Psicologia clinica - Sanavio, Cornoldi Flashcards

1
Q

che cosa significa approccio clinico

A

greco -> letto: le attività che il medico svolge al letto del malato

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2
Q

finalità della psicologia clinica

A

porgere aiuto rispondere alla dimensione psicologica

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3
Q

approccio clinico

A

presa diretta con i problemi concreti

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4
Q

come deve essere l’osservazione nell’approccio clinico

A

prolungata e silenziosa

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5
Q

2 tipi di approccio clinico

A

idiografico e nomotetico

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6
Q

approccio idiografico

A

mira il singolo nella sua forma

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7
Q

approccio nomotetico

A

cerca di scoprire le leggi e la natura delle cose

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8
Q

com’è collegato il lavoro clinico con la psicologia di base

A

il lavoro clinico è la scienza applicata delle conoscenze e metodologie sviluppate dalla psicologia di base

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9
Q

di cosa si occupano gli psicologi clinici

A

anche di disturbi mentali, infatti lavorano in servizi e strutture di salute mentale

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10
Q

cos’è la American psychological association

A

prima associazione di psicologia clinica

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11
Q

cosa fa la psicologia clinica secondo la spiegazione dell’American psychological association

A

integra scienza, teoria e pratica per capire e alleviare disadattamento, disabilità e disagio e promuove l’adattamento umano e lo sviluppo personale

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12
Q

definizione italiana della psicologia clinica

A

interventi atti a promuovere le condizioni di benessere socio-psico-biologico e i relativi comportamenti, anche preventivi, nelle diverse situazioni cliniche e ambientali

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13
Q

1875 Lipsia

A

primo laboratorio di psicologia, fondato da Wundt

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14
Q

1880 ipnosi

A

legittimo trattamento in psichiatria, studi sull’isteria su Anna O.

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15
Q

1890 test

A

creazione di test mentali

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16
Q

1892 apa

A

nascita dell’american psychological association

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17
Q

1896 Pennsylvania

A

nascita ufficiale della psicologia clinica, cattedra in Pennsylvania

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18
Q

1900 Freud

A

pubblicazione de l’interpretazione dei sogni

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19
Q

1904 manicomi

A

strutture cardine nella cura dei malati mentali

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20
Q

1910 sip

A

società italiana di psicologia

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21
Q

1913 comportamentismo

A

watson

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22
Q

1921 jung e rorschach

A

tipi psicologici di jung e tavole di rorschach

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23
Q

1923 riforma Gentile

A

abolito l’insegnamento della psicologia a favore della storia della filosofia

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24
Q

1925 spi

A

società psicoanalitica italiana

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25
Q

1933 hitler

A

hitler avvia la sterilizzazione per pazienti psicoanalitici

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26
Q

1939 guerra

A

assistenza alle vittime con traumi di guerra

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27
Q

1945 connecticut

A

primo riconoscimento legale della professione

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28
Q

1952 dsm-1

A

prodott dall’american psychiatric association

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29
Q

1958 harlow

A

studi scimmia spugna e gommapiuma

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30
Q

1963-78 basaglia

A
  • trieste
  • psichiatria si svincola dalla neurologia
  • legge basaglia
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31
Q

1987 omosessualità

A

non viene più considerata un disturbo mentale

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32
Q

2007 scuole di specializzazione

A

Sì laureati in psicologia clinica

No laureati in medicina

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33
Q

ottica dello psicologo clinico

A

ottica del particolare

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34
Q

esame psicodiagnostico

A

raccolta, analisi ed elaborazione di informazioni

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35
Q

raccolta di informazioni nell’esame psicodiagnostico

A

NO passiva raccolta di informazioni

SI processo attivo simile al problem solving e decision making

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36
Q

visione del soggetto nell’esame psicodiagnostico

A

NO categorizzazione del soggetto all’interno di una determinata malattia
MA approfondimento e analisi del singolo caso e delle sue peculiarità

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37
Q

qual è l’asse portante dell’esame psicodiagnostico

A

il colloquio clinico

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38
Q

finalità del colloquio clinico

A

esame del problema che porta il paziente a rivolgersi ad uno psicologo clinico

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39
Q

cosa analizzare durante il colloquio clinico

A

storia del soggetto e caratteristiche personologiche

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40
Q

cosa sono le caratteristiche personologiche

A

caratteristiche familiari e sociali di un soggetto

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41
Q

come deve essere l’ascolto durante il colloquio clinico

A

NO semplice ascolto empatico

MA esplorare il sistema cognitivo verbale: ciò che il paziente pensa e dice di sé

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42
Q

primo colloquio

A

convenevoli sociali e di che problema si parla.

  • attenzione sul presente e poi prima insorgenza del problema
  • allargamento ad altri problemi presenti
  • NO raccogliere informazioni, SI dare informazioni
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43
Q

modello multidimensionale

A

canale verbale, osservazione diretta del comportamento , registrazione strumentale dell’attivazione psicofisiologica

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44
Q

canale verbale del modello multidimensionale

A

informazioni che un soggetto fornisce nel corso di un colloquio clinico (influenzate da variabili di contesto)

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45
Q

osservazione diretta del comportamento del modello multidimensionale

A

informazioni offerte dal comportamento non verbale (influenzate da variabili di contesto)

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46
Q

registrazioni strumentali dell’attivazione psicofisiologica del modello multidimensionale

A

frequenza cardiaca, respiratoria, attività cerebrale, ecc

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47
Q

indipendenza degli indici nel modello multidimensionale

A

NO per forza correlazione fra i diversi canali

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48
Q

cosa fa la valutazione multidimensionale

A

cerca di integrare informazioni e misurazioni provenienti da diversi piani

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49
Q

esame diagnostico

A

pluralità di tecniche

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50
Q

cos’è l’assessment psicofisiologico

A

valutazione delle specifiche modalità del sistema di risposte psicofisiologiche della persona in esame

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51
Q

indici psicofisiologici dell’esame psicofisiologico

A

livello di tensione muscolare, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, pressione sistolica e diastolica, attività delle ghiandole sudoripare della pelle (conduttanza cutanea)

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52
Q

alessitimia

A

incapacità a riconoscere, denominare e verbalizzare il mondo delle emozioni e ciò favorirebbe l’insorgenza di malattie psicosomatiche

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53
Q

a quale teoria associamo l’alessitimia

A

alla teoria psicodinamica

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54
Q

quali tipi di psicodiagnosi

A
  • esame psicodiagnostico
  • colloquio clinico
  • modello multidimensionale
  • “assessment” psicofisiologico
  • osservazione
  • interviste strutturate
  • test psicodiagnostici autovalutativi
  • tecniche proiettive
  • test di intelligenza
  • valutazione cognitiva e neuropsicologica di specifiche funzioni
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55
Q

osservazione naturalistica

A

quando ha luogo nell’ambiente naturale nel quale spontaneamente si verifica il comportamento in esame

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56
Q

reattività di comportamento nell’osservazione naturalistica

A

cambiamento che il comportamento di una persona viene ad avere per il solo fatto di essere osservata, va scemando con il ripetersi delle osservazioni

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57
Q

esempi di reattività di comportamento

A

casi di disturbi alimentari

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58
Q

esempi di reattività di cambiamento scemata

A

ADHD

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59
Q

strumenti dell’osservazione

A

griglia di osservazione e automonitoraggio

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60
Q

griglia di osservazione

A

raramente costruita ex novo dallo psicologo

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61
Q

automonitoraggio

A

tecnica intermedia fra la valutazione soggettiva e l’osservazione (effetti di reattività)

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62
Q

problema della diagnosi

A

legata al funzionamento mentale di chi la effettua

es. cercare conferma per l’ipotesi formulata

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63
Q

soluzione al problema della diagnosi

A

interviste strutturate

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64
Q

cos’è un’intervista strutturata

A

è simile al colloquio clinico ma meno libera

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65
Q

efficacia della tecnica standardizzata nell’intervista strutturata

A

diverso intervistatore ma stesse risposte

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66
Q

adult attachament interview (Georg, Kaplan, Main)

A

classificazione dello stile di attaccamento sopra i 16 anni

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67
Q

com’è strutturata l’adult attachament interview

A

intervista semistrutturata di 1h ca. con 18 domande aperte. Le risposte sono audio e video registrate.
Si riferisce alle figure di riferimento dell’infanzia

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68
Q

Strange situation (attaccamento prima infanzia)

A

studia i vari tipi di attaccamento: distanziante, sicuro, preoccupato, con lutti o traumi non risolti

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69
Q

intervista strutturata type A

A

pone l’attenzione sul comportamento dell’intervistato = intervista provocativa.
L’intervistatore non tende tanto ad ascoltare empaticamente il paziente, quanto a far emergere in lui possibili reazioni di irritazione e ostilità

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70
Q

dove viene usata la videoregistrazione nell’intervista strutturata type A

A

solo in strutture di altissima specializzazione

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71
Q

intervista clinica strutturata

A

fa riferimento al sistema di diagnosi delle malattie mentali del dsm-5 (presente/non presente, livello soglia/stadio clinico).
Utilizzare moduli diversi a seconda dell’intervistato che si ha davanti e delle risposte iniziali

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72
Q

Camberwell family interview

A

prende in considerazione l’emotività SOLO ESPLICITA del familiare del paziente psichiatrico.
videoregistrazione

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73
Q

finalità della camberwell family interview

A

intervento sul nucleo familiare per ridurre le ricadute del paziente

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74
Q

yale-brown

A

disturbo ossessivo compulsivo.

Misurare la gravità al momento di sintomi ossessivi compulsivi (quando il disturbo è già diagnosticato)

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75
Q

da cosa è composto il test yale-brown

A

10 item: 5 ossessioni e 5 compulsioni

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76
Q

k-sads

A

test sul piano evolutivo: intervista prima ai genitori e poi ai bambini.
PRIMA INTERVISTA: intervista introduttiva non strutturata
DOPO LA PRIMA INTERVISTA: intervista diagnostica che indaga tutte le aree della psicopatologia dell’età evolutiva

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77
Q

tipologie interviste strutturate

A
  • adult attachament interview
  • strange situation
  • intervista strutturata type A
  • intervista clinica strutturata
  • camberwell family interview
  • yale-brown
  • k-sads
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78
Q

quando si fanno i test psicodiagnostici autovalutativi

A

accanto ad approfondimenti.

Prima test ad ampio spettro, poi più mirati per far emergere ipotesi di approfondimento del problema

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79
Q

quali tipo di test

A

3 ad ampio spettro (minnesota, batteria cba, misurazione dell’ansia) e 3 mirati (back depression inventory, valutazione dei disturbi di personalità)

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80
Q

minnesota multiphasic personality inventory

A

questionario di personalità anni ‘30

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81
Q

presupposto del questionario minnesota

A

idea che le differenti forme psicopatologiche che non sono altro che la caratterizzazione in grado estremo di caratteristiche psicopatologiche che sarebbero distribuite normalmente nella popolazione comune

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82
Q

scale cliniche del minnesota

A

ipocondria, depressione, paranoia, ipomania

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83
Q

batteria CBA

A

individuare eventuali aree disfunzionali nella situazione di vita del soggetto

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84
Q

integrazioni batteria CBA

A

orizzontale e verticale

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85
Q

integrazione orizzontale batteria CBA

A

modello multidimensionale e integrazione fra le diverse componenti dell’esame psicodiagnostico

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86
Q

integrazione verticale batteria CBA

A

strategia flessibile per approfondimenti successivi

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87
Q

misurazione dell’ansia chi l’ha studiata

A

Spielberger

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88
Q

ansia di stato (misurazione dell’ansia)

A

stato transitorio emozionale, aumentata attività del sistema nervoso autonomo

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89
Q

ansia di tratto (misurazione dell’ansia)

A

differenze tra le persone nella tendenza a rispondere con elevazione dell’intensità dell’ansia di stato a situazioni percepite come minacciose

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90
Q

Back Depression inventory

A

misura dell’intensità di depressione

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91
Q

come si misura l’intensità di depressione (back depression inventory)

A

evoluzione dello stato d’umore nel corso di un episodio depressivo

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92
Q

differenza fra test e diagnosi

A

il risultato del test non è mai sufficiente per una diagnosi

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93
Q

valutazione dei disturbi di personalità

A

questionario per autosomministrazione.

175 item

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94
Q

cos’è un’ipotesi proiettiva

A

le risposte che dà un individuo a stimoli ambigui riflettono attributi stabili della sua personalità

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95
Q

perché vengono chiamate tecniche proiettive e non test proiettivi

A

perché non ci sono gli stessi risultati se vengono ripetuti a distanza di tempo

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96
Q

primi metodi proiettivi

A

lo psicologo leggeva delle parole e il paziente era invitato a rispondere associando la prima parola che gli venisse in mente

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97
Q

successivi metodi proiettivi

A

interpretazione di stimoli dal significato incompleto, test semiproiettivi con stimoli simili a fumetti incompleti, produzione di disegni, scelta dei colori

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98
Q

dove vengono più usate le tecniche proiettive e perché

A

in Italia perché considerate più affidabili

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99
Q

più nota tecnica proiettiva

A

reattivo psicodiagnostico di Rorschach

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100
Q

per cosa è utile la tecnica delle tavole di Rorschach

A

per studiare problemi di percezione -> macchie casuali

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101
Q

interpretazione nelle tavole di Rorschach

A

si basa sulla frequenza delle caratteristiche delle risposte

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102
Q

chiave di lettura delle tavole di Rorschach

A

pluralità di metodi di impiego perché non vi è una definitiva chiave di lettura visto che R. morì prematuramente

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103
Q

finalità dei test di intelligenza

A

per capire se le difficoltà sono riscontrabili a ritardo mentale o demenza

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104
Q

test QI più popolare

A

scale di Wechsler, più utilizzate nei paesi occidentali

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105
Q

validità scale di Wechsler

A

solidità, flessibilità e standadizzazione.

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106
Q

flessibilità delle scale di Wechsler

A

continuo adattamento e rinnovamento -> margine di sicurezza del 95%

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107
Q

scale di Wechsler per chi?

A

per l’adulto e due costruite per i bambini (sotto e sopra i 6-7 anni)

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108
Q

cosa esaminano le scale di Wechsler

A

aspetti differenti del sistema cognitivo e del suo funzionamento

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109
Q

valore dei punteggi nelle scale di Wechsler

A
  • 10 media
  • 3 deviazione standard
  • 6/7 presenta difficoltà
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110
Q

cosa fare davanti al decadimento intellettivo dell’anziano

A

procedere ad una diagnosi più specifica di eventuali disfunzioni

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111
Q

come valutare specifiche funzioni

A

un individuo può avere difficoltà in un’area cognitiva ma non in un’altra

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112
Q

vantaggio delle valutazioni specifiche

A

diagnosi più precisa del problema del malato per avere anche informazioni su una valutazione medica generale e prendere decisioni relative alle modalità dell’intervento

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113
Q

primi tentativi di classificazione dei disturbi mentali

A

fatta nell’800 per fornire una classificazione delle malattie internazionalmente condivisa

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114
Q

1946 oms

A

classificazione internazionale delle malattie mentali ma lavoro grossolano

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115
Q

dsm5 1952

A

comunità psichiatri americani ateoretici = NO scelte epistemologiche

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116
Q

cause dei disturbi mentali

A

tuttora materia dubbia e controversa, le conoscenze al riguardo si modificano continuamente

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117
Q

disturbi psicologici in età evolutiva

A

elementi specifici che nell’adulto non compaiono o sono diversificati

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118
Q

cosa è difficile da fare nei disturbi psicologici in età evolutiva

A

tracciare una linea tra quella che può essere una crisi transitoria o un vero e proprio disturbo

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119
Q

fonte di errore nel concetto di disturbo

A

si pensa che la malattia o esista o non esista (come nelle malattie fisiche)

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120
Q

uso dei modelli ottimali di adattamento

A

si trovano sempre criticità

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121
Q

uso dei principi statistici elementari

A

stabilisce a priori quando un comportamento può essere considerato problematico

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122
Q

considerazione di anormalità

A

una cosa anormale in una società, non è detto che lo sia in un’altra

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123
Q

due gradi nella classificazione dimensionale dei disturbi psicologici evolutivi

A

tassonomicità e continuità

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124
Q

tassonomicità

A

distinguono in categorie diverse i disturbi che si possono presentare

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125
Q

critica della tassonomicità

A

troppa semplificazione

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126
Q

continuità

A

considerato un certo aspetto si assume che un bambino lo possieda (presenta in disturbo) o non lo possieda

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127
Q

cosa fanno i test di personalità (descrizione dimensionale)

A

descrizione dell’individuo e di sue eventuali problematiche lungo una serie di dimensione

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128
Q

descrizione multidimensionale del bambino

A

esaminare problematiche descritte nei sistemi classificatori e considerarli tutte potenzialmente presenti in uno stesso individuo e a tutti i livelli possibili di intensità

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129
Q

per ogni sintomo descritto nella descrizione multidimensionale

A

grado di intensità da 0 a 3 valutato da genitori e insegnanti

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130
Q

descrizione multidimensionale ricondotta a due fattori

A

sintomi internalizzanti e sintomi esternalizzanti

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131
Q

sintomi internalizzanti

A

problemi su cui io bambino ripiega, senza esibirli

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132
Q

sintomi esternalizzanti

A

diretti verso l’ambiente e altre persone

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133
Q

fattori di un disturbo

A

biologici o legati all’esperienza.

Alcuni ricercatori danno importanza ad entrambi

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134
Q

predisposizione nell’impostazione biologica

A

familiarità e gemelli monozigoti

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135
Q

impostazione psicobiologica

A

NO SOLO ricerca genetica MA ANCHE aspetti sottostanti ai disturbi psicologici

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136
Q

modelli cognitivisti di ricerca nell’impostazione psicobiologica

A

eziologica e funzionale

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137
Q

ricerca eziologica

A

quali fattori hanno prodotto un certo effetto

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138
Q

ricerca funzionale

A

descrivere come agisce e si configura un effetto

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139
Q

teorie dello stress nell’impostazione psicobiologica

A

una predisposizione al disturbo sfocia in patologia solo se si verificano condizioni di particolare stress

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140
Q

impostazione comportamentista

A

si pensa che lo sviluppo psicologico fosse la risultante dell’esperienza assimilata attraverso i principi di base dell’apprendimento comportamentista

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141
Q

approccio cognitivo comportamentale

A

coniuga concetti cognitivisti e comportamentisti

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142
Q

teoria sociomotivazionale dell’apprendimento

A

problematiche psicologiche possono essere il risultato di interazioni tra fattori esperienziali, motivazionali e sociali

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143
Q

approccio psicoanalitico

A

si bassa sulle esperienze precoci e inconsce perché sono incontrollabili e continuano a produrre i loro effetti

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144
Q

dimensione dell’attaccamento (bowlby 1969)

A

un buon attaccamento originario costituisce le premesse per un buono sviluppo dell’affettività, un cattivo attaccamento produrrà ansia ed eccessiva preoccupazione di essere allontanato dalle persone care

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145
Q

stili studiati dalla dimensione dell’attaccamento

A
  • sicuro
  • insicuro/evitante
  • insicuro/ambivalente
  • disorganizzato
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146
Q

stile sicuro

A

tranquillo con la madre, turbato con lo sconosciuto

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147
Q

stile insicuro evitante

A

indifferente nei confronti della madre

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148
Q

stile insicuro ambivalente

A

sentimenti contraddittori nei confronti della madre

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149
Q

stile disorganizzato

A

comportamenti stereotipici

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150
Q

studi sul rischio psicosociale

A

riconoscere come dei fattori possano produrre un valore di rischio cumulativo che, se superata una certa soglia, produrranno un problema

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151
Q

fattore di rischio in considerazione di nucleo monogenitoriale

A

più a rischio di grave disagio

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152
Q

svantaggio socioculturale

A

finanziando un intervento economico, sociale e psicologico si fa risparmiare la società

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153
Q

conseguenze dello svantaggio socioculturale

A

NO pari opportunità e sicurezze del coetaneo agiato
NO stimoli ricchi e articolati
emarginazione della famiglia

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154
Q

bullismo

A

comportamento prepotente manifestato, con costanza nel tempo, che produce una interazione prevaricante su una vittima

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155
Q

da cosa dipende il profilo del bullo

A

caratteristiche individuali e sistemi di interazione sociale

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156
Q

profilo del bullo

A

sostenuto da altri membri del gruppo, anche senza problematiche psicopatologiche

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157
Q

fattori sociali di rischio alla tossicodipendenza

A

insuccesso scolastico, mancanza di reti sociale forti, frequentazioni di ambienti errati, modelli culturali sbagliati ma ci sono anche profili individuali a rischio

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158
Q

delinquenza giovanile

A

strettamente legata alla tossicodipendenza

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159
Q

tipologie di delinquente

A
  • socializzato
  • non socializzato psicopatico
  • nevrotico disturbato
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160
Q

delinquente socializzato

A

condivisione con altri compagni del proprio comportamento delinquenziale

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161
Q

delinquente non socializzato psicopatico

A

non è legato a un gruppo

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162
Q

delinquente nevrotico disturbato

A

agisce da solo ma presenta timidezza, isolamento e ansia

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163
Q

cos’è il disturbo della condotta

A

comportamenti scarsamente controllati che violano diritti degli altri e norme sociali

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164
Q

attenzione/iperattività

A

difficoltà di mantenere l’attenzione e controllare il grado della propria attività

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165
Q

DSA

A

difficoltà scolastiche gravi e continue non riferibili ad un chiaro fattore esterno -> difficoltà intrinseca

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166
Q

cosa attivare per un funzionamento cognitivo nei dsa

A

NON SOLO lettura, scrittura e calcolo

MA ANCHE comprensione del testo, problem solving

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167
Q

disturbi della comunicazione

A

può sfociare in un disturbo dell’apprendimento

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168
Q

esempio di disturbi della comunicazione

A

balbuzie

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169
Q

problemi trasversali delle balbuzie

A

disagio emotivo e comunicativo nel soggetto e nell’interlocutore

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170
Q

fattori delle balbuzie

A

genetica, sesso (più frequente nei maschi), fisiologia, cattive abitudini di eloquio

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171
Q

disturbo della coordinazione motoria

A

difficoltà a sviluppare abilità di movimento e di coordinazione del corpo

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172
Q

problemi della disabilità intellettiva e mentale

A

adattamento e vita sociale

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173
Q

disturbo generalizzato dello sviluppo più noto

A

autismo

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174
Q

cos’è l’autismo

A

compromissione di molteplici aree dello sviluppo.

Soprattutto interagire e comunicare

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175
Q

disturbo dell’autismo infantile precoce da chi è stato descritto e quando

A

da Kanner nel 1943

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176
Q

in cosa consiste il disturbo dell’autismo infantile precoce

A

difficoltà nel comunicare

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177
Q

disturbo di Asperger

A

simile all’autismo ma con minore compromissione dell’autonomia, del linguaggio e della comunicazione

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178
Q

criteri per la diagnosi dell’autismo

A
  1. deficit persistenti nella comunicazione sociale e nell’interazione
  2. pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi
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179
Q

ipotesi di Bettlheim sull’autismo

A

influenza l’atteggiamento freddo e privo d’amore dei genitori

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180
Q

critica all’ipotesi di Bettlheim

A

scarse prove empiriche sulle sue teorie sull’autismo

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181
Q

local biases nell’autismo

A

focalizzazione sui dettagli e l’assenza di un quadro d’insieme

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182
Q

autismo negli ultimi anni

A

aumento di diagnosi di autismo, perché più studiato

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183
Q

differenza fra disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

A

nutrizione: infanzia e fanciullezza
alimentazione: adolescenza ed età adulta

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184
Q

disturbi della nutrizione

A

ingestione di sostanze non commestibili, ripetuto rigurgito e/o rimasticamento

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185
Q

disturbi dell’alimentazione

A

anoressia, bulimia, ecc

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186
Q

disturbi da tic grave

A

quando i tic si sommano, si accentuano e si mantengono nel tempo

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187
Q

disturbo di Tourette

A

tic motori e vocali: provoca serie difficoltà sociali

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188
Q

disturbi di evacuazione

A

enuresi: incapacità di controllare l’urina
encopresi: incapacità di controllare le feci

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189
Q

trattamento per i disturbi di evacuazione

A

farmacologico e psicologico

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190
Q

ansia

A

eccessiva risposta emotiva a situazioni che non la giustificano, errata valutazione cognitiva della situazione e delle proprie capacità di affrontarla (e reazioni fisiologiche)

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191
Q

disturbo ossessivo compulsivo del bambino

A

rituali di pulizia legati all’ossessione per lo sporco e la contaminazione

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192
Q

disturbo d’ansia del bambino

A

paura di essere separato dalla persona che si prende cura di lui

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193
Q

disturbi depressivi nel bambino

A

stessi sintomi dell’adulto con accentuazione di irritabilità e lamentele fisiche

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194
Q

sistemi di cura per i disturbi depressivi del bambino

A

non è detto che siano efficaci gli stessi che vengono usati per gli adulti

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195
Q

concezione nell’antichità di follia

A

religiosa e laica

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196
Q

concezione religiosa della follia

A

inviata dagli dei: espediente di cui si servono quando vogliono punire

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197
Q

concezione laica della follia

A

filosofi che cercano spiegazioni razionali

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198
Q

visione medievale della follia

A

follia = demonio

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Q

follia durante umanesimo e rinascimento

A

migliora la condizione dei folli

200
Q

“nave dei folli” germania

A

esistenza vagabonda dei folli e li si lasciava scorazzare

201
Q

enrico viii inghilterra ospizi

A

divenne uno svago domenicale andare a vedere i pazzi

202
Q

riforma di Pinel 1793

A

i folli sono esseri umani quindi spettano loro i diritti e la dignità proclamati dalla rivoluzione francese

203
Q

Kraepelin ‘800

A

padre della psichiatria moderna. Differenza fra psichiatria descrittiva e fenomenologica

204
Q

psichiatria descrittiva

A

si interessava più di malattia che di malati

205
Q

psichiatria fenomenologica

A

si ispirava ai filosofi.

malattia mentale = uno dei modi di porsi dell’essere umano

206
Q

freud ‘900 psicoanalisi

A

venne ripristinata la linea di continuità tra normalità e patologia

207
Q

psichiatria oggi

A

causalità multipla dei disturbi mentali = mai attribuibili ad una sola causa

208
Q

stigma sociale

A

insieme di atteggiamenti, stereotipi e credenze che un gruppo nutre nei confronti di altri gruppi

209
Q

4 fasi dello stigma

A
  1. etichettatura
  2. etichetta associata alle credenze e agli stereotipi propri di quella società
  3. le persone vengono considerate in base alla propria etichetta
  4. queste persone hanno una perdita di status
210
Q

su cosa è basato lo stigma sociale

A

sull’ignoranza

211
Q

capacità di intendere

A

riconoscere correttamente il significato e il valore dei fatti e delle azioni secondo la cultura corrente

212
Q

capacità di volere

A

agire o non agire come conseguenza di una scelta libera e ragionata

213
Q

cosa ha sostituito il tso

A

il ricovero coatto del 1904

214
Q

finalità del tso

A

tutela della salute

215
Q

tso negli anni

A

il numero di tso si va riducendo con il miglioramento dell’assistenza e della prevenzione

216
Q

istituzione totale

A

luogo di residenza e di lavoro di gruppi di persone che si trovano a dividere una situazione comune
(manicomio)

217
Q

le istituzioni totali secondo Goffman

A

meccanismi di esclusione e violenza. Descrive ciò che realmente succede in un’istituzione totale: producono una patologia (sindrome da istituzionalizzazione)

218
Q

obiettivo legge Basaglia del ‘78

A

ridurre la segregazione e il contenimento fisico.
Riconoscere i diritti e la necessità di una vita di qualità dei pazienti che possono essere meglio seguiti e curati da ambulatori territoriali

219
Q

cosa si temeva con la legge Basaglia

A

aumento di crimini e suicidi con l’immissione dei malati mentali nelle comunità, ma ciò non è avvenuto

220
Q

fenomeno della porta girevole

A

il malato rientra dopo la dimissione, a causa dell’inadeguatezza delle cure

221
Q

salute mentale basata sulle evidenze

A

far dipendere le decisioni sanitarie da prove di efficacia (Cochrane)

222
Q

prove di efficacia

A

una terapia va considerata inefficace fino a prova contraria

223
Q

livelli di affidabilità di strategie diagnostiche e terapeutiche

A

A: procedura fortemente raccomandata, sostenuta da prove scientifiche
B e C: procedure sui quali si nutrono dei dubbi
D e E: procedure sconsigliate

224
Q

livelli di prova di strategie diagnostiche e terapeutiche

A

livello 1: studi clinici controllati e revisionati

livelli successivi: prove via via meno solide

225
Q

obiettivi delle linee guida sulle strategie diagnostiche e terapeutiche

A
  • migliorare la qualità dell’assistenza
  • ridurre disparità geografiche e sociali
  • ridurre i costi
  • promuovere comportamenti professionali
  • possono facilitare la comunicazione fra paziente e professionista
226
Q

protocolli diagnostico-terapeutici

A

schemi predefiniti che descrivono il possibile percorso di gruppi di pazienti

227
Q

epidemiologia dei disturbi mentali

A

disciplina che studia le frequenza e la distribuzione dei fenomeni morbosi e alcune variabili che contribuiscono alla loro insorgenza e diffusione

228
Q

risultati degli studi epidemiologici

A

difficilmente generalizzabili e studi costosi

229
Q

world mental health

A

progetto internazionale del 2000

230
Q

ESEeD

A

sezione europea associata al world mental health

6 paesi europei tra cui l’Italia

231
Q

cosa ha scoperto l’ESEeD

A

1 persona su 4 va incontro a un disturbo mentale almeno una volta nella vita

232
Q

disturbi più comuni secondo l’ESEeD

A

depressione maggiore e fobie specifiche

233
Q

differenze rapporto di genere per le malattie mentali

A

le donne hanno il doppio di probabilità di andare incontro a un disturbo mentale ma gli uomini tendono a sminuire o non riconoscere i problemi

234
Q

disturbi con prevalenze simili di genere

A

schizofrenia e disturbi bipolari

235
Q

disturbi con prevalenze maschili

A

abuso/dipendenza di sostanze e disturbo antisociale di personalità

236
Q

comorbidità

A

presenza contemporanea di 2 o pù disturbi mentali

237
Q

depressione e comorbidità

A

depressione: macrocategoria in cui più spesso si osserva comorbidità

238
Q

peso dei pregiudizi

A

la maggior parte delle persone con problemi mentali non è assistita dai professionisti del settore

239
Q

sintomi psicotici per antonomasia

A

allucinazione e delirio

240
Q

allucinazione

A

percezione sensoriale che si manifesta in assenza di una stimolazione esterna del relativo organo di senso.
La persona può rendersi conto o meno che sta avendo un’allucinazione.
Allucinazioni transitorie possono manifestarsi in chi non è affetto da disturbi mentali

241
Q

delirio

A

falsa convinzione basata su errate deduzioni che viene fortemente sostenuta a dispetto di prove della sua falsità

242
Q

deliri di controllo

A

propri comportamenti sotto il controllo di qualcuno

243
Q

deliri erotomanici

A

una persona sia innamorata e cerca di corrispondere a distanza

244
Q

deliri di gelosia

A

il proprio coniuge sia infedele

245
Q

deliri di grandiosità

A

dispone di un particolare talento non riconosciuto

246
Q

deliri di insezione del pensiero

A

i pensieri che formula non siano propri

247
Q

deliri di persecuzione

A

convinzione di essere vittima di una cospirazione

248
Q

disturbo mentale più grave

A

schizofrenia.

Invalidante e limita l’autonomia di chi ne soffre

249
Q

spettro schizofrenico

A

gruppo di disturbi collegati e in sovrapposizione tra loro

250
Q

dov’è più presente la schizofrenia

A

nelle aree urbane

251
Q

diversi sottotipi di schizofrenia a seconda della sintomatologia predominante

A

paranoide, disorganizzato(eloquio e comportamento)

252
Q

decorso clinico della schizofrenia

A

fase prodromica, attiva e residuale

253
Q

fase prodromica schizofrenia

A

non sempre identificabile, raramente l’esordio è improvviso

254
Q

fase attiva schizofrenia

A

presenza della sintomatologia acuta

255
Q

fase residuale schizofrenia

A

non sono più presenti i sintomi ma non è ancora possibile la ripresa della vita precedente

256
Q

termine “psicotico”

A

compromissione importante dell’esame di realtà

257
Q

cause disturbi psicotci

A

condizioni mediche: infezioni al snc, indotti da sostanze o da astinenza

258
Q

disturbo delirante

A

presenza di uno o più deliri che persistono per almeno un mese. Esordio in età avanzata

259
Q

disturbo psicotico breve

A

alterazione che comporta l’insorgere improvviso di uno o più sintomi psicotici. Rischio di suicidio: alto
Persiste da un giorno a un mese

260
Q

disturbo schizoaffettivo

A

si combinano sintomi psicotici con caratteristiche di un disturbo dell’umore.
Rischio di suicidio: alto

261
Q

prognosi del disturbo schizoaffettivo

A

migliore della schizofrenia ma peggiore dei disturbi dell’umore

262
Q

disturbo schizofreniforme

A

sintomi della schizofrenia con durata compresa fra 1 e 6 mesi

263
Q

fattore di rischio più importante nei disturbi mentali

A

familiarità -> uno dei primi dati da raccogliere nell’anamnesi

264
Q

studi sulla famiglia

A

probabilità aumenta se la parentela è più vicina

265
Q

studi sui gemelli

A

monozigoti: similarità genetica del 100%
dizigoti: similarità genetica del 50% (come normali fratelli)

266
Q

studi sulle adozioni

A

hanno più probabilità di sviluppare la malattia che hanno avuto genitori biologici schizofrenici.
Ruolo importante: ambiente

267
Q

anomalie strutturali nel cervello dei pazienti con schizofrenia

A
  • perdita di tessuto cerebrale e riduzione della materia grigia della corteccia prefrontale
268
Q

ipotesi dopaminergica della schizofrenia

A

i sintomi psicotici e la schizofrenia derivano da un’eccessiva trasmissione di dopamina in alcune aree cerebrali

269
Q

critica all’ipotesi dopaminergica

A

NO eccesso di dopamina

SI ipersensibilità di specificii recettori

270
Q

stress per la schizofrenia

A

fattori genetici: predisponenti ma è necessario l’intervento di fattori ambientali (stress) perché si abbia l’insorgere di una malattia

271
Q

Bateson (scuola di Palo Alto)

A

disfunzioni di comunicazione all’interno della famiglia

272
Q

Frith

A

lo schizofrenico non ha controllo sui propri pensieri, percependoli all’esterno di sé

273
Q

Laing

A

schizofrenia e altre malattie mentali: reazioni di difesa di individui soffocati dalle pressioni sociali e familiari

274
Q

trattamento per la schizofrenia

A

intervento di più figure professionali tra loro coordinate

275
Q

cosa fare durante le fasi acute della schizofrenia

A

il ricovero è spesso necessario

276
Q

trattamento ideale per la schizofrenia

A

terapia farmacologica e interventi psicosociali

277
Q

interventi precoci per la schizofrenia

A

utili con soggetti al primo episodio psicotico

278
Q

diagnosi precoce della schizofrenia

A
  • riconoscimento dell’esordio psicotico e assistenza precoce
  • valutazione e trattamento della crisi
  • sostegno nella fase di recupero
279
Q

trattamenti biologici invasivi

A

Ippocrate: cura delle convulsioni .
-> febbre quartana
‘800: cura della paresi generale -> febbre malarica
‘30: cura ai pazienti psichiatrici -> crisi epilettiche

280
Q

elettroshock

A

considerata solo in base al fallimento di altre terapie.

Continua ad essere usata (molto raramente) anche se non ha base razionale

281
Q

lobotomia

A

psicochirurgia. Le sperimentazioni mostrarono che non si otteneva la scomparsa dei deliri ma la diminuzione del coinvolgimento emotivo che il paziente aveva

282
Q

perché i trattamenti invasivi furono praticati

A
  • assenza di risorse alternative
  • spregiudicatezza della classe media
  • primitivismo del pensiero medico e della legislazione
  • basarsi su almeno un caso “miracolato”
283
Q

episodio depressivo maggiore

A

fatto transitorio

284
Q

sintomi dell’episodio depressivo maggiore (almeno 5)

A
  • umore depresso per la maggior parte del giorno
  • marcata diminuzione di interesse e piacere per le attività
  • perdita o aumento di peso e dell’appetito
  • insonnia o ipersonnia
  • agitazione o rallentamento psicomotorio
    faticabilità
  • sentimenti di autosvalutazione o di colpa
  • ridotta concentrazione
  • pensieri ricorrenti di morte
285
Q

disturbo depressivo maggiore

A

caratterizzato dalla presenza di un episodio depressivo, il decorso successivo è variabile e spesso si presentano nuovi episodi

286
Q

disturbo distimico

A

umore depresso per almeno 2 anni. Caratterizzato da sintomi meno gravi che non pervengono mai ad un episodio depressivo maggiore

287
Q

ereditarietà della depressione

A

45-60% monozigoti

20% dizigoti

288
Q

studi di brain imaging

A

cosa si riscontra nel cervello

289
Q

brain imaging nella depressione

A

forte attività dell’amigdala e diminuita attività della corteccia prefrontale

290
Q

anomalie neurotrasmettitoriali della depressione

A

noradrenalina, serotonina e dopamina

291
Q

anomalie neuroendocrine della depressione

A

elevati livelli di cortisolo (ormone dello stress) e squilibrio dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene

292
Q

altri fattori di rischio per la depressione

A

struttura della personalità e modalità di elaborazione cognitiva (costrutto degli schemi cognitivi)

293
Q

cos’è il costrutto degli schemi cognitivi

A

strutture cognitive negative (visione negativa di sé) hanno origine in età infantile e adolescenziale a causa di esperienze e relazioni negative dell’infanzia

294
Q

rivoluzione della terapia

A

iproniazide, un farmaco degli anni ‘50, sviluppato in origine per la tubercolosi

295
Q

iproniazide

A

inibitore della monoaminossidasi: rendono inattivi gli enzimi che ossidano le monoamine

296
Q

monoamine

A

noradrenalina, serotonina e dopamina

297
Q

antidepressivi e psicoterapia

A

antidepressivi: sollievo già dopo due settimane
psicoterapia: tempi più lunghi

298
Q

quando iniziare la psicoterapia

A

attendere la fine o un alleviamento depressivo prima di iniziare un trattamento

299
Q

obiettivo della psicoterapia

A

NO sollievo immediato

SI prevenzione delle ricadute

300
Q

terapia cognitiva orientata alla “mindfulness”

A

praticata la meditazione ad integrazione delle tecniche cognitive

301
Q

cosa fa la meditazione

A

osservare i propri pensieri come oggetti da esaminare e osservare con distacco le proprie emozioni

302
Q

quando viene consigliata la meditazione in terapia

A

nei casi di depressione ricorrente

303
Q

cosa attenziona la psicoterapia interpersonale

A

NO il mondo interno del paziente

SI le relazioni che intrattiene

304
Q

quando è consigliata la psicoterapia interpersonale

A

nei casi di depressione lieve

305
Q

quando usare l’approccio terapeutico familiare

A

quando il paziente è un bambino o un adolescente

306
Q

episodio maniacale

A

umore elevato, espansivo o irritabile.

Almeno una settimana e compromette le attività

307
Q

episodio ipomaniacale

A

almeno 4 giorni, non compromette le attività

308
Q

disturbo bipolare

A

disturbo con più alta componente genetica

309
Q

trattamento per il disturbo bipolare

A

ricordo a stabilizzatori dell’umore paralleli alla terapia

310
Q

disturbo bipolare 1

A

decorso clinico con uno o più episodi maniacali

311
Q

disturbo bipolare 2

A

uno o più episodi depressivi maggiori e almeno un episodio ipomaniacale (e non maniacale)

312
Q

disturbo ciclotimico

A

alterazione dell’umore cronica. Numerosi episodi ipomaniacali e numerosi periodi con sintomi depressivi che non raggiungono l’intensità di un episodio depressivo maggiore

313
Q

parasuicidio

A

qualunque atto non fatale che provoca danni a se stesso

314
Q

perché il gesto del suicidio

A

atto vendicativo o richiamo dell’attenzione. Più frequente del suicidio

315
Q

mondo atemporale secondo il paziente gravemente depresso

A

il paziente non riesce a credere che la sua condizione possa essere transitoria

316
Q

suicidio razionale

A

NO malattie mentali

SI scelta responsabile

317
Q

come affrontare l’argomento suicidio

A

tatto, tempismo e sensibilità

318
Q

mito sul parlare del suicidio

A

pericoloso perché può far precipitare gli eventi

319
Q

verità nel parlare del suicidio

A

senso di sollievo del paziente nel poter affrontare un argomento imbarazzante

320
Q

cos’è l’adattamento

A

riconoscere facilmente un pericolo e attivare risorse appropriate

321
Q

cos’è la preoccupazione

A

attività cognitiva involontaria, in gran parte incontrollabile, associata a un senso di disagio emotivo.
Ed è un fenomeno adattivo

322
Q

che competenza favorisce la preoccupazione

A

il problem solving

323
Q

trasformazione disadattiva della preoccupazione

A

assume dimensioni eccessive e carattere parassitario -> rallenta il problem solving

324
Q

iperattività dell’amigdala nella depressione

A

ghiandola della paura e della collera

325
Q

rappresentazione del mondo secondo i depressi

A

minaccioso e pieno di pericoli

326
Q

rappresentazione di se stessi secondo i depressi

A

entità fragili e povere di risorse

327
Q

interventi nella depressione

A

a livello emozionale e a livello cognitivo

328
Q

soglia di disturbo d’ansia

A
  • ansia provoca limiti nelle attività
  • ansia si manifesta per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi
  • difficoltà a controllare la preoccupazione
329
Q

trattamento di 1 scelta per il disturbo d’ansia generalizzato

A

terapia

330
Q

attacco di panico

A

manifestazione d’ansia estremamente intensa, breve e transitoria

331
Q

attacchi di panico provocati dalla situazione

A

la paura inizia e cessa in concomitanza con l’esposizione alla situazione temuta

332
Q

attacchi di panico non provocati dalla situazione

A

inizio improvviso e raggiunge l’apice rapidamente

  • > credere di essere sul punto di morire
  • > essere sul punto di impazzire o perdere o il controllo
333
Q

disturbo di panico

A

attacchi inaspettati e ricorrenti per almeno un mese

334
Q

esordio dei disturbi di panico

A

tra la tarda adolescenza e i 35 anni

335
Q

sensibilità dei disturbi di panico in luoghi specifici

A

sensibilità a luoghi in cui è avvenuto l’attacco -> probabilità di averlo nuovamente in quel luogo.
può portare ad un disturbo di agorafobia

336
Q

fobie più complesse e diffuse

A

agorafobia e fobia sociale

337
Q

Freud, caso del piccolo Hans e il cavallo

fobia secondo Freud

A

dietro un minuscolo animale, il paziente deve avvertire un pericolo micidiale

338
Q

fobia secondo Watson

A

puri e semplici esempi di apprendimenti infelici

339
Q

trattamento per la fobia

A

nessun farmaco perché può allungare e ostacolare la terapia

340
Q

fobia sociale

A

teme di agire erroneamente o comportarsi in modo inadeguato. Le situazioni vengono evitate o tollerate con grande fatica e sofferenza

341
Q

Modello Clark e Wells della fobia sociale

A
  • distorsioni nella valutazione
  • criteri eccessivamente elevati nelle prestazioni sociali
  • convinzioni autosvalutative di sé e delle proprie capacità
  • ritenere gli altri molto attenti e competenti
342
Q

importante nell’elaborazione post evento per evitare la fobia sociale

A

far parlare il paziente

343
Q

cosa possono provocare gli eventi traumatici estremi

A

una forte reazione d’ansia

344
Q

che sintomi possono presentarsi dopo gli eventi traumatici

A
  • sintomi dissociativi
  • continuo rivivere l’evento traumatico
  • disagio psicologico
  • iperattività fisiologica ad eventi-stimolo
345
Q

disturbo acuto da stress

A

4 settimane successive al trauma

346
Q

disturbo post-traumatifco da stress

A

oltre un mese dopo l’evento traumatico

347
Q

che trattamento usare per il disturbo post-traumatico da stress

A

NO generico intervento psicologico

SI intervento specialistico e focalizzato sul trauma

348
Q

ossessione

A

pensiero, impulso o immagine mentale ricorrente e persistente, che causa ansia o disagio marcato, vissuti dall’individuo come intrusivi e inappropriati

349
Q

delirio

A

l’individuo non è consapevole che sia un prodotto della propria mente

350
Q

compulsione

A

comportamenti ingiustificati e ripetuti

351
Q

perché viene messa in atto una compulsione

A

per ridurre il disagio che accompagna un’ossessione o per prevenire qualche evento temuto

352
Q

disturbo ossessivo compulsivo

A

presenza di ossessioni e compulsioni che causano marcato disagio e interferiscono con le attività quotidiane e sociali

353
Q

paradosso nevrotico del disturbo ossessivo compulsivo

A

come sia possibile che una persona lucida e consapevole perseveri in condotte che sa essere assurde, controproducenti e dannose

354
Q

trattamento doc fino agli anni ‘60

A

psicoanalisi e psicochirurgia

355
Q

trattamento doc adesso

A

matrice cognitiva per i casi più lievi e farmacologica per i più gravi.
Doc recidiva se viene interrotta la terapia

356
Q

disturbo di dismorfismo corporeo

A

supposto difetto nell’aspetto fisico.
Insorge durante l’adolescenza
(spettro ossessivo)

357
Q

altri disturbi dello spettro ossessivo

A

tricotillomania, disturbo da accumulo

358
Q

disturbo dell’alimentazione ieri e oggi

A

incremento negli ultimi decenni per colpa in parte attribuita alla società

359
Q

rapporto femmine e maschi nei disturbi dell’alimentazione

A

10:1

360
Q

anoressia nervosa

A

privazione di cibo fino a raggiungere uno stato fisico gravissimo

361
Q

picchi di insorgenza dell’anoressia nervosa

A

14 e 18 anni

362
Q

motivi di mortalità causati dall’anoressia nervosa

A
  • denutrizione
  • squilibri elettrolitici
  • suicidi
363
Q

prime attenzioni per l’anoressia nervosa

A

dagli anni ‘60

364
Q

trattamento anni ‘70 dell’anoressia nervosa

A

importanza della terapia familiare per i pazienti più ostici

365
Q

“la gabbia dorata”

A

libro di Bruch, enigma dell’anoressia mentale

366
Q

cos’è la gabbia dorata

A

famiglia “perfetta”. Quindi l’anoressia non è una patologia del singolo ma familiare

367
Q

trattamento odierno per l’anoressia

A

equipe multidisciplinare

368
Q

bulimia

A

ingestione esagerata in un breve lasso di tempo -> sensazione della perdita di controllo

369
Q

differenza fra bulimia e golosità

A

bulimia: quantità

golosità: qualità

370
Q

sentimenti successivi alla bulimia

A

vergogna, spietata autocritica, umore depresso

371
Q

postabbuffata bulimia

A

vomito autoindotto, digiuno per i giorni successivi, esercizio fisico eccessivo

372
Q

come può essere la disfunzione sessuale

A

permanenet o acquisita

373
Q

fattori della disfunzione sessuale

A

psicologici, medicine e/o sostanze

374
Q

disturbo da desiderio sessuale ipoattivo maschile

A

carenza o assenza di pensieri o fantasie sessuali e di desiderio di attività sessuali

375
Q

disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione femminile

A

riduzione o assenza dei desideri e mancata risposta a stimolazioni genitali e non genitali

376
Q

disturbo erettile

A

difficoltà di avere o mantenere un’erezione durante un’attività sessuale

377
Q

disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione

A

marcata tensione o contrazione dei muscoli del pavimento pelvico durante il tentativo di penetrazione, marcato dolore vulvo-vaginale durante il rapporto e paura per il dolore

378
Q

4 disturbi per desiderio ed eccitazione

A

desiderio maschile e femminile, erettile e dolore penetrazione

379
Q

disturbo dell’orgasmo femminile

A

assenza, ritardo o riduzione delle sensazioni orgasmiche

380
Q

eiaculazione precoce

A

un minuto dopo la penetrazione e prima che l’interessato lo desideri

381
Q

eiaculazione ritardata

A

assenza di eiaculazione o marcato ritardo, non intenzionale

382
Q

3 disturbi dell’orgasmo

A

orgasmo femminile, eiaculazione o ritardata

383
Q

disturbi parafilici

A

fantasie, impulsi sessuali che possono riguardare oggetti, bambini o persone non consenzienti

384
Q

quali disturbi

A

esibizionismo, voyeurismo, frotteurismo, feticismo, pedofilia, masochismo, sadismo

385
Q

differenza fra sesso e genere

A

sesso: indicatori biologici
genere: ruolo pubblico vissuto e sul piano legale

386
Q

disforia di genere

A

sofferenza connessa al fenomeno dell’incongruenza di genere. Sofferenza e disagio affettivo e cognitivo di chi si ritrova estraneo nel proprio corpo

387
Q

a cosa è soggetta la disforia di genere

A

al relativismo culturale

388
Q

disturbi dissociativi

A

alterazioni di coscienza, memoria, identità o percezione dell’ambiente

389
Q

come possono essere i disturbi dissociativi

A

improvvisi o graduali, transitori o cronici

390
Q

cosa non producono i disturbi dissociativi

A

disagio o necessità di aiuto psicologico

391
Q

amnesia dissociativa

A

incapacità di rievocare uno o più episodi personali importanti

392
Q

a cosa è dovuta l’amnesia dissociativa

A

NO disturbi neurologici

SI ad eventi traumatici

393
Q

qual è un tipo di amensia dissociativa

A

fuga dissociativa

394
Q

fuga dissociativa

A

allontanamento improvviso e inaspettato da o dal luogo di lavoro abituale. Varia da poche ore a vari mesi. Incapacità di ricordare in toto il proprio passato

395
Q

cos’è il disturbo dissociativo dell’identità

A

NO disturbo di personalità multiple

396
Q

disturbo dissociativo dell’identità

A

presenza di due o più identità distinte.

Ciascuna identità assume il controllo del comportamento in modo ricorrente

397
Q

aspetto simile fra l’amnesia dissociativa e il disturbo dissociativo dell’identità

A

incapacità di ricordare notizie importanti personali

398
Q

depersonalizzazione

A

alterazione nella percezione e nell’esperienza di sé. La persona si sente staccata dal proprio corpo

399
Q

derealizzazione

A

esperienza di realtà o distacco nei confronti dell’ambiente circostante

400
Q

abuso

A

modalità patologica d’uso di una sostanza che dà luogo a ricorrenti e significative conseguenze dannose

401
Q

limite fra abuso e dipendenza

A

abuso: 12 mesi, poi dipendenza

402
Q

tolleranza a sostanze

A

bisogno di quantità notevolmente più elevate

403
Q

astinenza

A

riprendere la sostanza per attenuare i sintomi dell’astinenza

404
Q

disturbi di personalità

A

esperienze interiori e di comportamento che deviano rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo e possono coinvolgere più aree

405
Q

aree coinvolte nei disturbi di personalità

A
  • modalità di percezione di se stessi, gli altri e gli avvenimenti
  • risposta emotiva
  • funzionamento interpersonale
  • controllo degli impulsi
406
Q

approccio dimensionale dei disturbi di personalità

A

continuum tra un disturbo e l’altro (comorbidità)

407
Q

disturbo paranoide di personalità

A

le persone analizzano e interpretano la realtà all’insegna del sospetto e della diffidenza

408
Q

disturbo schizoide di personalità

A

modalità pervasiva di distacco dalle relazioni sociali e una gamma ristretta di esperienza emotive nei contesti interpersonali

409
Q

disturbo schizotipico di personalità

A

deficit sociali e interpersonali, acuto disagio e ridotta capacità riguardanti le relazioni strette

410
Q

disturbo antisociale di personalità

A

inosservanza e violazione dei diritti degli altri

411
Q

disturbo borderline di personalità

A

instabilità di sé, delle relazioni e dell’umore

412
Q

disturbo istrionico di personalità

A

emotività pervasiva ed eccessiva e un comportamento di ricerca di attenzione

413
Q

disturbo narcisistico

A

grandiosità, necessità di essere oggetto di ammirazione, mancanza di empatia

414
Q

disturbo evitante

A

inibizione sociale, inadeguatezza e ipersensibilità al giudizio sociale

415
Q

disturbo dipendente

A

bisogno eccessivo di essere accuditi, timore delle separazioni e un comportamento sottomesso e dipendente

416
Q

DOC

A

preoccupazione per l’ordine e attenzione ai dettagli che porta a perdere o compromettere lo scopo dell’attività

417
Q

problema di diagnosi di demenza nell’anziano

A

spesso data escludendo altri tipi di diagnosi

418
Q

alzheimer

A

demenza più comune. Deterioramento irreversibile del tessuto cerebrale

419
Q

anziani più sensibili al delirium

A

più fragili o più sensibili ad eventi traumatici. Possibilità di ritorno alla normalità

420
Q

psicoterapia per gli anziani

A

tenere conto delle caratteristiche dell’anziano (condizione psicofisica)

421
Q

sussessful aging

A

età anziana è potenziale età di cambiamenti anche positivi

422
Q

quali abilità vengono perse nell’anziano

A

quelle non usate durante la vita MA c’è un miglioramento delle abilità più significative

423
Q

studi di Baltes e Baltes sugli anziani

A

processi di ottimizzazione e compensazione delle attività grazie ad hobby e pet therapy

424
Q

cosa evidenziare con il check up psicologico nell’anziano

A

deficit da compensare e risorse da valorizzare

425
Q

gruppi metacognitivi del check up psicologico

A

gli anziani sono invitati a riflettere sulla loro mente

426
Q

disturbo da sintomi somatici

A

la sofferenza del paziente non deriva tanto dalla presenza dei sintomi somatici ma dal modo in cui l’interessato li interpreta, li presenta e li pone al centro della propria vita

427
Q

disturbi di conversione

A

deficit riguardanti le funzioni motorie volontarie o sensitive
NO alterazione anatomica
SI l’idea che l’interessato si è fatto di una condizione patologica

428
Q

stress e stressor

A

stress: reazione da parte dell’organismo
stressor: evento o fattore stressante

429
Q

ansia per la salute

A

NO sintomi somatici
SI paura dei sintomi somatici
I pazienti credono che le loro preoccupazioni e i sintomi non ricevono le dovute attenzioni

430
Q

fase di adattamento secondo Selye

A
  1. fase di allarme
  2. fase di resistenza
  3. fase di esaurimento
431
Q

fase di allarme

A

viene attivato il sistema nervoso autonomo a fronte di eventi stressanti interni

432
Q

fase di resistenza

A

l’organismo di adatta allo stress (può portare ad esempio ad ulcere)

433
Q

fase di esaurimento

A

se lo stressor permane e l’organismo non sa gestirlo, si va incontro a danni irreversibili, inclusa la morte

434
Q

carattere adattivo dello stress

A

consente all’organismo di far fronte a nuove e più impegnative sollecitazioni ambientali

435
Q

su cosa si colloca il carattere adattivo dello stress

A

sul piano endocrino

436
Q

misurazione dello stress

A

dare a ciascun evento un proprio “peso” relativo

437
Q

strategie di reazione allo stressor

A

focalizzate sul problema o sull’emozione

438
Q

misurazione di coping per lo stress

A

meccanismi focalizzati sul problema, sull’espressione emotiva o potenzialmente disadattivi

439
Q

teoria della debolezza somatica

A

lo stress esercita il suo effetto sull’organismo dove è più debole, per fattori genetici

440
Q

teoria della reazione specifica

A

esistono differenze individuali nella reazione del sistema nervoso autonomo come risposta allo stress

441
Q

teorie psicoanalitiche sullo stress

A

alla base dei disturbi psicofisiologici ci sono conflitti psicologici e la natura di tali conflitti ha un rapporto simbolico con lo specifico disturbo (es. ipertensione può dipendere dalla rabbia trattenuta)

442
Q

cosa influisce su comportamenti diversi a stessi sintomi

A

fattori psicologici e di ordine sociale

443
Q

ruolo di malato

A

i sistemi sociali sviluppano norme esplicite in relazione alla malattia e all’invalidità
- esentato dai normali obblighi
ricevere attenzione da parte dell’ambiente

444
Q

comportamento di malattia

A

comportamenti che un individuo manifesta e che indicano che egli è fisicamente malato

445
Q

comportamenti abnormi di malattia

A

affermare di avere una malattia contro l’evidenza medica o negare di averla

446
Q

alessitimia

A

incapacità di utilizzare parole appropriate alle emozioni

447
Q

tanatofobia

A

paura di morire

448
Q

gestione dello stress

A

NO eliminarlo

SI fronteggiarlo efficacemente

449
Q

cambiamenti per fronteggiare lo stress

A

esterni: allontanarsi da situazioni o persone
interni: ristrutturazione cognitiva

450
Q

tecniche basate sulla riduzione del livello di stress

A

rilassamento, meditazione, ipnosi

451
Q

psicoterapia

A

trattamenti di disturbi mentali o di problemi psicologici che utilizzano metodi psicologici

452
Q

basi della relazione terapeutica

A
  • riservatezza
  • assenza di giudizio
  • assenza di coinvolgimento personale
  • non interferenza delle ideologie
453
Q

che tipo di trattamento è la psicoanalisi

A

per i disturbi nevrotici

454
Q

assunzione di base della psicoanalisi

A

la vita psichica si svolge prevalentemente al di fuori della consapevolezza e del controllo del soggetto

455
Q

forma inconscia (psicoanalisi)

A

comprende contenuti psichici attivamente esclusi dalla coscienza, ai quali non si può accedere se non in maniera indiretta e deformata

456
Q

a cosa serve l’analisi

A

scopo di ripercorrere la storia personale facendo emergere ed elaborando le rappresentazioni inconsce che dominano la vita del soggetto

457
Q

a cosa serve l’analisi

A

riorganizzazione del mondo interno della persona. Modo di sentire e pensare

458
Q

setting

A

insieme di regole che definisce la cornice di un trattamento

459
Q

formazione psicoanalitica

A

analista: seminari e lezioni + periodo di pratica sotto supervisione

460
Q

psicoterapie dinamiche

A

continuum fra psicoanalisi, psicoterapia psicoanalitica, psicoterapie orientate analiticamente

461
Q

scuole psicodinamiche

A

sfumata adesione al modello psicoanalitico

462
Q

scissioni delle scuole psicodinamiche

A

Adler: psicologia individuale
jung: psicologia analitica
reich: psicoterapia corprea
terapia di gruppo: centrata sul gruppo o sull’individualità
lacan: psicanalisi (elisione di una vocale)

463
Q

dove sono nate le psicoterapie psicodinamiche

A

in contesti clinici

464
Q

1 fase storica della psicoterapia

A

maggiore attenzione ai comportamenti (anni ‘60)

465
Q

modello cognitivo della psicoterapia

A

assume che in molti casi siano gli eventi cognitivi a influenzare le emozioni e i comportamenti delle persone

466
Q

cosa trascura la psicodinamica

A

non affronta i conflitti inconsci che si suppone stiano all’origine del disturbo

467
Q

cosa trascura il cognitivo comportamentale

A

i meccanismi che hanno prodotto e mantengono il problema e propone un intervento placebo che potrebbe risultare solo placebo

468
Q

obiettivo del trattamento di psicoterapia

A

rivisitazione dell’organizzazione cognitiva della persona sia nell’attualità sia lungo le sue principali linee evolutive a partire dai processi di attaccamento infantile

469
Q

psicoterapie umanistiche

A

gruppo eterogeneo di forme di psicoterapia che hanno in comune un approccio fondamentalmente umanistico

470
Q

fondamenti delle psicoterapie umanistiche

A

si assume che esista una condizione di autenticità dell’essere umano

471
Q

senso della terapia umanistica

A

raggiungere l’autenticità dell’essere umano e favorire il dispiegamento delle potenzialità insite nella persona

472
Q

tecnica terapeutica nelle terapie psicodinamiche

A

secondaria e lasciata nel vago

473
Q

teorie di base della psicoterapia umanistica

A

fenomenologia (husserl) ed esistenzialismo (kierkegaard, heidegger, jaspers, sartre)

474
Q

fenomenologia

A

NO psicofarmaci

SI attività custodialistica e umanitaria

475
Q

esistenzialismo

A

la condizione umana presenta una serie di caratteristiche dolorose e difficili da accettare (angoscia esistenziale)

476
Q

terapia centrata sul cliente di Carl Rogers

A

presuppone l’ottimismo e la fede nella bontà intrinseca della natura umana

477
Q

concetto cardine della terapia centrata sul cliente

A

realizzazione di sé: sviluppare tutte le proprie capacità in modo che ciò serva a migliorarsi

478
Q

caratteristica della relazione terapeutica

A
  • congruenza: il terapeuta si deve presentare quale realmente è
  • empatia
  • accettazione positiva incondizionata
479
Q

paziente =/= cliente

A

paziente: nozione di malattia
cliente: concezione meno commerciale della nostra per Rogers

480
Q

approccio scientifico della terapia centrata sul cliente

A

registrazione audio delle sedute a fini di ricerca

481
Q

terapia della gestalt

A

condizione ottimistica della natura umana

482
Q

cosa vuole stimolare la terapia della gestalt

A

creatività, apertura dell’esperienza e presa di contatto con il mondo e con gli altri

483
Q

setting della terapia della gesstalt

A

di gruppo

484
Q

terapia sistemica

A

approccio alla terapia familiare che attenziona il processo della comunicazione

485
Q

principio di causalità circolare nella terapia sistemica

A

in una famiglia, il comportamento di un membro influenza il comportamento di tutti gli altri membri.
Viene usata anche l’ipnosi

486
Q

livello prescientifico della psicologia

A

si aspetta che la scienza dia ragione ad una o ad un’altra delle teorie contrapposte

487
Q

movimento integrativo

A

integrazione delle psicoterapie anni ‘80

488
Q

ecletticismo acritico

A

il terapeuta usa qualsiasi tecnica ritiene efficace in base alla situazione
=/= movimento integrativo

489
Q

tendenze che caratterizzano il movimento integrativo

A
  • integrazione teorica
  • fattori comuni
  • eclettismo tecnico
490
Q

integrazione teorica

A

vengono integrati 2 o più modelli

491
Q

fattori comuni

A

prende in esame differenti forme di psicoterapia per cercare di individuare gli elementi che hanno in comune

492
Q

eclettismo tecnico

A

importanza molto ridotta agli aspetti teorici e ha un atteggiamento pragmatico

493
Q

cosa confrontare per parlare di efficacia della terapia

A

i dati di guarigione con i casi di remissione spontanea

494
Q

remissione spontanea

A

guarigione senza uso di terapie

495
Q

possibili danni di un effetto terapeutico

A

effetto di deterioramento

496
Q

evidence based

A

trattamenti psicologici basati sulle evidenze

497
Q

punti di riferimento dell’evidence based

A
  • potersi orientare fra le diverse psicoterapie
  • i pazienti devono avere la garanzia di non ricevere danno
  • la collettività vuole sapere se sta pagando sprechi e interventi inefficaci