Sofisti Flashcards
La parola”sofista”
La parola “sofista“, dal greco, significa “sapiente” o “molto sapiente“ e indicava, già prima dell’affermazione dei filosofi chiamati sofisti, uomini considerati particolarmente colti e saggi.
Infatti era già stata attribuita ai poeti Omero ed Esiodo ma anche ai filosofi naturalisti. I sofisti vivono soprattutto ad Atene
Non tutti i sofisti nascono ad Atene-città della Grecia- ma tutti vivono buona parte della loro vita in quella città, nonostante si spostino anche in altre.
Ciò conferma il fatto che la filosofia greca antica che inizialmente è nata in alcune colonie greche (la Ionia e la Magna Grecia) solo in un secondo momento si afferma in Grecia, in particolare ad Atene,proprio con i sofisti e Socrate(prima di loro con Anassagora, uno dei Pluralisti, che però non abbiamo affrontato).
La retorica
I sofisti sono maestri di retorica.
Il maestro di retorica si chiama retore.
“Retorica“ è un termine che dal greco significa
“arte del parlare“ o “arte della parola“ .
Essa consiste nella capacità di essere convincenti usando in modo efficace il linguaggio, sia orale sia scritto.
Convincere vuol dire, da parte di un uomo, cercare di far accettare una propria idea ad altri uomini.
Servirsi in modo efficace del linguaggio orale e scritto significa conoscere bene e poi usare bene le sue caratteristiche, in particolare la grammatica, la sintassi, il lessico, il significato preciso delle parole, la loro etimologia…
Infatti, se lo scopo di un uomo che usa la retorica è far accettare una propria idea a un altro, è necessario che tale idea sia comunicata all’altro cioè sia espressa a parole (scritte e orali) ovvero tramite il linguaggio.
Quanto più tale uomo conosce bene e usa bene il linguaggio tanto più sarà bravo(efficace) nel comunicare l’idea, dunque anche nel portare altri ad accettarla.
Gli alunni dei sofisti
Gli studenti dei sofisti sono sia giovani che vogliono diventare avvocati, giudici e uomini politici - ovvero svolgere professioni nelle quali è decisiva la capacità di convincere gli altri - sia persone che vogliono difendersi da sole nei tribunali.
Il giudice
è colui che è il responsabile di un processo, lo dirige in ogni sua fase e, al termine del processo, stabilisce se l’imputato-ovvero l’individuo accusato di un reato- è colpevole o innocente, dopo aver ascoltato l’imputato, i testimoni, l’avvocato che difende l’imputato e quello che lo accusa, la giuria, e dopo che ha studiato con attenzione tutte le prove raccolte a favore o contro l’imputato.
Il giudice, in base alla decisione finale presa, deve convincere l’imputato, il suo avvocato e la giuria di tale decisione.
uomo politico
deve cercare di convincere delle sue idee i cittadini del suo paese affinchè essi decidano di votarlo in occasione delle elezioni.
La democrazia ad Atene
L’insegnamento della retorica è di vitale importanza nell’Atene dell’epoca.
E’ infatti in corso nella città, a partire dal VI e V secolo a.C., un processo che porta alla nascita della prima forma di democrazia (“governo del popolo“) dell’età antica, nella quale è decisivo il saper parlare in pubblico, il confrontarsi con gli altri e ,appunto, convincerli delle proprie idee.
Il principale uomo politico promotore della democrazia ateniese è Pericle, vissuto nel V a.C.
La democrazia ateniese è caratterizzata dall’isonomia e dall’essere una democrazia diretta.
L’isonomia
L’ “isonomia“ (dalle parole greche “uguale “ e “legge“) va intesa come uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge ossia il fatto che ogni cittadino dovrebbe essere considerato dalle leggi dello Stato di pari importanza rispetto a ogni altro cittadino.
La democrazia diretta
Democrazia diretta significa che sono i cittadini che in prima persona prendono le decisioni politiche.
Ad Atene un esempio di essa è l’Ecclesìa o Ekklesìa, che era un’assemblea alla quale potevano partecipare tutti i cittadini.
caratteristiche ecclesia
Si riuniva più volte durante l’anno e in essa tutti i cittadini potevano discutere tra di loro sulle decisioni politiche da prendere e poi votarle.
Tra le più significative questioni di cui si occupava, le seguenti : l’imposizione delle tasse, la partecipazione a guerre, i trattati di pace e le alleanze con altre città o l’elezione di alcuni uomini politici.
La democrazia indiretta
prevede che i cittadini non prendono loro stessi le decisioni politiche ma tali decisioni sono prese dagli uomini politici che i cittadini eleggono.
[In Italia ai nostri giorni è presente la democrazia indiretta in quanto i cittadini eleggono uomini politici, che nel caso specifico sono i membri del Parlamento, che è l’organo dello Stato che ha il potere legislativo, cioè quello di fare le leggi. In altri termini, non sono i cittadini che fanno le leggi ma sono coloro che essi hanno eletto in Parlamento.]
Due difetti della democrazia di Atene
1)non tutti gli abitanti di Atene sono cittadini, dunque non tutti possono partecipare in prima persona alla vita politica.
Ne sono infatti esclusi le donne, gli schiavi e i meteci, cioè gli stranieri residenti ad Atene;
2) da tale osservazione deriva che la partecipazione alla vita politica riguarda una minoranza di abitanti della città, cioè un gruppo ridotto di individui.
Il legame tra i sofisti e la democrazia ateniese
E’ all’interno della democrazia di Atene che i sofisti assumono un ruolo importante.
Infatti, poiché tutti i cittadini possono partecipare alla vita politica, è indispensabile che imparino a parlare in modo efficace per convincere gli altri cittadini delle proprie idee (ad esempio, durante le discussioni nell’Ecclesia).
Per diventare capaci di convincere gli altri nella discussione, possono quindi rivolgersi ai sofisti, che sono insegnanti di retorica, ossia l’arte del convincere.
I sofisti sono anche filosofi 1
1) In primo luogo, la retorica ha in comune con la filosofia l’interesse per il linguaggio.
Si è detto infatti che i sofisti insegnano ai loro allievi a studiare il linguaggio perché poi lo usino in modo efficace.
In questo aspetto i sofisti sono filosofi perché anche i filosofi studiano il linguaggio (nel settore della filosofia che si chiama filosofia del linguaggio).
I sofisti sono anche filosofi 2
2) In secondo luogo, i sofisti e i filosofi hanno in comune la curiosità( l’interesse a conoscere sempre più contenuti, senza accontentarsi di quelli che già conoscono) e l’approfondimento(conoscere sempre meglio contenuti che si sanno già).
Infatti i sofisti nelle loro opere scritte e nel loro insegnamento orale (cioè a voce) trattano molteplici contenuti (la politica, la società, la religione, l’arte, il linguaggio…) e ne migliorano via via la conoscenza.
Essi sono tenuti a conoscere sempre più contenuti e in modo sempre migliore perché devono essere preparati sui più svariati argomenti e saperli bene.
Ciò perchè insegnano a uomini- come avvocati, giudici, politici e persone che vogliono difendersi da sole in un processo- che dovranno affrontare i più diversi contenuti e avendoli esaminati in profondità.
In effetti un avvocato o un giudice o un imputato che vuole difendersi da solo in un processo possono avere a che fare con colpe che sono le più svariate (furti, omicidi, truffe, liti, evasione fiscale, attentati terroristici, stragi, molestie sessuali, rapine…) dunque devono conoscere bene e saper parlare bene di tutti questi argomenti.
Altrettanto un politico: egli in Parlamento deve fare leggi su argomenti diversi tra loro e saputi bene e anche quando partecipa-parametrando la situazione ai nostri giorni-a una trasmissione televisiva o radiofonica, a un’intervista al telegiornale o parla con altri politici o con i suoi compagni di partito o con persone comuni deve affrontare gli argomenti più diversi e dimostrare di conoscerli in maniera molto precisa ed esauriente.