TURNO DI PAROLA Flashcards

1
Q

CONVERSAZIONE

A

Citazione David Lodge:
“quando mi dici qualcosa, io verifico di aver compreso il tuo messaggio ripetendolo con parole mie, perché se lo ripetessi con le tue parole tu potresti dubitare che io abbia capito. Ma se uso le mie, il risultato è che cambio, anche se solo di poco, il tuo significato”

Cos’è la Conversazione?
* Interfaccia tra cognitivo e sociale: tra il dentro e il fuori dell’individuo.
* Ogni situazione sociale organizzata per turni e caratterizzata da scambi verbali e fenomeni extraverbali nei quali i comunicanti usano un codice condiviso e mettono in atto processi inferenziali.”
* Scopo: fare uno sforzo condiviso così che le nostre azioni siano comprensibili agli altri e viceversa, creando significati condivisi.

Questi aspetti sono studiati dall’ETNOMETODOLOGIA

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2
Q

ETNOMETODOLOGIA

A

Come le persone fanno le cose
* Comprendere come si crea un significato condiviso nelle situazioni sociali in modo da rendere ogni azione comprensibile agli altri

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3
Q

LIVELLI DI ANALISI

A

Ci sono TRE livelli di analisi del tessuto conversazionale:
* studio delle strutture conversazionali (Moeschler, 1985);
* analisi della messa in sequenza degli atti linguistici (Searle, Vanderveken, 1985; Vanderveken, 1988);
* individuazione delle strutture logico-dialogiche della conversazione (Trognon, Grusenmeyer, 1993)

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4
Q

COORDINAZIONE ED ESEMPIO

A

BANGE: ogni interazione consiste nel risolvere un problema di coordinazione.
Nella conversazione le persone si muovono per cercare di condividere il SENSO, che è una sorta di coordinazione cognitiva a livello di significati.

PERFETTI SCONOSCIUTI: (Parte nella quale si decide per il gioco)
Elementi da tenere conto sono:
* Caratteristiche del passaggio di turno:
il Silenzio è un importante indicatore perchè indica il confine dell’inzio o fine di un momento di transizione.
Peso delle minoranze attive di Moscovici e Tajfel: minoranze possono influenzare le posizioni della maggioranza e creare degli spiragli in cui “intromettersi”
* Sguardo: anche lo sguardo coordina i turni di parola. Può fare da semaforo come accade con EVA.
*

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5
Q

PUNTI CHE EMERGONO DALL’ESEMPIO

A
  • L’alternanza nel turno di parola è connaturata alla gestione dell’interazione perchè modellata su due fenomeni: POPPATA e RESPIRO
  • L’alternanza ci aiuta a comprendere le COMPETENZE PRAGMATICHE: la capacità di comprendere quando e come intervenire è un importante indicatore e viene usato anche come indicatore per disturbu neurologici (ADHD)
  • Ci sono delle REGOLE che governano l’alternanza e anche le INFRAZIONI alla regola dalle quali traiamo le informazioni più importanti
  • Avvengono anche EQUIVOCI da superare e risolvere per mantenere l’equilbrio
  • La PAROLA ENUNCIATA Definisce i ruoli e si considera come TURNO DI PAROLA
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6
Q

DIFFERENZA SEARLE E SACKS

A
  • L’Analisi della Conversazione (modello costruito da Sacks, Shegloff e Jefferson) afferma che il meccanismo di gestione del turno è dato da un sistema di regole consapevole, non è istintivo o inconsapevole.
  • Searle (studioso all’origine della teoria degli atti linguistici) parla di meccanismi automatici, cioè che non sono così sorretti dall’intenzionalità e di atto di responsabilità.
  • **La differenza ** è data dal diverso modo di intendere l’unità di analisi:
    **Searle **fa riferimento al punto di vista del singolo, mentre Sacks, Shegloff e Jefferson fanno riferimento a ciò che accade a livello sovraindividuale (coppia, triade, gruppo), cioè alla gestione dell’interazione e ciò che conta è il risultato interattivo.
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7
Q

TURNO DI PAROLA

A

La gestione del turno di parola ci pone di fronte a 2 questioni:
* In che momento si deve passare la parola
* A chi la si può o si deve passare.

Sotto questi due problemi stanno i concetti di:
* Spazio opportuno di Transizione: cioè il tempo facile per la transizione
* Attribuzione del turno : COME attribuire il turno

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8
Q

SACKS, SHEGLOFF & JEFFERSON

A

Il loro modello si afferma a partire dalla seconda metà degli anni ’60 e costituisce il contributo più importante alla nascita dell’approccio definito “Analisi della Conversazione”.
Il modello ha due regole

  • PRIMA REGOLA: riguarda il primo momento opportuno per passare la parola, che è in 3 casi:
  1. Quando il successivo locutore viene designato esplicitamente con una Tecnica di Designazione, Il locutore può/deve prendere il prossimo turno.
    Es. io dico “Chi vuole intervenire?” . In 10 alzate la mano ed io stabiliscono che parlano prima quelli del profilo Pubblicità. La tecnica di designazione è anche alzare la mano per prima ma deve essere condivisa culturalmente
  2. Se non è prevista la tecnica di designazione, vige il principio di auto-designazione senza obbligo : chi parla per primo prende il turno
  3. Se non vi è tecnica di designazione il locutore continua a parlare fino a quando qualcuno interviene autodesignandosi.

SECONDA REGOLA: Se non avvengono i punti uno e due della precedente regola allora i punti uno e due si possono mettere in atto nel prossimo punto predisposto ad una transizione

Quindi:
1. I turni di parola sono gestiti localmente passo dopo passo . Infatti, la conversazione è un evento psico-sociale che è imprevedibile, accade e prende forma a seguito di eventi che passo passo si verificano
2. Il passaggio di parola è condotto ed elaborato cooperativamente. è il prodotto di una relazione in cui sono co-presenti la dimensione cognitiva (conoscenza regole e intenzione comunicativa) e pragmalinguistica (capacità di gestire l’interazione)
3. La gestione dei passaggi di turno è internazionale, ovvero dipende sempre dall’insieme dei partecipanti.
4. I soggetti che interagiscono si trovano a cooperare e agire congiuntamente sempre nelle conversazioni.
5. Il passaggio di turno è un fatto intersoggettivo, cioè accade grazie alla collaborazione di soggetti e li lega.

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9
Q

DUNKAN FISKE

A

Individuano all’interno del processo del passaggio di turno tre fasi:

PRIMA FASE: chi parla emette un segnale di disponibilità al cambio di turno, che nella cultura occidentale può avvenire in 6 momenti:
a)Utilizzo di un tono particolare (cambio di tono): nella lingua italiana spesso si abbassa;
b) Emissione di sequenze socio-centriche (caratterizza molto l’inglese, tipo “you know” “I mean”): espressioni come “come tutti sappiamo”, sequenze che orientano alla chiusura del discorso;
c) Compimento grammaticale proposizionale: si tende a parlare seguendo delle regole grammaticali, cioè mettendo in linea un soggetto o più, predicati e complemento;
d) **Allungamento paralinguistico di sillabe **: allungamento molto breve del suono delle sillabe, segnali minimali ma che l’orecchio coglie;
e) Gesto con la mano: es. si posano le mani sul tavolo, oppure - se in piedi - vanno sui fianchi o a braccia conserte.
f) Mano in posizione rilassata (si differenza dai sopra perché non è solo verbale ma anche paraverbale e dà certezze maggiore perché si emettono due o più segni combinati)

SECONDA FASE: l’interlocutore che coglie due o più segnali:
- MUTAMENTI POSTURALI compiuti dagli interlocutori (si spostano in avanti con il corpo, mostrando la volontà di entrare nel discorso)
- EMISSIONE VOCALE DI SEGNALI (es. segnali vocali tipo “ehm, mmm”, ecc…, che segnalano il desiderio e la volontà di entrare nel discorso)

TERZA FASE: il locutore cede il turno di parola(si possono verificare sovrapposizioni)
- L’ascoltatore può declinare l’offerta(anche non esplicita) ! es: la situazione imbarazza l’ascoltatore e non prende parola, spesso in modo non esplicito.
- L’ascoltatore prende il turno: sovrapposizione

L’alternanza conversazionale non dipende da un solo locutore, ma costituisce un avvenimento interattivo che richiede, per essere portato a compimento, la partecipazione di entrambi ( chi parla +chi ascolta).
Questo è importante perché la transizione del turno di parola è un evento interattivo e co- costruito, esso è:
- Un evento negoziabile;
- Anche il passaggio di turno è oggetto di negoziazione e diventa un evento psicosociale;
- Ci si gioca una posta;
- Il processo di negoziazione avviene in riferimento a dei momenti opportuni di transizione;
- Utilità dei segnali individuati da Duncan e Fiske

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10
Q

CRITICA TEORIA DUNKAN

A

Levinson, il più grande esponente della pragmalinguistica, fa delle critiche al modello dicendo che:
* Se i segnali fossero alla base dell’alternanza, la loro assenza dovrebbe tradursi in una babele conversazionale
* Dovrebbero comparire silenzi inspiegabili e sovrapposizioni continue
* Nelle conversazioni telefoniche (senza video, solo audio) almeno quattro segnali vengono a cadere
- I segnali non sono al cuore del sistema di assegnazione del turno

Quindi, vedendo queste critiche la critica di Levinson non regge
- Levinson, il più grande esponente della pragmalinguistica, fa delle critiche al modello dicendo che:
- Se i segnali fossero alla base dell’alternanza, la loro assenza dovrebbe tradursi in una babele
conversazionale
- Dovrebbero comparire silenzi inspiegabili e sovrapposizioni continue
- Nelle conversazioni telefoniche (senza video, solo audio) i punti 3 e 4 stessi diventano problematici,
quindi almeno quattro segnali vengono a cadere
- I segnali non sono al cuore del sistema di assegnazione del turno

Quindi, vedendo queste critiche la critica di Levinson non regge (contrasto fra pragmalinguisti e
psicologi).
- Differenza fra conversazioni in generale e conversazioni telefoniche, che sono il più delle volte finalizzate, è quindi più facile la coordinazione del processo di comunicazione perchè hanno un obiettivo che viene subito comunicato
- Le telefonate hanno il paraverbale: entrano in gioco le regole di Duncan e Fiske (vengono introdotti
anche il primo e il quarto segnale)
- Le **paraverbalizzazioni sono presenti **

Ciò che si guadagna dai due modelli è che:
- Il turno di parola è un processo che avviene grazie alla possibilità di svolgere un lavoro congiunto
calato in un contesto dato (attenzione alla molteplicità ed alla fluidità dei contesti)

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