Socrate Flashcards
Quando nasce e muore Socrate?
Socrate nasce nel 470 o nel 469 a.C. e muore nel 399 a.C. ad Atene.
Famiglia?
E’ figlio di Sofronisco, uno scultore, e di Fenarete, una levatrice, cioè colei che aiuta le donne a partorire(ai nostri giorni la chiameremmo ostetrica). Sua moglie è Santippe e da lei ha tre figli.
Perchè non scrive nulla?
Socrate non scrive nulla perché predilige l’oralità (la comunicazione a voce) rispetto alla scrittura.
Spesso lui andava in giro nella sua città proprio per dialogare con gli ateniesi: questa è una conferma del suo interesse per la comunicazione a voce più che per quella scritta.
Come facciamo a sapere del suo pensiero e della sua vita?
Siccome non ha lasciato nulla di scritto ciò che conosciamo del suo pensiero e della sua vita lo sappiamo grazie alle testimonianze di altri, in particolare quelle dei filosofi Platone e Aristotele (Platone è un allievo di Socrate e Aristotele è un allievo di Platone), dei socratici minori (allievi di Socrate meno importanti di Platone), quella del commediografo (scrittore di commedie) Aristofane e quelle dello storico Senofonte.
Quindi non sappiamo davvero che cosa ha detto Socrate ma sappiamo ciò che di lui ci hanno detto altri uomini.
Inoltre tali testimonianze a volte sono in accordo mentre altre volte in disaccordo su ciò che dicono di Socrate.
Qual è l’evento più importante della sua vita?
Il fatto fondamentale della vita di Socrate è il processo del 399 a.C., ad Atene, in cui è imputato e a seguito del quale sarà incarcerato e poi condannato a morte per avvelenamento, assumendo un veleno, sminuzzato nell’acqua, che si chiama cicuta (è una pianta tossica, soprattutto nei semi, e ha l’effetto di raffreddare via via il corpo fino a farlo morire).
Qual è la principale caratteristica dell’uomo per Socrate?
Socrate appartiene con i sofisti alla fase della filosofia greca antica dedicata alla riflessione sull’uomo.
L’aspetto fondamentale dell’uomo è per lui il dialogo.
Cos’è il dialogo? e che caratteristiche ha?
In dialogo in generale è una discussione a voce su uno o più argomenti che coinvolge più individui, in cui ogni partecipante esprime delle opinioni (cioè delle verità soggettive e delle verità intersoggettive) e in cui ci si fanno domande e si danno risposte. Il dialogo per Socrate è una discussione a voce tra lui e altri individui che ha le seguenti caratteristiche: sapere di non sapere, ironia, confutazione, maieutica.
Cosa si intende per “sapere di non sapere”?
Sapere di non sapere vuol dire che Socrate conosce (“sapere”) di essere ignorante (“non sapere”), ovvero conosce che la sua conoscenza (il sapere, appunto) ha dei difetti (un difetto è da intendersi in questo caso come una caratteristica negativa).
Quali sono i difetti della conoscenza?
Tra questi difetti, ad esempio:
- Socrate non conosce tutte le realtà ma solo una parte di esse;
- anche se le conosce non è detto che le conosca in modo approfondito;
- anche se le conosce, magari non le capisce(non intende che cosa sono) o le capisce solo in parte…
Perché è positivo il sapere di non sapere?
Apparentemente sembra che il sapere di non sapere sia un fattore negativo perché è l’accorgersi che la propria conoscenza è difettosa. Invece per Socrate il sapere di non sapere è qualcosa di positivo. Di seguito i motivi della sua positività.
A) Se un uomo sa di non sapere, ossia conosce i difetti della sua conoscenza, ha voglia di conoscere.
Infatti:
-se io so(conosco) che alcuni contenuti non li conosco, sarò invogliato a conoscerli;
-se so(conosco) che alcuni contenuti li conosco male, sarò invogliato a conoscerli bene;
-se so(conosco) che alcuni contenuti non li ho capiti o li ho capiti solo in parte, sarò invogliato a capirli e a capirli per intero.
Perché è negativo il sapere di sapere?
Invece gli uomini che sanno di sapere, cioè conoscono che la loro conoscenza non ha dei difetti, o, che è lo stesso, non sanno di non sapere(ossia non conoscono che la loro conoscenza ha dei difetti), non sono invogliati a conoscere.
In effetti:
-se io penso che conosco tutto, non sono invogliato a conoscere nuovi contenuti perché credo che li so già tutti;
-se io penso che conosco bene i contenuti, non sarò invogliato a conoscerli meglio perché sono convinto che già li conosco in modo adeguato;
-se io penso di capire i contenuti, non sarò invogliato a capirli meglio perché ritengo di capirli già al più alto livello.
Cos’è l’ironia nel linguaggio comune?
Nel linguaggio comune, ”ironia” è quando un uomo dice qualcosa ma pensa l’opposto di ciò che dice e adotta però un comportamento che fa capire a chi lo ascolta quello che davvero pensa.
Cos’è l’ironia per Socrate?
Socrate usa l’ironia all’inizio del dialogo.
Infatti lui si presenta agli interlocutori come colui che sa di non sapere, ossia che conosce che la sua conoscenza ha dei difetti, in particolare il difetto di non conoscere l’argomento della discussione. Proprio perché non lo conosce vuole conoscerlo attraverso i suoi interlocutori.
Quindi li invita a parlare loro dell’argomento della discussione proprio perché afferma che loro lo conoscono mentre lui non lo conosce.
Lui sta facendo ironia perché dice qualcosa ma in realtà pensa l’opposto: infatti lui dice che loro sanno l’argomento della discussione quando in realtà lui pensa l’opposto (cioè che loro non sanno tale argomento).
In effetti farà vedere nella confutazione, che è la fase del dialogo successiva all’ironia, che la loro conoscenza dell’argomento ha dei difetti.
Cos’è la confutazione?
Confutare, dal latino, significa “distruggere”, ”abbattere”.
La confutazione infatti è la fase del dialogo in cui Socrate distrugge ciò che gli interlocutori hanno detto dell’argomento della discussione.
Distrugge(o abbatte)nel senso che fa vedere a coloro che parlano con lui che i discorsi che hanno fatto sull’argomento della discussione hanno dei difetti: ad esempio, hanno usato delle parole in modo sbagliato, hanno capito male alcuni contenuti, hanno detto prima un’informazione e poi durante la discussione hanno detto esattamente l’opposto, hanno usato delle tautologie….
Perché la confutazione è utile agli interlocutori di Socrate?
Con la confutazione gli interlocutori si accorgono per la prima volta dall’inizio del dialogo che sanno di non sapere, ossia conoscono solo da quel momento che la loro conoscenza(in questo caso dell’argomento della discussione) ha dei difetti.
E’ un passo in avanti rispetto alla fase dell’ironia perché durante l’ironia essi sanno di sapere(o,che è lo stesso, non sanno di non sapere) mentre ora capiscono che sanno di non sapere(e si è già spiegato il valore positivo del sapere di non sapere).
Perciò Socrate sapeva di non sapere fin dall’inizio del dialogo mentre i suoi interlocutori lo capiscono solo a partire dalla confutazione.
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