicogeno, il quale viene sostituito con gli acidi grassi e consente di ritardare l’insorgenza della fatica.

42
Q

Cos’è l’insulina? Definisci le sue funzioni

A

L’insulina è un ormone prodotto dalle cellule alfa delle cellule di Langerhans (parte endocrina del pancreas); la sua funzione principale è quella ipoglicemizzante (abbassa la glicemia). Essa agisce su tutti i tessuti, fatta eccezione per fegato, cervello e muscoli attivi, facilitando l’assunzione del glucosio; a livello del fegato stimola la sintesi del glicogeno partendo dal glucosio. La sua azione è contrastata dal glucagone. L’insulina viene anche definita come ormone dell’abbondanza, infatti agisce a livello dei tessuti stimolando l’assorbimento del glucosio e della sintesi proteica; a livello del tessuto adiposo stimola la sintesi dei lipidi; a livello dei muscoli stimola la sintesi del glicogeno; a livello del fegato stimola la sintesi del glicogeno e l’assorbimento di amminoacidi.
Durante l’attività fisica la sua concentrazione diminuisce nel corso del tempo, soprattutto se si stanno svolgendo esercizi lunghi e intensi; la presenza di ipoglicemia comporta un’inibizione della produzione di insulina.
La mancata produzione di insulina causa il diabete, che può essere: di tipo I, malattia autoimmune con distruzione delle cellule di Langerhans che producono l’insulina; di tipo II, dovuta a condizioni esterne come l’obesità che comporta delle interferenze nei confronti dell’insulina. L’esercizio fisico è consigliato per prevenire il diabete di tipo II, per quello di tipo I è bene misurare la glicemia (zucchero nel sangue9 prima e dopo l’attività fisica.

43
Q

Quali sono i meccanismi che regolano la vasodilatazione?

A

La vasodilatazione è regolata dai fattori vasoattivi, metaboliti che vengono prodotti dai muscoli attivi, dall’endotelio basale e dai globuli rossi; i fattori vasoattivi sono l’anidride carbonica, lo ione potassio, lo ione magnesio, l’acido lattico e l’ossido nitrico. I fattori vasoattivi oltre ad avere un’azione molto potente di vasodilatazione, agiscono sui chemocettori muscolari e influenzano l’attività cardiaca, e hanno funzione pro-angiogenetica.

44
Q

Quali sono i cambiamenti che avvengono con l’allenamento aerobico?

A

L’allenamento aerobico produce numerosi cambiamenti, a livello:
- Respiratorio aumenta la capacità ossidativa
- Cardiocircolatorio aumenta la massima gittata cardiaca
- Ematico con l’incremento del volume plasmatico e dei globuli rossi (anemia dell’atleta + ematocrito)

45
Q

Specificità e generalità

A

La specificità differisce nei soggetti la capacità di erogare potenza mediante un determinato sistema esoergonico; ogni soggetto è in grado di sfruttare in miglior modo un sistema piuttosto che un altro. Avremo quindi degli atleti di resistenza e degli atleti di potenza; l’allenamento potrà migliorare entrambe le tipologie: se di resistenza migliora con l’allenamento aerobico, se di potenza mediante quello anaerobico. La specificità riguarda anche gli effetti dell’allenamento. Un soggetto risponderò in modo specifico allo stesso tipo di allenamento. La generalità implica che un soggetto con la capacità di erogare potenza mediante un dato sistema esoergonico in una determinata attività fisica, sarà in grado di esprimersi allo stesso modo in attività fisiche simili (atleta di resistenza con nuoto e corsa).

46
Q

Controllo della ventilazione a riposo e in esercizio?

A

In condizioni di riposo il controllo della ventilazione è di tipo chimico, ossia le informazioni giungono mediante i chemocettori che rilevano le variazioni di pH e di anidride carbonica; la ventilazione aumenta quando diminuisce il pH o aumenta la concentrazione di anidride carbonica, così da diminuire le funzioni acide e la concentrazione di anidride carbonica.
Durante l’esercizio fisico la ventilazione polmonare viene regolata sulla base nervosa, poiché le concentrazioni arteriose rimangono costanti mentre varia la pressione parziale dell’anidride carbonica nel sangue venoso misto. Il controllo prevede una componente corticale, con effetto eccitatorio, e una periferica, con effetto sia eccitatorio che inibitorio. La ventilazione durante l’esercizio prevede 3 fasi più quella di recupero:

  1. Inizialmente la ventilazione aumenta in modo repentino e il controllo avviene mediante le afferenze corticali (schema motorio regolare la respirazione)
  2. La ventilazione rallenta e il controllo avviene mediante afferenze corticali e periferiche, ma anche grazie ai chemocettori e alle stazioni che controllano la temperatura corporea
  3. La ventilazione sarà poi in uno stato stazionario, con controllo sia da parte delle afferenze nervose che quelle chimiche
  4. Recupero: la ventilazione calerà in modo immediato
47
Q

Come avviene il controllo della ventilazione?

A

Il controllo della ventilazione avviene attraverso meccanismi fisiologici i quali sono collocati nel centro di controllo polmonare; il centro di controllo polmonare è un insieme di neuroni che riceve delle informazioni da diverse stazioni situate nel corpo, le informazioni vengono elaborate e viene mandato un comando ai muscoli respiratori che possono aumentare o diminuire la ventilazione polmonare. Le stazioni che portano le informazioni al centro di controllo sono gli organi tendinei del Golgi, i fusi neuromuscolari, i meccanocettori nel tessuto neuromuscolare e i chemocettori periferici o centrali.

I chemocettori, o centri carotidei, analizzano la componente chimica del sangue; quindi, captano le variazioni chimiche del sangue arterioso.

48
Q

Cos’è il DOMS?

A

Il DOMS è il dolore ritardato ed è una tipologia di dolore muscolare che si manifesta in seguito a esercizi con sviluppo di forze elevate o contrazioni eccentriche; la sua latenza è di 24-48 ore e può persistere anche per più giorni.
Svolgere esercizi con contrazioni eccentriche provoca lesioni muscolari, soprattutto a livello del sarcolemma, con conseguente rilascio di enzimi nelle cellule muscolari; inoltre, si lesionano i microfilamenti della materia contrattile, causando un accumulo di metaboliti e una conseguente infiammazione delle terminazioni libere del dolore, portando il muscolo ad essere contratto e dolorante.
L’infiammazione si risolve con un adattamento fisiologico del muscolo, il quale risulterà più resistente alla contrazione; se andassimo a svolgere nuovamente l’esercizio gli eventi che causano il DOMS saranno presenti ma più attenuati. Il DOMS è un sintomo del dolore muscolare, insieme a riduzione del ROM, della forza di contrazione e alla presenza di metaboliti e creatinchinasi nel sangue.

49
Q

A cosa è dovuta la fatica muscolare?

A

La fatica muscolare è dovuta all’insieme di più fattori, tra questi: esaurimento dei sistemi energetici, accumulo di metaboliti e interruzione del contatto tra terminazioni nervose e muscolo.
L’esaurimento dei sistemi energetici può essere legato a: deplezione del sistema dei fosfati, con accumulo di fosfato inorganico che causa la fatica; ipoglicemia muscolare e ematica. L’accumulo di metaboliti si verifica con pH superiore a 6,4, con l’idrogeno che blocca la scissione del glicogeno e sostituendosi al calcio nella fibra muscolare inibisce il suo legame con la troponina-c inibendo quindi la contrazione. A livello nervoso la fatica può essere a livello della giunzione (motoneurone e fibra non connessi, ritardo nelle unità motorie) e a livello centrale con mancata attivazione del motoneurone (meccanismo protettivo).

50
Q

Cosa sono le catecolamine?

A

Le catecolamine sono adrenalina e noradrenalina, degli ormoni prodotti dalla midollare del surrene. La noradrenalina viene utilizzata come neurotrasmettitore per il sistema ortosimpatico, il quale stimola la conseguente secrezione di adrenalina. I loro effetti sono uguali o opposti in base al tipo di recettore al quale si legano (alfa e beta, effetto del recettore); la noradrenalina predilige il legame con il recettore alfa (effetti su cuore, muscoli, ghiandole, metabolismo e vasi) mentre l’adrenalina con il beta-1 (effetti su cuore, vasi sanguigni e metabolismo). Durante l’esercizio viene stimolata la produzione di adrenalina, provocando una risposta simpatoadrenergica che è proporzionale all’intensità dell’esercizio; la risposta produce modificazioni che favoriscono il lavoro muscolare. In generale la risposta dell’adrenalina è minore a quella della noradrenalina.

51
Q

Cos’è la vasopressina?

A

La vasopressina o ormone antidiuretico (ADH) è un ormone prodotto dalla neuroipofisi, o meglio dai nervi ipotalamici (sopraottico e paraventricolare). I neuroni ipotalamici vengono trasportati ai vasi della neuroipofisi e sono messi in circolo dall’arteria ipofisaria posteriore che li porta all’organo bersaglio. La vasopressina si occupa di riassorbire l’acqua nei tubuli renali e di regolare l’osmolarità e la concentrazione idrosalina; ha quindi azioni antidiuretica. La vasopressina durante l’attività viene prodotta in modo proporzionale all’intensità che però deve essere superiore del 60-70%; l’aumento di secrezione di ADH è sintomo di maggiore ritenzione idrica. I fattori indotti dall’esercizio, coma la perdita di acqua e Sali, la riduzione plasmatica e la volemia, l’aumento della temperatura, sono uno stimolo per la secrezione di ADH.

52
Q

Definisci l’ipertrofia cardiaca

A

L’ipertrofia cardiaca funzionale è una condizionale di maggiore funzionalità indotta dall’allenamento; prevede un aumento della massa cardiaca, anche del 25%, sia per donne che per uomini, portando ad un aumento prevalente del ventricolo sinistro. L’ipertrofia può essere: eccentrica con aumento del volume della cavità cardiaca del muscolo sinistro e aumento del volume telediastolico (resistenza); concentrica con aumento della parete del ventricolo sinistro e aumento del volume telesistolico (potenza). Un’eccessiva condizione patologica comporta l’ipertrofia patologica, la quale può comportare anche scompensi cardiaci.

53
Q

come avviene Il controllo cardiocircolatorio?

A

Il controllo cardiocircolatorio viene affidato al centro di controllo cardiocircolatorio, ossia un gruppo di neuroni che ricevono informazioni dalla corteccia motoria, dai muscoli, dai meccanocettori aortici e carotidei, le trasportano al cuore e da questo partirà un segnale su come gestire la frequenza cardiaca. Il trasporto dei segnali è affidato al sistema nervoso vegetativo, che comprende il sistema ortosimpatico e il sistema parasimpatico. Il sistema parasimpatico è costituito da nervi vaghi che innervano il nodo SA e AV e la muscolatura degli atri, il suo neurotrasmettitore è l’acetilcolina e ha il compito di ridurre la frequenza cardiaca. Il sistema ortosimpatico innerva il nodo SA e AV e la muscolatura dei ventricoli, il suo neurotrasmettitore è la noradrenalina e ha il compito di aumentare la frequenza cardiaca; tramite la stimolazione del sistema ortosimpatico, mediante acetilcolina, sulla midollare del surrene si attua il rilascio dell’adrenalina, che è un ormone che aiuta nell’aumento della frequenza cardiaca. Il sistema nervoso vegetativo agisce sul nodo SA, il quale ha funzione pacemaker all’interno del sistema ossia regola la frequenza cardiaca; tramite l’azione del sistema parasimpatico andiamo ad abbassare ulteriormente la frequenza: tono vagale. Il tono vagale verrà “abolito” prima di iniziare l’attività fisica, così da permettere un aumento della frequenza: risposta anticipatoria, che dipende dalla tipologia di esercizio che stiamo andando ad effettuare; la corteccia motoria fornisce gli schemi motori, quindi un’informazione molto importante per poter iniziare la regolazione della frequenza cardiaca.

54
Q

Come si smaltisce l’acido lattico?

A

L’energia per la contrazione muscolare proviene dal glicogeno attraverso il meccanismo della glicolisi anaerobica che porta alla formazione di acido lattico, esso si forma però anche in condizioni di riposo o di esercizio moderato senza accumularsi perché, se prodotto dalla cellule fast, viene prontamente rimosso da determinati sistemi: può essere utilizzato da fibre differenti da quelle che lo producono (fibre slow, dotate di elevata capacità ossidativa) oppure può passare dal muscolo al sangue dove una volta raggiunto il torrente sanguigno può arrivare alle cellule cardiache (elevata capacità cardiaca, consentono al lattato di entrare nel ciclo di Krebs utilizzandolo come substrato metabolico) e al fegato e ai reni (dove viene convertito in glicogeno).

55
Q

Come ritardare l’insorgenza della fatica

A

L’insorgenza della fatica la possiamo ritardare attraverso l’endurance training, che è costituito da esercizi di lunga durata basati su contrazioni ripetute di tipo isotonico di intensità non elevata. Una delle conseguenze funzionali di questo tipo di allenamento è la riduzione del tasso di deplezione delle riserve di glicogeno del muscolo perché attraverso la fosforilazione ossidativa possiamo utilizzare gli acidi grassi e non il glicogeno come substrato energetico provocando così un aumento dell’ossidazione dei grassi come conseguenze ritardo dell’insorgenza della fatica.

56
Q

Quali sono le fibre che producono acido lattico ?

A

L’enzima lattico deidrogenasi è un enzima contenuto nelle fibre muscolari fast, pallide e di tipo 2, saranno queste le fibre, con metabolismo glicolitico, a produrre l’acido lattico o lattato.

57
Q

Che cos’è la fase EPOC

A

Al termine di ogni esercizio si entra in una fase di recupero durante la quale il consumo di ossigeno non scende immediatamente al valore di riposo e rimane più elevato; il consumo di ossigeno durante il recupero viene definito EPOC (excess post exercise oxygen consuption) poiché si deve “pagare” il debito verso i vari sistemi (fosfati altamente energetici o sistema anaerobico) che hanno sostenuto l’esercizio nei primi minuti.
Il pagamento avviene mantenendo alta l’attività del sistema aerobico.
In un esercizio leggero il consumo di ossigeno durante il recupero scende velocemente al valore basale poiché bisogna ripagare solamente i fosfati energetici e per questo motivo la fase di recupero deve durare all’incirca 90 secondi; per un esercizio ad intensità moderata/elevata il debito di ossigeno contratto nelle prime fasi dell’esercizio è maggiore e sarà quindi più lunga anche la fase di recupero questo perché oltre ai fosfati interviene anche il sistema anaerobico, quindi il recupero prevedrà due componenti: una veloce (pagare debito dei fosfati) e una lenta (pagamento debito sistema anaerobico) e il tempo di recupero risulterà essere più lunga occupando anche delle ore; svolgendo un esercizio massimale il cui debito di ossigeno è ancora più elevato il recupero sarà molto lungo in quanto prevede una componente lente ed una veloce dove la fase lenta potrà durare anche 24 ore. Il consumo di ossigeno in eccesso rispetto al basale nella fase di recupero serve per andare a sintetizzare nuovamente l’ATP e il creatinfosfato nei muscoli.

58
Q

Ghiandole surrenali

A

Le ghiandole surrenali sono situate all’apice dei reni e presentano due porzioni, una interna definita midollare del surrene che produce le catecolamine, e una esterna definita corticale del surrene che si divide in tre zone diverse che producono ormoni diversi: la parte più esterna è la zona glomerulare che produce i mineralcorticoidi, la zona centrale è la zona fascicolata che produce i glucocorticoidi, e la parte più interna è la zona reticolare che produce degli ormoni androgeni. Gli ormoni prodotti dalla midollare del surrene sono le catecolamine, quindi adrenalina e noradrenalina, mentre gli ormoni secreti dalla corticale del surrene si organizzano in tre categorie:
- Corticosteroidi minerlattivi o mineralcorticoidi (aldosterone, il quale stimola il riassorbimento da parte dei tubuli renali dei sali minerali)
- Corticosteroidi glucoattivi o glucocorticoidi (cortisolo e cortisone)
- Ormoni androgeni: deidroeplandrosterone e androstenedione

59
Q

Variazione catecolamine durante l’allenamento

A

A parità di carico sotto massimale la risposta ormonale di soggetti allenati è meno marcata rispetto ai soggetti non allenati questo è dovuto alla riduzione dello stress all’esercizio al progredire di esso e le cellule dell’organo bersaglio possono diventare più sensibili all’azione ormonale. Nei soggetti allenati vi è sempre una risposta ormonale meno marcata rispetto a soggetti non allenati quando i soggetti svolgono un esercizio a carico sotto massimale. Per un carico di lavoro massimale la risposta ormonale è uguale o superiore nei soggetti allenati. Le concentrazioni delle catecolamine variano in seguito all’allenamento in quanto la concentrazione plasmatica di adrenalina e noradrenalina diminuisce in seguito all’allenamento, e i soggetti allenati hanno una minor stimolazione del sistema ortosimpatico rispetto ai non allenati.

60
Q

Quando viene prodotta l’adrenalina

A

Quando stimoliamo il sistema ortosimpatico stimoliamo anche la ghiandola midollare del surrene, innervata dai nervi ortosimpatici; in questo caso il neurotrasmettitore è l’acetilcolina.
l’adrenalina, la quale entra in circolo e va ad agire sul nodo del seno-atriale, sul nodo atrio-ventricolare e sulla muscolatura del miocardio ventricolare.

61
Q

Effetto catecolamine sui glucidi

A

Gli effetti delle catecolamine variano in base al recettore (alfa, beta1 e beta2) al quale si legano, in particolare i recettori alfa e beta2 sul metabolismo del fegato, del muscolo e sugli adipociti determinano un aumento della glicogenolisi, quindi, utilizzando il glucosio per scopi energetici. Sul metabolismo energetico le catecolamine vanno ad intensificare tutti i processi ossidativi cellulari avendo un’azione calorigena e un aumento del livello plasmatico del glucosio.

62
Q

Perché aumenta la gittata pulsatoria nel corso dell’allenamento?

A

Durante il lavoro muscolare vi sono dei meccanismi che determinano l’aumento della gittata pulsatoria e generalmente essa aumenta perché: aumenta il volume telediastolico (volume di sangue che si trova nel cuore al termine della diastole che aumenta se aumenta il ritorno venoso e viene causato da vasodilatazione a livello dei muscoli e per l’azione di pompa dei muscoli), e/o diminuisce il valore telesistolico (volume di sangue che si trova nel cuore al termine della sistole che dipende dalla forza di contrazione del cuore

63
Q

perché aumenta la frequenza cardiaca quando facciamo esercizio fisico?

A

Durante l’esercizio fisico il valore della frequenza cardiaca è determinato dalle informazioni che giungono dalla corteccia motoria, che sono integrate dalle informazioni che giungono dai muscoli, meccanocettori e metabocettori scheletrici, dai meccanocettori cardiaci e dai meccanocettori aortici e carotidei. Il risultato di tutti questi segnali è un aumento della frequenza cardiaca per un’attività ortosimpatica: l’aumento è determinato anche da un’azione del sistema ortosimpatico che grazie all’adrenalina sui recettori beta provoca una vasodilatazione con conseguenze aumento del flusso sanguigno verso i muscoli attivi quindi ha anche un apporto maggiore di ossigeno nei muscoli.

64
Q

Quali sono gli Effetti dell’allenamento di resistenza a livello dei muscoli scheletrici?

A

Gli effetti indotti dall’allenamento di resistenza sono: aumento del volume dei mitocondri all’interno delle fibre muscolari

aumento dell’attività degli enzimi della via ossidativa, aumento della densità capillare, aumento del numero di capillari situati attorno a ciascuna fibra

65
Q

Che cos’è la Plasticità muscolare

A

La plasticità muscolare è la capacità di adattamento a diverse richieste funzionali; il muscolo-scheletrico. Il concetto di plasticità muscolare implica che la struttura e la funzione dei muscoli scheletrici risulta essere suscettibile modificazioni a seconda delle circostanze fisiologiche e patologiche in atto. In base al carico applicato i due meccanismi di plasticità muscolare si comportano in modo differente: meccanismo quantitativo (ossia la quantità delle proteine prodotte prevede che il resistence training induce un aumento di massa muscolare agendo sulle quantità di fibre muscolari e prodotti, e l’endurance training agisce sulle proteine mitocondriali aumentando lo spazio occupato dei mitocondri all’interno delle fibre aumentando la quantità proteica del metabolismo), e meccanismo qualitativo (ossia la distribuzione dei tipi cellulari prevede che l’allenamento alla resistenza non modifichi la distribuzione dei tipi cellulari, e l’allenamento alla forza modifica la distribuzione dei tipi cellulari, non è ancora chiaro se per la tipologia delle fibre 2X o di fibre di tipo 2 A).
In entrambe le metodologie di allenamento le modificazioni che avvengono comportano l’attivazione di alcune vie di segnale intracellulari; l’attivazione di queste vie cellulari è molto complessa.

66
Q
A