'800 - Urbanistica & Revival Flashcards

1
Q

EXTRA - Dibattito teorico ottocentesco. Pugin

A

La figura più influente della prima metá dell’ottocento è Augustus Pugin, che sviluppa il suo linguaggio del “Gotico Domestico” come paradossale combinazione di pittoresco e funzionale. Costruisce St. Augustine (1850) dove rifacendosi al Gotico del primo trecento, ottiene un edificio dalla struttura potente e dalla notevole ricchezza decorativa. Sosteneva che non si poteva recuperare il valore dell’architettura gotica senza rivivere il loro originario contenuto religioso e che, essendo il cristianesimo superiore alla religione pagana, il gotico era superiore al classico (soprattutto nella sua indissolubilità fra espressione e significato). Sosteneva inoltre il legame tra la qualitá di un architettura e la moralitá del suo autore.

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Q

Dibattito teorico ottocentesco. John Ruskin

A

Riprende il legame di Pugin fra qualitá dell’architettura e moralitá dell’autore, seppur con una visione più ampia e rapportandolo alla societá piuttosto che al singolo. Diventa un grande teorico del gotico e dei suoi valori. Rifiuta totalmente il razionalismo in quanto l’architettura priva di ornamento è mera costruzione e non arte. L’opera d’arte non è solo un prodotto realizzato da un artista e contemplato dal critico, ma è un entità legata intimamente alle condizioni economiche e sociali di partenza, al rapporto artista-committenza, ai metodi di esecuzione, alla destinazione dell’opera, ai cambiamenti di proprietà e di utilizzo, alle modifiche dei materiali. L’architettura deve avere un valore puramente figurativo. Polemizza anche contro il restauro sostenendo che i monumenti vanno lasciati in stato di rudere piuttosto che rimaneggiati stilisticamente come si usava al tempo. Altri legami con Pugin sono nella convinzione che nessun settore della vita può essere riformato se non si modificano anche gli altri (connessione fra arte e società). Crede infine nella “Joy in labour” marxsiana, il lavoro deve produrre piacere a chi lo compie, concentrandosi quindi sull’artigianato a scapito dell’industria capitalistica.

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3
Q

Dibattito teorico ottocentesco. William Morris

A

La sua teoria è di stampo politico, racchiusa nelle idee socialiste marxsiste. Usando come presupposto il concetto di alienazione dell’individuo nel processo capitalista e le idee ruskiane di gioia nel lavoro, Morris conclude che la meccanizzazione del lavoro ha effetto negativo sia sull’individuo che sulla qualitá stessa del manufatto. Per Morris l’architettura è l’insieme delle modifiche e delle alterazioni operate sulla terra, in vista delle necessità umane. Al contrario di Ruskin, non punta alla distruzione delle macchine, ma ad un loro uso che migliori la condizione umana e riduca la fatica. Al contrario di Viollet-Le-Duc, si oppone al liberismo industriale. Essendo l’urbanisica e l’architettura troppo legate socio-economicamente, Morris punta alle arti applicate, in particolare alle macchine usate nel sistema produttivo. Fa nascere il movimento delle “Arts & Craft” che riformò l’edilizia e l’urbanistica. Il suo determinante contributo è l’aver coraggiosamente deciso di vagliare le sue idee con l’approccio materiale dell’esperienza diretta, talvolta dovendosi correggere e ricredere.

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4
Q

EXTRA - Eclettismo storicista. Neoclassicismo ottocentesco

A

Il neoclassicismo ottocentesco riprende dal secolo precedente la prevalenza del lineare sul pittorico, il carattere fortemente progettuale, programmatico. Gli elementi archeologici sono citati con maggiore senso filologico, il progetto diviene più rigoroso, il classico si identifica col razionale. Le invarianti sono: piante bloccate in figure regolari, simmetria bilaterale in pianta e alzato, prevalenza del sistema trilitico su quello ad archi e volte, composizioni a sviluppo prettamente orizzontale. In particolare in Germania e in Inghilterra è lo stile dorico a prevalere. I materiali utilizzati sono pietra, marmi, stucchi bianchi o colorati. Le armature metalliche sono, almeno nella prima fase, occultate da altri materiali almeno finchè non si svilupperá un autentica poetica dell’architettura del ferro e vetro.

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5
Q

Eclettismo storicista. Neogotico

A

Il Neogotico presenta le seguenti invarianti: piante ed alzati non bloccati irriducibili a figure elementari, prevalenza della asimmetria, composizione prettamente verticale, effetti di trasparenza e luminositá, ripresa degli archi acuti e delle volte ogivali, utilizzo delle decorazioni. Tuttavia il neogotico perde il senso del maestoso, del fuoriscala, dell’irreale, basandosi invece su principi quali l’economia della struttura, la correttezza costruttiva. Mentre il neoclassico si adatta meglio agli ambienti urbani, il neogotico, specie nelle tipologie residenziali, persegue a fondo l’obiettivo del pittoresco: adattare l’edificio al paesaggio. Va detto che il neogotico ottocentesco produce opere che si discostano dal gotico originario più di quanto gli edifici neoclassici facciano con i riferimenti greco-romani: come si è detto, questo stile medioevale era privo di regolarità e mancava del contributo razionale proprio del classicismo, perciò gli architetti neogotici si trovano a perfezionare uno stile per sua natura imperfetto, arrivando a realizzare il substrato che renderà possibile, pochi decenni dopo, la nascita dell’architettura moderna.

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6
Q

EXTRA - Eclettismo storicista. Neoegizio

A

Con la campagna di Napoleone in Egitto numerosi reperti egiziani arrivano in Europa. L’entusiasmo per la campagna napoleonica (1798-1801) e l’interesse per una cultura diversa, portano allo sviluppo di uno stile Neoegizio non solo in Francia.

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7
Q

EXTRA - Eclettismo storicista. Neorinascimeno

A

La maggior parte della produzione ottocentesca è ispirata al Rinascimento. Il suo grande sviluppo può essere legato a numerosi fattori: in primis per poter studiare le opere non occorrevano scavi o ricostruzioni archeologiche, inoltre il Rinascimento era tema di studio in tutte le Accademie, ed ancora era comunque presente in tutta la cultura europea. Le abitazioni erano la tipologia di maggiore espansione e si cercava di conferire ad esse la dignitá storica prendendo come modello i palazzi Rinascimentali. Le caratteristiche principali sono: indipendenza della composizione volumetrica sia in orizzontale che in verticale, presenza di uno o più cortili, composizione bloccata, presenza costante della simmetria, finestre a timpano, presenza di colonne o paraste, riquadri e cornici, decorazioni ed ancora elementi che esaltassero i valori architettonici della facciata. Altri elementi poi sono l’utilizzo del bugnato, specie per il basamento e il primo piano, superfici liscie per i piani superiori nei quali campeggiano gli archi delle finestre. La tipologia di palazzo neorinascimentale inoltre permetteva di realizzare edifici a blocco che occupassero interamente il lotto, nonchè di affacciarsi ad altri edifici adiacenti.

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8
Q

Influenza dell’Archeologia. Pensiero Generale

A

Gli architetti francesi iniziano a studiare seriamente gli edifici dell’antica Grecia solo quando Soufflot e il suo allievo Dumont rilevano i templi di Paestum. Tuttavia si prediligono le forme dell’antichità romana, sulle orme del Rinascimento. Chi visita il Partenone sostiene di non aver bisogno di cercare la perfezione architettonica altrove. Agli architetti francesi non interessa copiare le forme greche e romane, ma piuttosto scoprirne e analizzarne i principi, le tecniche costruttive e le proporzioni, così come avvenuto per l’architettura gotica. Nonostante ciò, nel 1760, si manifesta in Francia una sorta di revival greco noto come “gout grec”. Questo nuovo gusto si traduce in una moda futile di oggetti disegnati “alla greca”. I particolari per le opere più autenticamente antiche derivano dai primi studi sulle rovine di Ercolano.

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9
Q

Influenza dell’Archeologia. Pensiero. Gianbattista Piranesi

A

Arriva molto giovane a Roma e qui rimane commosso e impressionato dalle rovine antiche. Subisce l’influenza di una schiera di artisti come i Bibiena, i fratelli Valeriani, lo Juvarra e in particolare il pittore Gian Paolo Panini. Quest’ultimo aveva rivelato ad una intera generazione di archietti francesi l’importanza delle rovine indirizzandoli verso una visione più pittorica dell’architettura. Piranesi è a stretto contatto con questi architetti e in breve tempo cresce la sua fama di abile disegnatore degli edifici di Roma e della campagna circostante. Nel suo febbrile lavoro di scavo e rilievo delle rovine, Piranesi è in polemica con Leeroy, cercando di dimostrare che l’architettura romana non deve nulla a quella greca, derivando direttamente da quella etrusca. Prima di morire pubblica una serie di incisioni dei templi di Paestum.

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10
Q

EXTRA - Influenza dell’Archeologia. Johannes Winckelmann

A

Ardito sostenitore della supremazia greca, ne riassume l’essenza nell’arte della formula “nobile semplicità e serena grandezza”. L’interesse di Winckelmann è orientato più sulla scultura che sull’architettura e, sulla presenza di colore nell’arte, egli afferma che la grande arte non dovrebbe avere sapore poichè l’essenza della bellezza non consiste nel colore, ma nella forma: tuttavia la sua opera finisce per influenzare anche l’architettura.

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11
Q

Influenza dell’Archeologia. Ignace Hittorff

A

Tenta di rinnovare completamente l’immagine dell’architettura antica e di presentarla vivacemente colorata; inizia così la sua campagna per diffondere le teorie sull’aspetto policromo dell’arte greca e propone per l’architettura contemporanea edifici decorati con piastre smaltate. L’architetto Jules Jollivet costruisce la propria casa realizzando in parte i principi di Hittorff, anche se i risultati non saranno entusiasmanti.

Esempio: Saint-Vincent-De-Paul (Jules Jollivet)

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12
Q

Razionalismo francese. Pensiero. Eugene-Emmanuel Viollet-Le-Duc

A

Restauratore di fabbriche medioevali, sostiene il recupero dello spirito gotico. Non intende imitare il modello formale ma i principi costruttivi. Vede nelle cattedrali gotiche il precedente diretto delle ottocentesche fabbriche a scheletro metallico e delle coperture in ferro e vetro. È sua la concezione della bellezza legata all’uso della tecnica. Apprezza romanticamente il gotico e gran parte dell’architettura nazionale francese. Oltre al restauro si prodiga per il revival gotico anche se di matrice razionalista derivante dalle opere di Rondelet. Successivamente rifiuta il revival gotico per dedicarsi ad una meticolosa analisi di ogni elemento e forma di questo stile per poter elaborare una serie di principi in grado di applicarsi al periodo in cui vive. Userá ogni modanatura o altro elemento gotico come dispositivo funzionale. Realizzerá oltre 100 edifici, quasi tutti purtroppo privi di originalitá e rimandi quando al Gotico, quando al Rinascimento. Il suo più grande merito comunque rimarrá l’aver fatto da stimolo per le generazioni future ad uscire dagli stili storici e usare la propria libera espressione. Ciò darà vita, nei secoli successivi, all’ Art Nouveau

Esempi : Maddalena di Vezelay, Sainte Chapelle, Notre Dame de Paris

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13
Q

Neoclassicismo tedesco. Pensiero. Karl Friederich Schinkel

A

(1781-1841). Vuole farsi portatore di un nuovo stile nazionale e di una nuova cultura architettonica espressa attraverso un lessico e sperimentazioni stilistiche motivate da profonde ragioni ideologiche. Sostenendo che l’architettura greca aveva elevato a proprio ideale la compiuta bellezza integrata dalla funzionalitá delle due componenti costruttive, si oppone radicalmente alle epoche precedenti del Rinascmento e del Barocco e fa si che la concezione di edificio come corpo organico venga soppiantata da chiare forme a cubo, tipiche dell’antichità. Il periodo più ricco dell’attivitá di Schinkel comincia dopo le guerre di liberazione quando egli diventa architetto di corte. I suoi progetti riflettono contemporaneamente tre stili: classicismo, neogotico e romanticismo. La maggior parte della gloria però gli viene dagli edifici classicisti in quanto uniscono funzionalitá e armoniosa chiarezza, quindi una purissima espressione dell’antichità classica.

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14
Q

Karl Friederich Schinkel. Teatro Berlin Schauspielhaus

A

Progettato da Schinkel a Berlino nel 1818. Fu progettato in obbedienza più alla funzione pratica dell’edificio che a quella monumentale. L’edificio è composto da un pronao esastilo ionico con frontone sormontato da statue, preceduto da un alta scalinata d’ingresso. Il resto dell’edificio è caratterizzato da un estrema razionalitá, elevato su un basamento bugnato di altezza pari a quella della scala d’accesso. Gli spazi interni sono chiaramente denunciati all’esterno: l’ambiente ad altezza maggiore della sala, i corpi laterali del foyer. Al colmo di ogni volume sporgente vi è un frontone che in quanto elemento ricorrente unifica e riporta alla classicitá l’intera costruzione.

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15
Q

Karl Friederich Schinkel. Altes Museum

A

Progettato da Schinkel a Berlino nel 1822. Più chiaramente neoclassico, presenta una pianta a forma di rettangolo allungato, con una galleria su ogni lato per l’esposizione di statue al piano terra e di dipinti al superiore. Al centro c’è un invaso rotondo coperto da una cupola il cui intradosso è chiaramente derivato da Pantheon. All’esterno la cupola non viene denunciata, inscritta in un rettangolo per privilegiare l’aspetto longitudinale della composizione. Il fronte principale è disposto su un lato lungo, presenta un atrio preceduto da dicciotto colonne ioniche su un alto basamento dal quale si accede da una scalinata aperta disposta in asse al fronte.

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16
Q

Karl Friederich Schinkel. Monumento funerario per la regina di Prussia

A

L’architetto ritenne appropriato lo stile gotico, elaborando una cripta con volte a crociera a ventaglio impostate su pilastri a fascio. Tuttavia l’opera rimase solo su carta, perchè il re, che si intendeva di architettura, forzò per una soluzione neoclassica.

17
Q

Karl Friederich Schinkel. Nuovo Corpo di guardia

A

Alloggio per la guardia reale, funge anche da monumento in onore dei caduti. La struttura è semplice,, un massiccio dado con quattro torri basse agli angoli. La muratura è realizzata in laterizio, mentre la pietra è impiegata esclusivamente per la facciata rivolta verso il viale. La copertura presenta un grande oculo circolare ispirato al pantheon.

18
Q

Karl Friederich Schinkel. Chiesa luterana (Friedrichswerdersche Kirche)

A

Benchè Schinkel avesse proposto una soluzione neoclassica, il Re optò per lo stile gotico, realizzando il primo edificio neogotico a Berlino. Sebbene Schinkel avesse preso come esempio il gotico inglese, il progetto denota una forte originalità: infatti è realizzata interamente in laterizio faccia a vista con membrature in terracotta. Il progettista manifesta quindi, fra i primi nella storia, la volontà di valorizzare la componente materica della sua opera.

19
Q

Karl Friederich Schinkel. Castello di Tegel

A

Situato a nord di Berlino. Qui l’architetto usa il “pavillon sistem” aggiungendo al fabbricato originario quattro torrette parallelepipede agli angoli. Il volume principale lascia aprire due registri di finestre ai lati, come nello Schauspielhaus.

20
Q

Karl Friederich Schinkel. Kavalierhaus (isola dei pavoni)

A

Grande parco situato nella campagna a nord di Berlino. Realizzato in stile neogotico, questo edificio presenta un corpo principale parallelepipedo, in cui si aprono due registri di finestre dalla forma particolare, ovvero terminanti superiormente in una serie di semicirconferenze continue. Le aperture riprendono le trifore gotiche, ma ne denaturano le proporzioni creando altissime vetrate.

21
Q

Karl Friederich Schinkel. Neuer Pavillion

A

Residenza dei reali di Prussia. Per l’opera si ispirò all’architettura mediterranea ammirata nel mezzogiorno italiano. Progetta un parallelepipedo semplice, intonacato interamente, in cui tende consapevolmente ad un linguaggio minimale. Particolare è il terrazzo che perimetra l’intero edificio al primo piano. L’essenzialità delle costruzioni dell’area mediterranea sarà d’ispirazione che per le avanguardie del Novecento, e in particolare le superfici lisce e intonacate saranno una caratteristica peculiare delle prime opere di Le Corbusier.

22
Q

Karl Friederich Schinkel. Complesso di Glienicke a Potsdam

A

Commissionata dal re per il figlio minore, è un complesso pittoresco in cui ricorrono elementi neoclassici, egizi, neogotici e mediterranei, all’interno di un giardino all’inglese. Primo elemento è un edificio centrale isolato, con una pianta costituita da tre rettangoli. Sul retro, in asse col volume centrale, abbiamo una panca semicircolare in pietra, dominata da una statua greca sorretta da cariatidi. Ad est le architetture si fanno neoclassiche con membrature appena accennate e con reperti classici collezionati dal principe . Il lato orientale del fabbricato maggiore presenta un lungo pergolato coperto da rampicanti. Lungo le mura del giardino si trovano alcuni padiglioni, tra cui uno ispirato alla Torre dei Venti di Atene e un altro di forma semirotonda, con copertura sostenuta da una statua classica, posta al centro della circonferenza.

23
Q

Karl Friederich Schinkel. Chiesa ortodossa & Chiesa evangelica a Posdam

A

La prima è la più antica chiesa per il credo cristiano ortodosso sorta in territorio tedesco. Ispirata ai caratteri dell’architettura di Mosca, l’architetto realizzò una struttura molto semplice, costituita da un dado su cui svettano quattro cupole minori su stretti tamburi ai quattro angoli e una maggiore, dalla classica forma a cipolla al centro della copertura. L’intera chiesa, ad eccezione delle membrature orizzontali e verticali, è intonacata. La seconda è una chiesa evangelica, chiaro esempio del maestro Gilly, con una tendenza marcata alle volumetrie pure. Il corpo principale è un parallelepipedo liscio e privo di paraste o membrature. L’edifico è preceduto da un pronao classico esastilo corinzio. Dopo il 1843, quando l’architetto era morto, un suo allievo fu autore di numerosissime modifiche. Aggiunse ai quattro angoli del dado delle esili torrette campanarie che terminano a guglia e poi, demolita la copertura, realizzò una monumentale cupola.

24
Q

Karl Friederich Schinkel. Complesso Sanssoucci a Potsdam

A

Parco progettato per essere la copia prussiana di Versailles. L’architetto riunì tutte le architetture presenti progettando l’immenso parco all’inglese. Al suo interno si ha la Villa di Charlottenhof, in stile neoclassico con un lungo pergolato di ispirazione mediterranea. L’edifico ha una planimetria semplice, con dieci stanze inserite in un edificio parallelepipedo ad un unico piano posto perpendicolarmente al pergolato. Oltre alla villa l’architetto progetta i Bagni Romani, predisposti sulle rive di un lago artificiale opera di Lennè, e tutti gli edifici sono connessi tra loro tramite pergolati. C’è infine la stanza dei Re, un piccolo padiglione parallelepipedo col tetto a doppia falda e quattro pilastri d’ingresso che sostengono un timpano classico.

25
Q

Karl Friederich Schinkel. Castello di Babelsberg

A

Il progetto è in stile neogotico, ispirato dalle composizioni del pittoresco inglese. Composto da una grande quantità di volumi diversi, tutti terminanti in corone di merli. Tra tutti spiccano il grande torrione ottagonale al centro e le slanciate torri cilindriche. Il pittoresco ricercava volutamente la disomogeneità compositiva. Da notare infine sono le torrette minori che terminano in guglie, i porticati a sesto acuto e i bow-window merlati.

26
Q

Karl Friederich Schinkel. Bauakedemie

A

Si tratta di un grande esempio di precocità architettonica, poichè l’architetto realizza un edificio estremamente moderno e avveniristico. La costruzione comprende un semplice parallelepipedo in cui sia i tamponamenti che le alte paraste sono realizzate in laterizio faccia a vista. Al piano terra si hanno delle vetrine di negozi, al primo piano abbiamo una finestra con le grandi aule dell’accademia di Architettura e dell’Istituto Tecnico Reale, al secondo piano finestre con gli uffici e al terzo piano gli archivi dell’Accademia.

27
Q

Karl Friederich Schinkel. Palazzo reale dell’acropoli di Atene

A

Dopo la guerra fra Grecia e Turchia, la prima divenne indipendente e i sovrani europei imposero come reggente il figlio di Ludwig I di Bavaria. Il sovrano aveva quindi bisogno di una nuova residenza degna del proprio ruolo. Venne contattato Schinkel che, anche se non era mai stato in Grecia, la aveva studiata fin dalla gioventù ed era entusiasta di lavorare e poter far rivivere la magnificenza dello spirito classico. L’edifico progettato doveva essere su un unico piano, per non rovinare la vista sull’acropoli e sarebbe sorto in un area in cui non erano presenti preesistenze, per non intaccare il tessuto storico. Il progetto però rimase su carta in quanto i costi di realizzazione erano improponibili, la disponibilità di materiale era scarsa e a mala pena si riusciva a risistemare la strada che portava alle cave di marmo.

28
Q

Friedrich Weinbrenner. Pensiero generale

A

Nato nel 1766, è uno degli esponenti del neoclassicismo tedesco. Studia a Zurigo e in seguito all’accademia di Vienna. Si trasferisce in italia, dove ha modo di studiare le tavole di Piranesi e i siti archeologici romani. Al suo ritorno in austria ricoprirà il ruolo di progettista e urbanista fino alla sua morte. Pubblicò due libri: “il libro dell’Architettura” ed “Edifici realizzati e progettati”.

29
Q

Friedrich Weinbrenner. Piano urbanistico di Karlsruhe

A

In qualità di funzionario granducale, progetta una risistemazione urbanistica della sua città natale. Il progetto prevede la realizzazione di un grande viale circolare che racchiude ed ha come suo centro la residenza del granduca, di epoca barocca. Da questo anello viario, che non comprende solo il palazzo, ma anche il suo immenso giardino all’inglese si dipartono radialmente le strade che conducono fino alla campagna. La Strada principale è quella in direzione nord/sud, in asse con il palazzo granducale, che ne fa da sfondo. La piazza del mercato, rettangolare, in cui l’architetto ha innalzato una piramide in linea col gusto illuminista. Sul lato orientale si affaccia la Chiesa Evangelista, con un grande pronao classico esastilo, con colonne corinzie di ordine gigante, un aula interna rettangolare, torre campanaria e due corpi laterali aggiunti secondo il pavillon system. Sempre nella piazza del mercato si ha il municipio, in stile palladiano (riprendendo Nash e il suo Regent’s Park) con la fascia basamentale in bugnato liscio su cui si aprono arcate a tutto sesto, su di essa c’è la rielaborazione di un pronao esastilo con alle estremità delle paraste ioniche giganti. Proseguendo lungo la strada troviamo una piazza circolare al cui centro è collocato un obelisco. Spostandoci infine ad ovest troviamo la chiesa cattolica di St. Stephan, a pianta centrale e con un fabbricato a croce greca con avancorpi in corrispondenza dei fronti.

30
Q

George Eugene Haussman. Piano di Parigi

A

Negli anni trenta dell’ottocento, i gradi problemi igienici delle città industriali erano molto gravosi, e lo sforzo urbanistico era quindi concentrato alla risoluzione di questi problemi. Caso importante era la città di Parigi (che aveva raggiunto il milione di abitanti), nella quale Napoleone III fece costruire il sistema fognario e chiamò a lavorare l’urbanista barone Haussman, funzionario dello stato prima e prefetto della Senna poi. Come primo passaggio, dopo essersi insediato in comune ed aver riordinato gli apparati comunali, ponendoci degli esperti ingegneri. Haussman ordina l’intervento in ambito viario della città, con l’urbanizzazione dei terreni periferici e il tracciamento di nuovi reticoli viari. La realizzazione di ampie e nuove arterie nei vecchi quartieri e la costruzione di nuovi edifici lungo questi assi. Come secondo passo, fa gestire tutti gli interventi direttamente dalla Prefettura e dagli enti pubblici, mentre allo Stato spetta la supervisione sulla realizzazione di ponti ed edifici militari. Si comincia così ad entrare nell’ottica di garantire alloggi con certi criteri minimi di igiene e distribuzione, aldilà delle capacità economiche dei destinatari. Si realizzano poi i parchi pubblici, in quanto quelli esistenti appartenevano ancora ai tempi dell’Ancien Regime. Come terzo e ultimo passaggio, Haussmann modifica l’aspetto amministrativo della capitale, aggiungendo alla città di Parigi ben undici comuni limitrofi. La facilità di esecuzione del Piano di Parigi è da attribuirsi a due leggi che hanno consentito allo stato di espropriare i terreni in cui realizzare le strade e anche gli immobili che cadono nel perimetro dei lavori, solo attraverso una semplice delibera dell’esecutivo.

31
Q

Henri Labrouste. Pensiero Generale

A

Studioso anticonformista del neoclassicismo francese, affascinato dalle idee di Hittorf sull’ipotesi delle strutture colorate antiche greco/romane. Gli accademici sono però allibiti dal suo comportamento e dalle sue teorie, specie quando torna a Parigi con dei disegni di Paestum e di Roma rivisitati con l’aggiunta di tetto spiovente, pareti adornate e colorate, tanto che non permetteranno che gli venga affidata nessuna opera per almeno dieci anni, anche se Labrouste riesce ad aprire uno dei più importanti atelier di Parigi, vero ritrovo di studiosi ed intellettuali. La fine di questo “embargo” avviene quando gli viene commissionata la biblioteca di Sainte-Genevieve, accanto alla chiesa omonima di Soufflot.

32
Q

Henri Labrouste. Biblioteca di Sainte- Genevieve

A

Terminato nel 1850, l’edificio presenta uno schema molto semplice, ovvero un lungo rettangolo con ingresso al pian terreno, a sinistra i magazzini librari e a destra gli uffici una sala per libri rari. Sul retro incontriamo un vano delimitato da una scala che conduce alla sala lettura che occupa l’intero primo piano. Sul retro è presente un vano delimitato da una scala che conduce alla sala lettura, che occupa l’intero primo piano. Qui incontriamo un grande ambiente suddiviso in due navate da una fila di colonne in ghisa sui pilastrini. Il piano inferiore è poco appariscente, aperto solo da un registro di finestre centinate sopra una fascia bugnata e da un aporta d’ingresso. Ai lati della biblioteca l’architetto progetta due edifici in cui diede prova di saper modificare la propria sintassi al variare delle funzioni, pur mantenendo l’unità del complesso. Da una parte infine abbiamo le abitazioni del personale della biblioteca e dall’altra il college de Sainte-Barbe, la sua vecchia scuola. Pur mantenendo l’alveo neoclassico, Labrouste, nei suoi innovativi sistemi di illuminazione e riscaldamento e nell’impiego della ghisa, denuncia le sue idee progressiste: l’architettura deve essere espressione della società e quindi deve rappresentare un nobile esempio, nel suo caso, di una civiltà industriale.

33
Q

Henri Labrouste. Biblioteca Nazionale

A

Succede ad un altro architetto iniziatore dell’opera. Risistema abilmente gli edifici preesistenti e poi si dedica alla Grande Sala, coprendo in parte il cortile per il quale esistevano già progetti di Boullè. L’aula ha i lati maggiori rettilinei, scanditi da tre grandi archi a tutto sesto, in cui si inseriscono alte scaffalature. Tre archi schermano la sala, con colonne in ghisa (elemento molto innovativo) che sostengono l’intelaiatura metallica delle nove volte a vela che coprono la parte centrale della sala. Verrà considerata, nei primi anni del Novecento, una vera e propria opera d’arte di nuova concezione.