Anatomia 1 Flashcards

1
Q

Cavità sierosa

A

Una cavità sierosa è uno spazio chiuso rivestito da una membrana composta da un tessuto simil-epiteliale (mesotelio) piatto monostratificato. La tonaca sierosa è composta da due foglietti per lo più sovrapposti. il foglietto viscerale aderisce direttamente alla parete degli organi, mentre il foglietto parietale forma la parete esterna della cavità sierosa.

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2
Q

Periostio

A

è una sottile membrana di connettivo che riveste la superficie esterna dell’osso.
La membrana periostea è connessa al sottostante tessuto osseo per mezzo di fibre perforanti o di Sharpey.
Il periostio consta di due strati: uno esterno (strato fibroso) e uno interno (strato cambiale).

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3
Q

Endostio

A

L’endostio è una sottile lamina di connettivo che riveste le cavità interne dell’osso.
Ha struttura simile al periostio e, al pari di questo, ha capacità osteoformativa e contiene elementi responsabili dell’accrescimento, del rimodellamento e della riparazione del tessuto osseo.

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4
Q

Ossa- classificazione

A

Ossa compatte
Ossa spugnose

Ossa lunghe
ossa brevi
ossa piatte
ossa irregolari
ossa pneumatiche
ossa sesamoidi
ossa accessorie

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5
Q

Ossa pnreumatiche

A

ossa che presentano piccole cavità di aria all’loro interno

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6
Q

Ossa sesamoidi

A

piccole strutture ossee localizzate all’interno dei tendini

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7
Q

Osteoide

A

Matrice extracellulare costituita da una componente organica del 30%, data da collagene di tipo uno e proteine specifiche e da una componente inorganica prevalente, 70% circa,

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8
Q

Preosteoblasti o cellule osteo progenitrici

A

Sono cellule staminali totipotenti, localizzate nello strato profondo del periostio

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9
Q

Osteoblasti

A

Sono gli elementi responsabili della sintesi delle osteoide, in particolare delle fibre collagene e di tutta la componente organica

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10
Q

Osteociti

A

Sono osteoblasti inattivi, intrappolati nell’osso già formato e non più in grado di dividersi e di produrre matrice ossea. Contribuiscono attivamente per tutta la vita, all’omeostasi della concentrazione di calcio nell’organismo.

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11
Q

Osteoclasti

A

sono grandi cellule multi nucleate che riassorbono la matrice ossea e svolgono un ruolo determinante nei processi di rimodellamento osseo.

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12
Q

lamelle ossee

A

Nel tessuto osseo compatto le lamelle sono organizzate nei sistemi fondamentali, concentrici e interstiziali

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13
Q

Sistemi fondamentali

A

lamelle ossee stratificate e disposte parallelamente alla superficie dell’osso

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14
Q

Sistemi concentrici o osteoni

A

gruppi di lamelle disposti concentricamente

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15
Q

Sistemi interstiziali

A

aggregati di lamelle parallele tra loro che colmano gli interstizi tra i sistemi concentrici

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16
Q

cartilagine auricolare

A

è un tessuto fibroso denso, costituito da piccolo aggregati di condrociti e dal circostante tessuto di supporto, la matrice, che riveste l’osso in corrispondenza delle superfici articolari.

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17
Q

Articolazioni-classificazione

A

le articolazioni si distinguono in:
Sinartrosi (fisse)
Anfiartrosi (ipomobili)
Diartrosi (mobili)

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18
Q

Sinartrosi

A

Sono articolazioni continue che non consentono alcun movimento in condizioni normali come le articolazioni del cranio e del bacino
Si distinguono in articolazioni fibrose, cartilaginee e ossee.

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19
Q

Articolazioni fibrose

A

il tessuto che unisce i segmenti ossei è costituito da connettivo fibroso. Le articolazioni fibrose si distinguono ulteriormente in sindesmosi, suture, gonfosi e sinelastosi
Si trovano nel cranio, tra gli elementi dentali e nel tronco neonatale

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20
Q

Articolazioni cartilaginee o sincondrosi

A

sono caratterizzate dall’interposizione di cartilagine ialina tra le superfici ossee.
es. l’articolazioni sternocostale della prima costa

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21
Q

Articolazioni ossee

A

Articolazioni che sono andate incontro a processi di ossificazione

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22
Q

Anfiartrosi o sinfisi

A

sono articolazioni ipomobili tra superfici relativamente distanti, rivestite da un sottile strato di cartilagine ialina con interposta una struttura fibrocartilaginea.
Come le articolazioni della colonna vertebrale

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23
Q

Diartrosi

A

Le diartrosi sono articolazioni in cui le due superfici articolari sono libere e capaci di scivolare l’una sull’altra
Le diartrosi sono anche note come articolazioni sinoviali in quanto circondate da una capsula articolare tappezzata dalla membrana sinoviale contenente il liquido sinoviale

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24
Q

Cartilagine articolare

A

è una lamina di tessuto cartilagineo liscio e ben lubrificato che riveste le superfici articolari

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25
Q

Mezzi di armonizzazione o diartroiali

A

Dispositivi che ottimizzano le concordanze e limitano lo sfregamento
Sono i dischi, i menischi, labbri o cercini e le capsule articolari

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26
Q

Dischi e menischi

A

I dischi e menischi sono dispositivi fibrocartilaginei che, ottimizzando il rapporto tra le superfici articolari, ne consentono un agevole scorrimento reciproco
I menischi completi si trovano nell’articolazione sterno-clavicolare e nel polso. I dischi parziali si trovano nel ginocchio e nell’articolazione acromioclavicolare.

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27
Q

Capsula articolare

A

Le capsule articolari sono membrane connettivali che avvolgono a manicotto i capi articolari, isolandoli dall’ambiente circostante. Constano di due strati: quello superficiale, detto membrana fibrosa, e quello profondo, detto membrana sinoviale.

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28
Q

Membrana sinoviale

A

La membrana sinoviale presenta due strati:
* La subintima sinoviale è un tessuto connettivo ricco di vasi sanguigni e linfatici, recettori del dolore e meccanocettori.
* L’intima sinoviale è costituita da una lamina avascolare discontinua di cellule connettivali Dette sinoviociti di tipo A (riassorbimento del liquido sinoviale e fagocitosi di batteri e detriti) e di tipo B (importanti per la produzione di liquido sinoviale)

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29
Q

Liquido sinoviale

A

Il liquido sinoviale è costituito al 98% da acqua e proteine e contiene anche molecole specifiche prodotte dai sinoviociti , come le lubricine, glicoproteine con proprietà lubrificanti.

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30
Q

Legamenti

A

I legamenti sono strutture fibrose di connettivo denso che rinforzano la capsula articolare e svolgono il ruolo meccanico di connettere le superfici articolari.
vengono suddivisi in intracapsulari e extracapsulari

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31
Q

Muscoli scheletrici

A

sono gli organi dell’apparato locomotore deputati all’attività dinamica.
Ciascun muscolo è formato da una parte carnosa contrattile, costituita da fibre muscolari striate, che costituisce il cosiddetto ventre muscolare, e da parti connettivali dense, dette tendini

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32
Q

Miociti

A

grandi cellule multinucleate che prendono origine dai mioblasti.
Costituiscono le unità costitutive dei muscoli

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33
Q

Miofibrille

A

sottili strutture proteiche fibrillari che si estendono lungo tutte le fibre e occupano la maggior parte del sarcoplasma

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34
Q

Piano sagittale mediano

A

Il piano che divide il corpo in due parti uguali, destra e sinistra
Perpendicolare alla fronte
I piani paralleli a questo vengono definiti piani sagittali laterali

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35
Q

Piano frontale

A

Piano parallelo alla fronte e divide il corpo in due parti diverse tra loro, ventrale (anteriore) e dorsale 8posteriore)

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36
Q

Piano orizzontale

A

è perpendicolare al piano sagittale mediano e a quello frontale e divide il corpo in due, superiore e inferiore

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37
Q

Lobuli mammari

A

hanno un numero variabile (15-20). Questi contengono a loro volta gli alveoli, strutture responsabili della produzione e secrezione del latte

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38
Q

Mammella-vascolarizzazione e innervazione

A

IRRORAZIONE ARTERIOSA
Arteria ascellare
Arteria toracica interna
Arterie intercostali
DRENAGGIO VENOSO
Vene ascellari
Vene toracica interna
vene intercostali
DRENAGGIO LINFATICO
Linfonodi ascellari
Linfonodi parasternali
INNERVAZIONE
nervi intercostali

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39
Q

Mammella-vascolarizzazione e innervazione

A

IRRORAZIONE ARTERIOSA
Arteria ascellare
Arteria toracica interna
Arterie intercostali
DRENAGGIO VENOSO
Vene ascellari
Vene toracica interna
vene intercostali
DRENAGGIO LINFATICO
Linfonodi ascellari
Linfonodi parasternali
INNERVAZIONE
nervi intercostali

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40
Q

Torace-stratificazione

A

I) cute, sottocute e adiposo
II) -muscoli intercostali esterni
-muscoli intercostali interni
-muscoli intercostali intimi
III) fascia endotoracica e pleure parietale e viscerale

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41
Q

Sterno

A

Lo sterno è un osso piatto, impari, lievemente convesso in avanti. Nell’adulto, esso è formato da tre parti ossee: Il manubrio, il corpo e il processo xifoideo.

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42
Q

Gabbia toracica

A

Formata dal tratto toracico della colonna vertebrale, dalle 12 paia di coste e dallo sterno

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43
Q

Coste

A

Le coste sono ossa pari, piatte, che partecipa alla formazione delle pareti posteriore, laterali e anteriore della gabbia toracica. Ogni costa è formata da una porzione ossea e una porzione cartilaginea.
le coste si articolano con le vertebre per mezzo delle articolazioni costovertebrali

44
Q

muscoli respiratori principali

A

Sono il diaframma e i due muscoli intercostali interni ed esterni

45
Q

Muscoli intercostali interni ed esterni

A

origine: margini inferiori della costa
Inserzione: margine superiore della costa
Azioni. abbassamento o elevazione della gabbia toracica (esterno eleva, interno abbassa)
innervazione: nervi intercostali I-XI

46
Q

Diaframma

A

Muscolo che divide in toracico e addominale
Inserzione:
-parte costale margine inferiore dell’arcata costale
-parte lombare
-parte sternale faccia posteriore del processo xifoideo dello sterno
Innervazione: nervo frenico dal plesso cervicale (C3-C5)
Presenta tre orifizi:
-orifizio della vena cava
-orifizio esofageo
-orifizio aortico

47
Q

Pareti del tronco-vascolarizzazione e innervazione

A

IRRORAZIONE ARTERIOSA
Arterie intercostali posteriori< aorta toracica
Arterie intercostali interne<arteria toracica interna<arteria succlavia<arco aortico(sx)/tronco brachiocefalico(dx)
DRENAGGIO VENOSO
vene intercostali anteriori, toraciche e succlavia>vena cava superiore
Vene lombari, iliache e femorali>vena cava inferiore
Vene intercostali posteriori, emiazigos, emiazigos accessoria>vena azigos>vena cava superiore
INNERVAZIONE
L’innervazione motoria e sensitiva della parete del tronco è garantita principalmente dalle dodici coppie di nervi spinali toracici.

48
Q

Nervo vago

A

è il decimo nervo cranico ed è il principale rappresentante delle fibre del sistema parasimpatico.
emerge dal midollo allungato, attraversa il foro giugulare e innerva torace e poi addome
-faringe e laringe
-polmoni
-cuore
-stomaco
-fegato
-milza
-pancreas
-intestino

49
Q

Atrio destro

A

L’atrio destro rappresenta la camera di ricezione del sangue proveniente dal circolo sistemico.
La porzione posteriore presenta pareti lisce e prende il nome di seno delle vene cave, in cui vi è lo sbocco della vena cava superiore, della vena cava inferiore e del seno coronario, che convoglia all’atrio destro il sangue venoso refluo dalla circolazione coronarica.
si trova all’interno la valvola della vena cava inferiore o valvola di Eustachio e quella del seno coronario o di tebesio

50
Q

Ventricolo destro

A

è diviso in due porzioni: una porzione posteroinferiore, sottostante l’orifizio atrioventricolare, a parete rugosa, detta camera di afflusso (o cono venoso), che riceve il sangue dall’atrio, e una porzione anterosuperiore, sottostante l’orifizio arterioso, di forma conica e a superficie liscia, detta camera di efflusso (o cono arterioso).
presenta tre muscoli papillari anteriore posteriore e mediale

51
Q

Atrio sinistro

A

Viene interessato dallo sbocco delle 4 vene polmonari che portano sangue ossigenato.

52
Q

Ventricolo sinistro

A

Nel ventricolo sinistro, come nel destro, si identificano una camera di afflusso, sottostante l’orifizio atrioventricolare sinistro, delimitato dalla valvola omonima, in cui il flusso sanguigno è discendente, dall’atrio al ventricolo sinistro, e una camera di efflusso,

53
Q

Valvole cardiache

A

VALVOLE ATRIOVENTRICOLARI
Valvola tricuspide (a dx)
Valvola mitrale (a sx)
VALVOLE SEMILUNARI
Valvola semilunare polmonare
Valvola semilunare aortica

54
Q

Scheletro fibroso del cuore

A

Lo scheletro fibroso del cuore è, dunque, una struttura situata, per la maggior parte della sua estensione, sul piano atrioventricolare, che separa completamente il miocardio atriale da quello ventricolare ed è formato da strutture connettivali, collegate tra loro, che costituiscono i punti di inserzione delle valvole cardiache e della muscolatura cardiaca. Le formazioni che lo costituiscono sono: gli anelli fibrosi, localizzati in corrispondenza degli osti atrioventricolari e all’origine dei grandi vasi arteriosi (aorta e tronco polmonare); i trigoni fibrosi destro e sinistro, posti tra gli anelli fibrosi

55
Q

Muscolo cardiaco

A

La respirazione aerobica presuppone la presenza di tre elementi fondamentali:
* I mitocondri, in altissimo numero, fungono da aspetto energetico del nostro sistema cellulare
* Altissime riserve di mioglobina
* Alta quantità di riserve energetiche, ossia glicogeno e lipidi
L’elemento funzionale del muscolo cardiaco è il miocardiocita, cellula mononucleata con nucleo al centro e di ridotte dimensioni. La loro caratteristica è quella di ramificarsi e di creare una rete andando a formare la struttura muscolare.

56
Q

Sistema di conduzione del cuore

A

Il cuore non ha la necessità di innervazione per contrarsi, questo perché è indipendente nella generazione del potenziale d’azione grazie al sistema di conduzione del cuore.
Questo sistema è costituito da:
* Il nodo senoatriale ( o di Keith-Flack)
* I fasci o vie internodali
* Il nodo atrioventricolare
* Il fascio atrioventricolare (o di His)
-Le due branche del fascio
atrioventricolare

57
Q

Il nodo Seno atriale o di Keith-Flack

A

rappresenta il pacemaker naturale del cuore e genera impulsi con una frequenza a riposo di 60/70 battiti al minuto
Situato sul lato dorsale dell’atrio destro e lateralmente allo sbocco della vena cava superiore

58
Q

Il nodo Atrio ventricolare

A

raccoglie tutti gli impulsi elettrici che hanno determinato la contrazione degli atri ( e che non si sono propagati ai ventricoli grazie all’effetto isolante determinato dallo scheletro fibroso del cuore) e li veicola ai ventricoli del fascio di His e delle sue branche.

59
Q

Il Fascio di His

A

Il fascio atrioventricolare di His conduce gli impulsi elettrici dal nodo AV verso il miocardio ventricolare. Si divide in due branche sx e dx che danno origine a numerose ramificazioni, le fibre di Purkinje

60
Q

Parete cardiaca

A

Il cuore è costituito da tre tessuti principali (4 col pericardio): l’epicardio, il miocardio e l’endocardio.

61
Q

Il cuore-vascolarizzazione e innervazione

A

IRRORAZIONE ARTERIOSA
Arterie coronariche destra e sinistra<Aorta ascendente
DRENAAGGIO VENOSO
Vene cardiache magna, media e parva>Seno coronario dell’atrio destro
DRENAGGIO LINFATICO
Linfonodi brachiocefalici/tracheobronchiali>tronco bronco-mediastinico
INNERVAZIONE
Simpatica: Gangli cervicali e toracici>plesso cardiaco
Parasimpatica: nervi vaghi>plesso cardiaco
Plesso cardiaco> miocardio, arterie coronarie, nodo SA, nodo AV

62
Q

Pericardio

A

è un sacco fibrosieroso che avvolge e protegge il cuore, prevenendone un’eccessiva dilatazione passiva in fase di rilasciamento (diastole). Esso è costituito da due strati:

  -il pericardio fibroso, uno strato più esterno di tessuto connettivo denso, in parte intimamente aderente al diaframma, che, insieme al foglietto parietale del pericardio sieroso, è definito clinicamente sacco pericardico;
     -il pericardio sieroso, uno strato più interno, che costituisce una membrana sierosa (come il peritoneo o la pleura) formata da due foglietti: un foglietto parietale, che aderisce intimamente alla superficie interna del pericardio fibroso, e un foglietto viscerale
63
Q

Pericardio-Vascolarizzazione e innervazione

A

IRRORAZIONE ARTERIOSA
Arteria succlavia>Arteria toracica interna> arteria pericardicofrenica
DRENAGGIO VENOSO
Vena pericardicofrenica>vena toracica interna<vena>vena cava superiore
DRENAGGIO LINFATICO
Linfonodi pericardici>linfonodi parasternali>tronco broncomediastinico
INNERVAZIONE
Nervo frenico>plesso cervicale>mielomeri</vena>

64
Q

Circolazione polmonare

A

Il sangue venoso povero di ossigeno proveniente dalle regioni inferiore e superiore del corpo giunge, attraverso le vene cave superiore e inferiore, nell’atrio destro; quindi, dal ventricolo destro, si immette nell’arteria polmonare, attraverso la quale è condotto ai polmoni.

65
Q

Circolazione sistemica

A

Dai polmoni, il sangue ricco di ossigeno passa attraverso le vene polmonari e ritorna al cuore nell’atrio sinistro. Da qui, confluisce nel ventricolo sinistro, che, attraverso l’aorta, pompa il sangue all’intero organismo.

66
Q

Struttura di un vaso

A

un vaso è costituito da tre tonache:
-Tonaca intima costituita da endotelio, è la più interna ed è rivestita da una membrana basale che a sua volta è avvolta da una membrana elastica interna
-Tonaca media conferisce al vaso la proprietà di deformarsi
-Tonaca avventizia ha la funzione di impalcatura per tutto il vaso

67
Q

Arteria polmonare

A

Poco dopo essere emersa dal pericardio, si divide nei suoi rami terminali: i rami polmonari destro e sinistro.
Il ramo polmonare destro, il più lungo, piega immediatamente verso destra e, penetrato nell’ilo del polmone, si divide nei tre rami per i tre lobi polmonari.
Il ramo polmonare sinistro, lungo solo 3cm, rappresenta la naturale continuazione del tronco polmonare. Penetrato nell’ilo del polmone, si divide in due rami per i due lobi. I due rami seguono esattamente i bronchi nelle loro diramazioni e giungono a circondare, con una rete di capillari, gli alveoli polmonari.

68
Q

Vene polmonari

A

I vasi venosi efferenti provenienti dalla rete capillare si uniscono in vene più grandi fino a che non emergono, usciti dall’ilo del polmone, due vene per lato: superiore e inferiore. Queste vene rappresentano le due vene polmonari di destra e le due vene polmonari di sinistra

69
Q

Aorta ascendente

A

L’aorta ascendente ha origine dall’orifizio arterioso del ventricolo sinistro. Le uniche arterie che si originano dall’aorta ascendente sono le arterie coronarie destra e sinistra deputate a irrorare il cuore.

70
Q

Arco dell’aorta

A

Dalla convessità dell’arco aortico si originano il tronco brachiocefalico, l’arteria carotide comune sinistra e l’arteria succlavia sinistra

71
Q

Tronco brachiocefalico

A

Il tronco brachicefalico, o anche arteria anonima, è il ramo di maggior calibro dell’arco dell’aorta. Giunto all’articolazione sternoclavicolare, si divide nei suoi due rami terminali: l’arteria carotide comune e l’arteria succlavia.

72
Q

Arterie carotidi comuni

A

Nel collo le due arterie decorrono nel fascio vascolonervoso del collo insieme alla vena giugulare e al nervo vago. L’arteria carotide comune termina circa 1cm al di sopra della cartilagine tiroidea, dividendosi ad angolo acuto nelle arterie carotidi esterna e interna.

73
Q

Arteria succlavia

A

L’arteria succlavia si origina, a destra, in corrispondenza della divisione dell’arteria brachiocefalica a livello dell’articolazione sternoclavicolare, mentre a sinistra nasce direttamente dall’arco dell’aorta.
L’arteria succlavia si continua come arteria ascellare, che attraversa la cavità ascellare, per diventare arteria brachiale in corrispondenza del margine inferiore del tendine del muscolo grande pettorale.
Giunta in corrispondenza della piega del gomito, termina dividendosi nei rami radiale e ulnare.

74
Q

Aorta toracica rami

A

-Arterie intercostali–> dorsali e ventrali
-Arterie freniche superiori
-Arterie bronchiali dx e sx
-Arterie esofagee (3/4)
-Rami pericardici

75
Q

Aorta addominale rami

A

-Arterie freniche inferiori–>arteria surrenale superiore
-Arterie lombari 5
-Arteria surrenale media
-Arteria renale
-Arteria gonadica
-Tripoide celiaco–>arteria gastrica, epatica e splenica
-Arteria mesenterica superiore–>arteria pancreaticoduodenale inferiore
-Arteria mesenterica inferiore

76
Q

Vena cava superiore tronchi di origine e affluenti

A

vena brachiocefalica dx e sx

77
Q

vena brachiocefalica dx

A

Presenta, quali affluenti, le vene vertebrale destra, toracica interna, tiroidea inferiore e, talvolta, la prima vena intercostale posteriore destra

78
Q

vena brachiocefalica sx

A

Le vene vertebrale sinistra, toracica interna, tiroidea inferiore, intercostale superiore e, talvolta, la prima vena intercostale posteriore sinistra e alcune vene timiche e pericardiche rappresentano le sue affluenti.

79
Q

Vena cava inferiore

A

Tronchi di origine e affluenti della vena cava inferiore
* Vene iliache comuni
○ Esterna e interna
* Vena femorale

Rami parietali della vena cava inferiore
* Vene lombari
* Vene freniche inferiori
* Vene gonadiche
* Vene renali
* Vene surrenali medie

Rami intraperitoneali della vena cava inferiore

Vene epatiche

80
Q

Trachea

A

Si divide in porzione cervicale e toracica, è lunga circa 10-12cm ed è costituita da 15-20 anelli cartilaginei tenuti insieme tra loro da legamenti anulari

81
Q

Trachea vascolarizzazione

A

IRRORAZIONE ARTERIOSA
Rami bronchiali dell’aorta toracica
DRENAGGIO VENOSO
Vene bronchiali>vena azigos/emiazigos>v cava superiore
DRENAGGIO LINFATICO
Linf. tracheobronchiali superiori/inferiori>linf. paratracheali>tronco broncomediastinico dx/sx>angolo venso dx/sx
INNERVAZIONE
Catena del simpatico: gangli toracici>rami tracheali
Catena del parasimpatico: nervo vago sx>nervo laringeo ricorrente>rami tracheali

82
Q

Trachea stratificazione

A
  • La tonaca mucosa si compone di un epitelio e di una lamina propria; in questa lamina si portano anche i rami delle arterie bronchiali.
    • La tonaca sottomucosa, costituita da connettivo lasso con un contingente variabile di tessuto adiposo. La tonaca sottomucosa accoglie i corpi delle ghiandole tracheali.
      Nella parete membranacea, anteriormente alla tonaca fibrosa, si riscontra un consistente strato muscolare, il muscolo tracheale.
    • La tonaca fibrosa, che è responsabile dell’ancoraggio della trachea all’esofago e al connettivo del collo, è costituita da connettivo denso continuo, ricco di fibre elastiche.
83
Q

bronchi extrapolmonari

A

Si originano all’altezza di T4 e t5 dove avviene la biforcazione della trachea. Il bronco sx (5cm) è circa il doppio del dx
I rapporti comuni sono quelli con i vasi polmonari, che decorrono anteriormente a essi, superiormente le arterie e inferiormente le vene. I vasi bronchiali decorrono lungo la parete posteriore, con il nervo vago che decorre anteriormente a ciascun bronco e con il plesso cardiaco.

84
Q

Suddivisione dei bronchi

A

I bronchi principali si diramano nei bronchi secondari o lobari deputati alla ventilazione del polmone. i lobi sono 3 a dx e 2 a sx
in seguito si diramano in bronchi terziari, poi bronchioli e infine alveoli

85
Q

Pleure

A

Sono membrane fibrosierose che rivestono i polmoni. Ciascuna pleura è formata da un foglietto esterno, o parietale, che delimita la parete della loggia, rivestendo gran parte della parete toracica, del diaframma e delle strutture della regione centrale del torace. Il foglietto interno, o viscerale, più sottile, aderisce strettamente alla superficie polmonare, seguendo i solchi polmonari.
Ciascun foglietto è strutturalmente costituito da un mesotelio (che poggia su una sottile lamina basale) e un connettivo sottomesoteliale. Il mesotelio è preposto alla produzione e al riassorbimento del liquido pleurico.

86
Q

Pleure vascolarizzazione

A

IRRORAZIONE ARTERIOSA
La pleura parietale, quindi, è vascolarizzata:
* dalle arterie intercostali e toracica interna
* dalle arterie bronchiali, frenica superiore, toracica interna e mediastinica
* dall’arteria frenica superiore
* dalle arterie toracica interna e intercostale suprema
La pleura viscerale, invece, viene irrorata da ramificazioni periferiche delle arterie bronchiali
DRENAGGIO VENOSO
Pleura parietale: vena azigos
Pleura viscerale: vene Bronchiali>vene polmonari
DRENAGGIO LINFATICO
Catena linfonodale toracica interna
linfonodi intercostali
>plesso polmonare
INNERVAZIONE
Nervi intercostali
Nervo frenico
nervo vago leggermente

87
Q

Pleura viscerale

A

Dal punto di vista strutturale, la pleura viscerale è costituita da due strati.
Lo strato mesoteliale, il più interno, è rivolto verso la cavità pleurica ed è costituito da un singolo strato di cellule mesoteliali, piatte e molto espanse, che poggiano su una sottostante lamina basale. Esso ha il compito di regolare il turnover del liquido pleurico.
Lo strato sottomesoteliale, più esterno rispetto alla cavità pleurica, si suddivide in una componente superficiale, caratterizzata da esili fasci di collagene orientati parallelamente alla superficie, e una parte profonda, ricca di fasci di connettivo di tipo elastico.

88
Q

Differenze polmone dx esx

A
  • Una sola scissura nel polmone sx al contrario del dx che ne ha due
    • Il polmone sx è leggermente più piccolo perché accoglie il muscolo cardiaco
89
Q

Polmoni vascolarizzazione

A

IRRORAZIONE ARTERIOSA
Vasa privata: arterie bronchiali (1 dx, 2 sx)>aorta toracica
DRENAGGIO VENOSO
Vena cava destra>vena cava superiore
Vena bronchiale sx>vena emiazigos accessoria
DRENAGGIO LINFATICO
Linfonodi tracheobronchiali>dotto toracico e linfatico dx
INNERVAIONE
Simpatico: fibre postgangliari>plesso cardiaco/plesso polmonare
Parasimpatico: nervi vaghi>plesso polmonare

90
Q

Organi linfatici

A

Gli organi primari sono quelli che
contengono cellule staminali che daranno origine a cellule immunocompetenti.
Un organo primario fondamentale è il midollo osseo rosso, che contiene cellule staminali,
una parte delle quali si differenzia, matura e dà origine ai linfociti B; il secondo organo linfatico primario è il timo.
All’interno del timo questa linea di staminali maturerà in linfociti T immunocompetenti.
Gli organi secondari sono invece i linfonodi, la milza e i noduli linfatici.

91
Q

MALT

A

tessuto linfatico associato alle mucose
* La tonsilla faringea: aggregato di noduli nella parte centrale del naso-faringe
* Le tonsille tubariche: sono strutture tonsillari che si trovano a livello dello sbocco
delle tube uditive
* Le tonsille palatine
* Le tonsille linguali

92
Q

Linfa

A

La linfa è la componente liquida trasparente del sistema linfatico, simile al plasma.
A livello intestinale, la linfa, svolge funzioni di nutrimento contenendo diverse macromolecole che distribuisce attraverso i vasi chiliferi presenti nei villi intestinali. Questi vasi hanno anche il compito di assorbire i lipidi, perché troppo grandi per i capillari, e di trasportarli lungo i vasi del sistema e poi nel torrente circolatorio.
Gli aspetti funzionali del sistema linfatico sono legati alla componente immunitaria: il sistema linfatico funge da filtro contro agenti esterni, scorie e cellule neoplastiche.
Altra funzione legata al mantenimento del volume epatico e al drenaggio del liquido interstiziale, ma anche al trasporto di lipidi e vitamine, specialmente liposolubili.

93
Q

Cellule dei linfonodi

A

Le cellule che costituiscono il linfonodo sono di tre tipi:
* Cellule linfoidi: appartengono ai due tipi di linfociti (B e T). La maggior parte di questi linfociti sono in realtà disposti all’interno del torrente circolatorio, ma possono essere richiamati nel sistema linfonodale.
* Cellule immunologiche accessorie: costituite da macrofagi.
* Cellule stromali: formano “l’impalcatura” del linfonodo, e comprendono: le cellule endoteliali, delle strutture vascolari e i fibroblasti. Nell’insieme, appunto, non hanno una funzione immunologica, ma assistono, nutrono, fanno respirare e mantengono la componente morfologica del linfonodo.

94
Q

Morfologia del linfonodo

A

Corticale superficiale
È interessata dalle trabecole che creano queste zone in cui si trovano i follicoli linfatici, i quali contengono altri due elementi: i follicoli primari e i centri germinativi. I follicoli primari sono quelli che hanno l’attività immunitaria vera e propria, mentre la parte germinativa non svolge nessun tipo di funzione specifica.

Paracorticale
Qui si trovano nuovamente i macrofagi e le cellule interdigitali, che sono una sottospecie delle APC. Questa zona è dominata non più dalla famiglia B ma dalla famiglia T.

Midollare
È la zona più profonda, in essa si trovano: la famiglia linfocitaria B, tipicamente plasmacellule, sottospecie della componente B, e macrofagi. È organizzata in cordoni midollari, elementi allungati, separati da ampi seni midollari che accolgono i vasi del sistema ematico.

95
Q

Percorso della linfa nel linfonodo

A

In un primo momento questa entra in uno dei vasi afferenti e quindi nella componente sottocapsulare (o sottocorticale, sono sinonimi), poi inizia a permeare il seno sottocorticale e poi prosegue la propria corsa attraversando successivamente i seni della corticale, la corticale superficiale, la paracorticale, e, infine, la midollare.

96
Q

Il timo vascolarizzazione

A

IRRORAZIONE ARTERIOSA
Il timo è vascolarizzato dalle arterie intercostali. Oltre che da queste, sono irrorate dall’arteria intercostale suprema e dalle arterie mammarie.
DRENAGGIO VENOSO
è dovuto ad una serie di vasi, alcuni che riversano nella vena toracica interna, altri che drenano direttamente nelle due brachiocefaliche. Il lobo sinistro, infine, è interessato dalle vene tiroidee inferiori.
DRENAGGIO LINFATICO
Linfonodi brachiocefalici>tronco broncomediastinico dx e sx>angolo venoso dx e sx
INNERVAZIONE
Simpatico: gangli cervicali>nervi cardiaci cervicali
Parasimpatico: nervi vaghi

97
Q

Timo

A

La funzione principale del timo è la maturazione dei linfociti T attraverso la timosina

98
Q

cellule del timo

A

La corteccia è costituita da:
* Cellule staminali, che provengono dal midollo osseo e sono migrate nella zona corticale del timo, che danno origine ai linfociti T
* Cellule dendritiche che favoriscono la maturazione delle staminali
* Cellule epiteliali, che producono la timosina, necessaria per la formazione di una struttura di sostegno per la maturazione di staminali e linfociti T
* Macrofagi, elementi del sistema immunitario.
Nella zona midollare sono presenti:
* Linfociti T maturi, migrati dalla corticale
* Cellule dendritiche
* Macrofagi
* Cellule epiteliali

99
Q

Milza Vascolarizzazione

A

IRRORAZIONE ARTERIOSA
La milza è irrorata dall’arteria splenica, la quale si origina dal tronco celiaco insieme all’arteria epatica e gastrica. Il tronco celiaco è una porzione dell’aorta addominale.
DRENAGGIO VENOSO
La milza è drenata dalla vena splenica, che confluirà nella vena mesenterica inferiore, che a sua volta confluirà nella vena mesenterica superiore che darà poi origine alla vena porta
DRENAGGIO LINFATICO
I linfonodi sono in parte celiaci e in parte pancreatico-splenici . Esiste un rapporto di scambio tra milza e pancreas. La linfa viene poi drenata dal tronco.
INNERVAZIONE
L’innervazione è garantita da entrambi i sistemi simpatico e parasimpatico, partendo dal plesso o ganglio celiaco

100
Q

Funzioni della milza

A

Nella vita fetale la milza è un organo emopoietico, deputato alla produzione dei globuli rossi.
Nella vita adulta, a partire da dopo la nascita, questa funzione cessa e assume la nuova funzione di recuperare i globuli rossi danneggiati e non funzionali e li trattiene al suo interno (funzione che ha anche il fegato). Successivamente disgrega questi elementi recuperando il ferro e l’emoglobina.

101
Q

Struttura interna della milza

A

Gli spazi trabecolari sono nella parte più profonda della milza, la quale ha due strutture morfologicamente e funzionalmente molto divergenti: polpa bianca e polpa rossa.
La polpa bianca ha funzione di tipo immunitario, la polpa rossa funge da filtro di sangue.
* Polpa bianca: è un tessuto linfoide, contiene infatti linfociti e macrofagi, che si localizzano attorno ad elementi vascolari, ovvero le arterie centrali. poiché è circondata da tessuto linfoide, porterà con sé sia elementi di tipo B, che di tipo T. Il sangue che proviene dalla splenica e che arriva nei corpuscoli lienali attraverso l’arteria centrale, viene esposto all’azione di queste due famiglie di B e di T.
* Polpa rossa: n queste porzioni avremo sia funzioni legate all’emocateresi, sia un’espressione immunitaria minore che in qualche modo può sostenere ancora la stessa funzione ghiandolare.

102
Q

ipofisi

A

Si può sudduividere in tre porzioni, su cui insistono tre tessuti diversi:
* Lobo anteriore o adenoipofisi
* Lobo posteriore o neuroipofisi
* Parte intermedia tra i due elementi
L’ipofisi è collegata all’ipotalamo tramite l’infundibolo.

103
Q

Ormoni ipofisari

A
  • FSH: ormone follicolo stimolante
    Ha a che fare con la maturazione dell’oocita ed in particolare del follicolo che lo ospiterà per farlo maturare
    • LH: ormone luteinizzante
      Il suo organo bersaglio sono le cellule del follicolo ovarico
    • ACTH: ormone adrenocorticotropo
      Questo ormone impatta bersagli lontani dalla sua origine. I suoi recettori sono sulla base della corticale surrenale, coinvolta nella produzione dei corticosteroidi
    • GH: ormone della crescita
      I recettori sono presenti nelle cellule di tutto l’organismo. L’ormone della crescita ha a che fare con lo sviluppo dell’organismo attraverso il metabolismo proteico.
    • PRL: prolattina
      È un ormone il cui bersaglio è la ghiandola mammaria e la cui azione è legata alla produzione di latte
    • TSH: ormone tireostimolante
      Esso è prodotto a livello ipofisario e stimola la ghiandola tiroidea. A partire da esso si verifica una cascata regolatoria che porta alla secrezione di T3 e del T4 a livello tiroidea
    • MSH: melanina
      Viene secreto dalla parte intermedi dell’ipofisi e non dalla neuroipofisi stessa. La melanina ha a che fare con i melanociti presenti nella cute e nell’occhio.
104
Q

Ormoni dell’ipotalamo

A

L’ipotalamo è in grado di produrre due grosse categorie di ormoni: ormoni di rilascio diretto e ormoni di rilascio/inibizione
* Ormoni a rilascio diretto
○ Ossitocina: essa è alla base della produzione di latte materno
○ Ormone antidiuretico ADH o vasopressina: ha un’azione a livello renale nel riassorbimento dell’acqua e dei Sali in esso contenuti
* Ormoni a rilascio o inibizione
* La produzione degli ormoni di rilascio o inibizione è a carico dell’arcuato o infundibolare, del preottico e del ventromediale. Le loro cellule bersaglio risiedono nell’ipofisi.

105
Q

Tiroide Vascolarizzazione

A

IRRORAZIONE ARTERIOSA
L’irrorazione arteriosa è costituita da due elementi vascolari: l’arteria tiroidea superiore, ramo della carotide interna, e l’arteria tiroidea inferiore, che nasce direttamente dai tronchi succlavi.
DRENAGGIO VENOSO
* La vena tiroidea superiore è un ramo che proviene dalla ghiandola tiroide ed è tributaria della vena giugulare.
* L’avena tiroidea media ha un comportamento simile alla superiore. Scarica il sangue drenato nella giugulare destra e sinistra.
* La vena tiroidea inferiore è una struttura vascolare unica e non doppia come le altre due strutture. Raccoglie il sangue refluo della parte inferiore della ghiandola e scarica nel ramo brachiocefalico di sinistra
DRENAGGIO LINFATICO
L’elemento linfonodale è abbastanza ricco grazie alla presenza di elementi in parte tracheali, detti pretracheali o paratracheali. Vi sono anche i linfonodi prelaringei. Questa batteria linfatica andrà a drenare o all’interno del tronco bronco mediastinico o in quello giugulare.
INNERVAZIONE
La componente parasimpatica è costituita dal nervo vago e in particolare dai nervi ricorrenti e dei rami da essi provenienti. La componente simpatica, invece, era presentata da un gruppo ampio di gangli, laterali rispetto al collo. Essi sono il ganglio cervicale superiore, il ganglio cervicale medio ed il ganglio cervicale inferiore.

106
Q

Ormoni tiroidei

A

Una ghiandola tiroidea notiamo la presenza di isole che sono dette follicoli. Tra queste isole si distingue il follicolo della tiroide. Tale struttura è costituita nella sua circonferenza dalle cellule follicolari che sono responsabili della produzione di T3 e T4, ormoni prodotti accumulati nella zona centrale del follicolo. In questa zona si presenta il colloide, una sostanza gelatinosa che raccoglie gli ormoni T3 e T4.
Gli ormoni tiroidei menzionati in precedenza sono la triiodotironina o T3 e la tiroxina o T4. L’azione di questi ormoni tiroidei è legata al metabolismo e in particolare la loro funzione specifica è quella di aumentare il metabolismo. Un altro effetto importante è quello legato alla pressione arteriosa, in quanto gli ormoni tiroidei contribuiscono ad aumentare la pressione arteriosa. Infine questi due ormoni sono legati al metabolismo del ricambio osseo.

107
Q
A