Arto superiore Flashcards
Arto superiore
L’arto superiore è costituito dalla spalla e dalla cosiddetta parte libera. La parte libera, in direzione prossimodistale, comprende le regioni del braccio, dell’avambraccio e della mano. La spalla (analogamente alla coxa dell’arto inferiore) rappresenta la regione di raccordo (cingolo) fra la parte libera e il tronco
Ossa del cingolo scapolare
Scapola e clavicola
Ossa della parte libera
Omero (braccio)
Radio e ulna (avambraccio)
Ossa del carpo e del metacarpo (mano)
Clavicola
La clavicola è un osso pari, piatto e allungato e presenta un corpo, un’estremità mediale o sternale e un’estremità laterale o acromiale.
Il corpo forma una doppia curva, di cui quella mediale si presenta convessa anteriormente (due terzi mediali) e quella laterale concava anteriormente (terzo laterale)
Clavicola - Inserzioni
-Anteriormente e posteriormente al terzo laterale della clavicola trovano inserzione, rispettivamente, i muscoli DELTOIDE e TRAPEZIO
e dei fasci omonimi del legamento coracoclavicolare
-I due terzi mediali del corpo della clavicola hanno una forma con quattro facce, e siti di inserzioni muscolari: superiormente il muscolo STERNOCLEIDOMASTOIDEO, inferiormente il muscolo SUCCLAVIO, anteriormente il muscolo GRANDE PETTORALE e posteriormente il muscolo STERNOIOIDEO
-L’estremità sternale presenta l’inserzione del legamento costoclavicolare
Scapola
È un osso pari, piatto, che si sviluppa a ridosso della parete toracica, posterolateralmente. Presenta una forma triangolare (con base diretta in alto e apice in basso), in cui si individuano una faccia anteriore o costale, una faccia posteriore o dorsale, tre margini (mediale, laterale e superiore) e tre angoli (superiore, laterale e inferiore).
Scapola - Inserzioni
Faccia anteriore: Fossa sottoscapolare O. M. SOTTOSCAPOLARE
Faccia posteriore: Divisa in Fossa sopraspinata e infraspinata O. M. SOPRASPINATO E INFRASPINATO
Margine mediale: I. M. ELEVATORE SCAPOLARE, PICCOLO e GRANDE ROMBOIDE
Margine laterale: O. CAPO LUNGO DEL M. TRICIPITE BRACHIALE
Angolo superiore: O.M. ELEVATORE SCAPOLARE
Angolo laterale: Cavità Glenoidea O. CAPO LUNGO M. BRACHIALE
Spina scapolare: I. M. TRAPEZIO, O. M. DELTOIDE
Acromion:
Processo Coracoideo: I. M. PICCOLO PETTORALE, O. CAPO CORTO M. BICIPITE BRACHIALE, O. M. CORACOBRACHIALE
Spina scapolare
Delimita superiormente la Fossa sopraspinata e inferiormente la Fossa infraspinata.
Possiede una base e una cresta
Base della spina scapolare
-Estremità Mediale: I. Parte Ascendente M. Trapezio.
- Parte Centrale: I. Parte Trasversa M. Trapezio.
- E. Laterale: I. Parte Discendente M. Trapezio.
Cresta della spina scapolare
Centralmente: O. Parte Scapolare M. Deltoide.
Estremità Laterale: O. Parte Acromiale M. Deltoide.
Acromion
- Faccetta Articolare Clavicolare per l’Articolazione con l’Estremità Acromiale Clavicolare.
- O. Parte Acromiale M. Deltoide.
-I. Legamento Coracoacromiale sulla Superficie Mediale dell’Apice.
Processo Coracoideo
- Faccia Posteriore: I. Legamento Conoide.
- Faccia Superiore: I. Legamento Trapezoide.
- Faccia Mediale: I. M. Piccolo Pettorale.
- Margine Laterale: I. Legamento Coracoacromiale e Coracomerale.
- Faccia Superiore Apice: O. Capo Corto M. Bicipite Brachiale.
- Faccia Inferiore Apice: O. M. Coracobrachiale.
Omero
L’omero è un osso pari, lungo, che forma lo scheletro del braccio (regione compresa tra la spalla e il gomito). Presenta un corpo (diafisi) e due estremità (epifisi)
L’epifisi prossimale comprende la testa, il collo anatomico, la grande e la piccola tuberosità e il collo chirurgico.
Presenta, quindi, tre facce (anteromediale, anterolaterale e posteriore) e tre margini (anteriore, mediale e laterale)
Grande tuberosità dell’omero
Offre inserzione ai muscoli SOPRASPINATO, INFRASPINATO e PICCOLO ROTONDO (cuffia dei rotatori). Si continua inferiormente con la cresta della grande tuberosità.
Piccola tuberosità dell’omero
Offre inserzioni al M. SOTTOSCAPOLARE (cuffia dei rotatori)
Solco bicipitale
Offre inserzione al CAPO LUNGO DEL MUSCOLO BICIPITE BRACHIALE
Articolazioni della spalla
Articolazioni primarie (sinoviali)
Articolazione Gleno-omerale
Articolazione sternoclavicolare
Articolazione acromioclavicolare
Art. secondarie (funzionali)
Articolazione scapolotoracica
Spazio sottoacromiale
Articolazione sternoclavicolare
È un’articolazione sinoviale del tipo “a sella” che si costituisce fra l’estremità della clavicola e l’incisura clavicolare del manubrio dello sterno. è presente un disco fibrocartilagineo
Articolazione sternoclavicolare (capsula e legamenti)
La capsula fibrosa, rivestita internamente dalla membrana sinoviale, si inserisce sui margini delle superfici articolari ed è rinforzata dai legamenti intrinseci sternoclavicolari (anteriore e posteriore) e dai legamenti estrinseci costoclavicolare e interclavicolare.
Articolazione acromioclavicolare
È un’articolazione sinoviale del tipo delle artrodie che si costituisce fra l’estremità laterale della clavicola e l’acromion della scapola, spesso separati tramite l’interposizione di un disco fibrocartilagineo conformato a cuneo.
Articolazione acromioclavicolare (capsula e legamenti)
La capsula fibrosa, rivestita internamente dalla membrana sinoviale, si inserisce sui margini delle superfici articolari ed è rinforzata superiormente dal legamento intrinseco acromioclavicolare.
A stabilizzare l’articolazione si aggiunge un robusto legamento estrinseco, il legamento coracoclavicolare.
Il legamento coracoclavicolare è costituito da due fasci fibrosi (legamenti trapezoide e conoide)
Articolazione scapolotoracica
L’articolazione scapolotoracica non è una vera e propria articolazione, in quanto le superfici che si contrappongono non sono ossee.
L’articolazione si costituisce tra la faccia anteriore della scapola, rivestita dal muscolo sottoscapolare, e la superficie posteriore della gabbia toracica, rivestita dal muscolo grande dentato. Fra i muscoli sottoscapolare e grande dentato si interpone uno strato di tessuto connettivo lasso che permette alla scapola di muoversi sulla parete toracica.
Articolazione Gleno-omerale
L’articolazione gleno-omerale è una enartrosi che si stabilisce fra la superficie sferoidale della testa dell’omero e la cavità glenoidea della scapola, entrambe rivestite da cartilagine articolare.
Articolazione Gleno-omerale (capsula articolare)
La capsula fibrosa è molto lassa per dare libertà massima di movimento all’omero. Si inserisce mediamente in corrispondenza del labbro glenoideo e sui margini della cavità glenoidea e lateralmente sul collo anatomico dell’omero. Posteriormente è più sottile, anteriormente è rafforzata dai legamenti gleno-omerali, superiormente è rafforzata dai legamenti coraco-omerali mentre inferiormente, l’unico puto in cui non agisce l’azione della cuffia dei rotatori, si forma una piega (recesso ascellare) visibile quando il braccio è rilassato che rappresenta una piega di riserva per l’abduzione del braccio
Articolazione Gleno-omerale (legamenti)
Due legamenti intrinseci gleno-omerale e coraco-omerale, e due legamenti estrinseci, legamento traverso dell’omero e legamento coracoacromiale
Ruolo della cuffia dei rotatori
L’articolazione gleno-omerale è resa più stabile dall’azione dei muscoli della cuffia dei rotatori (INFRASPINATO, SOPRASPINATO, PICCOLO ROTONDO e SOTTOSCAPOLARE) che, partendo dalle tubberosità dell’omero, si inseriscono ai margini delle superfici articolari di tale articolazione agendo come una vera e propria cuffia e dando aderenza alla testa dell’omero sulla cavità glenoidea.
Borse dell’articolazione Gleno-omerale
Borsa sottoacromiale, borsa sottodeltoidea, borsa sottotendinea del muscolo sottoscapolare
Capsula fibrosa Gleno-omerale aperture
La capsula fibrosa presenta due aperture: una situata in corrispondenza dell’estremità superiore del solco intertubercolare dell’omero, per il passaggio del tendine del capo lungo del muscolo bicipite, e una situata anteriormente, che permette la comunicazione fra la borsa sinoviale (sottotendinea) del muscolo sottoscapolare e la cavità sinoviale dell’articolazione.
Spazio sottoacromiale
Nello spazio sottoacromiale si riconoscono la borsa sottoacromiale, il tendine del muscolo sopraspinato, la parte superiore del tendine del muscolo infraspinato, il tendine del capo lungo del muscolo bicipite brachiale e parti della capsula e dei legamenti dell’articolazione gleno-omerale.
Muscoli del cingolo scapolare
Muscoli tra cingolo scapolare e cranio
-m. trapezio
-m. sternocleidomastoideo
-m omoioideo
Muscoli posteriori del tronco e del cingolo scapolare
-m. grande e piccolo romboide
-m. elevatore della scapola
Muscoli anteriori del tronco e del cingolo scpolare
-m. succlavio
-m piccolo pettorale
-m. dentato anteriore
Muscoli che agiscono sull’articolazione della spalla
Muscoli posteriori
-m. sopraspinato
-m. infraspinato
-m. piccolo rotondo
-m. sottoscapolare
-m. deltoide (fasci posteriori)
-m. grande dorsale
-m. grande rotondo
Muscoli laterali
-m. deltoide (fasci anteriori e laterali)
Muscoli anteriori
-m. grande pettorale
-m. coracobrachiale
Muscoli del braccio
Muscoli posteriori
-m. tricipite brachiale
-m. anconeo
Muscoli anteriori
-m. bicipite brachiale
-m. brachiale
M. trapezio
INSERZIONE PROSSIMALE
Parte discendente: osso occipitale
Parte orizzontale: T1-T4 (aponeurosi)
parte ascendente:T5-T12
INSERZIONE DISTALE
Terzo laterale della clavicola
Acromion
Spina della scapola
FUNZIONE
Spostamento della scapola (abduzione, adduzione, rotazione)
Fissazione della scapola al torace
INNERVAZIONE
N. accessorio (XI n. c.) e plesso cervicale (C2-C4)
M. sternocleidomastoideo
INSERZIONE PROSSIMALE
2 capi uno dal manubrio dello sterno, l’altro dalla faccia superiore della clavicola
INSERZIONE DISTALE
Proc. mastoideo e linea nucale superiore
FUNZIONE
Rotazione e tensione della testa
m. accessorio per la respirazione
INNERVAZIONE
N. accessorio (XI n. c.) e plesso cervicale (C2-C4)
M. omoioideo
INSERZIONE PROSSIMALE
Margine superiore della scapola
INSERZIONE DISTALE
Corpo dell’osso ioide (collo)
FUNZIONE
Abbassamento dell’osso ioide
spostamento della laringe e dell’osso ioide verso il basso
INNERVAZIONE
Plesso cervicale (C1-C4)
M. elevatore della scapola
INSERZIONE PROSSIMALE
C1-C4
INSERZIONE DISTALE
Angolo mediale della scapola
FUNZIONE
Sollevamento della scapola
Flessione della testa
INNERVAZIONE
N. dorsale della scapola (C4-C5)
M. piccolo romboide
INSERZIONE PROSSIMALE
C6-C7
INSERZIONE DISTALE
Margine mediale della scapola
FUNZIONE
Fissazione della scapola
INNERVAZIONE
N. dorsale della scapola (C4-C5)
M. grande romboide
INSERZIONE PROSSIMALE
T1-T4
INSERZIONE DISTALE
Margine mediale della scapola
FUNZIONE
Fissazione della scapola
INNERVAZIONE
N. dorsale della scapola (C4-C5)
M. succlavio
INSERZIONE PROSSIMALE
1° costa
INSERZIONE DISTALE
faccia inferiore della clavicola
FUNZIONE
Abbassamento e protezione della clavicola
INNERVAZIONE
N. succlavio (C5,C6)
M. piccolo pettorale
INSERZIONE PROSSIMALE
Processo coracoideo della scapola
INSERZIONE DISTALE
3-5° costa
FUNZIONE
Abbassamento della scapola
sollevamento delle coste (m. accessorio della respirazione)
INNERVAZIONE
Nn. pettorali mediali e laterale (C6-T1)
M. dentato anteriore
INSERZIONE PROSSIMALE
1-9° costa
INSERZIONE DISTALE
Scapola ( tutta)
FUNZIONE
Spostamento della scapola globalmente
INNERVAZIONE
N. toracico lungo (C5-C7)
M. sopraspinato
INSERZIONE PROSSIMALE
Fossa sopraspinata della scapola
INSERZIONE DISTALE
Grande tuberosità dell’omero
FUNZIONE
Abduzione del braccio
INNERVAZIONE
N. sovrascapolare (C4-C69
M. infraspinato
INSERZIONE PROSSIMALE
Fossa sopraspinata scapola
INSERZIONE DISTALE
Grande tuberosità dell’omero
FUNZIONE
extrarotazione del braccio
INNERVAZIONE
N. sovrascapolare (C4-C6)
M. piccolo rotondo
INSERZIONE PROSSIMALE
Margine laterale della scapola quasi
INSERZIONE DISTALE
Grande tuberosità dell’omero
FUNZIONE
extrarotazione e abduzione del braccio
INNERVAZIONE
N. ascellare (C5-C6)
M. sottoscapolare
INSERZIONE PROSSIMALE
Fossa sottoscapolare della scapola
INSERZIONE DISTALE
Piccola tuberosità dell’omero
FUNZIONE
intrarotazione del braccio
INNERVAZIONE
N. sottoscapolare (C5-C8)
M. deltoide
INSERZIONE PROSSIMALE
Parte clavicolare: terzo laterale della clavicola
Parte acromiale: acromion
parte spinosa: spina della scapola
INSERZIONE DISTALE
Tuberosità deltoidea dell’omero
FUNZIONE
Flessione, intrarotazione, adduzione del braccio
INNERVAZIONE
N. ascellare (C5-C6)
M. grande dorsale
INSERZIONE PROSSIMALE
Solco bicipitale
INSERZIONE DISTALE
Parte vertebrale: T7-T12
Parte iliaca: cresta iliaca
parte costale: 9-12° costa
Parte costale: angolo inferiore
FUNZIONE
Intrarotazione, adduzione ed estensione del braccio, sollevamento del tronco delle coste
INNERVAZIONE
M. grande rotondo
INSERZIONE PROSSIMALE
Labbro mediale del solco bicipitale
INSERZIONE DISTALE
Angolo inferiore della scapola
FUNZIONE
Retroversione della spalla
Intrarotazione, adduzione ed estensione del braccio
INNERVAZIONE
N. sottoscapolare inferiore (C5-C8)
M. grande pettorale
INSERZIONE PROSSIMALE
Parte clavicolare: parte mediale della clavicola
Parte sternocostale: margine omolaterale dello sterno e prime 6 cartilagini costali
INSERZIONE DISTALE
solco bicipitale
FUNZIONE
m. accessorio della respirazione
Adduzione e intrarotaione dell’omero
INNERVAZIONE
Nn. pettorali mediale e laterale (C5-T1)
M. coracobrachiale
INSERZIONE PROSSIMALE
Processo coracoideo della scapola
INSERZIONE DISTALE
metà dell’omero
FUNZIONE
flessione, adduzione, intrarotazione dell’omero
INNERVAZIONE
N. muscolocutaneo (C5,C6)
M. bicipite brachiale
INSERZIONE PROSSIMALE
Capo lungo: tuberosità sopraglenoidea della scapola e labbro glenoideo
Capo breve: apice del processo coracoideo della scapola
INSERZIONE DISTALE
tuberosità radiale
FUNZIONE
Flessione dell’articolazione del gomito
Abduzione e intrarotazione della spalla
INNERVAZIONE
N. muscolocutaneo
M. brachiale
INSERZIONE PROSSIMALE
metà distale della faccia anteriore dell’omero
INSERZIONE DISTALE
tuberosità dell’ulna
FUNZIONE
Flessione dell’avambraccio
INNERVAZIONE
N. muscolocutaneo (C5-C7), n. radiale (C5-C6)
M. tricipite brachiale
INSERZIONE PROSSIMALE
Capo lungo: tuberosità infraglendinea della scapola
Capo mediale: superficie posteriore dell’omero
Capo laterale: Faccia posteriore dell’omero
INSERZIONE DISTALE
Oleocrano dell’ulna
FUNZIONE
Estensione dell’avambraccio
INNERVAZIONE
N. radiale (C5-C8)
M anconeo
INSERZIONE PROSSIMALE
Parte posteriore dell’epicondilio dell’omero
INSERZIONE DISTALE
Oleocrano dell’ulna
FUNZIONE
Estensione dell’avambraccio
INNERVAZIONE
N. radiale (C6-C8)
Scheletro dell’avambraccio
Lo scheletro dell’avambraccio è costituito da due ossa lunghe, il radio e l’ulna. Le due ossa sono disposte parallelamente, con il radio in posizione laterale e l’ulna in posizione mediale, e collegate dalla membrana interossea
Radio
Il radio è un osso pari, lungo, e quindi presenta una diafisi e due epifisi. L’epifisi prossimale è costituita dal capitello o testa, dal collo e dalla tuberosità del radio. Il capitello si articola con l’omero (articolazione omeroradiale), mentre il suo contorno, rivestito da cartilagine, prende il nome di circonferenza articolare del capitello del radio e si articola con l’incisura radiale dell’ulna (articolazione radioulnare prossimale)
Ulna
Come il radio, anche l’ulna è un osso pari e lungo.
* L’epifisi prossimale è caratterizzata da due processi: l’olecrano e il processo coronoideo.
○ L’olecrano fornisce inserzione al tendine del muscolo tricipite brachiale e contribuisce alla costituzione dell’incisura trocleare (o semilunare).
○ Il processo coronoideo.
* La diafisi presenta tre facce (anteriore, posteriore e mediale) e tre margini (anteriore, posteriore e laterale). * L’epifisi distale, ristretta, è costituita dal capitello (o testa) e dal processo stiloideo. ○ Il capitello è tondeggiante, rivestito da cartilagine articolare ○ Il processo stiloideo si origina dalla porzione posteromediale dell’epifisi e si proietta verso il basso.
Articolazioni del gomito
Il gomito è un complesso articolare costituito da tre articolazioni comprese all’interno di un’unica cavità articolare: articolazione omeroulnare, articolazione omeroradiale e articolazione radioulnare prossimale.
articolazione omeroulnare e articolazione omeroradiale
- L’articolazione omeroulnare è un ginglimo angolare (troclea) che si stabilisce tra la troclea omerale e l’incisura semilunare dell’ulna. Permette movimenti di flesso-estensione.
- Dal punto di vista anatomico, l’articolazione omeroradiale è una enartrosi che si attua fra il condilo omerale e la fossetta del capitello del radio
Articolazione radioulnare prossimale
È un ginglimo assiale/laterale (trocoide) che si stabilisce fra il capitello del radio e l’incisura radiale dell’ulna. La circonferenza articolare del capitello del radio è contornata dal legamento anulare del radio, che si inserisce sui margini dell’incisura radiale dell’ulna.
Articolazione del gomito (capsula e legamenti)
Le tre articolazioni parziali che costituiscono il complesso del gomito sono comprese all’interno di un’unica capsula articolare.
Il legamento collaterale ulnare
Il legamento collaterale radiale
Il legamento anulare
Mano
Lo scheletro della mano è strutturato in tre parti: il carpo, costituito da otto ossa brevi di forma irregolarmente cubica disposte su due file, prossimale e distale, comprendenti quattro ossa ciascuna; il metacarpo, costituito da cinque ossa lunghe; le dita, sostenute da tre piccole ossa lunghe, denominate falangi e distinte in prossimale, intermedia e distale.
Ossa del carpo
Serie prossimale: Scafoide, semilunare, piramidale e pisiforme
Serie distale: Trapezio, trapezoide, capitato e uncinato
Articolazione radiocarpica
È una condilartrosi che si costituisce fra le superfici distali del radio e del disco articolare ulnocarpale e le superfici prossimali delle ossa della fila prossimale del carpo (scafoide, semilunare e piramidale)
Articolazione radiocarpica (capsula e legamenti)
La capsula fi:
brosa è rinforzata da numerosi legamenti, difficilmente separabili dalla capsula stessa
Il legamento radiocarpico palmare
Il legamento ulnocarpico palmare
Il legamento radiocarpico dorsale
Il legamento collaterale radiale del carpo
Il legamento collaterale ulnare del carpo
Articolazioni del carpo o intercarpiche
Le articolazioni intercarpiche interconnettono le ossa del carpo e comprendono:
* le articolazioni tra le ossa della fila prossimale del carpo;
* le articolazioni tra le ossa della fila distale del carpo;
* l’articolazione mediocarpica, che si stabilisce tra alcune ossa della fila prossimale e le ossa della fila distale del carpo.
Articolazioni del carpo o intercarpiche (capsula e legamenti)
Le capsule articolari sono difficilmente distinguibili. La capsula fibrosa circonda queste articolazioni e contribuisce, insieme ai legamenti, all’unione e alla stabilizzazione delle ossa del carpo.
Le articolazioni reciproche delle ossa prossimali e delle ossa distali sono unite da legamenti distinti in dorsali, palmari e interossei:
* I legamenti dorsali e palmari * I legamenti interossei: legamento scafosemilunare e il legamento lunopiramidale, e tre legamenti interossei che collegano le singole ossa della fila distale del carpo * LEgamenti collaterale radiale e ulnare
Articolazioni carpometacarpiche (capsula e legamenti)
La capsula fibrosa, robusta ma nel contempo lassa per non vincolare i movimenti articolari, è rivestita internamente da una membrana sinoviale che si inserisce sui margini delle cartilagini articolari contrapposte.
La capsula fibrosa è rinforzata dai legamenti laterale, palmare e dorsale.
Articolazioni intermetacarpiche
Sono tre artrodie che si stabiliscono fra le basi delle ossa metacarpali dal II al V
Articolazioni intermetacarpiche (capsula e legamenti)
Le capsule fibrose e le membrane sinoviali sono in continuità tra loro e con quelle delle articolazioni carpometacarpiche. I legamenti di rinforzo sono rappresentati dai legamenti intermetacarpici palmari e dorsali, che collegano trasversalmente le facce palmari e dorsali delle basi delle ossa metacarpali, e i legamenti interossei, che collegano le superfici articolari contigue delle ossa metacarpali.
Si aggiunge un legamento a distanza, detto legamento trasverso profondo del metacarpo, che collega trasversalmente le teste delle ossa metacarpali dal II al V
Articolazioni metacarpofalangee
Sono articolazioni sinoviali, in generale associabili alle condilartrosi, che si stabiliscono fra le teste convesse delle ossa metacarpali e le basi leggermente concave delle falangi prossimali.
Articolazioni metacarpofalangee (capsula e legamenti)
Tutte le articolazioni metacarpofalangee sono caratterizzate da una robusta capsula fibrosa, che si inserisce sui margini delle superfici articolari contrapposte e che viene rinforzata e stabilizzata da un legamento palmare e due legamenti collaterali.
I legamenti palmari delle articolazioni metacarpofalangee dalla seconda alla quinta sono tra loro collegati da robusti legamenti a decorso trasversale, denominati legamenti trasversi profondi del metacarpo.
Tunnel carpale
Gli elementi ossei del carpo sono disposti in modo tale da formare, in posizione palmare, un solco concavo, detto solco o doccia del carpo, delimitato lateralmente e medialmente, rispettivamente, dalle eminenze radiale e ulnare del carpo e chiuso ventralmente dal retinacolo dei muscoli flessori (anche definito legamento trasverso del carpo. L’insieme di queste formazioni delimita un canale osteofibroso, detto canale del carpo o tunnel carpale, all’interno del quale decorrono i tendini dei muscoli flessori delle dita (avvolti da guaine tendinee sinoviali) e il nervo mediano.
Irrorazione arteriosa del braccio
La spalla e le parti libere dell’arto superiore sono irrorate dall’arteria succlavia che, superata la 1° costa, prende il nome di arteria ascellare-A. brachiale- A. radiale e ulnare
Arteria succlavia
Si origina dal tronco brachiocefalico a destra e direttamente dall’arco aortico a sinistra e termina a livello della 1°costa
Arteria ascellare
L’arteria ascellare, quale prosecuzione dell’arteria succlavia, si origina a livello del margine laterale della 1ª costa, decorre posteriormente al muscolo piccolo pettorale e termina a livello del margine inferiore del muscolo grande pettorale
Il primo tratto fornisce l’arteria toracica superiore, il secondo tratto le arterie toracoacromiale e toracica laterale, il terzo tratto le arterie circonflesse anteriore e posteriore dell’omero e l’arteria sottoscapolare
Arteria brachiale
L’arteria brachiale rappresenta la prosecuzione dell’arteria ascellare e si estende nella regione del braccio, dove decorre nel solco bicipitale mediale, accompagnata dalle vene omonime e dal nervo mediano, in corrispondenza del collo del radio, termina, dividendosi nei due rami dell’avambraccio, rappresentati dalle arterie radiale e ulnare.
Arteria radiale
L’arteria radiale ha inizio dalla biforcazione dell’arteria brachiale a livello della fossa cubitale, procede sul lato radiale dell’avambraccio, compresa tra il muscolo brachioradiale e il muscolo flessore radiale del carpo, verso il carpo, e termina a livello della mano, dove, insieme al ramo palmare profondo dell’arteria ulnare, forma l’arcata palmare profonda.
Lungo il suo decorso fornisce: A. ricorrente radiale, i rami carpici palmare e dorsale e rami muscolari
Arteria ulnare
L’arteria ulnare ha inizio dalla biforcazione dell’arteria brachiale, a livello della fossa cubitale, e passa sotto il muscolo pronatore rotondo per decorrere sul lato ulnare dell’avambraccio, coperta dal muscolo flessore ulnare del carpo, fino alla regione del carpo, dove decorre attraverso il canale ulnare di Guyon insieme al nervo ulnare, per raggiungere la regione palmare, dove termina formando, insieme al ramo palmare superficiale dell’arteria radiale, l’arcata palmare superficiale.
Fornisce: A. ricorrenti ulnari anteriore e posteriore, a. interossea comune, rami carpali palmare e dorsale, rami muscolari
Drenaggio venoso
Relativamente al circolo venoso, si distinguono vene superficiali, che decorrono a livello del sottocutaneo (fascia superficiale), e vene profonde, che decorrono al di sotto della fascia profonda. Per favorire il ritorno venoso, lungo la parete delle vene sono presenti alcune valvole, poste solitamente a distanze regolari. Tra le vene superficiali e le vene profonde dell’arto superiore esistono numerosi collegamenti (vene perforanti).
Vene superficiali
Le principali vene superficiali dell’arto superiore, la vena cefalica e la vena basilica, si originano a livello del dorso della mano come prosecuzione della rete (arcata) venosa sottocutanea dorsale della mano.
La vena basilica si porta sulla faccia ventrale (volare) dell’avambraccio, quindi prosegue longitudinalmente fino al braccio, dove, a vari livelli, perfora la fascia brachiale e si unisce alle vene brachiali profonde per costituire la vena ascellare.
La vena cefalica si porta quindi sulla faccia ventrale (volare) dell’avambraccio, risale sempre lateroventralmente nel braccio, dapprima a lato del muscolo bicipite brachiale, quindi in un solco compreso tra il muscolo deltoide e il muscolo grande pettorale (solco deltoideopettorale), per terminare infine, dopo aver perforato la fascia clavipettorale a livello del triangolo deltoideopettorale, nella vena ascellare.
Vene profonde
Le vene profonde decorrono parallele alle principali arterie dell’arto superiore che accompagnano, dalle quali prendono il nome. Mentre decorrono a ridosso della parete delle arterie, solitamente in numero pari, si anastomizzano tra loro, in modo da sfruttare al meglio la propulsione arteriosa.
Drenaggio linfatico
Nell’arto superiore si distinguono vasi linfatici superficiali (epifasciali) e vasi linfatici profondi (sottofasciali). Mentre i vasi linfatici profondi decorrono assieme alle arterie e alle vene profonde, i vasi linfatici superficiali sono situati nel sottocutaneo, nell’avambraccio soprattutto in prossimità delle vene cefalica e basilica. Tra i sistemi profondo e superficiale esistono numerose anastomosi. La linfa dell’arto superiore, raccolta dai vasi superficiali e dai vasi profondi, drena complessivamente nei linfonodi ascellari.
Linfonodi ascellari
Drenano complessivamente la linfa della parte libera dell’arto superiore, della spalla, della parete toracica anteriore e di parte della mammella. Sono in numero variabile da 30 a 60, distinti in gruppi (livelli I-III) e collegati tra loro per mezzo di vasi linfatici.
La linfa che defluisce dai linfonodi ascellari si raccoglie quindi nel tronco succlavio. Il tronco succlavio destro, insieme al tronco giugulare e al tronco broncomediastinico di destra, sbocca nell’angolo venoso destro, attraverso il dotto linfatico destro,
Innervazione
La maggior parte dell’arto superiore è innervata da nervi originatisi dal plesso brachiale.
Plesso brachiale
Si tratta di un complesso dispositivo anastomotico nervoso che si estende dalla parte inferiore del collo al cavo ascellare e alla cui costituzione partecipano i rami anteriori dei nervi spinali originatisi dai segmenti midollari C5-T1.
I rami anteriori dei nervi spinali da C5 a T1 decorrono dapprima nello spazio interscalenico insieme all’arteria succlavia e quindi si uniscono, al di sopra o in corrispondenza della clavicola, per formare i tronchi primari del plesso brachiale, distinti in superiore (derivante dall’unione dei rami anteriori C5 e C6), medio (corrispondente alla prosecuzione del ramo anteriore C7) e inferiore (derivante dall’unione dei rami anteriori C8 e T1).
Porzione sopraclavicolare e relativi nervi
-N. dorsale della scapola
C4, C5
* M. elevatore della scapola
* M. grande romboide
* M. piccolo romboide
-N. soprascapolare
C4-C6
M. sopraspinato
M. infraspinato
-N. toracico lungo
C5-C7
M. dentto anteriore
-N. succlavio
C5,C6
M. succlavio